Dopo Carera, sentiamo Perego, il decano fra le donne

08.10.2021
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Lo ha detto ieri Lorenzo Carera: prima l’unico procuratore fra le donne era Perego. Poi è nato il WorldTour e sono arrivati anche loro. Perego è lo stesso che seguiva Nizzolo e la Paternoster e che lo scorso inverno, più per ripicca che convinzione, decise di candidarsi alle elezioni federali. Di mestiere fa il promotore finanziario e fra le sue più recenti operazioni di ciclomercato c’è la firma di Vittoria Guazzini con la Fdj-Nouvelle Aquitaine (foto di apertura).

Se è vero che lui c’era anche prima, perché non chiedergli di disegnare il suo punto della situazione?

«Lavoro con le donne dal 2018 – dice – ed è vero che l’Italia è un’eccezione. Le straniere hanno gli stessi manager degli uomini e ci sta che con il WorldTour anche la mia categoria inizi a metterci il naso, lo stanno già facendo. Ma in Italia con le donne è molto più difficile. Non puoi prenderne 60 e sperare che qualcuna venga fuori, quei numeri non ci sono e perché il mercato non assorbe così tanto. La Movistar ha un’italiana. La Sd Worx idem. La Bike Exchange ne ha una. La Fdj ne ha due…».

Fabio Perego, Ernesto Colnago, Cordiano Dagnoni
Perego, Colnago, Dagnoni, quando Fabio e il presidente Fci erano dalla stessa parte
Fabio Perego, Ernesto Colnago, Cordiano Dagnoni
Perego, Colnago, Dagnoni, quando Fabio e il presidente Fci erano dalla stessa parte
Com’è fatto l’ambiente delle squadre?

Nelle grandi trovi gli stessi manager degli uomini, per cui ad esempio alla Movistar c’è Unzue e alla Bike Exchange c’è Copeland, mentre altrove ci sono nomi diversi. Nelle squadre più piccole, sono spesso abituati a trattare con le ragazze. Un po’ come i team manager di alcune professional italiane, che quando trova il procuratore vede rosso. E’ un mondo più chiuso.

Hai detto che i numeri non ci sono.

Devi prendere le forti, ma si contano sulle dita di una mano. Poi vai a pescare fra le giovani, che però hanno 18 anni e non danno garanzie. Ci può essere la Barale che va al Team Dsm, altrimenti la loro destinazione sono la Valcar, la Fassa Bortolo, la BePink, le continental italiane. E serve il procuratore per portarle lì? Che cosa vai a chiedergli in termini di soldi?

Francesca Barale, fortissima, passerà nel Team Dsm
Francesca Barale, fortissima, passerà nel Team Dsm
Non stai parlando di squadre tanto piccole…

Hanno un ruolo importantissimo, ma anche un periodo da capire. L’arrivo di team come la Cofidis e le altre che cominciano passerà per un anno da continental, a meno che non trovino una licenza WorldTour da comprare. Di conseguenza si riducono i posti per le continental alle corse, perché è chiaro che certi squadroni avranno la precedenza e così per avere gli inviti si dovranno comprare ragazze con i punti. Ma potrebbe succedere che a questo punto in Belgio inviteranno le squadre belghe e in Francia le francesi, che non hanno bisogno magari di hotel e rimborsi. Per cui se le squadre italiane non entrano nell’ottica di trasformarsi in vivai, altrimenti avranno vita complicata.

Lo stesso problema che hanno le continental fra gli uomini.

Lo stesso problema, che a volte investe anche le professional.

Quindi?

Quindi il lavoro eccezionale della Valcar di questi anni, ad esempio, rischia di perdersi. La ragazzina migliore dopo un po’ va via, soprattutto se c’è il procuratore che la offre allo squadrone.

WorldTour o no, squadre forti come la Valcar possono essere ancora il vivaio del ciclismo italiano
WorldTour o no, squadre forti come la Valcar possono essere ancora il vivaio del ciclismo italiano
E poi c’è la questione dei corpi militari.

Un problema che si aggiunge. Nel momento in cui verrà riconosciuto il vero professionismo alle ragazze, alcune di loro saranno chiamate a fare una scelta importante. E in quei frangenti io farò un passo indietro e spero lo facciano tutti i miei colleghi. Perché è vero che la vita agonistica di una ragazza è potenzialmente più lunga di quella di un uomo, ma è anche vero che si tratta di una scelta di vita. E poi c’è l’aspetto formale.

Che sarebbe?

L’atleta è del Corpo Militare per cui è tesserata, per cui con loro bisogna parlare, trattare, discutere. Se provi a escluderli, possono benissimo mettersi di traverso e non puoi farci niente. Stabilire che l’atleta farà le 5-6 corse all’anno con loro e poi metterla in servizio. E’ chiaro che anche loro hanno a cuore il successo sportivo, ma ricordiamoci che le migliori sono con loro.

Che tipo di concorrenza c’è fra voi del ramo?

C’è chi parla del suo lavoro e chi spiega il modo in cui agisce e perché lo fa. E poi c’è chi parla male del lavoro degli altri. Ci saranno certamente degli sgambetti. Anzi, ci sono già stati…

Guazzini: «Io emozionata a Leuven? Sono una fan di Elisa»

29.09.2021
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Vittoria Guazzini non è certo un ragazza che nasconde le sue emozioni. Già prima di finire la sua gara, sull’arrivo di Leuven, era tra le più gasate per la vittoria di Elisa Balsamo. La “Guazz” e la Balsamo sono compagne di squadra alla Valcar e non solo in nazionale, ma il loro legame ha radici più profonde. Sono stati tanti i ritiri isieme, già nelle categorie giovanili, le gare fianco a fianco su strada e in pista (soprattutto nella Madison) che neanche la stessa Guazzini ricorda il momento preciso del loro primo incontro.

E poi se si scorre il suo profilo Instagram spesso c’è una foto o un post che inneggiano proprio alla Balsamo che vince qualche corsa.

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Una scena che si è vista spesso in pista: le due amiche si abbracciano dopo una Madison
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Una scena che si è vista spesso in pista: le due amiche si abbracciano dopo una Madison
E’ così Vittoria, un legame forte? 

Con Elisa ho un bel rapporto, siamo in squadra insieme ed è più di una compagna. E’ un’amica. Questa maglia se la meritava e col senno del poi posso dire che non avevo neanche troppi dubbi che ce la potesse fare. E poi l’emozione è stata forte anche per come è arrivata questa vittoria. Ognuna di noi ha svolto al meglio la propria parte e siamo riuscite a portare a termine il lavoro che avevamo pianificato.

Da quanto tempo correte insieme?

Tre anni. E ci siamo trovate subito bene. In particolare in quest’ultimo anno siamo state moltissimo insieme tra strada e pista, senza contare che avevamo lo stesso calendario di gare. Sono stata più tempo con lei che con qualsiasi altra persona. E dopo le Olimpiadi in cui è stata sfortunata questo è un bel riscatto.

E in questo lasso di tempo non avete mai avuto dei battibecchi? 

Ma sicuramente ci sono stati. Ma erano normali incomprensioni, magari su qualche gara che non era andata come doveva. Ma tutto nella norma. Nulla di che…

Balsamo e Guazzini (dietro) nella Madison agli Europei di Plovdiv 2020
Balsamo e Guazzini (dietro) nella Madison agli Europei di Plovdiv 2020
Come si spiega questa tua gioia?

Diciamo che un mondiale di per sé non ha bisogno di spiegazioni. Basta da solo a farti emozionare e a renderti felice. Come ho detto questo è stato un anno particolare e difficile, perché le Olimpiadi sì sono state una bella esperienza, ma anche una bella botta. Sono state sfortunate. E non è facile ritirarsi su.

E come ha fatto secondo te?

Con le persone giuste accanto e con le sue gambe.

E tra le persone giuste ci sei anche te?

Beh, io sono una sua fan! Elisa ha due anni più di me e già quando ero esordiente l’ho sempre vista come “la Balsamo”. E’ così da quando eravamo più piccole. La cosa bella è che nonostante tutto anche lei è sempre pronta a dare una mano quando serve. E non siamo solo noi che tiriamo per lei.

Prima hai detto che avete fatto il gioco di squadra che volevate: come avete fatto a radunarvi in così poco tempo nel finale di gara?

In realtà io dovevo stare attenta soprattutto nelle prime fasi della corsa. Dovevo badare alle olandesi e tenere le altre al riparo. Ho dato tutto prima e infatti sull’ultimo strappo duro nel circuito mi sono staccata. Stavamo quasi per rientrare, a dire il vero, ma in ogni caso saremmo rimaste in coda. E a quel punto l’importante era che le altre azzurre fossero davanti.

In quelle fasi sei riuscita a dirle una parola, un ultimo incitamento oppure è impossibile?

No, lì sei a tutta a testa bassa. C’erano le altre. L’unica cosa che mi viene in mente è che di solito quando Elisa vince io perdo gli occhiali. E non li avevo ancora persi. Così all’inizio dell’ultimo giro, me li sono messi in tasca quasi a far modo di perderli! Diciamo così…

La Guazzini davanti e la Balsamo a ruota nell’italiano di Breganze 2020. Qui vestono la maglia delle Fiamme Oro e non della Valcar
La Guazzini davanti e la Balsamo a ruota nell’italiano di Breganze 2020. Qui vestono la maglia delle Fiamme Oro e non della Valcar
Beh, anche per la scaramanzia serve lucidità! Ti abbiamo vista arrivare in parata con la Cecchini (foto in apertura) e gioivi. Come hai saputo che aveva vinto Elisa?

Mi ha chiamato proprio Elena e mi ha detto: ha vinto Elisa! Sono scoppiata di emozioni. Ho sentito freddo: brividi! Credo che ad Elena lo abbia detto un giudice in moto o in auto, di preciso non so.

Cosa “ruberesti” a lei? E cosa, secondo te, lei ruberebbe a te?

Io le ruberei il suo spunto veloce. E lei… – ci pensa un po’ la Guazzini – le mie menate in pianura. Non che Elisa non le dia, ma su quelle sono abbastanza sul pezzo!

Il prossimo anno entrambe cambierete squadra: tu alla Fdj e lei alla Trek: come sarà correre da rivali?

Eh – sospira un attimo la simpatica toscana – un po’ dispiace. Già l’altro giorno dopo il mondiale, mentre con il bus tornavamo in hotel con le altre ragazze della Valcar c’è stato un momento di nostalgia. Un momento in cui ci siamo rese conto che queste sarebbero state le ultime gare insieme. E per questo ce le dobbiamo godere al massimo. Ma non significa che il nostro rapporto d’amicizia debba cambiare.

Beh è comprensibile. Tanto più che voi eravate la “piccola” squadra che faceva tremare il mondo…

Sì, un po’ di nostalgia c’è. Ma si fanno delle scelte e come ho detto adesso ci sono ancora delle belle gare da fare. E da fare al massimo, a cominciare dalla Roubaix di sabato. 

Vittoria Guazzini, la notte in bianco e poi la crono dei sogni

09.09.2021
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Nomen omen. La seconda giornata degli Europei di Trento si apre con una Vittoria, di nome e di fatto, sul primo gradino. La prova a cronometro per donne under 23 va all’azzurra Guazzini che batte la tedesca Hannah Ludwig (campionessa uscente) di 39”. A completare il podio e la festa italiana c’è Elena Pirrone (a 46”) autrice di una seconda parte di gara in totale rimonta, scalzando la polacca Marta Jaskulska (a 51”) che già pregustava la medaglia di bronzo.

Al suo arrivo la toscana Guazzini – dopo aver scambiato un paio di battute di circostanza – ci aveva lasciato per andarsi a sedere sulla hot seat, col gesto delle dita incrociate sia per lei sia per la sua compagna di club e nazionale. Nel frattempo la bolzanina Pirrone, terza provvisoria, attendeva gli ultimi arrivi mentre alle transenne cercava di recuperare energie e fiato. Alla fine, quando hanno tagliato il traguardo sia la polacca che la tedesca, le nostre italiane si sono corse incontro per un abbraccio liberatorio. Oro e bronzo per due atlete che sanno come, nelle categorie giovanili, si vincono medaglie.

Un’altra raffica di medaglie per Dino Salvoldi, qui con Pirrone e Guazzini
Un’altra raffica di medaglie per Dino Salvoldi, qui con Pirrone e Guazzini

Vittoria, da Tokyo a Trento

Ce le portano in mixed zone, sono raggianti e hanno ragione di esserlo. Le sentiamo. 

Vittoria, questo di oggi è un podio quasi simile a quello degli Europei junior a Brno nel 2018: prima tu, seconda Ludwig e terza stavolta la tua compagna Pirrone. Una maggiore soddisfazione rispetto ad allora.

Sì, fino alla fine facevo il tifo per Elena (quarta all’intermedio a 2” dal podio, ndr) perché so che lei ci teneva molto e sono contentissima per questo doppio risultato. Hannah (Ludwig che correrà nella nuova Uno-X Pro Cycling Team nel prossimo biennio, ndr) è una atleta molto forte, sapevo che era la favorita ed essermi riconfermata anche in questa categoria ovviamente mi rende molto felice. Significa che i valori sono quelli, siamo buone atlete e speriamo di riconfermarci anche tra le elite.

Tra le elite sarà quello di continuare in questa specialità, portando risultati.

La cronometro mi piace molto. Anche se quando ho finito ho detto che le crono non sono belle, perchéè effettivamente bisogna un po’ volersi male per arrivare al traguardo esauste (ride, ndr). Ma il bello del ciclismo è questo. Spero, anzi sicuramente continuerò a lavorare su questa specialità.

E per il mondiale invece?

Non so ancora il cittì che scelte farà, intanto mi godo il momento. Domani farò la prova in linea, spero di recuperare perché sarà abbastanza impegnativa. Per il mondiale aspetterò di sapere cosa deciderà Salvoldi.

L’anno prossimo correrai nella Fdj Nouvelle Aquitaine Futuroscope. Un passaggio importante con l’opportunità di crescere.

Sì, ho fatto questa scelta per vedere cosa c’è al di fuori delle squadre italiane e sono contenta di averla fatta. Sono però altrettanto contenta di questi tre anni fatti nella Valcar Travel&Service perché mi hanno permesso di crescere in tutta tranquillità. Ci tengo a ringraziare il presidente Valentino Villa, il mio allenatore Davide Arzeni che con me hanno avuto tanta pazienza, mi hanno capita, ascoltata. Questa vittoria è anche per loro.

Quanti margini di miglioramento ti senti di avere?

Non so, spero tanti. Sicuramente con l’età, andando avanti, alcuni aspetti più professionali potrei migliorarli. Però per il momento credo che un po’ di spensieratezza faccia bene. Arriverà comunque il momento in cui dovrò limare su tutto.

Concentrazione prima della partenza per Vittoria Guazzini
Concentrazione prima della partenza per Vittoria Guazzini
Da Tokyo ad oggi, che percorso è stato soprattutto a livello morale?

L’obiettivo principale di quest’anno erano le Olimpiadi, ma era dall’inizio dell’anno che avevo fatto un cerchietto a questa giornata. Per scaramanzia non lo avevo mai sbandierato più di tanto, ma ci tenevo veramente. Stanotte è stato difficile dormire perché sentivo un po’ la pressione, volevo regalare un grande alla mia famiglia (si commuove un po’ mentre lo dice, ndr). 

Dopo le Olimpiadi hai staccato la spina, più per una questione mentale che fisica. 

Sì, ci voleva, sono stata un po’ a casa tranquilla con la mia famiglia. Forse qualcuno ha storto il naso per questo ma ne avevo bisogno, mi serviva e un po’ onestamente ho dovuto farmelo scivolare addosso. Poi ho ripreso a correre il Olanda, in Spagna e sono venuta qui. 

A chi dedichi questo successo?

A tutte le persone che mi hanno sostenuto, alla mia famiglia che anche loro come me hanno fatto tanti sacrifici.

Pirrone, filo ripreso

Ora è il turno di Elena Pirrone, che intanto abbraccia suo padre e sua sorella e poi ci raggiunge.

Elena uno splendido bronzo conquistato nella tua regione. Raccontaci la tua gara…

Non è stato facile, da subito ho fatto molta fatica. Sono partita senza aspettarmi nulla in realtà ma mi sono detta «Elena vai a tutta e vediamo cosa ci salta fuori». Sono contenta di essere qui, di aver potuto dimostrare quello che valgo, soprattutto perché l’anno scorso avevo avuto una brutta delusione agli Europei (nella stessa prova finì quarta a 3” dal podio, ndr). Mi ci voleva proprio questo podio, mi dà morale per il finale di stagione, mi apre una speranza per il mondiale. Spero di essere convocata per la crono. Poi sono felice perché ha vinto una mia compagna di squadra e sono contenta per lei.

E non poteva mancare l’abbraccio fra Vittoria Guazzini ed Elena Pirrone con Saul Barzaghi, fisio della nazionale
E non poteva mancare l’abbraccio fra Vittoria Guazzini ed Elena Pirrone con Saul Barzaghi, fisio della nazionale
Arrivavi da un periodo altalenante.

Sì, è stato un anno non tanto facile, mi sembra di essere sulle montagne russe. Ultimamente però stavo ritrovando una buona forma, la mia solita pedalata. Speriamo di continuare così e che il prossimo anno sia migliore.

Ti vediamo piuttosto tirata rispetto al passato. I tuoi margini di crescita quali sono?

Per quanto riguarda la cronometro c’è ancora tanto da lavorare, come spingere di più il rapporto e tanti dettagli da perfezionare. Ma credo di essere sulla buona strada. Mentre invece su strada la salita è una parte fondamentale, quindi lavorerò molto su quello. Sì, sono più magra di prima ma devo ancora perdere qualcosina nel peso.

A proposito della prossima stagione, dove sarai?

Rimango in Valcar, ho firmato ancora per un anno e poi si vedrà. Anzi colgo l’occasione per ringraziare la mia squadra che mi è stata molto vicina in questi anni.

Una spiaggia toscana dopo Tokyo preparando l’addio alla Valcar

14.08.2021
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Per smaltire la fatica e lo stress di Tokyo, Vittoria Guazzini è andata al mare in Versilia, dove le persone hanno la sua stessa parlata e per un po’ non è stata costretta a parlare di bici. Fino a ieri almeno, oggi infatti la toscana ha ripreso ad allenarsi con vista sul Simac Ladies Tour, come si chiama quest’anno il Boels che torna dopo l’annullamento del 2020.

«Cosa mi resta di Tokyo – dice – è un’esperienza positiva, con il solo rammarico della madison che avrei corso volentieri. Nelle gare di gruppo è indubbio che la sfortuna sia stata più forte di noi, altrimenti credo che Elisa (Balsamo, ndr) nell’omnium avrebbe fatto bene la sua parte. Sul quartetto invece non avevamo grosse aspettative. Ci sarebbe piaciuto fare il podio, certo, ma in ogni caso abbiamo fatto dei tempi molto buoni che fanno ben sperare per le prossime volte».

Tokyo, prima dell’ultimo quartetto, confronto fra Balsamo, Guazzini e Alzini
Tokyo, prima dell’ultimo quartetto, confronto fra Balsamo, Guazzini e Alzini

Strada e pista

Nei giorni scorsi, Salvoldi ha tracciato la road map che porterà le ragazze azzurre fino alle prossime Olimpiadi di Parigi, fra appena tre anni, annotando che ci sarebbe margine per alcune di loro di fare soltanto attività su pista.

«Ho letto – dice – ma io non lascerei mai la strada, anche se probabilmente ci sarebbero le possibilità di fare solo su pista. Si può convivere benissimo con la strada, lavorando bene si può. E io infatti adesso ricomincio proprio su strada. E dopo il Boels farò la Vuelta e non so se rientrerò nei piani per europei e mondiali su strada. Quando eravamo su in Belgio siamo state a vedere il percorso di Leuven. E’ un bel mondiale da Nord, potrebbe andarmi bene».

Valcar addio

Tra i motivi di interesse della sua estate c’è però un colpo di mercato che ha lasciato qualche strascico non proprio simpatico in casa Valcar-Travel&Service in cui Vittoria approdò nel 2019 quando aveva appena 18 anni. A un certo punto infatti, tramite il suo procuratore Fabio Perego, sul nome di Guazzini è arrivata una squadra WorldTour (il comunicato è in arrivo, anche se nell’ambiente sanno tutti il nome e la bandiera).

All’Omloop Het Nieuwsblad di febbraio, per Chiara Consonni e Vittoria Guazzini una giornata difficile
All’Omloop Het Nieuwsblad di febbraio, per Chiara Consonni e Vittoria Guazzini una giornata difficile

«Mi hanno contattato – ammette – e andrò curiosa di scoprire che cosa possano darmi di più o di diverso rispetto alla Valcar, cui auguro tutto il meglio. E’ comprensibile che ci siano rimasti male, perché mi sono stati vicini e mi hanno aspettato quando non ero al massimo. La Valcar per me resta una famiglia».

Arzeni non ci sta

La Valcar ha rilanciato con un’offerta niente male, ma la decisione era già stata presa, per la stessa dinamica che affligge le squadre maschili. I tecnici individuano i talenti più forti e progettano per loro un cammino di crescita, invece li vedono andar via di colpo… sedotti dalle promesse dei procuratori (che nel ciclismo femminile trovano terreno fertile). Il WorldTour porta anche questo, malumore compreso.

Davide Arzeni, direttore sportivo della Valcar, non ha preso troppo bene la novità. Il tecnico ha grandissima stima per la toscana, ne conosce i mezzi e pensa di avere le chiavi per portarla alla maturazione. Si parla di lavoro: un lavoro particolare, di una durezza estrema. E se ha senso che dal prossimo anno Elisa Balsamo vada a guadagnare quello che merita in un team WorldTour, Arzeni pensa che la toscana debba consolidarsi parecchio, visto che tra Covid e Olimpiadi hanno lavorato insieme davvero poco.

Alzini e Guazzini, due punti fermi del quartetto durante gli allenamenti a Montichiari
Alzini e Guazzini, due punti fermi del quartetto durante gli allenamenti a Montichiari

Gambe dure

E mentre la squadra bergamasca ha rinnovato il contratto con Chiara Consonni ed Eleonora Gasparrini, le sfide dell’estate bussano alla porta.

«Ho dieci giorni per ritrovare la gamba – scherza la toscana – e togliermi la ruggine di dosso. Dopo una settimana completamente senza bici, al Boels probabilmente avrò le gambe dure, poi confido che le cose andranno a migliorare. Vado con qualche ambizione, vedremo come andrà a finire».

Le magnifiche sei della pista, parole ed emozioni

Giada Gambino
04.07.2021
6 min
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Sono sei le ragazze scelte, sei azzurre che rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi su pista, sei donne forti e combattenti. Ognuna di loro ha una storia diversa, ma sono tutte accomunate da un palmares ricco di traguardi e vittorie. Le magnifiche sei sono: Balsamo, Alzini, Guazzini, Fidanza, Barbieri e Paternoster. Pochi giorni fa questi nomi sono stati comunicati ufficialmente, l’animo delle ragazze è stato inondato da tante emozioni, una tra tutte la tristezza per le compagne di nazionale non convocate. D’altronde passando tanti mesi assieme, si finisce per diventare una famiglia. Il posto per Tokyo è stato sudato e conquistato giorno dopo giorno, nei lunghi mesi di lavoro di quest’anno, sorge spontanea una domanda: cosa avete pensato appena capito che l’Olimpiade non era più solo un sogno

Questa è Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni
Ecco Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni

Rachele Barbieri

«Sapevo già da qualche giorno di essere tra le azzurre scelte per Tokyo e non vedevo l’ora che venisse fatta la conferenza per poterlo gridare a tutto il mondo. Non ce la facevo più a tenerlo per me. Quando l’ho saputo, però, ho subito chiamato mio padre, il mio preparatore, la mia mental coach e il mio migliore amico… Nessuno mi rispondeva, non riuscivo a crederci. Fortunatamente ero con il mio ragazzo e ho potuto condividere con lui subito questa emozione intensa, poi mi hanno richiamata tutti. E’ stato davvero un bel momento, sono stata contenta di questa scelta.

«Dietro c’è un lavoro tanto duro e difficile che molti nemmeno potrebbero capire, ma grazie al mio crederci sono riuscita ad ottenere ciò che volevo, sapendo di lavorare in un gruppo fantastico. Prima della conferenza non sapevo chi altre sarebbero venute con me e mi dispiaceva per chiunque fosse rimasta a casa. Infatti, una volta usciti i nomi ufficiali, ho scritto un messaggio a tutte perché è anche grazie a loro se sono riuscita in questo sogno. Non è finita, bisogna stringere i denti, sarà un mese di fuoco!».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ecco Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Lei è Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca

Martina Fidanza

«Mi sono messa a piangere, poi mi sono sentita piena di energie… Non so nemmeno spiegarlo. Riccardo (Stacchiotti, il suo compagno, ndr) era appena arrivato a casa e sono subito andata ad abbracciarlo, mia sorella non ci credeva. Appena la notizia è stata resa ufficiale, sono stata riempita di affetto e sostegno. Cercherò di dare il meglio anche in questo mese di avvicinamento a Tokyo. Sinceramente non credevo di poter essere convocata, non avevo pensato a nulla è stata una vera e propria sorpresa. Ho un’agenda che mi porto ovunque quando parto, in cui scrivo pensieri ed emozioni e, sicuramente, sarà la prima cosa che metterò in valigia. Ho le giuste motivazioni! In questo momento sono così carica che mi farei persino una maratona a piedi».

Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni
Tre specialità per Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni

Elisa Balsamo

«Sono davvero felice! Il primo pensiero è andato a tutti quei sacrifici fatti da tanti anni e ripagati tutti insieme. Sono un po’ scaramantica, fino alla fine non ho mai avuto nessuna certezza, dovevo vedere il mio nome scritto. Questo mese colmo di appuntamenti mi servirà per definire al meglio la mia condizione e poter dare tutta me stessa o anche più. Essere già lì sarà un sogno, l’obiettivo principale è quello di non avere rancore e dare tutto poi… ciò che verrà si vedrà! Sono una ragazza che lavora duramente per realizzarsi, ma dopo che ottengo ciò che voglio mi pongo subito altri obiettivi». 

Martina Alzini, 24 anni, di Legnano
Martina Alzini 2020
Il sorriso di Martina Alzini, 24 anni, di Legnano

Martina Alzini

«Sono state tante emozioni contrastanti, qualche lacrima è scesa. La prima persona che ho sentito è stata mia mamma, lei conosce tutti i miei sacrifici. Lo scorso anno per essere più vicina al velodromo, mi sono dovuta trasferire e stare lontano da casa con la pandemia, non è stato facile. Essere motivo di orgoglio per i miei cari mi dà davvero tanta motivazione. La gioia di indossare la maglia azzurra è tanta. Paura? No, nella vita la paura sta in altro… Sicuramente tanta tensione che, spero, una volta arrivata a Tokyo si trasformi in forza e adrenalina. Adesso tra noi ragazze c’è anche più serenità! La competizione c’è ma, come dico sempre, quest’ultima deve avere una chiave costruttiva e positiva. Ho la fortuna di lavorare con ragazze serie e con la testa sulle spalle, bisogna fare un passo alla volta: il primo, da alcune di noi, è stato raggiunto. Adesso bisogna lavorare bene per puntare anche a una medaglia d’oro. Sono cresciuta in questo ambiente con la visione dell’Olimpiade come una meta nuova e da scoprire, siamo tutte giovani e con un bagaglio di esperienza da riempire». 

Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano
Lei è Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano

Vittoria Guazzini

«Ci ho sempre sperato, appena ho sentito il mio nome e ho davvero realizzato, sono scoppiata a piangere. Ho subito voluto condividere la notizia con le mie amiche e i miei familiari, mi hanno dato tanto loro. I miei genitori sarebbero contenti per qualunque cosa io facessi, ma questa è davvero una grande soddisfazione. Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta, è il simbolo di tutto lo sport, va al di là del solo ciclismo. Sicuramente non bisogna adagiarsi sugli allori per la convocazione, ma bisogna fare del proprio meglio per poter dare davvero tutto a Tokyo. Le ragazze che non sono state convocate? Avranno modo di riscattarsi!».

Letizia Paternoster
E poi c’è Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei
Letizia Paternoster
Infine Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei

Letizia Paternoster

«E’ stata una grande emozione, soprattutto perché non è stato un anno semplice. La notizia mi è giunta mentre ero con il mio ragazzo, che mi ha sempre sostenuta in questi mesi particolarmente impegnativi. Ho una collanina con una medaglietta, un po’ il mio portafortuna e non potrò non portarla a Tokyo. Partirò con l’ambizione di far bene e dare il massimo, la competizione non mi spaventa. In questi ultimi giorni l’atmosfera tra noi è stata molto pesante, perché sapevamo che qualcuna di noi sarebbe rimasta fuori. Non posso negare che mi sia dispiaciuto in modo particolare per la Consonni e la Confalonieri. Se fossi di un’altra Nazione presente a Tokyo avrei “paura” davvero di tutte: sono e siamo forti». 

Fino al 5 luglio le nostre magnifiche sei saranno la mattina a Montichiari e la sera a Fiorenzuola dove, hanno riattaccato il numero in pista: una gara-allenamento. Il 6 avranno un giorno di stop per poi andare a gareggiare in Belgio dal 7 all’11 per poi dal 13 al 22 fare un ritiro in altura.

Guazzini e la Valcar, pronte a ripartire dopo la Gand

30.03.2021
4 min
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Anche in Belgio splende il sole e c’è aria di primavera. E le ragazze della Valcar – Travel & Service si godono il meritato relax dopo la Gand-Wevelgem. Prima però la pandemia impone i controlli e così nel lunedì post gara ecco che le atlete di Davide Arzeni fanno l’ennesimo tampone da inizio stagione. In tutto ciò Vittoria Guazzini si concede ai “nostri microfoni”.

Italia protagonista alla Gand: in fuga Elisa Longo Borghini e Soraja Paladin
Italia protagonista alla Gand: in fuga Longo Borghini e Paladin

A tutta per chiudere

Domenica scorsa però hanno fatto un garone per Elisa Balsamo. E una della più attive nel chiudere il buco sulle due attaccanti, tra l’altro italiane, Elisa Longo Borghini e Soraja Paladin, è stata Vittoria Guazzini.

«Avevamo le idee chiare – racconta la Guazzini – sapevamo della grande forma di Elisa Balsamo, volevamo portarla in volata e abbiamo fatto di tutto per chiudere sulle due fuggitive. Poi peccato il risultato, ma si sa ogni volata ha una storia a sé. Elisa è stata anche un po’ sfortunata e forse ha pagato un po’ quell’ultimo ventaglio che ha preso. Lì, tutte noi abbiamo sprecato molto e in certe corse, dopo quasi quattro ore di gara a tutta, più che lo spunto contano le energie rimaste.

«Io? Io ero stremata a fine gara, però ero anche contenta per il lavoro fatto (come nella foto di apertura, ndr). Davvero ero a tutta. Il potenziometro? Credetemi, quella è l’ultima cosa che ho guardato e a cui penso. Sulla schermata del mio computerino in gara ci sono i chilometri e il tempo.

«In certi momenti ho detto ad Elisa che avrei mollato un po’, che avevo bisogno di respirare altrimenti sarei saltata. E’ importante conoscersi, “recuperare” un po’ e poi spingere fino alla fine. Sono cose che si imparano col tempo».

Le ragazze della Valcar nella loro casa-ritiro per la Campagna del Nord
Le ragazze della Valcar nella loro casa-ritiro per la Campagna del Nord

Muccioli regina di casa

Anche se non è una WorldTour la Valcar sta assumendo sempre più i connotati della grande squadra. Il team cresce costantemente, ha un ottimo vivaio e i risultati si vedono. Ed ormai la Campagna del Nord è tappa fissa per le ragazze di Arzeni.

Quest’anno hanno preso un appartamento. A fare da padrona di casa e a gestire il tutto è una certa Dalia Muccioli che, oltre a dispensare piatti, dispensa anche consigli. La romagnola aveva corso con la Valcar fino al 2019, anno del suo ritiro dalle gare.

«Eh sì, Dalia era con noi anche lo scorso anno – racconta la Guazzini – Ha smesso, ma ci segue qui al Nord. Lei ci assiste, prepara da mangiare. Noi davvero non dobbiamo pensare a niente quando rientriamo da gare e allenamenti. Ci dà anche dei consigli. Siamo apposto sotto questo punto di vista!».

Vittoria Guazzini (20 anni) è anche una delle colonne portanti delle azzurre in pista
Vittoria Guazzini (20 anni) è anche una delle colonne portanti delle azzurre in pista

Guazzini da Nord

Vittoria e le sue compagne resteranno al Nord per una ventina di giorni almeno. In questa stagione già avevano assaggiato le strade del Belgio e continueranno a farlo per qualche altra settimana.

«Il bel tempo sta rendendo piacevole questo soggiorno belga. Noi siamo tranquille nella nostra casa. Dovevamo tornare dopo la Roubaix, ma non si è capito se la faranno oppure no. In ogni caso faremo la Dwars door Vlanderen di domani, il Fiandre e poi altre due gare, prima dell’eventuale Roubaix. Non tutte le faranno tutte: ci sarà una rotazione. Si tratta comunque di settimane impegnative, con gare lunghe e dure. Sono alla mia terza campagna del Nord e devo dire che mi piace molto. Queste sono le mie corse».

Elisa Balsamo (a destra) quarta sul traguardo della Gand. Vittoria per la Vos
Elisa Balsamo quarta sul traguardo della Gand

Balsamo leader

Vittoria e le sue compagne anno dopo anno acquisiscono forza ed esperienza, elemento imprescindibile per queste gare.

«Stiamo crescendo e sto crescendo – conclude la Guazzini. Il primo anno ero venuta al Nord per fare esperienza. L’anno scorso, nonostante la stagione particolare, la campagna del Nord l’abbiamo portata a casa. E adesso eccoci. Non siamo più quelle che “semmai cerchiamo di arrivare in volata”. No, adesso sappiamo i nostri valori e quello che possiamo fare. E in queste corse, con questa altimetria non esagerata, ce la giochiamo anche con le squadre WorldTour. Noi abbiamo pagato un po’ più di altre l’annullamento di alcune gare ad inizio stagione perché avevamo fatto molta pista, un certo tipo di preparazione e quelle corse ci sarebbero servite per trovare il ritmo, ma sentiamo che miglioriamo di gara in gara.

«Spazio per me? Non lo so, sono sincera. Siamo un gruppo compatto e con una Balsamo così c’è poco da discutere se lei arriva davanti. Poi si sa, le gare vanno anche in un certo modo e se ci sarà occasione cercherò di farmi trovare pronta».

Guazzini, signori: vola nel quartetto e sogna Contador

Giada Gambino
02.02.2021
5 min
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La toscana Vittoria Guazzini immersa nella fredda neve dell’Etna, ma avvolta dal calore del clima della sua nazionale, si raccontava in una chiacchierata post sessione di ginnastica.

Perché il ciclismo? 

Mio padre era molto appassionato di questo sport e mi ha trasmesso la sua passione. Non essendo a conoscenza delle gare per i ragazzini, non lo iniziai a praticare subito. Un giorno, però, un amico di famiglia mi portò una piccola bici da corsa e da lì iniziai. Il ciclismo ti insegna cos’è la fatica, ad andare oltre i propri limiti e a non mollare mai. E’ una gara contro se stessi prima di esserlo contro gli altri. 

Rulli in quota nelle stanze del Rifugio Sapienza: il 2021 è iniziato così
Rulli in quota nelle stanze del Rifugio Sapienza: il 2021 è iniziato così
Il primo risultato? 

Già nella prima gara riuscii a vincere, eravamo poche ragazzine, ma ottenere subito una vittoria è stato davvero molto bello

Nel 2017 il quartetto con Consonni, Fidanza e Paternoster…

Quell’anno al mondiale conquistammo il record del mondo, fu un qualcosa di indescrivibile! Erano mesi che ci ritrovavamo tutte e quattro in pista per allenarci insieme, con il tempo si era creato un grande affiatamento e questo lo si vede anche dai risultati che abbiamo ottenuto. In una specialità come l’inseguimento a squadre ci deve essere tanta fiducia tra noi

Per Vittoria Guazzini ai mondiali di Imola il 25° posto a crono
Per Guazzini ai mondiali di Imola il 25° posto a crono
Nel 2018 tantissime vittorie

E’ stato un anno davvero soddisfacente, sia su pista che su strada. Dico sempre che le mie medaglie preferite sono quelle del quartetto perché è una felicità condivisa, ma anche la vittoria nell’omnium al mondiale è stata particolare. Ero caduta, rialzarmi e vincere mi ha fatto davvero sentire bene. 

Pista o strada?

Non riesco e non posso fare una scelta. La prima mi ha dato finora tante soddisfazioni, dalla seconda è nata la mia passione e sogno sempre un giorno di poter vincere una classica del Nord dal momento che  erano proprio queste le corse che con mio padre mi guardavo in televisione. E comunque, spero di continuare a praticare entrambe per il resto della mia carriera. L’una è funzionale all’altra, in strada si allena la resistenza e in pista la forza e l’esplosività

Agli europei elite di Plovdiv, centra l’oro con Elisa Balsamo nella madison
Agli europei elite di Plovdiv, centra l’oro con Elisa Balsamo nella madison
La staffetta mista…

Agli europei del 2019 venne introdotta per la prima volta questa specialità e conquistare un bronzo insieme ai ragazzi (Affini, Boaro, Martinelli, ndr) e le ragazze (Longo Borghini e Valsecchi) è stato senza dubbio molto divertente. C’era un po’ d’ansia nel momento in cui si doveva partire, solitamente c’è il conto alla rovescia, mentre in questo caso bisognava aspettare che arrivassero i ragazzi. Avevo addosso un’adrenalina pazzesca. Bello, è stato molto bello. 

La vittoria che non dimenticherai mai? 

Penso la madison agli europei 2020 con Elisa (Balsamo, ndr), è stata la mia prima vittoria tra le elite. Sicuramente anche il mondiale nel quartetto nel 2017, eravamo a casa, a Montichiari, è stato davvero speciale. 

Agli europei del 2019, la crono mista: qui Longo Borghini, Guazzini e Valsecchi
Agli europei del 2019, la crono mista: qui Longo Borghini, Guazzini e Valsecchi
Ti saresti mai aspettata di raggiungere questo livello?

Fino a qualche anno fa pensavo che il ciclismo fosse la mia grande passione, un gioco, un modo per divertirsi; non avrei mai potuto immaginare che avrei fatto del mio “gioco” la mia professione. Quando ho iniziato ad ottenere risultati in campo internazionale ho capito che forse le cose stavano cambiando. 

Il ritiro sull’Etna…

La Sicilia è una bellissima regione. Pedalare con attorno certi paesaggi fa sentire di meno la fatica. Era la prima volta che venivo sull’Etna, a differenza di qualche compagna che c’era già stata. Anche al Rifugio Sapienza siamo riuscite a fare tutti gli allenamenti a corpo libero o sui rulli, il personale è stato davvero molto disponibile. Forse l’unica nota dolente è il fatto che dovevamo ogni giorno scendere con la macchina sino a giù per allenarci in bici, ma è un aspetto che passa in secondo piano. 

Festa grande in casa Italia. Pirrone iridata, con Guazzini, Paternoster, D’Agostino, Fidanza
Festa grande in casa Italia. Pirrone iridata, con Guazzini, Paternoster, D’Agostino
Voi azzurre della pista…

Siamo tutte molto amiche, stiamo tanto tempo insieme e fortunatamente il trovarci nella maggior parte d’accordo fa sì che i tanti giorni di ritiro passino velocemente. Tutte le vittorie delle mie compagne sono importanti per me, mi emoziono e sono più in ansia di quando corro io stessa. Certe volte le persone danno per scontato che per noi sia semplice vincere, ma non è affatto così. 

L’obiettivo di quest’anno?

Le Olimpiadi! Spero che si possano disputare, perché farò di tutto per arrivarci. E’ il mio più grande sogno anche solo poter partecipare, sicuramente non sarà un punto d’arrivo. Ma se accadrà, saranno un punto di partenza per il futuro

Un selfie sul Belvedere di Taormina, con la regia di Chiara Consonni
Un selfie sul Belvedere di Taormina, con la regia di Chiara Consonni
Il ciclista a cui ti ispiri?

Ho sempre avuto un “debole” per Contador, anche se le salite non sono il mio terreno, mi ha sempre affascinato il suo modo di andare in bici dal momento che è un attaccante. E anch’io, finché ne ho, ho dentro questo spirito

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020

E prima di andare, un bacio da Balsamo e Guazzini

15.11.2020
5 min
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Come due parentesi, una all’inizio e una alla fine, le azzurre della pista hanno aperto gli europei di Plovdiv con l’oro di Martina Fidanza nello scratch e li hanno chiusi oggi con l’oro di Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini nella madison. Nel mezzo, il bronzo di Miriam Vece nei 500 metri, l’argento di Alzini nell’inseguimento e quello del quartetto, ancora l’argento di Silvia Zanardi nella corsa a punti, l’oro di Balsamo nell’omnium e poi l’argento di Rachele Barbieri nell’eliminazione. Un bottino da grande potenza del ciclismo su pista, da non chiare il capo al confronto con Gran Bretagna e Russia.

Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, bronzo nei 500 metri: portabandiera della velocità azzurra
Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, bronzo neo 500 metri

Balsamo regina

Elisa Balsamo non stupisce più o, meglio, ci ha abituati al suo rendere semplice l’eccezionalità. In questo anno martoriato dal Covid, la piemontese si è portata a casa il bronzo nell’americana ai mondiali di Berlino e a seguire gli europei under 23 su strada a Plouay. Non ha partecipato agli europei under 23 su pista di Fiorenzuola per la caduta della Gand-Wevelgem, ma si è rifatta vincendo l’ultima tappa della Challenge by La Vuelta a Madrid e poi volando in Bulgaria per i due ori in pista.

A volte guardarsi indietro è un esercizio utile e pensando a lei viene facile il ricordo della vittoria nel mondiale juniores di Doha, circondata dalla stessa banda di scalmanate che ancora oggi la supportano in giro per il mondo. Al settimo cielo sul podio, frastornata durante il cocktail di festeggiamento sul mare, con i genitori accanto e il suo mondo da raccontare ai primi giornalisti.

«Mi riconosco in quella ragazza – dice Elisa, lungo la via dell’aeroporto – nel senso che il mio percorso da allora è stato e continua ad essere molto progressivo. Ogni anno mi scopro più forte e più motivata e ringrazio per questo la mia squadra, che mi sta lasciando crescere. Non c’è un taglio netto fra quella Elisa e come sono oggi».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini: cambio all’americana e via verso l’oro…
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Balsamo, Guazzini: cambio all’americana e via…

Mie care inglesi…

La madison non è un terno al lotto, ma è comunque un bel rompicapo, soprattutto se in gara ci sono poche coppie di alto livello e quindi bisogna buttarsi in tutte le volate.

«Sapevamo che potevamo giocarcela – dice Elisa – contro quelle avversarie, soprattutto dopo aver visto come era andato l’omnium. Avevamo di fronte le coppie più forti a livello europeo da quando è stata introdotta la madison e confermo che se ci fossero state più partecipanti la tattica avrebbe rivestito un ruolo più importante. Ma confermo anche che aver battuto le inglesi nell’omnium e anche nella madison davvero non ha prezzo».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
E fatta, un abbraccio in cui sfogare le tensioni della gara più indecifrabile
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020

Capolavoro Guazzini

Sulla stessa linea anche Guazzini, campionessa europea nel quartetto U23 a Fiorenzuola e parte del trenino che a Plovdiv ha preso l’argento. A dire il vero, Vittoria aveva aperto la giornata con una leggera indisposizione che aveva fatto tremare le vene ai polsi dell’entourage azzurro. Tanto che a un certo punto, quando lei era ormai prossima alla riserva, il peso dei giri è passato sulle spalle della Balsamo. E quando alla fine si sono rese conto che alla volata sarebbe arrivata proprio Guazzini, la toscana si è rimboccata le maniche e ha tirato fuori l’ennesimo capolavoro di giornata.

«Per fortuna – sorride – una volta salita in pista, le cose si sono sistemate. Sì, speravo di vincere, ma sono gare particolari e il valore oggettivo delle inglesi faceva la differenza. Non è banale dire che hanno quasi fatto il record del mondo del quartetto, erano in forma. E quando alla fine ci hanno fatto i complimenti, la soddisfazione è stata al massimo. E’ bello aver vinto alla fine di un anno come questo, di fatto cominciato ad agosto. Ma adesso qualche settimana di vacanze non ce la toglie nessuno».

Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini, la giornata non era cominciata benissimo
Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini ha raddrizzato la giornata

Valcar miniera d’oro

Il segreto sta anche nella provenienza comune e nella programmazione che essa rende possibile. Pur arrivando dagli angoli più disparati d’Italia, una bella fetta delle azzurre di Plovdiv veste quotidianamente la maglia della Valcar-Travel. Provate a leggere i prossimi nomi e diteci se non vi ricordano qualcosa. Martina Alzini, Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini e Miriam Vece erano tutte in Bulgaria.

«Ho ricevuto molte offerte – spiega Elisa Balsamo – ma ho scelto di rimanere alla Valcar anche per il prossimo anno. Questo mi permetterà di lavorare bene per le Olimpiadi in pista. E’ una famiglia, siamo persone e non numeri. Valentino, il nostro sponsor, dice sempre che siamo le sue figlie. Ci conosciamo dal 2015, dal primo anno junior. Tengono a noi, si vede nei momenti di difficoltà, quando non mettono pressione».

Stasera probabilmente ci sarebbe da festeggiare, ma anche questa è una delle cose che l’attualità s’è portata via. La valigia dei ricordi che alle 20 si è imbarcata sul volo per l’Italia è bella piena di vibrazioni e colpi d’occhio che non dimenticheremo. E quando alla fine si potrà tornare a brindare, sarà davvero una gran festa.

Guazzini, il quartetto e la chitarra

13.10.2020
2 min
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Vittoria Guazzini compirà vent’anni il 26 dicembre, ma nella sua bacheca brillano già 8 titoli europei e 4 campionati del mondo. Tutti su pista, tranne il primo oro da junior agli europei del 2018 a cronometro. La toscana di Pontedera, bionda con i capelli spesso legati sopra, corre nella Valcar e per le Fiamme Oro ed è in bici da quando aveva sette anni.

L’ultimo successo in ordine cronologico è il titolo europeo dell’inseguimento a squadre centrato a Fiorenzuola d’Arda assieme a Consonni, Cavalli e Fidanza. Quando la sentiamo, risponde dal Belgio, dove è volata per la Gand-Wevelgem e poi per il Giro delle Fiandre. La linea è disturbata, ma la sua risata arriva chiara e argentina.

Da sinistra, Martina Fidanza, Consonni, Guazzini e Cavalli: regine europee del quartetto
Fidanza, Consonni, Guazzini e Cavalli: il quartetto è loro
Come si vive l’ennesimo oro in una manifestazione così importante?

Ogni volta è diverso, non bisogna mai accontentarsi. Ogni gara fa storia a sé. E anche quando vinci, che resta una cosa bellissima, trovi sempre il dettaglio da migliorare.

Che cos’è per te il ciclismo a 20 anni?

Ora è un lavoro, la mia grande passione. E forse proprio per questo non pesa come un lavoro.

E’ stato una passione anche durante il lockdown?

Ecco, quel periodo non mi è passato molto bene. La quarantena è stata difficile per tutti e alla fine sono stata molto contenta che le gare siano ripartite.

Cosa scegli fra quartetto e gare su strada?

Preferisco il quartetto. Perché si prepara da lontano e non si può improvvisare. Forse è difficile da capire per chi ci osserva da fuori, ma è bello vedere che tutto funziona come un meccanismo perfetto.

E’ bello anche vincere un europeo da U23?

Diciamo che il livello è un po’ più basso, infatti adesso l’obiettivo sono gli europei con le grandi.

Come sarà l’avvicinamento agli europei in Bulgaria?

Di sicuro passeremo qualche giornata a Montichiari. Bisognerà riprendere dimestichezza con la pista dopo queste corse su strada. La difficoltà è l’impossibilità di fare lavori specifici, ma in questa stagione così strana, era necessario sfruttare tutte le occasioni. Quindi su strada e in pista.

Avete vinto senza Paternoster e Balsamo: motivo di vanto?

Di sicuro Letizia ed Elisa sono due elementi importanti, ma abbiamo fior di riserve e la vittoria lo ha dimostrato.

Come proseguirà la tua stagione dopo gli europei?

Con una bella vacanza. Non si faranno le Coppe del mondo, per cui si stacca. Mi voglio rilassare. Mi piace uscire, guardare qualche film su Netflix. E con l’aria che tira, mi sa tanto che uscire potrebbe diventare difficile. E poi suono la chitarra…

Davvero?

Suono da quando ero in quinta elementare. Chitarra elettrica e acustica. Musica rock e pop. Ma suono solo a casa, non la porto mai ai ritiri. Tra valige e bici, non mi basterebbero tre mani…