L’assolo di Casasola, il tricolore di Cremona è tutto suo

14.01.2024
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CREMONA – Quando il timido sole compare sul rettilineo d’arrivo del campionato italiano di ciclocross, Sara Casasola sta completando il suo assolo tricolore con un margine incolmabile per le inseguitrici. Una gara condotta in testa dal primo all’ultimo metro, gestendo curva dopo curva anche gli inequivocabili favori del pronostico.

Alle spalle della friulana della Fas Airport Services Guerciotti Premac chiude ad 1’17” Letizia Borghesi (EF Education Cannondale), brava prima a recuperare piano piano su Rebecca Gariboldi, lesta poi ad approfittare di una caduta della stessa lombarda del Team Cingolani, terza al traguardo. Casasola torna a vestire la maglia “verde-bianco-rossa” dopo il titolo da U23 nel 2019, quando anche allora la gara era valevole come Trofeo Guerciotti. Per lei questo è stato il sesto successo della sua buonissima stagione, ennesimo risultato dove spiccano il bronzo europeo e tre top cinque in Coppa del Mondo. Ed ora lo sguardo si sposta un po’ più avanti di qualche settimana.

Per Casasola è il secondo tricolore dopo quello del 2019 da U23. Ed è anche la sesta vittoria stagionale (foto De Negri)
Per Casasola è il secondo tricolore dopo quello del 2019 da U23. Ed è anche la sesta vittoria stagionale (foto De Negri)

Vista dal fidanzato

Sotto il podio delle premiazioni c’è anche Davide Toneatti, fidanzato di Casasola ed anche lui con un passato da crossista, nel quale vinse il campionato italiano da U23 nel 2022. L’atleta della Astana Qazaqstan Development Team sorride, ben contento dei progressi complessivi fatti da Sara.

«Penso che quest’anno abbia fatto un bel salto in avanti – racconta Toneatti mentre la attende sotto le scale del palco – e naturalmente sono felice per lei. Tutto il lavoro che ha fatto la scorsa estate, anche con una stagione su strada corposa, sembra aver ripagato. Adesso ha gli ultimi obiettivi. Spero che vadano bene anche perché la scorsa settimana non è stata bene. Teoricamente potrebbe anche migliorare di condizione.

«Ho notato che ultimamente – prosegue Toneatti – sta anche attenta alla cosiddetta dieta. Infatti si è asciugata. Su strada ha sempre corso abbastanza, ma non seriamente. La vedeva più come preparazione al ciclocross. Credo che quest’anno ci punterà un po’ di più, ora che è in una squadra con un buon progetto. Secondo me le capacità le ha. Se nel cross vai forte, significa che il motore c’è. Ovvio che poi su strada le gare sono diverse può fare bene. Se posso cerco di rendermi utile dandole consigli (ride, ndr), però anche lei ne dà a me».

Casasola ha spinto forte fin dal primo metro, restando concentrata fino alla fine
Casasola ha spinto forte fin dal primo metro, restando concentrata fino alla fine

Una vittoria da favorita

Vincere quando hai tutti gli occhi addosso e quando tutti ti pronosticano, non è mai facile. Però Casasola sembra non averci pensato tanto. Da quando al via ha spinto sui pedali, per le altre non c’è stata partita. La concentrazione era evidente ad ogni passaggio, quando ormai aveva scavato il solco e il campionato italiano stava diventando realtà.

«Sono molto contenta per come è andata – spiega Casasola – anche se all’inizio ero titubante perché sono stata poco bene. Era un’incognita per me, ma sono partita forte, cercando di allungare subito. Quando ho visto che avevo guadagnato qualche secondo, ho insistito e tirato dritto fino alla fine. Ringrazio il mio team che mi ha sostenuto tutto l’anno e questo è stato il mio modo ringraziamento a loro. La dedica la divido fra il team, la mia famiglia ed anche Davide.

«I prossimi obiettivi – continua – sono le ultime due prove di Coppa del Mondo ed il mondiale di Tabor in Repubblica Ceca. Spero che vada tutto bene. Poi dovrei iniziare anche la stagione su strada, magari sfruttando la condizione prima di un doveroso periodo di riposo. A quel punto mi focalizzerò sulle corse di aprile e maggio, però sto definendo i programmi con la squadra (la Hess Cycling Team, ndr)».

Letizia Borghesi ha conquistato l’argento tra le elite, come la sorella Giada (U23) e la mamma Lara (master 5)
Letizia Borghesi ha conquistato l’argento tra le elite, come la sorella Giada (U23) e la mamma Lara (master 5)

Tris tricolore

Ci sperava e forse ne era sicuro Alessandro Guerciotti. Quando prima di Natale lo avevamo sentito, si era augurato di poter realizzare un bel tris nelle categorie femminili. Detto fatto, anche se con qualche piccolo brivido.

Detto di Casasola nelle elite, tra le U23 la maglia tricolore è andata, o meglio è rimasta a Valentina Corvi che di fatto ha cucinato a fuoco lento Giada Borghesi, a lungo in testa alla gara, andando a bissare il titolo dell’anno scorso a Roma tra le junior. Terzo posto per Carlotta Borello. Curioso invece il weekend vissuto dalla famiglia Borghesi. Oltre agli argenti raccolti Letizia e Giada, anche la loro mamma Lara Torresani ha chiuso seconda nelle Donne Master 5.

«Nonostante l’influenza – dice Corvi nel dopo corsa – sapevo di avere una discreta condizione ed essendo questo italiano organizzato dalla mia società, ci tenevo a fare bene. Credo di essere stata brava a gestire le difficoltà di metà gara senza perdere di vista Giada. Nel finale sono rientrata sulla testa della gara e rilanciare la mia azione. Questa vittoria la dedico in particolare a mio nonno».

A completare l’en-plein della Fas Airport Services Guerciotti Premac c’è il successo di Elisa Ferri nelle junior in un’altra gara a senso unico. Dietro la pisana classe 2007, a più di un minuto sono giunte la veneta Ilaria Tambosco (S.S. Fiorese) e la valdostana Sofia Guichardaz (Beltrami Tsa Tre Colli).

Nieuwenhuis-Bakker, il ciclocross olandese domina in Val di Sole

10.12.2023
7 min
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VERMIGLIO – Val di Sole Bikeland, provincia d’Olanda. Sulla neve della Uci World Cup di ciclocross va in scena il dominio degli atleti orange in entrambe le categorie. Manon Bakker e Joris Nieuwenhuis hanno dimostrato di avere un particolare feeling con la neve, conquistando le rispettive gare con sviluppi diametralmente opposti e facendo poi suonare forte sul podio l’Het Wilhelmus, il più antico inno nazionale in uso.

Se tra le donne la ventiquattrenne della Crelan-Corendon ha allungato il monopolio olandese, in atto fin dalla prima edizione (Van Empel nel 2021 e Pieterse l’anno scorso), nella prova maschile il barbuto ventisettenne della Baloise Trek Lions ha interrotto quello belga un po’ a sorpresa, considerando quello che ci aveva detto ieri a fine ricognizione.

Nieuwenhuis tra Vandeputte e Wyseure. Un podio non pronosticato alla vigilia di Vermiglio
Nieuwenhuis tra Vandeputte e Wyseure. Un podio non pronosticato alla vigilia di Vermiglio

L’assolo di Joris

Avete presente quando si dice fare il pronti-via? Ecco, Nieuwenhuis al termine del breve tratto in asfalto ha preso in testa la prima curva dell’innevato percorso di Vermiglio con una manciata di metri ed ha proseguito nella sua marcia. Dietro di lui si è creato un ingorgo da traffico di ora di punta, nel quale molti dei più accreditati della vigilia – Iserbyt, Vanthourenhout e Sweeck – sono stati costretti a fare fin da subito un pezzo a piedi anziché sui pedali. Nieuwenhuis è apparso imprendibile per tutti già alla fine del primo giro. L’unico che ha provato a tenere la ruota dell’olandese è stato Niels Vandeputte, pagando dazio col passare dei minuti, mentre alle sue spalle si lottava caoticamente per la terza piazza. Alla fine sull’ultimo gradino salirà il ventiduenne belga Joran Wyseure, felicissimo il suo primo podio in Coppa del Mondo. Ma anche Joris lo era tanto

«Questa vittoria è davvero fantastica – spiega Nieuwenhuis in mixed zone – perché sorprende anche me. La gara l’avevo vista in televisione gli anni passati e avevo deciso di correrla prima o poi perché mi era piacuta subito. Era la mia prima volta sulla neve nel ciclocross. L’avevo trovata da junior, non in queste condizioni però. E’ stata una gara dove ci voleva molta tecnica e molta potenza. Forse, vedendola da fuori, vi è sembrato che per me sia stato facile, ma non è stato così. Ho dovuto controllare bene la bici perché si muoveva molto. In quei momenti ho pensato solo a stare calmo e fare le cose facili. Alla fine è andata molto bene, anzi molto meglio delle mie previsioni».

Nieuwenhuis durante la ricognizione del sabato per scegliere il miglior set up della bici
Nieuwenhuis durante la ricognizione del sabato per scegliere il miglior set up della bici

Mai più strada

Nel passato di Nieuwenhuis ci sono cinque stagioni da U23 tra i devo team della Rabobank e della Sunweb (diventata poi DSM), prima di entrare nel team WorldTour nel 2019, dove è rimasto fino a settembre 2022. Ha corso una Vuelta, due Tour de France e tante altre corse, ottenendo come miglior risultato il terzo posto alla Parigi-Tours del 2020, vinta dall’allora suo compagno di squadra Casper Pedersen. Insomma, l’ennesimo atleta che unisce ciclocross e strada. O forse è meglio dire che univa. Già, perché è decisamente risoluto mentre ci motiva la sua scelta.

«Non tornerò mai più a correre su strada – dice Joris divertito senza nemmeno farci completare la domanda – perché sono troppo legato alla mia vera passione, che è il ciclocross. Devo dire la verità che non mi piace più stare troppo tempo lontano da casa. Ad esempio, quando prepari un grande Giro devi anche fare un lungo ritiro con la squadra. Ormai è così anche per le piccole corse a tappe o per le campagne del Nord. Iniziava a pesarmi questa situazione. Questa è la ragione principale, ma ce ne sono state anche altre più piccole che hanno contribuito».

L’olandese ha fatto subito il vuoto e poi ha gestito la sua gara con grande abilità, da specialista del ciclocross
L’olandese ha fatto il vuoto e poi ha gestito la gara con grande abilità, da specialista del ciclocross

«Resto convinto di aver preso la scelta più giusta per me – conclude Nieuwenhuis, prima di concedersi con estrema disponibilità ad una marea di foto e selfie col pubblico – oggi ne ho avuto la prova. Mi diverto. Gli obiettivi adesso per me nel ciclocross sono quelli di vincere gare su gare quando possibile. Voglio diventare un buon crossista, alzando il mio livello anno dopo anno e poi cercare di mantenerlo tale. All’inizio di questa stagione di cross ho fatto buoni risultati e ora punto ad entrare stabilmente nei migliori cinque tutte le volte che attacco il numero sulla schiena.

«Ora come ora – ammette onestamente – il mondiale di Tabor non è un mio obiettivo perché non credo di essere ancora nella condizione giusta per vincere. I miei rivali li reputo più preparati, però nel futuro punterò ai grandi appuntamenti, proprio per quello che dicevo prima. Cercando di migliorarmi ogni anno, potrò essere più competitivo in tutte le gare».

Bakker ha messo nel mirino Alvarado e l’ha cucinata a fuoco lento, arrivando da sola
Bakker ha messo nel mirino Alvarado e l’ha cucinata a fuoco lento, arrivando da sola

La perla di Manon

Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato… cambia. Nella prova femminile della Coppa del Mondo della Val di Sole, le prime tre dell’anno scorso si ripresentano sul podio (tutto rigorosamente olandese), ma con un paio di posizioni invertite. Manon Bakker, terza nel 2022, trionfa in rimonta su Ceylin del Carmen Alvarado, seconda l’anno scorso, mentre Puck Pieterse chiude terza dopo il successo di dodici mesi fa. La gara si decide nell’ultimo giro. Bakker cucina a fuoco lento Alvarado, rendendole la neve bollente nella seconda metà del tracciato.

«Amo questa gara e questi posti – racconta Bakker, alla sua prima vittoria in Coppa del Mondo – sono davvero contenta. Oggi sono riuscita a stare calma malgrado una brutta partenza. Ho recuperato posizioni in questo modo. Mi reputo un’atleta molto tecnica e mi piacciono i percorsi in cui bisogna saper guidare esprimendo potenza. Vorrei che ci fossero più gare del genere. Questo successo per me significa molto. Ho avuto tanti alti e bassi, ma la prestazione di oggi dimostra che ho tutto quello che serve per stare davanti».

Selfie olandese. Bakker, Alvarado e Pieterse sono le stesse atlete che formavano il podio del 2022
Selfie olandese. Bakker, Alvarado e Pieterse sono le stesse atlete che formavano il podio del 2022

Duello olandese

Alla vigilia i pronostici erano tutti per Pieterse, vincitrice uscente, ed Alvarado, leader di Coppa del mondo e già forte di cinque sigilli, contando anche il Superprestige. Entrambe attraversano un buon momento di forma, con la seconda leggermente avvantaggiata. Il duello però sarà un altro. Alvarado guadagna la testa della corsa dopo un avvio lento, mentre Bakker mette nel mirino la connazionale.

«Ho capito che potevo vincere – dice Bakker – all’inizio dell’ultimo giro. Sono rimasta concentrata su di me senza preoccuparmi di come stesse andando Ceylin. Poi quando mi sono avvicinata, ho accelerato e l’ho attaccata».

«Ho capito che potevo perdere – replica Alvarado mantenendo il sorriso sulle labbra – quando alla fine del terzo giro ho iniziato a fare troppi errori ravvicinati. Sul ponte che si attraversava per la parte finale ne ho commesso un altro e ho salutato la vittoria. Nel finale ero molto stanca e diventava tutto difficile. Tuttavia è stato un bel duello quello con Manon. Resto soddisfatta e concentrata sia sulla Coppa del mondo che sul mondiale».

Valentina Corvi a Vermiglio è stata la miglior italiana. Sesta assoluta e seconda tra le U23
Valentina Corvi a Vermiglio è stata la miglior italiana. Sesta assoluta e seconda tra le U23

Brava Corvi

A tenere alta la bandiera italiana nella prova di Vermiglio ci hanno pensato le ragazze. Corvi, Baroni e Casasola chiudono rispettivamente sesta, settima e nona, portando a termine con grinta una gara tosta. Tra gli uomini Federico Ceolin finisce diciottesimo.

«E’ stata una bellissima gara – analizza Valentina Corvi, seconda classifica tra le U23 – molto difficile per via del terreno e difficile da leggere tatticamente. Il calore del pubblico di casa l’ha resa speciale. Ho cercato di partire forte e poi gestire, anche perché qui sbagliare è molto facile. Sono felicissima, anche per aver raggiunto il podio fra le under 23, che per me è molto importante. Grazie a tutta la squadra azzurra, e grazie a Val di Sole per aver organizzato una gara tanto unica».

Corvi alla Guerciotti: il cross ci sarà, ma in misura ridotta

03.11.2023
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La notizia era nell’aria sin dall’inizio della stagione sui prati, ma si è concretizzata solo nelle ultime ore: Valentina Corvi approda al team Fas Airport Sevices-Guerciotti-Premac. Il che significa che la sua permanenza nel ciclocross è assicurata e spazza via le voci che la volevano sempre più lontana dalla specialità. Lei come altre big – Persico e Venturelli su tutte – sulla cui presenza invece Pontoni ha già avuto rassicurazioni, sebbene si parli di un impegno limitato rispetto al passato per non stressarle alla vigilia di un’importante stagione su strada.

La stessa Corvi non nega di essere stata combattuta su cosa fare nella stagione invernale: «Avevo concluso l’attività di mtb molto stanca, sentivo il bisogno di staccare la spina. Poi però ragionando con il mio preparatore siamo giunti alla conclusione che abbandonare il ciclocross sarebbe stato controproducente, anche per preparare al meglio l’attività principale della mountain bike, perché in qualche modo completa l’avvicinamento. Bisognava solamente rimodulare il mio calendario, per questo abbiamo previsto il mio esordio nel cross non prima della fine di novembre».

Il giorno della firma. L’azzurra va ad arricchire il parco atlete del team Guerciotti
Il giorno della firma. L’azzurra va ad arricchire il parco atlete del team Guerciotti
Com’è andata la stagione offroad?

Era partita molto bene, ma ad aprile ho avuto problemi fisici che mi hanno un po’ debilitata. Sono comunque riuscita a riprendermi al punto da conquistare la vittoria agli europei di categoria e quella è stata davvero una gioia enorme. Contavo di far bene anche agli italiani e soprattutto ai mondiali, ma ho sbagliato qualcosa nei giorni precedenti la trasferta iridata, perdendo così la forma che avevo raggiunto e i risultati sono stati modesti. Diciamo che poteva andare molto meglio, ma con la medaglia d’oro al collo non posso comunque lamentarmi.

Perché hai scelto di passare nel team di Guerciotti?

La decisione di correre nel ciclocross l’ho presa molto tardi, per questo non avevo deciso alcunché come team di riferimento. Poi, quando l’orizzonte si è diradato, mi sono guardata intorno e si è palesata l’opportunità di approdare in quello che è uno dei team più qualificati non solo in Italia. Ho deciso di dire sì anche perché cambiando categoria avevo bisogno di affidarmi a una struttura consolidata, capace di farmi crescere ulteriormente. Sono contenta di essere nelle loro sapienti mani.

Per la Corvi una buona stagione di Mtb nella prima parte, con le delusioni di tricolori e mondiali (foto Instagram)
Per la Corvi una buona stagione di Mtb nella prima parte, con le delusioni di tricolori e mondiali (foto Instagram)
La domanda è d’obbligo: tu eri parte di un altro team consolidato come quello di Bramati, com’è stato il distacco?

Ci tengo a sottolineare che Luca non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Con lui ho fatto esperienze importantissime, è stato decisivo nella mia crescita e ho colto risultati di spicco, ma sentivo il bisogno di cambiare prospettive. Con il suo team comunque mi sono sempre trovata bene, gli sarò sempre grata.

Sembra di capire che il cambio di categoria ti inquieta un po’…

Non posso negarlo, è un passaggio impegnativo e va affrontato con consapevolezza e attenzione. Anche perché si sale di età, ma si sale e tanto anche di livello e questo vale sia per il ciclocross che per la mountain bike. Le ultime stagioni hanno dimostrato che la qualità cresce velocemente. Anche per questo abbiamo scelto di non fare un calendario completo, ma di avvicinarci per gradi e questo varrà anche nella mtb.

Il podio degli europei di mtb nella portoghese Anadia, con Corvi meritatamente prima
Il podio degli europei di mtb nella portoghese Anadia, con Corvi meritatamente prima
Molti altri ragazzi, sia tuoi coetanei che più grandi hanno mostrato una certa ritrosia a rimanere nel ciclocross, preferendo dedicarsi solo a una specialità.

Non nego di averci pensato anch’io. Allenarsi per il ciclocross è complicato, richiede tempo ed è complicato farlo in una stagione dove le ore di luce sono meno e il clima (almeno da me) è davvero rigido. Nella comparazione tra vantaggi e svantaggi abbiamo comunque convenuto che prevalgono i primi, perché il ciclocross ti dà quella completezza fisica, quella forza, quella reattività che poi saranno armi in più anche a stagione finita, cambiando bici.

Diresti lo stesso se fossi una stradista?

Non saprei, non ho abbastanza esperienza con la superleggera. La preparazione è molto diversa da quella che affronto io. Non è però un caso se i migliori atleti sono tutti corridori che fanno anche ciclismo su strada, quindi i vantaggi ci sono anche in quel caso.

L’azzurra era stata seconda agli europei del 2022 fra le juniores, quest’anno ha scelto di rinunciare
L’azzurra era stata seconda agli europei del 2022 fra le juniores, quest’anno ha scelto di rinunciare
La tua amica-rivale Venturelli è solita dire che d’inverno il ciclocross l’aiuta a mantenere vivo lo spirito agonistico e interrompe la monotonia della preparazione.

Ha pienamente ragione, c’è anche l’aspetto del puro divertimento che va messo in conto. Sapere che ti aspetta la gara, affrontarla spinge la tua prestazione in avanti. E’ comunque un aspetto importante.

Ti sei posta degli obiettivi?

Riguardo alla stagione di ciclocross no, voglio affrontarla con la mente sgombra cercando unicamente di essere a un buon livello, soprattutto per la rassegna tricolore. Poi vedremo il da farsi, in base alla mia condizione e alla situazione generale.

Valentina Corvi: «Idea strada per completarmi»

21.01.2023
4 min
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Valentina Corvi ha vinto il campionato italiano ciclocross. La ragazza del Trinx Factory Team rispetto a molte rivali è una crossista vera. O meglio una fuoristradista, visto che fa anche mtb. Anche l’altro giorno, sul tracciato di Castel Fusano ad Ostia le è bastata una manciata di curve più strette in successione per fare il vuoto.

E le sono bastate nonostante una scelta di gomme molto più da asciutto. Gomme veloci per lei. Gomme con le quali ha dovuto riprendere il feeling direttamente in gara, visto che aveva provato su asciutto e si è trovata con un percorso appena bagnato da uno scroscio di pioggia.

Tecnica sopraffina

«Ma non è stato facile – racconta Corvi – è stata una gara dura e soprattutto all’inizio ho provato a stare lì il più possibile con le migliori (la Venturelli tirava fortissimo, ndr) e poi ho provato ad allungare nelle fasi finali della gara. Avevo studiato le parti in cui riuscivo a guadagnare qualcosa e così negli ultimi due giri ho provato ad allungare. Ho aumentato il ritmo e sono riuscita a prendere quei metri che ho mantenuto fino all’arrivo. 

«In certi punti c’era abbastanza fango, il fondo era scivoloso. E con le alte velocità non era così facile. Ma alla lunga tutto questo mi ha aiutato»

Corvi ha vinto il titolo nazionale dopo averlo sfiorato la scorsa stagione da junior di primo anno
Corvi ha vinto il titolo nazionale dopo averlo sfiorato la scorsa stagione da junior di primo anno

Più strada che Belgio

Una crossista così potrebbe giocarsi la carta del Nord. E’ giovane, ha ottime potenzialità e soprattutto, come abbiamo detto, è una crossista vera. Ma Valentina sembra deviare. Anche perché le priorità sono altre.

«Se qualche squadra del Nord mi abbia mai cercato io non lo so – spiega con chiarezza Valentina – ma sinceramente non ci ho mai pensato. Io do molta importanza alla stagione estiva, alla mtb, e fare una stagione di cross in Belgio per come la interpretano loro non va bene. Iniziano prima, finiscono dopo ed è molto impegnativa. Io invece ho iniziato con il cross perché fosse funzionale alla Mtb».

E alla strada? Ci pensa questo giovane talento del nostro ciclismo?

«Eh – sorride Valentina – domanda difficile. Mi piacerebbe provare a fare qualche corsa quest’anno, anche perché io non ho mai provato. Gareggiare su strada è qualcosa che mi attrae, però vediamo… Voglio togliermi questo sfizio.

«So di poter fare bene ma c’è anche la stagione di mountain bike, alla quale tengo molto e quindi vediamo se e come far combaciare tutto. Intanto dobbiamo finire la stagione di cross che prevede almeno tre appuntamenti importanti (le gare di Coppa e il mondiale, ndr). Poi penserò alla stagione estiva».

Se Valentina è così brava tecnicamente è perché è cresciuta in mtb, di cui è anche azzurra (foto Alessio Pederiva)
Se Valentina è così brava tecnicamente è perché è cresciuta in mtb, di cui è anche azzurra (foto Alessio Pederiva)

Biker inside

«Credo – va avanti la valtellinese – che la strada possa renderti ancora più completa. Si sviluppano altre abilità che se vengono aggiunte a tutto il resto ti rendono più forte. Io ho sempre fatto mountain bike e mi piace tantissimo correrci».

Se Valentina deve fare questa prova è importante che la faccia in questa stagione, quando è ancora una junior. Specie per le donne poi passare under 23 significa correre con le pro’ e il salto sarebbe ben più duro.

«Sì, sì… se devo fare questa esperienza meglio quest’anno. Anche Luca Bramati mi dice di tentare. Una prova non costa nulla, ma lasciare il fuoristrada… mai!».

Gestione degli juniores: Pontoni ha qualcosa da dire

23.11.2022
4 min
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Se da una parte gli europei di ciclocross di Namur avevano lasciato ottime impressioni per la selezione azzurra, con la perla dell’argento della Corvi, dall’altra qualche riflessione su quel che non ha funzionato ha riempito le giornate del cittì Daniele Pontoni. La debacle degli junior è stata sì una sorpresa, considerando le aspettative e i valori messi in luce dai ragazzi a inizio stagione, ma anche la conferma che qualcosa non va e Pontoni lo aveva segnalato anche prima degli europei.

E’ quindi importante analizzare la situazione in un momento di relativa stasi. La squadra nazionale non era presente alla tappa di Coppa del mondo a Overijse, il cittì ha dato seguito alle sue riflessioni in attesa di rimettere mano alla composizione del team azzurro per i prossimi appuntamenti.

«Bisogna guardare a quanto avvenuto con occhi esterni – afferma il friulano – senza essere troppo legati alle contingenze della gara. Allora capisco che la responsabilità è anche nostra, intendo della nostra generazione e ci metto dentro me per primo, tecnici, genitori. Siamo abituati a dare tutto ai nostri figli, senza lasciare loro la libertà di fare da soli, magari anche sbagliando».

Stefano Viezzi, soli 16 anni, è uno dei nuovi talenti su cui Pontoni conta per il 2023-24
Stefano Viezzi, soli 16 anni, è uno dei nuovi talenti su cui Pontoni conta per il 2023-24
E’ un pensiero legato solo all’attività sportiva?

No, concerne quella ma va al di là, è il frutto della nostra intera società. Noi tecnici prepariamo tutto nei minimi particolari proprio come fa un genitore, ma in certi casi dobbiamo fare un passo indietro, lasciare i ragazzi liberi di fare, di affrontare le situazioni mettendoci del loro, di essere più autosufficienti. I nostri ragazzi sono abituati a questa situazione e quindi non hanno quella “fame” che è necessaria per emergere.

Tu nel recente passato sei stato spesso severo con i ragazzi…

Le mie sono sempre state critiche costruttive, tese a capire che cosa funziona e cosa no. Il primo responsabile se un risultato non arriva sono io, questo sia chiaro, perché significa che qualcosa non ha funzionato. Prima degli europei mi ero reso conto che qualcosa non andava e lo avevo segnalato, anche in maniera forte, ma evidentemente non è bastato. Nel ritiro in Spagna avevo visto ragazzi impegnati, motivati, affamati, poi invece tutto è cambiato. Ho sentito i discorsi che venivano fatti nei giorni alla vigilia di Tabor e mi sono accorto che i ragazzi non avevano più i piedi ben piantati per terra.

Scappini, carattere esuberante, ha grandi potenzialità. Pontoni vuole che sia sfrontato anche in gara
Scappini, carattere esuberante, ha grandi potenzialità. Pontoni vuole che sia sfrontato anche in gara
Che cosa è successo in Repubblica Ceca e poi a Namur?

L’errore è stato sempre lo stesso: avevamo programmato di partire davanti, ma per farlo devi anche essere “cattivo”, farti rispettare, lavorare di gomiti sempre entro le regole. Invece la partenza è stata molle, salvo per Scappini che poi si è però perso. Ora si riazzera tutto: al ritiro di Jesolo porterò un numero ampio di ragazzi, vedremo se le cose cambiano. Quel che è certo è che nessuno è sicuro del posto.

Facciamo un passo indietro, al Pontoni corridore. Alla loro età eri un ragazzo il cui talento andava di pari passo con un carattere esuberante, spesso anche fuori dagli schemi, non facilmente gestibile. Avessi nel gruppo “quel” Pontoni che cosa diresti?

Magari averne… Sarei contentissimo di trovare un giovane che ha carattere, anche per tenermi testa nelle discussioni, nel dire come la pensa. Sono sempre stato convinto che anche le litigate rafforzino i rapporti. Io voglio veder tirare fuori la rabbia agonistica, metterci del proprio in gara, per questo dicono che sono abituati troppo bene. Ai ragazzi ho sempre detto che fuori gara devono avere un comportamento impeccabile perché rappresentano l’Italia, in gara devono stare sempre entro i confini del regolamento, ma devono anche farsi rispettare. Per entrare nella storia devi farla e lo fai con i risultati, non con Instagram…

Valentina Corvi sul podio europeo. Dietro di lei sta crescendo una bella generazione femminile
Valentina Corvi sul podio europeo. Dietro di lei sta crescendo una bella generazione femminile
Uno che sembrava ricalcare un po’ le tue orme è Scappini, parlandoci appare uno molto sicuro di sé, quasi guascone…

E’ vero, ma da un anno a questa parte qualcosa è cambiato. Prima andava dentro ai problemi, oggi la minima contrarietà lo sgonfia un po’, perde quella sua caratteristica che per me era un pregio. Le gare non si vincono solo quando si è al massimo della forma, bisogna anche far vedere all’avversario che sei pronto alla lotta, farti vedere forte a prescindere.

La situazione fra le pari età è più florida…

Indubbiamente e non solo perché abbiamo due stelle come la Corvi, che è tenace, silenziosa ma con dentro un carattere da leonessa in gara e la Venturelli, che ha un talento enorme e che vorrebbe sempre essere da 10, nello sport come a scuola, quando certe volte basta anche essere da 6 o 7. Sta crescendo una bellissima generazione e dovremo essere bravi a coltivarla come si deve. I ragazzi… Bè, rimarranno per me un cruccio che mi porterò fino a fine stagione, devo essere bravo io a trovare la strada per far esprimere il loro potenziale.

Riecco la Venturelli, obiettivo puntato sui mondiali

12.11.2022
4 min
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Chi conosce Federica Venturelli sa che vederla ai margini delle gare è ciò che più non sopporta. A Namur lei non c’era e al di là della splendida prova della Corvi d’argento e della bella prestazione della Bianchi, la sua assenza si è sentita. Anche perché quest’anno aveva infilato una lunga serie di manifestazioni titolate, fra ciclocross a gennaio e poi mondiali ed europei fra strada e pista.

La portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite è rimasta a casa, per colpa di un mal di gola che non poteva essere imputato a un normale “mal di stagione”: «Me lo portavo dietro dall’estate, ad agosto mi era stata diagnosticata un’infezione da streptococco e dopo Tabor si è ripresentato il problema. Sapevo che non era Covid, l’ho avuto a inizio anno e non era la stessa cosa. Ero stata molto meglio allora…».

Wollongong, braccio fasciato e smorfie di dolore. Ora però il peggio è passato
Wollongong, braccio fasciato e smorfie di dolore. Ora però il peggio è passato
Ultimamente la sfortuna sembra essersi accanita contro di te. Il braccio infortunato a Wollongong intanto come sta?

Quello è guarito del tutto, per fortuna. Mi è spiaciuto non poter vestire la maglia azzurra perché è sempre un’emozione, qualcosa d’importante da onorare. In nazionale c’è un clima eccezionale, dove veramente si diventa un tutt’uno.

Che cosa avresti potuto fare su quel percorso?

Non era adatto a me, non credo che avrei potuto fare grandi risultati. Per fortuna che su quei tracciati c’è Valentina (la Corvi, ndr) che va veramente forte. Diciamo che ci compensiamo e in questo modo copriamo ogni tipo di gara. Fra noi c’è una sana rivalità che ci porta a cercare di migliorare proprio dove l’altra va più forte.

Corvi prima e Venturelli seconda in Spagna a inizio stagione. Presto la rivincita…
Corvi prima e Venturelli seconda in Spagna a inizio stagione. Presto la rivincita…
Finora quante gare di ciclocross hai potuto fare?

Poche in verità, le 4 della trasferta azzurra in Spagna e la gara di Tabor, sempre con la nazionale. Il bilancio, considerando proprio le mie condizioni fisiche non è male, avevo tirato diritto dopo la stagione su strada proprio pensando agli europei. E’ andata a finire che ho staccato un po’ prima…

Avevi bisogno di recuperare più fisicamente o mentalmente?

Dal punto di vista mentale, avevo già recuperato in estate, prendendomi una pausa prima dei mondiali. E’ fisicamente invece che non mi ero ancora ripresa. Lo stop era già previsto, averlo anticipato e ampliato penso che mi abbia fatto bene. Ora comunque il peggio è passato e ho ripreso ad allenarmi normalmente.

In Italia la cremonese ancora non ha gareggiato nel cross. Ora punta agli Italiani di gennaio
In Italia la cremonese ancora non ha gareggiato nel cross. Ora punta agli Italiani di gennaio
Anche perché Pontoni ha detto apertamente di puntare molto su di te per i mondiali…

Il percorso iridato l’ho visto lo scorso anno, il cittì aveva fatto gareggiare anche noi junior nella gara Elite di Coppa del Mondo proprio pensando ai mondiali dell’anno successivo. Ho visto che è un tracciato che si adatta alle mie caratteristiche, non troppo tecnico, dove c’è molto da spingere. L’importante sarà arrivare pronti al momento del via, con la condizione giusta. Ho oltre due mesi per essere a punto, il tempo è più che sufficiente.

Quanto ti pesa ogni volta fermarti? Sappiamo che un’agonista nata come te ha sempre bisogno di stimoli…

A me piace troppo il clima delle gare, lo trovo molto stimolante, anche perché in gruppo ormai siamo tutti amici e per me i rapporti umani sono molto importanti. Con la vita che faccio, sempre in trasferta, mi è difficile stringere grandi amicizie a scuola, quindi compenso un po’ proprio con la nazionale, con le gare di ciclocross, vivendo le mie prove e soffrendo per gli altri.

Fino a quest’anno la Venturelli su strada ha corso per la Cicli Fiorin, e nel 2023?
Fino a quest’anno la Venturelli su strada ha corso per la Cicli Fiorin, e nel 2023?
Sappiamo che sei completamente assorbita dalla stagione di ciclocross, oltretutto sei ancora junior, ma già pensi anche a quel che ti attende su strada?

Sì, non perdo d’occhio le mie altre attività ciclistiche e a tal proposito penso che tra pochi giorni arriveranno novità per quanto riguarda la mia squadra per il 2023, ma ancora non posso ufficializzarlo.

Dall’ambiente la destinazione appare quella della nuova Valcar, che proprio sulla ragazza di San Bassano punta forte per ricostruire il team dopo la diaspora dei suoi talenti verso il WorldTour, ma nei prossimi giorni se ne saprà sicuramente di più.

Dietro la Corvi? Ecco le “sorelline” del ciclocross

11.11.2022
5 min
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La medaglia d’argento di Valentina Corvi agli ultimi europei di ciclocross ha messo l’accento sulla situazione del movimento femminile. Con lei e la Venturelli, Pontoni ha a disposizione una coppia in grado di fare la differenza su ogni tipo di percorso, ma il cittì azzurro guarda anche oltre, perché intorno alle due stelle del ciclocross junior stanno crescendo tante nuove realtà molto capaci, tutte dedite con grande passione alla disciplina invernale pur guardando, come le loro più vittoriose coetanee, anche ad altre specialità.

Lo stesso dicasi fra le under 23, dove certamente si sconta un po’ il passaggio di categoria (ma anche il relativo disimpegno causato dalla carriera su strada) di Realini e, in misura minore, di Baroni. Nuove leve stanno però fiorendo ed è il caso di cominciare a conoscerle.

Vittoria e titolo da esordiente 2° anno per la Bianchi, poi europea allieve nella mtb
Vittoria e titolo da esordiente 2° anno per la Bianchi, poi europea allieve nella mtb

La Bianchi divisa per tre

A Namur, un po’ nascosta dalla prestazione monstre della Corvi, Arianna Bianchi ha sfiorato l’ingresso nella Top 10 (foto di apertura) che avrebbe rappresentato un grande traguardo per una ragazza al primo anno nella categoria, reduce dalla conquista del titolo europeo allieve nella mtb e già buona protagonista al Giro d’Italia di ciclocross: «Io ho iniziato da piccolina nelle giovanili, ma ho cominciato a fare le cose più seriamente già tra le esordienti- racconta la 16enne di Lograto (BS) – Per ora non ho una disciplina preferita, mi divido fra tre e penso che ognuna mi dia qualcosa».

Su strada la Bianchi corre per la Biesse Carrera e i successi nella mtb non l’hanno distratta dalle sue possibilità con la superleggera: «Eppure fra strada e mtb la disciplina che preferisco resta il ciclocross, è vero che ho vinto l’europeo offroad e che su strada ho sfiorato il titolo italiano, ma il ciclocross mi viene più facile. Credo che alla fine il ciclocross dia tanto alle altre discipline e le altre diano al ciclocross: io comunque amo soprattutto le prove fuoristrada perché privilegiano la tecnica».

La Kabetaj, di origine albanese, deve ancora scegliere il suo futuro fra mtb e strada
La Kabetaj, di origine albanese, deve ancora scegliere il suo futuro fra mtb e strada

Kabetaj, dall’Albania con ambizioni

Chi dagli europei è rimasta fuori, ma avrà certamente occasione per vestire la maglia azzurra essendo sotto i riflettori dei tecnici azzurri è Nelia Kabetaj, altro talento emergente dal Giro d’Italia. Il suo nome tradisce le origini albanesi della famiglia e i suoi inizi in bici sono decisamente originali: «Avevo 7 anni, mio padre al tempo aveva avuto un brutto incidente e ci tenevo a fare qualcosa che lo rendesse fiero di me, così visto che la bici mi piaceva tanto gli chiesi se potevo partecipare a qualche gara con altri bambini. E’ un appassionato di ciclismo e non mi disse di no».

La Kabetaj ha iniziato a emergere proprio quest’anno: «Riuscire a far combaciare tutto non è facile, io ho avuto problemi fisici, poi bisogna tenere conto anche degli altri. Inoltre fatico molto a far combaciare sport e scuola. Quest’anno diciamo che le cose vanno generalmente meglio e i risultati si vedono. Mi ha aiutato avere cambiato indirizzo scolastico, ora faccio l’istituto tecnico per geometri».

Anche Nelia svaria fra le varie discipline: «D’estate preferisco la mtb ma non trascuro la strada. Non saprei dire che cosa preferisco, diciamo che lo devo ancora scoprire. Il fuoristrada lo trovo sicuramente più divertente, soprattutto al di fuori del contesto agonistico».

Nelia ha un modello: «Van Aert. Ho studiato molto il suo modo di andare in bici, la sua capacità di guida, il suo modo di muovere braccia e spalle. Per me è un riferimento, anche come persona».

La Zontone è stata la migliore azzurra a Namur fra le U23, finendo dodicesima
La Zontone è stata la migliore azzurra a Namur fra le U23, finendo dodicesima

Zontone, una colonna per Pontoni

Un po’ più grande, tanto da essere parte della categoria U23 e anzi esserne diventata un po’ il riferimento dopo il passaggio fra le Elite di Baroni e Realini è Asia Zontone, friulana di 21 anni appena compiuti. Lei si differenzia dalle altre non solo per l’età, ma anche per una maggiore propensione per la strada: «Fino a due anni fa preferivo la mtb, ma poi ho rivalutato la strada: quest’anno ho anche vinto una tappa al Giro delle Marche con la Isolmant Premac Vittoria. Mi difendo bene in salita e sono abbastanza veloce per gare con sviluppo non legato alla volata di gruppo».

Asia è un elemento fondamentale per Pontoni anche perché la conosce bene: «Ho corso 4 anni con Daniele come diesse. Non sono stati anni facili, mi facevo male spesso, ma mi è sempre stato vicino e ora che ho trovato una mia strada, complice anche un cambio nella preparazione, le cose vanno meglio. Pontoni ha portato in nazionale un ambiente bellissimo, sembra di stare in famiglia, ma quando c’è da lavorare ed essere seri non ammette deroghe. Sta costruendo un grande gruppo, andare in trasferta con i ragazzi azzurri è un piacere, si è instaurato un legame forte».

Per la Zontone una crescita notevole nel 2022 anche su strada, con una vittoria e due piazze d’onore
Per la Zontone una crescita notevole nel 2022 anche su strada, con una vittoria e due piazze d’onore

L’importanza di fare gruppo nel ciclocross

Com’è lavorare nel gruppo azzurro, soprattutto nei ritiri e nelle giornate senza gare? «Le giornate sono molto piene: allenamento al mattino, poi pranzo rigorosamente senza cellulari, pomeriggio libero fra studio e massaggi, briefing serale. Pontoni vuole che si stia in gruppo, si comunichi piuttosto che rimanere appiccicati al telefono».

Asia ha chiuso gli europei al 12° posto, ma già guarda oltre: «Ho grandi obiettivi, ma per farlo devo migliorare tantissimo da ogni punto di vista. Per me la mia carriera è partita ora, non saprei neanche se svilupparla più nel ciclocross o su strada, a me piacerebbe da entrambe le parti. L’importante è sentirmi più atleta che sta accadendo ora».

Corvi d’argento, partenza azzurra col botto a Namur

05.11.2022
3 min
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Partenza col botto per la nazionale azzurra di Daniele Pontoni, che grazie ad una splendida Valentina Corvi ha subito ottenuto la medaglia d’argento agli Europei di ciclocross di Namur. Sullo stesso percorso aveva conquistato il terzo posto nella Coppa del mondo 2021

La vittoria è andata all’olandese Lauren Molengraaf, che solo nel finale è riuscita a staccare la Corvi di soli 3 secondi, mentre sul terzo gradino del podio è salita la belga Xaydee Van Sinaey. Ottimo l’undicesimo posto della debuttante Arianna Bianchi.

Una partenza subito a razzo per la Corvi (seguita da Van Sinaey), cui sono mancati 5 metri per vincere
Una partenza subito a razzo per la Corvi (seguita da Van Sinaey), cui sono mancati 5 metri per vincere

Subito a tutta

Pronti via e la Corvi è scattata come un razzo, eseguendo alla perfezione le raccomandazioni del cittì Pontoni. «Fare la corsa davanti e massima attenzione nelle contropendenze».

Staccatasi con la britannica Cat Ferguson, Valentina ha preso il comando delle operazioni fino al termine del secondo giro, quando Molengraaf e la Van Sinaey sono rientrate. L’olandese del Team Tormans, leader della Coppa del mondo juniores, si è poi alternata con l’azzurra per dettare il ritmo in testa. E’ stato un mano a mano bellissimo che si è deciso sull’ultima rampa a 250 metri dal traguardo.

«Sono partita subito forte – commentava davanti al pullman una felicissima Valentina Corvi – sapevo che potevo fare bene qui. Senza paura mi sono messa davanti, così in discesa potevo fare le mie traiettorie e in salita riuscivo a spingere bene.

«La gara è stata subito tosta, si è decisa all’ultimo giro dove eravamo in tre. Ho preso davanti l’ultima contropendenza poi però qualcosa ho sbagliato e la Molengraaf mi ha chiuso. Ho dato tutto nel finale ma non sono più riuscita a chiudere il buco. Voglio ringraziare tutto il Team Azzurro per avermi sostenuto e motivato ad arrivare a questo bellissimo traguardo».

L’abbraccio di Valentina Corvi con sua madre dopo l’arrivo: un risultato che ripaga di tanti sacrifici
L’abbraccio di Valentina Corvi con sua madre dopo l’arrivo: un risultato che ripaga di tanti sacrifici

Pontoni commosso

A due passi, Daniele Pontoni aveva lo sguardo lucido di chi sa che una sua atleta ha fatto bene, anzi benissimo.

«Valentina – ha detto – ha interpretato la gara nel modo migliore. Questa è una gara che devi aggredire. Non puoi aspettare sia il percorso sia quello che fanno gli altri. Correre in testa ti consente di fare qualche piccolo errore, poi se qualcuno sbaglia dietro di te hai la strada libera.

«Valentina ha fatto una grande gara, ma non voglio però dimenticare Arianna che al suo primo anno e la sua prima esperienza in azzurro partendo dall’ultima fila ha chiuso appena fuori dalle dieci».

Sul podio, Corvi seconda dietro la vincitrice olandese Molengraaf e la belga Van Sinaey
Sul podio, Corvi seconda dietro la vincitrice olandese Molengraaf e la belga Van Sinaey

Esordio Bianchi

In effetti bravissima la Bianchi ottimo il suo esordio. Giro dopo giro è riuscita a scalare le posizioni.

«Sono contentissima – dice – prima per Valentina e poi per me. Il percorso era bellissimo, molto tecnico ma anche con tratti dove poter spingere. Non sono abituata a correre in posti così belli, è stata gioia pura».

Ora avanti con gli U23 uomini (già splendido il quarto posto di Toneatti) e donne elite per chiudere il sabato con altre sorprese.

Azzurri per Namur, Pontoni spiega le sue scelte

03.11.2022
5 min
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Daniele Pontoni è pienamente convinto delle sue convocazioni in vista degli europei di Namur in programma nel fine settimana. Ha portato in nazionale 17 corridori coprendo tutte le categorie e questo è già un risultato importante considerando che alcuni dei big (a cominciare dal bronzo mondiale Persico) non hanno ancora iniziato la loro stagione. Eppure fare la squadra non è stato così semplice, anche se lo zoccolo duro, quello relativo alle categorie giovanili, Pontoni lo ha forgiato nel tempo, portandolo a inizio stagione a gareggiare in Spagna con un obiettivo: fare gruppo.

«Visti numeri e risultati delle ultime gare – esordisce il cittì, in apertura al mondiale gravel con Chiara Teocchi – e considerando anche le caratteristiche del percorso, questa è la squadra migliore che si potesse avere. Ci sono anche altri corridori validi che avrebbero meritato di essere considerati, ma voglio ricordare che la stagione ha ancora tre mesi di gare, ci saranno altre occasioni, chi non c’è deve sentirsi stimolato a far meglio per guadagnarsi la convocazione».

Il dettaglio del percorso di Namur, una classica del calendario internazionale
Il dettaglio del percorso di Namur, una classica del calendario internazionale
Manca la Venturelli…

Sì, è l’unica assenza di peso che abbiamo. Ha sintomi di tosse e catarro, abbiamo preferito non rischiarla, d’accordo anche con la sua società. Ho aspettato fino all’ultimo per decidere, ma poi ho scelto così. Federica si era ripresa dall’infortunio al braccio dei mondiali su strada e stava progredendo, ma vista la situazione e considerando anche la stagione così pregna tra strada e pista che ha vissuto, preferisco averla più fresca più avanti, pensando ai mondiali, soprattutto dal punto di vista mentale.

Le convocazioni rispecchiano molto quelle che erano state fatte per le categorie giovanili per le prime gare in Spagna. Quanto è stata importante quella trasferta?

Molto, ci ha consentito di fare gruppo, anche perché eravamo soprattutto con ragazzi molto giovani. Fra gli junior ad esempio avremo 5 partenti, di cui due al primo anno come Bosio e Viezzi, ragazzi che hanno dato buone prove e si sono presi la maglia affrontando le gare con sfrontatezza. Con loro ci saranno Cafueri, Paccagnella e Scappini, più rodati, ma dietro ci sono tanti altri ragazzi che stanno crescendo, penso ad esempio a Travella e Stenico. Lo stesso si può dire per gli under 23: con Bergagna, Leone, Masciarelli e Toneatti lavoro da tempo e da settembre abbiamo formato un gruppo molto compatto. I risultati dimostrano che sono i più forti.

Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur 2021, nella prova di Coppa del mondo
Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur 2021, nella prova di Coppa del mondo
Partiamo dagli Under 23: che cosa possono fare?

A Tabor, in Coppa del mondo, Toneatti era tra gli ultimi all’inizio eppure i suoi tempi sul giro erano vicinissimi a quelli dei primi e pedalando dietro, tra sorpassi e contatti, è molto più difficile, per cui credo possa fare molto bene. Sugli junior c’è invece da fare un discorso a parte…

Quale?

I ragazzi mi avevano molto deluso a Tabor e gliel’ho detto. In Coppa per me sono da primi 5, ma i risultati arrivano correndo con attenzione e testa e loro non l’hanno avuta. A Maasmechelen ho cambiato molti nomi lanciando un segnale: bisogna restare umili e viaggiare con i piedi per terra. Se faranno tutto per bene si prenderanno belle soddisfazioni sul percorso belga, sanno che ho molta fiducia in loro, ma servono disciplina e attenzione.

Da sinistra Scappini, Cafueri e Paccagnella, sul podio in Spagna. Pontoni punta molto su di loro
Da sinistra Scappini, Cafueri e Paccagnella, sul podio in Spagna. Pontoni punta molto su di loro
Quanto pesa l’assenza della Venturelli?

Molto, ma Valentina Corvi su quel percorso è salita sul podio in Coppa del mondo, a lei il tracciato di Namur piace particolarmente. Con lei ci sarà Arianna Bianchi, campionessa europea allieve di mtb, è al suo primo anno di categoria, deve correre con la massima serenità e imparare quanto più possibile.

A Tabor ha impressionato la Casasola, che dopo aver dominato al Giro d’Italia ha sfiorato la Top 10 popolata però quasi interamente da olandesi.

Sara sembra rinvigorita dal cambio di squadra, sta tornando ai livelli che le erano abituali. A Tabor è partita dalla quarta fila, ha fatto qualcosa di notevole. Io so quanto vale, la nuova aria le ha dato nuovi stimoli, ma attenzione anche alla Gariboldi perché il percorso le si adatta. Fra le under 23 avremo tre giovani come Carlotta Borello, Alice Papo e Asia Zontone, potrebbero far bene in un contesto di massimo livello.

Per la Casasola un bell’inizio di stagione, ora gli europei possono lanciarla anche fuori dall’Italia (foto FB)
Per la Casasola un bell’inizio di stagione, ora gli europei possono lanciarla anche fuori dall’Italia (foto FB)
Fra gli elite ci sarà il solo Bertolini…

Gioele si sta pian piano ritrovando. Su quel percorso entrare nella Top 10 per lui equivarrebbe a un’impresa, ma so che può farlo.

Come dicevi, ci sono assenze importanti…

Dorigoni ha appena finito la stagione di mtb, la Persico so che inizierà il 26 novembre e poi seguirà tutto il calendario per essere al top per i mondiali. Avrei voluto vederla ai mondiali gravel, sono convinto che poteva stupire tutti anche lì, ma non va dimenticato che la sua stagione è stata ricchissima di impegni. Io poi parto da un presupposto: costringere gli atleti a gareggiare non va mai bene, devi correre con voglia, avere fame. Io confido molto in Silvia per i mondiali, quel percorso le si addice come un guanto e lo stesso vale per la Venturelli. Intanto però un passo alla volta: andiamo a Namur con la coscienza a posto e consci di poter far bene.