Venturelli archivia la strada e passa in modalità cross

05.10.2022
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Il ciclismo italiano ha voglia e bisogno di Federica Venturelli. Probabilmente è il prezzo del talento e della capacità di andare forte su qualsiasi bici le diano. La cremonese è già in modalità ciclocross (in apertura un’immagine della scorsa stagione), dove Pontoni non fa mistero di aspettarla. Ha concluso la stagione su strada con la maledetta caduta prima del mondiale e in precedenza aveva vinto l’oro nello scratch agli europei juniores e l’oro nell’inseguimento ai mondiali. A 17 anni le energie sono relativamente inesauribili, mentre la maturità della ragazza nel raccontarsi fa capire quale grande scuola di vita sia il ciclismo.

L’ultima immagine che abbiamo negli occhi di Federica è la sua camminata lungo il corridoio dell’hotel, ancora zoppicando dopo la gara su strada.

Wollongong, giorno della crono. Dolore sul volto di Venturelli che prova sui rulli
Wollongong, giorno della crono. Dolore sul volto di Venturelli che prova sui rulli
Com’è stato il ritorno dal mondiale?

Ma sì, abbastanza tranquillo. Il viaggio è stato lungo e ho avuto un po’ di fastidio ancora alle ferite, che non erano ancora del tutto a posto. Però, tutto sommato è stato ricompensato dall’esperienza che ho fatto nelle due settimane precedenti.

Hai fatto pace con quello che è successo, te ne sei fatta una ragione?

Si, certo, sono cose che possono capitare nello sport e non si può sempre avere fortuna. E’ una cosa che bisogna accettare.

Era la prima volta che ti capitava una prova del genere?

Diciamo che una caduta appena prima di una gara importante, in particolare di un mondiale, non mi era mai capitata. Però comunque è già capitato di arrivare a gare abbastanza importanti non nella condizione migliore, quello sì. Comunque ho sempre cercato di dare il meglio e portare a casa un’esperienza.

Dopo la crono, Venturelli ha partecipato anche alla prova in linea, chiudendo così la stagione della strada
Dopo la crono, Venturelli ha partecipato anche alla prova in linea, chiudendo così la stagione della strada
Pontoni ti aspetta con grandi speranze.

Ho iniziato nel weekend ad ambientarmi sulla bici da ciclocross, che mi era appena arrivata. Da questa settimana inizierò le gare, già il prossimo weekend in Spagna. Quindi non staccherò dopo il mondiale su strada, anche se avevo già fatto un periodo di riposo ad agosto. E poi a questo erano seguiti anche tre stop per malattia e quindi altro riposo, sia non forzato che forzato. Diciamo che ne ho già fatto abbastanza (sorride, ndr). Poi, dato che c’è un periodo abbastanza tranquillo dopo gli europei di cross, avrò un po’ di tempo per staccare ancora.

Come si vive il fatto che tutti aspettino la Venturelli?

Bè, alla fine io la vivo abbastanza bene, senza pressioni. Anche perché comunque nella nazionale sia di strada che di ciclocross, si tiene al risultato, però non ci mettono alcuna pressione. Questo mi fa vivere bene le esperienze che faccio. E anche se so che magari posso fare bene, comunque rimango rilassata e cerco di rendere al meglio.

Lunedì mattina, con la Ciabocco prima dell’allenamento in cui Venturelli cadrà
Lunedì mattina, con la Ciabocco prima dell’allenamento in cui Venturelli cadrà
Le pressioni te le metti anche da sola?

In realtà dal mio punto di vista, penso che le pressioni più grandi me le metta da sola. Soprattutto nelle gare nazionali, dove so che posso fare bene e tutti si aspettano qualcosa da me. Invece nelle gare internazionali, comunque con avversarie più forti, forse mi sento meno sotto osservazione, perché so che ci sono più possibilità che le cose non vadano bene.

Strada, pista, cross, cosa c’è in ciascuna che ti piace?

Di base mi piace la bici. Ogni disciplina ha qualcosa di speciale e che mi rende desiderosa di praticarla. La strada mi piace molto, soprattutto per le salite. Le gare piatte sono quelle che meno mi piace, perché sono parecchio noiose e nervose. Il gruppo mi mette anche un po’ di paura. Invece le salite rendono la gara più movimentata e fanno emergere davvero chi è più forte. La cronometro mi piace perché è una gara dentro se stessi, non si corre tanto contro gli altri, quanto appunto contro la propria voglia di migliorare e le pressioni psicologiche che ci si mette da soli.

Ai mondiali di Tel Aviv, oro nell’inseguimento e argento nel quartetto (foto Gilad Kavalerchik)
Ai mondiali di Tel Aviv, oro nell’inseguimento e argento nel quartetto (foto Gilad Kavalerchik)
E il cross?

Secondo me è la disciplina più divertente, perché comunque il fango, le varie condizioni atmosferiche, i percorsi sempre diversi la rendono quella più variabile. Invece la pista mi piace molto da vedere, perché guardando una gara di strada ci si perde tanto, mentre in pista si può sempre vedere tutto. E’ forse la disciplina che mi trasmette più sentimenti perché c’è una maggiore carica di adrenalina che si fa sentire.

Si comincia ad andare all’estero anche fra ragazze, vedi Barale e poi Ciabocco. E’ qualcosa che per il futuro potresti valutare?

Sicuramente non per il prossimo anno, perché avrò ancora la scuola e punto a fare la maturità al meglio. Preferisco concentrarmi ancora sullo studio, soprattutto per il prossimo anno, mentre per il futuro non so ancora niente, vedremo come evolverà la situazione.