Grazie al passaggio nelle sue file di Sara Casasola, l’Hess Cycling Team è diventato famoso anche dalle nostre parti. Molti sono rimasti sorpresi dalla scelta del bronzo europeo di ciclocross, approdato nelle file di un team continental poco rinomato e soprattutto poco presente in Italia. Eppure dietro a quella scelta c’è la storia di una squadra che ha grandi ambizioni e che, in un ciclismo femminile in velocissima evoluzione, vuole trovare un suo spazio.
Abbiamo quindi deciso di saperne di più attraverso il suo direttore sportivo, lo svizzero Pirmin Lang, che riveste i compiti di direttore sportivo del team: «Il patron è Rolf Hess, che ho incontrato nel 2020 e che è un ricco imprenditore e appassionato sportivo che vive a Londra e che prima si dedicava alle arti marziali e al calcio. D’inverno veniva a Sankt Moritz dove vive sua sorella e lì abbiamo iniziato a parlare di qualcosa a favore dello sport femminile. Io vengo dal ciclismo e sono riuscito a indirizzarlo verso la creazione di un team femminile su due ruote. Era il settembre 2022, volevamo farlo prima da soli, poi abbiamo fatto uno scambio con un’altra squadra per fonderci, infine abbiamo comprato la licenza, iniziando nel 2023 con una squadra femminile continentale».
Perché la squadra quest’anno ha avuto licenza lussemburghese e nel prossimo britannica?
Volevamo farlo nel Regno Unito, ma eravamo un po’ in ritardo con tutto. Dovevamo comunque iniziare se volevamo rientrare nell’evoluzione dell’Uci con i team professional, così abbiamo avuto la licenza lussemburghese. Ma è un team britannico a tutti gli effetti, collaboriamo con un’agenzia di marketing a Londra, quindi nel 2024 saremmo affiliati in Gran Bretagna.
La vostra è una vera multinazionale con ben 12 Paesi rappresentati: è una vostra scelta precisa?
Per certi versi sì, perché Hess ha attività di vario genere un po’ in tutto il mondo e il team rispecchia la sua globalità. Ovviamente, quando si tratta di vendite, è importante che tu sia presente in tutti i Paesi d’Europa, quindi devi avere un’immagine attraverso ciclisti da tutta Europa e oltre. Non è un sistema diverso da quello delle squadre WorldTour, basti pensare alla Lidl-Trek. Vogliamo avere corridori in tutta Europa, ma guardiamo anche oltre, infatti abbiamo preso anche l’ex campionessa nazionale australiana Nicole Frain.
Che ambizioni avete per la prossima stagione e perché state cambiando così profondamente il roster della squadra?
Al momento abbiamo 14 corridori, di cui 6 sono della passata stagione. L’obiettivo è, ovviamente, crescere, migliorare, farci notare. Dando alle cicliste la possibilità di svilupparsi anche in modo da sentirsi a proprio agio. Punteremo soprattutto alle classiche, alle corse d’un giorno dove abbiamo un parco atlete qualificato, come anche per le gare brevi a tappe. Ad esempio l’irlandese Imogen Cotter sarà una delle nostre punte. Essendo adatta alle prove abbastanza impegnative, con salite selettive. Noi vogliamo partecipare a gare di categoria 1.1 Pro e cerchiamo inviti prestigiosi.
Come mai avete scelto Sara Casasola e siete favorevoli alla sua doppia attività fra strada e ciclocross?
Personalmente sì, io ho le mie radici nel ciclocross, sono dello stesso borgo di Dieter Runkel, campione del mondo nel 1998. Quindi ne sono sempre stato interessato. Credo che se è possibile che Van Aert, VDP e Pidcock facciano la doppia attività, non vedo perché non possa avvenire anche fra le donne. E se vedi come si è sviluppata Sara negli ultimi due, tre anni, è davvero la strada da percorrere. Quando vedi ciò che sta ottenendo ora, è davvero fantastico. Io dico che ha tutte le potenzialità per diventare qualcosa come Silvia Persico o anche di più. Nel ciclocross ha un marchio come Guerciotti a supportarla che è una garanzia, poi subentreremo noi e proveremo a farla migliorare ancora.
Che obiettivo vi siete posti per il prossimo anno?
Sì, migliorare anche a livello di squadra. Ora siamo molto indietro ma è normale, vogliamo diventare una delle squadre migliori nella classifica delle continental, almeno fra le prime 8. Per farlo dovremo conquistare qualche podio nelle gare 1.1. Abbiamo una squadra costruita per questo.
Prima l’accordo, poi il bronzo europeo
Resta però una domanda: come si sono congiunte le strade dell’Hess Cycling Team e della Casasola? E’ la stessa azzurra a spiegarlo: «Sinceramente non conoscevo questo team prima, ma tramite un amico in un’agenzia di procuratori mi è arrivata voce che cercavano un profilo simile al mio, così siamo entrati in contatto e mi hanno fatto subito una buona impressione. Ho visto che hanno iniziato quest’anno, hanno effettuato molte gare, si sono ben inseriti. Abbiamo parlato dei programmi, delle prospettive e ho intravisto un futuro».
Il contatto è precedente il tuo bronzo europeo?
Sì, avevamo già stabilito tutto prima. Non nego che mi ha favorevolmente colpito anche la loro volontà di favorire la mia doppia attività, era quello di cui avevo bisogno, chiaramente stabilendo i giusti periodi di riposo e recupero. Sanno che cosa significa abbinare le due specialità e questo è molto importante nella programmazione del giusto calendario.
Dicono che puntano molto su di te soprattutto per le brevi corse a tappe…
Anch’io penso che sia la mia dimensione giusta su strada perché ho buone doti di recupero e vado più forte negli ultimi giorni di una gara a tappe. Spero che mi permettano di migliorare, tengo molto alla prossima stagione su strada, voglio vedere arrivare risultati all’altezza di quelli che ottengo d’inverno.
Hai metabolizzato la grande gioia di Pontchateau?
C’è voluto un po’ di tempo a dir la verità… Mi sono presa un po’ di riposo, soprattutto a livello mentale, ora punto fortemente sulle prossime prove di Coppa del Mondo per confermare il mio valore ed essere sempre più vicina alle big.