Thibau Nys: «Il cross è magia, la disciplina più impegnativa»

02.01.2024
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Un’interessante intervista a Thibau Nys, giovane corridore della Lidl-Trek, è stata pubblicata di recente sul canale Youtube di Challenge Tyres, l’azienda che produce gli pneumatici usati dal belga nel ciclocross (in apertura, immagine tfoto.be). Ovviamente fra le domande, alcune riguardano proprio le scelte tecniche del giovane Nys, altre però portano alla luce la sua passione per il cross e un interessante confronto a distanza di tempo con il celebre padre.

La scena si svolge a Baal, in Belgio. Si compone di un muro bianco, davanti al quale è seduto l’atleta della Baloise-Trek, con accanto la sua bici e la maglia iridata U23 conquistata lo scorso anno ai mondiali di Hoogerheide. Da quest’anno Thibau è diventato elite e ha vinto tre gare, fra cui l’apertura di Coppa del mondo a Waterloo, negli USA, e il Koppenbergcross.

A gennaio 2023, Nys si è laureato campione del mondo U23 a Hoogerheide
A gennaio 2023, Nys si è laureato campione del mondo U23 a Hoogerheide
Perché hai scelto il ciclocross?

E’ una domanda abbastanza facile. Sono cresciuto vedendo mio padre Sven correre e andare alle gare ogni fine settimana, per cui per me è diventato una specie di idolo. Era esaltante vedere quanto andasse veloce. E ora che sto correndo le sue stesse gare, trovo che il cross sia la disciplina più impegnativa. Tutto deve essere al posto giusto, al momento giusto, nella posizione giusta. Tutti i dettagli contano. Ed è tutto così necessario, che basta manchi una sola parte perché la gara vada male. Penso che sia questa la bellezza del cross.

Come ti alleni?

Durante la settimana, il grosso del lavoro si fa su strada. Però c’è anche il giorno in cui facciamo un allenamento specifico di gruppo nel bosco. E’ un lavoro ad elevata intensità, tecnico ed esplosivo. Servono rapidità e intelligenza, si fanno passaggi stretti, lavoro a intervalli molto brevi e tratti di corsa e questa è la parte più divertente da fare.

Da quest’anno sei diventato elite.

Penso sia stato un grande salto, soprattutto perché ho vinto le prime due gare, quindi molto meglio di quanto mi aspettassi. C’è una grande differenza nel passaggio fra gli elite, rispetto a quando si passa da junior a U23. Devi essere al 100 per cento per gareggiare con i grandi. Ma se riesci a gestire lo sforzo e ad arrivare in finale e vincere, allora il risultato è una delle emozioni più grandi che si possano provare.

L’intervista fatta a Nys si è svolta a Baal, in Belgio (tfoto.be)
L’intervista fatta a Nys si è svolta a Baal, in Belgio (tfoto.be)
A quale pneumatico Challenge ti potresti paragonare?

Al Limus 30, è il mio preferito. Mi piace utilizzarlo per la maggior parte del tempo. E’ la gomma che mi si addice davvero e si adatta anche al tipo di gare che mi piacciono. Sia sulle superfici super scivolose, ma anche su percorsi duri e veloci. Pressione leggermente più alta e poi posso fare quello che più mi piace.

Fango, erba o sabbia?

Fango, di sicuro.

La giusta pressione o il giusto disegno?

Non è facile, a dire la verità. Diciamo la giusta pressione.

Ostacoli da saltare o da fare con la bici in spalla?

Da saltare.

Pneumatici Grifo o Limus per vincere il Koppenbergcross?

Limus. 

Incollare i tubolari o ripulire la bici dal fango?

Forse non si dovrebbe dire, ma non ho mai incollato le gomme da solo, quindi preferirei pulire la bici.

Prima di una gara dai un bacio alla tua ragazza o bevi un energy drink?

Un bacio alla mia ragazza.

Birra belga o vino italiano?

Non c’è dubbio: vino italiano.

Vacanze al mare o in montagna?

Li farò entrambi dopo la stagione di cross, ma preferisco il mare

Cantare sotto la doccia o ballare davanti allo specchio?

Cantare sotto la doccia.

Bici Trek Boone, ruote Bontrager, pneumatici Challenge: il kit completo (tfoto.be)
Bici Trek Boone, ruote Bontrager, pneumatici Challenge: il kit completo (tfoto.be)
Come avresti fatto per battere tuo padre quando era in attività? Qualche tempo fa dicesti che ti avrebbe preso a calci…

Ho fatto alcune gare molto forti quest’anno e sono sicuro al 100 per cento che lui nella sua miglior condizione avrebbe avuto problemi a battermi, ad esempio nella Coppa del mondo di Waterloo. Il fatto però è che mio padre era costante ad alto livello per tutto l’anno, quindi avrei difficoltà a contrastarlo sempre. Ma sono abbastanza sicuro che qualche volta potrei batterlo.

Pensi di avere quel che serve per raggiungere Van der Poel, Van Aert e Pidcock?

Sono fiducioso al riguardo, ma non quest’anno. Forse nemmeno il prossimo, ma ci arriverò e cercherò di crescere passo dopo passo per sfidarli.

Descriveresti il ciclocross in una sola parola?

Magia.

Perché le gomme Challenge?

Penso che mi offra la migliore gamma di possibilità per ogni tipo di scenario di gara. Puoi davvero personalizzare la scelta in base alle tue preferenze e ai tuoi punti deboli e forti. Penso che questo sia davvero importante. Mi trovo bene con le Limus 30, ma anche con le Grifo. Le usiamo forse per il 60 o 70 per cento dell’intera stagione. Mi danno più di supporto rispetto a quello che farebbero gli altri marchi, sento la differenza. E poi mi piacciono molto le gomme da gravel.

Nys Thibau Sven
Europei juniores di Trento: Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 1997, 1998, 2005 e 2013
Nys Thibau Sven
Europei juniores di Trento: Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 1997, 1998, 2005 e 2013
Come scegli le gomme da usare?

E’ un processo difficile. Si inizia già prima della gara, osservando le bici che arrivano dai giri di prova. Vedendo quanto fango c’è e come si regolano anche gli altri. Poi esci a tua volta sul percorso e fai la tua valutazione. Può capitare che faccia cambiamenti anche 30 minuti prima dell’inizio, in cerca dell’opzione migliore per partire. E a quel punto si può cambiare anche durante la gara, se le condizioni lo richiedono. Sono abbastanza contento di come riusciamo a gestire ogni volta questa scelta.

Quanto è importante avere la giusta pressione?

Davvero tanto. Nella maggior parte dei casi dipende da quanto sia morbido il fondo del percorso, se vuoi affondare un po’ o restare sopra. Se la superficie è dura oppure no. C’è da valutare la larghezza dell’appoggio sul terreno, capire se devi tagliare la crosta superficiale oppure se è meglio galleggiarci sopra. E’ diverso ogni settimana, si cerca sempre di trovare l’equilibrio.

Ultimamente hai alternato gomme da 30 con gomme da 33 millimetri, come mai?

Come ho detto, dipende tutto da come è la superficie. A volte hai bisogno che il 33 provi davvero a galleggiare sulla sabbia o sul fango quando lo strato è molto spesso e pesante per non farti risucchiare completamente. Altre volte è più sottile e scivoloso e ho la sensazione che con il 30 riesco a passarci meglio, magari quando mi infilo in un solco o una sezione fangosa. In quel caso mi dà davvero molta trazione permettendomi di andare più veloce anche in curva.

Sugli ostacoli meglio saltare che scendere e prendere la bici in spalla
Sugli ostacoli meglio saltare che scendere e prendere la bici in spalla
Dove tieni tutte le tue gomme?

La maggior parte delle volte le conserviamo nel deposito delle biciclette o nel camion dove ho tutte le ruote. Dopo averle pulite, le asciughiamo e questo credo sia il miglior consiglio, perché con la giusta manutenzione i tubolari dureranno molto più a lungo.

Un consiglio per un giovane che si avvicina al cross?

Prova semplicemente a trovare la tua strada. Fai le tue cose, non ascoltare e non copiare quello che dice la gente. Puoi imparare dai consigli, ma soprattutto devi ancora capirlo da te. Solo così potrai davvero crescere passo dopo passo e conoscere te stesso, la tua bici, i percorsi. In questo modo farai progressi e affronterai nel modo giusto la tua carriera.

Tra vittorie e polemiche, a tu per tu con Thibau Nys

21.11.2023
6 min
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«Sono convinto che col tempo anche Thibau Nys salirà al livello dei “tre tenori”, d’altro canto anche lui fa strada in maniera importante». Parole dell’ex cittì Fausto Scotti pronunciate solo qualche settimana fa. Nel frattempo il figlio d’arte è diventato sempre più un riferimento nell’ambiente, ancor più con l’assenza dei tre grandi, ancora a riposo per smaltire le fatiche della stagione “on the road”. E’ particolare il fatto che, oltre che per i suoi risultati, Nys sia diventato l’uomo più chiacchierato del momento, dopo essere entrato nel mirino degli strali del presidente Uci Lappartient per le scelte legate al calendario.

Tanta attenzione avrebbe anche potuto renderlo refrattario ai contatti con la stampa, anche subito dopo la gara di Coppa a Troyes, a dispetto del suo 7° posto finale era il più ricercato dagli addetti ai lavori. Smaltite le fatiche, Nys si è invece prestato volentieri a una chiacchierata sui vari temi della stagione partendo dalle sue condizioni attuali.

«Penso per ora di potermi considerare abbastanza soddisfatto. Ovviamente sono davvero contento delle tre vittorie che ho già ottenuto, ma le ultime due settimane non sono state come mi aspettavo. Ora ho provato a riprendere lo stesso ritmo di prima e andremo avanti come abbiamo iniziato la stagione, spero con qualche segnale di crescita».

Il belga in trionfo a Waterloo, nella tappa americana di Coppa. Dopo l’inizio la sua forma è andata in calo (foto Uci)
Il belga in trionfo a Waterloo, nella tappa americana di Coppa. Dopo l’inizio la sua forma è andata in calo (foto Uci)
A dicembre dovrebbero arrivare alle gare anche Van der Poel, Van Aert e Pidcock: quanto cambia la loro presenza nell’evoluzione delle gare?

Molto, ormai lo sappiamo bene. Penso che saranno ad un livello davvero alto fin dalla prima gara e questo cambierà l’evoluzione della stessa e delle altre. Per me come per gli altri che abbiamo affrontato la stagione dall’inizio, il compito sarà cercare di seguirli il più a lungo possibile invece di lasciargli fare la gara da soli. Sarà interessante, ma anche molto difficile.

Secondo te, senza di loro, l’attenzione sul ciclocross è la stessa o diminuisce?

Dipende un po’ da come vanno le cose. Penso che abbiamo avuto delle grandi battaglie già nelle prime gare della stagione, gare che hanno fatto spettacolo e chi ci ha seguito, sul posto o in tv, si è divertito. E’ chiaro però che quando saranno alla partenza, ci saranno sempre un po’ più persone che guarderanno e analizzeranno la gara. E se poi riesci a vincere una gara quando ci sono loro, ha molta più importanza.

Agli europei di Pontchateau la sua corsa si è chiusa anzitempo. Ora punta tutto sulle singole gare e sui mondiali
Agli europei di Pontchateau la sua corsa si è chiusa anzitempo. Ora punta tutto sulle singole gare e sui mondiali
A tal proposito molti pensano che tu sia il loro vero avversario, anche per la tua capacità di emergere anche su strada: pensi che potrai raggiungere i loro livelli e quando?

Io non mi sento battuto in partenza, credo anch’io che potrò essere al loro livello, ma non ancora quest’anno. Forse tra uno o due anni avrò fatto quel salto di qualità che ancora manca e sarò alla pari per lottare per la vittoria. Per ora cercherò solo di scegliere le gare che più si adattano a me e di andare avanti il più a lungo possibile e magari provare ad arrivare nelle fasi finali con loro. Ma c’è una differenza tra questo e lottare già per la vittoria. Io non vedo l’ora e cercherò di essere nella migliore forma possibile per correre quando arriveranno.

La tua stagione su strada com’è stata?

Sinceramente non mi aspettavo di ottenere due vittorie già nella mia prima stagione da professionista. D’altra parte, è stata un’annata con molti alti e bassi e ho avuto anche dei brutti momenti. Quindi quello che cercherò di migliorare per il prossimo anno è la costanza di rendimento, dalla quale penso potranno derivare anche più vittorie.

Il corridore della Lidl-Trek ha avuto una buona stagione su strada con 2 vittorie e 12 Top 10
Il corridore della Lidl-Trek ha avuto una buona stagione su strada con 2 vittorie e 12 Top 10
Ti abbiamo visto emergere soprattutto nelle brevi corse a tappe: è quella la tua dimensione ideale?

Sì, penso che sia qualcosa su cui mi concentrerò davvero nei prossimi anni, provando innanzitutto a migliorare il mio rendimento nelle cronometro lavorandoci specificamente soprattutto sulla posizione e la sua resa in termini di potenza. Io credo che gare a tappe più piccole come il Giro di Norvegia e di Ungheria siano nelle mie corde. Forse anche il Romandia ha una conformazione che mi sta bene. Forse non per la classifica generale, ma per le vittorie di tappa. Giro del Belgio, Vallonia, sono gare che non vedo l’ora di fare e che dovrebbero attagliarsi alle mie caratteristiche.

Tornando al ciclocross, quanto pesa portare il tuo cognome vista la carriera di tuo padre Sven Nys?

Tanto, ma più che un peso è una responsabilità che mi porto dietro volentieri, visto il nostro rapporto e tutto quel che lui ha rappresentato per il ciclocross e nel complesso per lo sport belga. Chiaramente quello che faccio assume sempre una connotazione diversa rispetto a quello che fanno i miei colleghi, sia nel bene che nel male, ma non mi lascio condizionare, cercherò semplicemente di seguire la mia strada e non pensare a ciò che mio padre ha ottenuto durante la sua carriera.

Per il belga le continue comparazioni con il padre Sven aumentano la pressione (foto Getty Images)
Per il belga le continue comparazioni con il padre Sven aumentano la pressione (foto Getty Images)
Tecnicamente siete diversi?

Difficile a dirsi. Quando aveva la mia età aveva già vinto tanto anche grazie alla sua abilità tecnica. Rispetto a me era sicuramente più bravo nello sprint, io sono un po’ più esplosivo, ma non mi piace fare paragoni.

Lui aveva scelto la mountain bike come alternativa al ciclocross, tu come sei arrivato al ciclismo su strada?

Sono sempre stato molto interessato anche alla mountain bike, ma è molto più difficile combinarla con il ciclocross, quindi ho sempre fatto la mia preparazione su strada invece che in mtb. Poi a un certo punto stavo vincendo alcune gare su strada e mi è stato chiesto di partecipare ai campionati europei come primo anno under 23 e ho vinto quella gara, a Trento. Quel giorno ha cambiato tutto, passo dopo passo mi sono fatto strada nel World Tour. Tutto è andato davvero velocemente, certe volte me ne stupisco ancora.

Nys in allenamento al Superprestige di Niel, dove la sua presenza è stata seguita dalla rinuncia alla Coppa del giorno dopo
Nys in allenamento al Superprestige di Niel, dove la sua presenza è stata seguita dalla rinuncia alla Coppa del giorno dopo
Che cosa pensi delle parole di Lappartient e della possibilità di dover saltare i mondiali se non si partecipa alla Coppa del Mondo?

Diciamo che lascio parlare (il tono di voce di Nys diventa risentito, ndr) e proverò semplicemente a rispondere con i miei pedali, con i miei risultati. Se non mi sarà permesso di alzare il livello dei campionati del mondo, sarà una loro perdita e non mi sento di dire altro per non rinfocolare la polemica.

Tra Coppa del Mondo, superprestige e le altre challenge, secondo te le gare sono troppe in 4 mesi?

Certamente, è su questo che bisogna discutere. I programmi non possono coincidere, ormai è impossibile competere per tutte le classifiche generali, almeno per le tre challenge principali (oltre alle due della domanda, Thibau contempla anche l’H2O Badkamers Trophée, ndr). Ci sono troppe gare in Coppa del mondo per il momento. Amo ancora correre la Coppa, vincere la Coppa, puntare alla classifica, ma a qualcosa devi rinunciare se vuoi essere in buona forma nel periodo natalizio. Per questo abbiamo scelto di allenarci e concentrarci su altre gare perché quest’anno sarà davvero difficile vincere la classifica generale. Quindi mi concentro solo sulle gare singole per quest’anno. Poi si vedrà…

Thibau porta il decimo Koppenberg in casa Nys

01.11.2023
6 min
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Il fango e il Koppenberg da affrontare subito dopo la partenza hanno fatto la differenza nella gara più iconica del cross fiammingo, alle porte di Oudenaarde. E’ scivolato Thibau Nys ed è stato costretto a mettere il piede a terra. E’ scivolato Michael Vanthourenhout e ha perso venti posizioni. E’ rimasto chiuso anche Lars van der Haar  e lo stesso Iserbyt si è trovato a inseguire. Poi però è iniziata la rimonta.

Il 2023 di Thibau Nys lo ha visto vincere in Coppa del mondo a Waterloo e arrivare 7° a Maasmechelen
Il 2023 di Thibau Nys lo ha visto vincere in Coppa del mondo a Waterloo e arrivare 7° a Maasmechelen

Un muro di fango

All’inizio del secondo dei cinque giri, Nys si era già scrollato di dosso Ronhaar e Loockx. Vanthourenhout ha portato a termine il suo inseguimento insieme a Iserbyt e si è avvicinato a Ronhaar, circa 10 secondi dietro Nys. E quando sembrava tutto incanalato nella giusta direzione, Iserbyt ha commesso l’errore che gli è costato il cross più prestigioso delle Fiandre.

Nys sembrava avere la situazione sotto controllo, pur essendo scivolato a sua volta in una curva molto tecnica. E quando all’inizio del terzo giro Iserbyt lo ha ripreso, è stato proprio l’entusiasmo a tradirlo.

Il corridore della Pauwels Sauzen-Bingoal ha voluto affrontare in bici un tratto di salita. Tuttavia il passaggio era così ripido, che il piccolo scalatore è stato costretto a fermarsi e la sua bicicletta è rotolata indietro di alcuni metri. Corsa chiusa (in apertura il podio, foto Belga/Het Nieuwsblad).

Koppenberg di famiglia

Nys ha ripreso vantaggio e centrato la sua vittoria più bella. Van der Haar gli ha guardato le spalle e Iserbyt ha dovuto accontentarsi del terzo posto a 13 secondi. Sul traguardo Nys ha mostrato le dieci dita: nove come le vittorie di suo padre Sven sul Koppenberg, una per la sua prima.

«Avrei potuto anche dare a Lars la vittoria oggi – ha detto Thibau Nys – ma certo preferisco vincere da solo. Se però la vittoria resta all’interno della squadra, è un bene anche per me. Ad esempio, domenica scorsa dopo la gara di Maasmechelen, ero felice per la vittoria di Lars. Si vede che abbiamo creato un ottimo gruppo».

Sven Nys guida la Baloise-Trek Lions in cui corre suo figlio Thibau (foto Belga/Het Nieuwsblad)
Sven Nys guida la Baloise-Trek Lions in cui corre suo figlio Thibau (foto Belga/Het Nieuwsblad)

Spirito di squadra

Almeno nella corsa del Koppenberg si è avuta infatti la sensazione che gli equilibri in gruppo siano cambiati. Se fino a poco tempo fa i corridori di Nys si lamentavano per la superiorità numerica degli atleti della Pauwels Sauzen-Bingoal, questa volta le parti si sono invertite. Ed è stato il controllo fra Iserbyt e Van der Haar a spianare la strada per Nys. La spiegazione l’ha offerta l’orgoglioso Sven davanti alla vittoria di suo figlio.

«Abbiamo molto più controllo rispetto agli ultimi anni – ha detto il grande belga a Het Nieuwsblad – e la ragione deriva dall’ultima estate. Abbiamo lavorato bene, ma la cosa più importante è che i ragazzi vogliono che la vittoria resti in squadra. Lo vedi anche durante la gara. Stanno molto bene insieme e questo non è un punto da allenare: c’è o non c’è. Ma so che un giorno le cose non funzioneranno e allora vedremo come la gestiranno».

Finora Iserbyt ha vinto due prove di Supeprestige, è arrivato secondo a Maasmechelen e terzo sul Koppenberg
Finora Iserbyt ha vinto due prove di Supeprestige, è arrivato secondo a Maasmechelen e terzo sul Koppenberg

I dubbi di Iserbyt

Anche Iserbyt si è accorto che la musica sta cambiando, anche se il suo atteggiamento di fronte alla supremazia dei corridori della Baloise-Trek Lions è tutto fuorché una tregua.

«Lars e Thibau sono stati molto forti – ha riconosciuto il fiammingo – per noi è importante rimanere forti e continuare a crescere durante la stagione. Ci hanno dato la sveglia. Ci manca un terzo corridore? Non proprio. Se Michael e io corriamo bene, abbiamo le stesse possibilità degli altri. In passato, abbiamo gestito la corsa soltanto in due. Ma lo ammetto: sul Koppenberg ci hanno dominato. Credo che se Lars Van der Haar si fosse davvero impegnato e non avesse dovuto fare gioco di squadra, avrebbe tenuto il passo di Thibau».

Sul Koppenberg, Van Empel ha centrato la sesta vittoria consecutiva (foto Belga/Het Nieuwsblad)
Sul Koppenberg, Van Empel ha centrato la sesta vittoria consecutiva (foto Belga/Het Nieuwsblad)

Van Empel fa sei

Fra le donne, nelle ultime corse si è registrata la supremazia di Fem van Empel e le cose non sono andate diversamente nel Koppenbergcross, anche visto il campo partenti ridotto. Oltre a Puck Pieterse e Shirin van Anrooij, mancava anche Ceylin del Carmen Alvarado.

A causa delle forti piogge degli ultimi giorni, il percorso è parso subito estremamente difficile e ci sono voluti due minuti prima che Van Empel riuscisse a stacare Denise Betsema e Annemarie Worst.

Nel terzo e ultimo giro, l’atleta della Jumbo-Visma ha potuto gestire il suo sforzo e ha tagliato il traguardo con la bici al cielo per celebrare la sesta vittoria consecutiva.

«E’ stato davvero difficile – ha commentato – metti tanta potenza nei pedali e non vai avanti. La ruota posteriore slitta continuamente, quindi è importante cercare i bordi erbosi, che però sono insidiosi. Sono stata contenta che fossero solo tre giri, altrimenti sarebbe stata dura».

Van Empel aveva vinto anche a Maasmechelen in Coppa: non ha avversarie?
Van Empel aveva vinto anche a Maasmechelen in Coppa: non ha avversarie?

Direzione Pont Chateaux

Adesso bussano alla porta i campionati europei del prossimo fine settimana a Pontchateaux. E se fra le donne appare difficile che il titolo sfugga a Van Empel, fra gli uomini gli equilibri sono più indefiniti.

«In che misura – ha commentato la giovane olandese – questa condizione continuerà in vista degli Europei di sabato prossimo? Adesso è importante che mi riprenda bene. Un campionato è sempre qualcosa di diverso, ma davvero non vedo l’ora che arrivi».

«Vincerà il più forte del gruppo – dice Thibau Nys – e se Eli Iserbyt domenica sarà più  forte, allora gli cederò la maglia. A lui, come a Laurens Sweeck o Michael Vanthourenhout. Anche se ovviamente preferirei vincere io stesso».

La Trek ha investito su Nys. Scopriamo il perché

12.06.2022
5 min
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Thibau Nys è tornato e in una veste nuova, da specialista delle corse a tappe. Sinceramente ben pochi si attendevano una sua simile evoluzione, invece in Olanda il corridore della Baloise-Trek Lyons ha dominato la Flèche du Sud regolando di appena 2” il francese Thomas Bonnet (Vendée U) dopo 5 giorni di gara. Cinque giorni che resteranno scolpiti nella sua memoria, perché sono anche coincisi con la firma del nuovo contratto per la prossima stagione, ossia la “promozione” alla squadra maggiore della Trek Segafredo.

Nys è stato inseguito e controllato a lungo. E’ anche curioso il fatto che alla Trek il belga (in apertura nella foto di Jarne Castermans) ritroverà quel Filippo Baroncini con cui ha condiviso le luci della ribalta lo scorso anno nelle gare titolate, battendo l’azzurro agli europei di Trento, ma capitolando quando si trattò di correre in casa, a Leuven, con un 6° posto amarissimo mentre il corridore di Massa Lombarda andava a vestire l’iride. Sfide che non erano sfuggite all’occhio attento di Luca Guercilena, che voleva fortemente mettere insieme i due talenti pensando soprattutto alle classiche d’un giorno.

Nys Fleche 2022
1° nella terza tappa, Nys ha conquistato la Fleche du Sud (foto Hugo Barthelemy/DirectVelo)
Nys Fleche 2022
1° nella terza tappa, Nys ha conquistato la Fleche du Sud (foto Hugo Barthelemy/DirectVelo)

Una squadra al suo servizio

Il belga però è andato oltre. «Alla Flèche sentivo che la forma stava arrivando – ha raccontato entusiasta dopo la conclusione della lunga fatica – e mi ha dato molta fiducia, ma gli obiettivi sono altri. E’ stata un’esperienza nuova, anche perché la classifica si è presto messa in maniera favorevole ma questo ha anche significato tanta responsabilità. La squadra dipendeva da me, i compagni correvano per me, non ero abituato a gestire tanta pressione e per questo il successo finale rappresenta qualcosa d’importante».

Una caratteristica di Thibau è saper guardare verso la sua attività con la massima obiettività: «C’è un fattore tecnico che mi ha favorito: la Flèche du Sud non prevedeva cronometro, erano tutte tappe in linea e sicuramente ciò mi ha agevolato. Le crono non sono il mio pane, è un aspetto sul quale dovrò lavorare. Io mi aspetto molto dal Tour de l’Avenir, ma so che lì perderò molto dai rivali di classifica nella tappa contro il tempo e nella mia evoluzione è un problema da affrontare».

Nys Baroncini 2021
Il belga con Baroncini, rivali lo scorso anno a Trento e Leuven, ora compagni di squadra
Nys Baroncini 2021
Il belga con Baroncini, rivali lo scorso anno a Trento e Leuven, ora compagni di squadra

Mai lascerò il ciclocross!

La firma per la Trek ha destato rumore, rappresentando quasi una sorta di investitura. Fino a dodici mesi fa neanche ci avrebbe pensato: «Prima per me la strada non era un’opzione, ero concentrato sulla mia attività invernale nel ciclocross, la sentivo lontana, ma poi le cose hanno preso una piega diversa, prima con il titolo europeo Under 23, poi con i risultati di questa stagione. Quel che è certo comunque è che il ciclocross non lo lascio…».

Su questo tema Nys ha le idee molto chiare e d’altronde quel cognome che in altri casi sarebbe potuto sembrare un macigno (Sven Nys è a detta di tutti uno dei più grandi interpreti della storia della specialità) per Thibau è solo uno stimolo a proseguire: «Magari fra un paio d’anni, diventando pro’ a tutti gli effetti, mi gestirò in maniera diversa, gareggerò solo in un dato periodo e in alcune gare selezionate come fanno i Van Aert o i Van Der Poel della situazione. Nella prossima stagione però ci sarò al 100 per cento, ho un conto da regolare».

Nys Thibau Sven
Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 2005 e 2013
Nys Thibau Sven
Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 2005 e 2013

Papà impara da me…

Di che si tratta? In fin dei conti l’inverno di Nys era stato positivo, con 3 vittorie nel circuito X2O Badkamers Trophy e i bronzi europeo e mondiale, ma per il belga è stato troppo poco: «Mi sono rotto la clavicola a inizio stagione e non sono mai stato nel pieno della forma, non mi sono mai sentito pienamente a mio agio, sempre a inseguire. Voglio riprendermi le sensazioni che prediligo, la consapevolezza che posso emergere su ogni percorso».

Come detto, sulla sua evoluzione pesa la presenza del padre Sven, che pure non può essere considerato uno di quei genitori pressanti, anzi nel parlarne Thibau racconta anche un fatto simpatico: «Ragionando sull’attività ci siamo accorti che alla fine insegno più cose io a lui che il contrario. Il fatto è che in 10 anni il nostro sport è profondamente cambiato. Inoltre lui ha seguito altre strade, non ha mai amato molto il ciclismo su strada e prediligeva l’attività in mtb».

Nys Ciclocross 2022
Thibau affranto dopo il 3° posto mondiale: la stagione di ciclocross non lo ha soddisfatto
Nys Ciclocross 2022
Thibau affranto dopo il 3° posto mondiale: la stagione di ciclocross non lo ha soddisfatto

Per emergere su strada e soprattutto per onorare le tante aspettative che ci sono su di lui, Nys sa di dover lavorare ancora molto: «Dal punto di vista tecnico sto cambiando e devo farlo. Nasco come velocista ma è evidente come sia troppo leggero ormai per esserlo a tutti gli effetti, in una volata di gruppo c’è gente con molta più potenza di me. D’altro canto però sto migliorando sempre più in salita, su quelle brevi tengo gene e posso anche emergere grazie al mio spunto. Chissà dove potrò arrivare, è una strada tutta da percorrere».

Thibau Nys 2021

Thibau Nys, quanto pesa essere “figlio d’arte”…

20.09.2021
5 min
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Nel ciclismo i figli d’arte hanno sempre trovato molte strade sbarrate, troppo pesante l’eredità lasciata, a meno che non cerchi vie nuove ed è quello che sta cercando di fare Thibau Nys, il nuovo campione europeo Under 23 che punta a sorprendere anche in casa, a Leuven, aggiungendo un’altra maglia a quella fresca con le stellette. Quando hai un cognome simile il fardello è pesante, perché parliamo di Sven Nys, uno dei più grandi ciclocrossisti della storia, due volte iridato e per ben 25 volte vincitore di una grande challenge, fra cui 3 Coppe del Mondo, ma soprattutto capace di attirarsi grandi simpatie da parte dei tifosi.

Quando Thibau ha iniziato nel ciclocross, i dubbi erano tanti: «Ecco, un altro che vuole imitare il padre». In Belgio il fardello dell’eredità di un campione è pesante, ne sa qualcosa Axel Merckx, che dopo aver cercato gloria su altre strade (il calcio), non resistette alla voglia di mettersi in gioco, vivendo una carriera lunga ben 14 anni e contraddistinta da 14 successi tra cui un titolo nazionale su strada, ma lontana anni luce dai fasti del padre, anche se vinse quel che a Eddy non riuscì: una medaglia olimpica (bronzo ad Atene 2004 dopo una coraggiosa quanto vana caccia a Bettini).

Nys volata trento 2021
La volata vincente di Nys a Trento, battendo l’azzurro Baroncini e lo spagnolo Ayuso
Nys volata trento 2021
La volata vincente di Nys a Trento, battendo l’azzurro Baroncini e lo spagnolo Ayuso

Il vantaggio di chiamarsi Nys

Questo peso Thibau lo ha sempre sentito: «Dipende da come lo si guarda – ha affermato dopo aver vinto nel 2020 il titolo mondiale junior di ciclocross – in fin dei conti quando ti chiami Nys, gli sponsor vengono a cercarti e questo è un vantaggio, dall’altra parte però c’è una tale pressione addosso che non ti lascia mai e so che dovrò farci i conti per sempre».

Questo concetto lo ha fatto suo anche chi lo segue giorno dopo giorno, il suo allenatore Sven Van Den Bosch, tecnico di lunga esperienza che seguendo il ragazzo ha capito che era necessario trovare nuovi sbocchi, diversi da quelli del padre per tagliare una volta per tutte quel cordone che li lega: «Le aspettative pesano non poco su di lui, perché Nys è un cognome che in Belgio è sinonimo di vittoria, ma qui parliamo di un’altra persona e questo andrebbe sempre tenuto nel dovuto conto».

Van den Bosch 2020
Sven Van Den Bosch, il preparatore di Thibau Nys, che ha fortemente spinto per un suo futuro su strada
Van den Bosch 2020
Sven Van Den Bosch, il preparatore di Thibau Nys, che ha fortemente spinto per un suo futuro su strada

Il padre in Mtb, il figlio su strada

Il ciclismo su strada può, anzi dovrà essere il mondo di Nys proprio perché lì quel cognome non pesa come nel fuoristrada. Suo padre ha corso su strada, ma quello non fu mai il suo mondo, tanto che pensò invece di dedicarsi alla Mtb, riuscendo per due volte a qualificarsi per le Olimpiadi ma non andando al di là del 9° posto a Pechino 2008. Ecco perché proprio la strada potrebbe essere il suo futuro.

L’Europeo di Trento ne è stato la perfetta dimostrazione: «Forse le nazionali più forti, Italia in testa, mi hanno sottovalutato, ma ora sapranno con chi hanno a che fare – ha dichiarato dopo la vittoria – Per me era lo scenario perfetto, quando ho visto che ero riuscito a resistere nel gruppo dei migliori ho capito che potevo farcela».

Nys Trento 2021
Thibau Nys, nato il 12 novembre 2002, vanta un titolo europeo e mondiale junior nel ciclocross oltre a quello di Trento
Nys Trento 2021
Thibau Nys, nato il 12 novembre 2002, vanta un titolo europeo e mondiale junior nel ciclocross oltre a quello di Trento

Un velocista adatto ad alcune classiche

Che tipo di corridore può essere Nys nel ciclismo su strada? Van Den Bosch ha le idee abbastanza chiare in proposito: «Lo vedo come un velocista capace di emergere anche in classiche con pendenze brevi. Non uno sprinter puro, alla Caleb Ewan per esempio, ma sicuramente in grado di dire la sua in volate di gruppo nei grandi giri, ma anche di puntare ad alcuni appuntamenti dove la selezione è più stringente».

«La forza di Thybau – riprende il tecnico – è che ha grandi valori di potenza, se facciamo il rapporto tra wattaggio e chilogrammi. Valori che si esprimono sia sul breve, nell’arco di 30 secondi, quanto sul lungo periodo, anche 20 minuti e questo potrebbe portarlo anche a progredire nelle cronometro. Sicuramente andrà avanti sia su strada che nel ciclocross, perché una specialità beneficia dell’altra, ma per carità non facciamo paragoni con i 3 Tenori, ha già un peso importante sulle spalle…».

Nys Thibau Sven
Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 2005 e 2013
Nys Thibau Sven
Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 2005 e 2013

Non essere solo il “figlio di Sven”

Già, sempre quel peso. Anche quando ha vinto a Trento, tutti lo hanno etichettato come il “figlio di Sven” più che come Thibau. La sua parabola è solo agli inizi, ha già promesso che il prossimo anno lo vedremo di più su strada e magari un giorno verrà nel quale, vedendolo insieme a suo padre (oggi dirigente sportivo alla Baloise Trek Lions) qualcuno dirà: «Scusa, chi è quello con Thibau Nys?»…

Baroncini e Ayuso litigano e Nys se la gode

11.09.2021
5 min
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Si gioca tutto nella doppia curva finale, che è come quella in cima a via Santa Caterina, prima di piazza del Campo alla Strade Bianche. Il gruppetto dei sei al comando del campionato europeo under 23 non perde un colpo. Prima ha provato Zana, che un po’ ha spiazzato Baroncini. Poi si sono preparati per la volata. Baroncini contro Ayuso, quasi un anno insieme al Team Colpack. In scia c’è un belga, si chiama Nys…

Sin dai primi Giri, la Spagna forza il ritmo sulla salita di Povo
Sin dai primi Giri, la Spagna forza il ritmo sulla salita di Povo

Volata fratricida

I due si guardano. Si danno spallate. Si conoscono, devono solo convincersi di essere avversari. Ma è chiaro che abbiano occhi l’uno per l’altro e non si siano accorti che Thibau Nys dalle retrovie si sta lanciando per la più classica delle rimonte. Fra i due litiganti gode lui, uomo del cross, figlio di Sven, portento del fango.

«Non credo che tutti sapessero quanto sono veloce – sorride il belga, fresco campione europeo – mentre io ho dovuto faticare per stare con loro in salita. La sola cosa di cui ero certo, è che se fossi arrivato davanti con il gruppo di testa, con il mio sprint avrei potuto giocarmi una medaglia. Il finale è tecnico e sarebbe pericoloso in un gruppo numeroso, ma affrontarlo in sei è stato perfetto».

E’ Garofoli nell’ultima giro a suonare la carica: il marchigiano dà tutto
E’ Garofoli nell’ultima giro a suonare la carica: il marchigiano dà tutto

L’ultima curva

Baroncini ha l’argento al collo e più parla e più capisce che Nys li ha proprio messi nel sacco. E un po’ sorride, perché comunque di più non poteva fare e il secondo posto era tutto fuorché scontato.

«Sono uscito per primo dall’ultima curva – dice – era una cosa fondamentale. Ma lui è stato più veloce e non me lo aspettavo. Ero più concentrato su Ayuso, abbiamo fatto a spallate per 300 metri. Ho fatto il possibile per la squadra e ci riproveremo al mondiale. Pensavo che Zana mi tirasse la volata, ma ha fatto bene a provare. Certi colpi di mano sono quelli che spesso danno risultato. Quanto a Nys, è rientrato dalle retrovie ed è stato fortunato a prendere il momento giusto».

Ultimo giro, Zana sta per uscire dal gruppo, mettendo il belga in fuga nel mirino
Ultimo giro, Zana sta per uscire dal gruppo, mettendo il belga in fuga nel mirino

Amico Ayuso

Ayuso, l’altro caduto nel tranello di sottovalutare Nys, la vive con apparente leggerezza. Alle interviste se la cava super bene con l’inglese, confermando che frequentare la scuola americana stia dando ottimi risultati.

«Nell’ultima curva – ride – fra Baroncini e me non si sa quante gomitate ci siamo dati. Ma è un amico e se proprio doveva vincere un altro, avrei voluto che fosse lui. Non ero al massimo dopo la caduta del Tour de l’Avenir, ma ho imparato che quando non sei al 100 per cento, devi dare il 100 per cento. Ma oggi non potevo fare di più. E quando Nys è partito, è arrivato così forte che ho potuto farci poco. Mi ha passato con 10 chilometri all’ora di più. Perciò ora andrò al Giro del Lussemburgo con la squadra (UAE Team Emirates, ndr) e poi al mondiale under 23. Ho tanta strada da fare, sempre con l’idea di vincere un giorno un grande Giro. Del resto, sono cresciuto guardando il Tour in televisione».

Thinay Nys è il nuovo campione europeo, l’emozione è grande
Thinay Nys è il nuovo campione europeo, l’emozione è grande

Il colpo di Zana

L’ultima parola la regaliamo a Zana, per aver chiuso nell’ultimo giro sull’attacco del belga Van Eetvelt, poi per aver provato l’allungo nel finale, quando il gruppetto dei sei ha iniziato a guardarsi.

«Pensavamo che venisse una corsa dura – dice il corridore della Bardiani – ma non così tanto, con la Spagna che ha fatto avvero da subito il forcing. Però negli ultimi giri abbiamo attaccato e siamo stati protagonisti anche noi. Ho provato a chiudere quel buco e ne è venuta fuori una buona selezione. Non abbiamo vinto, ma questa medaglia ci dà tanto morale per il mondiale. Quanto al mio allungo finale, non ho parlato con Baroncini, ma volevo che tirassero un po’ gli altri. Le corse possono andare bene o male, a noi oggi è andata benino…».

Sul podio, Nys fra BAroncini e Ayuso che in volata lo hanno sottovalutato
Sul podio, Nys fra BAroncini e Ayuso che in volata lo hanno sottovalutato

Una squadra unita

Adesso tocca alle donne elite, gli under 23 riguadagnano il pullman con il sorriso a metà. Hanno fatto tutti il possibile, compreso Benedetti che a un certo punto se ne è andato da solo. Soprattutto hanno corso da squadra, dato che hanno avuto tempo per unirsi al Tour de l’Avenir e prima ancora nel ritiro di Sestriere. Quello che è mancato ieri agli juniores, selezionati come una volta nell’ultima settimana, mescolati frettolosamente alla fine e poi gettati nella mischia.