Scappini e un inverno di cambiamenti tra cross e strada

15.02.2025
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Samuele Scappini non ha nemmeno avuto il tempo di appoggiare la bici da ciclocross e metabolizzare quanto fatto nella stagione appena conclusa che già si trova a pedalare su strada in vista della Firenze-Empoli di sabato 22 febbraio. L’ultima corsa sul fango per l’umbro è stato il campionato del mondo under 23 il primo febbraio. Un finale meno dolce rispetto ai risultati ottenuti durante la stagione invernale, che lo ha visto cambiare a correre con la maglia del Team Cingolani

«Ho fatto un riposo breve – racconta appena rientrato dall’allenamento su strada, siamo a metà pomeriggio – di quattro giorni. Mi sono dedicato al recupero, anche se ho fatto qualche uscita in bici ma solo per divertimento. Nessuna vacanza, quest’anno con il mio preparatore abbiamo deciso di fare così. Vista la condizione con cui arrivavo al mondiale, che era abbastanza buona, ci siamo detti di provare a prendere parte a questa prima gara su strada».

Samuele Scappini per la stagione 2024/2025 di ciclocross si è unito al Team Cingolani (foto Instagram)
Samuele Scappini per la stagione 2024/2025 di ciclocross si è unito al Team Cingolani (foto Instagram)

Qualche cambiamento

Per il giovane cresciuto sulle strade della sua Umbria la stagione di ciclocross 2024/2025 ha portato qualche novità. Abbandonato il team Beltrami TSA-Tre Colli si è unito alla Cingolani per il fuoristrada, mentre su strada vestirà la maglia della Work Service (che nel frattempo ha cambiato nome diventando Sam-Vitalcare-Dynatek). 

«Per quanto riguarda il ciclocross – analizza con noi Scappini – ho cambiato preparatore, ora lavoro con Matteo Belli, che mi seguirà anche su strada. Insieme abbiamo deciso di partire a correre sul fango fin da subito per sfruttare la condizione favorevole. Infatti al primo appuntamento di Corridonia sono riuscito a vincere. Ci siamo concentrati maggiormente su lavori di forza esplosiva, poi abbiamo deciso settimana per settimana come procedere».

Il confronto con atleti elite gli ha permesso di crescere parecchio e di alzare il suo standard (foto Lele Momoli)
Il confronto con atleti elite gli ha permesso di crescere parecchio e di alzare il suo standard (foto Lele Momoli)
Quest’anno nel ciclocross hai ritrovato un “vecchio” rivale: Stefano Viezzi…

Ci avevo corso contro già da junior. Quest’anno al campionato italiano abbiamo avuto un bel testa a testa e ho avuto modo di vedere che è cresciuto parecchio. Posso dire che va davvero forte, lo si è visto anche al mondiale dove è arrivato quarto al suo primo anno nella categoria. 

Come lo ha ritrovato?

Con una mentalità diversa. Ricordo che quando eravamo juniores riuscivo a batterlo perché giocavo di più sulla tecnica, visto che allenavo molto quell’aspetto. Lui nel 2024 è migliorato parecchio sulla distanza e nei rettilinei. Ha un fisico importante che gli permette di avere tanta forza. 

Nelle gare nazionali ha sempre ben figurato, dando filo da torcere a tutti e ottenendo belle vittorie (foto Instagram)
Nelle gare nazionali ha sempre ben figurato, dando filo da torcere a tutti e ottenendo belle vittorie (foto Instagram)
E’ uno di quelli con i quali ti piace confrontarti maggiormente?

In realtà preferisco scontrarmi con gli elite, come ad esempio Gioele Bertolini. A Torino c’è stato un bel duello e ha fatto fatica a staccarmi, solo una foratura nel finale mi ha allontanato da lui. Le gare fatte insieme agli elite mi hanno detto che vado forte, prendo questa cosa come un premio al mio lavoro e al preparatore. 

In cosa sei migliorato tanto, anche grazie a Matteo Belli?

Nei lavori in bici ma anche nell’alimentazione, sia prima che durante la gara. 

Scappini ha vestito la maglia della nazionale agli europei under 23 a Pontevedra, arrivando 11°
Scappini ha vestito la maglia della nazionale agli europei under 23 a Pontevedra, arrivando 11°
Com’è scontrarsi ogni domenica con atleti che poi saranno tuoi compagni di squadra in nazionale?

Da loro nel confronto imparo molto. Bertolini al mondiale di Levin ci ha mostrato bene come affrontare le curve e le canaline, in modo da viaggiare nella maniera più pulita possibile. Per il resto quando metto il numero sulla schiena non ho amici, una volta sceso dalla bici l’atteggiamento cambia, riesco a dividere molto questi due momenti. 

E’ un confronto che ti fa alzare l’asticella?

In allenamento penso alle sfide, correre contro di loro diventa un mio obiettivo migliorare per essere competitivo. Così, quando in gara mi ritrovo lì a battagliare, so di aver fatto tutto bene e che qualcosa in me c’è. 

La stagione dell’umbro classe 2005 si è conclusa con il mondiale di Levin, pochi giorni dopo era già in sella alla bici da strada
La stagione dell’umbro classe 2005 si è conclusa con il mondiale di Levin, pochi giorni dopo era già in sella alla bici da strada
E’ stato facile fare subito lo switch tra cross e strada?

Bisogna riuscire a cambiare mentalità perché si passa da allenamenti di una o due ore a uscite da quattro o anche cinque. Si deve curare maggiormente la distanza abbassando l’intensità, sto comunque continuando a tenere i lavori di forza ed esplosività. Cosa che faccio anche in palestra. Sono un corridore dallo spunto veloce, uno sprinter. Qualità nella quale il ciclocross mi dà una mano.

Che obiettivi hai per questa stagione su strada?

Correre con i professionisti e farmi vedere, mostrare che sono migliorato. Se penso a una disciplina sulla quale emergere dico senza dubbio la strada. Il ciclocross è un divertimento che mi dà tanto durante l’inverno, sia per la preparazione sia per la tecnica di guida. Voglio che continui a far parte del mio essere ciclista.

La Borello tricolore ora aspetta una chiamata azzurra

21.01.2025
4 min
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Campionessa italiana: se a inizio stagione avessero pronosticato questo, a Carlotta Borello (in apertura, foto Lisa Paletti), sarebbe scoppiata a ridere, nonostante il suo incedere dominante durante l’ultimo Giro delle Regioni abbia accresciuto notevolmente le sue quotazioni. Al suo primo anno da Elite, la portacolori del Team Cingolani ha raggiunto in breve la cima del movimento italiano, cogliendo di sorpresa molti addetti ai lavori.

La Borello a Benidorm, dove domenica scorsa ha centrato un’ottima 15esima piazza
La Borello a Benidorm, dove domenica scorsa ha centrato un’ottima 15esima piazza

«Ero partita per guadagnarmi un posto sul podio tricolore – racconta la ventitreenne piemontese – ma vincere non lo ritenevo possibile, considerando che avversarie come Casasola e Baroni fanno attività all’estero, quindi erano quasi sconosciute per me in quanto a livello qualitativo».

Andiamo alle origini della Borello ciclocrossista…

Ho iniziato come gioco, un’occasione per divertirsi durante l’inverno senza abbandonare la bici. Mi dedicavo prevalentemente, da ragazzina, alla strada e il ciclocross era un ottimo sistema per tenermi in allenamento. Gareggiavo nelle prove giovanili dei trofei Lombardia e Piemonte, vedevo non solo che andavo bene, ma che era un’attività che mi prendeva sempre di più. Con Cicli Fiorin ho trovato la massima disponibilità verso la multidisciplina, è arrivato anche il secondo posto tricolore da junior 2° anno, le prime convocazioni in nazionale e da lì è stato sempre un crescendo.

La Borello ha militato fino allo scorso anno nella DP66, centrando il podio tricolore nel 2024
La Borello ha militato fino allo scorso anno nella DP66, centrando il podio tricolore nel 2024
Tu hai cambiato squadra quest’anno, fino allo scorso eri alla DP66, come ti trovavi?

Sono stata sempre molto bene, soprattutto il primo anno quando Daniele Pontoni era ancora al vertice del team, poi approdando in Federazione ha dovuto passare la mano. La qualità e soprattutto la professionalità non sono però mai venute meno. E’ un ottimo team per crescere, considerando che io vengo da una realtà geografica come il Piemonte dove non c’è una tradizione di grandi squadre, ma sentivo alla fine che avevo bisogno di cambiare qualcosa, soprattutto in corrispondenza del cambio di categoria.

A oggi ti senti più ciclocrossista o stradista?

Sicuramente più ciclocrossista, o meglio ho intenzione di fare di questa attività quella principale, il che significa che dall’estate si comincerà a pensare già alla nuova stagione. Su strada mi destreggio abbastanza bene soprattutto se i percorsi sono vallonati, selettivi, con qualche salita dove poter smuovere le acque. Visti comunque i risultati invernali, devo dare la precedenza a questi e infatti ne ho già parlato con il team.

Con la BTC City Ljubljana la Borello ha colto più soddisfazioni nel gravel, su cui vuole investire
Con la BTC City Ljubljana la Borello ha colto più soddisfazioni nel gravel, su cui vuole investire
Su strada con chi corri?

Nell’ultima stagione ho militato nella BTC City LJubljana, ma più che su strada ho ottenuto risultati migliori nel gravel, come il secondo posto al Giro Sardegna Gravel, prova delle World Series e anche ai campionati italiani. Quest’anno ho deciso di rimanere al Team Cingolani anche nella stagione primaverile ed estiva, farò un’attività differenziata con qualche uscita sia su strada che in mtb, ma punto più sul gravel. Dovremo comunque metterci al tavolino per studiare un calendario compatibile.

Ora arrivano i mondiali. Tu, anche nelle uscite internazionali che hai fatto te la sei cavata bene ma ancora non sei approdata in nazionale, pensi che la maglia tricolore sia sufficiente per guadagnarti la selezione?

La speranza c’è, inutile negarlo, ma le scelte spettano al cittì che nei miei confronti è sempre stato premuroso. Di una mia partecipazione si è anche parlato, ma finché non c’è nulla di ufficiale non mi voglio illudere. Nelle occasioni in cui ho potuto gareggiare fuori dai nostri confini credo comunque di essermela cavata bene e saprei onorare al meglio la maglia azzurra.

Per la piemontese già numerose presenze in nazionale, ma non quest’anno, a dispetto dei risultati
Per la piemontese già numerose presenze in nazionale, ma non quest’anno, a dispetto dei risultati
Tra l’altro hai portato a casa anche qualche buon risultato, come il 18° posto in Coppa del mondo a Namur e il 15° a Benidorm, pur partendo dalle retrovie…

Spero che questi siano buoni biglietti da visita. Il team ha voluto investire su di me facendomi fare le prove di Coppa del periodo delle Feste, per darmi la possibilità di salire nel ranking, di affrontare il livello più alto possibile perché è solo così che si cresce. Io credo di essermela cavata bene, partendo dalla quarta fila ho pensato soprattutto a un primo giro senza errori per poi iniziare la rimonta, evitando i fuorigiri che in quei contesti si pagano caro. Sono andata sempre migliorando, spero che significhi qualcosa…

Un altro junior da seguire. Grigolini in rosa a Cantoira

11.11.2024
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Udinese classe 2008, Filippo Grigolini è uno dei nomi emergenti del ciclocross italiano. Al primo anno nella categoria juniores il friulano aggiudicandosi la quinta tappa del Giro delle Regioni di ciclocross a Cantoira è balzato al comando della classifica. E’ l’ennesima dimostrazione dell’effervescenza della categoria, illuminata dal trionfo continentale di Filippo Agostinacchio e che aveva inaugurato l’anno con le imprese di Stefano Viezzi, oggi Under 23 ma a gennaio trionfatore in Coppa del Mondo e poi impossessatosi del titolo mondiale.

Grigolini quest’anno ha colto 6 vittorie nella mtb e il podio alla Julium Classic su strada
Grigolini quest’anno ha colto 6 vittorie nella mtb e il podio alla Julium Classic su strada

Il ciclocross prima di tutto

Un amore, quello di Grigolini per il ciclocross che sovrasta quello per le altre discipline ciclistiche anche se il sedicenne è pienamente inserito nel novero dei multidisciplinari: «E’ la specialità che prediligo, adoro i percorsi veloci, con curve tecniche dove rilanciando fai la differenza. Quest’anno ho fatto un po’ di tutto, anche mtb dove ho vinto il titolo nazionale allievi 2° anno e su strada, ma dalla prossima stagione privilegerò quest’ultima perché fare tre discipline è troppo dispersivo e al ciclocross invernale non rinuncio, ma posso abbinarlo con la preparazione di una sola disciplina».

La passione di Grigolini per il ciclismo ha radici antiche: «Devo dire grazie a un amico, un mio coetaneo che quando avevo 6 anni mi spinse a imitarlo e andare in giro in bici con lui. Da allora non ho più smesso è ho fatto tutta la trafila delle varie categorie per i giovanissimi, appassionandomi soprattutto all’offorad come spesso avviene dalle mie parti».

Per il friulano i percorsi preferiti sono quelli tecnici con curve secche, dove rilanciare l’azione
Per il friulano i percorsi preferiti sono quelli tecnici con curve secche, dove rilanciare l’azione

Su strada è uno scalatore puro

La scelta dell’udinese di privilegiare la strada oltre al ciclocross ha precise radici tecniche, legate soprattutto alla sua conformazione fisica e parlando con lui si nota come anche abbia ben chiare le sue idee: «Io sono molto leggero e vado bene in salita. Posso considerarmi uno scalatore puro e so che nel ciclismo moderno, soprattutto nella mia generazione una figura così specifica latita ma mi dicono che proprio per questo potrei avere un futuro. Questo però mi impone delle scelte: già dal primo anno junior voglio crescere e affrontare gare impegnative e con molte salite, per dimostrare quello che so fare».

Grigolini fa parte di quel pacchetto di atleti che Pontoni ha iniziato a coinvolgere da giovanissimi nel team azzurro e i risultati, come nel caso della medagliata europea Pellizotti, si vedono: «Il cittì mi ha iniziato a convocare per i ritiri azzurri già quand’ero al primo anno allievi. Sono state esperienze importanti, condividevamo l’ambiente, ci ha dato le basi per le nostre esperienze attuali. Anch’io ero agli europei e sinceramente mi dispiace non aver potuto fare di più del mio 12° posto, ma ho pagato a caro prezzo una foratura in partenza. Da lì però sono stato contento della mia prestazione perché ho rimontato molte posizioni e dimostrato che avrei potuto fare molto di più con un po’ più di fortuna».

Per l’udinese anche la gioia del titolo italiano Allievi 2° anno in mtb a Chies d’Alpago
Per l’udinese anche la gioia del titolo italiano Allievi 2° anno in mtb a Chies d’Alpago

Agostinacchio? Non è lontano…

D’altronde per tutta la stagione il friulano non è mai stato molto lontano dal campione europeo Agostinacchio e anche nella prova internazionale di Torino, successiva a quella di Cantoira, la sfida fra i due è stata appassionante: «Era un percorso molto veloce nel quale sono rimasto attaccato al campione europeo per quasi tutta la durata pur se caduto nella prima parte. Poi Mattia è andato via nell’ultimo giro e ha vinto per 20”. Nella parte finale non avevo più energia nelle gambe, forse per l’impegno di Cantoira di 24 ore prima o per la rimonta dopo la caduta, ma non ci ho neanche pensato troppo».

Ci sarà a Gallipoli?

Ora l’udinese avrebbe la possibilità di cogliere un traguardo prestigioso come la conquista della maglia rosa al Giro delle Regioni: «Ma è molto difficile che ciò avvenga. La squadra non ha in programma la trasferta a Gallipoli per l’ultima tappa del 22 dicembre, ma tra tricolori e altre prove internazionali non mancano le occasioni per mettermi in luce, pensando anche ai mondiali».

Giro delle Regioni, Scappini mette subito il turbo

05.10.2024
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La rinnovata formula del Giro delle Regioni di ciclocross, partorita da Fausto Scotti per prendere l’eredità del Giro d’Italia, ha vissuto a Corridonia il suo primo atto. Non è facile pensare a una gara di ciclocross quando sia strada che mtb (per non dire del gravel…) sono ancora in piena attività. Eppure al primo dei 6 appuntamenti disputato nella località maceratese e vinto da Samuele Scappini sono stati oltre 700 gli appassionati di tutte le età presentatisi al via.

Prima vittoria nella massima categoria per Samuele Scappini. Il ciclocross resta la sua casa (foto Paletti)
Prima vittoria nella massima categoria per Samuele Scappini. Il ciclocross resta la sua casa (foto Paletti)

Scappini, il cross prima di tutto

L’attesa maggiore era per conoscere il nome del primo leader della classifica Open. Se si tratta di un nome conosciuto per chi ha frequentato gli ultimi anni della challenge rosa, resta comunque una sorpresa perché Scappini è al suo primo successo nella categoria superiore. Il corridore umbro tiene fede alla sua fama di ciclocrossista prima ancora che stradista, uscendo fuori dagli schemi consueti e sul circuito marchigiano ha mostrato subito di essere a suo agio sui prati.

«Pensando proprio a questi appuntamenti – afferma Scappini – ho chiuso la mia stagione su strada, la prima da U23, in anticipo, a fine luglio. Ho pensato che avevo bisogno di tempo e preparazione per puntare a quella che ritengo la mia vera specialità. Infatti mi sono presentato al via che ero già in grande spolvero».

Per Antonio Folcarelli, uno dei favoriti per la vittoria finale, secondo posto. A Tarvisio la rivincita (foto Paletti)
Per Antonio Folcarelli, uno dei favoriti per la vittoria finale, secondo posto. A Tarvisio la rivincita (foto Paletti)

Team Cingolani, una nuova casa

Il corridore umbro non fa mistero che la strada è quasi un dovere sentito come tale. «Io amo il ciclocross da sempre – racconta – a 6 anni già andavo sopra una bici da cross e ho affrontato le prime gare. La strada mi piace, ma il ciclocross lo sento più mio, mi è per assurdo più semplice da affrontare. La mia stagione su strada è stata un po’ in altalena. Io però voglio prendere solo la parte positiva, tutto quello che ho imparato in un anno tosto».

Scappini, che per quanto riguarda la strada è in cerca di un team dopo aver lasciato la Beltrami Tsa Tre Colli, nel ciclocross ha trovato un nuovo approdo al Team Cingolani, quasi un paradiso: «Mi trovo benissimo con i ragazzi e con lo staff, sono prodighi di consigli, non lasciano nulla al caso. So che hanno vissuto una stagione difficile, ad agosto due tesserati sono morti in un incidente in bici a Senigallia, ma hanno voluto reagire con il lavoro, onorandoli con i risultati e l’impegno. Sono davvero contento della mia scelta».

Il Team Cingolani ha fatto piazza pulita a Corridonia, ora vuole ripetersi a Tarvisio
Il Team Cingolani ha fatto piazza pulita a Corridonia, ora vuole ripetersi a Tarvisio

Rivincita a Tarvisio, si cambia tutto…

La vittoria di Scappini a Corridonia non è stata mai in discussione: «Dopo la prima curva ero terzo, poi sono andato avanti, sentivo che le gambe giravano alla perfezione e man mano ho guadagnato sempre di più sugli avversari fino a superare il minuto di vantaggio. Era un percorso ideale per me, con molti rettilinei ma anche molti rilanci dove potevo mettere a frutto la mia esplosività. Domenica saremo a Tarvisio per la seconda tappa, questa però non è proprio l’ideale perché sul circuito non manca certo la salita, ma con la condizione che ho cercherò di dire la mia ugualmente».

L’inizio della challenge è stato oltre le aspettative, anche grazie allo spettacolo regalato dalle ragazze, con una sfida incerta fra Carlotta Borello, la figlia d’arte Giorgia Pellizotti e Alessia Bulleri, risolta dalla Borello dopo due giri con un attacco in coincidenza temporale con un salto di catena per la Bulleri. Grazie al successo, il Team Cingolani completa una domenica da incorniciare, mentre la Pellizotti, seconda, si impossessa della leadership fra le juniores. «E’ stato un percorso che mi è piaciuto molto questo di Corridonia – ha affermato Borello dopo il successo – perchè c’erano molte curve, bisognava sempre rilanciare e ho dato del mio meglio. Sono felice di aver ottenuto il successo all’esordio con la mia nuova squadra, adesso spero di togliermi delle altre soddisfazioni importanti nel corso della stagione».

L’arrivo vittorioso di Borello, anche lei appena entrata nel Team Cingolani (foto Paletti)
L’arrivo vittorioso di Borello, anche lei appena entrata nel Team Cingolani (foto Paletti)

Fra i più giovani bella sfida fra Filippo Grigolini e Giacomo Serangeli, nomi che anche su strada si sono fatti notare. Grigolini, anche lui targato Team Cingolani, è stato tra gli allievi più in vista anche se anche per lui per ora si può dire che il ciclocross ha la preminenza, tanto che Pontoni già da tempo lo segue, mentre Serangeli ha finalmente superato tutti i problemi fisici d’inizio stagione. Considerando le tante assenze un po’ in tutte le categorie, considerando le concomitanze, si prospetta davvero un’edizione con i fiocchi.

Il Giro d’Italia rilancia Gariboldi, ora impiegata a tempo pieno

21.11.2023
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Due giorni intensi di ciclocross, segnati dalla vittoria a Cantoira (che le ha dato il primo posto provvisorio al Giro d’Italia) e dal terzo nella prova internazionale di Torino, poi il lunedì mattina puntuale al lavoro. La routine di Rebecca Gariboldi nel periodo invernale è questa, segnata dai nuovi ritmi imposti dall’impiego all’ufficio marketing della Pierer Mobility AG, colosso austriaco delle due ruote proprietario di marchi come Ktm, Husqvarna e Felt.

Da qualche mese Rebecca è impegnata a tempo pieno nel mondo del lavoro, dopo aver conseguito nel novembre 2022 la laurea magistrale in marketing.

«I miei ritmi di vita sono profondamente cambiati – racconta – anche se da parte dell’azienda c’è massima comprensione, perché sono nei quadri sia come impiegata sia come atleta. E’ chiaro però che questo influisce anche perché sono al lavoro full time e la cosa mi piace molto, ma mi impone grandi sacrifici anche per trovare il tempo per allenarmi, cosa che faccio normalmente nella pausa pranzo».

Secondo successo stagionale per la monzese Gariboldi, che sale così in testa alla classifica del GIC (foto organizzatori)
Secondo successo stagionale per la monzese Gariboldi, che sale così in testa alla classifica del GIC (foto organizzatori)

Un’estate (quasi) senza gare

Gariboldi ci ha messo tempo per abituarsi: «Quest’estate non ho praticamente mai gareggiato, perché il lavoro richiedeva tutte le mie energie fisiche e mentali e all’inizio dell’annata di ciclocross questo si è visto. Mi sono allenata molto, ma quando non sei abituata a gareggiare la differenza si vede, ci vuole tempo per riacquisire il passo gara. Le prime gare non sono andate bene, lo so e pur non preoccupandomi proprio perché ne conoscevo la causa, non potevo certo essere contenta. Gareggiando ho ripreso il ritmo e i risultati si vedono».

A Cantoira, dove il Giro d’Italia è tornato dopo quattro anni, Gariboldi ha colto la sua seconda vittoria consecutiva nella challenge salendo al comando della classifica: «Era una gara impegnativa ma disegnata esattamente come piace a me, con tanta tecnica e dislivello. Io non amo i tracciati semplici e filanti, voglio far fatica e attraverso quella fare la differenza. Sentivo che avevo sensazioni buone, sono andata avanti a un ritmo regolare, ma ci si è messa la sorte a rendermi il tutto più difficile».

Il percorso di Cantoira si è rivelato piuttosto selettivo soprattutto per la sua altimetria (foto organizzatori)
Il percorso di Cantoira si è rivelato piuttosto selettivo soprattutto per la sua altimetria (foto organizzatori)

Weekend a due facce

Al secondo giro, quando già iniziava a fare la differenza, la portacolori del Team Cingolani ha dovuto fermarsi per un inconveniente alla sua Felt FX.

«Ho dovuto cambiare bici due volte nel corso dello stesso giro – spiega – e così mi sono ritrovata a inseguire quando già avevo speso. Sono comunque rientrata sulla testa della corsa e nel penultimo giro ho attaccato, ma quella fatica mi è rimasta nelle gambe. Sapendo che il giorno dopo c’era un’altra gara, avrei preferito un andamento più regolare».

Il giorno dopo infatti le ha ritrovate tutte a Torino e le sue avversarie Lechner e Borello si sono prese la rivincita: «Non avevo recuperato completamente – ammette Gariboldi – e sentivo la fatica, soprattutto sui rilanci, così la Lechner nei tratti più tecnici è riuscita a fare la differenza. Il weekend mi ha comunque portato al primo posto della classifica del Giro e chiaramente ora farò di tutto per difendere il primato nella prova finale di domenica a San Colombano Cernetoli».

Martinoli (numero 208, al fianco di Alice Papo) è la sorpresa di questa edizione fra le junior (foto organizzatori)
Martinoli (numero 208, al fianco di Alice Papo) è la sorpresa di questa edizione fra le junior (foto organizzatori)

Mondiale, sogno o realtà?

Resta aperta anche l’opzione estera, in un calendario ancora in completo divenire: «Gli impegni lavorativi mi hanno costretto ad andare avanti un po’ alla giornata – dice Rebecca – infatti non ho programmato nulla. Ho già fatto un paio di gare in Svizzera, vedremo se riuscirò a farne qualche altra in particolare in Belgio. Una stagione senza gare nella patria del ciclocross non è la stessa cosa…».

La trasferta estera sarebbe importante anche per trovare spazio in nazionale, il sogno di una convocazione mondiale a tre anni di distanza dall’ultima volta c’è sempre: «Chi fa questa specialità ai vertici non può non puntarci – dice – ma bisogna guadagnarsi la maglia e ora per me è ancora più difficile visto il tempo relativo a disposizione. Ma è chiaro che ci proverò, sarebbe importante anche per la mia società di appartenenza e per la mia azienda».

Per Antonio Folcarelli seconda vittoria nella challenge, stavolta con la maglia rosa indosso (foto organizzatori)
Per Antonio Folcarelli seconda vittoria nella challenge, stavolta con la maglia rosa indosso (foto organizzatori)

Verdetti quasi tutti scritti

Per la monzese la conquista del simbolo del primato si giocherà tutta nell’ultima tappa considerando che ha appena 2 punti di vantaggio sulla portacolori del DP66 Carlotta Borello. Nelle altre categorie sembra invece già tutto deciso: fra le junior comanda nettamente Giada Martinoli (Alé Cycling Team), fra i pari età maglia pressoché assegnata a Giacomo Serangeli (DP66) stante il dirottamento del compagno di colori Viezzi verso la Coppa del Mondo. Fra gli Open Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli) ha messo quasi il sigillo alla vittoria con il secondo successo di tappa, anche lui prima di tornare al lavoro lunedì mattina…

Team Cingolani, fra campioni e ragazzi di casa

26.12.2022
5 min
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«A casa nostra si vive di pane e ciclismo». Parole di Francesco Cingolani, che ormai è diventato “comandante in capo” di un’autentica armata, unica alternativa ai grandi team del Nord-Est che da sempre fanno il bello e il cattivo tempo nel ciclocross. Il team si avvia a festeggiare il suo trentennale (avverrà nel 2024), ma la storia è forse ancora più antica, se si pensa che la squadra nasce da quel che era il Gs Pianello, la società del paese che attraverso il Cingolani Bike Shop, negozio di riferimento non solo per le Marche, ha allargato i suoi confini a dismisura.

La storia di Francesco affonda le radici a quando era egli stesso un ciclocrossista di vaglia, nel giro della nazionale con due mondiali disputati all’attivo. Poi la sua attività si è chiusa agonisticamente ma si è espansa a dismisura, tra negozio e squadra, sulla quale ha lavorato tantissimo: «Quando abbiamo iniziato, era un piccolo team locale, man mano si è sviluppato di pari passo con il negozio. Ora abbiamo qualcosa come 200 tesserati e seguiamo un po’ tutte le attività, dal ciclocross alla mtb, dal ciclismo amatoriale su strada all’enduro. Nel ciclocross andiamo dagli esordienti agli elite con un totale di 12 atleti, insomma è un’attività a 360 gradi e l’impegno conseguente è enorme».

Tommaso Cingolani, campione italiano esordienti di 1° anno nel 2022
Tommaso Cingolani, campione italiano esordienti di 1° anno nel 2022
Il vostro non è più un team locale considerando anche la provenienza dei vostri tesserati.

Effettivamente abbiamo fatto del team una squadra nazionale: Pavan è piemontese, la Gariboldi lombarda, Debora Piana (una delle big delle marathon di mtb, ndr) è del Triveneto, ora è arrivata anche Francesca Saccu che è ligure. Questa scelta è stata fatta anche perché il nostro marchio si sta diffondendo a macchia d’olio, ormai non lavoriamo più solo con il negozio, l’attività commerciale si è spostata fortemente sull’online e quindi abbiamo anche bisogno di nomi per supportare la nostra presenza nell’intero territorio nazionale.

Un team nazionale, ma anche un team di famiglia considerando i due ragazzi, Filippo e Tommaso che continuano a vincere e convincere fra gli esordienti, come si è visto anche al recente Giro d’Italia…

Avere due figli in gara un po’ cambia le prospettive, ma il mio compito è non avere favoritismi nei confronti di nessuno, né fra loro né con gli altri. E’ chiaro che dentro di me, le loro gare sono sentite quasi più di quando correvo io, diciamo che sono emozioni diverse rispetto a quando corre qualcun altro con la nostra maglia, ma le emozioni ci sono sempre.

Filippo Cingolani ha vinto quest’anno il tricolore esordienti di 1° anno nel cross country mtb
Filippo Cingolani ha vinto quest’anno il tricolore esordienti di 1° anno nel cross country mtb
Non c’è il rischio che, proprio per non mostrare favoritismi, ti mostri anche più severo e attento con loro?

No, tengo tutto dentro. Poi, quando siamo a casa, riparliamo anche delle gare, degli allenamenti, di quel che c’è da fare. Bisogna considerare il fatto che stiamo parlando di ragazzi, per i quali l’attività deve mantenere un alone di divertimento e spensieratezza, anche se certamente parlando di esordienti, significa che si comincia a fare un po’ più sul serio. Poi sono in un periodo nel quale lo sviluppo fisico differenziato incide molto sui risultati: a me interessa che si divertano e ci mettano passione e quella non manca, per il valore dei risultati se ne parlerà più avanti.

Quanto incide il team dal punto di vista commerciale, sull’immagine del marchio e conseguentemente sulle vendite?

Ha un effetto positivo, rafforza il nome e il fatto di essere ormai un team nazionale è qualcosa di più, un veicolo importante nell’evoluzione del nome Cingolani. Il mercato è influenzato dalle nostre apparizioni in giro per l’Italia durante tutto l’anno e i risultati sono un bel volano per incrementare le vendite.

Previsti anche ritiri fuori i confini: qui a Benidorm gli specialisti di mtb e strada
Previsti anche ritiri fuori i confini: qui a Benidorm gli specialisti di mtb e strada
E’ anche vero però che, rispetto ad altre realtà di vertice del ciclocross italiano, la posizione geografica non vi aiuta…

E’ vero, chi opera nel Nord-Est è facilitato nelle sue trasferte perché la maggior parte delle gare più importanti sono lì. La gestione dei costi è più semplice, noi dobbiamo davvero essere molto attenti nella nostra gestione perché ogni trasferta significa farsi almeno 400-500 chilometri. Ho letto i costi che team di vertice come la DP66 sostiene, noi siamo su quelle cifre per le nostre trasferte, ma per farlo dobbiamo ridurre il numero degli atleti in gara, quindi pro capite paghiamo molto di più. Molti ragazzi per questo seguono di base il calendario dell’Adriatico Cross Tour, che consente trasferte molto più abbordabili.

Vi sentite una sorta di mosca bianca nel panorama del Centro-Sud d’Italia?

Non come prima. Devo constatare con piacere che rispetto a qualche anno fa c’è maggior movimento, ci sono realtà che si stanno affermando da noi nelle Marche come nel Lazio o in Puglia e questo è un segnale molto positivo.

Per il team l’attività preminente resta nell’Adriatico Cross Tour, più vicino come distanze
Per il team l’attività preminente resta nell’Adriatico Cross Tour, più vicino come distanze
Che cosa vi aspettate ora?

Gennaio è il mese dei campionati italiani, differenziati con le gare assolute per le categorie internazionali a Ostia Antica (RM) e quelle per le categorie giovanili a fine mese a San Fior (TV). Passato gennaio ci concentreremo sulla programmazione per la mountain bike: chi non ha fatto attività invernale esordirà nello stesso mese, chi viene dal ciclocross partirà a marzo. Pronostici non ne faccio, contiamo di continuare sulla stessa falsariga delle ultime settimane.

Chiuso il Giro d’Italia. La rosa a Pavan e Gariboldi

19.12.2022
5 min
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Per alcuni ciclocrossisti la corsa a Vermiglio non è finita sul traguardo, per meglio dire a quel punto ne è cominciata un’altra, verso l’aeroporto e poi Gallipoli, a Lecce, dall’altra parte dello Stivale. C’era da onorare la tappa finale del Giro d’Italia, per molti la caccia alla maglia rosa era l’appuntamento fondamentale per mettere un punto fermo alla stagione.

Condizioni di gara quasi opposte a quelle della sfida di Coppa del Mondo. Se lì dominavano la neve e soprattutto il freddo, in Puglia si gareggiava in condizioni climatiche ben differenti: temperatura oltre i 20°, quasi si fosse a inizio stagione sul finire dell’estate, percorso filante con passaggi sulla spiaggia e quindi sulla sabbia. Un salto enorme, eppure assorbito quasi con nonchalance dai protagonisti.

Per Pavan, già in rosa da U23, quarta vittoria consecutiva al Giro 2022 (foto Paletti)
Per Pavan, già in rosa da U23, quarta vittoria consecutiva al Giro 2022 (foto Paletti)

Il corridore più completo

Ad esempio da Marco Pavan, assoluto dominatore della challenge, che ha bagnato la sua maglia rosa con un’altra vittoria: «E’ stata una bella esperienza. Il Giro d’Italia da elite non lo avevo mai vinto e non è cosa da poco perché questa challenge premia alla fine il corridore più completo». Su questo aspetto il portacolori della Cicli Cingolani (che subito dopo la chiusura della gara ha portato i suoi ragazzi in ritiro prenatalizio a Pianetto d’Ostra, nei pressi di Senigallia nella zona del negozio) mette l’accento.

«Il Giro d’Italia di quest’anno ha davvero attraversato l’Italia proponendo gare sempre diverse: si andava al Nord e al Sud, si andava per mare e per montagna, c’erano percorsi con forti salite ma anche sabbiosi, insomma tante varietà anche dal punto di vista paesaggistico e questo ha influito anche dal punto di vista tecnico, perché bisognava essere competitivi su ogni terreno».

Tommaso Ferri, 3° a 2’02” da Pavan. Il piazzamento gli è valso la maglia rosa U23 (foto Paletti)
Tommaso Ferri, 3° a 2’02” da Pavan. Il piazzamento gli è valso la maglia rosa U23 (foto Paletti)

Le conseguenze di Vermiglio

Pavan a Gallipoli ha fatto gara di testa, dimostrando di aver ben assimilato lo sforzo di meno di 24 ore prima: «La mia fortuna è stata uscire indenne da Vermiglio… La gara di Gallipoli era chiaramente ad altri livelli, mi sono adattato abbastanza bene al diverso percorso in una gara che come sempre è stata ben curata».

Come Pavan, anche la sua compagna di colori Rebecca Gariboldi ha firmato a Gallipoli la sua prima maglia rosa, sugellandola con una vittoria: «A differenza di Marco, io sono uscita da Vermiglio quasi con le ossa rotte. Partivo da dietro, ho trovato molti ostacoli lungo il percorso nel senso di avversarie da superare e qualche volta gli stop hanno portato a cadute su quel percorso infido, così ho finito con una marea di ammaccature che a Gallipoli si sono fatte sentire».

Rebecca Gariboldi aveva già vinto il Giro da esordiente 2° anno (foto Paletti)
Rebecca Gariboldi aveva già vinto il Giro da esordiente 2° anno (foto Paletti)

Tutto cambia in 24 ore

Il passaggio così repentino da condizioni climatiche così diverse non è stato invece un problema: «Dal freddo al caldo non è così brutto, sarebbe stato molto peggio il contrario. La trasferta non è stata così pesante, avendo preso l’aereo, la mia difficoltà sono state le… botte. D’altro canto noi ciclocrossisti siamo abituati a gareggiare di continuo, ci sono settimane anche con 4 gare, bisogna organizzarsi bene con gli spostamenti, ma fanno parte del gioco».

Il percorso pugliese era decisamente più agevole: «C’era tanto da correre a piedi, ma a 20° si affronta senza problemi. Anch’io ho apprezzato molto il fatto che il Giro raccolga esperienze di ciclocross così diverse. Questa di Gallipoli per me era la prima volta sul primo gradino del podio e mi ha dato grande soddisfazione, oltretutto in un periodo nel quale non mi sento ancora nella mia forma migliore».

La premiazione di Alice Sabatino, vincitrice un po’ a sorpresa tra le junior (foto Paletti)
La premiazione di Alice Sabatino, vincitrice un po’ a sorpresa tra le junior (foto Paletti)

Una rosa arrivata in extremis

Per tradizione il Giro d’Italia riserva sempre sorprese all’ultima tappa e quella di Gallipoli non si è discostata: nella prova delle junior tutti alla vigilia avrebbero scommesso sulla vittoria della italo-albanese Nelia Kabetaj, invece la portacolori della Zhiraf Guerciotti è incappata in una giornata no conclusa con un ritiro, spianando la strada verso il trionfo ad Alice Sabatino (Jam’s Bike Team Buja): «Non me lo aspettavo, anche se in classifica ero a un punto da lei. Non ero venuta a Gallipoli per la maglia bianca, ma ora me la godo, oltretutto avendo affrontato la gara in condizioni difficili, riuscendo ad arrivare in extremis dopo che ci avevano cancellato l’aereo».

I ragazzi del Team Cingolani sottolineavano come il Giro sappia premiare sempre la costanza di rendimento in condizioni sempre diverse e la vittoria finale di Ettore Prà fra gli junior sembra essere la conferma. Il portacolori della Hellas Monteforte ha conquistato la maglia solamente all’ultima tappa: «Spero che questo sia sufficiente per farmi guadagnare una convocazione in nazionale, il mio sogno. La condizione è in crescita, vado meglio a ogni gara. Gallipoli era ideale per me, nelle gare dove c’è da correre tanto mi trovo a meraviglia, ma il percorso non era semplice, fra vento e pozzanghere. Una maglia da dedicare ai tecnici: io con gli atleti ho preso l’aereo e in un’ora e mezza ero qui, gli altri con il furgone si sono fatti 12 ore di strada…».

Ettore Prà in azione. Il veneto punta ora con decisione alla maglia azzurra (foto Paletti)
Ettore Prà in azione. Il veneto punta ora con decisione alla maglia azzurra (foto Paletti)

E ora, Giro delle Regioni…

Il Giro d’Italia va così in archivio, non altrettanto per l’Asd Romano Scotti che già sta affilando le armi per lanciarsi nella nuova avventura del Giro delle Regioni, che il 23 dicembre a Noci vivrà la prima delle due tappe della sua “edizione sperimentale”. La manifestazione rosa resterà comunque nel solco della sua tradizione, troppo importante e sentita nel panorama nazionale soprattutto nella conformazione attuale, che colloca la challenge soprattutto come primo vero test stagionale con le sue tappe di ottobre. Di storie da scrivere ce ne sono ancora tante…

Pavan e Gariboldi. Il Team Cingolani si prende Follonica

30.10.2022
6 min
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Due corse quasi identiche, per uomini e donne. E a gioire sono sempre i colori del Team Cingolani. Rebecca Gariboldi e Marco Pavan dominano nettamente la quarta tappa del Giro d’Italia Ciclocross, sotto il solleone di Follonica.

Come avevamo scritto in precedenza, il caldo si è preso la scena e per le due maglie rosa si è fatto sentire ancora di più. Rebecca e Marco infatti hanno dovuto indossare il body di leader e questo, ironia della sorte (o logica di stagione) era a maniche lunghe!

Gariboldi regina

«Se avessi potuto avrei corso in canotta – ha detto subito dopo l’arrivo la Gariboldi – mamma che caldo!».

Rebecca è stata sempre in controllo. Tranquilla. Chiamava le doppiate quando doveva passare con tutta calma. L’idea è che abbia cambiato qualcosa rispetto allo scorso anno. Tra l’altro ci è sembrata anche più “muscolata”.

«Cosa ho cambiato? Diciamo che ogni anno si cerca di migliorare e mi conosco di più. Quest’anno in particolare con la squadra e il mio allenatore, Giovanni Gilberti, stiamo lavorando molto sulla tecnica. Sono lavori che facciamo in gruppo con la squadra, che ci sta dando un grande supporto, grazie a Francesco Cingolani».

«E quando dico lavori tecnici intendo proprio degli specifici con la bici da ciclocross. Perché la parte a secco e quella di propriocezione già la curavo da anni».

«Più muscolata? Sono contenta che me lo diciate! Sono anni che cerco di mettere su un po’ di massa e un po’ di forza. Perché poi è quello che serve (e infatti nel tratto pedalato spingeva bene il rapporto, ndr) a livelli alti. Quando vedi in tv le ragazze che fanno ciclocross in Belgio spingono rapporti quasi da strada».

Anfiteatro top

Ma oltre al caldo, sul quale non ci si poteva fare nulla, il tema della quarta tappa è stato il percorso. Si è corso in un anfiteatro dal quale in ogni punto si vedeva l’intero tracciato. Tracciato disegnato da Fausto Scotti.

«Avevamo corso qui anche lo scorso anno – ha detto il patron del Giro d’Italia Ciclocross – ma poi ero tornato anche questa estate per un sopralluogo. Volevo fare, e si dovevano fare, per richiesta del Comune, alcune modifiche. E così ho inserito un paio di traversi in più. Credo che con tutte quelle rampe sia stato davvero duro».

E la Gariboldi conferma: «Tracciato veloce sì, ma davvero impegnativo. La parte delle rampe era tutta concentrata e bisognava dosare bene le energie. Anche perché non potevi rilassarti troppo in quella più pedalata».

«La scalinata – riprende Scotti – che non abbiamo potuto utilizzare, alla fine si è trasformata in una piccola tribuna per gli spettatori. E’ stato un tracciato ben ponderato anche per essere seguito dagli addetti della sicurezza, per i media… Ci sono 1.600 paletti di legno e una squadra è sempre pronta con la mazza ad intervenire in caso di necessità».

Rivincita Pavan

Ieri a Brugherio, Pavan non era stato fortunato. Aveva rotto i Boa delle scarpe. Oggi voleva a tutti i costi rifarsi. E ci è riuscito alla grande. Alla prima curva era terzo, alla quinta era secondo, a metà giro era in testa. E lì in pratica è finita la gara. Nonostante un ottimo e sempre grintoso Antonio Folcarelli. 

«Volevo rifarmi e fare vedere che ieri solo un problema mi aveva fermato – ha detto Pavan – Oggi volevo dimostrare quanto valgo. Nei primi giri ho cercato subito di creare un gap. Ho preso questi 15” e da lì ho pensato a gestire: senza né perdere né guadagnare».

La cosa che ci ha colpito del piemontese è che rispetto agli altri si presentava sotto le rampe con una velocità altissima. E in pratica fino a metà non pedalava, nonostante pendenze mostruose.

«Era un percorso molto impegnativo che presentava molte rampe lungo le quali non ti potevi risparmiare. Avere sempre un buon ritmo era fondamentale. Per questo cercavo di accelerare al massimo prima delle rampe: volevo spendere il meno possibile su di esse, perché se ti metti a spingere da sotto sprechi davvero tanto. Così un istante prima del “muro” cambiavo e allegerivo al massimo, per ritrovare il rapporto giusto (aveva un 42×33 come più leggero, ndr) quando finiva la spinta». 

«Le gomme? Stamattina avevamo provato quelle super scorrevoli ma erano troppo scivolose. Alla fine abbiamo scelto questo setup: scorrevole davanti, tassellata da fango dietro. In più avevo la borraccia… che con questo caldo e il body della maglia rosa lungo era d’obbligo».

Al Giro emerge Pavan, ciclocrossista fino al midollo

17.10.2022
5 min
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Terza tappa del Giro d’Italia di ciclocross a Porto Sant’Elpidio, con un caldo tipico di mesi diversi da quello di ottobre che ha reso il percorso, già impegnativo di per sé per un’altimetria più pronunciata rispetto alle prove precedenti, ancora più duro e polveroso. Si comincia a fare sul serio, la condizione cresce e i responsi della gara marchigiana sono stati diversi da quelli delle tappe precedenti, anche perché nel contempo è iniziata la “diaspora” dei ciclocrossisti italiani verso l’estero. Il gruppo della Selle Italia Guerciotti Elite è andato a gareggiare in Svizzera con buoni risultati (5° Bertolini, 2a la Casasola), la nazionale di Pontoni ha iniziato la sua campagna in Spagna con un bellissimo tris maschile fra gli junior con Scappini, Cafueri e Paccagnella con l’aggiunta della Zontone 2a nella gara Elite femminile.

Il podio maschile, per Pavan è la prima maglia rosa da Elite (le foto sono di Lisa Paletti)
Il podio maschile, per Pavan è la prima maglia rosa da Elite (le foto sono di Lisa Paletti)

Il regalo di compleanno

Non per questo le gare del Giro a Porto Sant’Elpidio sono state di minor rilevanza, hanno anzi messo in luce non solo personaggi ma anche temi, ad esempio attraverso Marco Pavan, vincitore della prova Open con tanto di conquista della maglia rosa a scapito dello stesso Bertolini. In certi casi vien da dire che gli assenti hanno torto, sarà vero per l’evento in questione? Quel che è certo è che Pavan non ha rubato nulla e anzi la sua vittoria è caduta in una ricorrenza particolare.

Il piemontese ha infatti potuto festeggiare nel migliore dei modi il compleanno che cadeva questo lunedì: «Vestire la maglia rosa è stato un bellissimo regalo, conquistato sul campo perché la gara è stata lottata fino all’ultimo e ho dovuto dare fondo alle mie energie per compiere l’azione decisiva. Ci tenevo a vincere visto che siamo nella terra del mio sponsor Cingolani».

Ancora una buona prova per Luca Paletti, finito terzo dietro Pavan e Tommaso Ferri
Ancora una buona prova per Luca Paletti, finito terzo dietro Pavan e Tommaso Ferri

Il paladino degli specialisti puri

Pavan compie oggi 22 anni, ma il particolare periodo stagionale del ciclocross gli fa compiere anticipatamente il salto nella categoria Elite. Il piemontese era già stato vincitore fra gli Open, due anni fa nella “sua” Osoppo, ma rispetto ad allora molto è cambiato: «Sono cresciuto tanto da allora, soprattutto a livello di esperienza. In questi due anni sono arrivate tante prove all’estero, addirittura la partecipazione a europei e mondiali seppur di categoria. Diciamo che c’è stato un cammino del quale questa vittoria marchigiana fa sicuramente parte perché la conclusione dello stesso spero e penso sia ancora lontana».

Il portacolori della Cicli Cingolani fa parte di una categoria di ciclocrossisti che in Italia sembra quasi sparita, quella degli specialisti puri, perle rare nell’epoca della multidisciplina che ormai anche da noi è esplosa come una moda. Marco infatti si dedica anima e corpo al ciclocross. Che cosa avviene però a stagione finita? «Non resto certo con le mani in mano, mi dedico alla mtb ma senza grandi risultati. E’ un impegno diverso rispetto a quello invernale, diciamo che affronto le gare in mountain bike sempre nell’ottica della preparazione per il ciclocross, per mantenermi in allenamento. Per me il ciclocross è molto importante, è giusto che concentri i miei sforzi verso ciò che può portarmi lontano».

Prima vittoria al Giro 2022-23 per la Gariboldi, pronta a dare la caccia alla maglia azzurra
Prima vittoria al Giro 2022-23 per la Gariboldi, pronta a dare la caccia alla maglia azzurra

Gariboldi a suo agio nella… polvere

La sosta del Giro, che riprenderà il 30 ottobre a Follonica, consente a Pavan di affrontare con ottimo spirito il prossimo fine settimana, quello del suo esordio stagionale all’estero: «Andremo a gareggiare in Francia e Svizzera dove conto di continuare questo percorso di crescita per poi essere pronto per difendere la maglia. Anche perché all’orizzonte ci sono le convocazioni per gli europei di novembre: so che sarà difficile, ma tornare a vestire la maglia azzurra non può non essere un obiettivo primario».

Senza la Casasola, nuova leader anche al femminile con Rebecca Gariboldi che ha concretizzato la grande giornata del Team Cingolani cancellando le difficoltà vissute la settimana prima con il vento di Osoppo. Dietro la Gariboldi una pioggia di atlete giovanissime, fra under 23 e juniores, a testimonianza di un profondo ricambio in atto soprattutto a livello femminile e fra queste spicca la vittoria fra le più giovani di Nelia Kabetaj, figlia di immigrati dall’Albania: «Mi sono allenata tanto per arrivare a questo momento, alla conquista della maglia bianca che rappresenta il mio ringraziamento alla mia famiglia e a tutte le persone che mi sono state accanto specialmente durante il difficile anno scorso. Ora farò di tutto per difendere questo simbolo».

La premiazione di Nelia Kabetaj, una delle novità della stagione sui prati
La premiazione di Nelia Kabetaj, una delle novità della stagione sui prati

C’è fervore fra gli junior

Anche fra i pari età c’è grande sommovimento, evidente non solo dai risultati esteri. Colui che aveva stupito tutti a Osoppo, Alan Zanolini è andato a conquistare uno splendido podio in Svizzera, nel frattempo la maglia rosa Tommaso Bosio (Gs Sorgente Pradipozzo) è caduto in corsa perdendo il treno delle prime piazze.

Ad approfittarne è stato Ettore Prà (Hellas Monteforte) che teneva forse più degli altri alla vittoria: «L’inizio di stagione non era stato semplice, è stata una corsa vissuta sul filo del rasoio, ma al successo tenevo particolarmente per dare una svolta all’annata. Ora non potrà che andare meglio». La maglia però è di Mattia Stenico, trentino della Sorgente Pradipozzo finora risultato il più costante e reduce anche da una stagione di mtb da vero protagonista.