Con il modello Silvelle, Guerciotti cala un bel tris. La Eureka CXS resta il top di gamma del catalogo ciclocross, la Madame è la bici versatile per le ragazze, mentre Silvelle è una sorta di (ambizioso) medio di gamma. Anche grazie ad essa, si conferma una volta di più la vocazione crossistica dell’azienda milanese, con un’offerta ampia e davvero interessante.
Silvelle è una bici approvata UCI, un fattore non banale in questa fascia del mercato, quindi adatta a gareggiare anche nelle competizioni internazionali e campionati ufficiali di categoria. L’abbiamo provata.
La Silvelle del test
Una taglia media con il passo complessivo di poco superiore al metro, l’angolo del piantone a 74°, mentre quello dello sterzo è di 72°. Taglia per taglia, ha uno sterzo di dimensioni ridotte (nella taglia in test è di 105 millimetri), che conferma il DNA da ciclocross. E’ buona l’altezza da terra: 25 centimetri (misurati dalla scatola del movimento centrale e con le gomme da 33) che rende la Silvelle facile da portare al di sopra degli ostacoli. Ma il vantaggio principale arriva dall’ampio passaggio per le ruote (forcella e tutto il carro posteriore), fattore che limita gli accumuli di fango. A conferma di questo, abbiamo estremizzato la nostra prova montando anche dei tubeless da 40. Una gravel da gara? Ci può anche stare, ma con tracciati dal chilometraggio contenuto.
La trasmissione è Shimano GRX 812 1×11 (monocorona da 40 denti), le ruote sono Ursus Orion in alluminio (gommate Challenge Grifo Wire) e la sella è di Selle Italia in versione XLR. Piega, attacco manubrio e reggisella (rotondo da 27,2 millimetri) sono in alluminio QTC.
Il telaio e la forcella della Guerciotti Silvelle sono in carbonio. Il peso rilevato è di 8,8 chilogrammi, con un prezzo di listino di 3.885 euro.
Come va
Il primo aspetto che emerge è l’agilità e la facilità con la quale si entra in curva e nei passaggi più stretti, quelli dove è fondamentale chiudere la traiettoria interna. Un fattore da considerare e per nulla banale, non comune a prodotti che cercano di abbinare la tecnica ad un prezzo adeguato.
L’avantreno è piuttosto sostenuto, non troppo rigido e diretto nelle risposte, ma al tempo stesso è stabile e semplice da gestire anche quando la velocità di alza. Non ha mai mostrato del sottosterzo. La Guerciotti Silvelle è un buon compromesso, sia intesa come bicicletta ampiamente sfruttabile dalle categorie giovanili sia per gli amatori che usano il ciclocross come attività invernale.
Il retrotreno è da Dottor Jekyll e mister Hyde, reattivo il giusto e con una lunghezza adeguata (42,5 centimetri) per garantire trazione e “spalmare” i colpi che inevitabilmente si prendono quando si pratica ciclocross. Ha una trazione esemplare, non comune in questa categoria di biciclette. E’ necessario lavorare con la pressione delle gomme e con la tipologia di ruote (per chi pratica abitualmente cx è la normalità), ma la stabilità del carro è “tanta roba”. A nostro parere è merito anche del piantone con una forma non esagerata, che asseconda il comportamento degli obliqui e del loro innesto (che ha una forma particolare). Inoltre, si ha la sensazione costante di pedalare su una bici robusta e sostanziosa, che non guasta mai.
In conclusione
Non è facile trovare una bella bicicletta che si posizioni al di sotto dei top di gamma, fatta bene e moderna, che funzioni bene e gratifichi nelle fasi di guida più tecniche. Guerciotti Silvelle è questa bici. Pur pagando qualcosa nei termini del peso (anche l’allestimento è da considerare), ci troviamo a raccontare un prodotto che alza l’asticella di questa fascia del mercato e lo fa contenendo il prezzo.
Pochi fronzoli, certo alcune soluzioni di design che la rendono accattivante si vedono, ma diventano funzionali anche ad un pacchetto complessivo che vuole abbinare al meglio i diversi componenti. Ci piace immaginare la Silvelle come la naturale evoluzione (anche più performante) della storica Lembeek, bicicletta che ha segnato più di un’epoca per gli appassionati del ciclocross.