FAE’ D’ODERZO – Ai campionati italiani di cross, c’è un bel sole, quasi primaverile per essere il 12 gennaio. Il tracciato è quello storico del Ciclocross Internazionale del Ponte a Faè, senza difficoltà altimetriche, ma tecnicamente molto impegnativo. Molti fossi da attraversare in mezzo alle vigne e molto fango nonostante il meteo clemente, soprattutto nella zona del percorso che si sviluppa all’interno del bosco.
Le gare degli elite sono previste alle 14 per le donne e alle 14,50 per gli uomini. Pochi minuti prima della gara femminile Stefano Viezzi, forse il più grande talento italiano attualmente in circolazione, è salito sul palco per indossare la maglia tricolore della categoria U23, al centro di un podio completato da Stefano Scappini ed Ettore Pra.
Subito bagarre tra le donne
La favorita della gara femminile è Sara Casasola, reduce da ottime prestazioni in Coppa del mondo ma anche da un’influenza che l’ha tenuta lontana dalle corse per quasi un mese. Casasola però all’inizio sembra non risentirne e se ne va subito assieme a Carlotta Borello del Team Cingolani-Specialized.
Borello non si accontenta di una corsa a due e al secondo passaggio nel bosco attacca, approfittando del fondo sempre più pesante dove può far valere la sua potenza. Casasola invece in quel fango sbanda, annaspa, affonda e viene superata anche da Letizia Borghesi e Rebecca Gariboldi.
Casasola in crisi, Borello all’attacco
Quando l’ex campionessa italiana passa sotto l’arrivo, a due giri dal termine, ha quasi 50″ da Borello e saluta le possibilità di difendere il titolo. Nel frattempo Gariboldi si è lanciata all’insegnamento della battistrada: 12” all’ultimo passaggio sotto il traguardo, 5” a mezzo giro dal termine, e il bosco è di nuovo determinante. E’ lì infatti che avviene l’aggancio e inizia un duello spalla a spalla.
E però in quel momento, quando tutto farebbe pensare che l’inerzia della gara sorrida a Gariboldi, Borello riprende vigore, come per magia, e stacca di nuovo la rivale.
Finale thrilling
Ma questa gara di cross sembra diretta da un regista fin troppo amante dei plot twist e nei successivi 15 secondi succede quanto segue. Gariboldi rientra dal nulla e riprende Borello superandola a doppio velocità, tanto da pensare che la piemontese abbia avuto un problema meccanico. Un attimo dopo, quando mancano 400 metri all’arrivo e le insidie sono quasi finite, Gariboldi scivola giusto nell’ultima svolta del tratto nel bosco.
A quel punto le difficoltà tecniche sono terminate e Borello ha potuto andarsene per l’ennesima volta solitaria, questa volta in maniera definitiva, e festeggiare il suo primo titolo tricolore elite. Seconda Gariboldi a 7”, terza Borghesi a 30”.
Borello è raggiante al termine della gara e un po’ per l’emozione, un po’, forse, per la lotta serrata, le parole che dice sono poche, ma significative: «Dopo tanti anni che ci provavo ce l’ho fatta. Non so cosa dire, se non che sono sono davvero contentissima».
Tra gli uomini tutti contro Fontana
Alle 14,50 è il momento dell’ultima gara, quella degli uomini elite, la gara più lunga, la gara più attesa. Il campione in carica è Filippo Fontana e a cercare di sfilargli la maglia dalle spalle ci sono corridori come Gioele Bertolini, Jakob Dorigoni, Federico Ceolin e Antonio Folcarelli. Al termine del primo giro in testa c’è un terzetto composto da Federico Ceolin, Antonio Folcarelli e Gioele Bertolini.
Dorigoni è poco dietro ma il primo colpo di scena è che Fontana, il favorito, ha avuto un problema tecnico (ovviamente nel bosco) e transita addirittura decimo a quasi 40’’ dalla testa. Nel bosco c’è molto da correre, soprattutto a questo punto della giornata in cui il terreno è ancora più pesante.
Bertolini e Ceolin davanti, Fontana insegue
Ceolin e Bertolini sembrano i due più in forma, ne approfittano e se ne vanno. Intanto Fontana è segnalato in leggero recupero, settimo, ma sempre con circa 35” di ritardo. Tanti, molto probabilmente troppi per sognare in grande. Bertolini continua a spingere anche nel terzo, quarto e quinto giro (saranno sette quelli totali) e Ceolin un po’ alla volta sembra pagare. Perde qualche metro, rientra, riperde, rientra ancora.
D’altronde Bertolini non è solo più esperto (’95 vs ’00) ma è anche più avvezzo a questo tipo di gara, avendo già vinto il titolo italiano elite per quattro volte. I due di testa girano ad un ritmo costante compreso tra gli 8’02” e gli 8’05” a tornata, mentre dietro di loro Jakob Dorigoni nel corso del penultimo giro raggiunge Folcarelli.
Bertolini allunga, dietro cambia tutto
Poi è di nuovo il bosco – dove tutto sembra accadere in questi campionati italiani – a fare la differenza: Bertolini sfrutta due curve tecniche e se ne va. All’inizio dell’ultimo giro ha 7” di vantaggio sulla coppia formata da Dorigoni e Ceolin e 22” su Fontana, le cui possibilità non solo di vittoria ma anche di podio, a quel punto sembrano davvero ridottissime. E invece no.
All’inizio dell’ultimo passaggio nel bosco (e dove sennò) il campione uscente raggiunge i due inseguitori (da lui a lungo inseguiti) e completa così la sua rincorsa verso la zona medaglie. Sembra tutto deciso, un uomo solo al comando e tre a giocarsi le due piazze d’onore. Ma siccome oggi sembra che a dirigere le gare elite ci sia un regista fin troppo appassionato di plot twist, Bertolini questa gara rischia ancora di perderla, nel più beffardo dei modi.
Per un pelo
Sul rettilineo finale rallenta, dà il cinque agli spettatori, si gode gli ultimi metri di gloria dopo un’ora corsa senza respiro. Fa tutto questo, però, senza accorgersi che dietro di lui sta arrivando fortissimo Filippo Fontana che per poco, anzi pochissimo, non lo infila sotto lo striscione.
Se la linea d’arrivo fosse solo venti metri metri più avanti nell’albo d’oro dei campionati italiani di cross 2025 ci sarebbe un altro nome. Invece la cronaca racconta che Gioele Bertolini conquista il suo quinto titolo nazionale elite (in apertura il podio), con 2” di vantaggio su Filippo Fontana, autore di un pazzesco ultimo giro corso in 7’41”. Terzo, a 14’’ dal vincitore, un comunque grande Federico Ceolin.
Gioele Bertolini ha riassunto così la sua giornata: «Il percorso di Faè è sempre molto duro, e nel boschetto al primo giro è successo di tutto. Per fortuna sono riuscito a non perdere troppo e sono rientrato quasi subito in testa. Ho cercato di imporre il mio ritmo e piegare Ceolin in questo modo, perchè oggi era davvero in forma. Cercavo di seguire lo speaker per capire dove fossero Dorigoni e Fontana perché sapevo che stavano arrivando su forte, poi per fortuna all’ultimo giro ho preso un po’ di gap che mi è bastato per rivestire questa bellissima maglia».