Slovenia Green Wellness Route, in sella nel relax delle Spa

03.09.2022
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Un’occasione unica di scoperta del territorio, che abbraccia l’idea di una vacanza rilassante e benefica, unita al fascino e all’attività salutare della pedalata. E’ la descrizione perfetta del nuovo itinerario ciclo-turistico chiamato Slovenia Green Wellness Route. Sarà percorribile dal prossimo ottobre e sarà un viaggio nelle migliori Spa slovene, certificate Slovenia Green. Si attraverseranno splendidi territori in un percorso ad anello che da Lubiana accarezza le Alpi di Kamnik e della Savinja, per poi planare sulla pianura pannonica verso il confine meridionale. 

La Slovenia continua a sorprendere, con nuovi modi di viverla e di scoprirne il territorio in chiave assolutamente sostenibile e sempre accogliente. Il contesto scelto sono le porte dell’autunno dove la flora viene baciata dalla luce con riflessi ramati e dove le giornate si fanno man mano più fresche. La stagione ideale per pensare a una vacanza relax, che possa donare piacevoli momenti di benessere, adottando un modo di viaggiare lento e green. Il tutto per godere pienamente del Patrimonio naturale e del fascino delle località termali slovene.

La Slovenia ha una natura rigogliosa e un turismo eco sostenibile
La Slovenia ha una natura rigogliosa e un turismo eco sostenibile

Tra cibo e relax

L’eco-mobilità è un punto cardine del turismo nel Cuore Verde d’Europa. Da questo presupposto è nata la Slovenia Green Wellness Route, ciclabile che unisce le terme naturali e i centri termali sloveni, il ciclismo e l’ospitalità sostenibile. Un modo originale di approcciarsi alla Slovenia e di conoscere questo territorio che continua ad affermarsi quale destinazione green, entrando in sintonia con le persone, il cibo, la natura e il paesaggio di un Paese che ha saputo essere lungimirante, combinando il benessere dell’attività fisica e il relax in spa, con acque termali e invitanti trattamenti wellness

Un mantra che già ci era stato anticipato nella scoperta del Green Gourmet Route, il percorso ciclo-turistico dedicato all’aspetto gastronomico del Paese.  Queste vie del benessere prendono vita dall’Ente per il Turismo Sloveno, in collaborazione con l’Associazione delle Terme Slovene, il Consorzio Green Slovenia e le destinazioni partecipanti. Infine anche Visit GoodPlace, agenzia di viaggi boutique specializzata nell’offerta di tour in bicicletta sostenibili.

Tutto a misura di bici. Gli itinerari sono rivolti alle due ruote e al turismo slow
Tutto a misura di bici. Gli itinerari sono rivolti alle due ruote e al turismo slow

Rigorosamente green

Una vacanza attiva e salutare, ma anche un momento per se stessi da vivere seguendo i propri tempi, grazie al tour ben segnalato e semplice da seguire. Per la pianificazione del viaggio infatti è possibile avere in dotazione una mappa interattiva. Sarà presente la segnalazione dei centri termali, dei luoghi dove soggiornare e di quelli consigliati per assaporare la cucina slovena. Sono inoltre segnalate cinquecento attrazioni indicate lungo il percorso.

La Slovenia Green Wellness Route è un tour ecologico e a basso impatto ambientale. In questo itinerario, infatti, sono inserite esclusivamente le destinazioni che hanno ottenuto il certificato Slovenia Green, dimostrando impegno per un futuro sempre più “verde” e promuovendo lo sviluppo sostenibile del turismo.

Il percorso

Un itinerario da percorrere in libertà sulla propria bicicletta, immersi nella natura, tra i ruscelli e i vapori termali. Un percorso da respirare a pieni polmoni, capace di rigenerare mente e corpo attraverso l’attività del ciclismo e degli effetti benefici delle acque termali. Sarà difficile non innamorarsi della Slovenia, dei suoi paesaggi, dell’accoglienza dei suoi abitanti, del cibo delizioso e genuino che si potrà assaggiare lungo il tour. 

Sedici giorni e altrettante tappe suggerite, per una lunghezza totale di 640 chilometri, con un’altitudine massima di 940 metri.  Così si presenta l’itinerario completo, che può essere frazionato e personalizzato a piacimento, sia per quanto concerne le soste, sia nei tempi di percorrenza. 

La ciclovia collega le migliori terme slovene attraverso meravigliose strade affacciate su panorami scolpiti dalla natura e splendide cittadine. Partendo da Lubiana, si sfiorano le Alpi di Kamnik e della Savinja,  per poi pedalare tra le colline del vino e dei vitigni puntellate dai filari, sino alle ampie distese della pianura pannonica e tra i più dolci pendii collinari in direzione del confine meridionale, dove ci si immerge nella quiete del Parco Regionale Kozjansko. Qui si incontra Kostanjevica, nota anche come la “Venezia slovena” e il castello di Otočec, che si erge su un’isola nel mezzo del fiume Krka e regala un panorama molto scenografico. Il tour prosegue e si conclude con il ritorno nella capitale, in un disegno ad anello. 

A ciascuno la sua Spa

Ogni tappa è studiata per coprire una lunghezza media di 40 km, lasciando il tempo necessario per godersi i centri termali e i trattamenti benessere in tutta calma, rilassando i muscoli e la mente dopo la pedalata. Slovenia Green Wellness Route raggiunge oltre 10 centri termali, in cui provare diversi trattamenti benessere o semplicemente rigenerarsi tra acque termali e vapori, aria salubre e cibi genuini. 

La vasta proposta di strutture permette di trovare i propri comfort assecondando ogni esigenza. A partire dalle terme di Snovic, un vero e proprio eco-mondo dedicato al wellness con tanto di riviera termale al coperto e una bellissima area esterna, fino alle terme di Dobrna, le più antiche della Slovenia, passando alle terme di Laško, cittadina conosciuta per la tradizione birraia, la cui acqua è fonte di salute, passando per il centro termale Olimia, una delle prime destinazioni del Paese quando si parla di benessere. E ancora, Rimske, con piscine calde e fredde già utilizzate dagli antichi romani, senza dimenticare i numerosi centri medicali per la salute cardiovascolare o respiratori. Sedici giorni saranno sufficienti per provarle tutte. E’ possibile scegliere di percorrere la Route anche in un weekend lungo o in una manciata di giorni. Basterà fare una selezione delle mete preferite e muovendosi in treno oltre che in bicicletta. 

GreenWellnessRoute

L’estate in salita di Mohoric. A tu per tu con Matej

12.08.2022
4 min
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Abbiamo tutti ancora negli occhi la sua impresa nella discesa del Poggio. Grazie al reggisella telescopico e alle sue doti di guida, Matej Mohoric ha vinto una Sanremo che proprio in virtù della sua intuizione resterà storica. Una planata così in quel toboga ligure è da antologia dello sport e non solo del ciclismo.

Mohoric è un corridore che attacca, aiuta, alza le braccia al cielo. Un corridore così lo vorrebbero tutte le squadre. Ma qualcosa si è inceppato durante l’ultimo Tour de France. Parlando dello scarso rendimento della Bahrain Victorious in Francia, Pellizzotti stesso ci ha raccontato di un Mohoric sotto tono e quando uno così non va la sua “assenza” si sente. Di questo, e non solo, parliamo direttamente con l’asso sloveno.

Matej in azione sulle strade del Tour. Miglior piazzamento per lui il 31° posto nella crono di Copenhagen alla prima tappa
Matej in azione sulle strade del Tour. Miglior piazzamento per lui il 31° posto nella crono di Copenhagen alla prima tappa
Matej, Pellizotti ci ha detto delle tue difficoltà di salute al Tour: come mai?

Al Tour non mi sentivo come mi aspettavo, tanto più secondo le sensazioni che avevo prima della gara e quelle al Giro di Slovenia (dove stava alla grande, ndr). Mi sentivo vuoto, senza energie, come se avessi avuto un limitatore. Ci sono stati giorni che mi sentivo leggermente meglio e giorni nei quali invece mi sentivo male. Non riuscivo a dare tutto. Ho sempre sperato di passare le difficoltà, per questo sono rimasto in gara.

Cosa è successo secondo te?

I test del Covid erano sempre negativi, oltre la stanchezza non avevo sintomi. I test dopo il Tour invece hanno confermato che ho passato sia infezione di Covid che infezione di EBV (una sorta di mononucleosi, ndr). Ora sto cercando di recuperare. Ci vogliono solo la pazienza e il tempo.

Sei un corridore sempre molto attivo, vai in fuga, lotti: come ti sei sentito a non poter fare tutto ciò?

Mi sentivo al 60% del mio livello normale. Quando non sei al top è sempre difficile. Non essere fisicamente al 100% al Tour poi è ancora più difficile, perché è un obbiettivo importante per tutti e per questo il livello generale è più alto rispetto alle altre gare. Comunque ho sempre aiutato i compagni, non mi sento completamente deluso del mio lavoro. Ho fatto il massimo di ciò che potevo fare. Di certo ero dispiaciuto di non poter correre come quando sto bene. 

Lo sloveno ha pubblicato un libro, Mohopedija (scritto da Uros Buh), sulla sua vita (foto Instagram)
Lo sloveno ha pubblicato un libro, Mohopedija (scritto da Uros Buh), sulla sua vita (foto Instagram)
Ora come stai? E come hai recuperato dopo il Tour?

Devo ancora riposare. Purtroppo non riesco ancora ad allenarmi bene. Appena mi sentirò pronto, comincerò a prepararmi di nuovo. 

Quali sono i tuoi programmi da qui a fine stagione?

Per ora in programma ho Bemer Classic (Amburgo, ndr), Plouay, le prove in Canada e il mondiale. 

Sei molto legato all’Italia e gli italiani sono legati a te: c’è in particolare un posto dove ti piace correre da noi?

Sono sempre contento di tornare in Italia a correre, non importa dove. Certo però che dopo quest’anno tornare a Sanremo sarà sempre un’emozione! 

Un bel rapporto quello tra i mondiali e Mohoric. Matej vestì la maglia iridata U23 a Firenze 2013, poi passò alla Liquigas
Un bel rapporto quello tra i mondiali e Mohoric. Matej vestì la maglia iridata U23 a Firenze 2013, poi passò alla Liquigas
Hai una classica di fine anno, Tre Valli Varesine, Bernocchi, Lombardia, Pari-Tours, Coppa Sabatini…. o altre, che ti piacerebbe particolarmente vincere?

Sì ce l’ho ed è il Lombardia, ma sarà sempre più difficile riuscirci. Bisogna battere la nuova generazione con Pogacar, Remco e gli altri. Loro in salita vanno davvero forte. 

Mondiale in Australia. In Slovenia siete pochi ma buoni. Ci sarai dunque?

Penso e spero di recuperare in tempo. Di sicuro non vorrei viaggiare fino in Australia solo per partecipare.

Chi potrebbe essere il vostro leader, per Mezgec è troppo duro?

E’ sempre difficile dire quanto è difficile il percorso, cambia tanto in base a come viene interpretato in gara.

Il mondo di Pogacar nel racconto di Urska Zigart

03.08.2022
5 min
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Prima si è fatto trovare a Meaux, al via della seconda tappa del Tour de France Femmes. Poi Tadej Pogacar si è presentato nuovamente a La Planche des Belles Filles, dove la sua compagna Urska Zigart ha conquistato il 29° posto finale a 4’41” dalla Van Vleuten, migliore della sua squadra. L’avevamo incontrata all’Alpe d’Huez, il giorno dopo la legnata del Granon. Era sulle Alpi per un periodo di allenamento in vista del Tour e si era fatta trovare sul traguardo in cui Tadej avrebbe provato la prima risalita dopo la crisi.

Un’interessante intervista de L’Equipe, insieme a quello che abbiamo raccolto sulle strade francesi, offre un interessante punto di vista sulla vita di Pogacar e su come affronti i problemi.

Pogacar con Zigart al via della seconda tappa del Tour Femmes (foto B. Papon/L’Equipe)
Pogacar con Zigart al via della seconda tappa del Tour Femmes (foto B. Papon/L’Equipe)
Come sei arrivata al ciclismo?

Al liceo da qualche mese avevo problemi di anoressia, una forma abbastanza lieve. Mangiavo e mi sentivo in colpa. I miei genitori mi hanno aiutato molto e mi hanno evitato di finire in un centro specializzato, spingendomi a fare sport. Così ho iniziato a pedalare sempre di più e dopo il diploma mi hanno comprato una bici da corsa e mia madre ha chiamato il club di Lubiana, KD Rog, per vedere se potevo allenarmi con la squadra femminile. Le prime gare le ho finite sempre in ritardo, anche venti minuti. Una volta ricordo di essermi persa nel tentativo di trovare l’arrivo perché tutte le strade erano già state riaperte al traffico.

Non soffri più di anoressia oggi?

E’ una malattia mentale, può volerci molto tempo per uscirne, ma sono stata fortunata ad essere ben circondata e a non esserne stata gravemente affetta. Ne sono uscita con l’aiuto dello sport, ma è un problema che riguarda anche gli atleti. A volte, quando osservo certe ragazze o certi ragazzi, il modo in cui si comportano in relazione al cibo, mi ricorda quello che facevo io. Se posso, glielo racconto perché so che è un modo terribile di vivere. Tadej non ha mai avuto problemi con questo, ha un rapporto molto sano con il suo corpo.

Urska Zigart è nata nel 1996, corre con il Team Bike Exchange-Jayco dallo scorso anno
Urska Zigart è nata nel 1996, corre con il Team Bike Exchange-Jayco dallo scorso anno
Vi siete conosciuti attraverso il ciclismo?

Sì, nella Slovenia U23, nel 2017. Correvamo nello stesso club a Lubiana, ma non ci conoscevamo. Un giorno, durante un ritiro in Croazia, ci siamo ritrovati nello stesso gruppo a gareggiare negli sprint maschili e femminili. Lui aveva 17 o 18 anni e io due di più. Avevo già sentito il suo nome, visto che era arrivato terzo ai campionati europei di Plumelec nel 2016, ma non sarei stata in grado di dargli un volto. Alla fine della seconda serie di sprint, stavo davvero faticando, gli ho chiesto come si chiamasse e a quel punto ho capito perché stessi soffrendo così. Era già un vero talento. Eppure ricordo che nel 2017, quando arrivò 5° al Giro di Slovenia, studiava contemporaneamente perché doveva superare il diploma di maturità a fine mese. Siamo usciti insieme poco prima della sua vittoria al Tour de l’Avenir.

Come hai vissuto la sua prima vittoria al Tour de France, nel 2020, quando batté Roglic proprio a La Planche des Belles Filles?

Ero sul pullman della squadra, era l’ultima tappa del Giro Donne e non avevo quasi nessuna rete. Ho visto il suo tempo passare dal rosso al verde, ma non l’ho realizzato subito subito. Fu una giornata strana. Ero felice, ma la maggior parte della Slovenia era triste perché aveva battuto Primoz Roglic. Ci siamo sentiti un po’ in colpa e non abbiamo festeggiato questa vittoria come avremmo dovuto. Pochi giorni dopo, eravamo tutti e tre nella squadra slovena per i mondiali di Imola e nessuno sapeva cosa dire. Lo sport a volte è crudele…

Alpe d’Huez, Zigart in visita a Tadej nel giorno della prima reazione alla crisi del Granon
Alpe d’Huez, Zigart in visita a Tadej nel giorno della prima reazione alla crisi del Granon
Parlaci di Tadej…

Tadej è molto divertente, ma è stato messo sotto i riflettori molto velocemente (a 21 anni) e all’inizio ha faticato a mostrare questo aspetto di sé. Aveva paura di passare per quello che non è, mentre in realtà è molto umile. Nella sua squadra, fa di tutto per essere uno tra gli altri e perché tutti ricevano lo stesso trattamento. Penso che ciò che lo descrive molto bene, simbolicamente, sia la ciocca di capelli che spunta dal suo casco. E’ uno spirito libero, che va per la sua strada.

Insieme, avete creato il PogiTeam, una squadra di giovani corridori in Slovenia, attaccata al vostro club di Lubiana e che beneficia degli sponsor di Tadej…

In Slovenia, il ciclismo era uno sport minuscolo quando Tadej ha iniziato. In una squadra come la nostra non c’erano soldi e si doveva sempre riuscire a recuperare bici, abiti, scarpe. Avevamo solo attrezzature usate. L’idea è quella di aiutare i bambini ad essere ben attrezzati e questo forse ci permetterà di scoprire più talenti. Per il momento, questa squadra è una squadra di ragazzi ma alla fine vorremmo farne una per ragazze, magari la chiameremo Urska Team! Il ciclismo femminile è ancora tutto da costruire.

Al Giro di Slovenia, la visita era stata ricambiata da Urska
Al Giro di Slovenia, la visita era stata ricambiata da Urska
Lo scorso aprile, Tadej ha rinunciato alla Liegi per essere al tuo fianco, in Slovenia, al momento della morte di tua madre…

Gli ho detto che poteva rimanere in gara, ovviamente, ma ha preso il primo aereo per raggiungermi. Questi sono tempi dolorosi nella vita ed entrambi sappiamo che tra qualche anno ci renderemo conto di quanto fosse importante stare insieme. Più importante di una gara ciclistica. 

Tre settimane fa avete lanciato insieme una fondazione per aiutare a combattere il cancro.

Questa fondazione non è per mia madre. Vogliamo provare a raccogliere fondi per trovare cure per quante più persone possibile e permettere loro di trattarsi diversamente e, magari, di trascorrere più tempo con i propri cari. In Slovenia, dopo le sedute di chemioterapia, mia madre è stata rimandata a casa e, senza l’intervento di Inigo San Millan (medico e allenatore di Pogacar, ndr), non avrebbe potuto beneficiare delle ultime cure. Vogliamo solo che altre persone possano approfittarne.

Slovenia: un viaggio tra ciclismo, sport, storia e natura

17.05.2022
4 min
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Il Giro d’Italia prosegue nella sua lenta risalita dello stivale e domenica sul Blockhaus si è consumata una delle prime grandi battaglie, di gambe e testa, di questa Corsa Rosa. Giro che quest’anno avrà due “sfoghi” oltre confine: il primo è stato la partenza dall’Ungheria. Il secondo, invece, lo si avrà nel corso della tappa numero 19, quando i corridori si daranno battaglia in Slovenia, più precisamente nella valle dell’Isonzo.

Kobarid (Caporetto) è una delle città simbolo della Prima Guerra Mondiale
Kobarid (Caporetto) è una delle città simbolo della Prima Guerra Mondiale

Un salto nella storia

La carovana del Giro passando per questi territori attraverserà Kobarid (Caporetto), la città simbolo della Grande Guerra. Un luogo che ancora conserva il ricordo doloroso di una delle pagine più tristi del recente passato. Proprio su queste colline, in particolare sul Kolovrat, che sarà GPM di prima categoria, si apre quello che è il Museo Transfrontaliero, una testimonianza a cielo aperto di quello che è stato il periodo della prima guerra mondiale.

Fra trincee, grotte, caverne e torrette d’artiglieria i visitatori potranno immergersi nel ricordo più vivo. A Kobarid è da tempo aperto uno dei musei più importanti dedicati agli accadimenti della prima guerra mondiale. Premiato e riconosciuto come tale sia a livello nazionale che europeo. 

Gola della Forra del Soca, un luogo incantevole non molto distante da Kobarid
Gola della Forra del Soca, un luogo incantevole non molto distante da Kobarid

Un’immersione nella natura

L’Isonzo è un fiume piuttosto corto, misura solamente 135 chilometri, sorge nella Val Trenta, in Slovenia, e si tuffa nel Golfo di Trieste. Per quanto breve sia il suo percorso è ricco di colori e di paesaggi che lasciano a bocca aperta. Uno dei punti dove l’Isonzo sprigiona tutta la propria bellezza è la Grande Forra del Soca: una gola lunga 750 metri dove la roccia è stata levigata nei secoli dalla forza dell’acqua.

Il fiume è anche meta per i turisti che amano le vacanze “attive”. Infatti, nelle sue acque i più avventurieri potranno provare a domare la forza dell’Isonzo con i propri kayak. Anche gli amanti del trekking qui possono trovare la propria dimensione, i sentieri sono alla portata di tutti e ben segnalati. Uno dei più importanti è il “Sentiero della Pace” che con i suoi 520 chilometri collega lo Stelvio alla Marmolada unendo luoghi e località lungo il fronte italo-austriaco della Grande Guerra.

La cascata del Kozjak, alta 15 metri si trova nella gola dell’omonimo torrente
La cascata del Kozjak, alta 15 metri si trova nella gola dell’omonimo torrente

Sostenibilità Giro-E

Anche i partecipanti del Giro-E avranno la possibilità di pedalare e di scoprire le meraviglie del territorio sloveno. Nel corso di quella che sarà la 16ª tappa della prima corsa a tappe dedicata ai mezzi con pedalata assistita, i partecipanti partiranno dal Kobarid arrivando al Santuario di Castelmonte. Questa iniziativa si sposa perfettamente con lo stile di vita e con la filosofia di questo territorio, infatti, la Slovenia è all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità e lo stile di vita “green” delle proprie città. 

Lubiana, la capitale, è stata addirittura insignita di titolo di Best European Destination 2022. Riconoscimento raggiunto grazie alle sue tante aree verdi ed alla sua attenzione per quelli che sono lo stile e la qualità della vita. Un concetto che si amplia a tutto il territorio nazionale, la Slovenia è da anni il “Cuore verde dell’Europa”.

Un territorio di campioni

La Slovenia, a fronte di una popolazione di poco superiore ai 2 milioni conta una tradizione sportiva in costante crescita. Questo tema si collega facilmente alla sostenibilità, infatti, il popolo sloveno è attivo per i due terzi del suo totale in sport dilettantistico.

Muoversi è parte integrante della vita di questo popolo e le possibilità, anche dal punto di vista territoriale sono infinite. Se d’estate trekking e bicicletta la fanno da padroni, in inverno è lo sci lo sport più amato.

A noi appassionati di ciclismo, quando si mettono insieme Slovenia e sci, non può che venire in mente il nome di Primoz Roglic. Un altro legato ai pedali è sicuramente quello di Tadej Pogacar, vincitore degli ultimi due Tour de France: il primo strappato in extremis proprio al connazionale Roglic. Anche negli altri sport la Slovenia può contare su dei talenti davvero incredibili, uno su tutti è Luka Doncic, cestista che in questi giorni sta dando spettacolo sul parquet di oltreoceano nelle finali NBA.

Tratnik 2022

Tratnik, altro che gregario! Un altro sloveno per vincere

09.04.2022
7 min
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Non ci sono solo Pogacar e Roglic. A ben guardare, ormai non c’è gara, in linea o a tappe, dove non ci sia uno sloveno protagonista e sì che nel panorama internazionale, il loro numero è ancora ben poca cosa di fronte ad altre scuole, anche quella italiana, come numero di corridori appartenenti alle formazioni WorldTour. Il fatto è che ogni sloveno però è una garanzia d’impegno al 200 per cento il che porta risultati. Nella Bahrain Victorious, ad esempio, Jan Tratnik è una vera colonna portante, non si limita solo a sostenere i vari leader, ad essere l’uomo di fiducia in salita, ma spesso e volentieri si prende anche le sue responsabilità.

All’ultimo Giro delle Fiandre, dove la squadra non aveva un leader dichiarato alla vigilia, con la sua azione iniziale Tratnik ha contribuito a far esplodere la corsa finendo comunque 12° dopo essere stato 9° alla Milano-Sanremo. Campione europeo U23 nel 2012, vanta 17 vittorie da professionista e nel movimento sloveno, con i suoi 32 anni, è ritenuto una sorta di “vecchio saggio”.

Tratnik Pogacar 2022
Tratnik e Pogacar all’inseguimento nella Attraverso le Fiandre. I due hanno ottimi rapporti fra loro
Tratnik Pogacar 2022
Tratnik e Pogacar all’inseguimento nella Attraverso le Fiandre. I due hanno ottimi rapporti fra loro

Innamorato della bici

La sua particolarità è di essere sempre in giro, disponibile, pronto a ogni evento. In partenza per l’Olanda e per un’altra classica da prendere di petto, l’Amstel Gold Race, Tratnik si è sottoposto di buon grado a un fuoco di fila di domande, partendo dalle sue radici.

«Ho iniziato con il ciclismo nel 2007. Prima praticavo molti altri sport (arrampicata su roccia, calcio, basket, corsa, sci…). Mi sono innamorato del ciclismo perché il maestro di scuola mi ha invitato a una gara di MTB e sono arrivato 3°. Dopo questa gara, ho provato a utilizzarla di più col risultato che mi sono innamorato della bici. L’anno dopo ho preso la licenza di corridore e ho iniziato con le mie prime gare».

Da quando sei in Bahrain Victorious, non sei mai stato protagonista come nelle ultime settimane, con la top 10 a Sanremo e Dwars door Vlaanderen e poi il Fiandre con la tua lunga fuga. Cosa è cambiato rispetto agli ultimi anni?

Penso che dipenda solo dal mio ruolo nella squadra. Le mie prestazioni ogni anno erano quasi le stesse, ma solitamente aiuto la squadra nelle gare più importanti. So che posso fare anche buoni risultati se ho le mani libere e quest’anno è capitato. Se si guarda alla mia storia, questo tipo di gare è perfetto per me. Quando ero leader nel team CCC, ho vinto la classica del Limburgo, 5° al Brabantse Pijl, ecc… Ma quando sono arrivato in Bahrain, c’erano leader più forti e mi sono adeguato. Quando ho l’opportunità, ho ottenuto anche risultati. Questo si può vedere da alcune tappe dove sono andato in fuga (3° al Tour de France, vittoria di tappa al Giro). Quindi quest’anno ho più libertà e posso giocare le mie carte.

Tratnik europei 2012
Un giovanissimo Tratnik campione europeo Under 23 nel 2012. Jan è del 1990, è alto 1,73 e pesa 67 chili
Tratnik europei 2012
Un giovanissimo Tratnik campione europeo U23 nel 2012. Jan è del 1990, è alto 1,73 e pesa 67 chili
L’assenza di Colbrelli ha cambiato gli equilibri nella squadra per correre in Belgio, dandoti più possibilità?

Sì, questo è corretto. Se Sonny non avesse avuto problemi, starei stato a casa per Dwars Door Vlaanderen e Giro delle Fiandre e non avrei potuto mostrare le mie qualità.

Quali sono i percorsi dove ti trovi meglio?

La mia specialità sono le salite brevi e ripide. Posso produrre numeri di watt molto alti da 1 a 5 minuti. Penso di progredire anche su lunghe salite e sono anche bravo a cronometro. Quindi penso di essere un ciclista abbastanza completo, ma le mie prestazioni migliori sono sulle brevi salite, quindi le gare del Belgio mi si addicono…

Sei tra i più esperti del ciclismo sloveno: da dove viene un numero così alto di corridori vincitori, non solo Pogacar o Roglic?

A dire il vero non lo so nemmeno io. Sappiamo che Roglic e Pogacar sono ciclisti eccezionali. Sono i migliori al mondo in questo momento. Di sicuro ci aiuta, perché li vediamo fare bene, sono sloveni e anche noi vogliamo fare progressi. Se lavori duro, ti alleni duramente, credi in te stesso, i risultati arriveranno. E quando arriva il primo risultato, sei anche mentalmente più forte e gara dopo gara è più facile. Quando ho vinto la prima volta nel WT, non potevo crederci. Ma poi ho capito che ce la potevo fare. Quindi credo di poter vincere di più e lavorerò ancora di più per farlo.

Tratnik crono
Lo sloveno della Bahrain ha una buona propensione per le crono: vanta due titoli nazionali
Tratnik crono
Lo sloveno della Bahrain ha una buona propensione per le crono: vanta due titoli nazionali
Rispetto a quando hai iniziato, ora c’è più attenzione in Slovenia per il ciclismo e il numero dei corridori è aumentato?

Sì, molto! Posso vedere sulla strada quante persone vanno in bicicletta. Dal giovane all’anziano. Gli automobilisti ci rispettano anche di più sulla strada. Anche nelle gare delle categorie più giovani ci sono più ciclisti e di questo sono orgoglioso. Siamo grati, perché possiamo aiutare i giovani con l’ispirazione, che magari diventeranno anche ciclisti professionisti. E sono sicuro che la nuova generazione sta arrivando.

Conosci entrambi bene, Roglic e Pogacar: quali sono le principali differenze in termini di carattere umano e con chi vai più d’accordo?

Vado d’accordo con entrambi. Ci sono differenze di età, quindi con Primoz sono amico già da molto tempo, prima ancora di diventare professionisti. Tadej è più giovane e lo conosco forse da 2-3 anni. Sono entrambi amichevoli e pronti ad aiutare, anche se sono le più grandi star del ciclismo. Primoz è più vecchio e forse ora la vita gli sembra diversa. Tadej è ancora molto giovane e penso che anche lui non sappia quanto sia bravo. Ho solo buone parole per entrambi e sono felice di far parte di questa storia slovena.

Tratnik Roglic
Jan con la famiglia di Roglic: la loro amicizia è di vecchia data, prima di passare pro’
Tratnik Roglic
Jan con la famiglia di Roglic: la loro amicizia è di vecchia data, prima di passare pro’
Quali saranno le tue prossime gare?

Il mio prossimo obiettivo è l’Amstel Gold Race, poi ci sarà la Freccia del Brabante. So di essere in buona forma e cercherò di fare buoni risultati anche lì. Poi ho circa 3 settimane per mantenere questa condizione per il Giro d’Italia. Dopo forse sarò al Giro di Slovenia, ma manca tanto tempo e dobbiamo vedere come ci arriverò.

Quali obiettivi ti sei prefissato da qui alla fine della stagione?

Per prima cosa voglio fare bene nelle prossime due gare. Poi per il Giro cercherò di fare il meglio per la squadra e di aiutare i nostri ragazzi, ma di sicuro se ci sarà l’occasione cercherò di vincere una tappa come ho già fatto. Per le prossime gare forse mi concentrerò maggiormente sulle gare di un giorno (Plouay, Canada) e sul campionato del mondo. Se posso avere le stesse condizioni di adesso, penso di poter essere lì nel finale. Alla fine, se so di aver fatto di tutto per essere in gara al 100 per cento e anche se non c’è risultato, non mi biasimo. L’importante per me è fare tutto ed essere pronto per la gara. Se lavori sodo, i risultati arrivano.

Tratnik Giro 2020
L’impresa di San Daniele del Friuli al Giro 2020, vittoria dopo una lunga fuga
Tratnik Giro 2020
L’impresa di San Daniele del Friuli al Giro 2020, vittoria dopo una lunga fuga
Sei abituato a correre tanto ogni anno, nel 2019 sono stati addirittura 83 giorni: essere in gara così spesso per te è un vantaggio o pensi di poter ottenere di più riducendo i giorni di gara?

Penso che tu debba trovare un equilibrio. Devi anche ascoltare il tuo corpo. Se ti senti bene, forte, perché non correre e cercare di ottenere buoni risultati con una buona condizione? Se ti senti stanco, mentalmente distrutto, allora è un problema. Non ci sono grossi problemi a correre molti giorni di gara, il problema diventa se non sai come riposarti. Penso di avere un buon equilibrio tra corsa, allenamento e riposo. Se mi sento stanco, mi prendo uno o due giorni di riposo in più e poi continuo con gli allenamenti. Dopo tutti gli anni nel ciclismo, con alti e bassi nella mia carriera, ho imparato molto. Forse potrei avere qualche risultato in più ormai, ma ho una mentalità diversa. Alla fine la cosa più importante è che devi divertirti in allenamento, in gara e fuori dalla bici. Allora puoi durare ancora tanto.

Slovenia Green Gourmet Route, in bici tra sapori e natura

25.03.2022
4 min
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Già nominata Regione Gastronomica Europea nel 2021. La Slovenia con la Green Gourmet Route esprime pienamente il concetto di sostenibilità, tra cicloturismo e tappe gastronomiche nel Cuore Verde d’Europa: un percorso ciclabile assolutamente nuovo. Un mix capace di unire avventura, cultura, relax, paesaggi mozzafiato e piaceri per il palato in un tour di scoperta lenta del territorio.

Undici giorni di viaggio, per attraversare il territorio da un capo all’altro, passando unicamente per le splendide destinazioni certificate Slovenia Green. Standard di sostenibilità elevati e soste culinarie ricche di sapori, il tutto a marchio Slovenia Green Cuisine

Nell’itinerario sono presenti passaggi in città storiche e importanti della Slovenia antica
Nell’itinerario sono presenti passaggi in città storiche e importanti della Slovenia antica

Il percorso 

Un viaggio dei sensi, incentrato sul cicloturismo, che si dirama su strade secondarie tra emozionanti scorci, località pittoresche, castelli, vigneti e boschi aromatici, imponenti montagne, colline, laghi e splendide sorgenti termali. 

La Route si snoda in territorio sloveno partendo dalla capitale, Lubiana, città dall’eleganza mitteleuropea. In bicicletta si viaggia in direzione della Valle dell’Isonzo guidati dal fiume color smeraldo, gioiello incorniciato dalle Alpi Giulie. Si prosegue verso Brda, caratteristica regione viticola tra le Alpi e il Mediterraneo e poi, in direzione di Nova Gorica e la Valle del Vipava. Ci si muove nell’incantevole regione del Carso, silenzioso mondo delle meraviglie sotterranee e dei fenomeni naturali. 

E ancora, Sevnica, città del Posavje, dove visitare il castello e il vigneto di Franconia Blu. Podčetrtek e Rogaška Slatina con acque termali uniche e benefiche. Ptuj la città più antica della Slovenia, famosa per il carnevale, fino a Maribor, la capitale della Stiria attraversata dalla Drava. Un percorso variegato in grado di far assaggiare al cicloturista in pochi giorni l’essenza della Slovenia e del suo territorio. 

Il viaggio gourmet è rivolto nel portare il ciclista ad assaporare la gastronomia slovena
Il viaggio gourmet è rivolto nel portare il ciclista ad assaporare la gastronomia slovena

Viaggio nel gusto

Regione Gastronomica Europea nel 2021, la Slovenia offre un panorama culinario vario, ricco di prelibatezze e pietanze locali. La Green Gourmet Route prevede soste gourmet, per un’esperienza di gusto unica e intensa, accompagnata dai migliori vini naturali delle zone viticole, dal miele ai prodotti dell’apicoltura, da filiere corte e stagionali. 

Prodotti a Km0, piccoli produttori e artigiani del gusto, ma anche ben sei ristoranti stellati Michelin, per la gioia dei palati più fini. Il tutto rigorosamente certificato, con il sigillo di sostenibilità, che si ottiene per l’utilizzo delle materie prime, il rispetto del territorio e della biodiversità, ma anche per la gestione green degli scarti, ridotti al minimo e smaltiti in modo ecologico.

Paesaggi caratteristici con terrazze naturali a pochi passi dai tratti dedicati alle due ruote
Paesaggi caratteristici con terrazze naturali a pochi passi dai tratti dedicati alle due ruote

Ciclisti per natura

La Slovenia ha un legame profondo con la bicicletta: lo dimostrano gli astri sportivi, Tadej Pogacar e Primoz Roglic, entrambi ambasciatori del turismo sloveno. Oltre ai due campioni del ciclismo mondiale, a valorizzare il tutto ci sarà la diciannovesima tappa del Giro d’Italia in territorio sloveno prevista anche in questo 2022. 

Per la sua varietà paesaggistica la Slovenia è una meta molto amata da chi pratica il ciclismo su strada, infatti nel Cuore Verde d’Europa il cicloturismo è adatto a tutti, dai biker più esperti alle famiglie, a chi semplicemente, desidera scoprire il territorio con un approccio verde e rilassante. In ogni stagione e per ogni tipologia di amatore della bicicletta, la Slovenia offre piste ciclabili, bike park o percorsi gourmet.

Slovenia sempre più presente nel ciclismo, anche quest’anno ospiterà la 19° tappa del Giro d’Italia
Slovenia sempre più presente nel ciclismo, anche quest’anno ospiterà la 19° tappa del Giro d’Italia

Sport e Slovenia

Tadej Pogacar, Primoz Roglic, Matej Mohoric e molti altri sono i nomi sloveni del mondo dello sport che vincono titoli e medaglie di importanza mondiale. E’ infatti difficile trovare un paese che combini risultati così importanti in un’area tanto piccola. 

La Slovenia è un vero crocevia tra il mondo alpino, mediterraneo, carsico e pannonico. Le distanze sono relativamente brevi, nello stesso giorno si può passare dall’essere sulle Alpi e al mare. Un altro aspetto importante che valorizza questa terra sono i centri sportivi specializzati. Questi sono collegati con le destinazioni turistiche e con i centri termali, che mettono a disposizione degli atleti centri medici specializzati con programmi specifici.

Il popolo sloveno è la dimostrazione che la pratica sportiva è entrata a far parte dell’educazione. Due terzi della popolazione fa sport a livello dilettantistico. Le attività più popolari sono l’escursionismo, il ciclismo, la corsa e lo sci in inverno, per un totale di circa 7.000 atleti iscritti nelle varie categorie. Dallo scorso anno, il 23 settembre la Slovenia celebra anche la Giornata dello sport sloveno.

GreenGourmetRoute

Pogacar e Roglic: compagni di nazionale vestendo Alé

18.03.2022
3 min
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Tadej Pogacar, Primoz Roglic, Matej Mohoric e i compagni di nazionale vestiranno Alé. Proprio così, il brand italiano produttore d’abbigliamento per il ciclismo è difatti il nuovo partner tecnico della Federazione ciclistica slovena.

L’accordo è stato ufficializzato appena qualche giorno fa ed è valido fino alla conclusione della stagione 2024. Questa collaborazione, prestigiosa vedrà alcuni tra i ciclisti più forti al mondo vestire la nuova maglia della nazionale slovena firmata Alé. Questo sia ai campionati del mondo che agli europei, ma anche alle Olimpiadi di Parigi 2024 e ai campionati nazionali della Slovenia. La definizione di un accordo con una istituzione federale significa che le nuove maglie Alé delle nazionali slovene saranno indossate in tutte le prossime discipline ciclistiche delle diverse categorie agonistiche. Da quelle maschili a quelle femminili, dalla strada alla Mtb, passando dalla pista e fino alla Bmx. 

Il colore della maglia sarà il classico “Slovenian Green”
Il colore della maglia sarà il classico “Slovenian Green”

Accordo biennale

In virtù di questa partnership, Alé fornirà alla Federazione ciclistica slovena tutto l’abbigliamento da gara necessario: sia estivo che invernale, inclusi gli accessori. Da un punto di vista strettamente grafico, il celebre colore verde – il cosiddetto “Slovenian Green” – predomina largamente su questi nuovi capi. Viene elegantemente spezzato da giochi di geometrie tono su tono, sulle maniche e sul petto della maglia, mentre i pantaloncini sono di colore blu scuro con richiami di verde sulle cosce. 

Tutti i capi Alé che verranno forniti alle nazionali slovene fanno parte della collezione PR-S, ovvero quella che la stessa azienda espressamente dedica alle squadre professionistiche. Maglie che sono frutto della più avanzata ingegneria tessile oggi disponibile, realizzate con i filati più tecnici e caratterizzate da un “fit” racing che ha quale obiettivo quello di esaltare la performance degli atleti che le indossano.

I pantaloncini saranno blu con un richiamo verde sui bordi inferiori
I pantaloncini saranno blu con un richiamo verde sui bordi inferiori

Nazionale e non solo

Va ricordato che alcuni dei fortissimi ciclisti che compongono la nazionale slovena di ciclismo già vestono Alé durante la stagione. E’ il caso ad esempio di Matej Mohoric, di Jan Tratnik e di Domen Novak che corrono con la Bahrain-Victorious. Oppure Luka Mezgec del team BikeExchange Jayco. Ma non è tutto, se si considera che anche il giovane Pogi Team UAE Generali, la squadra voluta e sostenuta da Tadej Pogacar per crescere i giovani corridori sloveni di domani, proprio quest’anno corre con maglie Alé.

Alé vestirà la nazionale slovena fino alla fine della stagione 2024
Alé vestirà la nazionale slovena fino alla fine della stagione 2024

«Siamo molto felici che la nazionale slovena di ciclismo abbia scelto Alé per la sua maglia – ha dichiarato Alessia Piccolo, Amministratore Delegato di APG – ed è dunque per noi un grande onore poter vestire alcuni dei migliori ciclisti oggi in circolazione. In considerazione di questo nostro ulteriore ed importante impegno, ci aspettiamo risultati positivi e non solo dal punto di vista sportivo, ma anche sotto l’aspetto dei riscontri e dei feedback tecnici che ci arriveranno dagli stessi corridori. Feedback fondamentali per noi che puntiamo costantemente sulla massima qualità sono sempre estremamente preziosi». 

Alé

Fondazione Mohoric: la Slovenia punta forte sui giovani

15.12.2021
4 min
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Matej Mohoric è ripartito con la serietà che lo caratterizza, specialmente adesso che è a capo di una Fondazione. Da quel che abbiamo visto dallo schermo del computer, nella conferenza stampa indetta dalla Bahrain Victorious, lo sloveno sembra già essere magro. Ai nostri occhi potrebbe già attaccare il numero sulla schiena domani.

E tutto sommato non ci siamo sbagliati di troppo visto che l’iridato U23 di Firenze 2013 inizierà a gareggiare presto, alla Valenciana, e porrà come primi obiettivi le classiche di primavera: dal Fiandre alla Liegi, passando per la Roubaix. Niente Giro, ma il Tour.

Matej Mohorjc (27 anni) alla firma della nascita della sua Fondazione
Matej Mohorjc (27 anni) alla firma della nascita della sua Fondazione

Mohoric e la Fondazione

Però c’è un altro aspetto che ci interessa molto riguardo a Mohoric e cioè la Fondazione Matej Mohoric che lo stesso corridore ha presentato giusto qualche giorno fa. Matej è sempre stato un ragazzo serio e riflessivo, ma dopo questa iniziativa abbiamo scoperto che è anche molto profondo. 

«Lo scopo principale di questa Fondazione – dice Mohoric – è di aiutare a sviluppare il ciclismo tra i giovani in Slovenia. Lavorerà a stretto contatto con la Federazione ciclistica slovena, che a sua volta sostiene il progetto.

«Io vorrei aiutare i ragazzi con la mia conoscenza e la mia esperienza, stargli vicino nei ritiri organizzati dalla nazionale slovena, dando supporto finanziario. Vorrei che questi ragazzi avessero le stesse opportunità che si hanno nelle altre nazionali europee».

Per Mohoric quest’anno quattro vittorie, tra cui il titolo nazionale e due tappe al Tour (qui la seconda a Libourne)
Per Mohoric quest’anno quattro vittorie, tra cui il titolo nazionale e due tappe al Tour (qui la seconda a Libourne)

Promozione e prestazioni 

La categoria più interessata è quella degli juniores, la prima internazionale, ma si vuol passare anche attraverso le piccole squadre locali, magari creandone di nuove.

«Con la federazione slovena e alcuni club – spiega Matej – cercheremo i ragazzi e le ragazze che vogliono fare ciclismo, ma che poi nella realtà non possono farlo o permetterselo. Forniremo l’attrezzatura, promuoveremo la bicicletta come uno stile di vita sano e ricreativo. Cercheremo di avvicinare questo sport alle comunità locali e di informare bambini e ragazzi che il ciclismo può essere uno stile di vita salutare».

Gli obiettivi principali della Fondazione Mohoric sono due: fare promozione, specialmente nei confronti dei più piccoli, e aiutare coloro che sono invece già in odore di nazionale a crescere correttamente.

«Un obiettivo è quello di organizzare più gare. Magari anche eventi piccoli per i bambini in collaborazione con i club locali. Questo è importante soprattutto per i più giovani, per le categorie fino all’età di 17 anni. E per i più grandi aiutarli a crescere correttamente. Negli ultimi due anni, c’è stata una tendenza a essere sempre meno “easy”, noi vorremmo invertire questa tendenza. Riportare i vecchi valori del ciclismo».

A Leuven il piccolo Paese europeo, in virtù del suo ranking Uci, ha schierato otto atleti come le migliori nazionali
A Leuven il piccolo Paese europeo, in virtù del suo ranking Uci, ha schierato otto atleti come le migliori nazionali

Evoluzione slovena

Un progetto corale dunque, a lungo termine. Qualche aiuto già era stato dato alla squadra di Ljubljana e lo stesso Mohoric sosteneva la piccola società nella quale era sbocciato. Ed evidentemente i lavori procedevano bene, visto che da un bacino così ristretto sono emersi corridori del calibro dello stesso Matej, ma anche di Pogacar, Roglic, senza dimenticare Tratnik o Polanc… Insomma, non male per uno Stato nato nel 1991 e che conta 2,1 milioni di abitanti (la Lombardia, la Regione più popolosa d’Italia, da sola ne conta quasi 10, per dare un’idea….).

Ma quanta differenza c’è fra il ciclismo giovanile sloveno di adesso e quello di Mohoric? «Penso – conclude Mohoric – che sia decisamente cambiato, ma più in generale è cambiata società. I club hanno più soldi ora, ma certo non sono ancora “benestanti”.

«Il movimento è più strutturato. Oggi devi lavorare in modo più specifico e più duro rispetto ai miei tempi. Io non lo farei, non molti di noi l’hanno fatto. Oggi invece è abbastanza normale, ci sono tanti pro’ che hanno 19 o 21 anni, per questo è importante aiutarli a crescere e riportare le nostre esperienze. La conoscenza degli allenamenti è più accessibile, tutti si allenano bene».

Sul caso Hauptman, ci scrive il presidente della Federazione

16.08.2021
3 min
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo una mail dal presidente della Federazione slovena, Pavel Mardonovic, a proposito delle dimissioni di Andrei Hauptman e della sua elezione avvenuta il 23 giugno.

«Il secondo mandato di Tomaz Grm – scrive Mardonovic – era già finito a dicembre 2020. Il corrente statuto non permette più di due mandati consecutivi, così a gennaio Grm ha cercato di modificarlo, ma ha fallito. Sebbene non fosse più il legittimo presidente, ha continuato a guidare la federazione, rimandando l’assemblea per ragioni che solo lui conosceva».

«In ogni caso, in marzo, il segretario generale si è dimesso, così che è stata nominata provvisoriamente un’altra persona».

Tomaz Grm è stato per due mandati presidente del ciclismo sloveno (immagine Youtube)
Tomaz Grm è stato per due mandati presidente del ciclismo sloveno (immagine Youtube)

«Finalmente il 23 giugno 2021, la Federazione ciclistica slovena ha svolto la sua assemblea, nella quale si sono tenute le elezioni. Grm ha corso per la presidenza, così che la sua candidatura è stata posta contro lo statuto. In ogni caso ha avuto 78 voti, mentre io ne ho ricevuti 99 (su un totale di 205 voti). Non c’è stata battaglia legale, ma finalmente la federazione dopo sei mesi ha avuto una guida legittima, eletta in modo democratico e con correttezza».

Primo passaggio di Roglic nell’autodromo olimpico: si va per l’oro (immagine twitter KZS)
Primo passaggio di Roglic nell’autodromo olimpico: si va per l’oro (immagine twitter KZS)

«Hauptman aveva annunciato la sua intenzione di non prolungare il contratto già lo scorso anno, ma ha deciso di estenderlo fino alle Olimpiadi di quest’anno. Le ragioni che ha dato sono state le seguenti: troppi obblighi alla UAE, un possibile conflitto di interessi dato che è anche direttore sportivo del team e ragioni private. Non ho potuto risolvere il problema prima o trovare soluzioni alternative, perché sono diventato presidente soltanto nel giugno 2021, durante il Tour de France e subito prima delle Olimpiadi. Quando Hauptman è tornato da Tokyo, abbiamo iniziato a parlare circa la prosecuzione della collaborazione. La Federazione Slovena sta sostenendo a pieno Hauptman per un ruolo di selezionatore e vorrebbe mantenere la collaborazione, ma in fondo la decisione è sua».

Il 23 giugno con un tweet, l’annuncio delle elezioni di Mardonovic
Il 23 giugno con un tweet, l’annuncio delle elezioni di Mardonovic

«In ogni caso, assieme a tutti i nostri grandi corridori, l’intera la squadra nazionale sta guardando avanti verso i Campionati europei e i Campionati del mondo».

Distinti saluti

Pavel Mardonovic

Presidente