Alle 13,10 Matej Mohoric vedrà abbassarsi la bandierina e partirà assieme agli altri 151 corridori per la prima tappa del Giro di Polonia nella città medievale di Lublin. Il campione nazionale sloveno è forte e va forte. Dopo la terrificante caduta del Giro, ha vinto il campionato nazionale e due tappe al Tour. Quindi è arrivato secondo a San Sebastian e sarà uno dei leader della Slovenia ai mondiali in Belgio, come annunciato da tempo dal cittì Hauptman. Il Polonia è il primo passo di questo avvicinamento e allora gli abbiamo chiesto come sia arrivato al via della corsa, partendo proprio dal giorno di San Sebastian. Una settimana da professionista, tra allenamenti e incombenze alternative.
«Sabato 31 luglio – dice – ero nei Paesi Baschi, ho corso a San Sebastian. Abbiamo percorso 227 chilometri in 5 ore 42′. Il giorno dopo ho corso Circuito di Getxo. Ero stanco dallo sforzo del giorno prima. Abbiamo fatto 194 chilometri in 4 ore 33′ (ha vinto Nizzolo su Aleotti, Matej ha dato una mano a Buitrago, finito terzo, ndr)».
Matej ha 26 anni, è stato iridato juniores e poi U23. E’ altro 1,85 e pesa 72 chili. La sua Bahrain Victorious corre su biciclette Merida e anche lui dal Tour ha potuto usare la nuova Scultura. Visto che se ne parlerà, la squadra utilizza integratori SiS.
Cominciamo allora, cosa hai fatto nei giorni successivi al weekend basco?
Lunedì ho fatto il viaggio per tornare a casa. Il mio volo era a mezzogiorno, con lo scalo, quindi sono arrivato a casa la sera e quel giorno non mi sono allenato. Martedì invece sono uscito giusto per fare delle foto con la bici per un’intervista. Ho fatto 30 chilometri in poco più di un’ora.
Due giorni di quasi recupero, insomma…
D’inverno a volte capitano delle settimane con un solo giorno di riposo, ma nella fase alta della stagione a volte faccio delle settimane intere con solo sgambate per cercare di riposare bene. Mercoledì comunque sono uscito con la bici da crono. Ho fatto 60 chilometri in un’ora 40′, mentre giovedì ho fatto 115 chilometri in 4 ore, con delle salite fatte piano, senza sforzare. Ero ancora stanco dalle due corse del weekend.
Venerdì e sabato?
Venerdì ho fatto di nuovo un giorno di riposo per recuperare al meglio. Sono uscito con la Mtb elettrica e ho fatto un’ora. Sabato invece ho fatto 123 chilometri in 4 ore su strade vallonate, senza salite lunghe e qualche strappo fatto forte. E poi sono partito per la Polonia.
Le settimane sono sempre uguali?
Le settimane non sono mai uguali. Con il mio preparatore Paolo Artuso (il tecnico veneto segue anche direttamente Colbrelli, Caruso e Jonathan Milan, ndr) adattiamo l’allenamento in base a quanto sono stanco dalle corse e dagli allenamenti. Ci sono dei periodi senza tanti giorni di corsa, allora faccio anche fino a 25 ore di allenamento a settimana. Durante la stagione piena invece corro parecchio, allora più che altro esco in bici per cercare di recuperare meglio e più veloce tra le corse.
La distanza la misuri in chilometri oppure in ore?
La durata dell’allenamento la misuriamo in ore.
Che cosa porti con te nelle tasche quando fai distanza?
Porto parecchio cibo, soprattutto delle barrette e dei gel. Poi porto il portafoglio con i documenti, la mascherina (spero che di questa si possa fare a meno prima possibile), le chiavi di casa e il mio telefono.
Non ti fermi mai al bar?
Non tanto spesso. Lo farei volentieri, ma non ho tempo, sono sempre di fretta. La giornata ha troppe poche ore per il mio stile di vita. I rifornimenti li faccio fermandomi al volo, comprando delle bibite e qualcosina da mangiare.
Ti alleni da solo oppure in gruppo?
Dipende. Mi piace sia andare da solo, soprattutto quando sto bene e mi voglio allenare bene. Quando vado da solo spingo di più e faccio più salite rispetto a quando vado in compagnia. Mi piace uscire con gli altri quando sono un po’ più stanco oppure quando non devo fare i lavori specifici.
Hai una salita per i tuoi test oppure cambi spesso percorsi?
Cambio spesso i percorsi, ma comunque alla fine la base sono sempre le stesse salite. Poi magari nel punto più lontano da casa, cerco di trovare qualche strada o salita nuova.
I percorsi di allenamento somigliano alle gare che andrai a fare?
Sì, con Paolo cerchiamo sempre di adattare gli allenamenti e soprattutto i lavori specifici alle gare dove voglio fare bene.
A che ora ti svegli di solito la mattina?
Verso le 6,30 e prima di tutto voglio bere il mio caffè. A volte anche due…
Che cosa mangi per colazione? Sempre uguale o dipende dall’uscita?
Più o meno sempre cose simili, ma adatto la quantità a base di quante ore vado a fare in bici. Mi piace cominciare con il caffè e la spremuta fresca, magari con un pezzo di frutta fresca. Poi mangio i cereali (porridge) oppure pane con la marmellata o il miele. A volte mi preparo le crépes.
A che ora esci di solito in bici?
Verso le 9,30.
Che cosa mangi per pranzo quando rientri?
Vario molto. Tante volte preparo quasi tutto già la mattina, così quando torno posso mangiare senza aspettare troppo tempo.
Se fai una distanza, che cosa mangi quando rientri nel pomeriggio?
Il pranzo non cambia tanto a base della distanza, ho sempre fame quando rientro. Anche perché quando faccio poco in bici non mangio e quando faccio l’allenamento lungo mangio molto anche mentre vado.
Quando sei a casa di pomeriggio fai ancora stretching?
Sì, lo stretching lo faccio la sera, prima di cena o prima di andare a dormire.
Fai sempre i massaggi quando sei a casa?
I massaggi li faccio una volta ogni tre giorni.
Che cosa mangi per cena?
Dipende da cosa ho mangiato a pranzo. Un primo c’è sempre, sia a pranzo che a cena. Il secondo invece lo faccio solo una volta al giorno. Mi piace tanto la pasta in tutti i modi, gli gnocchi e, se è buona, anche la pizza. Tra i secondi invece mi piace il salmone, il pesce e poi tutto il resto se è fatto bene. Cucino tanto, mangio quasi sempre a casa e vario molto. Non usciamo spesso fuori a mangiare.
Bevi alcolici oppure soltanto acqua?
Qualche volta oltre all’acqua bevo volentieri anche una birra, oppure un bicchiere di vino, soprattutto se siamo in buona compagnia. Ma non mi piace esagerare con gli alcolici.
Ci sono cibi che non mangi?
Sicuramente sì, ma non tanti.
Pensi tu alla manutenzione della bicicletta quando sei a casa?
Sono molto preciso con la mia bici. La lavo quasi ogni volta quando rientro, se è sporca. Se invece ha qualche problema la porto al meccanico di fiducia e ci pensa lui.
Quando buchi in allenamento, bomboletta oppure cambi camera d’aria?
Cambio la camera d’aria e poi porto una piccola pompa. Le bombolette non mi piacciono perché sono monouso e mi sembra un po’ uno spreco.
Hai scarpini da allenamento e da gara, oppure li fai ruotare?
Uso tre o quattro paia di scarpe che ruoto sempre, così sono sempre pronto se succede qualcosa.
Super organizzato
Super organizzato. Sveglia presto per avere tempo di fare tutto. Il pranzo preparato prima di uscire. Metodico in allenamento e nella gestione dei materiali: la rotazione degli scarpini è il solo modo di averne un paio sempre pronto in caso di sostituzione o smarrimento. L’attenzione all’ambiente nell’annotazione finale sulle bombolette. A volte dalle abitudini quotidiane di un atleta cogli anche il suo modo di essere.
Dopo il Polonia, Mohoric correrà il Benelux Tour e poi il mondiale, ma non è da escludersi che altre corse si aggiungeranno al suo programma. E’ lampante che durante la stagione, una settimana a casa serva soprattutto per recuperare e tenere caldo il motore. La condizione è un qualcosa di magico: una volta raggiunta, si sta attenti a non sbagliare nulla per non vederla andar via.