Probikeshop dalla Francia alla scoperta di Santini

12.10.2022
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L’e-commerce francese Probikeshop ha recentemente fatto visita a Santini, punto di riferimento nel mondo dell’abbigliamento dedicato al ciclismo. L’iniziativa fa parte del “Probike Tour Series”, un format creato dalla stessa Probikeshop per presentare le aziende con le quali collabora e i cui prodotti sono in vendita sul proprio e-commerce. La formula è semplice e nello stesso tempo efficace. Sono le stesse aziende a raccontarsi attraverso un video

A guidarci nella visita alla sede di Santini troviamo ancora una volta Marie Pizzera, Field Marketing Coordinator Europe di Probikeshop. Ad accompagnarla Andrea Pellegrinelli dell’ufficio marketing di Santini.

Nello showroom fanno bella mostra di sé le maglie più importanti firmate da Santini
Nello showroom fanno bella mostra di sé le maglie più importanti firmate da Santini

Si parte dalla storia

Il video che ci racconta Santini non poteva che partire dalla sua storia. Tutto è iniziato nel 1965 in un garage di Dalmine per mano di Pietro Santini, ancora oggi alla guida dell’azienda con il supporto fondamentale delle figlie Monica e Paola, rispettivamente Amministratore Delegato e Marketing Manager.

Una lunga storia iniziata con le prime maglie in lana fino ad arrivare alle maglie di oggi realizzate con tessuti innovativi ed ecologici. In mezzo tantissimi successi sportivi e soprattutto aziendali. Due su tutti meritano sicuramente di essere ricordati: il rapporto storico con l’UCI e il Tour de France. A partire da quest’anno Santini “veste” il vincitore della più importante corsa a tappe del mondo.

La maglia gialla, il fiore all’occhiello di Santini
La maglia gialla, il fiore all’occhiello di Santini

Dal disegno al prodotto finito

Marie Pizzera e Andrea Pellegrinelli ci hanno guidato alla scoperta di tutti i passaggi che portano alla nascita di ogni singolo capo Santini. Si parte dal disegno, passando poi per la fase di stampa e al passaggio del disegno stesso sul tessuto. Successivamente si passa alla cucitura dei tessuti stampati e tagliati per dare vista al prodotto finale.

In Santini tengono tantissimo a che ogni prodotto sia perfetto. Assume così un aspetto fondamentale il controllo minuzioso di ogni singolo capo realizzato. Questa fase ancora oggi viene fatta manualmente. Chiude il processo produttivo la fase di imballaggio al termine della quale ogni singolo prodotto è pronto per essere venduto.

Le nuove collezioni

Nella visita realizzata da Probikeshop a casa Santini non poteva mancare lo showroom dell’azienda bergamasca. Si tratta di un ambiente elegante dove sono esposte le nuove collezioni e le divise speciali dei team con i quali Santini collabora. Fra questi spiccano la Trek-Segafredo e la nazionale di ciclismo australiana con la quale Santini collabora da anni, forte di un rapporto davvero speciale. All’interno dello showroom fanno inoltre bella mostra di sé alcune delle maglie che hanno fatto la storia del ciclismo: dai campionati del mondo, al Giro d’Italia, alla Vuelta di Spagna.

Probikeshop

Affini, pensieri e parole di un giorno da leader

23.08.2022
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Sono passati sette anni da quando Aru vestì per l’ultima volta la maglia rossa della Vuelta e quest’anno ancora nessun italiano era mai stato leader fra Giro e Tour. Saranno piccole cose, ma si capisce bene perché sul podio della Vuelta a Breda, due giorni fa, Edoardo Affini avesse un sorriso pieno di orgoglio e soddisfazione. L’ultima volta che aveva indossato una maglia di leader fu al Giro d’Italia U23 del 2018, quando vinse il prologo e conquistò la rosa. Oppure la maglia dei giovani al Giro di Norvegia del 2019. Al Giro del 2020 dice scherzando, ha avuto la ciclamino in prestito da Ganna, che aveva preso la rosa.

«Penso che sia una cosa che non capita tutti i giorni – dice il mantovano della Jumbo Visma – è ovvio che essere leader in uno dei tre grandi Giri sia motivo di orgoglio. E’ stato bello finché è durato, anche se per un solo giorno. Anzi no, sono stato leader anche nel giorno di riposo (ieri, ndr), anche se la maglia non l’ho messa per allenarmi. Mi sarebbe sembrato troppo da convintone…».

Roglic a sorpresa

Sull’arrivo di oggi a Laguardia il primato è passato sulle spalle di capitan Roglic. E se la staffetta della leadership fra gli uomini del team olandese finora era stata concordata, il primato dello sloveno è capitato, ma non era stato progettato. La giornata è stata durissima. Prima ora oltre i 47 di media. Temperatura fra 33 e 35 gradi, mentre ieri il cielo era velato e la temperatura più gradevole. Bilancio giornaliero (per Affini) di 4.500 calorie e 14’13” di ritardo. Edoardo è un tipo spiritoso, capace di una bella ironia. Il suo racconto è coinvolgente…

Una giornata niente affatto banale, insomma…

Neanche un po’. C’erano strappi duri e il mio compito era portare la testa del gruppo ai piedi della salita ai meno 20 dall’arrivo. Poi ho potuto rialzarmi e mi sono goduto i tifosi. Nei Paesi Baschi sono belli… motivati, per cui anche se ero staccato, sentivo che mi indicavano e parlavano del leader.

E’ vero che il passaggio della maglia fra compagni di squadra è stato organizzato?

A Utrecht, avevamo deciso che se avessimo vinto la crono, sarebbe passato per primo Robert (Gesink, ndr). Il giorno dopo ha fatto la volata Mike Teunissen e l’ha presa lui. E a Breda mi hanno detto che se ci fossero state le condizioni, sarebbe toccato a me.

Così adesso toccherà a Kuss come si è scherzato nelle interviste?

Ho qualche dubbio che, avendola Roglic, ora sia così facile da passare. Ma non si può mai dire (ride, ndr).

Dopo il podio della maglia rossa, l’abbraccio della compagna olandese Lisa (foto Bram Berkien)
Dopo il podio della maglia rossa, l’abbraccio della compagna olandese Lisa (foto Bram Berkien)
Cosa cambia ad andare alle partenze da leader?

Senti più persone che ti chiamano e ti cercano per un autografo. E poi la cosa curiosa di stamattina alla partenza è che il corridore con la maglia a pois schierato accanto a me, Julius Van den Berg, è stato mio compagno di squadra da U23 alla Seg Academy Racing. Ci siamo guardati e ci siamo detti che alla fine qualcosa di buono siamo riusciti a farla. Poi è vero che tutti e due abbiamo perso la nostra maglia, ma la soddisfazione resta.

Che effetto ha fatto essere presentato come leader al foglio firma?

Basta considerare il fatto che abbiamo in squadra uno che l’ha vinta tre volte e quindi l’entusiasmo e le aspettative sono altissime? Un gran bell’effetto, niente da dire…

Dicevi che oggi non era nei piani la maglia per Roglic.

Non era nostra intenzione tirare a quel modo. Bisognerebbe chiedere alla Bora perché si siano messi a fare quell’andatura. Forse volevano gli abbuoni del traguardo volante? Ognuno fa le sue scelte, bisognerebbe chiedere a Fabbro perché si siano mossi così. Comunque abbiamo messo uno davanti e li abbiamo aiutati.

Nella tappa da leader, Affini ha tirato come se nulla fosse
Nella tappa da leader, Affini ha tirato come se nulla fosse
Il fatto che fossi leader ha cambiato il tuo ruolo in corsa?

Non è cambiato niente. Se non avesse tirato la Bora, saremmo stati davanti in due. Invece, come dicevo, abbiamo messo Teunissen e sono riuscito a salvarmi per un po’ e per fare il lavoro che avrei dovuto fare.

Hai mai pensato di poterla tenere?

Impossibile (ride, ndr). Dovevo lavorare, il percorso era duro ed è stata comunque una bella giornata. Ma siamo alla quarta tappa della Vuelta, sarà lunga e avrò da lavorare, soprattutto adesso che la maglia l’ha presa Primoz.

Qualcuno si è lamentato che le strade olandesi siano state pericolose…

Ho letto le interviste. Partendo dal presupposto che in Olanda le strade sono piene di infrastrutture e che per far passare la Vuelta abbiano tolto rotonde, attraversamenti e spartitraffico, poteva andare molto peggio. Ci sono stati dei passaggi particolari, i paesi pagano per avere la corsa e non si può pretendere di andare sempre sugli stradoni. Diciamo che non sono stati giorni semplici. Il vento non ha influito, ma appena c’era un soffietto, erano tutti davanti, immaginando di fare chissà cosa…

A Laguardia vince Roglic, quarto corridore Jumbo Visma in rosso
A Laguardia vince Roglic, quarto corridore Jumbo Visma in rosso
Santini ha realizzato una maglia rossa per l’Olanda e una per il resto della Vuelta: quale ti piace di più?

La rossa classica, quella olandese però era perfetta per quel tipo di evento.

Ora che la maglia è andata, cosa ti resta nella valigia?

Mi resta la maglia, anzi le maglie, perché sono l’unico ad aver avuto entrambi i tipi. E quelle non me le tocca nessuno. Poi c’è qualche pupazzetto, ma so già che mi toccherà regalarli. Così alla fine, ciò che resta davvero è un’esperienza impagabile. Quella continuerò a portarmela dentro a lungo.

Santini, partner prestigioso di Ride The Dreamland

17.08.2022
4 min
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Prosegue sempre più spedita la marcia di avvicinamento all’edizione 2022 di Ride The Dreamland, la quattro giorni di gare in programma a ottobre organizzata da Filippo Pozzato e dalla sua PP Sport Events. Stiamo parlando delle seguenti manifestazioni: 85° Giro del Veneto; 2ª Serenissima Gravel; VENEtoGo – Social Ride; 2° Veneto Classic. A parte la VENEtoGo – Social Ride, tutti gli eventi saranno riservati ai professionisti.

La Veneto Classic, nell’edizione del 2021, ha suscitato grande interesse per il suo percorso impegnativo e molto selettivo (foto Pocispix)
La Veneto Classic, nell’edizione del 2021, ha suscitato grande interesse per il suo percorso impegnativo e molto selettivo (foto Pocispix)

Ecco Santini

Ogni settimana si aggiunge un nuovo tassello all’elenco dei partner che affiancheranno quest’anno Filippo Pozzato e la sua PP Sport Events. L’ultimo in ordine di tempo è di assoluto prestigio. Stiamo parlando di Santini, realtà che non ha bisogno di presentazioni.

Dal 1965, anno della sua nascita, ad oggi l’azienda bergamasca ha legato il proprio nome ad atleti, team ed eventi che hanno fatto la storia del ciclismo, ultimo in ordine di tempo il Tour de France. Da quest’anno la maglia gialla è infatti firmata Santini.

L’azienda di Bergamo è da sempre sinonimo di qualità e stile. Proprio lo stile nel modo di pedalare ha sempre caratterizzato Pozzato in tutta la sua carriera ciclistica.

Ecco le sue prime parole dopo aver definito la partnership con Santini: «Santini è riconosciuto nell’ambito del ciclismo come uno dei simboli dell’eccellenza italiana nel mondo – ha detto Pippo – Poter contare sul sostegno di quest’azienda ci riempie di orgoglio e ci stimola a continuare a dare il meglio di noi stessi. Voglio ringraziare la famiglia Santini per la fiducia che ha riposto nel nostro progetto e per avere condiviso la nostra filosofia, che intende il ciclismo non solo come spettacolo agonistico, ma anche come promozione dei territori, divertimento e socialità».

Il Giro del Veneto sarà il primo appuntamento di Ride The Dreamland, si correrà il 12 ottobre (foto Pocispix)
Il Giro del Veneto sarà il primo appuntamento di Ride The Dreamland, si correrà il 12 ottobre (foto Pocispix)

Il territorio al centro

Nelle intenzioni degli organizzatori, Ride The Dreamland vuole essere un’opportunità per far scoprire il Veneto come territorio a forte vocazione ciclistica. La vicinanza al territorio è uno degli aspetti che da sempre ha contraddistinto la storia di Santini, come conferma la stessa Monica Santini, Amministratore delegato dell’azienda di famiglia.

«L’impegno nella promozione del territorio attraverso il ciclismo – spiega Monica Santini – è stato il catalizzatore della partnership tra la nostra azienda e PP Sport Events. Da sempre facciamo la nostra parte nella promozione delle realtà locali, in quanto noi stessi siamo molto legati a Bergamo, la nostra città natale, e sappiamo cosa vuol dire essere veicolo di promozione territoriale.

«Questa partnership rispecchia il nostro impegno nel mondo del ciclismo: non vestiamo solo i professionisti, ma da sempre siamo vicini ai tanti appassionati delle due ruote».

La Serenissima Gravel si correrà il 14 ottobre. La sua 2ª edizione sarà valevole come campionato del mondo gravel (foto Pocispix)
La Serenissima Gravel si correrà il 14 ottobre. La sua 2ª edizione sarà valevole come campionato del mondo gravel (foto Pocispix)

Appuntamento a ottobre

Tutti gli appuntamenti di Ride the Dreamland sono concentrati nel mese di ottobre, come accennato. Mercoledì 12 si disputerà l’85° Giro del Veneto, una classica che vanta un albo d’oro ricco di grandi campioni.

L’evento successivo sarà la Serenissima Gravel, venerdì 14 ottobre. Per il secondo anno i professionisti conosciuti dal grande pubblico si sfideranno su un percorso in cui l’asfalto sarà l’eccezione e non la regola. La corsa si disputerà in Veneto, come il primo campionato del mondo Gravel, che PP Sport Events organizzerà su mandato dell’UCI l’8 e il 9 ottobre.

VENEtoGo, la social ride non competitiva che vedrà amatori e campioni del grande ciclismo pedalare assieme, è in calendario il 15 ottobre. Gran finale domenica 16 con Veneto Classic, la corsa che attraverserà il Veneto con un finale ispirato alle tipiche altimetrie delle classiche del Nord.

Santini

PP Sport Events

Vanotti sulle strade del 2014: pensa a Scarponi e ha i brividi

06.07.2022
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Il Villaggio è un paese. Si fanno incontri. Si fa la fila per il caffè. Si legge il giornale. Si ritrovano sguardi che mancavano da mesi. Qualcuno non lo vedi dalla Liegi, qualcuno dall’anno prima. E nel villaggio di Calais, ieri alla partenza, Alessandro Vanotti era super indaffarato attorno allo stand Santini. Fra maglie di ogni colore e ospiti con la borsa piena e il sorriso soddisfatto, il bergamasco tutto orgoglioso mostrava la foto del colpo di reni nel velodromo di Roubaix. Il giorno prima, approfittando del riposo, sono andati in bici nel finale dell’Inferno del Nord, in una giornata di sole e colori splendenti.

Al Villaggio con Stefano Devicenzi del marketing Santini, Vanotti è al Tour con l’azienda di Bergamo
Al Villaggio con Stefano Devicenzi del marketing Santini, Vanotti è al Tour con l’azienda di Bergamo

Pioggia e risate

Non fu così quella volta nel 2014, proprio no. Quando quel mattino nell’hotel dell’Astana aprirono le finestre. Scarponi alzò gli occhi al cielo e si mise a ridere. Di quelle risate nervose da cui capivi che Michele stava cercando di convincersi della fattibilità dell’impresa.

«Ho i brividi solo a pensarci – dice Vanotti – Michele era energia pura, positività in tutti gli aspetti. E in quelle giornate era fondamentale per il gruppo. Metteva serenità sul pullman, andando alla corsa. Anche sulla linea di partenza, quel giorno, fece le solite cose. Ci sta guidando ancora adesso da lassù, ne sono convinto. Sono certo che un po’ avesse paura, ma lui alla paura reagiva ridendo. Mi ricordo quando alla partenza di una cronosquadre alla Vuelta, con la salita subito, cominciò a ridere sulla rampa e io gli chiedevo di smetterla perché non riuscivo a concentrarmi. Ma lui era fatto così, sdrammatizzava tutto ed era un professionista molto serio».

Il viaggio in giallo di Nibali resta una delle esperienze più intense per i suoi ex compagni: Vanotti fra loro
Il viaggio in giallo di Nibali resta una delle esperienze più intense per i suoi ex compagni: Vanotti fra loro
Tensione a mille?

Per il maltempo e la pioggia. Non era come alla Parigi-Roubaix, che in gruppo ci sono tanti specialisti. E’ quella la differenza. Tanti corridori erano un po’ preoccupati. Io avevo già affrontato il pavé alla Roubaix e in altre corse, quindi non ero troppo agitato. Il rischio però era alto.

Quando il gruppo è nervoso, in corsa cosa succede?

La tattica era di stare davanti fino al primo tratto di pavé. Per cui fu una cronometro a squadre per tutte le squadre, uno sforzo incredibile. Noi conoscevamo l’abilità di Vincenzo sul pavé e nel guidare la bici da quando è ragazzino e questo ci ha avvantaggiato. In più era supportato da una condizione super, fu proprio una giornata magica.

Pensavi fosse capace di domare così il pavé?

Sono sincero, non mi espongo mai prima. Però sapevo delle sue qualità, ma serve anche un pizzico di fortuna, perché è un attimo andare per terra. Oggi non dovrebbe piovere, ma la fortuna servirà per tutti.

Durante tutta la tappa, Nibali riesce a schivare pericoli e cadute
Durante tutta la tappa, Nibali riesce a schivare pericoli e cadute
Quel giorno si risolse la classifica.

Vedendolo in gruppo, Froome non aveva una condizione super e neppure i suoi compagni. Cadde in due curve non sui settori di pavé. Era sicuramente più teso di noi e questo gli giocò un brutto scherzo. Ma secondo me Vincenzo in quel Tour era superiore. Me ne ero già accorto sulle Dolomiti, prima del Tour. Lo conosco, siamo cresciuti insieme. E vedendolo pedalare mi dissi che avrebbe vinto il Tour o sarebbe stato duro staccarlo. E così fu.

Il pavé non cambia, le bici sono diverse.

I materiali cambiano e migliorano. Sono più efficaci. Le squadre sono supportate da staff fortissimi, ormai gli sponsor investono e fanno ricerca. Ma alla fine, sta ai corridori fare la differenza e il fatto che sia asciutto è meglio per tutti…

Santini, tutto pronto per il debutto al Tour

01.07.2022
4 min
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Mancano ormai poche ore alla partenza di una nuova edizione del Tour de France che si annuncia davvero speciale per Santini. Per la prima volta nella sua storia, l’azienda bergamasca avrà infatti l‘onore di vestire il vincitore della maglia gialla. Si tratta del coronamento di un lungo viaggio iniziato nel lontano 1965 con la nascita di Santini Maglificio Sportivo. Un viaggio caratterizzato da tanti momenti importanti.

Dal 1965 ad oggi l’azienda bergamasca ha realizzato le divise per diverse migliaia di team professionistici e amatoriali. Alcune di queste divise sono diventate iconiche tanto da essere ricordate ancora oggi. Basti pensare a La Vie Claire di Bernard Hinault e Greg Lemond ispirata ai quadri del pittore olandese Piet Mondrian. 

Dal 1988 Santini è fornitore ufficiale dell’UCI per il Campionato del mondo. Per tanti anni ha inoltre vestito di rosa i vincitori del Giro d’Italia e da sei anni a questa parte è partner tecnico de La Vuelta.

Santini per questa edizione del Tour de France ha realizzato 2.400 capi (foto paolociaberta)
Santini per questa edizione del Tour de France ha realizzato 2.400 capi (foto paolociaberta)

Numeri da capogiro

Come anticipato, a partire dalla cronometro di oggi di Copenaghen, il leader del Tour de France indosserà tutti i giorni una maglia gialla firmata Santini. Per farci raccontare l’impegno, anche a livello di capi prodotti, che comporta una corsa come il Tour per chi realizza le maglie ufficiali abbiamo sentito Stefano Devicenzi dell’ufficio marketing di Santini.

«Per il Tour de France sono stati realizzati circa 2.400 capi – racconta Devicenzi – fra questi quasi 1.000 sono esclusivamente maglie. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alla maglia gialla, vestiremo anche i leader della classifica a punti, dei gran premi della montagna e di quella dedicata al miglior giovane. Non sapendo poi chi vestirà giorno per giorno la maglia di ogni singola classifica, abbiamo dovuto prevedere per ogni maglia un range di taglie che va dalla XS alla L. Naturalmente trattandosi di atleti professionisti che curano con particolare attenzione il loro peso la prevalenza è per le taglie XS e S».

La spedizione in Francia di tutto il materiale destinato ad ASO è avvenuta nel mese di giugno. Nella settimana che ha preceduto il Gran Depart da Copenaghen sono stati invece spediti i body per le cronometro e quelli da strada. Con quest’ultima spedizione la fornitura è stata definitivamente completata. In ogni caso, per qualsiasi emergenza, in Santini sono sempre pronti a intervenire inviando in Francia quanto necessario. 

Ricordiamo che nella fornitura destinata ad ASO rientra tutto il materiale di merchandising la cui vendita sarà gestita direttamente dalla stessa ASO nelle località di partenza e arrivo di ogni singola tappa.

Lo studio e la progettazione per la maglia gialla sono partiti molti mesi fa (foto paolociaberta)
Lo studio e la progettazione per la maglia gialla sono partiti molti mesi fa (foto paolociaberta)

Al seguito del Tour

Santini sarà presente in Francia per tutta la durata del Tour con un proprio team coordinato proprio da Stefano Devicenzi. Con lui ci saranno l’ex professionista Alessandro Vanotti, che da tempo collabora con l’azienda bergamasca, e Charly-Evan Hary, sponsor manager di Santini in Francia.

E’ ancora Devicenzi a raccontarci come si caratterizzerà la loro presenza al Tour.

Dei capi realizzati più di mille sono esclusivamente maglie (foto paolociaberta)
Dei capi realizzati più di mille sono esclusivamente maglie (foto paolociaberta)

«Ci muoveremo con tre mezzi brandizzati Santini – racconta Devicenzi – un auto e due van. Questi ultimi serviranno per accompagnare i nostri ospiti alla partenza e all’arrivo di ogni tappa e per organizzare delle soste lungo il percorso per vedere il passaggio della gara. Per noi la sponsorizzazione tecnica del Tour de France è una grande opportunità per stringere ancora di più i rapporti con i nostri distributori e i loro clienti».

«Ad una settimana dalla partenza da Copenaghen – continua – avevamo già confermati oltre 160 ospiti distribuiti lungo le 21 tappe della corsa. La macchina servirà a me per anticipare ogni giorno all’arrivo i due van con i loro ospiti e assicurarmi che tutto sia a posto. Avrò anche l’occasione e il compito di gestire in prima persona ogni eventuale emergenza che si dovesse mai presentare in sede di arrivo».

Fra poche ore scatterà l’edizione 109 del Tour de France. Santini porterà con orgoglio anche un po’ di tricolore in Francia.

Santini

bici.PRO a casa Santini, per la nuova sede e le collezioni ASO

01.04.2022
11 min
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La maglia gialla era solo la punta dell’iceberg. Quando andammo nella sede di Lallio in cui Santini ha fatto base per una vita, fu subito chiaro che il simbolo del Tour de France portasse con sé un mare di altre iniziative. Da una parte le maglie di classifica delle diverse gare ASO (a cominciare dalla Parigi-Nizza), dall’altra le produzioni speciali abbinate alle corse più iconiche, soprattutto le grandi classiche. Dalla Roubaix alla Liegi, passando per la Freccia Vallone.

Via Zanica 14

Quando a distanza di qualche mese siamo andati a Bergamo per vedere la nuova sede dello storico maglificio, ci siamo ritrovati nel bel mezzo della loro preparazione ben prima che ne venisse dato l’annuncio, con la sensazione di essere ammessi in un dietro le quinte piuttosto esclusivo.

La nuova sede, prima di tutto. Si trova in via Zanica, a Bergamo, nel perimetro cittadino. La produzione è già stata spostata, gli uffici arriveranno quando la relativa palazzina sarà stata completata.

Un parco stupendo

Nei capannoni si produceva già abbigliamento intimo a marchio Perofil, in un sito con interessanti spunti di design e circondato da un parco pieno di sculture cui non è possibile apportare modifiche. Gli spazi sono triplicati rispetto alla sede precedente, conseguenza dell’aumento del personale e del volume di lavoro.

«E’ anche la previsione di assunzione di nuovo personale – ha dichiarato Monica Santini in sede di presentazione – che ci ha portato a fare questa scelta. Da quando sono entrata in azienda oltre un decennio fa con 60 dipendenti, oggi siamo a oltre 140 persone, a cui vanno aggiunte altrettante risorse esterne, grazie all’indotto che abbiamo saputo generare sul territorio bergamasco. Nella scelta della nuova sede, ci hanno guidato anche i valori aziendali, come la volontà di avere una struttura dal forte connotato green, sia come spazi verdi che come costo energetico».

Il tetto dell’intera struttura accoglie infatti un’importante pannellatura solare che permetterà a Santini di abbattere i costi energetici.

L’Inferno del Nord

Veniamo ora alle maglie delle grandi classiche, una delle chicche Santini per il 2022. La Parigi-Roubaix si correrà nel weekend di Pasqua: 16-17 aprile. Sabato l’edizione femminile, l’indomani quella degli uomini. Santini lancia due: la linea Paris-Roubaix e la capsule L’Enfer du Nord

La grafica, sia per uomo che per donna, richiama i colori e la simbologia usati sul percorso di gara per indicare i settori di pavé e la loro difficoltà. Nella collezione L’Enfer du Nord, i colori scelti sono quelli dell’inferno dei corridori quando affrontano i settori a cinque stelle.

In perfetto abbinamento sia con le maglie e la capsule L’Enfer du Nord, Santini propone calzoncini e intimo, uno smanicato, una giacca e vari accessori. La giacca è realizzata in Polartec NeoShell, tessuto traspirante e impermeabile che offre protezione contro le condizioni climatiche avverse e permette scambio d’aria e capacità di movimento.

Il Muro d’Huy

La Freccia Vallone si corre invece il 20 aprile, in questa nuova disposizione del calendario che vede le tre classiche ASO nella stessa settimana. E visto che la corsa è famosa per il Muro d’Huy, ad esso e alle sue cappelle si è ispirato Fergus Niland nel disegnare la linea dedicata alla Freccia.

Il Muro, noto anche come Chemin des Chapelles, per le sei piccole cappelle che vi si incontrano, è lungo solo 1.300 metri, con il nome ripetuto ossessivamente da una serie di scritte il cui stile appare sulle maglie Santini.

Maglia e salopette sono realizzati, nella versione maschile, con sfondo giallo e nero e la scritta Flèche Wallonne in rosso. In quella femminile, invece, ugualmente la scritta in rosso e lo sfondo grigio e nero. Gli accessori, la maglia tecnica, l’intimo e lo smanicato sono in abbinamento cromatico.

La Doyenne

Infine, tre giorni dopo la Freccia Vallone, sarà tempo de La Doyenne: la decana di tutte le classiche. La Liegi-Bastogne-Liegi, che si corre dal 1892 e sarà disputata il 24 aprile.

Dato che il percorso si snoda nei boschi e sulle cotes delle Ardenne, protagonista del design dei capi sono varie gradazioni di verde e la presenza di salite stilizzate che richiamano le undici cote della Liegi.

La linea uomo presenta maglia, pantaloncini, t-shirt tecnica e maglia intima, così come quella donna che si differenzia per il calzoncino senza bretelle, mentre la giacca, realizzata in Polartec Power Shield Pro, un tessuto impermeabile (con valore di 5.000 mm colonne d’acqua) e nello stesso tempo leggero e traspirante. Gli accessori coordinati si abbinano a tutti i capi della collezione.

Sorprese in vista

Altre produzioni mirate su eventi ASO sono in fase di preparazione, non vi anticipiamo nulla per rispetto dei tempi dei padroni di casa. Di sicuro, andando a spulciare da anni sui caravan delle maglie al Tour de France, non avevamo mai notato una simile abbondanza.

Santini Cycling

Fra Santini e la Trek, l’arte e la diplomazia di Leslie

16.12.2021
5 min
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Nella hall del Cap Negret di Altea è tutto un ribollire di americani e frasi in inglese. In un tavolo c’è Monica Santini a colloquio con il numero due di Trek, mentre lo staff marketing dello squadrone americano invade sale e salottini per interviste, foto, video e le iniziative che popoleranno le campagne di tutta la stagione. Perciò quando Paolo Barbieri, responsabile italiano dei media, ci gira il nome di Leslie Zamboni, la prima sensazione è che avremo davanti un’italoamericana, perciò l’approccio è in inglese.

Lei si volta. Risponde. Poi con un sorriso esclama: «Sono italiana, se vuoi possiamo parlare italiano».

Leslie ha gesti che lasciano trasparire sicurezza. Solo quando alla fine del nostro incontro le chiederemo di fare una foto, avrà un attimo di tentennamento. Mai chiedere a una donna di fare una foto senza averla avvertita in anticipo…

Leslie Zamboni è arrivata alla Trek dopo aver lavorato per Nalini
Leslie Zamboni è arrivata alla Trek dopo aver lavorato per Nalini

Fra il team e Santini

Di lei vi avevamo parlato in uno dei primi articoli di bici.PRO quando passammo qualche ora nel maglificio Santini e nel mucchio degli scatoloni di fine 2020 intravedemmo un paio di figure che assortivano le forniture di abbigliamento della Trek-Segafredo per il 2021. Di lei ci parlò Stefano Devicenzi, ma non ci era ancora riuscito di incontrarla.

Leslie Zamboni è la figura di raccordo fra il team e l’azienda di Lallio, dipendente direttamente da Trek Italia, per evitare che i corridori tirino matti i tecnici di Santini con le richieste più estemporanee. Non sareste anche voi curiosi di farle decine di domande?

Come arriva Leslie alla Trek-Segafredo?

Come arrivo… (sorride e riordina le idee, ndr). Ho un background di 20 anni nell’abbigliamento per il ciclismo. Lavoravo da Nalini nel commerciale estero, per cui avevo regolarmente a che fare con le squadre. Ho lavorato con la Kelme, la Banesto, l’Astana. A un certo punto mi trovai a lavorare per Trek, che al tempo non aveva una figura interna che si occupasse dell’abbigliamento. E così un bel giorno, il responsabile del team venne a propormi se mi interessasse passare con loro.

E tu?

E io ho pensato che in Nalini mi trovavo benissimo, era anche vicino casa. Ma ho sentito che fosse arrivato il momento di cambiare, così ho accettato e mi sono trovata a lavorare con lo staff per capire in primis come fosse organizzata la squadra. Ho legato con i massaggiatori, ho scoperto i meccanismi e le varie figure che operano e poi ho cominciato a fare il mio vero lavoro.

Ad Altea ogni corridore ha ricevuto due scatoloni pini zeppi di ogni ben di… Santini
Ad Altea ogni corridore ha ricevuto due scatoloni pini zeppi di ogni ben di… Santini
Che sarebbe?

Raccolgo le informazioni che chiunque può darmi per migliorare l’abbigliamento della squadra. Una volta messo a punto questo cumulo di dati, mi interfaccio con Santini che inizia le sue ricerche per capire se le modifiche valgano la pena e siano di facile utilizzo. 

Ci hanno spiegato che il tuo ruolo è anche filtrare le richieste degli atleti.

Esatto (dice con una risata argentina, ndr). Abbiamo 31 ragazzi e 14 ragazze. Quelli che vengono da squadre più piccole, hanno meno esigenze e davanti alle forniture che ricevono spesso rimangono a bocca aperta. Quelli un po’ più esperti fanno richieste e c’è spesso da ragionare se nascano da vere esigenze o da intuizione del momento che dopo qualche ora sono tramontate. Per fortuna alcuni corridori sono un bel riferimento…

Ci hanno parlato di Stuyven.

Esatto, Jasper è un ragazzo molto attento. Testa tutti i materiali, ha un approccio molto logico e pragmatico e non si fa prendere dal momento. Un altro che sta crescendo su questo fronte è Pedersen. Sono atleti sensibili, attenti al dettaglio e poco emozionali. Vivendo al Nord, le loro relazioni sui vari prodotti sono molto attendibili.

Asbjorn Hellenmose e Filippo Baroncini, con la divisa da allenamento e quella da gara
Hellenmose e Baroncini, con la divisa da allenamento e quella da gara
Che cosa significa poco emozionali?

Ci sono corridori che rientrano da un allenamento in cui hanno avuto un problema e vengono a proporti di cambiare la maglia o la giacca per ovviare al problema. Poi vanno a farsi la doccia e se gli chiedi spiegazioni, l’hanno già dimenticato. A volte, se insistono, si fanno cose sapendo che non funzioneranno. Solo così sentiranno di essere presi in considerazione e si renderanno conto che l’idea non funziona. Non mi va di passare per la mamma cattiva che dice sempre di no… A volte poi il processo è inverso. Monica Santini e il suo staff a volte propongono qualcosa. Noi lo prendiamo e chiediamo il feedback dei ragazzi.

Tu sei sempre presente?

Ci sono al ritiro di dicembre per la consegna del materiale e a quello di gennaio per avere i primi report. Poi li seguo alle corse. E’ bene avere un contatto frequente. Li coccoliamo parecchio, d’accordo con Monica (Santini, ndr). Il materiale è tutto fatto su misura e a me piace stare in contatto con i corridori per il rapporto che si crea.

Quanto ti impegna la fase pre ritiro?

Sono nel magazzino di Santini per giorni interi, ad allestire scatole e valigie destinate ai corridori. E’ il momento più caldo della mia stagione. Porto sempre il buon Stefano Cerea, gran lavoratore, esperto e tanto paziente…

I corridori sono mai sfrontati nel chiedere adattamenti?

No davvero, alcuni sono timidissimi, devi capire tu se vogliono dirti qualcosa, magari sdrammatizzando. Una cosa comune a tutti è che sono molto educati. Su questo Guercilena (team manager del team, ndr) è sempre stato intransigente.

Cucitura giubbini Trek-Segafredo, Santini
Nei laboratori di Santini prendono forma le divise del club. Prima del ritiro, i magazzini traboccavano di materiale Trek
Cucitura giubbini Trek-Segafredo, Santini
Nei laboratori di Santini prendono forma le divise del club
E le ragazze?

Abbiamo iniziato tutto da zero, pur avendo buone basi in Santini. Siamo partiti dalle linee già esistenti e abbiamo iniziato lo sviluppo. La cosa più interessante dell’ultimo periodo è lo sviluppo del body da strada, partendo dalla base di quello per gli uomini. Lizzie Deignan si è fatta portavoce dell’esigenza. Abbiamo fatto la modellatura e ora abbiamo fatto la prima fornitura. Siamo molto curiosi di vedere se andrà bene.

La curiosità è legittima: ti senti più una donna Trek o una donna Santini?

Bella domanda (ride ancora, ndr), sono una donna Trek, ma devo dire che con Santini si è creato un ottimo rapporto. Sono molto ferrati, in più parliamo la stessa lingua. Capiscono velocemente le esigenze dei professionisti, si tratta di uno scambio equo, perché comunque dal team arrivano spesso feedback interessanti per la produzione.

Santini guarda al futuro con una nuova sede

14.12.2021
4 min
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Il 2021 di Santini Cycling Wear è stato davvero un anno eccezionale sotto tanti punti di vista. La previsione di chiusura dell’esercizio commerciale in corso parla di un fatturato di 31 milioni di euro con un export che supera l’85%. L’anno che si sta per concludere ha poi portato con sé il dono più bello, ossia la maglia gialla. Per i prossimi cinque anni l’azienda bergamasca vestirà il vincitore del Tour de France.

A rendere ancora più eccezionale il 2021 ecco arrivare la presentazione ufficiale del nuovo quartier generale Santini che sarà operativo dal 2022.

Con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Pietro Santini e le figlie Monica e Paola. A destra l’architetto Acerbis
Da sinistra, Pietro Santini e le figlie Monica e Paola

Nel cuore di Bergamo

La presentazione della nuova sede è avvenuta nei giorni scorsi presso la sede di Confindustria Bergamo, alla presenza del sindaco Giorgio Gori, orgoglioso del fatto che la propria città possa essere un polo di attrazione dell’imprenditoria manifatturiera locale: «Con la nuova sede Santini all’interno del perimetro della città – ha sottolineato il sindaco di Bergamo – proseguiamo il percorso di attrazione anche nei confronti del tessuto imprenditoriale. Santini rappresenta quel modello di manifattura in grado di dare valore aggiunto alla città».

Il nuovo quartier generale Santini sarà equidistante tra l’aeroporto di Orio al Serio, il casello dell’autostrada A4 e il centro città. Il progetto porta la firma dell’architetto di fama internazionale Marco Acerbis. Il nuovo insediamento produttivo rappresenterà un punto di equilibrio tra architettura e design. A partire da gennaio 2022 saranno operative le linee produttive. Il trasloco delle funzioni design, marketing, contabilità e commerciale avverrà nel corso dell’estate. Nel complesso si tratterà di un sito produttivo ecosostenibile grazie all’adozione di energie provenienti da fonti rinnovabili. Saranno inoltre previste facilities per clienti e dipendenti. Tra le tante novità, anche la presenza di uno shop Santini inserito nel cuore dell’azienda così da mettere il cliente in stretto contatto con l’area produttiva.

Durante la presentazione della nuova sede di Santini a Bergamo era presente anche il sindaco della città Gori
Durante la presentazione della sede di Santini era presente anche il sindaco di Bergamo

Un preciso piano di sviluppo

La scelta di realizzare un nuovo quartier generale rientra in un piano di sviluppo ben definito che ha visto in questi ultimi anni il marchio Santini affermarsi sempre di più a livello internazionale. Questo è stato possibile grazie alla qualità delle collezioni proposte e all’essere sinonimo di vero Made in Italy. Per sostenere lo sviluppo atteso nei prossimi anni Monica e Paola Santini, rispettivamente amministratore delegato e responsabile area marketing dell’azienda di famiglia, hanno deciso di dare vita al progetto della nuova sede. La nuova struttura sarà in grado di assecondare il forte aumento di produzione previsto dal piano industriale. Si tratta di una ulteriore conferma della scelta effettuata con orgoglio diversi anni fa da Santini di voler continuare a produrre in Italia.

«Nella scelta della nuova sede, che avrà una superficie tripla all’attuale di Lallio, ci hanno guidato anche i valori aziendali. Come la volontà di avere una struttura dal forte connotato green, sia come spazi verdi che come costo energetico – commenta Paola Santini – e soprattutto che fosse all’interno del perimetro comunale della città di Bergamo, di cui vogliamo continuare a essere un punto di riferimento nel nostro settore».

In chiusura di presentazione ha parlato un emozionato Pietro Santini, che nel 1965 ha fondato il maglificio che porta il suo nome. Dopo aver raccontato il percorso che in tutti questi anni ha portato la sua azienda dall’essere una piccola realtà di provincia a realizzare la maglia gialla del Tour del France ha voluto ringraziare i suoi collaboratori e più in generale tutti i dipendenti. La vera forza dell’azienda.

Santini

Dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei…

21.10.2021
6 min
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Si fa un gran parlare di come i feedback dei professionisti servano per mettere a punto la produzione delle aziende che con loro lavorano. Questa volta però ci è venuto in mente di entrare nel vivo, approfittando della visita fatta nei giorni scorsi alla Santini di Lallio per raccontare la nascita della maglia gialla, ricordate?

E’ chiaro che equipaggiare uno squadrone come la Trek-Segafredo sia un lavoro importante e prestigioso al pari di realizzare le maglie di leader per le corse Aso e sponsorizzare le altre squadre presenti nell’orbita dell’azienda, ma il fatturato si fa con le persone… normali. Qual è il nesso fra il lavoro di vertice e quello meno esclusivo?

«La base di partenza è la stessa – dice Stefano Devicenzi del marketing – che si parli di una squadra di professionisti o di un team di amatori. Vengono qua. Li portiamo nel nostro atelier. Gli facciamo vedere i modelli a disposizione. E in base a quello che scelgono si allestisce la divisa del team. Chiaramente un team di professionisti andrà diretto sul top di gamme e su tagli che consentano di stampare il nome degli sponsor, mentre altri guarderanno a una fascia anche meno esclusiva».

La fornitura a qualsiasi team parte dai modelli presenti nel catalogo. Stefano Devicenzi del marketing Santini spiega…
La fornitura a qualsiasi team parte dai modelli presenti nel catalogo. Stefano Devicenzi spiega
La lavorazione custom quindi tende a sparire anche per i campioni?

Con loro si fanno delle sedute di fitting, in cui i capi scelti si adattano alle misure e alle loro esigenze i tagli, le lunghezze, le misure, i fondelli. Per gli amatori questo non avviene, però magari dai la scelta fra due tipi di fondelli e si sceglie la soluzione economicamente più vicina alle esigenze, che comunque avrà sempre un elevato contenuto tecnico. Le esigenze sono ovviamente diverse, ma il punto di partenza è identico.

Sappiamo che la Trek-Segafredo ha al suo interno una persona che riporta a voi le esigenze dei corridori.

Esatto e all’interno della squadra hanno individuato 2-3 corridori particolarmente sensibili che sono in grado di valutare i vari capi. Se va bene a loro, va bene a tutti. I pro’ a volte possono avere qualche prodotto in anteprima, come i pantaloncini con i fianchi traforati usati per la prima volta alla Vuelta del 2018 per fare fronte a temperature altissime.

Esistono team di amatori che chiedono lo stesso standard dei pro’?

Ci sono, anche perché per regolamento i prodotti usati dai professionisti devono essere disponibili a tutti. Sul nostro sito abbiamo messo in vendita anche i body da crono, che costano cari, ma qualcuno li ha comprati. Abbiamo spesso a che fare con squadre di amatori così attenti, che dedicano tanto tempo anche alla realizzazione della divisa e quando li vedi potresti pensare che siano squadre pro’. In ogni caso, non è possibile accontentarli dal punto di vista sartoriale: quello si fa solo con i professionisti. La differenza è una sola…

I colori e il disegno delle maglie dei professionisti realizzate da Santini sono un grande richiamo per gli amatori
I colori e il disegno delle maglie dei professionisti realizzate da Santini sono un grande richiamo per gli amatori
Quale? 

Il professionista pensa solo al risultato, anche a costo di stare scomodo. Però le loro richieste si valutano. Nizzolo ad esempio volle il silicone in fondo alla maglia, poi convinse anche Alafaci. Noi studiammo, invece di fare un anello di silicone, mettemmo degli insertini paralleli frammisti a tessuto e questa soluzione è inserita in catalogo, quindi a disposizione anche degli amatori.

Quindi il professionista viene preso a riferimento?

Completamente. Il tessuto rigato che si usa per ragioni aerodinamiche sulle maniche, ad esempio, è stato notato subito da persone appassionate e attente, che lo vogliono sulle loro maglie. Stanno attenti al taglio delle maniche, si informano. Allo stesso modo ci sono abitudini dei pro’ che vengono recepite anche quando non c’è una validità oggettiva. Passi il calzino lungo, ma anche l’uso del copriscarpe d’estate… Non so quanto possa giovare a un amatore. Anche il taglio più lungo dei pantaloncini… Se c’è richiesta, va accolta. Tutto quello che usano i professionisti si trova già in catalogo.

Proprio tutto?

Abbiamo realizzato una maglia invernale a maniche corte con un tessuto molto performante, da usare alle classiche del Nord in quelle giornate freddine a rischio pioggia (in apertura con Madsen al via della Roubaix 2021, ndr). Se non la usassero nei team, non so quanti la vorrebbero. Invece l’hanno vista e la ordinano. Senza il richiamo del team, non sarebbe stato possibile.

Forse anche senza internet tutto questo non sarebbe possibile.

Grande verità, anche se dobbiamo tenere l’equilibrio fra i rivenditori e il sito. Nei negozi si va e si compra quello che si trova, perché magari ordinarlo ha tempi lunghi. Su sito trovi esattamente quello che stai cercando e ti arriva a casa. I tempi sono cambiati. Stiamo anche lavorando per rinnovare la gamma dei colori e alcune linee perché ci sono in circolazione marchi molto commerciali che puntano su una produzione molto più modaiola rispetto alle linee classiche da ciclismo. Di sicuro il fatturato si fa con gli amatori. Quelli già navigati e quelli nuovi…

Quanti sono?

Tanti e venuti fuori dal post Covid. Magari gente che usa la gravel e che vuole un prodotto appetibile, anche se meno tecnico.

Ecco un esempio di scelta Santini fra due livelli diversi. Top e gamma media
Ecco un esempio di scelta Santini fra due livelli diversi. Top e gamma media
Gli uomini guardano Nibali e Ciccone, le donne guardano alla Longo Borghini o Paternoster?

Non troppo, in realtà. La ragazza che va in bici vuole un modello non di agonismo, ma di star bene. Wellness e fitness. Magari non il taglio da corridore, ma quello più elegante che non sminuisca la loro femminilità.

Quindi volendo riassumere, avere una squadra serve ancora?

Tantissimo, è uno strumento organico funzionale. A livello commerciale e di sviluppo del prodotto. Ma l’amatore ormai è molto informato e la squadra è una guida sia per i contenuti tecnici, sia per l’estetica. Sono mondi diversi, ma si parlano in continuazione…