Probikeshop, E-commerce alla francese che punta all’Italia

18.06.2022
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Dopo tanto parlare con Marco Zucchetti collegato da Lione, la notizia arriva come uno spruzzo di acqua fresca. L’E-commerce ha bisogno di negozi fisici cui appoggiarsi per rendere sempre migliore il servizio. La svolta è importante e potrebbe cambiare l’andamento della storia. Il nostro ospite parla dalla sede di Probikeshop, di cui è Head of Branding. Si tratta di uno dei leader europei del commercio online, arrivato in Italia nel 2011. Mettere il naso nella loro realtà aiuta a capire tante cose.

I consulenti telefonici si occupano di logistica, ma anche di dare pareri tecnici: tutti di madre lingua (foto PBS)
I consulenti telefonici si occupano di logistica, ma anche di dare pareri tecnici: tutti di madre lingua (foto PBS)

Un italiano a Lione

Zucchetti è di Varese e nasce allo sport nel mondo dello skate e dello snowboard. Poi, complice una serie di passaggi di azienda in azienda, nel 2020 è arrivato a Probikeshop nel neonato dipartimento di marketing e comunicazione.

«Sono in un bel dipartimento di dieci persone – racconta con la parlata che porta i segni del francese – che si occupano di comunicazione, eventi e contenuti. Abbiamo l’Ambassade, un concept store di 400 metri quadri in cui facciamo eventi e formazione e mi piacerebbe che venisse realizzata accanto una pump track in cui si possa girare con la bici. In Probikeshop sono tutti fissati per il ciclismo, ogni volta che hanno un po’ di tempo libero, li vedi che partono in bici».

La componente degli eventi è decisiva per aggregare persone attorno allo shop (foto PBS)
La componente degli eventi è decisiva per aggregare persone attorno allo shop (foto PBS)
Dicono che grandi aziende produttrici di componenti comprino da voi le parti con cui soddisfare i clienti…

Il momento è complicato anche per noi. Olivier Rochon ha dato vita a questa impresa nel garage di casa sua e ora fattura 150 milioni di euro. Lui nasce commerciante e negli anni, grazie all’acquisto di quantità elevate, con alcuni marchi si sono create delle relazioni privilegiate. In Europa ci sono diversi attori nel settore E-commerce, la differenza rispetto ad altri è la parte umana. Abbiamo 210 fra esperti e consulenti, tutti competenti e appassionati di bici, capaci di creare grande empatia. Ugualmente, la penuria di prodotti è notevole. Ci aiuta il fatto di esserci uniti con altri soggetti europei come gli irlandesi di Chain Reaction, che a sua volta si era fuso con Wiggle, e con il tedesco Fahrrad.

Per creare la comunità, Probikeshop organizza uscite di Mtb di gruppo e indice concorsi a tema (foto PBS)
Per creare la comunità, Probikeshop organizza uscite di Mtb di gruppo e indice concorsi a tema (foto PBS)
Concorrenti e alleati?

Si poteva temere che ci ostacolassimo, in realtà riusciamo a sostenerci reciprocamente, senza perdere autonomia. Ci si raggruppa per logica di economia di scala, ma si resta indipendenti. Loro rispetto a noi producono dei marchi propri e questa potrebbe essere anche la nostra idea. Trovare atleti e supportarli davvero, non dandogli materiale e basta.

A che punto del discorso e perché l’online inizia ad avere bisogno del negozio fisico?

Diciamo che non conviene creare negozi, ma appoggiarsi a punti vendita che siano già dei riferimenti. Negozi strutturati, soprattutto a livello di atelier. Punti in cui si possano consegnare le bici, fare il montaggio e dare assistenza. Mi metto al posto del cliente: bello comprare online, meglio avere il riscontro fisico di qualcuno.

La sede centrale di Probikeshop si trova a Lione (foto PBS)
La sede centrale di Probikeshop si trova a Lione (foto PBS)
Si sta facendo già anche in Italia?

Per ora solo in Francia tramite un vero e proprio contratto. Grazie a questo il negozio prende una parte sul servizio e può accedere al nostro catalogo. Ma non ci fermiamo qui.

Cos’altro avete in mente?

L’aspetto media è decisivo. Un sito che ha 1,9 milioni di visite mensili fa sì che molti vogliano essere presenti sulla sua piattaforma e consente a noi di creare una base sempre più ampia. Le persone non vanno nei negozi solo per comprare, conoscono il proprietario e gli altri clienti e si crea la community. Tutti oggi possono vendere su internet, non è più la capacità di vendere online. Nel futuro la differenza si farà tra chi vende e chi sa creare la comunità. Avere un negozio in appoggio permette di vedersi. E poi io sono il primo che se deve spendere dei soldi per una bici vuole vederla da vicino.

L’Ambassade è il concept store di Lione, accanto alla sede di Probikeshop (foto PBS)
L’Ambassade è il concept store di Lione, accanto alla sede di Probikeshop (foto PBS)
Quanto interessa il mercato italiano?

Siamo mega interessati. Il primo resta quello francese, ma l’Italia è il secondo Paese, sapendo che la bicicletta fa parte della nostra cultura. C’è gente disposta a spendere bei soldi, essendo però competente. L’Italia ha un potenziale gigantesco. Per questo abbiamo sviluppato dei call center di esperti madre lingua, che possono occuparsi di logistica oppure di entrare nei temi tecnici. C’è però un fronte che vorremmo stroncare.

Quale?

Trovo aberrante che si vada nei negozi per vedere la bici o altri oggetti e poi li si compri online per risparmiare. Vogliamo stroncare questa abitudine, anche grazie al livellamento dei prezzi.

In Bikeshop ci sono circa 60 mila modelli in stock e a disposizione circa 210 consulenti tecnici (foto PBS)
In Bikeshop ci sono circa 60 mila modelli in stock e a disposizione circa 210 consulenti tecnici (foto PBS)
In Francia c’è tanta mountain bike, in Italia un po’ meno…

L’Italia è il mercato più sensibile per la parte strada. Il gravel è un trend europeo, il fronte su cui spingere. La cultura francese per la mountain bike deriva dal fatto che tante stazioni sciistiche si sono attrezzate per andargli incontro in estate. Sponsorizziamo i bike park anche per restituire qualcosa allo sport. Anche in Italia ci sarebbero tante stazioni invernali sotto i 2.000 metri che con la neve fanno fatica, ma potrebbero riorganizzarsi. Vogliamo diventare il centro della passione. Perché quando hai prodotti in vendita alle stesse condizioni, fai la differenza sul piano emozionale. Questo è quel che vogliamo portare anche in Italia.