Tratnik 2022

Tratnik, altro che gregario! Un altro sloveno per vincere

09.04.2022
7 min
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Non ci sono solo Pogacar e Roglic. A ben guardare, ormai non c’è gara, in linea o a tappe, dove non ci sia uno sloveno protagonista e sì che nel panorama internazionale, il loro numero è ancora ben poca cosa di fronte ad altre scuole, anche quella italiana, come numero di corridori appartenenti alle formazioni WorldTour. Il fatto è che ogni sloveno però è una garanzia d’impegno al 200 per cento il che porta risultati. Nella Bahrain Victorious, ad esempio, Jan Tratnik è una vera colonna portante, non si limita solo a sostenere i vari leader, ad essere l’uomo di fiducia in salita, ma spesso e volentieri si prende anche le sue responsabilità.

All’ultimo Giro delle Fiandre, dove la squadra non aveva un leader dichiarato alla vigilia, con la sua azione iniziale Tratnik ha contribuito a far esplodere la corsa finendo comunque 12° dopo essere stato 9° alla Milano-Sanremo. Campione europeo U23 nel 2012, vanta 17 vittorie da professionista e nel movimento sloveno, con i suoi 32 anni, è ritenuto una sorta di “vecchio saggio”.

Tratnik Pogacar 2022
Tratnik e Pogacar all’inseguimento nella Attraverso le Fiandre. I due hanno ottimi rapporti fra loro
Tratnik Pogacar 2022
Tratnik e Pogacar all’inseguimento nella Attraverso le Fiandre. I due hanno ottimi rapporti fra loro

Innamorato della bici

La sua particolarità è di essere sempre in giro, disponibile, pronto a ogni evento. In partenza per l’Olanda e per un’altra classica da prendere di petto, l’Amstel Gold Race, Tratnik si è sottoposto di buon grado a un fuoco di fila di domande, partendo dalle sue radici.

«Ho iniziato con il ciclismo nel 2007. Prima praticavo molti altri sport (arrampicata su roccia, calcio, basket, corsa, sci…). Mi sono innamorato del ciclismo perché il maestro di scuola mi ha invitato a una gara di MTB e sono arrivato 3°. Dopo questa gara, ho provato a utilizzarla di più col risultato che mi sono innamorato della bici. L’anno dopo ho preso la licenza di corridore e ho iniziato con le mie prime gare».

Da quando sei in Bahrain Victorious, non sei mai stato protagonista come nelle ultime settimane, con la top 10 a Sanremo e Dwars door Vlaanderen e poi il Fiandre con la tua lunga fuga. Cosa è cambiato rispetto agli ultimi anni?

Penso che dipenda solo dal mio ruolo nella squadra. Le mie prestazioni ogni anno erano quasi le stesse, ma solitamente aiuto la squadra nelle gare più importanti. So che posso fare anche buoni risultati se ho le mani libere e quest’anno è capitato. Se si guarda alla mia storia, questo tipo di gare è perfetto per me. Quando ero leader nel team CCC, ho vinto la classica del Limburgo, 5° al Brabantse Pijl, ecc… Ma quando sono arrivato in Bahrain, c’erano leader più forti e mi sono adeguato. Quando ho l’opportunità, ho ottenuto anche risultati. Questo si può vedere da alcune tappe dove sono andato in fuga (3° al Tour de France, vittoria di tappa al Giro). Quindi quest’anno ho più libertà e posso giocare le mie carte.

Tratnik europei 2012
Un giovanissimo Tratnik campione europeo Under 23 nel 2012. Jan è del 1990, è alto 1,73 e pesa 67 chili
Tratnik europei 2012
Un giovanissimo Tratnik campione europeo U23 nel 2012. Jan è del 1990, è alto 1,73 e pesa 67 chili
L’assenza di Colbrelli ha cambiato gli equilibri nella squadra per correre in Belgio, dandoti più possibilità?

Sì, questo è corretto. Se Sonny non avesse avuto problemi, starei stato a casa per Dwars Door Vlaanderen e Giro delle Fiandre e non avrei potuto mostrare le mie qualità.

Quali sono i percorsi dove ti trovi meglio?

La mia specialità sono le salite brevi e ripide. Posso produrre numeri di watt molto alti da 1 a 5 minuti. Penso di progredire anche su lunghe salite e sono anche bravo a cronometro. Quindi penso di essere un ciclista abbastanza completo, ma le mie prestazioni migliori sono sulle brevi salite, quindi le gare del Belgio mi si addicono…

Sei tra i più esperti del ciclismo sloveno: da dove viene un numero così alto di corridori vincitori, non solo Pogacar o Roglic?

A dire il vero non lo so nemmeno io. Sappiamo che Roglic e Pogacar sono ciclisti eccezionali. Sono i migliori al mondo in questo momento. Di sicuro ci aiuta, perché li vediamo fare bene, sono sloveni e anche noi vogliamo fare progressi. Se lavori duro, ti alleni duramente, credi in te stesso, i risultati arriveranno. E quando arriva il primo risultato, sei anche mentalmente più forte e gara dopo gara è più facile. Quando ho vinto la prima volta nel WT, non potevo crederci. Ma poi ho capito che ce la potevo fare. Quindi credo di poter vincere di più e lavorerò ancora di più per farlo.

Tratnik crono
Lo sloveno della Bahrain ha una buona propensione per le crono: vanta due titoli nazionali
Tratnik crono
Lo sloveno della Bahrain ha una buona propensione per le crono: vanta due titoli nazionali
Rispetto a quando hai iniziato, ora c’è più attenzione in Slovenia per il ciclismo e il numero dei corridori è aumentato?

Sì, molto! Posso vedere sulla strada quante persone vanno in bicicletta. Dal giovane all’anziano. Gli automobilisti ci rispettano anche di più sulla strada. Anche nelle gare delle categorie più giovani ci sono più ciclisti e di questo sono orgoglioso. Siamo grati, perché possiamo aiutare i giovani con l’ispirazione, che magari diventeranno anche ciclisti professionisti. E sono sicuro che la nuova generazione sta arrivando.

Conosci entrambi bene, Roglic e Pogacar: quali sono le principali differenze in termini di carattere umano e con chi vai più d’accordo?

Vado d’accordo con entrambi. Ci sono differenze di età, quindi con Primoz sono amico già da molto tempo, prima ancora di diventare professionisti. Tadej è più giovane e lo conosco forse da 2-3 anni. Sono entrambi amichevoli e pronti ad aiutare, anche se sono le più grandi star del ciclismo. Primoz è più vecchio e forse ora la vita gli sembra diversa. Tadej è ancora molto giovane e penso che anche lui non sappia quanto sia bravo. Ho solo buone parole per entrambi e sono felice di far parte di questa storia slovena.

Tratnik Roglic
Jan con la famiglia di Roglic: la loro amicizia è di vecchia data, prima di passare pro’
Tratnik Roglic
Jan con la famiglia di Roglic: la loro amicizia è di vecchia data, prima di passare pro’
Quali saranno le tue prossime gare?

Il mio prossimo obiettivo è l’Amstel Gold Race, poi ci sarà la Freccia del Brabante. So di essere in buona forma e cercherò di fare buoni risultati anche lì. Poi ho circa 3 settimane per mantenere questa condizione per il Giro d’Italia. Dopo forse sarò al Giro di Slovenia, ma manca tanto tempo e dobbiamo vedere come ci arriverò.

Quali obiettivi ti sei prefissato da qui alla fine della stagione?

Per prima cosa voglio fare bene nelle prossime due gare. Poi per il Giro cercherò di fare il meglio per la squadra e di aiutare i nostri ragazzi, ma di sicuro se ci sarà l’occasione cercherò di vincere una tappa come ho già fatto. Per le prossime gare forse mi concentrerò maggiormente sulle gare di un giorno (Plouay, Canada) e sul campionato del mondo. Se posso avere le stesse condizioni di adesso, penso di poter essere lì nel finale. Alla fine, se so di aver fatto di tutto per essere in gara al 100 per cento e anche se non c’è risultato, non mi biasimo. L’importante per me è fare tutto ed essere pronto per la gara. Se lavori sodo, i risultati arrivano.

Tratnik Giro 2020
L’impresa di San Daniele del Friuli al Giro 2020, vittoria dopo una lunga fuga
Tratnik Giro 2020
L’impresa di San Daniele del Friuli al Giro 2020, vittoria dopo una lunga fuga
Sei abituato a correre tanto ogni anno, nel 2019 sono stati addirittura 83 giorni: essere in gara così spesso per te è un vantaggio o pensi di poter ottenere di più riducendo i giorni di gara?

Penso che tu debba trovare un equilibrio. Devi anche ascoltare il tuo corpo. Se ti senti bene, forte, perché non correre e cercare di ottenere buoni risultati con una buona condizione? Se ti senti stanco, mentalmente distrutto, allora è un problema. Non ci sono grossi problemi a correre molti giorni di gara, il problema diventa se non sai come riposarti. Penso di avere un buon equilibrio tra corsa, allenamento e riposo. Se mi sento stanco, mi prendo uno o due giorni di riposo in più e poi continuo con gli allenamenti. Dopo tutti gli anni nel ciclismo, con alti e bassi nella mia carriera, ho imparato molto. Forse potrei avere qualche risultato in più ormai, ma ho una mentalità diversa. Alla fine la cosa più importante è che devi divertirti in allenamento, in gara e fuori dalla bici. Allora puoi durare ancora tanto.