Search

A Ostenda la prima maglia iridata eco-friendly

29.01.2021
4 min
Salva

Si comincia da Ostenda, ai campionati del mondo di ciclocross più blindati della storia, con le prime maglie iridate Santini tessute con filati riciclati. E’ singolare rendersi conto di come la spinta green sia ormai inarrestabile e sia altrettanto necessario comunicare la propria adesione, per non rimanere giù dal treno. Non basta. Anche il packaging in cui verranno confezionate sarà compostabile e smaltibile nell’umido. Racconta tutto Stefano Devicenzi, Marketing Specialist di Santini, con cui avevamo già passato in rassegna le dotazioni della Trek-Segafredo nella nostra precedente visita all’azienda di Lallio.

Ecco la prima maglia iridata ecologica, nella sua confezione compostabile
Ecco la prima maglia iridata ecologica, nella sua confezione compostabile
Un’iniziativa partita dall’Uci?

Partita da punti diversi, compreso il loro. Uci è una federazione che ha tra le sue finalità lo sviluppo mondiale del ciclismo e l’ecosostenibilità è un tema importante. Per cui quando abbiamo rinnovato l’impegno, l’esigenza di spingere in una certa direzione ci è stata ribadita. Già da prima però avevamo iniziato anche noi a valutare questo aspetto, che di recente ha avuto l’impennata di cui si diceva poco fa. Perciò, a partire dal 2021, tutte le maglie da podio Uci e quelle destinate alla vendita saranno realizzate con filati Polartec che derivano da plastiche riciclate. Ma proprio dalle bottiglie…

Le maglie e anche il packaging, giusto?

Esatto. Il materiale che utilizziamo al tatto sembra più duro del precedente, che era morbido quasi come i sacchetti dell’umido. In realtà quella era plastica al 100 per cento, mentre i nuovi, pur diversi al tatto, sono compostabili e si smaltiscono nell’umido.

Un’attenzione che rimarrà limitata alla produzione Uci?

La stiamo estendendo a tutto il magazzino fino a coprire l’intera collezione estiva 2021 e a seguire tutta la nostra produzione. In realtà si tratta di un’evoluzione fisiologica, essendo iniziata con la divisa estiva della Trek già nel 2020, presentata a Londra nel 2019, anche se ai tempi lavoravamo con tessuto Ecofabric RECY by Corno (un tessuto ecologico prodotto con filati riciclati da materiali usati o dispersi nell’ambiente) e il Native-Ecoknit di Sitip, realizzato anch’esso con fibre e filati riciclati.

Così Polartec ha annunciato la produzione di tessuti da bottiglie di plastica
Così Polartec ha annunciato la produzione di tessuti da bottiglie di plastica
Le maglie perdono o cambiano proprietà?

Niente di tutto ciò, mantengono le stesse, perché il tessuto subisce e sopporta ottimamente le stesse rivoluzioni e le lavorazioni di un prodotto tradizionale. Possiamo applicargli trattamenti antiacqua o anti raggi UV e non c’è alcuna differenza. Il risultato finale è identico. E’ come se volessi produrre cartone. Puoi farlo partendo dalla cellulosa, quindi abbattendo alberi. Oppure utilizzando carta riciclata. Il prodotto finale è lo stesso.

E’ immaginabile l’impiego di tessuti riciclati anche per l’invernale?

Ad ora siamo sull’estivo, ma è immaginabile un’estensione step by step. Un giubbino termico nasce dall’accoppiamento di materiali diversi, per cui c’è bisogno di uno sviluppo che probabilmente non tarderà ad arrivare. Come con le auto elettriche, che di anno in anno fanno degli passi ulteriori verso affidabilità e praticabilità.

Stampare un giornale su carta riciclata costa più che su carta nuova…

Immagino che forse anche questi tessuti costino qualcosa in più, non saprei dire quanto, perché la lavorazione per estrarre i polimeri dalle bottiglie di plastica non è banale. Ma anticipo la domanda: noi non abbiamo aumentato i prezzi. Le maglie costano come prima, gli unici aumenti sono quelli imposti dal mercato.

La specifica dei colori dell’iride da parte dell’Uci non ammette eccezioni
La specifica dei colori dell’iride Uci non ammette eccezioni
E’ curioso vedere come di colpo l’ambiente stia a cuore a tutti…

Pensate che il materiale dei nuovi imballaggi è stato messo a punto nel 2011, ma prima non ha avuto grandi applicazioni nel mondo del ciclismo. Aggiungete che questo cambiamento per noi nasce anche dalla necessità di ridurre la plastica che, in proporzione, è superiore nella confezione di una maglia di 30 grammi che in una bicicletta. Quasi pesava più la busta della stessa maglia. Per questo stesso motivo, fatta salva l’ultima volta a causa del Covid, ai corridori della Trek-Segafredo abbiamo smesso di dare gli scatoloni con dentro i capi imbustati.

Come mai?

Se entravi nella stanza di un corridore nel giorno in cui gli davano la dotazione, ti trovavi davanti a un’esplosione di carta e buste. Quindi loro aprivano tutto e lo mettevano nelle valigie. Così cosa abbiamo fatto? Prepariamo noi le valigie, mettendo dentro la dotazione senza imballo. Comunque confermo che da un anno all’altro è diventato fondamentale poter dire di essere davvero eco-friendly. Come per le case automobilistiche. Anche quelle con i motori super potenti piano piano si sono viste costrette a mettere in gamma quantomeno un’ibrida. Magari non c’è mai stata la corsa ad arrivarci prima dei competitor, ma adesso sarebbe davvero brutto essere fuori da questa dimensione.