La lotta alle malattie croniche non trasmissibili, come diabete, obesità e patologie cardiovascolari, passa attraverso la promozione di stili di vita sani, un’alimentazione equilibrata e l’attività fisica. E’ con questa missione che Novo Nordisk rafforza il proprio impegno diventando Health Partner della Coppa Italia delle Regioni 2025, la competizione ciclistica che unisce i migliori team italiani e internazionali. L’iniziativa è promossa dalla Lega del Ciclismo Professionistico in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il coinvolgimento di Novo Nordisk si inserisce nel programma globale “Cities for Better Health”, nato oltre un decennio fa con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città attraverso strategie mirate alla prevenzione sanitaria. In Italia, il progetto è realizzato grazie alla partnership tra ANCI, Health City Institute e Novo Nordisk, consolidandosi come una delle iniziative più avanzate a livello internazionale nello studio dei determinanti della salute urbana.
Con il Trofeo Laigueglia è iniziata la Coppa Italia delle Regioni 2025Con il Trofeo Laigueglia è iniziata la Coppa Italia delle Regioni 2025
Il villaggio della salute
Durante le 21 tappe della Coppa Italia delle Regioni, verrà allestito il Novo Nordisk Health Village, un’area dedicata alla sensibilizzazione e alla prevenzione delle malattie croniche. Qui, la popolazione potrà partecipare a screening cardio-metabolici, incontri con esperti del settore sanitario, attività educative per i giovani e momenti di confronto con istituzioni locali e associazioni pazienti.
Un elemento centrale sarà la “Driving Change Arena: Salute, Sport, Città”, un format di dibattito aperto al pubblico, che esplorerà il legame tra benessere, ambiente urbano e ciclismo. Inoltre, sarà allestita una mostra di disegni sul tema dell’attività fisica e del ciclismo, realizzati dagli studenti delle scuole primarie e secondarie delle località coinvolte.
Roberto Pella, Presidente della LCP durante la presentazione della Coppa Italia delle Regioni 2025 Roberto Pella, Presidente della Lega Ciclismo Professionistico
Il ciclismo? Un veicolo di salute
«Da sempre in Novo Nordisk il ciclismo ha un ruolo chiave, non solo per i valori che rappresenta, ma anche perché simbolo di uno stile di vita sano e sostenibile – ha dichiarato Alfredo Galletti, Corporate Vice President & General Manager di Novo Nordisk Italia – dalla creazione del Team Novo Nordisk, la prima squadra professionistica interamente composta da ciclisti con diabete, alla collaborazione con la Federazione Europea dei Ciclisti, il nostro impegno per la salute attraverso lo sport è una priorità».
La Coppa Italia delle Regioni 2025, dal 5 marzo al 19 ottobre attraverserà undici regioni italiane e oltre 250 comuni.
«La partnership con Cities for Better Health ci permette di rafforzare il nostro impegno nella promozione di uno stile di vita sano – ha ribattuto Roberto Pella, il Presidente della Lega del Ciclismo Professionistico – e grazie alle numerose iniziative in programma, saremo in grado di valorizzare il legame profondo tra ciclismo, territori e benessere, promuovendo al tempo stesso la sostenibilità e la salute pubblica».
Il primo evento di Laigueglia ha registrato la partecipazione di numerose autorità, tra cui Roberto Pella, Simona Ferro (Assessore Regionale Sport e Scuola), Giorgio Manfredi (Sindaco di Laigueglia), Lucia Briatore (Presidente AMD Regionale), e Antonio Micillo (Presidente CONI Liguria), a dimostrazione del grande coinvolgimento delle istituzioni locali nel progetto.
C’è qualcosa che vorremmo dire sulla Coppa Italia delle Regioni, presentata la settimana scorsa a Roma, nella solennità di Montecitorio. Come spesso avviene nel ciclismo, già la sera qualcuno ha iniziato a inviare messaggi di scetticismo, come a dire che non fosse vero niente. A noi invece la cosa sembra importante, a patto che tutti accettino di giocare secondo le stesse regole.
Il ciclismo nel salotto buono della politica avrà anche una parte di facciata, ma alla base ci sono sostanza e impegni concretiIl ciclismo nel salotto buono della politica avrà anche una parte di facciata, ma alla base ci sono sostanza e impegni concreti
Il ciclismo a Montecitorio
Primo aspetto: la solennità della manifestazione. Nulla si fa senza immaginare un tornaconto. Perciò, se alcuni ministeri hanno elargito finanze per mettere in piedi questa collaborazione, rendergli grazie è un passaggio istituzionale e di buon senso. La presenza di tre ministri serviva a questo: a fargli spiegare la loro scelta e ricevere in cambio la visibilità che ne hanno potuto trarre.
In ogni caso, il fatto che il ciclismo sia stato ospitato nella sede istituzionale più prestigiosa, è un segnale che dobbiamo valorizzare, senza lasciar prevalere il cinismo di sempre. Prendiamo il buono che abbiamo, il male non ha bisogno di essere scelto: si impone da sé.
Facciamo che se ne parli nei salotti che contano e approfittiamo dell’occasione di uscire dai soliti circoli in cui a volte ci si sente comodi e altre volte ci si sente imprigionati. Roberto Pella, sindaco e deputato, sta compiendo passi evidenti. Lo fa perché ha un animo sensibile o per qualche tornaconto? Cerchiamo di capire cosa può darci e lasciamolo lavorare. Ci siamo spesso lamentati di non essere rappresentati nei centri del potere: adesso in parte lo siamo, proviamo ad approfittarne. Di certo nella mattinata di Roma sono emersi spunti importanti, che sarebbe un peccato non cogliere.
Mercoledì torna il Trofeo Laigueglia: qui il via del 2024, con le continental in mezzo alle WorldTourMercoledì torna il Trofeo Laigueglia: qui il via del 2024, con le continental in mezzo alle WorldTour
Il calendario italiano
Secondo aspetto: il calendario italiano. Lasciando stare l’eterna e malinconica disputa sull’assenza di una squadra WorldTour in Italia, quel che manca è un’attività credibile per tutto il resto del nostro ciclismo. Ci sono classiche di remoto prestigio e altre che trovano ancora una loro ragione di essere. Quel che manca è il coinvolgimento delle squadre italiane che, fatte salve le tre Professional, sono ormai soltanto delle continental.
Proprio nel mattino di Roma, un organizzatore è stato chiaro: io voglio portare più squadre WorldTour e non essere costretto a far correre le continental. Soprattutto perché alcune delle squadre italiane hanno a suo dire un livello tecnico che lascia a desiderare. Questo è proprio il punto su cui Lega e Federazione dovrebbero trovare un accordo. Si può ricorrere al ranking delle continental e prevederne la presenza in numero ragionevole?
Le cose si possono fare, basta la volontà. Per questo è sembrato strano che alla presentazione di Roma non ci fossero esponenti della FCI. La Lega del Ciclismo Professionistico è un’emanazione della Federazione, ha senso che ci sia una distanza?
Al momento l’ACCPI del presidente Salvato si occupa unicamente dei professionistiAl momento l’ACCPI del presidente Salvato si occupa unicamente dei professionisti
I grandi e i piccoli
Terzo aspetto: il grande protegge i piccoli. Coinvolgere le continental e i devo team nelle gare della Coppa Italia delle Regioni significa per i grandi prendersene in qualche modo cura. Il professionismo non può essere diviso dal resto del ciclismo da altri muri che non siano il contratto. Avere sul movimento degli U23 e degli elite un occhio del professionismo significa anche lavorare per un loro miglioramento. Significa provare a esportare le tutele minime, magari in termini di sicurezza, semplicemente prevedendo un osservatore che ci metta un occhio. In modo che se succedesse di nuovo qualcosa come la morte di Giovanni Iannelli, l’Associazione dei corridori non si ritrovi a dire che il ragazzo non era un professionista e di conseguenza loro non possono occuparsene. Non è possibile creare un tavolo condiviso?
Quando si parla di ciclismo, è difficile far capire al di fuori che ci sono certe distinzioni, anche davanti alla sicurezza degli atleti. Il giovane che muore, qualunque sia il suo nome, un giorno sarebbe potuto diventare un grande professionista. La sua perdita è un lutto per tutte le categorie. Prendersi cura dei più piccoli è indice della civiltà di qualsiasi tipo di società.
Un Giro senza velleità personali, ma per aiutare Martinez, battuto solo da Pogacar. Così Aleotti trova le risposte che cercava. Ora si corre per vincere
ROMA – Fa un certo effetto pensare che di là c’è l’aula del Parlamento. E fa nuovamente un certo effetto – la prima volta accadde dopo il Giro d’Italia – rendersi conto che il ciclismo è l’ospite d’onore nella Sala della Regina, al cospetto del Presidente della Camera, di tre Ministri e dello stato maggiore della Lega del Ciclismo Professionistico. Il presidente Roberto Pella sa come muoversi e il risultato è che si parla di sport alla presenza di altissime cariche dello Stato.
«Il ciclismo attraverso le vittorie dei suoi campioni – dice il presidente Fontana – di Coppi, Bartali e poi anche Pantani, ha avuto grande valenza per la vita degli italiani. Quindi è un grande piacere essere qui con voi a presentare questa manifestazione ed è un grande piacere che venga fatto alla Camera. E’ molto bello che ci siano questi campioni intervenuti oggi con noi. E io li ringrazio. Alcuni di loro, probabilmente senza saperlo, hanno cambiato le vite di tantissime persone. Magari in maniera anche più profonda di quello che essi stessi possono immaginare. Sono parte del ricordo intimo di tantissime persone, per me è stato così. Perché anche in alcuni momenti difficili della mia vita, nel ciclismo ho avuto un momento di empatia e quindi li ringrazio per le emozioni che hanno dato.
«E ringrazio chi si impegna quotidianamente in questa attività e in questo sport – conclude Fontana – perché continua a regalare tantissime emozioni. Vedere questi atleti nel loro sforzo fisico, nell’impegno che ci mettono e nell’ardore che hanno sicuramente ne fa dei punti di riferimento importanti per la vita di tante persone».
Lorenzo Fontana, Presidente della Camera, è appassionato di ciclismo: eravamo già stati qui dopo il Giro (foto LCP)Lorenzo Fontana, Presidente della Camera, è appassionato di ciclismo: eravamo già stati qui dopo il Giro (foto LCP)
La Coppa Italia delle Regioni
L’occasione è la presentazione della seconda edizione della Coppa Italia delle Regioni, il circuito voluto appunto dalla Lega Ciclismo e dalla Conferenza delle Regioni, per fare delle corse in calendario il più efficace veicolo promozionale per il territorio italiano.
«Non è solo un insieme di ottime corse – dice il senatore Pella – ma nasce dagli intenti di due entità che vogliono valorizzare il territorio su cui si muovono e vivono. Il ciclismo passa sotto le case e coinvolge le famiglie. Il ciclismo entra nel cuore e nelle anime. Lo dico da sindaco: non c’è niente di meglio di quel gruppo che passa per valorizzare un territorio».
In prima fila giornalisti, ma anche Bennati, Cassani, Pozzovivo, Bugno e altri personaggi di spicco del ciclismo (foto LCP)La Sala della Regina, giusto alle spalle dell’aula parlamentare, piena del mondo del ciclismoIn prima fila giornalisti, ma anche Bennati, Cassani, Pozzovivo, Bugno e altri personaggi di spicco del ciclismo (foto LCP)La Sala della Regina, giusto alle spalle dell’aula parlamentare, piena del mondo del ciclismo
Undici regioni e 31 corse
Il calendario della Coppa Italia delle Regioni coinvolge 11 regioni e guarda avanti ad attirarne di più. Le corse sono 31 (21 per gli uomini, 10 per le donne). Il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è Lorenzo Fedriga, ma oggi non c’è. Nel messaggio che affida al depliant di giornata parla del ciclismo come «una disciplina che unisce passione e determinazione, attitudine al lavoro di squadra e resilienza, capace di trasformare ogni strada percorsa in un viaggio alla scoperta delle bellezze del Paese».
Al suo posto interviene dunque Vito Bardi, presidente della regione Basilicata e coordinatore della Commissione Sport della Conferenza delle Regioni. «Questo calendario di gare e questa presentazione – dice – non sono un atto formale, ma un impegno per promuovere il ciclismo. Le competizioni sportive sono una chiave eccezionale per raccontare il territorio e propugnare un modo sano di vivere. Si è costituito un gruppo di lavoro permanente dello sport in collaborazione con Sport e Salute, con il Governo e con la Conferenza delle Regioni per promuovere stili di vita migliori. Abbiamo inaugurato la miglior fase collaborativa».
Il Ministro Abodi ha parlato di sport, di sicurezza, di giustizia, di cultura e di turismoIl Ministro Abodi ha parlato di sport, di sicurezza, di giustizia, di cultura e di turismo
La saggezza di Abodi
Conduce Giada Borgato, che guida il discorso da un interlocutore a un altro. Introduce i contributi video di Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti, assenti e giustificati da alti compiti istituzionali, e poi passa la parola al Ministro dello Sport Andrea Abodi, che va dritto al sodo con parole competenti.
«Ringrazio i campioni – dice – gli organizzatori e i media, ma soprattutto ringrazio per la passione popolare. Se siamo qui e se il ciclismo è lo sport popolare che amiamo è per una staffetta generazionale. Dare la cornice di questa Coppa Italia delle Regioni a tutti gli organizzatori significa fare un passo nella giusta direzione, quella del cambiamento che permette allo sport di stare al passo coi tempi. Come Governo, non faremo mancare il nostro contributo. Nonostante sia uno sport che parte dalle individualità, il ciclismo insegna a fare gioco di squadra. Ma il nostro impegno non si limiterà all’agonismo, ma anche alla promozione di impianti rivolti ai più piccoli.
«La sicurezza ci sta a cuore. Vorrei che in caso di morte nelle competizioni, ci fosse la ricerca puntuale delle responsabilità. Vorrei che la contabilità dei morti sulle strade non fosse così elevata. C’è bisogno di un’alfabetizzazione per chi va sulle strade, per chi quando guida si distrae o non è nelle condizioni per farlo. E poi c’è la promozione turistica, che non deve limitarsi alle gare, ma essere un obiettivo per 365 giorni all’anno».
Il trofeo nasce dal Simbolo del Terzo Paradiso, ideato da Pistoletto, in duplice versione: uomini e donneQuesa infatti è la versione al femminileIl trofeo nasce dal Simbolo del Terzo Paradiso, ideato da Pistoletto, in duplice versione: uomini (sopra) e donne
Le pari opportunità
C’è anche Daniela Santanché, in quanto Ministro per il Turismo, che in questi giorni ha probabilmente altri fronti caldi su cui contentrarsi, ma ugualmente snocciola i numeri del cicloturismo e decanta la crescente voglia di Italia nel mondo. E poi Giada Borgato passa la parola alla Ministro delle Pari Opportunità e Famiglia Eugenia Maria Roccella. E lei ricorda immancabilmente Alfonsina Strada e racconta di aver aderito con entusiasmo alla richiesta di Roberto Pella di sostenere la Coppa Italia delle Regioni anche con il suo Ministero.
«Le pari opportunità – spiega – partono dal riconoscimento di una differenza. Il fatto che si siano pareggiati i premi fra uomini e donne non è simbolico, ma un fatto di sostanza. Abbiamo contribuito con grande entusiasmo al questo progetto, perché lo riteniamo un progetto simbolo. E visto che sono anche Ministro per la Famiglia, ricordo tanti anni fa quando le famiglie si ritrovavano attorno alla radio per ascoltare le cronache del Giro d’Italia. Era una comunità che si stringeva attorno all’orgoglio di essere italiani, al senso di appartenenza».
Da sinistra, i campioni con incarichi nella Lega del Ciclismo Professionistico: Saronni, Nibali, Bugno, MoserIl Presidente Pella firma l’intesa con la Conferenza delle Regioni: nasce la Coppa Italia delle Regioni (foto LCP)Da sinistra, i campioni con incarichi nella Lega del Ciclismo Professionistico: Saronni, Nibali, Bugno, MoserIl Presidente Pella firma l’intesa con la Conferenza delle Regioni: nasce la Coppa Italia delle Regioni (foto LCP)
Chiusura con i campioni
L’ultimo scampolo di tempo spetta ai quattro campioni inseriti a pieno titolo nell’organigramma della Lega Ciclismo: Giuseppe Saronni, Francesco Moser, Vincenzo Nibali e Gianni Bugno. Li vedi che sono emozionati nel parlare davanti a una simile platea, ma tutti ti comunicano l’orgoglio di esserci e la voglia di svolgere appieno l’incarico ricevuto. Poi di colpo un commesso del Parlamento con i guanti bianchi consegna un foglietto a Giada Borgato e si capisce che si deve chiudere.
Di là a breve discuteranno di bollette e altri provvedimenti del Governo, di qua ci guardiamo intorno, salutiamo facce che normalmente vedremmo alle corse e poi ci rituffiamo nel traffico, contando i giorni che mancano per la prima prova della Coppa Italia delle Regioni. Il Trofeo Laigueglia, mercoledì prossimo. Poi il 2025 italiano prenderà finalmente il via.
MILANO – Il palazzo del CONI di via Piranesi ospita la conferenza stampa della Lega Ciclismo Professionistico, che in un pomeriggio grigio di dicembre inizia un nuovo corso. L’obiettivo è rilanciare lo sport, per farlo tornare competitivo ad alti livelli. Senza dimenticarci però di chi sta sotto e costituisce la base di questa piramide. Le preoccupazioni ci sono, visto il susseguirsi di voci che vedono le squadre giovanili sempre più in crisi. Alcune chiudono, altre vanno avanti a fatica e alcune ancora non sanno se riusciranno a continuare a navigare, e procedono a vista.
Da destra: Gianni Bugno, Roberto Pella, Vincenzo Nibali, Fabio Roscioli e Giusy VirelliLe commissioni sono composte da ex atleti ed esperti del settore, da dx: Vincenzo Nibali, Fabio Roscioli e Giusy Virelli
La passione c’è
Il presidente della Lega Ciclismo Professionistico, Roberto Pella, sindaco del comune di Valdengo e deputato, ha il suo bel da fare. Ha preso l’incarico qualche mese fa e ora inizia ad agire, anzi qualcosa ha già fatto. A lui chiediamo, in questo momento difficile, cosa ha trovato all’interno della Lega e come ha intenzione di muoversi.
«Io non sono mai abituato a guardare il passato – dice il presidente Pella – ma al presente e al futuro. Cerco di costruire un grande gioco di squadra per portare avanti la valorizzazione di uno degli sport più belli e partecipati da parte di tutta la popolazione: il ciclismo. Da un lato in Italia il numero dei corridori professionisti è limitato, questo è vero. Ma d’altro canto, sono circa due milioni le persone abituate ad andare in bicicletta. Il numero sale a 13 milioni se consideriamo anche i cittadini che utilizzano la bici nella vita di tutti i giorni. In particolar modo, sono almeno 2 italiani su 3 quelli innamorati del ciclismo. I quali lo seguono attraverso la televisione o partecipando lungo le strade ai grandi avvenimenti che l’Italia propone a livello ciclistico. Non dimentichiamo che abbiamo, e sono tutte associate alla Lega Ciclismo Professionistico, le più grandi corse ciclistiche al mondo. C’è anche il Giro d’Italia che rappresenta l’evento sportivo più importante a livello mondiale insieme al Tour de France».
Il ciclismo italiano per ripartire deve aggrapparsi ai suoi campioniIl ciclismo italiano per ripartire deve aggrapparsi ai suoi campioni
I campioni
L’Italia è sempre stato il Paese dei grandi campioni e delle imprese fatte a colpi di pedale. Persone e personaggi che hanno legato le proprie imprese alla storia di questo sport, appassionando gli spettatori. Da qualche anno l’Italia fatica a trovare il corridore che appassiona, che lega con il pubblico. Da una parte manca l’atleta che è capace di grandi imprese, dall’altra c’è la difficoltà di riversare la stessa passione su discipline che non siano la strada.
«Abbiamo avuto -dice ancora Pella – abbiamo e sicuramente avremo anche in futuro i grandi campioni. Corridori in grado di accompagnarci in sfide, com’è stato in passato. Personalmente ho trovato una Lega che sta cercando di farsi conoscere. Che vuole far comprendere alle istituzioni, in modo particolare alle istituzioni politiche, quanto essa possa rappresentare un punto di svolta, di valore. In primo luogo perché il ciclismo professionistico può fare da volano per il dilettantismo. Perché nei professionisti i giovani trovano il mito, l’ideale, la persona di riferimento. Ma anche lo stimolo per diventare a loro volta dei campioni».
L’Italia ha tanti giovani sui quali affidare il proprio movimento, uno di questi è Giulio PellizzariL’Italia ha tanti giovani sui quali affidare il proprio movimento, uno di questi è Giulio Pellizzari
A cascata
Il pensiero sullo stato di salute del ciclismo italiano si divide in due parti, chi pensa che si debba ricostruire dal basso e chi, invece, dall’alto. I primi pensano sia importante strutturare un’attività in grado di avvicinare i giovani e stimolarli ad andare in bici. Gli altri, al contrario, sono convinti che serva un campione in grado di calamitare l’attenzione. Un “effetto Sinner” se vogliamo trovare dei paragoni extra ciclistici.
«Investire sul professionismo – analizza Pella – significa rilanciare il settore giovanile e la crescita del nostro tessuto sociale, in modo particolare anche per le nostre società sportive. Dobbiamo riportare l’Italia a sostenere quelle poche realtà che sono rimaste, anzi a stimolare la crescita di nuove. Dobbiamo spingere perché le istituzioni promuovano una squadra WorldTour italiana, nella quale possiamo far correre i nostri migliori corridori evitando di farli andare all’estero. L’obiettivo è preservare i talenti e farli crescere in modo che possano essere i protagonisti di domani».
Il lavoro di Pella è rivolto ad allacciare rapporti con le diverse istituzioni politicheIl lavoro di Pella è rivolto ad allacciare rapporti con le diverse istituzioni politiche
Le istituzioni
A livello politico il lavoro di Roberto Pella è volto a coinvolgere le istituzioni, avvicinandole al ciclismo in modo tale che possano vederne i valori e condividerli.
«Sto lavorando con i vari dicasteri – continua il presidente della Lega Ciclismo Professionistico – e voglio ringraziare il ministro Abodi per il sostegno, e l’aiuto che da sempre mi ha voluto dare. Non manca il supporto al ciclismo femminile, grazie al ministro Roccella, così come c’è una continua promozione e valorizzazione del territorio e del Giro d’Italia. La bicicletta si lega molto al turismo, lo sappiamo, e il lavoro fatto insieme al ministro Santanché rappresenta un punto importante e fondamentale. Sono tanti i ministeri che sto cercando di sensibilizzare uno a uno per lavorare con questo grande spirito di squadra.
«Abbiamo messo a punto queste commissioni – il riferimento è alle nuove commissioni presentate il 9 dicembre – nelle quali, come potete vedere, sono coinvolti tra i più grandi professionisti di ogni settore: corridori, ex ciclisti o uomini della società civile. I quali potranno aiutare e sostenere il direttivo in quello che è un grosso lavoro di squadra».
Per promuovere la crescita delle squadre sarà importante il lavoro di Jacopo Tognon, presidente della commissione “progettazione, marketing e fondi europei”Per promuovere la crescita delle squadre sarà importante il lavoro di Jacopo Tognon, presidente della commissione “progettazione, marketing e fondi europei”
Le squadre
Il presidente Roberto Pella ha sottolineato quella che è l’importanza di una squadra WorldTour per favorire la crescita del movimento. Il fatto è che in questo momento la squadra non c’è e all’interno delle sette commissioni presentate manca una con riferimento alle realtà sportive. Come si può far crescere il movimento professionistico se poi manca la base?
«Diciamo – replica Pella – che la commissione delle squadre rientra nella promozione del territorio e del marketing (commissione presieduta dall’avvocato Jacopo Tognon, ndr). Per arrivare a delle squadre dobbiamo fare un grosso lavoro di promozione territoriale e individuare grossi gruppi nazionali e internazionali, ma anche aziende di Stato, che in qualche modo possano investire nello sport. Una volta trovate queste risorse è chiaro che si spingerà anche nel promuovere le realtà sportive. Dobbiamo innanzitutto aiutare le squadre esistenti e far sì che l’Italia non ne perda ancora. Ma anche sostenere quelle che abbiamo, anche a livello dilettantistico, sul territorio. Perché il professionismo è la punta dell’iceberg ma noi dobbiamo stimolare quello che è il ciclismo in tutte le sue forme».
Le grandi corse, come Giro d’Italia, rappresentano uno spot per il ciclismo a livello territoriale e localeLe grandi corse, come Giro d’Italia, rappresentano uno spot per il ciclismo a livello territoriale e locale
Il territorio
Coinvolgere il territorio e le istituzioni diventa un passaggio fondamentale affinché il ciclismo possa trovare la sua rotta e ripartire. Unire i cittadini nella passione e nel senso di comunità, mostrando loro quanto sia unico e coinvolgente questo sport.
«Tra i tanti compiti ricopro anche quello di sindaco a Valdengo – conclude Pella – e sono vicepresidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani con la delega allo sport. Quando un evento o una corsa passa da un Comune, non c’è solo un riconoscimento nel vedere il proprio paese passare nella televisione nazionale o mondiale, ma soprattutto l’evento è sempre un preparativo di tanto altro. Ad esempiola gente si ritrova per accogliere al meglio il passaggio dell’evento. Il ciclismo rappresenta un denominatore comune di italianità, per questa ragione il supporto delle istituzioni deve essere prioritario. La bicicletta può rappresentare il più valido strumento di abbattimento dei costi sanitari attraverso la lotta alle malattie non trasmissibili: obesità e il diabete di tipo 2. Dobbiamo promuovere l’attività fisica al fine di migliorare il nostro stile di vita, poi attraverso la costruzione di un movimento si arriva ad avere un riscontro positivo anche nel professionismo. Fare in modo che la cultura della bici sia radicata in noi è il primo passo».