Il record di Cavendish? Viviani è pronto a scommetterci

28.12.2023
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Uno dei grandi temi della stagione ciclistica che verrà è il tentativo di record di vittorie al Tour di Marc Cavendish. Ne basta una, eppure sembra davvero la più difficile. Aveva anche deciso di mollare, ma poi ci ha ripensato, spinto anche dall’Astana che ha deciso d’investire buona parte della sua stagione su questo progetto.

Nell’ambiente ci si divide fra chi è scettico e chi invece pensa che a dispetto dell’età, “Cav” abbia tutto per riuscire nell’impresa e fra questi uno dei più convinti è Elia Viviani. L’olimpionico non si basa solo sulla sua esperienza, sulla comunanza di tante stagioni a sfidarsi in giro per il mondo, ma su ragionamenti oggettivi.

«Pensandoci bene – ricorda Viviani – Cavendish poteva vincere anche lo scorso anno, se non fosse stato costretto al ritiro. E’ vero, c’era Philipsen una spanna superiore a tutti, ma si è visto all’ultima tappa come ci fosse la possibilità di sovvertire le gerarchie della corsa e Mark, con la sua esperienza, nell’ultima settimana poteva approfittare della situazione. Non vinci la tappa finale del Giro d’Italia per caso».

Viviani è sicuro che Cavendish possa battere il record condiviso con Merckx, 34 tappe vinte al Tour
Viviani è sicuro che Cavendish possa battere il record condiviso con Merckx, 34 tappe vinte al Tour
Tu conoscendolo avresti mai pensato di vederlo ancora protagonista?

Inizialmente ero anch’io scettico, pensavo che avrebbe fatto fatica a competere con le nuove generazioni, ma mi ha smentito. Inoltre ha trovato un manager come Vinokourov che gli ha messo tutto a disposizione, perché crede in questa idea e sta lavorando per favorirlo in tutti i sensi, dalla scelta dei compagni di avventura a tutta la struttura orientata verso l’obiettivo. Tanto che sono convinto che Cavendish possa anche centrare più di una tappa al Tour, allungare la striscia record.

Una stagione orientata completamente sul Tour: secondo te non è un rischio?

Su questo ho qualche perplessità, lo ammetto. Pensavo avrebbe ricopiato la passata stagione, invece ha seguito le orme del ciclismo moderno dove si focalizza un obiettivo e si lavora solo per quello. Io da velocista in base a come sono andate le cose, non avrei cambiato. “Cav” d’altronde aveva iniziato il Giro che non era ancora brillante, ma correndo ha guadagnato condizione e nella terza settimana era al top. C’è un fattore che mi fa pensare che la sua scelta sia stata cambiata.

Cav ha chiuso tardi la stagione per rimettersi poi all’opera pensando a come avvicinarsi al Tour
Cav ha chiuso tardi la stagione per rimettersi poi all’opera pensando a come avvicinarsi al Tour
Quale?

L’arrivo del tecnico greco Vasilis Anastopoulos. Lo conosce bene, lo aveva portato a vincere ben 4 tappe al Tour, sa come si fa. Evidentemente ha costruito un cammino di avvicinamento mirato per farlo spiccare quando realmente servirà.

E’ un Cavendish diverso da quello che affrontavi anni fa?

Per forza di cose. Si è adattato, come abbiamo fatto tutti noi della vecchia generazione. Prima ad esempio avevamo opportunità nelle classiche, almeno quelle a noi più congeniali. Oggi anche nelle gare piatte, trovi strappi dove ci sono corridori che fanno la differenza e fanno esplodere la corsa. Noi non abbiamo più le stesse chance. Ci siamo dovuti adattare, puntando molto sulle cose a tappe.

Per il britannico c’è sempre un bagno di folla. Ora vuol chiudere alla grande
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Rispetto al passato l’esperienza sopperisce il calo fisico?

Dipende. E’ chiaro che qualche watt in meno ci sia, è la natura delle cose e sta al corridore riuscire a compensare. L’esperienza aiuta nei grandi Giri. All’inizio sono tutti leoni, ma poi piano piano le cose cambiano e bisogna saper fare i conti con se stessi. Questa differenza non c’è e non può esserci nelle altre corse a tappe dove vince chi ha più watt a disposizione, non c’è tempo per smuovere i valori in campo.

L’Astana ha anche costruito un team intorno a lui…

Un super team direi. Bol, Morkov, Ballerini sono elementi di primissimo piano, uniti a uno come Anastopoulos che ha grande capacità e sa come portarli al meglio, sono tutti fattori importanti per centrare il loro obiettivo. Io sono convinto che alla fine il record cambierà padrone.

Mark insieme a Morkov, si riforma la coppia che ha vinto tantissimo con la Quick Step
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Veniamo a te e alla stagione che sta iniziando. Che cosa farai dopo le feste?

Non sarò agli europei su pista per precisa scelta, fatta da Villa e dal team di comune accordo. Partirò il 5 gennaio per l’Australia dove resterò un mese, prima per affrontare le gare della stagione su strada con un occhio di riguardo alla Cadel Evans Great Ocean Road Race che ho già vinto e ho segnato col cerchio rosso sulla mia agenda. Poi sarò al via della tappa di Nations Cup su pista. Abbiamo optato per questo programma perché è il più compatibile con le esigenze del team e le mie, in una stagione che è tutta orientata verso Parigi.

Quindi andrai avanti abbinando strada e pista…

Sì, ma lavorando molto sulla strada sia per le mie esigenze, ma anche portare a casa risultati per la squadra. Sarò ad esempio al Uae Tour che è una corsa molto adatta alle ruote veloci. L’obiettivo della prima parte dell’anno è comunque il Giro d’Italia, dove voglio arrivare al massimo. Molto dipenderà dalle scelte della squadra che è fortissima: se si punterà con forza alla classifica allora il baricentro del team sarà orientato su quello, se invece si punterà alle tappe avrò più possibilità. Poi fari puntati per l’ultimo mese su Parigi, per coronare il mio sogno.