Legge Scarponi e proposta e-bike: si parla di sicurezza

06.04.2023
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Una proposta di legge e un progetto intento a regolamentare l’utilizzo delle e-bike. La sicurezza ritorna a fare rumore, questa volta nella direzione della prevenzione. Tragedie come quella di Michele Scarponi o la più recente e straziante che ha colpito Davide Rebellin sono causa di discussione e impulsi per fare qualcosa in merito all’incolumità dei ciclisti in strada. 

La “Legge Scarponi” depositata in Senato dal senatore Alberto Losacco prende il nome appunto dal ciclista marchigiano a testimonianza di una ferita ancora aperta che deve essere ricucita con tutele. Il fulcro della proposta consiste nell’introduzione della distanza minima di sorpasso pari a un metro e mezzo.

Il progetto di legge, proposto dal consigliere regionale del Veneto Marco Dolfin, consiste in un decalogo sulla sicurezza stradale relativo alla circolazione delle e-bike.

Qui il murales dedicato a Scarponi in corrispondenza dell’incrocio dove è avvenuto l’incidente
Qui il murales dedicato a Scarponi in corrispondenza dell’incrocio dove è avvenuto l’incidente

Un metro e mezzo

Il progetto, che porta il nome di Michele Scarponi, dispone le modifiche agli articoli 148 e 149 del Codice della Strada in materia di sicurezza stradale per i ciclisti, introducendo una distanza minima di soprasso pari a un metro e mezzo.

Con questa proposta di legge si introduce uno specifico regime in materia di sorpasso. All’articolo 1, si dice che il conducente di un qualsiasi veicolo che effettui il sorpasso di un velocipede sia tenuto a usare tutte le cautele necessarie al fine di assicurare una maggiore distanza laterale di sicurezza e ad accertarsi dell’esistenza delle condizioni predette per compiere la manovra in completa sicurezza per entrambi i veicoli. Si prevede, altresì, l’obbligo da parte del conducente di mantenere, durante la manovra di sorpasso, una distanza laterale di sicurezza pari ad almeno un metro e mezzo, adeguata a scongiurare qualsiasi tipo di rischio.

«I numeri relativi agli incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti sono terrificanti. Ma dobbiamo ricordare – afferma il senatore Alberto Losacco – che non si tratta solo di numeri, ma di persone. In tale senso è necessario procedere ad una modifica normativa al fine di garantire la massima sicurezza ai ciclisti e accogliere le richieste di cicliste e ciclisti professionisti, amatori, associazioni e introducendo la distanza di sorpasso di almeno un metro e mezzo».

Sulle strade si iniziano a vedere cartelli che sensibilizzano gli automobilisti al rispetto del metro e mezzo
Sulle strade si iniziano a vedere cartelli che sensibilizzano gli automobilisti al rispetto del metro e mezzo

217 morti all’anno

Dal 22 aprile 2017, giorno in cui il campione marchigiano è stato travolto e ucciso da un uomo alla guida di un furgone mentre era in sella alla sua bicicletta, nulla è cambiato. Lo scorso novembre Davide Rebellin, un altro campione caro a tutti gli appassionati, ha perso la vita mentre si allenava sulle strade di casa. Due tragedie che purtroppo alimentano una statistica che vede l’Italia tristemente primatista.

Sono 105, secondo i dati dell’Osservatorio ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade nei primi otto mesi del 2022, tra cui anche quattro minori. Dal 2018 al 2021 in Italia sono morte in media 217 persone ogni anno in incidenti in bicicletta. Più di una ogni due giorni e se analizziamo gli incidenti stradali per cento milioni di chilometri pedalati, l’Italia svetta al primo posto con oltre cinque ciclisti deceduti.

Gli incidenti mortali sulle strade italiane sono in crescita
Gli incidenti mortali sulle strade italiane sono in crescita

Sicurezza per le e-bike

L’avvento dell’elettrico nella mobilità urbana ha investito tutte le città medio grandi dell’Italia lasciando però vuoti a livello di regolamentazione. «La sicurezza sulle strade prima di tutto – dice il consigliere regionale del Veneto Marco Dolfin – sia per chi va in bicicletta “muscolare” o su monopattino e negli ultimi tempi anche sulle biciclette a pedalata assistita, definite anche e-bike. Non parliamo di mondo agonistico e di gare bensì di normale circolazione stradale. E’ arrivato il momento che ci sia totale rispetto delle regole sia per gli automobilisti che per chi si muove sulle due ruote senza motore. Ci vogliono regole e un buon decalogo di norme di comportamento».

Il consigliere Lega – LV propone delle modifiche alla Legge 160 del 27 dicembre 2019 relativa a “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale 2020 – 2022” in materia di velocipedi a pedalata assistita.

«Nella legge 160 è disciplinato l’utilizzo dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica. Disposizioni che possono valere, in modo analogo, anche per l’uso dei velocipedi a pedalata assistita disciplinato dall’art.50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada). Ma l’articolo 50 non contempla delle regole per le e-bike».

La mobilità urbana è una delle motivazioni che spingono all’acquisto di una e-bike
La mobilità urbana è una delle motivazioni che spingono all’acquisto di una e-bike

Il decalogo

Un argomento delicato quello della mobilità elettrica che vede continue evoluzioni e una conseguente crescita esponenziale di mezzi e utilizzatori.

«Dall’ultimo rapporto Aci-Istat – ha puntualizzato Dolfin – sugli incidenti stradali in Italia relativi al 2021, i sinistri registrati con le bici elettriche hanno causato in proporzione molte più vittime rispetto ai monopattini. Ed è giusto che vengano dettate delle nuove regole, vista la velocità che possono raggiungere le bici a pedalata assistita».

La proposta è dunque incentrata su una serie di 5 punti chiave. Le e-bike siano dotate di luce bianca o gialla fissa e posteriormente di luce rossa fissa, entrambe accese e ben funzionanti. Il conducente del velocipede a pedalata assistita circoli indossando il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità dopo le 18. L’uso delle e-bike sia consentito solo da utilizzatori che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età. L’uso di idoneo casco protettivo, sia conforme alle norme tecniche armonizzate UNI EN 1078 o UNI EN 1080, per i conducenti di età inferiore a diciotto anni.

Si chiede inoltre che il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in collaborazione con il Ministero dell’interno e con il Ministero dello sviluppo economico, avvii una apposita istruttoria finalizzata alla verifica della necessità dell’introduzione dell’obbligo di assicurazione sulla responsabilità civile per i danni a terzi derivanti dalla circolazione dei monopattini elettrici e dei velocipedi a pedalata assistita.