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Gigantesco Ganna: la Classicissima è nel suo futuro

18.03.2023
4 min
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Una cosa Tosatto la dice giusta: stasera bisognerà festeggiare. Il secondo posto di Ganna vale quanto una vittoria, perché al primo assalto da leader in una Monumento, il Pippo nazionale è arrivato a un passo dal successo. Ha risposto alla violenza di Pogacar sul Poggio e se un errore ha commesso, è stato quello di non credere abbastanza nelle sue possibilità. Colpa derubricata: la prima volta è normale, è un semplice fatto di esperienza.

«Il finale è andato come avevamo immaginato – dice Tosatto – come volevamo. La squadra era tutta per Pippo e ha lavorato benissimo. Voglio solo dire bravo ai ragazzi e soprattutto a Filippo che sul Poggio, se guardiamo in che compagnia si è trovato, si è meritato un grande applauso. Sin da ieri sera gli avevo detto di stare attento allo scatto di Pogacar e lui l’ha preso. Quando poi è partito Van der Poel, ero convinto che Pogacar avrebbe chiuso. Invece avevano tutti le stesse gambe. Anzi, Van der Poel ne ha avute più di tutti perché ha vinto. Però di quelli dietro, Filippo è quello che stava meglio. Avevo paura della discesa perché sappiamo che Ganna non è un grande discesista, però oggi ha dimostrato un salto di qualità enorme».

Un secondo un po’ stretto

Ganna arriva e non si capisce se sia contento o stia rimuginando su cosa avrebbe potuto fare di più, tratto distintivo dei campioni che corrono per vincere e digeriscono a fatica il secondo posto. Accanto al pullman si aggira il suo manager Giovanni Lombardi, che poco fa spiegava di non aver mai avuto dubbi sulle capacità di Pippo nelle corse in linea e che sarà l’esperienza a dargli ciò che potrebbe essergli mancato oggi.

«Volevo restituire qualcosa alla squadra che ha creduto in me – dice il piemontese – sono felice ma un po’ rammaricato perché è l’ennesimo secondo posto della stagione. Comunque è stata una gara davvero bella, torneremo per provarci il prossimo anno. Sono contento perché quest’anno, anche con una settimana in meno di lavoro a causa dell’operazione agli occhi, sono riuscito a correre da protagonista. Forse avrei potuto fare di più, ma ho avuto paura di seguire Van der Poel. Era la mia prima volta in una situazione come questa».

L’allungo sul traguardo ha fatto capire a Ganna che avrebbe avuto le gambe per osare di più
L’allungo sul traguardo ha fatto capire a Ganna che avrebbe avuto le gambe per osare di più

Lo sprint migliore

Il bilancio deve essere considerato positivo. Non dimentichiamo le polemiche degli anni scorsi, quando gli veniva chiesto di tirare sul Poggio in favore di compagni che poi non stringevano nulla fra le mani. Forse non erano maturi i tempi, forse mancava la fiducia. Oggi è arrivato tutto insieme.

«Vado a casa con buone sensazioni – dice Ganna – in vista delle classiche. Essere riuscito a rimanere con quei tre grandi mi dà molto morale. Alla fine, Mathieu ha fatto un attacco fantastico, tanto di cappello. Io stesso ho fatto uno dei miei migliori sprint di sempre. Ovviamente quando arrivi secondo, sei un po’ deluso, ma alla fine resta un giorno che ricorderò con orgoglio. Adesso l’obiettivo è la Roubaix. Punto tutto sul pavé».

Tosatto sfinito al termine della Sanremo: la corsa è andata secondo i piani
Tosatto sfinito al termine della Sanremo: la corsa è andata secondo i piani

In Belgio con fiducia

Tosatto riceve messaggi, abbracci e complimenti. La Ineos Grenadiers ha perso Pidcock alla vigilia della corsa e scegliere di puntare tutto su Ganna è stato una necessità e insieme un grande atto di stima. Il fatto che dopo i mondiali su pista, Filippo e Cioni abbiano lavorato prevalentemente in ottica classiche fa capire che dietro c’è un progetto e che il progetto può dare ottimi frutti.

«Avevamo detto ieri sera – spiega ancora il direttore sportivo veneto – che volevamo questo finale. Se poteva attaccare sul Poggio? Credo di sì, ma non dimentichiamo che è la prima volta che Pippo è davanti sul Poggio, dunque bisogna solo fargli tanti applausi. Ho creduto che ce l’avremmo fatta. Pensavo che, finita la discesa, tra Van Aert, Pogacar e Pippo, cinque secondi sarebbero stati recuperabili. Poi magari si arrivava in volata e si faceva quarti. Viste le gambe che ha mostrato Pippo nel finale, un po’ di rammarico c’è, ma noi puntiamo sempre in alto e oggi ci siamo andati vicino.

«Lui era convinto. E io mi accorgo da piccoli dettagli che può fare la differenza, ma quali sono non chiedeteli, perché li tengo per me. E’ la prima volta che ha corso da leader alla Sanremo e poteva già vincerla. Era un segnale forte che doveva dare e che ha dato. Perciò adesso si va a festeggiare questo secondo posto, perché bisogna festeggiare. E dopo si va in Belgio con grande fiducia».

Per Nizzolo ripetizioni di Sanremo, con “prof” Paolini

18.02.2023
5 min
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Con lo scoccare della mezzanotte siamo entrati nei trenta giorni che ci portano alla Milano-Sanremo, la Classicissima di Primavera si correrà il 18 marzo. C’è chi ha già iniziato a percorrere le strade della Liguria. Dove il mare accarezza dolcemente la costa, fermandosi a pochi metri dall’asfalto, teatro della battaglia ciclistica che andrà in atto. Giacomo Nizzolo, guidato dall’amico Luca Paolini ha già iniziato a visionare il percorso (i due sono insieme sulla Cipressa in apertura, foto Instagram/Nizzolo). Rispetto agli anni scorsi cambia solo la partenza, da Abbiategrasso, ma è sempre bene rinfrescarsi la memoria. 

La stagione di Nizzolo è iniziata dalla Vuelta a San Juan
La stagione di Nizzolo è iniziata dalla Vuelta a San Juan

Un amore da Milano a Sanremo

Il corridore della Israel Premier Tech, milanese di nascita come Paolini, la sente vicina a sé questa corsa. E un cerchio sul calendario, in data 18 marzo, Nizzolo lo ha fatto sicuramente.

«Ci tiene particolarmente alla Milano-Sanremo – conferma Paolini – si vede da come la prepara fin dall’inverno. Fare una ricognizione più di un mese prima (i due sono andati a visionare il percorso il 6 febbraio, ndr) è importante. Fa capire come nella testa di Nizzolo questo sia un obiettivo concreto. “Accendere il motore” e muovere le prime pedalate su quelle strade è utile per alzare la concentrazione e fare tutto nel migliore dei modi».

Il milanese della Israel Premier Tech ha preso le misure con le prime volate, per lui due piazzamenti nei primi tre in Argentina
Il milanese della Israel Premier Tech ha preso le misure con le prime volate, per lui due piazzamenti nei primi tre in Argentina
Una ricognizione anticipata, di cosa avete parlato?

Si è parlato davvero di tutto, anche di dove fare i bisogni. Nizzolo conosce bene queste strade, ma serviva fare un recap mentale e dare un occhio al passato.

Da dove siete partiti?

Da Loano, abbiamo fatto due volte la zona dei Capi e poi fino a Sanremo con Cipressa e Poggio. Non è un percorso difficile, la Sanremo è davvero semplice da questo punto di vista. 

La differenza la fanno i chilometri, quasi trecento…

E’ tutto amplificato. Le medie, soprattutto negli ultimi anni, sono elevatissime. Bisogna essere sereni di testa, su una distanza così ampia ogni cosa che fai ha un peso. Devi rischiare di perderla per poi vincerla, ci sono cose che non ha senso fare.

Vent’anni fa Paolini (sullo sfondo) aiutò Bettini a vincere la sua Milano-Sanremo
Vent’anni fa Paolini (sullo sfondo) aiutò Bettini a vincere la sua Milano-Sanremo
Per esempio?

Ricordo che quando correvo ero in Katusha, nel 2015, al mio ultimo anno da professionista, avevo detto alla squadra di non fare il rifornimento fisso a Ovada. Manca così tanto alla fine che si ha tutto il tempo di andare all’ammiraglia per prendere il necessario. Si toglie un pericolo e si evita stress inutile. 

Dove si inizia a fare la corsa?

Dai Capi, senza alcun dubbio. A Capo Berta, l’ultimo dei tre, si dividono i corridori veri dagli altri. La discesa è tortuosa e la velocità si alza tantissimo. Poi si attraversa Imperia, un passaggio tortuoso ed insidioso che tutti vogliono prendere in testa. 

Da quel momento tasche vuote e gambe piene.

Assolutamente. L’alimentazione bisogna curarla prima, dopo i Capi il tempo per mangiare non c’è. Se ti devi alimentare da Imperia in poi vuol dire che hai sbagliato qualcosa.

Nizzolo Sanremo 2022
Nizzolo ha chiuso la Sanremo dello scorso anno al 18° posto. Con una mano fratturata
Nizzolo Sanremo 2022
Nizzolo ha chiuso la Sanremo dello scorso anno al 18° posto. Con una mano fratturata
Quando capisci di stare bene?

Se un corridore è in condizione lo scopre andando avanti con i chilometri, se stai nelle prime posizione quando tutti accelerano vuol dire che la gamba è piena. 

E se invece non ci si sente al 100 per cento?

Un campione impara a gestirsi: nell’utilizzo dei rapporti, delle scie e tante piccole cose.  Nizzolo ne ha corse tante e l’esperienza ce l’ha, può giocare su questi dettagli.

Tu nei hai corse tante, hai imparato tanti segreti da condividere con Nizzolo.

Ho lottato contro tantissimi corridori: Freire, Bettini, Zabel, Sagan, CancellaraNon avevo il loro motore ed ho imparato a centellinare ogni singola energia. Sono arrivato terzo per due volte, ci sono cose che impari e ti tranquillizzano. Ma quello che ho detto a Giacomo potrò dirlo solo dopo la corsa (dice con una risata, ndr). 

La UAE Emirates l’anno scorso aveva una tattica dichiarata fin da Milano: forcing sulla Cipressa
La UAE Emirates l’anno scorso aveva una tattica dichiarata fin da Milano: forcing sulla Cipressa
In una corsa così semplice la carta da giocare è una sola…

Quando fai la tua mossa devi essere sicuro che sia quello il momento giusto. Non puoi permetterti di sbagliare i tempi d’azione.

Hai parlato di passato, la Cipressa è un passaggio importante, lo è sempre stato. 

Bettini aveva provato a fare il forcing sulla Cipressa e l’anno scorso ci ha provato la UAE. Sono dell’idea che Pogacar abbia solo preso le misure, nel 2022 sul Poggio ha sbagliato i tempi, ma ha imparato. Alla Sanremo ogni errore ti fa da insegnante per l’anno successivo. 

Quali altri punti avete visionato?

Ci siamo soffermati su quelli dove è più facile passare, considerando che ci sono dei tratti nei quali devi stare dietro. Non è un Fiandre o una Roubaix dove le strade sono strette e bisogna stare sempre nei primi dieci. Alla Sanremo stai bene se sei in trentesima posizione, quella è la posizione giusta. 

La Sanremo del 2022 ha rappresentato il rientro alle corse per VDP, terzo. Anche lui ha preso le misure per il 2023?
La Sanremo del 2022 ha rappresentato il rientro alle corse per VDP, che ha colto il terzo posto
Meteo permettendo…

Quella è l’unica incognita, le discese della Sanremo sono tortuose e di non facile lettura. E poi una pioggia continua per 300 chilometri contribuisce a scremare il gruppo. Molti corridori con l’acqua si autoeliminano, se hai una buona forza mentale fai la differenza. 

Hai nominato Pogacar, ma con tutti i campioni che girano un velocista come Nizzolo può dire la sua?

Giacomo è un corridore resistente, nel corso degli anni ha perso esplosività aumentando il fondo. Nel 2022 è scollinato con i primi ed è caduto in discesa, ha dimostrato di poter stare con loro. Poi ha un grande spunto veloce e dopo 300 chilometri potrà farlo valere.

RCS Sport e Liguria, vivere il percorso della Sanremo ora è possibile

26.03.2022
4 min
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La Milano-Sanremo è da sempre un appuntamento immancabile per i tanti tifosi di ciclismo. RCS Sport e Regione Liguria sul Poggio di Sanremo, hanno presentato i cartelli cicloturistici che consentiranno agli appassionati di ciclismo di trovare segnata la strada percorsa dai campioni. 

L’emulazione dei campioni in salita e in discesa nel rispetto del codice della strada. Sarà possibile imitare la discesa sfrenata di Matej Mohoric, senza però tagliare le curve e limare i bordi della pensilina come il campione sloveno. Cartelli simili sono stati posti anche sui tre Capi e la Cipressa, a partire dai piedi fino alla sommità

Nella foto d’apertura (LaPresse): Roberto Salamini, responsabile marketing e comunicazione di RCS Sport insieme all’Assessore al turismo di Regione Liguria Gianni Berrino e ai rappresentati dei Comuni interessati. 

I cartelli marroni contengono informazioni tecniche dai piedi della salita fino alla cima (LaPresse)
I cartelli marroni contengono informazioni tecniche dai piedi della salita fino alla cima (LaPresse)

Il progetto

Per l’edizione numero 113 della Classicissima di Primavera, RCS Sport, in collaborazione con la Regione Liguria con il supporto dei Comuni interessati, ha realizzato un progetto per valorizzare il territorio toccato dalle corsa. 

Nei cinque punti simbolo della Classica Monumento, il Poggio, la Cipressa e i tre capi (Mele, Cervo e Berta) sono stati allestiti dei cartelli segnaletici. Di colore marrone come quella riservata a punti di interesse storico, artistico, culturale e turistico, che consentiranno agli appassionati di ciclismo di ripercorrere le strade dei professionisti. 

I cartelli segnaletici, posti a partire dai piedi fino alla sommità delle salite, aiuteranno i ciclisti ad orientarsi durante il proprio viaggio. Inoltre forniranno una serie di dettagli utili tra cui la distanza tra un luogo e l’altro, il dislivello, la pendenza del tratto del percorso e altri dettagli tecnici. 

Il poggio salita più iconica ha i cartelli ogni 500 metri che ne segnano pendenza e dislivello (LaPresse)
Il poggio salita più iconica ha i cartelli ogni 500 metri che ne segnano pendenza e dislivello (LaPresse)

Promozione attraverso il territorio

La promozione passa attraverso il territorio percorrendo le tratte dei professionisti e dei campioni del passato. 

«Una grande occasione di promozione turistica – dichiara l’Assessore al turismo di Regione Liguria Gianni Berrino – attraverso il bellissimo percorso della Milano. Sanremo che dai capi di Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta si conclude con la salita del Poggio e l’arrivo nella città di Sanremo. La presentazione dell’opera della cartellonistica del percorso cicloturistico della Milano Sanremo, contribuisce a far sì che gli appassionati di ciclismo possano percorrere la parte finale della corsa ciclistica più famosa d’Italia. La possibilità di ricalcare le orme dei grandi campioni del passato e del presente. In un territorio come il nostro che è fruibile 365 giorni all’anno potremmo puntare al turismo outdoor delle bici da strada per tutti gli appassionati di questo sport».

Il vincitorice dell’ultima Milano-Sanremo Matej Mohoric ha attaccato sulla iconica discesa del poggio
Il vincitorice dell’ultima Milano-Sanremo Matej Mohoric ha attaccato sulla iconica discesa del poggio

La nascita del progetto 

Un’idea nata dall’unione d’intenti di RCS Sport e la Regione Liguria, volto a segnare ogni mezzo chilometro i tratti di strada da inizio salita fino alla fine. 

«Abbiamo ideato questo progetto un anno fa – spiega Roberto Salamini, responsabile marketing e comunicazione di RCS Sport- al termine dell’edizione 2021 della Milano-Sanremo. Grazie alla collaborazione con la Regione Liguria, siamo riusciti a finalizzarlo alla vigilia dell’ultima edizione della corsa. La Classicissima è una delle gare più amate al mondo nonché tra gli eventi più importanti di RCS Sport. Naturalmente abbiamo puntato alle salite e ai segmenti più iconici della Sanremo. Lungo questi tratti ci saranno cartelli ogni 500 metri, dall’inizio alla fine dell’ascesa. Contengono le indicazioni principali e più interessanti per gli amatori. Dalla distanza complessiva alla pendenza media e massima e fino al grado di difficoltà di ogni singolo tratto».

Julian Alaphilippe Wout Van Aert

Perché Alaphilippe ha perso la Sanremo

29.09.2020
4 min
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Tutti ricordiamo l’esito dell’ultima Milano-Sanremo, con la volata a due fra Julian Alaphilippe e Wout Van Aert terminata a favore di quest’ultimo. E’ innegabile che il belga del Team Jumbo-Visma abbia fatto una prima parte di stagione straordinaria. E’ però altrettanto vero che difficilmente il francese perde delle volate di quel tipo e soprattutto è ancora più difficile vederlo sbagliare le curve in discesa, uno dei suoi terreni preferiti. Cosa può essere successo ad Alaphilippe nella discesa dal Poggio?

Julian Alaphilippe
Julian Alaphilippe attacca sul Poggio
Julian Alaphilippe Wout Van Aert
Julian Alaphilippe e Wout Van Aert nell’attacco sul Poggio

Il cambio bici è cruciale

Per capire cosa sia successo bisogna tornare indietro di alcuni chilometri. Quel giorno il transalpino era partito con la sua Specialized Tarmac su cui monta un 54, ma all’inizio del Colle di Nava cambia la bicicletta a causa di qualche imprecisione del funzionamento della trasmissione. A questo punto il corridore continua la corsa con la seconda bici, fotocopia della prima. Finito il Colle di Nava i corridori si fiondano verso Imperia per immettersi sul tracciato tradizionale della Sanremo. Proprio ad Imperia, a 35,5 chilometri dall’arrivo, Alaphilippe rallenta per un secondo cambio bici dovuto ad un danneggiamento al telaio causato dalle forti irregolarità dell’asfalto. Pare ci sia una grossa buca su cui più diun corridore ha danneggiato la bici. Ma questa volta Alaphilippe non ritrova la prima bicicletta riparata, bensì la terza che ha in dotazione: una Venge che monta come moltiplica grande un 53.

Sbaglia le prime curve

Si arriva al Poggio e il francese attacca furiosamente staccando tutti, compreso Van Aert. I secondi di vantaggio sono pochi e la discesa è un punto cruciale, come sempre alla Sanremo. Ed è qui che l’ultimo cambio della bicicletta crea qualche problema ad Alaphilippe, infatti va leggermente lungo nei primi tornanti, perdendo secondi preziosi. Ricordiamo che Alaphilippe passa per essere uno dei migliori discesisti del gruppo e conosce bene la discesa del Poggio. Cosa può essere successo per sbagliare in quel modo?

Julian Alaphilippe Wout Van Aert
Julian Alaphilippe e Wout Van Aert nella discesa del Poggio
Julian Alaphilippe Wout Van Aert
Julian Alaphilippe e Wout Van Aert impegnati nella discesa del Poggio

Colpa dei freni a disco?

Ed ecco che arriviamo ad uno degli argomenti più dibattuti nel ciclismo moderno: i freni a disco. Se ci pensate bene il francese in discesa avrebbe dovuto avere un vantaggio tecnico rispetto a Van Aert, che era equipaggiato con i freni tradizionali, ed invece ha perso il suo vantaggio. Il guaio è stato che la terza bici, per una serie di motivi, non era più stata usata molto dal campione francese. E quando ha dovuto frenare violentemente, Julian si è accorto che i freni pompavano a vuoto. Questo ha causato una frenata più lunga, che non gli ha dato la possibilità di tirare alla perfezione le staccate e i tornanti. Accortosi di questo ha deciso di aspettare Wout Van Aert e andare all’arrivo insieme a lui.

Julian Alaphilippe Wout Van Aert
Il momento in cui Van Aert anticipa di pochissimo Alaphilippe sulla linea di arrivo
Julian Alaphilippe Wout Van Aert
Van Aert anticipa di pochissimo Alaphilippe sul traguardo

La volata imperfetta

Un’altra differenza: la moltiplica anteriore da 53 anziché da 54. Questo fattore può averlo agevolato durante lo scatto fatto sul Poggio con un rapporto leggermente più facile da rilanciare, ma nella volata finale con Van Aert gli si ritorce contro. Infatti, anche rispetto allo scorso anno, al francese manca qualcosa negli ultimi metri che non gli permette di superare il belga. Forse, abituato con il 54, non è riuscito a esprimere tutta la sua potenza negli ultimi metri. Certo se non avesse avuto il problema ai freni sarebbe stato raggiunto solo dopo aver finito la discesa. Questo avrebbe comportato uno sforzo maggiore per Van Aert, che forse avrebbe pagato nella volata finale. Ma di questo non abbiamo certezza, quello che è certo è che il dibattito sui freni a disco continuerà ancora per un bel po’.