Technipes, i propositi 2025: corse a tappe e più gare all’estero

06.01.2025
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La Technipes – #inEmilia-Romagna si conferma una delle squadre giovanili italiane con le spalle più larghe, se non altro per la continuità del progetto e la bontà dei suoi tecnici. La stagione 2025 si presenta come una nuova sfida per il team diretto dal manager e direttore sportivo Michele Coppolillo, e sarà una stagione caratterizzata da un importante rinnovamento: ben dieci nuovi corridori a fronte di otto partenze. Tra queste spiccano quelle (belle) di Ludovico Crescioli, passato al professionismo nella fila della Polti-VisitMalta, e di Niccolò Garibbo, che correrà con il JCL Team UKYO, una “quasi professional”.

Questo continuo ricambio è parte integrante della filosofia della Technipes – #inEmilia-Romagna: appunto accompagnare i ragazzi verso il professionismo, cosa che può apparire scontata ma nella quale non tutte le squadre riescono. La storia del team è costellata di atleti che hanno saputo emergere grazie a una programmazione accurata e a un calendario ben ponderato, ci viene in mente per esempio Tarozzi. Proprio con Coppolillo abbiamo messo nel mirino la nuova stagione.

L’incontro della Technipes-#inEmilia Romagna prima di Natale che di fatto ha aperto alla stagione 2025
L’incontro della Technipes-#inEmilia Romagna prima di Natale che di fatto ha aperto alla stagione 2025
Allora Michele, inizia una nuova stagione, con la soddisfazione di vedere anche quest’anno un corridore arrivato al professionismo…

Questa è la nostra mission: prendere dei giovani e cercare di far loro realizzare un sogno. Crescioli l’ha meritato sul campo, ha trovato anche l’ambiente giusto e noi siamo più che soddisfatti. Alla fine penso che queste siano le vittorie più belle. Ludovico si è impegnato moltissimo, è cresciuto e ha mostrato di essere pronto per certi palcoscenici. E’ un ragazzo che ha doti in salita, si sa muovere in corsa…

Sarebbe anche bello che a chi cresce questi ragazzi fosse riconosciuto qualcosa in più, non credi?

Eh – sospira Coppolillo – sapete, questi sono i sistemi. Il ciclismo, secondo me, dovrebbe migliorare sotto questo aspetto. Nelle categorie minori ci sono dei bonus, ma parliamo di briciole.

Guardiamo avanti: che Technipes vedremo nel 2025?

Abbiamo 16 corridori (due in più del 2024, ndr), tutti under 23, quindi è una squadra piuttosto giovane. Vero, ci sono ragazzi di terzo e quarto anno, ma speriamo di valorizzarli. Faremo un programma simile a quello dello scorso anno, alternando gare internazionali, che saranno si spera un po’ di più, con competizioni con i professionisti. Ogni anno cerchiamo di aggiungere qualcosa in più per stare al passo con i cambiamenti del ciclismo.

Gran Premio d’Autunno 2024: ad Acquanegra sul Mincio sfreccia Leonardo Meccia, la stellina del mercato della Technipes
Gran Premio d’Autunno 2024: ad Acquanegra sul Mincio sfreccia Leonardo Meccia, la stellina del mercato della Technipes
Avete fatto richiesta per gare internazionali, vero?

Sì, vogliamo mettere i ragazzi in condizione di confrontarsi con gli altri. Andremo in Belgio e affronteremo gare diverse dal solito. Lo scorso anno abbiamo partecipato a nove gare a tappe, un bel cambio di passo per noi e anche per i nostri atleti. Ma è questo quello che serve.

Chi sono i nuovi arrivi?

Abbiamo preso cinque juniores: Leonardo Meccia, un ottimo ragazzino, dalla Vangi e con lui sempre dalla Vangi Ivan Toselli e Thomas Bolognesi. E poi: Matteo Gabelloni, Adam Bronakowski. Sono loro i cinque primi anni su cui contiamo molto. E poi ci sono gli elite: Riccardo Archetti e Luca Bagnara dalla Polti U23, Samuele Bonetto dalla Zalf, Alessandro Cattani e Luca Martignago.

Vale anche per loro che il primo anno è già decisivo?

Ormai non esiste più il concetto di primo, secondo o terzo anno. Il ciclismo corre velocemente. Esiste la categoria e bisogna essere pronti. Non dobbiamo dimenticare che molti ragazzi vanno ancora a scuola, mentre all’estero spesso a 18 anni hanno già finito, ma è chiaro che non c’è tempo da perdere per i nostri.

Michele, hai già conosciuto i ragazzi?

Non molto a dire il vero, ci siamo ritrovati per un paio di giorni in autunno e approfondiremo la conoscenza nel corso di questo mese. Non vedo l’ora.

Crescioli al Valle d’Aosta dove ha anche indossato la maglia di leader: nel 2024 ha preso parte a 8 gare a tappe. Da quest’anno è alla Polti
Crescioli al Valle d’Aosta dove ha anche indossato la maglia di leader: nel 2024 ha preso parte a 8 gare a tappe. Da quest’anno è alla Polti
Tra i veterani, chi può fare la differenza?

Ci sono Bonetto e Bagnara soprattutto, che hanno la forza e l’esperienza per fare bene. Sono al quarto anno ma hanno margini di crescita. Speriamo che possano seguire le orme di Crescioli.

Cosa ha funzionato secondo te con Crescioli?

Io credo che il vero salto di qualità Ludovico lo abbia raggiunto facendo tante gare a tappe. Questo gli ha permesso di sviluppare il fondo necessario e di migliorare il suo motore, di spostare i suoi margini. Le gare a tappe sono fondamentali per la crescita di un ragazzo. Io credo che Crescioli l’hanno scorso abbia fatto meno di 20 giorni di corsa singoli o comunque non lontano da questa cifra.

Com’è il vostro programma di lavoro ora?

Dopo l’incontro in autunno, tra pochi giorni ci ritroveremo qui da noi in Romagna, passeremo insieme qualche giorno veloce, anche per distribuire il materiale. E poi verso la fine di gennaio faremo il nostro consueto ritiro in Spagna. Andremo a Denia e lì finalmente conosceremo bene i ragazzi e inizieremo a lavorare sul campo tutti insieme.

Gli elite della Technipes, per Coppolillo una scelta che paga

04.06.2024
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Squadra per certi versi particolare, la Technipes #inemiliaromagna. Un misto fra under 23 e corridori elite, in misura non riscontrabile in altre squadre che siano continental o altro. La vittoria ottenuta da Nicolò Garibbo al Trofeo Matteotti, prova nazionale, ha riportato in auge non solo il corridore 24enne, risultato lo scorso anno il migliore nella sua categoria, ma fatto parlare anche della scelta del team ispirato da Davide Cassani e che ha in Michele Coppolillo uno dei suoi diesse.

Coppolillo, a sinistra, con Giuseppe Martinelli, suo ds alla Mercatone Uno. Michele guida la Technipes dalla sua fondazione
Coppolillo, a sinistra, con Giuseppe Martinelli, suo ds alla Mercatone Uno. Michele guida la Technipes dalla sua fondazione

Proprio con il tecnico cosentino parte la disamina di una squadra sicuramente un po’ diversa dalle altre: «Il team quest’anno ha fatto un altro step di crescita e la sua composizione è un aspetto fondamentale del processo. Ma lo è anche il fatto che stiamo intensificando la nostra attività internazionale, proprio per far fare esperienze maggiori ai ragazzi, sia ai più giovani che a quelli più navigati. La prima parte dell’anno ha portato qualcosa meno di quanto ci aspettassimo, complice qualche problema fisico di alcuni nostri corridori, tra cui lo stesso Garibbo e Cavallo, ma ad esempio Crescioli ha ottenuto risultati importanti alla Ronde de l’Isard. Il bilancio per me è positivo a prescindere dai successi».

Che cosa valuti nel tuo giudizio?

Per me quel che conta innanzitutto è il comportamento in corsa. A me interessa che i ragazzi prendano consapevolezza e gareggiare all’estero significa toccare con mano un ciclismo più strutturato. Un risultato ottenuto all’estero fa morale, fa capire come funziona il nostro mondo, come si cresce, sia mentalmente che fisicamente.

Ludovico Crescioli è uno dei giovani che si sta giovando dell’esperienza dei compagni
Ludovico Crescioli è uno dei giovani che si sta giovando dell’esperienza dei compagni
D’inverno si era molto parlato dell’approdo di Garibbo nel vostro team, dopo una stagione molto importante e considerando il già avvenuto passaggio di categoria…

Nicolò è il tipico esempio di quella figura di corridore che non viene considerato quanto si dovrebbe, perché si guarda solamente alla carta d’identità. D’altronde quando vedi corridori di 21 anni che vanno al Giro d’Italia dei pro’ per vincere tappe, quando vedi squadre del WorldTour che cercano direttamente fra gli juniores, un caso come il suo è indicativo della situazione che il ciclismo vive in mezzo alle sue contraddizioni. Io credo che corridori come Garibbo possano dare ancora tanto, devono solo avere la possibilità di giocarsi le proprie carte.

Il colpo di Garibbo al Trofeo Matteotti di Marcialla (FI), beffando Carrò (foto Fruzzetti)
Il colpo di Garibbo al Trofeo Matteotti di Marcialla (FI), beffando Carrò (foto Fruzzetti)
Lo scorso anno era stato quasi un dominatore nelle classiche italiane…

Vero, ma è proprio il fatto che sia stato un calendario completamente italiano a penalizzarlo, se non hai confronti con le altre realtà. Quest’anno magari arrivano meno vittorie, ma la sua attività ha una qualità migliore, un maggior valore. Garibbo nella prima parte non era pienamente a posto, poi si è ritrovato. Ha partecipato al Tour de la Mirabelle e i suoi risultati per me hanno grande importanza, le sue due Top 10 valgono anche più di vittorie italiane, perché dicono molto del suo potenziale.

Oltretutto Garibbo non è il solo elite nel team…

Anzi, diciamo che cerchiamo di avere una squadra equamente divisa fra under 23 ed elite. Abbiamo un bel mix di giovinezza ed esperienza considerando che comunque parliamo sempre di corridori che toccano i 25 anni, quindi possono ancora dare tanto. Io non guardo all’oggi, a questa o a quella vittoria che arriva o meno, mi interessa la programmazione, mi interessa il lavoro di crescita, le prospettive. Un team come il nostro deve lavorare in questa maniera. La vittoria di Garibbo al Trofeo Matteotti ha insegnato tanto.

Michele Ansaloni, uno degli Elite del team. Coppolillo confida molto nel mix di categorie
Michele Ansaloni, uno degli Elite del team. Coppolillo confida molto nel mix di categorie
Spiegati meglio…

Ha corso alla garibaldina, ha anticipato i giochi e per me questo conta moltissimo perché significa che ha colpi in canna che possono fare la differenza. Noi dobbiamo valutare i percorsi, strutturarci e strutturare la tattica in funzione di essi. Garibbo ha corso come deve correre un elite. Se uniamo questo alle gare estere, all’esperienza che si accumula io sono convinto che da una parte un corridore come lui troverà sempre più spazio e magari attirerà attenzioni su di sé, noi dal canto nostro continuiamo a crescere, ma dobbiamo seguire questa strada.

Technipes #inEmiliaRomagna, il 2024 alla ricerca di trionfi

09.03.2024
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SANTARCANGELO DI ROMAGNA – Ci troviamo nell’entroterra romagnolo, per la precisione presso l’Azienda Agricola La Collina dei Poeti, un luogo che incarna a pieno l’amore per questa terra e vive le due ruote tutto l’anno. Qui il team Technipes #inEmiliaRomagna ha presentato la squadra per il 2024. Sei anni sono passati dalla sua creazione, nata a Faenza per l’intuizione di Davide Cassani e l’attuale presidente Gianni Carapia. Sei anni ricchi di successi che hanno portato al professionismo due atleti come Manuele Tarozzi e Alessandro Monaco.

Un anno fa la squadra ha fatto il suo esordio nel mondo delle continental e quest’anno è pronta a rilanciarsi a caccia di vittorie, più qualitative e convincenti. Su queste colline il poeta Tonino Guerra disse “l’ottimismo è il profumo della vita”. Dalle parole pronunciate da autorità, sponsor e tecnici quest’oggi il mantra pare proprio lo stesso. Dal giorno uno Michele Coppolillo ha diretto i ragazzi e oggi è pronto a rilanciare la squadra con un organico più che raddoppiato, con volontà di vittoria ben chiare. 

Il diesse Michele Coppolillo ha speso parole di ottimismo per il 2024
Il diesse Michele Coppolillo ha speso parole di ottimismo per il 2024
Cos’è stata la Technipes #inEmiliaRomagna fino ad oggi?

Siamo nati dall’intuizione di Davide Cassani, perché mancava qualcosa sul territorio regionale. Abbiamo deciso prima di tutto di dare la possibilità ai nostri corridori emiliano romagnoli di restare in regione e di non dover per forza emigrare fuori. Da lì il progetto è cresciuto negli anni e abbiamo raccolto dei risultati importanti tra cui anche una tappa al Giro d’Italia Giovani nel 2021. L’anno scorso abbiamo deciso di fare il salto nelle Continental, questo ci ha portato a fare un’attività più strutturata e ad alzare ancora di più l’asticella con anche appuntamenti di spessore in Italia e all’estero. Con l’obiettivo di fare crescere sempre di più i ragazzi. E’ cambiato un po’ tutto e siamo diventati più grandi.

Durante la presentazione il presidente Gianni Carapia ha detto che quest’anno i corridori ve li siete scelti…

In questi anni abbiamo seminato bene, abbiamo avuto modo anche di avere ragazzi che hanno scelto il mondo del lavoro, hanno capito che per alzare l’asticella bisogna confrontarsi con quelli più bravi, e alla fine questo per noi è un vanto. Non è per tutti la vita del ciclista. Abbiamo anche portato ragazzi al professionismo. Però detto questo vogliamo migliorare, vogliamo alzare ancora l’asticella facendo un’attività ancora più strutturata e con dei corridori di spessore, promettenti.

Dalle sue parole si è capito che c’è stato un investimento oneroso. Su 14 che siete solo Ansaloni è rimasto in squadra…

Sì, abbiamo sicuramente investito tanto su questo 2024. Oltre ai corridori abbiamo stilato un calendario importante che ci porti a confrontarci con i professionisti. Alzare l’asticella ha un costo che si traduce in personale, materiali e trasferte. 

Sentendo le parole dello sponsor Technipes pronunciate dal suo presidente Raffaele Barosi, questo’anno le vittorie devono essere al centro del progetto. Cosa ne pensi?

La vittoria è l’obiettivo di tutti. Io penso che se tu lavori bene i risultati vengono di conseguenza. Il fatto di mandare avanti questo progetto. Di fare una buona attività, e di crescere, richiede numeri. Ma come dico sempre e quest’anno più che mai, non è la quantità ma la qualità. Vogliamo portare la nostra maglia sui podi più importanti e non accontentarci. 

Nel suo intervento Davide Cassani ha detto che il sogno dei ragazzi è quello di passare professionisti. Il vostro sogno qual è?

Il mio sogno, e io dico sempre questa cosa, è vedere un corridore che passa e riesce a raggiungere il suo sogno, cioè quello di diventare professionista. Io penso che noi vinciamo quando il nostro corridore fra sette, otto, dieci anni arriva là, fa una carriera tra i professionisti, ha realizzato il suo sogno e ha fatto di questo anche il suo lavoro. Perché le vittorie in sé, pagano ma relativamente. Vedere Tarozzi lì a giocarsi le corse con la maglia Bardiani è un successo per il nostro progetto perchè so che porta avanti i nostri valori.

Come detto, ci sono tanti nomi nuovi quest’anno. C’è qualcuno da cui ti aspetti un po’ di più?

Come si può constatare dalle date di nascita abbiamo una squadra composta principalmente da giovani. Su 14 abbiamo 10 under 23, questo vuol dire che ci siamo rivoluzionati e puntiamo molto su di loro. Per fare un esempio Ludovico Crescioli, ha fatto molto bene e pensiamo che quest’anno possa fare il salto definitivo. Mentre per gli elite, non mi piace dire che siano all’ultima spiaggia, perché alla fine il ciclismo moderno purtroppo è molto accelerato, nel senso che se hai 20/21 anni e non passi, diventi già una seconda scelta. Noi abbiamo dato un’ulteriore occasione a questi ragazzi, come Innocenti, Garibbo e Cavallo, corridori fortissimi. Per questo faremo un’attività che gli darà l’occasione di correre in mezzo ai professionisti per mettersi in mostra e di avere ancora qualche chance. Come ha detto anche prima Bruno Reverberi (intervenuto durante la conferenza, ndr), una volta si passava a 24 o 25 anni e si maturava ancora più in là. Ovvio, il ciclismo è cambiato, si matura prima, però bisogna capire anche il percorso del ragazzo che ha avuto prima, se ha avuto un problema o meno. Secondo me a 23 anni, a 24 non si è finiti, bisogna dargli un’ulteriore chance.

La squadra a febbraio è stata in ritiro a Calpe
La squadra a febbraio è stata in ritiro a Calpe
A novembre c’è stato il trentennale della Mercatone Uno, dove tu ovviamente eri presente. Quella squadra che ha fatto la storia del ciclismo italiano era una realtà “piccola” nata dalla volontà di Romano Cenni di creare una squadra nella sua regione. Cosa porti di quel mondo lì all’interno di questo team?

Sono cambiati veramente i tempi. E’ cambiato il ciclismo, è cambiato tutto. Mentre vent’anni fa, tra virgolette con poco si riusciva a far tanto, con un gruppo che anche a detta di Beppe Martinello, era una squadra sulla carta anche debole ma che riusciva a raccogliere risultati enormi. Eravamo una famiglia e la nostra forza veniva proprio da lì. Abbiamo avuto la fortuna di essere un tutti per uno, per Marco Pantani. Però io credo che quel cameratismo, quell’amicizia sana, il sapore di famiglia sia la chiave per raggiungere risultati importanti.  

L’AD della Technipes Raffare Barosi in chiusura della presentazione ha parlato di un numero di vittorie su cui avete posto l’obiettivo. Qual’è?

Vogliamo migliorare le 7 vittorie dell’anno scorso e ho già detto tutto. Ma tanto i numeri come le parole, li porta via il vento. 

A conferma di tutto ciò, su quanto sia importante il come e la qualità della vittoria e non il numero, dalla Collina dei Poeti risulta facile citare frasi come: «Quando stacchi tutti e arrivi da solo, la vittoria ha il sapore del trionfo». A pronunciarla non fu un poeta emerito ma bensì un ragazzo che le poesie le scriveva con le sue imprese, Marco Pantani. 

La rincorsa di Innocenti per recuperare 4 anni in uno solo

28.10.2023
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Andrea Innocenti, classe 1999, è tornato a correre con la Technipes-#InEmiliaRomagna dopo quattro anni di stop per un controllo positivo alla prima stagione da under 23, per il quale successivamente fu anche assolto (foto di apertura Ballandi/Trentini). La storia ve l’abbiamo raccontata a fine 2022, quando lo incontrammo nel suo paese in Toscana. Il punto già allora fu capire in che modo quello stop tanto lungo avrebbe condizionato il suo rientro. Ne parlammo anche con Pino Toni, che lo aveva seguito nelle categorie giovanili e su di lui si era sbilanciato parecchio.

«Andrea è stato fermo quattro anni – disse il preparatore toscano – sono tanti. Sinceramente è il primo corridore, di cui sono a conoscenza, che torna alle corse dopo un periodo così lungo. E’ difficile tornare, sono 4 anni di fatiche e delusioni mancate, è un buco nella sua carriera. Innocenti è un vero atleta, lo è sempre stato. Su questo non c’è nulla da dire. Non rientra nel professionismo, ma anche nelle continental si va forte. Non deve farsi prendere dalla fretta: se i risultati arriveranno, bene. Ma al momento deve andare alla ricerca del colpo di pedale».

Innocenti alla firma di partenza di Peccioli, fra Monaco e Petrelli (foto Stefano Ballandi/Lucia Trentini)
Innocenti alla firma di partenza di Peccioli, fra Monaco e Petrelli (foto Stefano Ballandi/Lucia Trentini)

La sua prima stagione non è andata come sperava. Intorno al 26 dicembre infatti ha scoperto di avere il Covid, ma essendo asintomatico si è allenato ugualmente. Dal Covid però è partito il citomegalovirus, diagnosticato a gennaio, dato che inizialmente si pensava che la debolezza fosse dovuta ai postumi dell’infezione precedente. Le cure necessarie sono iniziate subito, ma gli strascichi del virus sono andati avanti fino ad agosto, quando le cose hanno ripreso a girare bene.

Un anno dopo, come ti sembra che sia andata?

Fino alla prima parte, un bilancio non lo posso fare, sono sincero. Fra i vari problemi di salute, non sono mai riuscito a esprimermi al meglio, anche a capire anche i ritmi, le andature. Vedevo che si andava a molto molto forte, però per me era una sofferenza continua, dato che fisicamente non stavo bene. Dalla seconda parte invece mi sono ripreso, anche se secondo me non sono mai stato al 100 per cento. Per quello che ho visto, si va tanto forte. Quello che ho provato a fare è stato resistere il più possibile, una cosa che però a inizio stagione sarebbe stata impensabile.

Come è andata con le dinamiche dello stare in gruppo?

Magari un po’ di timore l’ho avuto, soprattutto a stare nella pancia quando siamo in tanti. Soffrivo per la paura di cadere, quindi magari a volte tendevo a stare sulle ali del gruppo, spendendo più energie. Insomma, sto cercando di sforzarmi il più possibile per migliorare questi aspetti e riprendere l’occhio.

Ha chiuso il Giro dell’Emilia con Lucca, ultimo dei classificati (foto Stefano Ballandi/Lucia Trentini)
Ha chiuso il Giro dell’Emilia con Lucca, ultimo dei classificati (foto Stefano Ballandi/Lucia Trentini)
C’è stato un giorno in cui ti sei sentito bene davvero e hai avuto la conferma di aver fatto bene a ripartire?

A fine stagione ci sono state alcune gare, forse anche di più, in cui mi sono sentito bene. Diciamo nelle due settimane tra il Giro di Toscana professionisti e il finale di stagione. A Peccioli e nel Memorial Pantani sono stato sfortunato, perché ho avuto bucato in due momenti brutti e non le ho finite, perché non sono riuscito a rientrare. Al Giro di Toscana, secondo me, sono andato veramente forte, vista la mia ripresa di quest’anno. Alla fine ho chiuso 28°, però ero nel gruppo con Albanese, Brambilla e Valgren. Sono stato contento di quella prestazione.

Chiudere bene è la benzina giusta per cominciare bene il prossimo inverno?

Sì, pensavo proprio a questo. Nelle ultime corse che ho fatto coi dilettanti, sono sempre arrivato nei primi dieci. Ero davanti a cercare di vincere e questo ti dà una motivazione diversa. L’anno scorso avevo finito in calo, avendo ripreso a metà stagione con una preparazione frettolosa, quest’anno ero in crescendo. Sono motivato. Di solito i corridori tenderebbero a ritardare la ripresa, io non vedo l’ora di ripartire a metà novembre.

La squadra si ringiovanisce, tu sei uno dei tre elite che resta. Com’è il rapporto con il team?

Direi più che ottimo. Mi sono venuti incontro, nonostante abbia avuto tanti problemi fisici. Mi hanno dato tanto tempo, non mi hanno messo pressione. Anzi, quando c’è stato bisogno e ho chiesto di non andare a correre perché non mi sentivo bene, facendo le necessarie valutazioni, me lo hanno permesso. L’ultimo caso è stato il Tour of Sibiu. A fine giugno abbiamo fatto il Giro del Veneto e il martedì dovevamo partire per Sibiu. Io ero distrutto, non stavo in piedi e mi hanno dato l’opportunità di non andare e trovare la soluzione, riposando e riprendendo poi. Infatti, nonostante non fosse in programma che corressi a fine luglio, perché avrei avuto un periodo di stacco, visto che lo avevo già fatto, mi hanno dato l’opportunità di ricominciare prima con gli U23. Insomma, mi hanno più che tutelato.

Innocenti, 1,78 per 63 chili, è rientrato al Giro del Friuli 2022. A dicembre è ripartito dal ritiro del team romagnolo (foto Fulgenzi)
Innocenti, 1,78 per 63 chili, è rientrato al Giro del Friuli 2022. A dicembre è ripartito dal ritiro del team romagnolo (foto Fulgenzi)
Hai due ottimi direttori sportivi, del resto…

Infatti sono molto contento di rimanere un altro anno con loro, perché secondo me è un ambiente giusto per me. Con Coppolillo e Chicchi sono entrato molto in sintonia, mi trovo bene, non ho niente da dire.

Senti di aver un po’ recuperato questo buco di quattro anni oppure c’è una strada lunga ancora da fare?

Non del tutto. Sui cambi di ritmo violenti e nel tenere l’andatura sempre alta, soffro ancora molto. Mi sono allenato tanto in quei quattro anni, però il ritmo gara non riesci a simularlo bene. Fai dietro scooter, tutto quello che vuoi, però non è la stessa cosa. Ho tanto ancora da recuperare e credo che gli step decisivi saranno quelli che farò in corsa.

In che modo ti aiutano i direttori?

Quando andiamo alle gare e facciamo delle trasferte più lunghe, parliamo tanto. Poi ci sentiamo anche durante la settimana per telefono. Mi danno tanti consigli sul ragionare di più in corsa e quando muovermi per non sprecare troppe energie. A volte scatto nel momento sbagliato e quando parte l’azione giusta, magari mi faccio sorprendere indietro. Mi conforta pensare che non sono ostacoli insormontabili e magari il prossimo anno tornerò a guardare le gare come una volta, quando andavo sempre per vincere.

Innocenti ha tre cani. Durante la sospensione ha studiato Veterinaria (foto Instagram)
Innocenti ha tre cani. Durante la sospensione ha studiato Veterinaria (foto Instagram)
Continui ad allenarti con Alberati oppure hai un preparatore della squadra?

Da quest’anno sono nelle mani di un preparatore della squadra. Però il supporto di Maurizio Fondriest e Paolo Alberati ce l’ho sempre, ovviamente come miei agenti. Paolo qualche consiglio continua a darmelo, ma indipendentemente dal rapporto lavorativo, sul lato del rapporto umano mi trovo molto bene. Abbiamo sempre modo di parlare e confrontarci e non posso dimenticare tutto quello che hanno fatto per me quando fuori era buio davvero.

Rivoluzione Technipes #InEmiliaRomagna: si riparte dai giovani

23.10.2023
5 min
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I primi sguardi sul prossimo futuro la Technipes #InEmiliaRomagna li lancia da Riolo Terme, dove i ragazzi sono stati per un mini ritiro. Due giorni così da conoscersi meglio e iniziare a lavorare sulla stagione che verrà. Il team romagnolo ha cambiato tanto rispetto al 2023, la rosa ha subito una bella rivoluzione. Incuriositi da tale scelta siamo andati a chiedere a Michele Coppolillo, il primo diesse del team. La scorsa stagione su 12 atleti la Technipes contava 6 elite e 6 under, quest’anno il trend è cambiato. 

«Per il 60 per cento – racconta “Coppo” – la squadra sarà composta da ragazzi di primo anno. In totale, su 14 atleti avremo 11 under e 3 elite. Abbiamo appena chiuso un raduno di due giorni, che ci è servito solamente per conoscerci, i ritiri inizieranno più avanti. Quello fondamentale per lavorare e gettare le basi lo faremo molto probabilmente in Spagna, a fine gennaio, come fatto negli ultimi 2 anni». 

Tanti giovani

Il cambio di rosa è forte, tanti corridori sono andati via ed altrettanti ne sono arrivati. Si parte dai giovani, ma si potrebbe dire: si riparte. 

«Abbiamo deciso per una squadra giovane – continua Coppolillo – ma che potesse contare su uomini di esperienza. Scegliere di inserire tanti ragazzi di primo anno ci permette di lavorare con loro e farli crescere con la nostra mentalità. Si tratta di un progetto più a lungo termine, la nostra categoria di riferimento è l’under 23, poi abbiamo innesti con ragazzi elite che vogliono mettersi in gioco. Avremo una duplice attività: quella prettamente under 23 e quella di una continental, quindi con qualche gara con i professionisti. Rispetto all’anno scorso il calendario sarà simile, anche se abbiamo l’obiettivo di partecipare a qualche corsa internazionale all’estero, sempre dedicata agli under 23. Non sarà semplice ottenere gli inviti, ma sono fiducioso».

Rispetto alla stagione appena conclusa la Technipes #InEmiliaRomagna nel 2024 punterà sui giovani
Rispetto alla stagione appena conclusa la Technipes #InEmiliaRomagna nel 2024 punterà sui giovani

Si riparte da zero

Una volta entrati nella categoria under 23, il passato secondo Coppolillo conta poco. Non importa quanto si sia vinto prima, i valori si azzerano e si riparte da capo con l’ambizione di “costruire” corridori completi.

«I nuovi innesti di primo anno – spiega ancora il diesse – hanno un buon passato nella categoria juniores, chi più e chi meno. Ma in queste situazioni dire che un corridore sia forte o meno forte è relativo. Sono talmente giovani da essere in continua evoluzione, diciamo che abbiamo preso dei ragazzi interessanti sui quali lavorare».

Andrea Innocenti sarà uno dei tre elite in squadra, il fiorentino è in cerca di riscatto
Andrea Innocenti sarà uno dei tre elite in squadra, il fiorentino è in cerca di riscatto

Primo impatto

La novità in casa Technipes #InEmiliaRomagna all’inizio del 2023 era il passaggio a formazione continental. Dopo un anno si tirano le prime somme, e si cerca di capire se il cammino intrapreso sia quello giusto. 

«Il 2023 – spiega Coppolillo – ci è servito per dare un’impronta importante: siamo diventati continental e di conseguenza abbiamo fatto un’attività che potesse giustificare la categoria. Mettere i ragazzi in condizione di misurarsi con i professionisti è utile per la loro crescita, per fornire input. Quando vai a correre con i grandi, vedi il divario che c’è, lo si nota tra una continental e una professional, figuriamoci quando arrivano anche le WorldTour. Ma il ciclismo è questo, devi toccare con mano il livello delle gare per capire dove bisogna arrivare. Pensate al Giro dell’Emilia dove le squadre WorldTour erano 16. Per i nostri 3 elite (Innocenti, Garribo e Cavallo, ndr) quelle gare saranno importanti per mettersi in mostra.

«Sugli elite – spiega Coppolillo – abbiamo deciso di tenere Innocenti visto il suo trascorso e i 4 anni di stop. La scorsa stagione si è comportato bene e per alcuni problemi non è riuscito ad esprimersi al meglio, ma il finale di stagione ci ha dato buone risposte. A 24 anni nel ciclismo moderno sei considerato vecchio, ma ogni ragazzo ha un percorso diverso».

Le porte rimangono aperte anche per Emanuele Ansaloni, che al momento sta cercando un ingaggio da pro’ (photors.it)
Le porte rimangono aperte anche per Emanuele Ansaloni, che al momento sta cercando un ingaggio da pro’ (photors.it)

Staff e corridori

La qualità della Technipes emerge anche dallo staff a disposizione, che tra diesse e team manager può contare su nomi di primo livello.

«La nostra squadra è nata 5 anni fa – conclude Coppolillo – come team under 23. Ogni anno abbiamo fatto dei passi in avanti che ci hanno portato sempre più lontani, pensate che fino al 2022 avevamo una rosa composta solamente da corridori emiliani e romagnoli. Nel 2023 abbiamo cambiato tutto e siamo cresciuti ancora. Parte fondamentale di questa crescita è merito dello staff: Chicchi e Chiesa sono due figure di riferimento. Il primo ha lavorato tanto con gli elite e ha molta esperienza, il secondo svolge un ruolo più da manager. Poter contare su figure di riferimento vuol dire tanto per i corridori.

«Se dovessi guardarmi indietro vedo la giusta crescita per la Technipes, esattamente come me la sarei immaginata. Quindi credo che il cammino intrapreso sia quello giusto».

Il temporale su Manerba e il disonore dello Stelvio

15.06.2023
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MANERBA DEL GARDA – La tappa successiva alla giornata dello Stelvio viene vinta da Lukas Nerurkar, atleta della Trinity Cycling. Corridore britannico nato e cresciuto, per i suoi primi sette anni di vita in Etiopia. Suo padre, Richard, è arrivato quinto alle Olimpiadi di Atlanta 1996, nella maratona. Il diciannovenne si è imposto in una volata a due con Brennsaeter della Equipe Continental Groupama FDJ

La fuga ha avuto margine complice la pioggia che ha reso difficile la discesa finale. Lo ha confermato anche la maglia rosa Staune-Mittet, dicendo che oggi era più facile perdere il Giro che vincerlo. Zero rischi e margine ai due attaccanti di giornata che ringraziano e si giocano la tappa. 

Nubi sul Giro

La pioggia è anche metaforica, anzi si potrebbe dire che sul Giro Next Gen “fioccano” squalifiche. Dopo l’arrivo in cima al Passo dello Stelvio si temevano degli strascichi sulle gambe dei corridori. La leggendaria salita non ha però influito come si sarebbe potuto immaginare. Sul Giro Next Gen si è scatenato un temporale che ha portato nel corso di una notte alla squalifica di 31 atleti

Il motivo è la violazione dell’articolo 2.12.007-4.6: “Un corridore attaccato al proprio veicolo, o quello di un’altra squadra viene squalificato ed escluso dalla corsa. L’ammenda è di 100 franchi svizzeri e 25 punti dalle classifiche UCI. L’esclusione è prevista anche per il veicolo, senza possibilità di sostituzione, ed il direttore sportivo viene sanzionato con 100 franchi svizzeri di ammenda”. 

Valerio Damiano, con il numero 75, è uno dei due ragazzi rimasti in corsa della Rostese
Valerio Damiano, con il numero 75, è uno dei due ragazzi rimasti in corsa della Rostese

Lo sconforto di Damilano

La Ciclistica Rostese è una delle squadre che si è ritrovata con il maggior numero di corridori squalificati: tre, come loro anche la Beltrami TSA Tre Colli. Il diesse dei piemontesi alla partenza aveva l’aria affranta.

«Io posso solo essere critico nei confronti dei miei ragazzi – ci dice seduto nel retro dell’ammiraglia – di quello che fanno gli altri non me ne frega nulla. Hanno provato a giustificarsi dicendo che lo facevano tutti, ma a me non interessa. In 46 anni che faccio il direttore sportivo non ho mai preso una multa. E’ successo perché il diesse che c’era sulla seconda ammiraglia si è fatto abbindolare. Mi avesse fatto un colpo di telefono mi sarei rifiutato di fare una cosa del genere».

«Ci sono dodici giudici – continua Damilano – se avessero messo due moto in più in fondo alla corsa non sarebbe successo. In tempi passati c’erano tre o quattro giudici che facevano su e giù, si facevano vedere e risultavano da deterrente. I filmati girati in rete fanno paura, io non ho mai visto una cosa del genere. Ora prenderemo dei provvedimenti nei confronti dei nostri ragazzi, diamo l’anima per cercare gli sponsor e due ragazzini rovinano l’immagine della squadra». 

La Sissio paga caro

Il ciclismo è cambiato, si vede nel professionismo e lo si nota anche tra i giovani. Una volta questo era il Giro d’Italia Dilettanti, poi è passato ad essere Under 23. Ora si parla di Next Gen “Prossima Generazione”. Nel ciclismo d’altri tempi queste cose erano all’ordine del giorno, ma nell’era dei social come occhio vigile sul mondo tutto ciò perde senso. L’immagine che è uscita dalla giornata dello Stelvio non è quella che invoglia a guardare e seguire il ciclismo. 

«Si è sempre fatto – parla Toffoli, diesse del G.S. Sissio Team – fin dal ciclismo eroico. La seconda macchina cerca sempre di salvare il salvabile, ma va bene. Erano d’accordo con me. A mezz’ora di distacco si cerca di aiutare i ragazzi, già ne stiamo perdendo tanti, se in più gli facciamo passare la voglia di correre. Portiamo all’arrivo e diamogli la soddisfazione di aver finito, anche zoppicando il Giro».

La domanda potrebbe essere quale sia l’onore di finire qualcosa che non si è meritato di portare a termine. Nello sport ci sono delle regole e, per quanto dure siano, servono per dare una forma allo sport che amiamo. 

Persico era arrivato sul traguardo con 20 minuti di ritardo, molto prima del tempo massimo (foto Instagram)
Persico era arrivato sul traguardo con 20 minuti di ritardo, molto prima del tempo massimo (foto Instagram)

Le versioni di Di Leo e Coppolillo

Nel comunicato stampa mandato da RCS Sport, come ogni mattina, dopo la partenza della tappa, erano stati aggiunti 7 nomi ai 24 qualificati nella serata di ieri. Tra i nomi di spicco risultano quello di Persico della Colpack-Ballan, mentre la Technipes #InEmiliaRomagna perde quattro corridori: Collinelli, Masoni, Montefiori e Umbri. 

«Abbiamo sbagliato – dice Coppolillo dall’ammiraglia mentre era in corsa – sono addolorato ed affranto. Lo sport è fatto di fatica e sacrifici, ho visto delle cose che vanno oltre, feriscono. Non sono abituato e non dobbiamo esserlo, a fine Giro penseremo a come affrontare al meglio questa cosa con i ragazzi».

Anche Rossella Di Leo, responsabile del team Colpack-Ballan, è in macchina che segue lo svolgimento della quinta tappa. «Persico è stato mandato a casa questa mattina, dopo che è stato presentato un video da un diesse di un altro team. Si è attaccato all’ammiraglia per 200 o 300 metri, ma per il resto si è fatto la salita da solo».

Al team di Coppolillo è rimasto il solo Dapporto
Al team di Coppolillo è rimasto il solo Dapporto

La parola alla Direzione Gara

Il via vai di membri dello staff sul Passo dello Stelvio è stato poi giustificato nel corso della serata con la squalifica degli atleti per traino. 

«A fine tappa – spiega Raffaele Babini, direttore di corsa di lungo corso qui presente al Giro Next Gen – eravamo ancora in una fase di indagine. Quando si interviene bisogna farlo con una serie di elementi certi ed inappuntabili. Ci sono due aspetti: il primo è quello del collegio dei commissari che ha l’obbligo ed il dovere, sportivo e umano, di applicare le norme regolamentari. Cosa fatta una volta che siamo venuti in possesso degli elementi necessari e certi. Arrivati in primis con una visione sul campo, ovvero i giudici che hanno riscontrato determinate infrazioni. I social da questo punto di vista rappresentano un grande occhio di falco che ha aiutato nelle indagini».

«L’UCI – conclude – quando ci sono delle dirette, che poi possono diventare delle differite, ha le immagini. Il presidente riceve in prima battuta gli elementi di infrazione, che poi sono stati approfonditi nel post tappa. Dobbiamo garantire a tutti degli elementi di equità, per il rispetto verso i corridori e l’organizzazione».

Martin Nessler e l’arte di correre senza l’assillo di passare

07.06.2023
4 min
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«Io non penso al professionismo, non è un assillo. Io penso a dare il massimo. A non avere rimpianti in futuro. E quello che viene, viene…». Martin Nessler è senza dubbio un corridore particolare. Forte, ma senza lo stress di passare professionista. Prima di tutto c’è la passione per la bici. Un po’ come il rapporto tra Pinot e la vittoria: l’importante è pedalare.

Il trentino è approdato quest’anno alla Technipes-#inEmiliaRomagna. Ha trovato la vittoria, ma soprattutto un ambiente che ha rilanciato stimoli che forse erano venuti un po’ meno. 

In corsa, Nessler è un ragazzo che ragiona. Anche nel corso dell’ultima gara che ha conquistato – il Trofeo Matteotti di Marcialla – ha ragionato parecchio. Voleva entrare nella fuga ma è stato un bel po’ a vagliare l’idea se andare o no. Per fortuna il percorso gli ha consentito di rientrare sugli undici che erano scappati e cancellare i suoi dubbi.

«Poi – racconta – ho pensato: cavoli, però questa fuga qua potrebbe essere quella buona. Così sono riuscito a rientrare da solo. Ci hanno ripreso agli ultimi cinque chilometri, ma per fortuna ne avevo ancora».

Nessler vince il Trofeo Matteotti. Qualche giorno fa è stato 2° alla Due Giorni Marchigiana
Nessler vince il Trofeo Matteotti. Qualche giorno fa è stato 2° alla Due Giorni Marchigiana

Università e bici

Conosciamo meglio dunque Martin Nessler. Classe 2000, due stagioni al Cycling Team Friuli, una al Sissio Team, piccola e tenace squadra veronese, e adesso l’arrivo in una continental.

«Sono un ragazzo che studia e va in bici – racconta Nessler – studio scienze degli alimenti, quindi sono più incentrato sulla produzione dei cibi che non sulla nutrizione. Sono di Bolzano, ma vivo a Dro, vicino ad Arco di Trento. Sono una persona normale insomma…».

Ma essere ciclisti a quel livello non può significare persone normali: tutto è diverso. E la bici prende ogni anfratto della tua vita. La passione di allenarsi. Uscire con dei professionisti come i fratelli Bais, le ore di sella, gli impegni pre e post allenamenti, le gare, i viaggi…

«Sono arrivato in questa squadra per una scelta tecnica. Fino allo scorso anno ero in un team relativamente piccolo e credo mi abbia fatto bene».

Nessler all’ultimo Giro di Sicilia…
Nessler all’ultimo Giro di Sicilia…

Team strutturato

Nessler è uomo di Michele Coppolillo, colonna portante del team. La scorsa estate il “Coppo” alza il telefono e lo chiama. E la telefonata arriva nel momento giusto, Martin da quest’anno non sarebbe più stato under 23, sarebbe stato un “vecchio”, un elite e ci stava che sul piatto mettesse anche l’ipotesi di non correre più.

«Non sapevo se continuare o meno – spiega Nessler – ma se lo avessi fatto avrei voluto il salto di qualità. Sarei voluto andare in una squadra che facesse belle gare, e mi consentisse di fare belle esperienze».

E infatti Martin ha preso parte a gare come la Coppi e Bartali, il Sicilia… dovrebbe andare in Azerbaijan e non è finita.

Sprinter a sorpresa

Ma che tipo di corridore è? Scalatore, passista, passista veloce…

«Le due vittorie che ho fatto quest’anno e anche l’anno scorso, le ho fatte tutte in gare abbastanza impegnative con finale su uno strappo. Sinceramente non pensavo di essere veloce, però nell’ultima gara vinta ho battuto gente abbastanza veloce. Quindi direi che potrei essere un corridore per gare impegnative con finale non piatto».

«Pensate che proprio riguardo alla mia “non volata”, quest’inverno Francesco Chicchi mi prendeva in giro. Scherzando mi diceva che un palo era più veloce di me! Gli ho dimostrato che non sono poi così lento».

Nessler è stato chiamato da Coppolillo, ma il suo direttore sportivo di riferimento è appunto Chicchi. Tra i due c’è un rapporto di fiducia e se Nessler è maturato è anche merito suo, ma non solo…

«E’ anche una questione di vicinanza geografica e infatti mi segue parecchio anche Mario Chiesa. Ma comunque sì, con Francesco parlo molto».

In squadra, un grande clima costruttivo sin da questo inverno in Spagna
In squadra, un grande clima costruttivo sin da questo inverno in Spagna

Parola d’ordine: lavoro

«Cosa c’è stato di diverso in questa squadra? L’anno scorso eravamo in due o tre ragazzi che andavano più forte degli altri e mi sentivo un po’ sugli allori. Invece quest’anno c’è tanta competizione interna. Questo ti aiuta a fare di più. Io sono contento di essere riuscito ad emergere, ma sono ragazzi più forti di me. Quello che ci tengo a dire è che sono contentissimo perché in questa squadra, come l’anno scorso a dire il vero, quando un ragazzo fa risultato gli altri ragazzi sono più contenti di colui che ha vinto».

Che questa squadra fosse nata sotto una buona stella era noto. Dei buoni tecnici, tanta Italia e tanta professionalità. Per dire: questo inverno hanno fatto due ritiri…

«E non tutti i team continental possono permettersi due ritiri. In particolare il secondo in Spagna è stato proprio bello. Due settimane intense».

Monaco racconta la Technipes #InEmiliaRomagna

09.03.2023
5 min
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I ragazzi del Team Technipes #InEmiliaRomagna si trovano in Croazia, pronti per prendere il via all’Istrian Spring Trophy (in apertura foto Instagram della squadra). Tra di loro c’è anche Alessandro Monaco, uno dei nuovi innesti nel team continental. Per il pugliese, si tratta della seconda gara stagionale, dopo l’esordio al Laigueglia, si tratta di un passaggio delicato dopo l’operazione all’arteria iliacaIl Team Technipes #InEmiliaRomagna si è arricchito di nuove figure all’interno del suo staff, tra cui quella di Leonardo Piepoli. Il preparatore ha lavorato tanti anni insieme a Monaco. 

Piepoli e Monaco si conoscono da molti anni, i due si sono ritrovati alla Technipes #InEmiliaRomagna (foto La Piazza Alberobello)
Piepoli e Monaco si conoscono da molti anni, i due si sono ritrovati alla Technipes #InEmiliaRomagna (foto La Piazza Alberobello)
Alessandro, tu e Piepoli vi trovate di nuovo insieme

Noi due – esordisce Monaco – lavoriamo l’uno accanto all’altro da sempre, lui mi segue da quando sono junior. Abitiamo vicinissimi, praticamente a nemmeno venti chilometri di distanza. Piepoli mi ha allenato in tutti questi anni di carriera. 

E’ una figura di riferimento per te?

Assolutamente. Con Leonardo ho praticamente un rapporto da fratelli, non dico padre e figlio perché lo farei sembrare troppo vecchio (dice con una risata, ndr). Con lui mi confronto su ogni tema, anche prima dell’operazione all’arteria iliaca abbiamo avuto un lungo confronto.

Cassani lo ha elogiato e presentato come un collaboratore, qual è il suo ruolo in squadra?

Fa il suo lavoro, quello del preparatore, sono due le persone che ricoprono questo ruolo: Malaguti e, appunto, Piepoli. Leonardo è un uomo di grandissima esperienza, lavorando anche a stretto contatto con la Movistar, è una figura di riferimento. Ma anche lo stesso Malaguti è un uomo di grande valore, loro due si confrontano con i diesse per decidere come gestire i corridori e per fare il punto sui vari stati di forma.

Lo staff e gli elementi tecnici della squadra sono di prim’ordine (foto Instagram Technipes #InEmiliaRomagna)
Lo staff e gli elementi tecnici della squadra sono di prim’ordine (foto Instagram Technipes #InEmiliaRomagna)
Uno staff di prim’ordine per una continental

Praticamente mi sembra di essere in una professional, sfido a trovare squadre con uno staff uguale o superiore al nostro. Basti pensare ai tre diesse: Coppolillo, Chiesa e Chicchi. Gente che nel ciclismo ha avuto sempre un ruolo di primo piano. Considerate che nello staff sono presenti anche due nutrizionisti, l’attenzione è massima in ogni aspetto.

Ti aspettavi un’organizzazione del genere?

Se devo essere sincero sì. Nei miei anni di esperienza ho conosciuto bene Cassani e so che non è una persona che si muove a caso. A fine 2022, ero indeciso se ripartire ancora da una continental, ma nel momento in cui Cassani mi ha contattato non ho esitato un secondo. Se mi avesse cercato una squadra qualunque non avrei mai affrontato tutto il calvario dell’operazione.

Anche a livello tecnico siete così all’avanguardia?

Vi basti pensare che ognuno di noi ha tre bici, compresa quella da cronometro. Come detto, l’organizzazione è davvero da squadra importante. Al di là di tutte le problematiche che ci sono in generale nel mondo del ciclismo a reperire sponsor e soldi, posso dire che questa squadra ha una grande solidità ed un ottimo progetto di crescita

In inverno il corridore pugliese ha messo nelle gambe tanti chilometri, importanti per il recupero post operazione
In inverno il corridore pugliese ha messo nelle gambe tanti chilometri, importanti per il recupero post operazione
Come sono andati questi primi mesi di lavoro insieme?

Bene, molto bene. La squadra ha fatto qualche ritiro e siamo partiti a correre dal Trofeo Laigueglia, un po’ presto per tirare le somme, ma il calendario è davvero interessante. 

Raccontacelo.

Noi elite, dopo l’Istrian Spring Trophy (iniziato oggi, ndr), correremo gran parte del calendario italiano: Settimana Internazionale Coppi e Bartali, Per Sempre Alfredo, Larciano e Giro di Sicilia. In più ci sono in progetto altrettante gare di livello. Anche i ragazzi under avranno la possibilità di fare corse di primo ordine, con il calendario internazionale in Italia e non solo. 

Sei il corridore più grande ed esperto in squadra, ti senti di ricoprire questo ruolo?

Sono entrato in punta di piedi, c’erano già dei ragazzi che hanno partecipato alla crescita della squadra prima di me, come Dapporto e Ansaloni. Ogni tanto però mi sento di dare qualche consiglio e mi assicuro che non manchi nulla a nessuno, ma in una squadra del genere è impossibile che possa succedere. 

L’esordio in corsa con la nuova squadra per Monaco è arrivato al Trofeo Laigueglia
L’esordio in corsa con la nuova squadra per Monaco è arrivato al Trofeo Laigueglia
Con i più giovani, invece?

Con loro mi sento più “chioccia”. Al Laigueglia, giusto per fare un esempio, ero uno dei pochi ad aver corso con i professionisti. Qualche consiglio mi è capitato di darlo, soprattutto sulla gestione della corsa e l’alimentazione. Quando si fanno gare con distanze così lunghe (200 km, ndr) cambia tutto. 

Il tuo recupero dopo l’operazione come va?

Procede regolarmente, a novembre e dicembre sono riuscito a mettere insieme tante ore di allenamento. Ho iniziato a recuperare anche tono muscolare, aumentando le sessioni di allenamento in palestra, con tanto lavoro di potenziamento e core stability. Dalla clinica in Olanda, quella dove mi sono operato, mi hanno dato una tabella da seguire. Per riprendermi completamente mi hanno detto che ci sarebbero voluti sette o otto mesi, non siamo lontani. Le prossime corse mi aiuteranno a capire di più, è normale che sia così, lo sforzo in gara è differente da quello in allenamento.

Technipes #inEmiliaRomagna, si respira aria nuova

20.02.2023
6 min
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Dodici atleti: 6 under 23 e 6 elite. Il nuovo progetto riparte da loro. Siamo stati alla presentazione del Team Technipes #inEmiliaRomagna a Santarcangelo di Romagna. La percezione è che oltre al nome, l’aria da queste parti sia cambiata. Non in modo negativo, l’organico dello staff è rimasto lo stesso, ma si è decisamente allargato sotto tutti i punti di vista. Il progetto nato nel 2019 dall’impegno di APT Servizi Emilia Romagna e Consorzio Terrabici diventa continental e lo fa seriamente, con ambizioni chiare e corridori promettenti. 

Lo stesso focus  

La Regione Emilia Romagna rimane un polmone della squadra. Quest’anno sarà affiancata dall’azienda Technipes di Santarcangelo di Romagna. Il focus sarà lo stesso: far crescere i propri giovani grazie al confronto diretto con le grandi realtà del ciclismo italiano e internazionale.

«Il cicloturismo è uno dei settori maggiormente in crescita – ha detto Davide Cassani, Presidente APT Servizi Emilia-Romagna – eppure in Emilia-Romagna mancava una squadra di ambassador del territorio e che ne portassero in giro i colori con la propria attività. Così è nato il team U23 nel 2019, di cui sono stato l’ideatore, ma che vede un gruppo forte, con uno staff capace, che ha grande passione per questo sport e che lavora ogni giorno per rendere realtà questo progetto.

«Siamo partiti un passo alla volta – conclude l’ex cittì – ma il progetto e il team sono cresciuti man mano, vincendo in questi anni una tappa al Giro Giovani, indossando la maglia rosa, vestendo l’azzurro della nazionale U23 e portando un corridore, Tarozzi, al professionismo. Oggi, insieme a Technipes, a Bianchi e agli altri importanti partner, il progetto fa un ulteriore passo avanti».

Nuovi diesse e opportunità

Vi abbiamo già parlato dei nuovi diesse, Francesco Chicchi e Mario Chiesa. Due nomi con esperienza che si vanno ad aggiungere a quelli di Coppolillo, Calzoni e Contoli. Con loro il gruppo si rinforza anche di elementi del ciclismo dei professionisti, come il preparatore della Movistar Leonardo Piepoli, nel ruolo di consulente e collaboratore di Alessandro Malaguti.

Due fil rouge che accompagnano la squadra dalla sua nascita sono “Coppo” ed Emanuele Ansaloni. Il primo come timoniere, il secondo è il capitano non capitano, che ha vestito tutte le maglie di questa #inEmiliaRomagna.

«Oggi hai fatto bene – spiega Ansaloni – domani è un altro giorno. Coppolillo ti tiene sempre con i piedi per terra e motivato per il futuro. Il merito della squadra e della crescita è anche suo. E’ sempre stato un cuore pulsante del progetto fin dal 2019. Sul piatto ora abbiamo tutto quello che serve per andare nei professionisti. Certe squadre hanno meno e siamo noi che dobbiamo cercare di valorizzare questa opportunità. Lo stimolo in più quest’anno c’è perché correre con i pro’ ti fa capire com’è fatto il vero ciclismo. Poi si ha l’occasione di correre anche tra i dilettanti e cercare di fare la differenza per emergere. E questo è un po’ il “segreto” delle continental».

L’identikit della squadra

Un nome, una descrizione. Ansaloni apre la sua personalissima agenda..

Dapporto: «In un gruppo ristretto può dire la sua sempre. E’ stato in nazionale varie volte e sono sicuro che quest’anno può ambire alle vittorie che l’anno scorso sono mancate».

Collinelli: «Un passista giovane e molto veloce. Una garanzia per fare l’ultimo uomo, è bravo a farsi strada in gruppo, occhio da pistard. Una ruota veloce».

Montefiori: «Vice campione italiano a cronometro, non è più una sorpresa. I suoi obiettivi sono sicuramente internazionali».

Masoni: «E’ la definizione di uomo squadra ed è anche molto forte e attaccante». 

Umbri: «Veloce e molto potente, sono convinto che potrà fare bene. Un finisseur».

Nessler: «Ha fatto un finale di stagione importante. Il suo pane è la salita, in arrivi tortuosi ed esplosivi potrà dire la sua».

Petrelli: «Abbiamo corso insieme da juniores. Va sempre all’attacco e sa come muoversi per giocare le sue carte».

Sergiampietri: «Giovane, piccolo ma con un carattere deciso».

Innocenti: «E’ sempre stato una promessa. Un leone ferito e affamato per quello che gli è successo. Si vuole riscattare».

Monaco: «Ha avuto delle sfortune, va molto forte in salita e sarà la nostra chioccia con i pro’ avendo già esperienze. La sua missione principale sarà tornare in alto».

Forques: «E’ il nostro cavallo pazzo. Un ragazzo che fa squadra, solare e carismatico. Ha un bel motore, sarà una sorpresa per tutti perché viene dal triathlon e sarà la sua prima vera e propria stagione su strada». 

Qui Emanuele Ansaloni presente nella formazione di Faenza dal 2019
Qui Emanuele Ansaloni presente nella formazione di Faenza dal 2019

Le ambizioni di Ansaloni

Davide Cassani, durante la presentazione, lo ha interpellato per far capire che questa squadra ha un’anima e se c’è qualcuno che la rappresenta sotto il punto di vista di serietà, ambizioni e valori è proprio Ansaloni.

«Ansa è da troppo tempo con noi – dice Cassani – non perché non lo vogliamo. Un corridore come lui sarebbe prezioso in ogni squadra. Vogliamo che ci saluti perché vorrebbe dire essere diventato professionista».

«L’anno scorso – conclude Ansaloni – ho fatto quel terzo posto al campionato italiano su strada e non mi sono mai reso conto di aver sfiorato quella maglia. In primis, come è ovvio che sia, il mio obiettivo è quello di passare professionista. Voglio mettermi in evidenza nelle gare con i pro’ e proverò ad attaccare sempre per cercare di fare bene senza avere in mente il tutto o niente del risultato. Quando invece correrò tra i dilettanti, beh lì invece l’obiettivo è vincere».