La paura è finita? Ragioniamo con Piepoli sul Mas ritrovato

18.09.2022
6 min
Salva

Ultimi appunti della Vuelta. Enric Mas, secondo a Madrid. Avevamo parlato di lui con Leonardo Piepoli, che lo allena da un anno e mezzo. Lo avevamo visto crescere alla Tirreno e ai Paesi Baschi, poi ogni volta cadere. Stessa storia al Delfinato. Lo aspettavamo al Tour, ma dalla figuraccia l’ha salvato il Covid che ha fatto passare in secondo piano le sue mille incertezze. I colleghi spagnoli dicono sia stato il nuovo contratto, più corposo e di riflesso pesante. La serie Netflix che lo ha messo sotto una pessima luce nel rapporto con Lopez. E forse anche il fatto di non avere più accanto un Valverde dominante e la necessità inattesa di prendersi la Movistar sulle spalle. Il ritiro dopo la tappa di Hautacam è parso un provvidenziale salvagente. Poi finalmente lo si è visto ai livelli sperati alla Vuelta. Che cosa è successo all’eterna promessa del ciclismo spagnolo?

Nel giorno di Sierra Nevada la ruggine con Lopez lo ha frenato, ma veniva da un malanno
Nel giorno di Sierra Nevada la ruggine con Lopez lo ha frenato, ma veniva da un malanno

Una lenta risalita

Siamo tornati da Piepoli per capire in che modo Mas sia uscito dal pozzo, per ritrovare smalto e fiducia nella corsa di casa.

«Gli sono stati tutti accanto – racconta Leonardo – per ricostruire la fiducia. Al Tour c’è stato un errore di gestione delle emotività e probabilmente avere la responsabilità della squadra ha creato qualche limite mentale. Ne parlavo con “Purito” Rodriguez, che spesso dice cavolate, ma a volte tira fuori perle di saggezza. Mi diceva che quando la gente è stressata, perde capelli, mangia le unghie, ingrassa o perde peso. Mas invece veniva dalle cadute ripetute della Tirreno, dei Paesi Baschi e del Delfinato e lo stress è andato a colpire il suo punto debole: le cadute. Alla fine era diventato quasi incapace di andare in bici. Ma tutti gli sono stati accanto. Ciascuno ha fatto la sua parte, anche i compagni per allenarsi a fare le curve a tutta. Ciascuno ha messo il suo sassolino e alla fine ne siamo usciti».

Al Tour del 2021, Mas era arrivato al sesto posto e per il 2022 puntava molto più in alto
Al Tour del 2021, Mas era arrivato al sesto posto e per il 2022 puntava molto più in alto
Il Mas della Vuelta era al suo massimo?

Secondo me al Tour sarebbe andato più forte, ma era comunque a un ottimo livello. La volta che è andato via con Roglic a Sierra de la Pandera e si è staccato in cima, aveva problemi intestinali, altrimenti sarebbe arrivato con Primoz. Secondo me in salita andava più forte di Roglic, pari a Remco. In salita non si sarebbe staccato, ma nella crono avrebbe beccato ugualmente.

Quindi Evenepoel rimaneva imbattibile?

Non lo avrebbe fatto fuori. Il giorno che è stato male e ha perso tempo, non era una tappa da cedere terreno. A Sierra Nevada il giorno dopo poteva andare più forte, ma forse aveva ancora in testa la paura per quello che era successo il giorno prima. Sapeva di essersi staccato e quella è diventata una debolezza. Veniva dal Tour che gli ha creato un miliardo di insicurezze. Ha attaccato fin troppo per le sue caratteristiche.

Mas è andato avanti a sprazzi. A Sierra Nevada ha guadagnato, il giorno prima aveva perso
Mas è andato avanti a sprazzi. A Sierra Nevada ha guadagnato, il giorno prima aveva perso
E’ parso più battagliero degli anni scorsi.

E’ cambiato, il processo che si è iniziato a vedere alla Vuelta dell’anno scorso è stato un crescendo. Alla Tirreno andava, ai Paesi Baschi è andato fortissimo, ma di arrivi ne ha visti pochi, perché cadeva sempre. A Madrid prima dell’ultima tappa gli ho detto di stare attento, che sbadato com’era, rischiava di non finire la Vuelta (ride, ndr).

Volendo immaginare il suo 2023 cosa faresti?

Intanto farei un programma diverso e lo manderei al Giro. Vingegaard e Pogacar oggi come oggi sono sopra a tutti. Possono anche avere giornate storte, nessuno pensava che Vingegaard potesse dare una paga simile a Pogacar. Come nessuno poteva pensare che l’anno dopo il Tour di Bernal, arrivasse un altro ragazzino a far fuori il più giovane vincitore del Tour. Tutto può succedere, come nessuno pensava che Ayuso potesse fare terzo alla Vuelta più giovane di come l’ha fatto Pogacar. Io però, anche per cambiare programma, lo porterei al Giro. Farei Giro e Vuelta, così avrebbe il tempo per prepararli entrambi al 100 per cento. Però questa è un’idea mia, personale.

Dopo il Tour Mas non si è allenato nelle prove a cronometro, ma ugualmente ha sfoderato buone prove alla Vuelta
Dopo il Tour Mas non si è allenato nelle prove a cronometro, ma ugualmente ha sfoderato buone prove alla Vuelta
Sul fronte della preparazione cambieresti qualcosa?

Continuerei a battere sul tasto della brillantezza, perché ha ancora margine. Poi la crono va lavorata e migliorata, è talmente evidente che non bisogna dirlo. In quella della Vuelta è andato forte, decimo in una prova molto veloce. Con i suoi watt non era facile. Un po’ si possono migliorare i materiali, un po’ la sua attitudine. Il fatto è che per i problemi del Tour non ha mai usato la bici da crono. Avevamo da migliorare altrove.

Sarebbe cambiato qualcosa?

Il solo lavoro che ha fatto sulla bici da crono, a fine allenamento, è stato andare avanti e indietro in un tratto di un chilometro. I suoi problemi erano diversi, non aveva senso lavorare su altro. Non dico che se si fosse allenato avrebbe fatto tanto meglio, però non ci siamo allenati.

Mas ha lasciato la Vuelta con un secondo posto importante a livello psicologico
Mas ha lasciato la Vuelta con un secondo posto importante a livello psicologico
Il prossimo anno avrà davvero la squadra sulle spalle.

Secondo me ha imparato quest’anno. E’ crollato per questo al Tour, ma non succederà più. Penso che alla Vuelta abbia dimostrato di avere lo spessore. Gli ho detto che non deve avere paura di un grosso contratto con Eusebio. Con Lefevere forse potrebbe averne, perché loro ti mettono pressione. Con Eusebio (Unzue, team manager della Movistar, ndr) o le francesi, puoi stare tranquillo e al limite prendi anche pochi calci nel sedere.

Come la mettiamo con Netflix?

Credo che sia finito il ciclo Movistar, quindi sarà un problema in meno. Lo sport sta diventando così, che ci vuoi fare? Il problema è stato che anziché ammettere di averne sofferto, continuava a dire che se ne fregava. Avrebbe dovuto ammettere che gli aveva fatto male e a quel punto avremmo potuto aiutarlo. Ma se dici che non è niente e invece soffri, arriva lo stress e sei già morto. Spero che per il futuro queste cose qui non le farà più.