La Corratec-Selle Italia nell’inverno ha costruito, come nella storia per bambini della cicala e la formica. Il team di Francesco Frassi ha svolto il ruolo della formica, ha raccolto pian piano i frutti di un lavoro lungo. Tante le novità in vista del 2024, arrivate una per una, pensate e ponderate in base alle esigenze del team. Come abbiamo appena visto, la recente novità ha il nome di Mark Padun, scalatore arrivato dalla EF Education-Easy Post. E a sentir parlare Frassi non sembrerebbe essere finita qua la campagna acquisti della Corratec-Selle Italia.
Quando chiamiamo, il diesse toscano si trova davanti al computer e sta stilando le prime bozze di calendario. Ci sono delle wild card da attendere che potrebbero cambiare alcuni programmi, ma a grandi linee è tutto pronto. Parlando di calendari e ritiri è facile far virare il discorso verso i nomi che hanno incuriosito gli addetti ai lavori. Per comodità ne abbiamo evidenziati sei, ma come ammette lo stesso Frassi ce ne sarebbero altri di cui si potrebbe parlare.
La freccia Mareczko
I nomi sui quali ci concentriamo sono quelli di Jakub Mareczko, Niccolò Bonifazio, Kristian Sbaragli, Valerio Conti, Mark Padun e Alessandro Monaco.
«Andiamo in ordine partendo dai velocisti – suggerisce Frassi – quindi parliamo di Mareczko. Lui lo conosco bene, da quando eravamo in Vini Zabù, nel 2021. Abbiamo passato tanto tempo insieme, tra cui un ritiro a Livigno nel quale ci siamo conosciuti molto bene. Conosco le sue potenzialità, è uno dei corridori più esplosivi che c’è al mondo. Proprio nell’anno alla Vini Zabù riuscì a battere Cavendish in una volata secca. Lo stesso che vinse quattro tappe al Tour pochi mesi dopo. Mareczko nei percorsi pianeggianti può battere chiunque, davvero. Arriva da un periodo difficile dove non ha corso tanto, ma le qualità ci sono, ci sono sempre state».
Il funambolo Bonifazio
Uno degli arrivi annunciati verso fine stagione dalla Corratec è quello di Bonifazio. Corridore diverso da Mareczko, meno velocista e più fantasioso.
«Ci stiamo conoscendo – dice Frassi – capirò lavorandoci insieme che carattere ha. Però fin da subito mi ha dato l’idea di essere uno che mette tanta dedizione nel ciclismo. E’ uno che non ha paura e sa quel che deve fare. L’ho visto al Giro, dal quale è uscito in crescendo, ma da lì in poi ha corso poco. A mio avviso uno come lui ha bisogno di correre, se avesse sfruttato quel periodo avrebbe potuto cogliere qualcosa di importante. Bonifazio è uno che inventa azioni belle e che vince su tanti terreni diversi. La tappa che vinse alla Parigi-Nizza del 2020, anticipando i velocisti ancora me la ricordo. Un corridore capace di queste azioni va tenuto e gli deve essere data la possibilità di provare, e con noi ce l’avrà».
L’esperto Sbaragli
Kristian Sbaragli, ad ora, è il più “anziano” del team Corratec. La sua figura si sposa con quella di Bonifazio e Mareczko. Anche lui non è un velocista puro, ma è in grado di trovare spunti interessanti.
«Lui – riprende Frassi – ha sfruttato la gamba che si è trovato dopo il Giro e per poco non vinceva l’italiano. E’ un gran corridore che ha vinto una tappa alla Vuelta contro Degenkolb appena un paio d’anni dopo essere passato professionista. Poi è andato in Alpecin e ha avuto poco spazio. Parlandoci al campionato italiano quest’anno mi ha confermato che era da tanto che non si giocava una vittoria. Sono situazioni in cui devi trovarti, sbagliare, imparare e ripetere. Con noi sono sicuro che avrà tante occasioni e potrà riprendere la mano. In più la sua età gli permette di essere un valore aggiunto in professionalità ed esperienza. Ha un carattere che crea subito gruppo, mi ha dato subito una bellissima impressione».
Conti ci riprova
Valerio Conti non rappresenta esattamente una delle novità per la Corratec. Lui corre con Frassi già dalla scorsa stagione, e dopo un anno poco fortunato avrà la possibilità di riprovarci.
«Ha un grande valore – ci conferma il diesse – prima del Giro andava davvero forte. Poi quella caduta lo ha messo fuori gioco. Mi ha colpito la sua mentalità dopo l’infortunio, è rimasto con noi al Giro, chi ha dato una mano e non ha perso la motivazione. Una volta rientrato a luglio si è rotto nuovamente il bacino ed è stato fermo fino a settembre. Le ultime corse dell’anno però ci hanno sorpreso: è rientrato e ha fatto 12° al Giro della Toscana e 13° al Matteotti. Lo abbiamo portato in Cina e al Tour of Hainan è arrivato quinto in classifica generale. Insomma, meritava la riconferma e sono contento che sia rimasto con noi».
Padun: scalatore puro
Il corridore ucraino è uno dei tasselli che mancava alla Corratec. Uno scalatore puro, in grado di potersi mettere in luce nelle corse a tappe e non solo.
«Ci mancava davvero – conferma Frassi – lui è uno che in salita può andare davvero forte. Lo ha dimostrato, appena due anni fa al Giro del Delfinato ha messo in fila due tappe incredibili. Ha lasciato sulla strada Vingegaard, Porte, Haig, Kuss… Anche all’Adriatica Ionica Race ha vinto sulle Tre Cime di Lavaredo. Quest’anno è andato bene alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali, tirando per la vittoria di Healy nella terza tappa. Ha 27 anni e può fare ancora tanto, per il ciclismo di ora può essere considerato vecchio, ma non è in calo. Numeri e test parlano di qualità eccellenti, starà a noi tirarle fuori. A me piace fare questo tipo di lavoro: trovare la chiave giusta per dare motivazione ai miei ragazzi».
Il ritorno di Monaco
Alessandro Monaco torna nel mondo del professionismo dopo un’assenza durata due anni. Ha assaggiato il mondo dei grandi in Bardiani, è tornato indietro e non si è lasciato abbattere, conquistando nuovamente spazio nei professionisti.
«Nelle categorie giovanili – conclude il diesse – era considerato un talento. Ha avuto questo problema all’arteria iliaca e io per primo so quanto questo infortunio può compromettere la prestazione. Monaco ha avuto la determinazione, quando ha fatto un passo indietro, di tornare. Non si è mai abbattuto ma ha lavorato molto e in maniera solida. Vediamo se le doti che ha dimostrato di avere possono uscire nuovamente, è un corridore con senno. Una cosa che mi ha colpito è il fatto che studi. Per me questo è sinonimo di grande concentrazione, caratteristica importante nel ciclismo. E’ risalito e tocca a lui dimostrare se può fare il corridore».