Giro e Tour per Ciccone. Coach Larrazabal ci spiega il piano

05.02.2022
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Giro d’Italia e Tour de France: è la doppietta che aspetta Giulio Ciccone questa estate. L’abruzzese della Trek-Segafredo quando ci sono nuove sfide, quando c’è da buttare il cuore oltre l’ostacolo non si tira mai indietro e, come sempre, il suo entusiasmo è già alle stelle. Anzi, quasi quasi, ascoltando Josu Larrazabal, il suo preparatore, bisogna frenarlo!

“Cicco” però non viene da un super periodo. La scorsa stagione si era conclusa con il ritiro alla Vuelta a causa dei problemi ad un ginocchio dopo una caduta, sempre in Spagna. E anche per questo la sua sosta è stata più lunga del solito.

L’abruzzese riparte da qui, dal ritiro alla Vuelta 2021: Giulio sa trarre la grinta da momenti difficili
L’abruzzese riparte da qui, dal ritiro alla Vuelta 2021: Giulio sa trarre la grinta da momenti difficili

Partenza tranquilla

La sua pausa invernale è stata più lunga del solito. Lui stesso ha detto di aver faticato più degli anni passati a riprendere il ritmo. Ma la stagione è lunga e questo non lo preoccupa. Ciccone ha parlato molto con il suo preparatore Josu Larrazabal e anche con il team manager Luca Guercilena.

«Abbiamo lavorato molto sulla resistenza – ha detto Ciccone – e con Josu abbiamo deciso di rimandare il lavoro di qualità. L’obiettivo è una crescita graduale perché quello che mi aspetta è un calendario molto impegnativo».

Un qualcosa di logico se il Giro e il Tour sono i tuoi obiettivi principali. Eventi da affrontare uno alla volta: prima il Giro e poi il Tour.

«Se iniziassi a pensare già ad entrambe le gare, non riuscirei a lavorare con la giusta serenità. Dopo il Giro traccerò una linea e mi concentrerò sul Tour».

Cicco non fa dichiarazioni specifiche di vittorie, di podi, di questa o quella tappa, ma vuol tornare ai suoi livelli. A rendere al massimo e, chiaramente, anche a vincere.

Josu Larrazabal, tecnico basco della Trek-Segafredo segue la preparazione di Ciccone (foto Jamie L. Forrest)
Josu Larrazabal, tecnico basco della Trek-Segafredo segue la preparazione di Ciccone (foto Jamie L. Forrest)

Parola a Larrazabal

Ma tutto ciò lo analizziamo proprio con coach Larrazabal. Ci sono molti aspetti che ci incuriosiscono al riguardo. Come per esempio la scelta di fare Giro e Tour. C’è un progetto di crescita dietro?

«Certo che c’è un progetto di crescita – dice Larrazabal – “Cicco” continua il suo percorso per fare vedere che sta crescendo. Per far vedere che è pronto a nuove sfide. Già nel 2019 quando arrivò in squadra fece Giro e Tour, quindi non è la prima volta, ma quello che cambia è l’approccio. Nel 2019 li fece entrambi in appoggio ad altri corridori, ma con la libertà di andare a caccia di tappe. Ne ha vinta una al Giro e ha fatto secondo in un’altra al Tour dove ha preso la maglia gialla.

«Nel 2020 poi per il Covid, non c’era tempo per fare due grandi Giri. Quella di quest’anno perciò non è una scelta a caso. E lo stesso fu nel 2019 quando arrivò da noi: alla Bardiani Csf Faizanè già aveva tre Giri nelle gambe. Nel 2021, ha fatto due grandi Giri (Giro e Vuelta): in entrambi ha provato a fare classifica ma è dovuto tornare a casa per una caduta».

«Fare due Giri uno dopo l’altro puntando alla classifica è troppo. E si è visto anche con campioni affermati. Con Giro e Vuelta lo puoi fare, con Giro e Tour no. In questo caso puoi fare classifica in uno e puntare alle tappe nell’altro. Il tutto senza limitare il suo fiuto nell’andare alla ricerca delle tappe, visto il suo buon finale e la sua capacità vincente».

Larrazabal ha cercato di tenere tranquillo Cicco negli allenamenti invernali (foto @rossbellphoto)
Larrazabal ha cercato di tenere tranquillo Cicco negli allenamenti invernali (foto @rossbellphoto)

Una base solida

Ciccone quindi, come era pronosticabile, cercherà di fare classifica in Italia e sarà un battitore libero in Francia. Ma per questa sfida così corposa, come detto, serve un’ottima base di partenza. Larrazabal ci spiega bene come ha impostato la preparazione invernale.

«Non siamo partiti più piano per resettare il suo motore, ma per lavorare sulle sue parti meno forti. Durante l’inverno si hanno tempi più lunghi per modificare la preparazione. Ciccone, anche per carattere, ha la tendenza di fare ritmi alti, di scattare, di “giocare in bici”…

«Questa è la sua forza durante le gare, ma non è ideale per la preparazione invernale dove si ha invece l’opportunità di fare il contrario, di lavorare sulla base, di aumentare il carico di lavoro a ritmi più bassi. E questo ti permette di migliorare la tua endurance e la tua efficienza per costruirci poi il lavoro specifico successivo. E qui lui si trova a suo agio».

Ciccone si gode ogni uscita in bici… (foto Instagram)
Ciccone si gode ogni uscita in bici… (foto Instagram)

Giulio l’indomabile?

Ma questo è un lavoro di lungo corso a quanto pare.

«Abbiamo cercato di farlo sin dal 2019, da quando Giulio è arrivato in Trek-Segafredo. E’ stato motivo di discussione costante durante l’inverno. Giulio faceva fatica ad allenarsi con calma. Ma crescendo ha trovato delle conferme in queste strategie di lavoro vedendone i benefici e finalmente quest’anno ha svolto bene questo lavoro appunto. E siamo sicuri che ci darà dei frutti durante la stagione».

Larrazabal parla con passione. Di sicuro il coach spagnolo ha scoperto quanto sono tosti gli abruzzesi! Ma come lui stesso ha detto, questa cocciutaggine è anche la sua forza. In fin dei conti il motore c’è. Eccome…

«Il motore di Cicco è da scalatore top – afferma Larrazabal – ha un alto consumo di ossigeno e una soglia elevata. La sua soglia si trova in una percentuale alta del Vo2 Max (il massimo consumo di ossigeno, ndr) ed è quello che fa la differenza negli sport di endurance».

La sfida con Ballerini al Tour de Provence lo scorso anno. Larrazabal vuole esaltare lo spunto dell’abruzzese
La sfida con Ballerini al Tour de Provence lo scorso anno. Larrazabal vuole esaltare lo spunto dell’abruzzese

Ma lo spunto veloce…

«La sua caratteristica – riprende il coach spagnolo – è che oltre ad essere uno scalatore potente, ha un bello scatto, un bel finale. Riesce a sviluppare alte velocità che gli permettono di fare un testa a testa con Ballerini come al Tour de Provence, o come battere Hirt in volata a Ponte di Legno, o di duellare con Bernal a Campo Felice. Nel ciclismo di oggi in cui c’è grande parità di livello, avere lo spunto veloce ti consente di fare la differenza e di diventare un corridore speciale».

Infine una bella chiosa da parte di Larrazabal, una chiosa che ci fa incrociare le dita per il Giro d’Italia. Quest’anno con poca crono e tanta salita, l’occasione è d’oro.

«Da un annetto – conclude il tecnico spagnolo – stiamo lavorando molto anche sulla bici da crono per le classifiche generali. E questo sarà un passaggio importante per la sua crescita. Ma la cosa più importante è riuscire a farlo correre secondo lo stile del suo carattere: vivace, reattivo, appassionato».