Patron Selleri “alza il velo” sul Giro U23

01.06.2021
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Non è facile riuscire a raggiungere Marco Selleri di questi tempi. Il patron del Giro d’Italia U23 (che in teoria quest’anno sarebbe under 24) è indaffaratissimo. La corsa rosa andrà in scena dal 3 al 12 giugno. Un parterre di caratura internazionale e un percorso davvero interessante, molto equilibrato e con una lunga crono che lo caratterizza.

Già, ma come nasce il percorso di un Giro U23? Ne parliamo direttamente con il patron della corsa, appunto Selleri, ormai al quinto anno in queste vesti, coadiuvato da Marco Pavarini (direttore organizzativo).

Marco Selleri, patron del Giro U23, è alla guida della corsa rosa per la quinta volta
Marco Selleri, patron del Giro U23, è alla guida della corsa rosa per la quinta volta
Marco, come si costruisce il percorso di un Giro dedicato ai giovani?

Dico sempre che per un Giro lavori un anno per l’altro. Durante quello che stai facendo si presentano soluzioni per gli anni a venire. Hai alcune località ravvicinate tra di loro che ti tendono la mano e altre le trovi strada facendo. Magari hai già nel sacco sei tappe e devi trovare il modo di unirle. Devi fare dei collegamenti.

Chiaro, si cerca di trovare un “filo conduttore”…

Per noi è più comodo partire dall’Emilia Romagna, casa nostra. E’ più semplice per molti motivi, da quelli logistici a quelli per gli agganci sui percorsi. Andare in tutta Italia non è possibile con solo 10 tappe, servirebbero 20-23 giorni di gara come per i “grandi”. Tanto più che cerchiamo di limitare i trasferimenti, al massimo di un’ora e mezza.

Ed è più facile andare verso le Alpi…

Esatto. Senza contare che in cinque anni abbiamo avuto una sola richiesta da una località più a Sud dell’Emilia Romagna. Si cerca di finire con quelle più dure per il Giro al Nord, ma è anche vero che puoi trovare tappe dure anche tra gli Appennini, una volta siamo andati a Campo Imperatore. Vedremo se durante questo Giro arriveranno delle richieste.

Insomma un bel lavoro…

Molto intenso. Inoltre stiamo vivendo una fase poco chiara sotto molti tanti aspetti: la Fci è cambiata, il ciclismo giovanile sta cambiando e bisognerà vedere fino a che punto la categoria U23 andrà avanti. Se si faranno tutte continental, tanti juniores che passano direttamente professionisti…

Dieci tappe, 1.329 chilometri e 18.450 metri di dislivello, si parte da Cesenatico si finisce a Castelfranco Veneto: chi disegna il percorso?

Come detto le sedi di tappa sono scelte in base ad altri criteri, poi il tracciato cerchiamo di deciderlo insieme Amadori e Cassani ed io: c’è un supporto che tiene conto delle necessità tecniche. Poi a volte si è vincolati: se parti dall’Aprica e devi andare in Trentino per forza di cose passi per il Tonale. E lo stesso per andare da Cavalese a Nevegal, devi fare il Valles. Ma può anche succedere che ci siano degli input da parte delle località e dei comitati di tappa.

Andalo accoglierà l’ottava tappa
Andalo accoglierà l’ottava tappa
Però la componente tecnica resta centrale…

La nostra volontà è quella. Per esempio abbiamo fortemente voluto che la tappa finale fosse per i velocisti, affinché non mollassero dopo l’arrivo di San Pellegrino (sesta tappa, ndr). In questo modo saranno più invogliati a tenere duro fino a Castelfranco Veneto. Comunque anche Sestola per me è durissima.

La crono avrà il suo bel peso: 25 chilometri è una gran bella distanza per i dilettanti…

Vero, una bella distanza. Dovevamo fare questa tappa lo scorso anno, ma i Comuni interessati si tirarono indietro a causa del Covid. E’ una cronometro sulla ciclabile del Po’, spesso la strada è larga 3,5 metri e ci sono delle curve, pertanto bisognerà anche essere dei bravi piloti. Uno scalatore puro può pagare molto. Meglio un passista-scalatore

Tra quelli che hai seguito, come classifichi questo percorso?

Per me è leggermente meno impegnativo dello scorso anno. Non c’è una salita dura come il Mortirolo. Campo Moro è lunga, ma più pedalabile. Ovvio che alla fine emergerà lo scalatore, ma non quello puro. Anche Andalo non è impossibile. Quando ci arrivò il Giro del 2016 vinse Valverde, okay che lui va forte dappertutto però è anche un corridore veloce. Nevegal secondo me è per gli scalatori puri.

Chiudiamo con qualche nome: chi sono i favori di Selleri?

Eh, difficile dirlo, ogni anno cambiano molto i ragazzi. Era di certo un percorso per Conca e Colleoni. Mi dicono possa andare bene Pietrobon, ma anche Santaromita e Zambanini, maglia bianca lo scorso anno. E occhio allo spagnolo della Colpack, Ayuso

ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici

20.04.2021
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La mission moderna di ExtraGiro è in continua evoluzione. L’obiettivo di migliorarsi come gruppo organizzativo – alzando ulteriormente un’asticella già molto alta – va di pari passo con quello di tracciare una linea ben precisa (non solo verso i competitor e le istituzioni) per allestire corse sempre più valide sotto ogni punto di vista. Insomma, vogliono essere una società organizzatrice da cui prendere spunto e perché no, a cui chiedere consigli o assistenza

Questo spirito piuttosto rivoluzionario esce dal mix tra Marco Selleri – nativo di Mordano, presidente della Nuova Ciclistica Placci 2013 – e Marco Pavarini – parmigiano, manager di una agenzia di comunicazione, marketing ed eventi – che si sono conosciuti nel 2016 riportando in auge il Giro d’Italia U23 (in apertura Pavarini con Pidcock, ultima maglia rosa). Entrambi sono direttori generali di ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici nata nel 2020.

Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)
Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)

Coppia pefetta

La loro sintonia è perfetta: Selleri, già deus ex machina del Giro delle Pesche Nettarine, si occupa della parte tecnica delle gare, mentre Pavarini, che alle spalle ha esperienze in grandi aziende, di quella manageriale.

Le loro creature sono tutte votate al ciclismo giovanile: «Sì – spiega subito Selleri – quella è la spina dorsale di tutto il movimento. Per diventare professionisti bisogna prima essere passati dalle categorie inferiori e averci gareggiato. E quindi aver avuto gente che ti organizzava le gare».

GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
Selleri da dove iniziamo a spiegare come nascono le vostre corse?

Partiamo dal presupposto che tutto il ciclismo, anche quello dei giovani, si è globalizzato. Il livello qualitativo dei corridori si è alzato e pertanto bisogna fare gare all’altezza, senza tralasciare nulla. Ormai non te lo puoi più permettere perché hai sempre più obblighi e forti rigidità da parte di Prefetture e Questure. Talvolta abbiamo bisogno letteralmente di un esercito. Vi faccio un esempio pratico: per la prima tappa a Riccione del Giro di Romagna (22-25 aprile, ndr) dobbiamo coinvolgere 51 persone in 3,6 chilometri di trasferimento. Figuratevi per un percorso di gara. Sono un paladino della sicurezza, ma così rischiamo di pagare dazio se non cambiano un po’ di cose.

Cosa intendi?

Dobbiamo formare le persone e avere più supporto dalla Federazione, che potrebbe chiedere aiuto a sua volta al Coni e alle istituzioni governative. E’ tanto tempo che suggerisco alla Fci che noi organizzatori dobbiamo trovarci ad un tavolo e trovare un’intesa perché andando avanti si rischia che non bastino più le Amministrazioni comunali, gli sponsor e i volontari, che in ogni caso ci costano e che comunque vanno istruiti e aggiornati a dovere.

Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
In pratica voi di ExtraGiro vi fate portavoce anche per conto delle altre società organizzatrici.

Esattamente, vogliamo che cambi qualcosa. Non solo che salga il livello delle gare giovanili in Italia, ma che possa essere snellita anche un po’ di burocrazia. A tal proposito voglio ringraziare Gilberto Cani, un nostro collaboratore che si occupa di viabilità e dei rapporti istituzionali che gode di grande pazienza, ma che sta rischiando di andare in tilt.

Le soddisfazioni però ci sono, non ultima lo scorso mondiale di Imola organizzato in tempo-zero.

Ti dirò che a me non interessa avere la palma del miglior organizzatore. Quelli della rassegna iridata sono stati 21 giorni vissuti tutti d’un fiato. Basti pensare che Pavarini, che si occupava di altre problematiche, l’ho sentito solo una volta al telefono, per dire quanto siamo ben rodati. La mia soddisfazione più grande è sempre alla fine di una gara quando so per certo che non ci sono stati problemi e che nessuno, corridori, staff o addetti alla gara, si sia fatto male.

Marco, stavi per aggiungere qualcosa d’altro?

Sì. Hanno appena completato una pista ciclabile da Mordano a Castel del Rio lunga ben 43 chilometri che costeggia il Santerno e che prevede alcuni guadi tutti in sicurezza. Bene la sera del 7 agosto ci occuperemo della inaugurazione organizzando la Alé-Pedalata delle stelle, visto che sarà periodo di stelle cadenti, dotando le bici di luci. Ma vi darò maggiori dettagli più avanti.

Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Cambiamo interlocutore, ecco Pavarini, che prima è stato chiamato in causa proprio da Selleri. Cosa ne pensi di questa avventura nel ciclismo? 

In questi cinque anni abbiamo fatto cose straordinarie, il recente albo d’oro del Giro d’Italia U23 e delle altre nostre gare lo testimonia. L’anno scorso poi, dopo il lockdown, abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo allestito le gare all’autodromo di Imola. In questo lasso di tempo abbiamo bruciato le tappe, abbiamo aumentato lo spettacolo e la sicurezza, però non basta.

Cosa c’è da fare ancora?

Ciò che ha detto Selleri, la Federciclismo deve interessarsi a fare formazione del personale, perché il volontariato ne risente se c’è sempre più complessità dietro ad una gara. Bisogna abbassare certi costi. Purtroppo il ciclismo, a parte i grandissimi eventi come il Giro d’Italia o qualche altro rarissimo esempio, non si è mai dotato di professionalità, perché è ancora uno sport povero che vive di sponsor amici o locali. Non sempre basta scendere dalla bici per essere professionista anche nell’organizzazione delle gare.

Obiettivi da condividere?

La nostra missione è stimolare anche gli altri organizzatori, che bisogna avere una visione un po’ più imprenditoriale. Ad esempio ci fa piacere che Pozzato, col suo staff, abbia preso un po’ spunto da noi per organizzare lo scorso campionato italiano e le loro prossime nuove gare. Così come noi ci guardiamo attorno per migliorarci, non bisogna essere gelosi o invidiosi degli altri perché ne guadagneremmo tutti.

Sembra che ci stiate riuscendo, ma non pare facile. Cosa ti ha portato ad entrare in questo mondo?

Me lo hanno chiesto 5/6 anni fa, mi piaceva lo spirito e questo senso di comunità. Dal punto di vista lavorativo ci ho sempre visto delle potenzialità inespresse. Andava svecchiata la comunicazione del ciclismo, che è un veicolo favoloso per il marketing digitale e per la promozione del territorio.

Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
A tal proposito avete anche creato delle iniziative e delle app dedicate.

Sì, ad esempio abbiamo ideato la MDD, ovvero il Museo Digitale Diffuso del Ciclismo Italiano che in pratica è una guida interattiva che ti descrive, mentre ti trovi in giro per il nostro Paese, se in quel posto o zona c’è stato un avvenimento di ciclismo. Il sito e la app sono divisi per protagonisti, squadre, decadi o luoghi del ciclismo. Ed è in continuo sviluppo.

Quindi le soddisfazioni ci sono.

Certo, ovvio che ci sia il lato positivo delle cose anche se dobbiamo iniziare a divertirci di più organizzando gare. La nostra soddisfazione è trasmettere energia positiva, che gli altri ci vengano a chiedere suggerimenti o aiuti. Noi siamo disponibili.

Filippo Ganna, crono Imola 2020

Selleri riparte da Giro, Extra Giro e tricolori

27.12.2020
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Marco Selleri ha fatto una gran fatica a restare chiuso in casa durante le Feste e come lui tutta la gente del ciclismo. Quando l’abitudine è quella di viaggiare, spostarsi, organizzare e fare, l’obbligo di fermarsi è un ceppo duro da accettare. La soluzione allora è mettersi seduti a metà fra i ricordi e i progetti, un po’ raccontando e un po’ disegnando. E proprio questo è quello che gli abbiamo chiesto di fare alla fine di un anno che più ricco non poteva essere e alla vigilia di un 2021 tutto da capire.

«La sola cosa che mi sento di dire – dice – è che continuerò a fare le cose con la stessa umiltà. Non si può confrontare il 2021 con quello che abbiamo vissuto. Il mondiale di Imola è venuto come la più classica barzelletta di una volta. Ci sono uno svizzero un francese e un italiano… Lo svizzero non aveva i permessi, il francese non aveva i soldi, l’italiano aveva l’autodromo! Sono servite una buona dose di responsabilità e di fortuna e l’abbiamo portato a casa…».

Vincenzo Nibali, mondiali Imola 2020
Il percorso del campionato italiano dei pro’ ricalcherà quello dei mondiali 2020: qui Nibali
Vincenzo Nibali, mondiali Imola 2020
Il tricolore 2021 dei pro’ sul percorso iridato
Tutto pronto per il 2021?

Mica tanto! Il calendario va a rilento, dovrebbero approvarlo a giorni. Ci è stato richiesto di partecipare al bando comunale per organizzare il Trofeo Laigueglia, cui può accedere chiunque abbia una società di organizzazione. Non sono convintissimo, vado bene a organizzare da noi, perché sono in casa.

Perché non fare il Giro di Sardegna a febbraio?

Sarebbe stato perfetto. Il programma prevedeva che finisse il 28 e da lì sarebbero andati tutti a Laigueglia il 3 marzo. Ma l’Uci non ci sente, non gli interessa e lo ha messo a ottobre. Solo che in un anno normale, come si spera sarà il 2021, chi vuoi che vada a correre in Sardegna a ottobre?

Resta il menù delle corse giovanili?

Cominciamo ad aprile e andiamo avanti fino ad agosto. Tra la fine di luglio e agosto ci sarà di nuovo Extra Giro, coinvolgendo in alcune fasi anche giovanissimi, esordienti e allievi. C’è l’idea di un evento in centro a Imola, di gare sprint con partenza da fermi, a partire proprio dai bambini.

Thomas Pidcock, Giro d'Italia 2020, Montespluga
Il Giro d’Italia U23, vinto da Pidcock nel 2020, si concluderà in Veneto
Thomas Pidcock, Giro d'Italia 2020, Montespluga
Il Giro U23, vinto da Pidcock nel 2020, finirà in Veneto
Imola è il centro di varie rassegne tricolori.

Nel 2021 avremo le cronometro di donne junior, donne elite e uomini elite il 18 giugno (in apertura, Ganna in azione nella cavalcata iridata, ndr). E poi, due giorni dopo, la prova in linea dei professionisti. Lavoriamo molto coi giovani, ma il campionato italiano dei professionisti è una bella vetrina. Su strada useremo ancora il circuito del mondiale. Per le crono invece cercheremo una diversa sede di partenza, perché può farci comodo.

Il percorso ricalcherà quello della crono olimpica?

Sarà così.

L’autodromo si avvia a diventare un centro nevralgico del ciclismo?

Sarebbe bello, ma servono soldi. E’ tutto da capire. Intanto oltre alle sfide del prossimo anno, abbiamo avuto l’assegnazione della gara in linea donne elite per il 2022 e per gli under 23 l’anno successivo.

Il calendario 2021

Ecco il calendario in attesa di approvazione della Nuova Placci 2013 SSD di Marco Selleri da aprile a ottobre.

Mordano, elite/U2317 aprile
Meldola, elite/U2318 aprile
Strade Bianche di Romagna, elite/U2320 aprile
Giro di Romagna per Dante Alighieri, elite/U2322-25 aprile
Giro d’Italia U233-12 giugno
Tricolori crono (donne junior, donne elite, pro’)18 giugno
Tricolori uomini elite, Imola20 giugno
Extra Giro, juniores – elite/U23, Imola31 luglio
Extra Giro, juniores – elite/U23, Imola1 agosto
Extra Giro, juniores – elite/U23, Imola3 agosto
Extra Giro MTBda verificare
Pedalata delle Stelle, cicloturistica, Mordano10 agosto
Giro di Sardegnada verificare
Selleri, cosa si può dire del Giro d’Italia U23?

Ci saranno le prime 5 tappe in Emilia Romagna, poi stiamo lavorando per passare in Lombardia, di qui in Trentino, una puntata in Friuli e gran finale in Veneto. La data della presentazione non c’è ancora, ma sarà presumibilmente a metà febbraio, quando Cassani sarà tornato dalla Vuelta San Juan.

A febbraio si voterà per la presidenza federale, cosa cambia per voi?

Spero niente, è un discorso che non ci tocca. Abbiamo sempre agito per il bene del ciclismo, appoggiandoci alla Fci per le autorizzazioni, mentre per l’aspetto tecnico siamo slegati. Non ho mai fatto cose pensando che avrebbero avvantaggiato questo o l’altro.

Nel frattempo in Emilia Romagna è cambiato il presidente del Comitato regionale.

Era inevitabile che vincesse Spada, ma la politica deve essere supporto a chi fa le cose. E io sono uno pratico. Devo raggiungere il risultato senza troppe mediazioni.

Che riscontro c’è stato sul territorio dopo i mondiali?

Le associazioni di categoria hanno detto che l’evento ha smosso tanto e ce ne vorrebbero due o tre ogni anno. Discorso diverso per le società sportive del territorio.

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Marco Pavarini e Marco Selleri, le due anime dell’organizzazione romagnola
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Pavarini e Selleri, la coppia funziona
Che cosa è successo?

I mondiali, soprattutto le crono, hanno richiesto un dispiego di volontari senza precedenti, ma loro non ne hanno tratto alcun giovamento. E non va bene. Non doveva volare una mosca e così è stato. E visto che il regolamento tecnico impone il ricorso agli Asa (personale a terra, cui gli organizzatori assegnano il compito di garantire la sicurezza e il regolare svolgimento della gara. Sono persone in possesso dell’abilitazione rilasciata dalla Polizia Stradale dopo un corso organizzato dalla Fci, ndr) per eventi che abbiano più di 300 partenti, ho pensato a un cambio di direzione

Cosa farete?

C’è stato un incontro di fine anno delle società in cui ho detto testualmente: «Dobbiamo sempre ricordare che i volontari hanno sempre l’acqua alla gola, per cui daremo soldi alle società perché a loro volta ci aiutino. Nei nostri eventi porteremo i volontari di piccole società, che possono benissimo aiutarci nel controllo delle strade». Anche perché ci sarebbe da aprire un altro capitolo su alcuni personaggi che hanno trovato il modo di fare soldi anche su questi aspetti. Ma è Natale, teniamo chiusa la pagina. Ci sarà tempo per parlarne.

David Arroyo, Plan de Corones, Giro d'Italia 2010

Giro gravel, tanti dubbi. Ma Selleri ci pensa…

29.11.2020
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In attesa che l’argomento gravel incuriosisca i grandi organizzatori (se mai accadrà) e dopo aver sentito corridori e costruttori, è stato interessante rendersi conto che qualcuno ci aveva già pensato: Marco Selleri. Il romagnolo, anima e motore del Giro d’Italia U23 e dei campionati del mondo di Imola, già un anno fa si era messo a fare domande. Poi il Covid e una serie di considerazioni tecniche molto pertinenti gli hanno fatto cambiare idea. Ma il fuoco sotto la cenere non è affatto spento.

Giro d'Italia U23 2019, tappa strade bianche
Giro d’Italia U23 del 2019, si corre con bici da strada su strade bianche
Giro d'Italia U23 2019, tappa strade bianche
Giro d’Italia U23 del 2019 su strade bianche
Che cosa ne pensa Marco Selleri?

Ho letto quello che avete scritto e devo dire che qualcosa del genere mi era già passato per la testa. Ma bisogna essere obiettivi e la prima cosa da valutare è l’omologazione della bicicletta, per capire se è una bici da strada o fuoristrada. In una corsa ci sono anche queste regole da osservare. Per cui la prima cosa che mi viene in mente è immaginare un Giro solo per bici gravel, su percorsi adatti. Altrimenti la corsa di un giorno.

E’ un’altra cosa…

Lo so, come so che non abbiamo mai avuto paura di sperimentare. Al Giro abbiamo fatto la crono Real Time in cui il distacco alle partenze era quello effettivo della classifica. Ma ad esempio parlando degli under 23 il problema è che non tutte le squadre avrebbero la bici gravel e non è pensabile che corrano con marchi diversi. Eppure al di là di tutto, l’anno scorso il mio giro di domande ai direttori sportivi l’ho fatto.

Raffaele Babini, Fabio Vegni, riunione tecnica alla partenza, Colico, Giro d'Italia U23, 2020
Babini e Fabio Vegni nella riunione del mattino: la tappa gravel sarebbe dura da gestire
Raffaele Babini, Fabio Vegni, riunione tecnica alla partenza, Colico, Giro d'Italia U23, 2020
La tappa gravel sarebbe impegnativa da gestire
Come mai?

Perché ad esempio la Strade Bianche di Romagna con gli opportuni adattamenti del percorso potrebbe benissimo essere una corsa U23 per gravel. Più che i professionisti, all’inizio vedo il mondo giovanile, è più facile sperimentare. Non mi dispiacerebbe la corsa di un giorno con corridori di valore. Non amatori, sia chiaro.

Interessante. Quindi escludi che sia fattibile in una corsa a tappe.

Una tappa intera mi sembra complicata. Se ne potrebbe immaginare una in cui gli ultimi chilometri in salita prevedono l’uso della gravel. E bisogna anche stabilire bene se non basterebbe una bici da strada con le gomme più larghe. Per cui si arriva al punto in cui comincia lo sterrato e per ogni squadra si predispone un gazebo. Cambio bici e arrivo in gravel.

Non lo vedi come un eccesso il cambio in stile triathlon?

Un po’ lo sarebbe, ma sarebbe anche una grande vetrina. Quando con il Giro dovevamo arrivare a Malga Dimaro, si poteva andare oltre su una strada bianca messa male. Con le bici da corsa non si poteva, perché c’erano dei sassi che affioravano. Quell’arrivo sarebbe stato adatto.

Quindi il Selleri organizzatore esclude la tappa intera?

Secondo me non si può fare. Non si possono dimenticare le ambulanze. E se fai un single track, l’ambulanza dove passa?

Thomas Pidcock, Giro d'Italia U23, Aprica 2020
Ma uno come Pidcock, re del Giro U23, iridato di Mtb e cross, si divertirebbe…
Thomas Pidcock, Giro d'Italia U23, Aprica 2020
Pidcock, re del Giro U23, e iridato di cross e Mtb si divertirebbe
Forse a questo punto funzionerebbe meglio una cronoscalata.

Ecco, sarebbe il compromesso ideale che risolve tanti problemi (in apertura Arroyo in maglia rosa nella cronoscalata di Plan de Corones al Giro del 2010. I meccanici salivano in moto con le bici in spalla, ndr). Trovi il percorso giusto su cui magari la bici da strada davvero non va bene. Con i diesse al Giro del 2019 parlai di questo, ma per ora resta un’idea nel cassetto.

E poi c’è Cassani

A corollario delle parole di Selleri, Davide Cassani (cui non dispiace sperimentare) rimette a fuoco la questione.

«Per adesso – e lo dice sottolineando l’avverbio – per adesso non è il caso. Non è opportuno aumentare i costi per le squadre dei dilettanti. Non in questo momento. Voler fare qualcosa di diverso mi piace, ma così non è più ciclismo su strada. Se non puoi usare la bici da strada. Mi piace il concetto di passare sulle strade bianche, ma senza che si trasformi in un circo».

Filippo Ganna, Marco Selleri, crono iridata, Imola 2020

Un caffè con Selleri, il re di Imola

24.09.2020
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Comincia tutto il 27 agosto. Davide Cassani si presenta davanti a Marco Selleri, lo guarda e spara.

Cosa facciamo col mondiale?
Vai pure avanti!

L’assenso di Selleri era ciò che mancava, il piano Imola 2020 si mette in moto. Di lì a dieci giorni l’Uci annuncerà la cancellazione dei mondiali di Martigny, ma che qualcosa non andasse si era capito da un pezzo. L’Autodromo Enzo Ferrari ha già ospitato Extra Giro, l’insieme delle manifestazioni messe in strada a fine luglio dalla Nuova Placci Srl di Marco Selleri e Marco Pavarini, che sta ora lavorando al Giro d’Italia U23. L’ipotesi di organizzare un mondiale gli sembra enorme, ma Selleri è uomo concreto e accetta la sfida.  Ma chi è questo romagnolo così schietto e cocciuto? 

Presentazione mondiali, Pavarini, Di Rocco
Alla presentazione del mondiale, Pavarini e Di Rocco e dietro Adorni
Presentazione mondiali, Pavarini, Di Rocco, Bonaccini
Alla presentazione del mondiale a Castel San Pietro, Pavarini, Di Rocco e Bonaccini
Prendiamo un caffè, ti va? Così ci spieghi questa stagione straordinaria…

Un caffè ci vuole proprio. Stagione dovuta al Covid, ovviamente inaspettato. Come inaspettata e coraggiosa è stata la ripartenza a luglio. Mi è entrato in testa il motto dei bergamaschi “mola mia” e ho scelto di non mollare. E’ stato importante per il territorio, per rivitalizzare le strutture ricettive ed è diventato uno stimolo eccezionale.

Perché proprio tu?

Qualcuno doveva fare qualcosa, destinare nel modo giusto la dose di follia. E’ il destino della grande passione, ma accettare la sfida iridata con venti giorni di preavviso è stato un bell’azzardo.

Che cosa hai fatto appena hai saputo?

Sono andato da Nino Ceroni, che ormai ha 93 anni e organizzò il mondiale di Imola 1968 vinto da Vittorio Adorni. Ci siamo confrontati e mi ha dato delle ottime idee. L’autodromo può diventare una palestra di ciclismo.

Una sfida che arriva a capo di un periodo tirato.

Abbiamo cancellato il Giro di Romagna per difficoltà amministrative. Abbiamo spostato il Giro d’Italia ed è servito tanto lavoro, dal rivedere il percorso al ridurre il numero delle tappe. Ma non potevamo mollarlo. Non ho avuto paura che saltasse e neppure di andare in sovrapposizione con il Coppi e Bartali e il Tour de France, che anzi ci ha garantito una bella finestra durante la diretta. Siamo una bella squadra e anche Pavarini, che fino a pochi anni fa non sapeva nulla di ciclismo, ora è insaziabile.

Siete una bella coppia…

Non siamo accentratori, altrimenti non gli avrei neppure permesso di entrare in società. E’ una delle risorse che permettono al nostro mondo di crescere. E il bello è che da tutto ciò nessuno si mette in tasca un euro.

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Al Passo Spluga, tappa del Giro d’Italia U23 del 2020, Marco Pavarini, Marco Selleri
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Al Passo Spluga, tappa del Giro d’Italia U23 2020, Pavarini e Selleri
Nuove risorse e nuove aperture, come quella dei cronometristi.

Esatto, non ci serviamo della federazione cronometristi, ma abbiamo tirato dentro gli amici di MySdam, che vengono dal mondo delle Gran Fondo. Magari qualcosa non gira ancora alla perfezione, ma abbiamo tecnologie e transponder che ci permettono di tenere sotto controllo la corsa nei tablet lungo tutto il percorso.

Voglia di futuro o risposta a precise necessità?

Il futuro è aprire strade diverse dalle solite. Il Giro d’Italia U23 deve essere un laboratorio di innovazioni e forse per questo l’Uci ci ha autorizzato i tablet, ma anche la crono Real Time di due anni fa.

Quando avete cominciato a lavorare su Imola 2020?

Nel momento in cui il Giro d’Italia U23 è partito. La prima regola che ho imposto è stato chiudere la porta in faccia ai raccomandati, perché gli inserimenti per amicizia sono uno dei mali del ciclismo.

Come hanno risposto i volontari che ogni anno tengono in piedi il Giro dei giovani?

Intanto ho comunicato loro che avrebbero fatto parte della macchina organizzativa di Imola e sono stati tutti contenti, motociclisti compresi.

Tua moglie Fosca non si lagna mai di tanto lavoro?

Lei e i miei figli sono contenti. Ho una donna che è come me, mai un problema, forse per essere guarita da un tumore tanti anni fa. Le cose importanti della vita sono altre, ci sono dei valori forti dai quali non mi scosto e anche per questo non sopporto le raccomandazioni. Per il resto, non è tanto difficile dire chi sia Marco Selleri. Ho 61 anni, sono andato in pensione, vorrei fare tutto, ma devo stare attento a non caricarmi troppo. Spero si torni presto alla normalità. E spero fra un po’ di poter andare un po’ in vacanza…