David Arroyo, Plan de Corones, Giro d'Italia 2010

Giro gravel, tanti dubbi. Ma Selleri ci pensa…

29.11.2020
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In attesa che l’argomento gravel incuriosisca i grandi organizzatori (se mai accadrà) e dopo aver sentito corridori e costruttori, è stato interessante rendersi conto che qualcuno ci aveva già pensato: Marco Selleri. Il romagnolo, anima e motore del Giro d’Italia U23 e dei campionati del mondo di Imola, già un anno fa si era messo a fare domande. Poi il Covid e una serie di considerazioni tecniche molto pertinenti gli hanno fatto cambiare idea. Ma il fuoco sotto la cenere non è affatto spento.

Giro d'Italia U23 2019, tappa strade bianche
Giro d’Italia U23 del 2019, si corre con bici da strada su strade bianche
Giro d'Italia U23 2019, tappa strade bianche
Giro d’Italia U23 del 2019 su strade bianche
Che cosa ne pensa Marco Selleri?

Ho letto quello che avete scritto e devo dire che qualcosa del genere mi era già passato per la testa. Ma bisogna essere obiettivi e la prima cosa da valutare è l’omologazione della bicicletta, per capire se è una bici da strada o fuoristrada. In una corsa ci sono anche queste regole da osservare. Per cui la prima cosa che mi viene in mente è immaginare un Giro solo per bici gravel, su percorsi adatti. Altrimenti la corsa di un giorno.

E’ un’altra cosa…

Lo so, come so che non abbiamo mai avuto paura di sperimentare. Al Giro abbiamo fatto la crono Real Time in cui il distacco alle partenze era quello effettivo della classifica. Ma ad esempio parlando degli under 23 il problema è che non tutte le squadre avrebbero la bici gravel e non è pensabile che corrano con marchi diversi. Eppure al di là di tutto, l’anno scorso il mio giro di domande ai direttori sportivi l’ho fatto.

Raffaele Babini, Fabio Vegni, riunione tecnica alla partenza, Colico, Giro d'Italia U23, 2020
Babini e Fabio Vegni nella riunione del mattino: la tappa gravel sarebbe dura da gestire
Raffaele Babini, Fabio Vegni, riunione tecnica alla partenza, Colico, Giro d'Italia U23, 2020
La tappa gravel sarebbe impegnativa da gestire
Come mai?

Perché ad esempio la Strade Bianche di Romagna con gli opportuni adattamenti del percorso potrebbe benissimo essere una corsa U23 per gravel. Più che i professionisti, all’inizio vedo il mondo giovanile, è più facile sperimentare. Non mi dispiacerebbe la corsa di un giorno con corridori di valore. Non amatori, sia chiaro.

Interessante. Quindi escludi che sia fattibile in una corsa a tappe.

Una tappa intera mi sembra complicata. Se ne potrebbe immaginare una in cui gli ultimi chilometri in salita prevedono l’uso della gravel. E bisogna anche stabilire bene se non basterebbe una bici da strada con le gomme più larghe. Per cui si arriva al punto in cui comincia lo sterrato e per ogni squadra si predispone un gazebo. Cambio bici e arrivo in gravel.

Non lo vedi come un eccesso il cambio in stile triathlon?

Un po’ lo sarebbe, ma sarebbe anche una grande vetrina. Quando con il Giro dovevamo arrivare a Malga Dimaro, si poteva andare oltre su una strada bianca messa male. Con le bici da corsa non si poteva, perché c’erano dei sassi che affioravano. Quell’arrivo sarebbe stato adatto.

Quindi il Selleri organizzatore esclude la tappa intera?

Secondo me non si può fare. Non si possono dimenticare le ambulanze. E se fai un single track, l’ambulanza dove passa?

Thomas Pidcock, Giro d'Italia U23, Aprica 2020
Ma uno come Pidcock, re del Giro U23, iridato di Mtb e cross, si divertirebbe…
Thomas Pidcock, Giro d'Italia U23, Aprica 2020
Pidcock, re del Giro U23, e iridato di cross e Mtb si divertirebbe
Forse a questo punto funzionerebbe meglio una cronoscalata.

Ecco, sarebbe il compromesso ideale che risolve tanti problemi (in apertura Arroyo in maglia rosa nella cronoscalata di Plan de Corones al Giro del 2010. I meccanici salivano in moto con le bici in spalla, ndr). Trovi il percorso giusto su cui magari la bici da strada davvero non va bene. Con i diesse al Giro del 2019 parlai di questo, ma per ora resta un’idea nel cassetto.

E poi c’è Cassani

A corollario delle parole di Selleri, Davide Cassani (cui non dispiace sperimentare) rimette a fuoco la questione.

«Per adesso – e lo dice sottolineando l’avverbio – per adesso non è il caso. Non è opportuno aumentare i costi per le squadre dei dilettanti. Non in questo momento. Voler fare qualcosa di diverso mi piace, ma così non è più ciclismo su strada. Se non puoi usare la bici da strada. Mi piace il concetto di passare sulle strade bianche, ma senza che si trasformi in un circo».