Alè crede nell’offroad e inaugura la partnership con FAR Gravel

02.05.2022
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Il weekend del 17 e 18 settembre andrà nuovamente in scena ad Argenta, in provincia di Ferrara, la quinta edizione di FAR Gravel: un evento molto atteso, che quest’anno può già contare su due rilevanti novità. La prima riguarda la collaborazione tecnica con la Nuova Placci ASD, per intenderci la società sportiva coordinata da Marco Selleri che organizza il Giro d’Italia Under 23. Mentre il secondo punto messo a segno dallo staff operativo di FAR Gravel è l’avvio di una importante partnership con il brand produttore d’abbigliamento per il ciclismo Alè. Che diventa a tutti gli effetti – al pari del già presente Cannondale – main sponsor.

L’accordo che Alè ha definito con FAR Gravel conferma una volta di più l’attenzione e soprattutto l’interesse che la disciplina gravel sta riscuotendo nel contesto delle aziende impegnate nel settore del ciclismo. Non a caso, proprio Alè ha presentato pochi giorni fa un’importante novità di prodotto – i pantaloncini Stones Cargo – dedicati 100% al mondo gravel. Un paio di “bibshort” estremamente anatomici e profondamente tecnici, caratterizzati dalla previsione di alcune specifiche tasche laterali e taschini posteriori. Realizzati in Air Mesh Ultralight, ideali per poter facilmente portare con se e durante la propria “ride” tutto quanto necessario!

FAR Gravel-Alè cycling: un abbinamento lungimirante
FAR Gravel-Alè cycling: un abbinamento lungimirante

Un territorio meraviglioso

La cicloturistica FAR Gravel 2022 si svolgerà sabato 17 settembre lungo tre meravigliosi percorsi – rispettivamente di 50, 100 e 150 chilometri – per consentire a chiunque di pedalare seguendo il proprio ritmo e le proprie inclinazioni. Non è prevista alcuna classifica o graduatoria finale, mentre dei ricchi premi ad estrazione attenderanno tutti gli iscritti…

Partenza ed arrivo saranno come sempre ad Argenta, a metà strada fra Ferrara e Ravenna: FAR si svolge difatti attorno all’antico corso del Po di Primaro, un territorio ricco di storia, cultura ed enogastronomia. Un’area geografica che unisce Ferrara, Argenta e Ravenna (F-A-R) e poi il mare, che quest’anno sarà rappresentato da Comacchio e dai suoi lidi.

Inoltre, dopo due anni di pandemia, quest’anno verrà inoltre ripristinato il FAR Village: un luogo di scambio per i ciclisti e di promozione per gli sponsor che sarà attivo sino alla mezzanotte del sabato.
Lo stesso spazio sarà operativo anche la domenica per accogliere gli appassionati e i curiosi che vorranno assistere alla seconda giornata di evento.

Alé Cycling

Far Gravel

Cassani deciso: il Giro U23 ha insegnato un metodo di lavoro

21.04.2022
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Inutile cercare di estorcergli qualcosa sul progetto di una nuova squadra, Davide Cassani si chiude a riccio e il discorso finisce lì. Oggi però lo abbiamo chiamato per parlare di under 23, dopo aver digerito l’intervista in cui Marco Selleri, organizzatore del Giro d’Italia U23, ha parlato del nostro movimento con tono piuttosto disincantato.

«In questi 5 anni – le sue parole – abbiamo fatto attività sociale per le squadre, senza alcuna forma di profitto. Attività sociale, ma utilizzando un sistema mediatico professionistico. Abbiamo alzato l’asticella del valore tecnico dei nostri corridori, ma non ne abbiamo ancora trovato uno che vada forte nelle corse a tappe. A volte mi chiedo se non valga la pena concentrarsi sugli juniores…».

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Marco Pavarini, Marco Selleri sono gli organizzatori del Giro d’Italia U23: il loro contratto scade quest’anno
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Il contratto di PAvarini e Selleri per il Giro d’Italia U23 scade quest’anno

Un lavoro lunghissimo

La rinascita del Giro d’Italia U23 aveva come scopo proprio quello di riqualificare l’attività dei nostri giovani, con l’aggiunta di qualche convocazione in nazionale con cui Davide proponeva loro il confronto con i professionisti. Ora che non fa più parte della macchina federale, che idea si è fatto della situazione?

«Sapevamo – dice – iniziando l’avventura del Giro d’Italia U23 che sarebbe stato un lavoro stralungo su cui si deve continuare. I risultati arrivano solo con la costanza e la continuità. Chiaro che se per qualsiasi motivo il Giro d’Italia non dovesse andare avanti, in breve torneremmo all’anno zero».

Si può vedere qualche risultato apprezzabile?

Quasi tutti quelli che si sono messi in luce al Giro, sono passati professionisti. Oppure girerei il discorso: tutti quelli che sono passati professionisti, italiani e stranieri, hanno fatto un calendario che comprendeva anche il Giro. Ha alzato il livello, costringendo le squadre a fare una programmazione e una preparazione specifica. Le nostre continental, tranne un paio di eccezioni, corrono tanto in Italia e avevano bisogno di un banco di prova più qualificato.

Abbiamo anche vinto due mondiali U23…

Esatto, gli ultimi due che si sono disputati, visto che nel 2020 è saltato per il Covid. Il guaio è che abbiamo tutti fretta, per cui appena c’è un corridore buono si fa passare. Magari non è pronto, il più delle volte non lo è. Ma se provi a dirglielo, non ti ascolta.

Nel 2018 Vlasov ha vinto il Giro d’Italia U23 battendo Stannard e Almeida
Nel 2018 Vlasov ha vinto il Giro d’Italia U23 battendo Stannard e Almeida
Continuità e costanza…

Fare un piazzamento al Giro è importante, ma è ancora più importante tornarci per migliorarlo. Si deve fare un gradino per volta, prima di pensare di arrivare in cima alla scalinata. Ma si continuano a prendere ad esempio le eccezioni come Evenepoel e si fanno calendari che non hanno l’obiettivo della maturazione, quanto piuttosto la conta delle vittorie.

Si corre troppo?

All’estero quelli che sono passati negli ultimi anni facevano un calendario con una corsa a tappe al mese e nel resto del tempo si allenavano per prepararla. Blocchi di 5-6-7 corse a tappe e la programmazione necessaria. Da noi invece si corre tutte le domeniche e il martedì e il calendario non ha grande programmazione. Basterebbe guardare come fanno le squadre pro’, come fa la Eolo, che individua le corse e poi organizza il modo per arrivarci al meglio.

Aleotti protagonista al Giro U23 del 2020 e l’anno dopo (nella foto) anche al Giro dei pro’
Aleotti protagonista al Giro U23 del 2020 e l’anno dopo (nella foto) anche al Giro dei pro’
Non lo fa nessuno?

Come ho detto un paio di eccezioni ci sono, squadre che abituano il corridore a preparare delle specifiche parti di stagione. Il Giro serve a questo. Non puoi portare un corridore facendolo correre fino al giorno prima. Bisogna che arrivi fresco, quindi che stacchi, magari vada in altura, si alleni su salite lunghe… Con il Giro in qualche modo li abbiamo costretti a lavorare nel modo giusto.

Ciclone Selleri a cinque giorni dalla presentazione del Giro U23

09.04.2022
7 min
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A cinque giorni dalla presentazione del Giro d’Italia U23, Marco Selleri fa il punto della situazione con un colpo d’occhio a 360 gradi. Il mondo di ExtraGiro ha subito diversi scossoni e quella che viene sarà l’ultima edizione del Giro della loro gestione e difficilmente si presenteranno per il nuovo bando. Da una lunga telefonata è nata questa intervista ricca di spunti, a partire dall’ingresso di nuovi capitali che annuncia nuovi programmi.

L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack. Ora lo spagnolo è al UAE Team Emirates
L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack

«Il mondo del ciclismo non c’entra – dice Selleri senza fare nomi – ci sono un paio di persone che hanno creduto in noi e hanno disponibilità. In un qualche momento di malinconia avevo parlato di mollare, ma si abbandonerà quando non ci divertiremo più e se i conti saranno in rosso. Logicamente c’è parecchio da ridisegnare, perché in tutti questi anni ci siamo dedicati maggiormente al mondo dilettantistico/giovanile, una cosa che forse sarà da rivedere. Non si capisce bene se gli under 23 siano zuppa o pan bagnato, fra tanti corridori che passano da junior, altri nelle continental in giro per il mondo e altri che non riescono a emergere. Quindi bisogna capire che tipologia di gare fare per loro. Perché al mondiale possono correre anche gli under 23 del WorldTour e al Giro d’Italia U23 no? Girmay è stato secondo al mondiale e quest’anno ha vinto la Gand-Wevelgem, perché non si è potuto portarlo al nostro Giro?».

Il Giro d’Italia U23 è rinato con una missione.

In questi 5 anni abbiamo fatto attività sociale per le squadre, senza alcuna forma di profitto. Attività sociale, ma utilizzando un sistema mediatico professionistico. Abbiamo alzato l’asticella del valore tecnico dei nostri corridori, ma non ne abbiamo ancora trovato uno che vada forte nelle corse a tappe. A volte mi chiedo se non valga la pena concentrarsi sugli juniores…

Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Il Giro d’Italia degli juniores: ci avete pensato?

Per fare una scelta del genere, bisogna che ci sia anche l’investimento da parte politica, delle istituzioni. Una spinta politica in cui si dice che lavoriamo per gli juniores, scegliendo un target ancora più giovane di quello che abbiamo fatto fino ad ora.

Siamo alla vigilia dell’ultimo Giro: tornerete nel 2023?

L’idea del Giro d’Italia under 23 adesso come adesso non l’abbiamo proprio nel programma, mentre stiamo pensando di fare un giro più piccolo, di 4-5 giorni, in una regione che ovviamente non posso ancora rivelare perché è troppo presto. Non è la Sicilia. Laggiù la Federazione si è già mossa con RCS e un modello di corsa come la nostra. A vedere l’elenco degli iscritti, tolte le tre squadre WorldTour, non si distingue molto dal Giro d’Italia under 23. Comunque le possibilità di fare cose diverse ci sono e ci stiamo lavorando. Per quest’anno abbiamo un programma del tutto invidiabile con delle belle collaborazioni.

Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Parli spesso di creare sinergie.

Abbiamo creato innanzitutto una cooperazione con la Coppa della Pace e il Trofeo De Gasperi. Siamo partiti quest’inverno a mettere giù un calendario appetibile per tante squadre, soprattutto straniere, perché dobbiamo portare anche un po’ di beneficio economico in casa nostra. Il 28 maggio ci sarà la Strade Bianche di Romagna. Abbiamo trovato un muro sterrato in stile Fiandre a due chilometri dal Castello di Gradara. Bellissimo, me l’ha indicato il sindaco e quasi non volevo crederci. Il 29 c’è la Coppa della Pace e sono due corse internazionali. Il 2 giugno c’è il De Gasperi, altra internazionale, mentre il 5 giugno mattina abbiamo le donne elite a Meldola e il pomeriggio di nuovo un’internazionale. Mentre abbiamo appena ricevuto l’okay dall’UCI per una gara internazionale a Riolo Terme per l’8 di giugno. Una gara di allenamento con uno strappo nel finale, per verificare lo stato degli atleti che tre giorni dopo prenderanno il via al Giro d’Italia.  

Si è notata l’uscita di Cassani?

Sicuramente l’assenza di Davide si è fatta sentire, perché comunque lo conosciamo bene. E’ un uomo di relazioni, con delle idee ben chiare. Con lui condividevamo l’obiettivo di generare atleti che possano dimostrare in futuro di andare forte. E non possiamo nasconderci che con le sue conoscenze e le sue relazioni si generavano energie positive, sotto l’aspetto economico e di immagine. Quest’anno il nostro lavoro è stato… altalenante, anche per stabilire il numero delle tappe.

Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Cioè?

Abbiamo avuto problemi iniziali. Sembrava che le Marche dovessero accompagnarci con la partenza, invece non ci sono più. Quindi da 10 giorni siamo passati a 7. Argentin c’è arrivato prima di noi, che ci siamo mossi utilizzando il canale ufficiale, cioè quello della Federazione ciclistica delle Marche. Ma essendo arrivati nel frattempo la Tirreno-Adriatico, la Adriatica Ionica Race e il Giro d’Italia dei professionisti, i serbatoi della Regione si sono svuotati e gli Enti comunali che potevano essere interessati, si sono ritirati. Forse lo hanno fatto un po’ troppo avanti e comunque abbiamo dovuto ridisegnare il Giro. Questo ha generato un lavoro doppio e uno stress incredibile. Però adesso vediamo il sereno, quindi vuol dire che abbiamo fatto le cose a modo e stiamo lavorando per andare in diretta televisiva.

Cosa ne è stato di quella proposta di contributi pubblici di cui si parlò pochi mesi fa?

A suo tempo uscì anche il discorso di un Governo che ci avrebbe dato 600.000 euro, ma per il momento è aria fritta. Tuttavia vedendo cosa succede nel mondo, non c’è da lamentarsi. Però intanto alcune persone si sono fatte avanti per cercare una collaborazione economica, sapendo che avremmo dovuto ricevere questi soldi. Magari potessimo averli, probabilmente faremmo più gare l’anno prossimo

Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Le corse e anche attività sul territorio: la formula funziona?

Abbiamo già iniziato a parlare anche delle zone che andiamo a percorrere, nicchie troppo piccole per il Giro d’Italia dei professionisti. A parte il mondiale che è stato un colpo di fortuna, siamo andati a tirar fuori due salite che erano finite nel dimenticatoio, che però adesso sono diventate un prodotto turistico. Mi sembra di capire che a luglio proprio là si svolgerà il Suzuki Day e poi ho nel cassetto il sogno di chiudere il percorso di Imola per un giorno intero. Ieri ero in Comune e ne stavamo ragionando. Abbiamo visto che, a parte un pezzetto di strada pianeggiante, si può fare e sarebbe bello. Nel 2023 potrebbe succedere. Per un giorno intero, il percorso dei mondiali solo per le bici

A Meldola correranno anche le donne.

Le donne sono arrivate perché nostro partner per Meldola è AWC Events, che prima avevano una squadra femminile. E quando hai avuto una squadra di donne, ovviamente il tuo cuore rimane un po’ da quelle parti e così hanno spinto per farlo. 

Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fra le novità c’è anche un nuovo direttore di corsa.

Sarà Fabio Vegni. Si dice sempre di ringiovanire, ma nessuno lo fa. E allora lo abbiamo fatto noi. Per cui ci sarà Fabio, che in questi giorni è a Sharm el-Sheikh a sposarsi (a Fabio e sua moglie Emiliana Pirazzi, gli auguri di tutto il team di bici.PRO, ndr). E poi dovrebbe venire a ruota Roberto Corradini del Tour of the Alps.

Con Pavarini tutto bene?

Pavarini nel ciclismo ormai è di casa e per fortuna che c’è. E’ l’altra metà della vicenda. Lui si occupa molto di relazioni, di marketing, di comunicazione ed è molto importante per gli sponsor. E’ il valore aggiunto che abbiamo rispetto a quando mi muovevo da solo. Il futuro lo vedremo, però il discorso è che comunque in questo ambiente c’è bisogno ancora di più di competenze rispetto a prima. Non si può improvvisare nulla a nessun livello.

ExtraGiro, si riparte! Il Giro U23, gli italiani donne, il gravel…

22.02.2022
5 min
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Il ciclismo è decisamente nel Dna di Marco Selleri. Quando il dirigente di ExtraGiro ci risponde al telefono si trova presso il negozio Cicli Ronchini, una pietra miliare del ciclismo imolese, per far sistemare le ruote di alcune Mtb. Oggi vi lavora Fabio Patuelli, a sua volta ex professionista: alle pareti poster di grandi campioni e tante bici Colnago di ogni epoca. Selleri ci porta così in questa atmosfera genuina.

A sinistra Marco Selleri e a destra Marco Pavarini premiano Ayuso nel finale di Castelfranco Veneto lo scorso anno
Selleri (a sinistra) e Pavarini (a destra) premiano Ayuso nel finale di Castelfranco Veneto lo scorso anno

Primavera intensa

Con lui facciamo il punto sull’attività di ExtraGiro, che sta ormai ripartendo con un’altra stagione ricca di eventi.

«C’è parecchia carne che bolle in pentola – dice Selleri – ma non è ancora cotta del tutto. Tra qualche tempo potremmo essere più precisi su un nuovo evento in cui crediamo molto, manca solo la firma. Meglio aspettare un po’.

«Per il resto eccoci: il 26 marzo a Bubbano di Mordano ci sarà un circuito per soli under 23. Il 1° maggio ci sarà la Strade Bianche di Romagna – Memorial Fausto Pezzi dedicata agli allievi e il 28 maggio quella per gli under 23. Il 5 giugno ci saranno due eventi internazionali nello stesso giorno, entrambi a Meldola. La mattina saranno di scena le donne open. Il pomeriggio invece sarà la volta degli under 23. Il 26 giugno, ancora donne: con il campionato italiano elite».

Ma gli eventi non finiscono qui. Anche in autunno ExtraGiro ha il suo bel da fare.

«Settembre sarà dedicato al mondo gravel – riprende Selleri – Noi abbiamo tre eventi in programma. Uno, è quella la grossa novità che bolle in pentola, e credetemi è davvero importante, sarà una gara gravel UCI. Un’altra gara è già stata fissata in calendario, il 18 settembre, ad Argenta in provincia di Ferrara. Mentre il weekend precedente organizziamo la Maratona Valle Spluga, in Valchiavenna. Ma quello è un evento dall’aspetto cicloturistico».

«Lasciatemi però ricordare un Memorial a cui tengo particolarmente. Il 26 marzo a Mordano ricorderemo Sauro Coppini. Sauro faceva parte della scorta tecnica dello scorso Giro under 23, ma per un incidente è morto durante un trasferimento. Era una persona appassionata e noi vogliamo salutarlo così».

Fabio Vegni sarà il direttore di corsa della prossima edizione del Giro U23 (foto ExtraGiro)
Fabio Vegni sarà il direttore di corsa della prossima edizione del Giro U23 (foto ExtraGiro)

Ecco il Giro U23

Ma quando si parla di ExtraGiro il piatto forte è il Giro d’Italia under 23. La corsa è organizzata davvero nel dettaglio, è forte di grandi strutture e ha un’ottima comunicazione mediatica, cosa che lo ha rilanciato tantissimo. E, perdonateci il campanilismo, questo nostro giudizio è avvalorato anche dall’esperienza vissuta lo scorso anno in Francia al Tour de l’Avenir. 

«Il Giro scatterà l’8 giugno e durerà fino al 18 – continua Selleri – Non posso dire molto, ma posso svelarvi che, nell’ordine, attraverseremo sei regioni: Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Trentino, Lombardia e Piemonte, che ospiterà le tre frazioni conclusive. 

«A mio avviso si tratta di un Giro abbastanza impegnativo, almeno sulla carta. I metri di dislivello sono parecchi, soprattutto nel finale, mentre la prima parte è più facile. Non ci saranno cronometro stavolta».

Filippo Baroncini vinse la crono del Giro U23 dello scorso anno
Filippo Baroncini vinse la crono del Giro U23 dello scorso anno

Niente crono, perché?

E questo ci incuriosisce. Come mai è stata tolta la tappa contro il tempo? E’ una scelta tecnica? O c’è dell’altro? Selleri fa subito chiarezza.

«Fare una cronometro non è facile – spiega Selleri – Noi abbiamo a disposizione una sola domenica e infilare una cronometro nel pieno di un giorno lavorativo non è così scontato, questa implica una chiusura delle strade più lunga. Lo scorso anno ci riuscimmo perché avevamo cinque tappe in Emilia-Romagna (c’era la ciclabile Food Valley da inaugurare, ndr) e in qualche modo ci siamo arrangiati. Stavolta invece si parte dalle Marche e c’è molto Nord.

«E poi bisogna vedere anche le località che ti ospitano, perché alla fine, inutile negarlo, bisogna fare i conti con i budget e chi dà l’opportunità di far arrivare la corsa. Io avrei anche trovato due località, una di partenza e una di arrivo, ma sono distanti 120 chilometri!

«Posso assicurare dunque che Marco Pavarini ed io non abbiamo tolto la cronometro per una scelta tecnica».

Il Giro d’Italia U23 2021 ha raggiunto 40 Nazioni: un’ottima diffusione mediatica (foto ExtraGiro)
Il Giro d’Italia U23 2021 ha raggiunto 40 Nazioni: un’ottima diffusione mediatica (foto ExtraGiro)

Verso il futuro

Selleri poi racconta anche che questo potrebbe anche essere l’ultimo Giro under 23 di ExtraGiro. Il  bando indetto dalla Federciclismo infatti è in scadenza, si è al termine del secondo triennio.

«Noi – dice Selleri – abbiamo la volontà di continuare, ma vediamo come andrà. Non possiamo neanche arrivare all’ultimo minuto, per questo in teoria avremmo già le basi per il 2023».

«Per noi di ExtraGiro il ciclismo, quello giovanile soprattutto, è una mission. Cerchiamo di dare sempre il massimo. Anche per questo tutto è molto impegnativo, richiede energie e risorse economiche. E ogni volta vogliamo fare di più.

«Anche in termini di copertura mediatica cerchiamo di fare qualcosa in più. Ci sono diverse idee allo studio per il prossimo Giro, anche con la Rai. Marco Pavarini ci sta lavorando. Oggi la tecnologia permette di fare molte cose, come una diretta streaming degli ultimi 30 chilometri e questa si potrebbe trasformare in una diretta Tv».

Una cosa è certa, ExtraGiro specialmente con il Giro d’Italia U23 sta lavorando bene. Ha ripreso un valore, perché questo è la corsa rosa giovanile, che era sparito per alcuni anni. Un valore importante se non vitale per il settore giovanile e i risultati si vedono: «Se guardiamo bene – conclude Selleri – Covi, Battistella, Baroncini tutti loro sono passati da lì».

Selleri, quale futuro per il Giro d’Italia U23?

09.12.2021
4 min
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Ci sono manovre che dall’esterno non si vedono, ma seppure silenziose spostano equilibri e destini. Organizzare corse in Italia non è un lavoro facile, per la burocrazia, per i pochi soldi e perché gli attori principali fagocitano risorse reinvestendole in minima parte a favore dell’attività. Quale futuro c’è per il ciclismo giovanile?

Se il modello fosse la francese Aso, basterebbe andare sul loro sito per rendersi conto che la stagione è composta da 24 eventi professionistici e 10 amatoriali. Il notevole giro di soldi generato dal Tour de France serve certamente per arricchirne i gestori, ma anche ad allargare la base del movimento. In Italia la sensazione è opposta. Così se il Gs Emilia di Adriano Amici è arroccato sulle sue corse e ne rileva altre per salvarle dalla chiusura, Rcs Sport adotta politiche differenti e ha il potere di captare risorse a scapito dei più piccoli.

Davanti al fatto che Aso organizzerà anche il Tour Femmes, parrebbe ora che l’azienda di Cairo abbia pensato di far suo il Giro Donne a partire dal 2023. Il Tour Femmes avrà un montepremi di 250.000 euro, che ne fanno la corsa femminile più ricca al mondo: il Giro Donne farà lo stesso, reinvestendo parte del budget nei premi?

La Sd Worx di Anna Van der Breggen sul podio del Giro Donne 2021: per il futuro la corsa interessa a RCS?
La Sd Worx vince il Giro Donne 2021: nel futuro c’è RCS?

Avanti per inerzia

Tra coloro che rischiano di fare le spese di questo andazzo, se la Federazione di Cordiano Dagnoni non metterà sul tavolo le giuste strategie, c’è anche il Giro d’Italia U23 di Marco Selleri e Marco Pavarini. E’ palese che l’uscita di scena di Renato Di Rocco e la mancata conferma di Davide Cassani sull’ammiraglia azzurra siano stati un duro colpo per la corsa vinta quest’anno da Juan Ayuso (foto Giro d’Italia U23 in apertura).

«L’asse Di Rocco-Cassani – racconta Selleri – era un supporto che ora è venuto a mancare. Davide ora c’è in maniera marginale, mentre prima si serviva del Giro per le sue osservazioni da tecnico, con un’azione a medio e lungo termine. Se fosse stato qui per arricchirsi, ci sarebbe ancora, ma è chiaro che abbiamo fatto tutto con estremo volontariato e andiamo avanti con l’inerzia di questi ultimi 5 anni.

«Abbiamo già la richiesta di 35 team stranieri, sanno che in Italia facciamo le cose per bene. Tuttavia senza risorse, non si va avanti. Non vogliamo fare la fine dell’amico Giancarlo Brocci, che per salvare il GiroBio diede fondo al suo patrimonio. Per questo credo che la Federazione debba fare qualcosa. Con il Giro d’Italia U23 stiamo risollevando il ciclismo italiano, ma se diventa una corsa da organizzare senza un lavoro di promozione a monte, allora temo che non si andrà lontano. Se non viene fuori nel giro di due anni un italiano che possa lottare per la maglia rosa dei pro’, temo che una bella fetta di pubblico comincerà ad allontanarsi…».

L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico
L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico

La svolta della diretta

Il contratto della società con la Federazione scadrà dopo l’edizione del 2022, a capo di cinque anni in cui il Giro è tornato a brillare di luce propria, affiancato dalle prove di Extra Giro che hanno consentito la ripresa del ciclismo in Italia in piena pandemia. E a margine, si fa per dire, la piccola società di Mordano ha organizzato gli ultimi campionati italiani e prima i mondiali di Imola, motivo di vanto per UCI e CIO, che la nostra Federazione deve e può rivendicare con orgoglio.

«E’ chiaro – spiega Selleri – che se scende in campo un colosso come Rcs, ogni contributo futuro, anche il più piccolo, lo danno a loro.  Ma quanto può resistere il sistema giovanile a queste condizioni? Ormai tutti vogliono essere pagati, per cui credo che la sola via per cui una corsa come la nostra diventi appetibile per sponsor più grandi è la possibilità che vada in diretta. Pagare la produzione televisiva ha dei costi importanti, si fa se le immagini fanno il giro per il mondo, altrimenti non ha tanto senso. Questi sono i discorsi che stiamo facendo con la Federazione, ma è chiaro che affinché tutto vada a regime nella loro macchina, passerà del tempo».

Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine. Quale futuro per la corsa?
Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine

E poi la gravel

Intanto il Giro d’Italia U23 del 2022 prende forma. Attraverserà cinque regioni, con una sola tappa per questa volta in Emilia Romagna. Il profilo scelto è di una certa durezza, ma bisognerà aspettare tutte le conferme per poterne ufficializzare il tracciato.

«Sarebbe bello poter fare un’edizione che parta dalla Puglia – dice Selleri – e risalga fino alla Romagna e poi una che parta dalla Calabria, ma è bene stare con i piedi per terra. Intanto però l’anno prossimo organizziamo anche una gara di gravel per i professionisti. Ho idea che se il movimento prende piede, darà la possibilità a tanti ragazzi rimasti senza squadra di trovare un altro sbocco, piuttosto che andare sulla mountain bike. Stiamo studiando i regolamenti, si farà ad Argenta, in provincia di Ferrara, ma ne parleremo al momento opportuno. Disilluso? No, ma sto prendendo atto di tante cose…».

ExtraGiro, i numeri di un successo organizzativo

11.08.2021
4 min
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Sono davvero incoraggianti e positivi i numeri economici del primo semestre 2021 di ExtraGiro. Il gruppo organizzativo negli ultimi dodici mesi ha letteralmente “messo in piedi”, come usa definirsi in gergo, grandi eventi ciclistici quali il Campionato del Mondo, il Giro d’Italia Giovani Under 23 e i recenti Campionati italiani in Emilia-Romagna. Tra l’altro, tutte manifestazioni sostenute dal riscontro unanime di istituzioni, partner, pubblico, team ed atleti. 

Ballerini in testa al gruppo al campionato italiano
Ballerini in testa al gruppo al campionato italiano

Due società, una squadra

Nuova Ciclistica Placci 2013 e Communication Clinic: che squadra! La realtà emiliano-romagnola, guidata dai direttori Marco Selleri e Marco Pavarini, ha dunque comunicato i risultati ottenuti. Numeri che confermano il trend di crescita in corso fin da inizio 2020, quando è avvenuto il lancio di ExtraGiro: un affiatato gruppo di lavoro che fonde la proficua collaborazione tra Nuova Ciclistica Placci 2013 e l’agenzia Communication Clinic. 

Di assoluto impatto, i numeri che raccontano i due mesi di attività organizzativa dal 19 aprile al 20 giugno. Solo in questo lasso di tempo sono state fatte: 19 giornate di gara, 29 villaggi di tappa, con un notevole impatto mediatico evidenziato dalle differite su Rai Sport, dalla diretta dei Campionati italiani su Rai 2, per un’audience televisiva reale di oltre 1.400.000 spettatori. Per quanto riguarda la comunicazione digitale, l’intensa programmazione di attività organica e pubblicitaria ha portato al coinvolgimento di ben 1.558.000 utenti online fidelizzati, oltre a 10.821.000 visualizzazioni degli eventi. 

Selleri (a sinistra), Pavarini (al centro) e Colbrelli (a destra)
Selleri (a sinistra), Pavarini (al centro) e Colbrelli (a destra)

Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro

«Quelli che abbiamo avuto il piacere di analizzare – ha dichiarato Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – sono numeri molto chiari. Sono dati che danno il senso di un percorso di crescita e di un preciso modo di accompagnare partner e istituzioni che ci appoggiano verso il proprio obiettivo. Obiettivo che è la promozione di nuove istanze e territori attraverso lo sport. A partire dal 2017, quando abbiamo rilanciato il Giro d’Italia Giovani U23 dopo cinque anni di stop, abbiamo lavorato intensamente sulla capillarità della nostra comunicazione. Volevamo attivare connessioni strette con i nostri partner che hanno accettato con noi questa sfida e che in gran parte sono ancora al nostro fianco, non solo sugli eventi sportivi ma anche condividendo con noi progettualità importanti che vanno oltre l’aspetto agonistico».

L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23
L’inaugurazione della Ciclovia Food Valley in occasione della 4ª tappa del Giro U23

Il ciclismo per i territori

Il ciclismo è uno straordinario veicolo di promozione per aziende e territori. Genera importanti ricadute sui territori toccati dalle manifestazioni per alberghi, ristoranti, distributori di carburante e tanti altri operatori economici. 

ExtraGiro nel primo semestre del 2021 ha attivato oltre 500 collaboratori, coinvolgendo 155 strutture alberghiere, 3.000 pasti distribuiti “on the road”, 12.000 litri di acqua “versata” e oltre 220.000 chilometri percorsi dai mezzi della carovana. Si stima che i Mondiali di ciclismo in Emilia-Romagna abbiano generato un indotto economico immediato di 4 milioni di euro, oltre alle enormi potenzialità di sviluppo in ambito ciclo turistico di percorsi fino a quel momento sconosciuti. Warm Up Ciclismo, a luglio 2020, in un periodo davvero difficile per le strutture ricettive, ha generato più di 1.600 presenze in hotel. Il Giro d’Italia U23 movimenta 600 persone per dieci giorni. Complessivamente, ExtraGiro somma 10.000 prenotazioni di posti letto all’anno, senza contare i pernottamenti gestiti in autonomia dal pubblico o dall’entourage dei team. 

Grandi sponsor per Extra Giro, flotta Suzuki per i loro eventi
Grandi sponsor per Extra Giro, flotta Suzuki per i loro eventi

Dynamo Camp e AIDO

Non mancano poi i risvolti sociali dell’attività di ExtraGiro. Grazie al Giro d’Italia Under 23 sostiene il progetto 2 Milioni + di KM, ideato da Bikevo e dal suo fondatore Max Morocutti. Gli oltre 216.000 chilometri totalizzati dai 176 atleti in gara, infatti, finiranno nel contatore del progetto e da lì verso la solidarietà a Dynamo Camp e alle iniziative della Federciclismo per i giovanissimi. Il Giro d’Italia Giovani Under 23 è anche un capitolo importante del Bilancio sociale annuale di AIDO, l’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, perché gli eventi sportivi sono anche occasione importante per allargare il bacino dei portatori d’interesse delle importanti campagne che i partner di ExtraGiro sostengono e portano avanti con vigore.

ExtraGiro

Si torna a Imola per il tricolore: tre crono e strada pro’

15.06.2021
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Ritorno a Imola, a casa degli organizzatori della Nuova Placci, che fanno capo a Marco Selleri e Marco Pavarini, che negli ultimi dieci mesi hanno organizzato la ripresa delle corse con Extra Giro 2020, la prima corsa a tappe con il Giro U23 del 2020, il mondiale, sette corse in nove giorni nella recente primavera, il Giro d’Italia U23 del 2021 e da venerdì a domenica i campionati italiani: crono per donne junior, donne elite e uomini elite; strada per gli uomini elite. Trattandosi di organizzatori che non lo fanno di mestiere, si capisce bene che lo sforzo sia notevole. Soprattutto in una fase storica in cui anche solo per prendere dei contributi pubblici regolarmente assegnati c’è da continuare a produrre documenti, anche oltre quelli richiesti al momento dell’erogazione.

«Al punto che due settimane prima del Giro d’Italia U23 – dice Selleri con una punta di amarezza – ci siamo guardati e ci siamo chiesti se davvero valesse la pena partire. Siamo arrivati per gradi a questo livello, ogni anno sono aumentati l’impegno e le nostre competenze. Le risorse sono sempre le stesse e si passa più tempo a risolvere problemi che ad organizzare, rendere migliore il prodotto, cercare nuovi sponsor. Il mondiale non è ancora chiuso e questo ha fatto sì che ci sia mancata la liquidità per lavorare al resto. Perciò adesso siamo concentrati su campionati italiani, poi domenica sera tireremo una bella riga».

Cambio di passo

Due giorni di gara: le crono venerdì, la gara su strada domenica. Le prime a Faenza, le seconde da Bellaria a Imola, su quel circuito finale dei mondiali già collaudato con le salite di Mazzolano e Gallisterna (foto di apertura) che hanno consentito ad Alaphilippe e prima ancora ad Anna van der Breggen di conquistare il simbolo iridato che rimetteranno in palio a settembre sulle stradine di Leuven.

La gara su strada degli uomini presenta un dislivello importante di 3.677 metri concentrati in 225,9 chilometri. Percorso tosto e temperature che si annunciano torride.

Il via dalla riviera romagnola, poi via verso Faenza e da Brisighella prima scalata verso Monticino, per poi affrontare la Gallisterna ed entrare per il primo passaggio nell’autodromo. Di qui, si faranno quattro giri del circuito che comprenderà anche la salita di Mazzolano.

Mazzolano e Gallisterna, già salite simbolo dei mondiali 2020
La salita di Mazzolano, la prima nel circuito dei pro’, che ricalca in parte quello dei mondiali
La Gallisterna, salita ben nota per aver deciso i mondiali del 2020

Strade chiuse

Farà molto caldo, Selleri lo conferma. Così come conferma che dal primo giugno è possibile la presenza di pubblico agli eventi sportivi all’aperto, purché si ricorra alle mascherine. Pare che a Castelfranco Veneto, per l’arrivo dell’ultima tappa del Giro dp’Italia U23, ci fosse un pubblico all’altezza delle più grandi gare dei professionisti.

«E’ tutto pronto – dice Selleri – anche se potrò dirlo davvero quando anche l’ultima gara sarà partita. Dal punto di vista delle garanzie sul percorso, non cambia nulla rispetto al mondiale. Invece la situazione è molto più semplice dal punto di vista della circolazione. Per i mondiali dovemmo chiudere le strade dalla tale ora del mattino e fino a sera, per i campionati italiani, si aspetta il fine corsa e si riapre alla circolazione. Di fatto ci sarà chiusura ogni 20 minuti circa, come per una qualunque corsa in linea».

Crono torride

Le crono, si diceva, partono e arrivano a Faenza. Diciamo che è abbastanza insolito questo sparpaglio di categorie sul territorio nazionale, per cui sarà la Toscana sabato ad ospitare la prova su strada degli U23, mentre le donne elite, che venerdì si giocano la crono a Faenza, dovranno poi scendere ad Alberobello per la prova su strada. Questioni certamente di budget, di cui fanno le spese però spettatori e atleti. Non necessariamente in quest’ordine.

Le donne elite corrono sulla distanza di 33,3 chilometri, con due salitelle: Rocca di Poggiolo e Cima Sabbioni. Le donne junior avranno un percorso appena vallonato, mentre gli uomini elite si misureranno su una distanza importante, 45,7 chilometri, le stesse salite delle donne elite più quella di via Agello. Se il caldo sarà all’altezza delle previsioni, anche la crono sarà una prova a sfinimento.

Patron Selleri “alza il velo” sul Giro U23

01.06.2021
5 min
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Non è facile riuscire a raggiungere Marco Selleri di questi tempi. Il patron del Giro d’Italia U23 (che in teoria quest’anno sarebbe under 24) è indaffaratissimo. La corsa rosa andrà in scena dal 3 al 12 giugno. Un parterre di caratura internazionale e un percorso davvero interessante, molto equilibrato e con una lunga crono che lo caratterizza.

Già, ma come nasce il percorso di un Giro U23? Ne parliamo direttamente con il patron della corsa, appunto Selleri, ormai al quinto anno in queste vesti, coadiuvato da Marco Pavarini (direttore organizzativo).

Marco Selleri, patron del Giro U23, è alla guida della corsa rosa per la quinta volta
Marco Selleri, patron del Giro U23, è alla guida della corsa rosa per la quinta volta
Marco, come si costruisce il percorso di un Giro dedicato ai giovani?

Dico sempre che per un Giro lavori un anno per l’altro. Durante quello che stai facendo si presentano soluzioni per gli anni a venire. Hai alcune località ravvicinate tra di loro che ti tendono la mano e altre le trovi strada facendo. Magari hai già nel sacco sei tappe e devi trovare il modo di unirle. Devi fare dei collegamenti.

Chiaro, si cerca di trovare un “filo conduttore”…

Per noi è più comodo partire dall’Emilia Romagna, casa nostra. E’ più semplice per molti motivi, da quelli logistici a quelli per gli agganci sui percorsi. Andare in tutta Italia non è possibile con solo 10 tappe, servirebbero 20-23 giorni di gara come per i “grandi”. Tanto più che cerchiamo di limitare i trasferimenti, al massimo di un’ora e mezza.

Ed è più facile andare verso le Alpi…

Esatto. Senza contare che in cinque anni abbiamo avuto una sola richiesta da una località più a Sud dell’Emilia Romagna. Si cerca di finire con quelle più dure per il Giro al Nord, ma è anche vero che puoi trovare tappe dure anche tra gli Appennini, una volta siamo andati a Campo Imperatore. Vedremo se durante questo Giro arriveranno delle richieste.

Insomma un bel lavoro…

Molto intenso. Inoltre stiamo vivendo una fase poco chiara sotto molti tanti aspetti: la Fci è cambiata, il ciclismo giovanile sta cambiando e bisognerà vedere fino a che punto la categoria U23 andrà avanti. Se si faranno tutte continental, tanti juniores che passano direttamente professionisti…

Dieci tappe, 1.329 chilometri e 18.450 metri di dislivello, si parte da Cesenatico si finisce a Castelfranco Veneto: chi disegna il percorso?

Come detto le sedi di tappa sono scelte in base ad altri criteri, poi il tracciato cerchiamo di deciderlo insieme Amadori e Cassani ed io: c’è un supporto che tiene conto delle necessità tecniche. Poi a volte si è vincolati: se parti dall’Aprica e devi andare in Trentino per forza di cose passi per il Tonale. E lo stesso per andare da Cavalese a Nevegal, devi fare il Valles. Ma può anche succedere che ci siano degli input da parte delle località e dei comitati di tappa.

Andalo accoglierà l’ottava tappa
Andalo accoglierà l’ottava tappa
Però la componente tecnica resta centrale…

La nostra volontà è quella. Per esempio abbiamo fortemente voluto che la tappa finale fosse per i velocisti, affinché non mollassero dopo l’arrivo di San Pellegrino (sesta tappa, ndr). In questo modo saranno più invogliati a tenere duro fino a Castelfranco Veneto. Comunque anche Sestola per me è durissima.

La crono avrà il suo bel peso: 25 chilometri è una gran bella distanza per i dilettanti…

Vero, una bella distanza. Dovevamo fare questa tappa lo scorso anno, ma i Comuni interessati si tirarono indietro a causa del Covid. E’ una cronometro sulla ciclabile del Po’, spesso la strada è larga 3,5 metri e ci sono delle curve, pertanto bisognerà anche essere dei bravi piloti. Uno scalatore puro può pagare molto. Meglio un passista-scalatore

Tra quelli che hai seguito, come classifichi questo percorso?

Per me è leggermente meno impegnativo dello scorso anno. Non c’è una salita dura come il Mortirolo. Campo Moro è lunga, ma più pedalabile. Ovvio che alla fine emergerà lo scalatore, ma non quello puro. Anche Andalo non è impossibile. Quando ci arrivò il Giro del 2016 vinse Valverde, okay che lui va forte dappertutto però è anche un corridore veloce. Nevegal secondo me è per gli scalatori puri.

Chiudiamo con qualche nome: chi sono i favori di Selleri?

Eh, difficile dirlo, ogni anno cambiano molto i ragazzi. Era di certo un percorso per Conca e Colleoni. Mi dicono possa andare bene Pietrobon, ma anche Santaromita e Zambanini, maglia bianca lo scorso anno. E occhio allo spagnolo della Colpack, Ayuso

ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici

20.04.2021
6 min
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La mission moderna di ExtraGiro è in continua evoluzione. L’obiettivo di migliorarsi come gruppo organizzativo – alzando ulteriormente un’asticella già molto alta – va di pari passo con quello di tracciare una linea ben precisa (non solo verso i competitor e le istituzioni) per allestire corse sempre più valide sotto ogni punto di vista. Insomma, vogliono essere una società organizzatrice da cui prendere spunto e perché no, a cui chiedere consigli o assistenza

Questo spirito piuttosto rivoluzionario esce dal mix tra Marco Selleri – nativo di Mordano, presidente della Nuova Ciclistica Placci 2013 – e Marco Pavarini – parmigiano, manager di una agenzia di comunicazione, marketing ed eventi – che si sono conosciuti nel 2016 riportando in auge il Giro d’Italia U23 (in apertura Pavarini con Pidcock, ultima maglia rosa). Entrambi sono direttori generali di ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici nata nel 2020.

Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)
Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)

Coppia pefetta

La loro sintonia è perfetta: Selleri, già deus ex machina del Giro delle Pesche Nettarine, si occupa della parte tecnica delle gare, mentre Pavarini, che alle spalle ha esperienze in grandi aziende, di quella manageriale.

Le loro creature sono tutte votate al ciclismo giovanile: «Sì – spiega subito Selleri – quella è la spina dorsale di tutto il movimento. Per diventare professionisti bisogna prima essere passati dalle categorie inferiori e averci gareggiato. E quindi aver avuto gente che ti organizzava le gare».

GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
Selleri da dove iniziamo a spiegare come nascono le vostre corse?

Partiamo dal presupposto che tutto il ciclismo, anche quello dei giovani, si è globalizzato. Il livello qualitativo dei corridori si è alzato e pertanto bisogna fare gare all’altezza, senza tralasciare nulla. Ormai non te lo puoi più permettere perché hai sempre più obblighi e forti rigidità da parte di Prefetture e Questure. Talvolta abbiamo bisogno letteralmente di un esercito. Vi faccio un esempio pratico: per la prima tappa a Riccione del Giro di Romagna (22-25 aprile, ndr) dobbiamo coinvolgere 51 persone in 3,6 chilometri di trasferimento. Figuratevi per un percorso di gara. Sono un paladino della sicurezza, ma così rischiamo di pagare dazio se non cambiano un po’ di cose.

Cosa intendi?

Dobbiamo formare le persone e avere più supporto dalla Federazione, che potrebbe chiedere aiuto a sua volta al Coni e alle istituzioni governative. E’ tanto tempo che suggerisco alla Fci che noi organizzatori dobbiamo trovarci ad un tavolo e trovare un’intesa perché andando avanti si rischia che non bastino più le Amministrazioni comunali, gli sponsor e i volontari, che in ogni caso ci costano e che comunque vanno istruiti e aggiornati a dovere.

Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
In pratica voi di ExtraGiro vi fate portavoce anche per conto delle altre società organizzatrici.

Esattamente, vogliamo che cambi qualcosa. Non solo che salga il livello delle gare giovanili in Italia, ma che possa essere snellita anche un po’ di burocrazia. A tal proposito voglio ringraziare Gilberto Cani, un nostro collaboratore che si occupa di viabilità e dei rapporti istituzionali che gode di grande pazienza, ma che sta rischiando di andare in tilt.

Le soddisfazioni però ci sono, non ultima lo scorso mondiale di Imola organizzato in tempo-zero.

Ti dirò che a me non interessa avere la palma del miglior organizzatore. Quelli della rassegna iridata sono stati 21 giorni vissuti tutti d’un fiato. Basti pensare che Pavarini, che si occupava di altre problematiche, l’ho sentito solo una volta al telefono, per dire quanto siamo ben rodati. La mia soddisfazione più grande è sempre alla fine di una gara quando so per certo che non ci sono stati problemi e che nessuno, corridori, staff o addetti alla gara, si sia fatto male.

Marco, stavi per aggiungere qualcosa d’altro?

Sì. Hanno appena completato una pista ciclabile da Mordano a Castel del Rio lunga ben 43 chilometri che costeggia il Santerno e che prevede alcuni guadi tutti in sicurezza. Bene la sera del 7 agosto ci occuperemo della inaugurazione organizzando la Alé-Pedalata delle stelle, visto che sarà periodo di stelle cadenti, dotando le bici di luci. Ma vi darò maggiori dettagli più avanti.

Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Cambiamo interlocutore, ecco Pavarini, che prima è stato chiamato in causa proprio da Selleri. Cosa ne pensi di questa avventura nel ciclismo? 

In questi cinque anni abbiamo fatto cose straordinarie, il recente albo d’oro del Giro d’Italia U23 e delle altre nostre gare lo testimonia. L’anno scorso poi, dopo il lockdown, abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo allestito le gare all’autodromo di Imola. In questo lasso di tempo abbiamo bruciato le tappe, abbiamo aumentato lo spettacolo e la sicurezza, però non basta.

Cosa c’è da fare ancora?

Ciò che ha detto Selleri, la Federciclismo deve interessarsi a fare formazione del personale, perché il volontariato ne risente se c’è sempre più complessità dietro ad una gara. Bisogna abbassare certi costi. Purtroppo il ciclismo, a parte i grandissimi eventi come il Giro d’Italia o qualche altro rarissimo esempio, non si è mai dotato di professionalità, perché è ancora uno sport povero che vive di sponsor amici o locali. Non sempre basta scendere dalla bici per essere professionista anche nell’organizzazione delle gare.

Obiettivi da condividere?

La nostra missione è stimolare anche gli altri organizzatori, che bisogna avere una visione un po’ più imprenditoriale. Ad esempio ci fa piacere che Pozzato, col suo staff, abbia preso un po’ spunto da noi per organizzare lo scorso campionato italiano e le loro prossime nuove gare. Così come noi ci guardiamo attorno per migliorarci, non bisogna essere gelosi o invidiosi degli altri perché ne guadagneremmo tutti.

Sembra che ci stiate riuscendo, ma non pare facile. Cosa ti ha portato ad entrare in questo mondo?

Me lo hanno chiesto 5/6 anni fa, mi piaceva lo spirito e questo senso di comunità. Dal punto di vista lavorativo ci ho sempre visto delle potenzialità inespresse. Andava svecchiata la comunicazione del ciclismo, che è un veicolo favoloso per il marketing digitale e per la promozione del territorio.

Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
A tal proposito avete anche creato delle iniziative e delle app dedicate.

Sì, ad esempio abbiamo ideato la MDD, ovvero il Museo Digitale Diffuso del Ciclismo Italiano che in pratica è una guida interattiva che ti descrive, mentre ti trovi in giro per il nostro Paese, se in quel posto o zona c’è stato un avvenimento di ciclismo. Il sito e la app sono divisi per protagonisti, squadre, decadi o luoghi del ciclismo. Ed è in continuo sviluppo.

Quindi le soddisfazioni ci sono.

Certo, ovvio che ci sia il lato positivo delle cose anche se dobbiamo iniziare a divertirci di più organizzando gare. La nostra soddisfazione è trasmettere energia positiva, che gli altri ci vengano a chiedere suggerimenti o aiuti. Noi siamo disponibili.