Bollé, la scelta vincente della B&B HOTELS p/b KTM

10.03.2022
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La stagione entra nel vivo con le prime gare di prestigio. Tra queste spicca la Parigi-Nizza, in pieno svolgimento in questi giorni. Tra le formazioni che stanno gareggiando in Francia c’è anche la B&B Hotels p/b KTM. I ragazzi del team sono soprannominati “Men in Glaz”, per il colore azzurro della divisa che ricorda il mare della Bretagna, regione del Nord della Francia dove la squadra è nata nel 2017.

Nella formazione transalpina spiccano atleti del calibro di Franck Bonnamour, vincitore del premio di combattività all’ultimo Tour de France, e l’esperto Pierre Rolland, oltre al nostro Luca Mozzato.

Anche per questa stagione gli atleti B&B Hotels p/b KTM potranno contare sulla qualità dei caschi e degli occhiali firmati Bollé. Stiamo parlando di un brand che ha un forte legame con il ciclismo. I primi occhiali da ciclismo firmati Bollé risalgono infatti al 1958 e furono addirittura indossati in corsa da una leggenda del ciclismo come Luison Bobet.

Anche per il 2022 la squadra francese sarà equipaggiata con occhiali e caschi Bollé (foto B&B Hotels p/b KTM)
Anche per il 2022 la squadra francese sarà equipaggiata con occhiali e caschi Bollé (foto B&B Hotels p/b KTM)

Orgoglio francese

Jerome Pineau, Direttore Generale del team, si sente orgoglioso di poter lavorare con un brand così prestigioso. Una partnership resa ancora più importante dalla comune nazionalità.

«La partnership con Bollé è fonte di grande orgoglio per noi – dichiara Pineau – collaborare con un marchio così iconico, con profonde radici nel nostro sport, è una garanzia in termini di qualità e di affidabilità. Conosciamo tutti la storia di Bollé, i corridori sanno quindi di potersi affidare totalmente ai prodotti. Sono proprio loro i principali ambasciatori degli occhiali e dei caschi, usano i prodotti e forniscono i loro feedback ai brand manager. Il nostro primo anno di collaborazione ha dato una spinta a tutti consentendo miglioramenti fondamentali. Occhiali e caschi sono elementi essenziali per la sicurezza e le prestazioni dei corridori che hanno tutti una forte esigenza di qualità».

Frank Bonnamour. vincitore della classifica della combattività al Tour de France 2021 (foto Laurane Habasque)
Frank Bonnamour. vincitore della classifica della combattività al Tour de France 2021 (foto Laurane Habasque)

Ancora al Tour

Per Bollé la partnership con il team B&B Hotels p/b KTM garantirà la possibilità di essere nuovamente presenti al Tour de France, come dimostrano le prime dichiarazioni di Louis Cisti, Vice-Presidente Marketing Bollé.

«Questa terza partecipazione consecutiva al Tour – dice – rappresenta un premio per i lunghi anni di lavoro di Jérôme e dei suoi collaboratori. I risultati ottenuti durante la scorsa edizione sono la dimostrazione di una giusta ricompensa. Siamo lieti di continuare la nostra partnership con il team e speriamo che quest’anno sia quello della consacrazione con una vittoria di tappa. Bollé è orgogliosa di equipaggiare la squadra con nuove montature performanti che gli atleti hanno già avuto modo di scoprire ed apprezzare, durante gli allenamenti pre-stagionali e durante le prime gare, e ovviamente anche con i nostri caschi da strada».

Il meglio di Bollé

Bollé ha messo a disposizione del team B&B Hotels p/b KTM il meglio in termini di caschi e occhiali. Per quel che riguarda questi ultimi Rolland e compagni potranno scegliere tra l’Icarus e il C-Shifter. Il nuovo occhiale Icarus ha conquistato tutta la squadra con i suoi 23 grammi di peso e una stabilità estrema grazie agli inserti in Thermogrip® su terminali e naselli. E’ disponibile con lente Phantom, la migliore lente fotocromatica di Bollé, che offre una visione senza compromessi in ogni condizione luminosa, e con la lente ad alto contrasto Volt per una visione incredibile dei colori. E’ disponibile anche con lenti correttive dotate delle stesse tecnologie.

Per quel che riguarda invece il C-Shifter, stiamo parlando di un modello top di gamma.  La sua forma cilindrica a semi-cerchio migliora la ventilazione. La montatura in nylon TR90 è leggera, flessibile e confortevole, mentre i naselli regolabili in Thermogrip migliorano Fit e stabilità in ogni condizione di gara. Disponibile con la lente Volt, per un Boost incredibile dei colori. 

Per quel che riguarda il casco, il modello attualmente utilizzato è il Furo Mips, un concentrato di aerodinamicità, leggerezza e ventilazione. La tecnologia Mips aggiunge protezione e comfort nelle lunghe distanze. 

Una piccola anteprima: per giugno è previsto l’arrivo di un nuovo modello di casco pronto per essere utilizzato al Tour de France

Mozzato riparte dopo il Covid: quest’anno l’obiettivo è vincere

01.03.2022
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Formichina Mozzato alle 11,50 sarà al via de Le Samyn, la più fiamminga delle classiche valloni, come recita lo slogan sul sito ufficiale. Corsa belga del livello della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, 209 chilometri e una bella serie di muri, che vedrà al via fra gli altri “bestiacce da Nord” come Merlier, Jakobsen, Pasqualon, Gilbert, Moschetti e Trentin

Il padovano sta venendo su un passo alla volta, con una bella fede nei suoi mezzi e la B&B Hotels-Ktm che lo supporta bene. Lo avevamo incontrato l’anno scorso a Montichiari, reduce da un intervento di ernia che aveva un po’ frenato il suo inverno. Poi avevamo raccontato le ottime prestazioni nelle classiche di aprile. E a fine stagione, incuriositi, avevamo approfondito il suo essere stato il terzo italiano nel velodromo di Roubaix, dopo Colbrelli e Moscon.

La presentazione della Het Nieuwsblad ha stupito Mozzato, che non si aspettava un simile show
La presentazione della Het Nieuwsblad ha stupito Mozzato, che non si aspettava un simile show

Frenato dal Covid

Il weekend di apertura ha avuto luci e ombre. Dopo il 26° posto alla Het Nieuwsblad, a Kuurne ha sofferto più del previsto. E la squadra, che aveva inizialmente valutato di portarlo alla Parigi-Nizza, ha disegnato un altro programma. Eredità del Covid, che anche lui ha preso nelle ultime settimane.

«Domenica ho faticato più del previsto – spiega – e la squadra ha bisogno di fare un po’ di risultati, perché non siamo partiti proprio benissimo. Quindi ci hanno detto che, visto il livello, alla Parigi-Nizza andranno i più in forma. E per me hanno rispolverato il calendario degli ultimi due anni qua in Belgio, sperando che venga fuori qualche risultato».

Lui ha capito e si è rimboccato le maniche. Il programma alternativo prevede appunto Le Samyn, poi il Gp Monseré e la Danilith Nokere Koerse in cui lo scorso anno centrò il terzo posto.

Alla Roubaix del 2021 è stato il terzo italiano all’arrivo, dopo Colbrelli e Moscon
Alla Roubaix del 2021 è stato il terzo italiano all’arrivo, dopo Colbrelli e Moscon
L’altro giorno alla partenza della Het Nieuwsblad avevi gli occhi stralunati…

Diciamo che da quando sono diventato professionista, di presentazioni così ne abbiamo fatte poche. E quella è stata veramente caratteristica, anche perché entrare dentro il velodromo così pieno di persone è stato molto particolare e mi ha toccato particolarmente. A dirla tutta, non sapevo neanche che si facesse lì dentro e trovare le luci e il parterre pieno di persone è stato speciale.

All’inizio del 2021 l’obiettivo era provare ad arrivare davanti.

Quest’anno speriamo di fare uno step in più. L’idea è quella di alzare le braccia. Abbiamo lavorato bene l’inverno, ma il mese scorso come tanti altri ho preso il Covid. Quindi sono stato un po’ rallentato. Vediamo come procedono le cose. L’obiettivo sicuramente è quello di provare a vincere qualcosa, non importa dove. Magari nelle corse dove il livello è un po’ più alto, sarebbe buono già essere nel primo gruppo.

Anche questa è scuola…

Arrivare davanti e poi provare a giocarsi le proprie carte. Siamo qua soprattutto per imparare, vedere come va e come si fa per rimanere davanti.

L’inverno di Mozzato è filato liscio: nel 2021 si era dovuto operare e questo lo aveva rallentato (foto B&B Hotels-Ktm)
L’inverno di Mozzato è filato liscio: nel 2021 si era dovuto operare e questo lo aveva rallentato (foto B&B Hotels-Ktm)
Che cosa significa aver passato un bell’inverno?

Siamo andati avanti senza particolari intoppi. Sono riuscito a lavorare tutti i giorni senza problemi, anche con dei ritiri al caldo, a differenza dell’anno prima in cui ho avuto dei problemini e sono dovuto andare sotto i ferri. Questa volta non ci sono stati problemi e adesso vediamo di concretizzare qualcosa.

Il Covid ti ha solo fatto perdere dei giorni di lavoro o ti è rimasto addosso con qualche tipo di condizionamento?

No, nessuna conseguenza, solo i giorni che ho perso. Non è stato facile rimanere chiusi in casa soprattutto per la preparazione. Poi io personalmente, come tanti altri con cui ho parlato, sono stato male solo 2-3 giorni, giusto un po’ di mal di testa e mal di gola, niente di particolare. Ma ho dovuto farmi i miei 10 giorni di isolamento. Poteva starci che le sensazioni al rientro non fossero eccezionali e così è andata. Ma non mi fascio la testa, gli obiettivi non cambiano. La stagione sarà lunghissima…

KTM Bikes, ce le racconta Luca Mozzato

05.02.2022
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Una bici più leggera e concettualmente dedicata agli scalatori, oppure una più veloce ed aerodinamica? Quali sono i criteri con i quali si sceglie una bici e quali sono i fattori che il corridore prende in considerazione per l’utilizzo del mezzo? Abbiamo chiesto a Luca Mozzato della B&B Hotels-KTM di parlarci della sua bicicletta e di come la utilizza per far collimare in modo ottimale le sue doti atletiche sfruttando la tecnica del mezzo.

Luca Mozzato al primo raduno stagionale prova i nuovi materiali (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
Luca Mozzato al primo raduno stagionale prova i nuovi materiali (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
Come avviene l’assegnazione delle biciclette e quante ne hanno a disposizione i Man in Glaz?

Per noi lo standard è avere 3 biciclette di uno stesso modello, nel mio caso è la Lisse. Ad esse viene aggiunta una KTM Alto. Il mio percorso di presa confidenza con le KTM ha previsto un primo step con la Alto, per arrivare alla Lisse, maggiormente adatta alle mie caratteristiche.

La Revelator Alto, preferita dal gruppo degli scalatori del team francese (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
La Revelator Alto, preferita dagli scalatori del team francese (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
Quindi per te la soluzione ottimale è la bici aero?

Non sono un corridore che deve superare grandi salite e competere quando la strada sale in modo impegnativo. Quando ho iniziato ad usare la Lisse ho trovato un feeling immediato perché è velocissima, è facile da lanciare e ti permette di sfruttare la scia, un dettaglio non da poco quando la velocità è alta. E’ particolarmente rigida e scattante, caratteristiche che a me piacciono e che riesco a sfruttare a mio vantaggio.

A parità di allestimento, la Lysse ha qualche grammo in più. Il fattore bilancia, per te è secondario?

Si, in un certo senso è così. I grammi di differenza tra la Lisse e la Alto contano fino ad un certo punto. Prediligo la bici che esprime un’aerodinamicità maggiore.

Jérémy Lecroq, compagno di squadra di Luca Mozzato: anche lui preferisce la Lisse ( foto Laurane Habasque B&B Hotels-KTM)
Jérémy Lecroq preferisce l’aerodinamica Lisse ( foto Laurane Habasque B&B Hotels-KTM)
E quando è necessario salvare la gamba e passare indenni un tappone alpino?

Tendenzialmente preferisco usare la stessa bicicletta, con le mie misure e le stesse geometrie. Non sono uno scalatore, quindi mi limito a risparmiare delle energie. Però mi piace sfruttare degli accorgimenti che vengono valutati anche dai meccanici del team. Ad esempio, nel 2021 per il Tourmalet, ho chiesto di usare delle ruote più leggere e comode, ma comunque sulla mia Lisse. Oppure alla Parigi-Roubaix, dove ho preferito utilizzare la Lisse, ma con un manubrio ruotato di circa 4°, per sfruttare meglio i manettini ed i freni. Ero meno efficiente in fatto di aerodinamica, ma ero comodo, rilassato e sempre pronto a frenare, quando necessario.

Il design dell’inserzione dei foderi obliqui al piantone è un segno di distinzione delle bici KTM (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
L’inserzione dei foderi sul piantone è un segno di distinzione delle bici KTM (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
Una peculiarità della Lisse e una della Alto

La Lisse è una lama, è una bici aerodinamica vera e propria, una bicicletta di razza disegnata per essere veloce. Posso dire che sul dritto e nelle fasi di rilancio quando la velocità è già elevata, questa bicicletta è un proiettile. In proporzione la Alto esprime un comfort maggiore, ma è comunque diversa ed è difficile mettere le due bici a confronto. Vedo la Alto come una bici da scalatore, oppure anche per gli atleti che vogliono fare classifica in una gara a tappe e combattono su più giornate. Credo che la KTM Alto è la bicicletta che non ti fa pesare le ore in sella con tanti metri di dislivello positivo.

Per un corridore il feeling con la bicicletta gioca un ruolo fondamentale (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
Per un corridore il feeling con la bicicletta gioca un ruolo fondamentale (foto ©FRJ B&B Hotels-KTM)
Si dibatte spesso sulla tecnica della bicicletta. A tuo parere, meglio la rigidità oppure il comfort?

I corridori pro’ in genere preferiscono avere delle biciclette performanti, ma comunque il risultato è sempre quello di finalizzare al meglio le proprie caratteristiche atletiche. La rigidità ed il comfort sono fattori molto soggettivi, che vanno oltre le caratteristiche vere e proprie della bicicletta.

La tua bici ha la grande particolarità dell’attacco manubrio, specifico e che integra tutti i cavi. Ti piace l’integrazione unita all’efficienza?

Mi piace molto, non è un componente che ha un design standard, ma a mio parere si integra perfettamente con questa bicicletta. Vedo inoltre che altri marchi stanno seguendo la stessa strada. Inoltre è rigido e poi il fatto che nasconda le guaine mi gratifica anche nell’estetica.

Un altro segno distintivo della Lisse, lo stem curvo e legato al progetto aero (foto B&B Hotels-KTM Laurane Habasque)
Un altro segno distintivo della Lisse, lo stem curvo e legato al progetto aero (foto B&B Hotels-KTM Laurane Habasque)
Preferisci un reggisella con arretramento oppure con off-set a zero?

Non la vedo come una preferenza, ma più come un’esigenza legata a come il corridore pedala. Rispetto a qualche anno addietro io ho cambiato leggermente la posizione e la biomeccanica della pedalata, sono più centrato, ma tendo a sfruttare anche la punta della sella. Ci sono corridori che pedalano sempre seduti e fanno progressioni molto lunghe. Credo che per questi ultimi, un reggisella più scaricato verso il posteriore diventi un aiuto.

Sul pavè ha ballato (bene) anche Luca Mozzato…

07.10.2021
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Con l’impresa di Sonny Colbrelli e la super azione di Gianni Moscon è passata in sordina la bella Roubaix di Luca Mozzato. Il giovane corridore della B&B Hotels è arrivato ventesimo, a ridosso del drappello di Van Aert e a lungo è stato in fuga. All’arrivo dietro al suo volto infangato, stremato, ha detto: «La Roubaix? Ancora meglio di quel che pensavo!».

Luca ha 23 anni, è pro’ dalla scorsa stagione e in Italia è meno conosciuto proprio per la scelta di “emigrare” in una squadra straniera: la B&B Hotels è francese, bretone per la precisione. Lo raggiungiamo quando ha appena finito i massaggi. E sì perché dopo la classica delle pietre il vicentino ha già corso alla Binche-Chimay-Binche e oggi gli è toccata la Paris-Bourges.

Mozzato (in seconda ruota) ha colto la grande fuga del mattino. Ma poi ha tenuto bene per tutta la gara (foto Instagram)
Mozzato (in seconda ruota) ha colto la grande fuga del mattino. Ma poi ha tenuto bene per tutta la gara (foto Instagram)
Luca, un gran bel debutto alla Roubaix: te l’aspettavi?

Così bene no. Ci pensavo la mattina prima del via: se mi avessero dato il classico foglio con su scritto che sarei arrivato nei primi venti lo avrei firmato. Ho superato di gran lunga le mie aspettative. Il mio obiettivo era fare una bella corsa, stare nel vivo il più possibile, ma non di farlo così tanto avanti.

In altri anni avresti avuto più riflettori su di te, ma la vittoria di Sonny ti ha messo in secondo piano…

Sonny ha fatto un qualcosa di monumentale. Soprattutto perché anche per lui era la prima esperienza e nelle corse del Nord conta tantissimo, ci sono sempre molte incognite. 

“Ancora meglio di quel che pensavo” a cosa ti riferivi quando hai detto questa frase: alla tua prestazione o alla corsa?

Entrambe credo, ma più alla mia prestazione. Per me già passare l’Arenberg con il gruppo non dico che sarebbe stata una vittoria ma di sicuro un obiettivo raggiunto. Ammetto di essere stato anche fortunato ad aver colto la fuga giusta e questo mi ha fatto risparmiare tante energie quando si entrava nei tratti in pavè, c’era meno nervosismo, si andava più regolari. E infatti quando poi mi sono ritrovato col gruppo di Van Aert quei 40 chilometri non dico che me li sia goduti, ma ci stavo bene. Poi dopo Mons en Pevele quando Van Aert ha aperto il gas di brutto… le mie gambe “hanno parlato” e sono rimasto dietro.

Mozzato Danilith 2021
Mozzato ha un ottimo spunto veloce. Da inizio stagione ha colto diversi piazzamenti nei primi cinque
Mozzato Danilith 2021
Mozzato ha un ottimo spunto veloce. Da inizio stagione ha colto diversi piazzamenti nei primi cinque
Questo tuo buon risultato cambia qualcosa, pensando al tuo ruolo nella squadra, alla tua convinzione?

Una singola prestazione non cambia il corridore che sono, anche se fossi arrivato più avanti. Io sono sempre quello: Mozzato, un corridore veloce, che si difende in salita e che per ora alla sua portata ha le corse di secondo e terzo livello. Non sono chiaramente al livello di Alaphilippe, Sagan, Van Aert… per dire la tipologia dei miei avversari. Però devo dire che in squadra sono stati molto contenti. Per un team francese avere un qualcuno che è davanti alla Roubaix è importante. C’erano i nostri sponsor, il team manager…

Ah questo è sicuro, loro ci stanno molto attenti a queste cose…

Sì, ripeto li ho visto molto contenti. Forse anche perché non se lo aspettavano. La settimana prima a Denain, dove si fanno alcuni tratti della Roubaix, avevo sofferto tantissimo il pavé. Probabilmente anche io avevo sbagliato la pressione delle gomme, troppo dure e vedermi così efficiente è stata una sorpresa.

Gomme troppo dure a Denain…

Avevo l’ansia di averle troppo sgonfie perché okay il pavé, ma su 200 chilometri di gara 170 erano su asfalto, invece rimbalzavo troppo e così il giorno della Roubaix le ho gonfiate a 3,8 bar sia davanti che dietro, molto basse per me che sono 68 chili.

Insomma ti piace questo pavé, ci si può lavorare…

Guardate, io ho scelto una squadra straniera di queste zone proprio per avere più possibilità di fare queste classiche, non solo quelle più grandi ma anche le tante altre gare di seconda fascia che ci sono quassù. Corse in cui tenere la posizione è fondamentale, molto nervose, in cui l’esperienza può fare la differenza e che siano più adatte alle mie caratteristiche di uomo veloce. Io prima di arrivare alla B&B il pavè lo avevo visto solo correndo la Roubaix e la Gand in nazionale juniores e se non lo conosci o hai una gamba supersonica o soffri.

Mozzato (23 anni) sarà alla B&B anche la prossima stagione (foto Instagram)
Mozzato (23 anni) sarà alla B&B anche la prossima stagione (foto Instagram)
Alla fine questa per te è la prima vera stagione da pro’, l’anno scorso col Covid non hai fatto molto…

Stavamo parlando di questa cosa proprio con i diesse qualche giorno fa: quest’anno ho fatto più corse e vado meglio. Nella stagione passata ho fatto solo 31 giorni di gara, pochini per un pro’ e infatti anche quando ero in allenamento non ho sentito quel cambio di passo che ti danno certe gare. Invece quest’anno questo salto l’ho sentito. Non dico che mi sia cambiato il motore ma noto una certa differenza.

Quindi per i prossimi anni possiamo contare anche su di te! Ci si può lavorare sul pavè…

Eh sì! Ma già quest’anno ci abbiamo lavorato parecchio. Abbiamo fatto diversi sopralluoghi, provato i materiali, ma di certo sarà uno degli obiettivi del prossimo anno. Ma non è facile perché qui c’è il trabocchetto dietro ad ogni curva.

La Roubaix quindi è la tua classica preferita?

Decisamente! Non ho corso le altre e non so se sia anche la più adatta, ma a pelle è quella che mi piace di più.

Mozzato Danilith 2021

Mozzato, dal Belgio con furore: «Ora voglio vincere»

29.04.2021
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A ben guardare i risultati degli italiani nella Campagna del Nord, non tutto è da cancellare, anzi. Ci sono stati giovani che si sono messi in luce e uno addirittura ha agguantato il podio. Certo, la Danilith Nokere Koerse non è tra le classiche più in vista, ma è sempre una prova belga, una di quelle dove se non hai qualità non emergi. E di qualità, Luca Mozzato ha dimostrato di averne tante.

Lo avevamo lasciato a Montichiari, affrontare allenamenti su pista con la mente già rivolta alla sua avventura alla B&B Hotels in Francia, non senza un pizzico di apprensione. Al ritorno dal Belgio lo stato d’animo è molto cambiato: «E’ stato un periodo molto proficuo – dice – nel quale ho dimostrato di essere competitivo, ma è stata dura, sono corse nelle quali ti viene richiesto sempre il massimo, senza momenti per rifiatare».

A Doha 2016 Mozzato è finito 4° nella gara iridata juniores. Vinse il danese Egholm
A Doha 2016, Mozzato 4° nella gara iridata juniores
Al di là dei risultati, l’impressione è che tu non abbia mai affrontato le corse belghe in maniera passiva, cercando sempre di portare a casa qualcosa…

E’ un po’ la mia caratteristica, poi serve sempre fortuna e credo di averne avuta. Certo, a Nokere, se la fuga da lontano non fosse andata in porto magari poteva andare diversamente, ma non è neanche detto che una volata a gruppo compatto l’avrei vinta se si lottava per qualcosa di più del terzo posto. So però che mi sono fatto notare, anche alla Schelderprijs (7°, ndr), ho avuto un po’ di fortuna dalla mia parte.

E’ davvero l’università del ciclismo?

Sono corse che ti mettono veramente alla prova. Devi avere la gamba a posto ed essere concentrato ogni minuto per evitare tutti i pericoli e saper interpretare corse che non hanno mai uno svolgimento scontato, cambiano di continuo.

Era la tua prima esperienza alle classiche?

No, ero stato al Fiandre lo scorso anno, un impatto difficile: mancai la fuga iniziale dove puntavo ad entrare e il resto fu un calvario, finito con un ritiro. Mi aveva lasciato brutte sensazioni. La corsa però che mi è rimasta più impressa è stata Le Samyn di quest’anno: a 30 chilometri sembrava andata, ma Van Der Poel da dietro ha fatto un’azione incredibile, davvero impressionante e ha rimesso tutto in gioco.

Mozzato azzurro 2016
Ventitré anni di Arzignano (Vi), Mozzato vanta da U23 tre vittorie, l’ultima nel 2019
Mozzato azzurro 2016
Ventitré anni di Arzignano, Mozzato vanta da U23 tre vittorie
Sei soddisfatto di come sono andati questi primi mesi?

Per ora sì, ma mi manca la vittoria. E come avevo detto a inizio stagione, l’obiettivo vero è quello. Diciamo che è il neo di queste settimane, io però voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Ho dimostrato di essere competitivo.

Come ti stai trovando nel team transalpino?

Veramente bene, oltre le aspettative. Innanzitutto perché credono in me e mi lasciano spazio, ho la possibilità di fare la mia corsa e se si mette in un certo modo ho anche i compagni che lavorano per me. Non è scontato e naturalmente capita anche il contrario. Mi è spiaciuto solo non aver ancora avuto molte occasioni per gareggiare con Coquard, il capitano della squadra, avrei molto da imparare al suo fianco.

Mozzato B&B 2021
Dal 2020 alla B&B Hotels, il veneto ha già mostrato bei segnali, non solo come sprinter
Mozzato B&B 2021
Dal 2020 alla B&B Hotels, il veneto ha già mostrato bei segnali, non solo come sprinter
Dei tanti giovani al via in Belgio, tu sei stato quello che ha ottenuto i risultati migliori, ma questo non ha evitato un bilancio finale per il ciclismo italiano tendente al negativo. I campioni attuali sono davvero così lontani?

Sono fuoriclasse, per ora forse non ne abbiamo, ma io non sono pessimista. Se anche nella nostra generazione non c’è il fenomeno alla Evenepoel, abbiamo tanti ragazzi validi che presto saranno competitivi ai massimi livelli, bisogna solo non aver fretta. Ricordo lo scorso anno che Bagioli ha quasi battuto un certo Roglic, non è stato un caso. Come non è stato un caso l’ordine d’arrivo della Gand-Wevelgem con 3 italiani dietro Van Aert. Col tempo anche noi ragazzi arriveremo, abbiate fede…

Giovani italiani, ecco com’è andato l’esame del Nord

26.04.2021
4 min
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Il periodo delle classiche del Nord è un po’ l’università del ciclismo, prima o poi bisogna passarci se si vuole avere una carriera importante. Come l’università, anche in quest’ambito ci sono esami fondamentali (le prove Monumento) e altri di minor spessore, ma comunque di valore. Le parole di Battistella ci hanno indotto a ripercorrere queste ultime settimane per capire quanti sono stati gli italiani under 25 che hanno affrontato la campagna del Nord e con quali risultati.

Considerando che non abbiamo squadre nel WorldTour, che le nostre professional hanno avuto accesso solo a qualche gara di minor livello e che i nostri giovani sono sparsi per i vari team, il loro numero complessivo è stato alto, ben 23 atleti sparsi per le varie gare. Un approccio difficile per quasi tutti, si sono contati ben 32 ritiri, ma bisogna stare attenti con i numeri, nel ciclismo bisogna dar loro il giusto peso.

Al Nord come studenti

Molti di questi ragazzi sono stati mandati in Belgio per fare esperienza, lavorando in funzione dei vari capitani. Qualcuno forse non avrà mai la libertà per agire in prima persona e vincere su quelle strade resterà un sogno. Altri invece avevano tra i vari compiti anche quello di imparare, di capire, di mettere da parte ricordi che torneranno utili, quando saranno chiamati a partire con maggiori ambizioni.

Fiandre Milan 2021
Prima esperienza al Nord per Milan, pochi risultati ma tante lezioni utili per il futuro
Fiandre Milan 2021
Prima esperienza al Nord per Milan, pochi risultati ma tante lezioni utili per il futuro

Un esempio in tal senso può essere Jonathan Milan, che seppur ritirato al Giro delle Fiandre ha detto di essere rimasto molto colpito dal tipo di gara e di volerci tornare vestendo un ruolo diverso. Il talento c’è e le caratteristiche tecniche dicono che il corridore friulano ha tutto per emergere anche su quelle strade, bisogna solo aspettare.

Uno tra i più presenti è stato sicuramente Stefano Oldani. Per lui ben 6 gare, miglior risultato il 25° posto alla Freccia del Brabante e una buona prestazione nell’esame conclusivo, quello più importante, all’Amstel Gold Race chiusa al 41° posto. Può sembrare poco, ma vedendo la sua condotta in gara non è così. E gli stessi responsabili della Lotto Soudal se ne sono accorti, cominciando a considerarlo anche come ben più di un semplice gregario.

Danilith Mozzato 2021
Un podio di pregio per Mozzato a Nokere, qui a destra con Gaudin e il vincitore Robeet
Danilith Mozzato 2021
Un podio di pregio per Mozzato a Nokere, qui con il vincitore Robeet

Bravi Mozzato e Zoccarato

Chi è piaciuto davvero tanto è stato Luca Mozzato: il 23enne della B&B Hotels, squadra professional francese, è stato spesso nel vivo delle corse, non affidandosi solamente al suo spunto in velocità. E se il podio conquistato alla Danilith Nokere Koerse è stato una perla forse anche poco considerata, non è stato certamente un fuoco di paglia considerando anche il 7° posto alla Schelderprijs e il 25° alla Bredene Koksijde Klassic.

Un altro che ha convinto, soprattutto per la sua vitalità in corsa è stato Samuele Zoccarato (Bardiani-Csf), che ha anche provato la soluzione di forza alla Danilith e si è messo in luce in altre occasioni, facendo capire che quel tipo di corse si sposa molto con le sue caratteristiche. Speriamo che gli vengano date altre possibilità, in modo da salire lentamente di grado e trovare spazio anche nelle classiche.

Dainese Uae 2021
Cinque gare in Belgio per Dainese, miglior risultato il 58° posto alla Schelderprijs
Dainese Uae 2021
Cinque gare in Belgio per Dainese, miglior risultato il 58° posto alla Schelderprijs

Conci, ok alla Freccia

Scorrendo i vari ordini di classifica, ci sono stati piazzamenti anche per Moschetti, 19° alla Brugge-De Panne; per Conci (nella foto di apertura con Henao) nel vivo della corsa anche sul terribile Muro di Huy alla Freccia Vallone; per Konychev 24° sempre a De Panne. Hanno assaggiato il Nord anche due talenti sui quali il ciclismo italiano fa molto affidamento come il campione europeo U23 Dainese e l’iridato junior Tiberi. Certo, prima di vederli protagonisti sotto i ponti dovrà passare ancora dell’acqua, ma aspettiamo fiduciosi sulla riva…

La qualità di Bollé scelta (anche) dalla B&B Hotel

12.03.2021
3 min
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Il casco e gli occhiali scelti dalla B&B Hotel, squadra francese in cui milita anche il nostro Nicola Bagioli (foto in apertura) sono marchiati Bollé. Design ma anche, e soprattutto, sostanza: è su questo che si basano i prodotti usati da questo team e dall’azienda stessa! Pensate che fu fondata nel 1888, oltre 130 anni fa. Occhiali prima e caschi poi… lo sci, il ciclismo, il running, il tempo libero…

Il casco Bollé Furo con gli inserti removibili della calotta
Casco Bollè Furo
Il casco Bollé Furo con gli inserti removibili della calotta

Furo, aerodinamica al top

Il casco Furo è decisamente differente rispetto alla maggior parte dei modelli in commercio. Il brand francese ha intrapreso una linea decisamente personale. A caratterizzare questo casco è senza dubbio il suo “codone”, al quale hanno dato persino un nome: Kamm. Questo oltre a proteggere molto bene la nuca, rende il casco anche molto aerodinamico. Ma la protezione non c’è solo nella nuca. E’ assicurata dalla calotta in Mips. 

Un elemento caratterizzante di questo casco è il condotto Naca (la grossa feritoria centrale) che riduce la resistenza all’aria e migliora la ventilazione. E a proposito di ventilazione, ci sono le cover removibili: sono degli inserti che vanno a chiudere i fori di areazione per rendere il casco più aerodinamico o per proteggersi da freddo e acqua in caso di maltempo. Una soluzione di Bollé davvero pratica.

Molte le colorazioni disponibili. Il suo peso è di 300 grammi, ma la calzata è così comoda che quasi non si sente sulla testa.

Gli occhiali Chronoshield
Gli occhiali Chronoshield

Chronoshield quasi una maschera 

Per quel che riguarda gli occhiali Bollé ha fatto la storia. Realizzò il primo modello per il ciclismo già nel 1958. I Chronoshield hanno un’ampia lente (polarizzata). In tal modo si ha sempre una visione totale sulla strada. La larghezza interna della montatura è di ben 143 millimetri, per un’altezza di 65. 

E difficilmente si appannano. Le prese d’aria sono integrate direttamente nella montatura così un flusso d’aria c’è sempre. Un altro elemento che merita attenzione, riguardo a comfort e calzata, è il nasello in gomma antiscivolo Thermogrip. Si tratta di un materiale idrofilo che assorbe l’acqua per evitare che gli occhiali da sole scivolino durante lo sforzo, assicurando la massima stabilità anche quando si viaggia “a tutta” e a testa bassa.

Gli occhiali Lightshifter
Gli occhiali Lightshifter

Dna Bollé nei Lightshifter

Sempre appartenenti alla categoria di occhiali oversize, i Lightshifter sono proposti in una vasta gamma di colori così da essere associati al casco che si sceglie. Questo è l’occhiale più apprezzato dai pro’ per la sua leggerezza (appena 34 grammi) e per l’ampio campo visivo offerto.

Anche questo modello utilizza le lenti fotocromatiche Phantom che si adattano ai cambiamenti di luce in pochi secondi (e per questo è molto apprezzato anche dai biker). La struttura consente una visuale precisa anche ai lati, così da non stancare la vista quando si è al massimo e non si ha la concentrazione necessaria per cogliere i dettagli. A tal proposito questa lente aumenta i contrasti.

Il nasello è regolabile. Anche per il Lightshifter in Bollé hanno previsto molte le lenti, tutte intercambiabili.

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Mozzato, vieni qua e raccontaci la Francia

27.02.2021
4 min
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Fra le maglie azzurre del quartetto due giorni fa a Montichiari, continuava a girare una divisa della B&B Hotels-Ktm e non è stato per nulla immediato, forse anche per la barba, accorgersi che si trattasse di Luca Mozzato. Dopo l’esperienza da U23 nella Dimension Data continental con Battistella, Konychev e Sobrero, quando il team WorldTour gli ha fatto sapere di avere già abbastanza velocisti per il 2020, il veneto di Arzignano si è accasato nella squadra francese, che in Italia si è vista pochino anche e soprattutto a causa del Covid. E il suo primo anno da pro’, al confronto con quello di tanti coetanei, è stato un bel raggio di luce. E’ mancata la vittoria, ma il secondo posto di tappa al Tour Poitou Charentes a 3” dal vincitore Armee, regolando il gruppo, ne ha avuto per qualche istante il profumo. Il 4° e il 6° posto a Isbergues e Camembert e prima il 4° al GP Monseré vinto da Jakobsen hanno convinto i dirigenti della squadra di aver visto giusto. E così a Montichiari, dieci giorni prima del debutto 2021, Mozzato era lì che lavorava e metteva fatica e giri nelle gambe per affinare lo spunto veloce che è sempre stato la sua arma in più.

Mozzato non girava in pista da tanto, ma sta valutando di riprendere
Mozzato non girava in pista da tanto, ma sta valutando di riprendere
Soddisfatto?

Considerando l’anno balordo, sono andato anche sopra le aspettative. Abbiamo lavorato nella giusta direzione e mi sono adattato bene alla categoria. Dopo i primi assaggi, la squadra ha cominciato a darmi fiducia anche nelle prove di classe 1 e ho avuto la possibilità di testarmi in corse adatte al mio livello e con i giusti percorsi

Ti era dispiaciuto non seguire gli altri tre compagni nel WorldTour?

Sicuramente sarebbe stato bello, ma sommando un po’ di cose e tutto quello che è successo, credo che il livello professional sia stato quello giusto per il Mozzato dell’anno scorso. Il WorldTour sarebbe stato un gradino troppo altro, non mi sentivo pronto. Adesso che ho capito e preso le misure, l’obiettivo è migliorare e pensare eventualmente di fare il salto e raggiungere quei tre.

Vi sentite ancora?

Siamo sempre rimasti in contatto, in quel gruppo avevamo un bel rapporto che continua ancora.

Nel 2017, primo anno U23, debutta all’Appennino
Nel 2017, primo anno U23, debutta all’Appennino

La via francese

Da junior era stato azzurro ai mondiali di Doha, chi li ricorda? Vinse il danese Jakob Egholm, che si è fatto le ossa nella Agens Berman Axeon di Axel Merckx e adesso corre alla Trek-Segafredo. Luca arrivò quarto , migliore degli azzurri, piazzandosi nella volata del gruppo compatto. Nel 2017 corse alla Zalf, con due vittorie in corse non banali come Bianchin e Cuoio e Pelli e assaggiando anche il professionismo con la convocazione in azzurro per la Tre Valli Varesine, che fu un mezzo schiaffo. Fu così che andò a costruirsi alla Dimension Data alla buona scuola di Francesco Chicchi. La sua ultima vittoria risale al 2019, nel Circuito del Porto di cui è anche l’ultimo vincitore. Ma proprio quell’anno vennero dei piazzamenti molto interessanti nel Tour d’Alsace e soprattutto al Tour de Bretagne, corso in casa del suo attuale sponsor.

Come si vive il ciclismo in Francia?

Come una cosa importante. In tutte le corse, anche le minori, è pieno di pubblico. Me ne sono accorto l’anno scorso prima che esplodesse la pandemia. Infatti adesso stanno soffrendo davvero tanto, per i divieti che ci sono.

Lo scorso anno, ha partecipato per la prima volta alla Gand e poi al Fiandre
Lo scorso anno, ha partecipato per la prima volta alla Gand e poi al Fiandre
Come sei organizzato logisticamente?

Vivo a casa mia e mi trovo con i compagni per i ritiri e per le corse. Solo che l’anno scorso, dopo l’inizio di stagione, quando pareva che l’Italia fosse più colpita di altri Paesi dal Covid, ho fatto un periodo molto lungo in Francia, per poter continuare a correre. Poi anche io mi sono… rinchiuso.

Come è stato il tuo inverno?

Abbastanza strano. A fine stagione ho dovuto fare un piccolo intervento per togliere un’ernia, quindi ho lavorato meno del solito. Per questo abbiamo deciso di rinviare di un paio di settimane il debutto, per poter comunque fare la preparazione in modo completo e non affrettare il rientro. Ragione per cui comincerò il 2 marzo a Le Samyn, un bel battesimo in una semiclassica, con il gruppo che sarà nervoso per tutto il giorno.

Visto che l’adattamento è andato bene, si può pensare che ora l’obiettivo sia vincere?

Sicuramente vorrei arrivare a fine stagione almeno con una vittoria. Se non venisse e avrò avuto una progressione positiva, sarà stata comunque una buona stagione. Ma non nascondo che non vinco da tanto e sarebbe davvero tempo di rialzare le braccia.