Nizzolo lancia un’altra volata lunga su europei e mondiali

05.07.2021
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Nizzolo a Livigno, come un gruppo foltissimo di professionisti. Basta spingersi lungo le gallerie, per trovare quelli che lavorano in pianura. Oppure salire il Foscagno e la Forcola, per riconoscere gli altri, leggermente più ingobbiti, che fanno salite e ore. La cittadina in quota è il quartier generale della ripresa e nel nostro viaggio degli ultimi giorni, una sosta con il campione europeo era tappa obbligata. Giacomo è salito in montagna con Matteo Pelucchi ed Eugenio Alafaci, che si prende cura dei muscoli di entrambi. La banda degli amici ha cambiato forma, ma resta unita. Questa volta gli obiettivi sono europei e mondiali: non poco.

Motivazione a mille

Il 2021 è proseguito come il 2020 sul binario della scoperta e della conferma. E mentre è seduto nella stanza in cui tengono le bici, il campione europeo ragiona ad alta voce.

«Questo fatto che negli ultimi anni io non mi sia spremuto molto – dice – in fondo è vero. Forse è un azzardo dire che sia più giovane dei miei anni, però di sicuro ho passato parecchio tempo a recuperare dai vari acciacchi che ho avuto, quindi ho corso meno rispetto a tanti miei coetanei».

E se questo magari non è un dato al quale si possa dare facilmente un riscontro scientifico oggettivo, sul piano del morale e delle motivazioni incide in modo evidente. Quando hai finalmente davanti strada libera e puoi andarti a riprendere ciò che il destino ha provato a lungo a toglierti, negli occhi si accende una luce nuova. Ed è quella che ora brilla nello sguardo di Nizzolo.

Pelucchi lo ha seguito nel WorldTour, per essere l’ultimo uomo
Pelucchi lo ha seguito nel WorldTour, per essere l’ultimo uomo

Tensione positiva

«Ho un’altra consapevolezza – dice – nel senso che mi ritrovo in una condizione diversa dagli altri anni. Arrivo con più tranquillità agli appuntamenti, con la motivazione e la voglia di fare bene. Non avverto più la pressione o comunque la tensione sbagliata prima degli appuntamenti. Credo di essere in una condizione mentale buona, adesso c’è da curare l’aspetto fisico».

E a Livigno si viene per questo. Oggi il meteo è favorevole, per cui aspettando Pelucchi per l’uscita, si sta bene fuori a ragionare.

Alle 10 si parte per l’allenamento: oggi Forcola e poi lavori in pianura
Alle 10 si parte per l’allenamento: oggi Forcola e poi lavori in pianura

Il gusto della vittoria

La stagione si è aperta bene con la Clasica de Almeria e ha fatto gridare maledizioni per il secondo posto alla Gand-Wevelgem, che era parsa una vittoria già scritta. Ma la vera svolta ai tanti piazzamenti è venuta al Giro, nel giorno di Verona, che chiamava Viviani.

«Il Giro – dice – m’ha lasciato sicuramente una bellissima sensazione. Non avevo mai vinto una tappa e riuscirci mi ha dato lo stimolo per riprovarci. A Verona ho visto attaccare Affini e mi sono detto che non avrei voluto fare ancora secondo. Quindi sono partito abbastanza lungo, per provare a prenderlo. Con lui ne abbiamo ri parlato anche nei giorni successivi. Gli ho fatto i complimenti perché sicuramente ha fatto un grandissimo numero, però quel giorno era mio turno».

Giro d’Italia 2021, a Verona Giacomo Nizzolo va a riprendere Affini e vince una volata lunghissima
Giro d’Italia 2021, a Verona Giacomo Nizzolo va a riprendere Affini e vince una volata lunghissima

Voci di mercato

Nizzolo è l’uomo mercato. Da quest’anno ha lasciato la… scuderia di Fabio Perego e ha scelto che a rappresentare i suoi interessi sia Giovanni Lombardi. E proprio il pavese, che ha fra i suoi corridori buona parte dei velocisti più forti (da Sagan a Viviani, passando per Gaviria: tutti in scadenza di contratto) sta lavorando a tre ipotesi di squadra.

«C’è stato un momento – sorride – in cui tutti davano per certo che andassi alla Cofidis. Tanto che a un certo punto ho preso il telefono e ho chiamato Lombardi, per chiedergli se avesse già chiuso e io non lo sapessi. In realtà ci sono tre squadre che stiamo vagliando e una è anche la stessa Qhubeka in cui sono ora. Non ho l’età per andare alla Deceuninck. Per come vanno le cose, chi approda in quel team si valorizza e quando ne esce, firma dei bei contratti. Io ci arriverei a 32 anni e poi cosa potrei fare? Però confermo che vorrei sposare un progetto, un gruppo di lavoro in cui si possa pensare a costruire qualche bella vittoria, con gli uomini giusti attorno a me».

Dal giorno di Imola, ha ceduta a Colbrelli la maglia tricolore. Ora indossa quella conquistata agli europei 2020
Ha lasciato la maglia tricolore a Colbrell. Ora indossa quella conquistata agli europei 2020

Europei e mondiale

Gli accordi se non sono già fatti si faranno presto. Per questo non si potranno aspettare campionati europei e mondiali per firmare, casomai per quelli si potrà tenere aperta la porta per qualche ritocco all’ingaggio.

«L’obiettivo numero uno è arrivare pronto per il mondiale – conferma – ovviamente vicino come date c’è anche il campionato europeo, quindi mi piacerebbe fare bene anche lì. E nell’avvicinamento a questi due appuntamenti ci sono anche le classiche di Amburgo e Plouay che mi sono sempre piaciute e saranno un bel test».

I ragazzi di Cassani

Cassani può dormire fra due guanciali. Mentre sfoglia la margherita per stabilire come correre e a favore di chi sul duro circuito di Tokyo, sa che per europei e mondiali c’è un gruppo di guastatori di gran classe, guidati da Nizzolo, Colbrelli, Trentin e Cimolai, che gli permetteranno di affrontare alla grande anche gli ultimi appuntamenti del 2021. In questo fine di stagione che ha il sapore del cambio di panchine e arrivo di facce nuove, non c’è niente meglio di un gran risultato per far valere le proprie ragioni. Poi che ciascuno faccia liberamente le sue scelte.

Un mattino con Damiano fra le montagne della leggenda

03.07.2021
5 min
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Il Passo Eira è sfiorato dalle nubi basse del mattino, ma non è freddo. Peggio ieri, quando l’acquazzone ha fatto precipitare la temperatura fino ai 5 gradi, sconsigliando i corridori dall’uscire. Damiano Caruso è sceso prima per fare due parole, di cui gli siamo davvero grati. L’intenzione è infatti quella di non distrarsi dalla concentrazione verso Tokyo, quindi anche la nostra presenza sarà ridotta al minimo, rispettando i sui spazi. Il programma di oggi prevede quattro ore fra le montagne della leggenda, ma quando prima di lasciarlo lo vedremo fare ripetute sullo Stelvio con il 53, avremo ben chiaro che cosa possa essere una distanza di quel tipo in termini di lavoro e fatica.

Quota 2.208

I meccanici hanno già messo in fila le bici degli altri ragazzi del Team Bahrain Victorious, ma finora è venuto giù soltanto Gino Mader con i suoi ricci sparsi. Con Damiano, nell’hotel La Tea a Trepalle, appunto al culmine del Passo Eira, ci sono anche la moglie Ornella e i figli Oscar e Greta, che certo rimpiangeranno il mare del Commissario Montalbano, ma non i 40 gradi che in questi giorni attanagliano i sud della Sicilia. Qui adesso ce ne sono 13, le montagne si stagliano nette contro il cielo e la vita sembra più bella. Damiano si siede, il racconto comincia da dove lo lasciammo, a Milano, disfatto sull’asfalto di Piazza Duomo e poi in estasi sul podio del Giro d’Italia. Secondo, chi l’avrebbe mai detto alla partenza?

Neanche nei sogni

«Il dopo Giro – racconta – è stato particolare. Diciamo che le emozioni provate al Giro sono continuate anche dopo. Soprattutto la parte bella è stata quella di sentire da vicino il calore della gente, di tutte le persone che hanno tifato per me e comunque hanno seguito in Giro».

L’abbraccio di Ragusa. Lo stadio. Gli amici. I messaggi. Un’onda inattesa che lo ha travolto e portato lontano, più lontano di ogni orizzonte che avesse immaginato da ragazzino quando partì per andare in Toscana, sognando questo senza il coraggio di dirlo in giro. Damiano è magro, abbronzato e ha lo sguardo determinato. Ha chiuso la porta sulle tante richieste e si è concentrato sul lavoro.

Il ritiro della Bahrain Victorious si trova oltre i 2.000 l’hotel Latea si trova proprio al passo Eira
Il ritiro della Bahrain Victorious si trova oltre i 2.000 l’hotel Latea si trova proprio al passo Eira
E’ stato faticoso?

Magari per qualcuno non lo è, ma per me era tutto nuovo. Mi sono trovato al centro delle attenzioni dei media. Ho passato tante giornate, tanti pomeriggi a chiacchierare con i giornalisti e con le persone che volevano sapere di più di questo Giro. Credo che faccia parte del nostro lavoro, quindi è stata un’esperienza anche questa.

Quando hai saputo di essere uno dei cinque per Tokyo?

Bene o male con Cassani ci eravamo già parlati durante il Giro d’Italia. E dopo Milano mi ha detto che comunque ero uno di quelli quasi sicuri della maglia. Perciò sotto questo punto di vista ero abbastanza tranquillo. Poi c’è stato il campionato italiano. Non mi aspettavo una grande prestazione, per una serie di motivi che tutti possono immaginare, viste le mille cose fatte nei giorni precedenti. Però adesso siamo sulla strada buona. Sono a Livigno per cominciare l’avvicinamento. In realtà è iniziato da un po’, però adesso è il momento di fare le cose giuste per arrivare davvero pronti.

Cosa si fa a Livigno?

Di solito quando vengo su d’estate, si fa mantenimento e anche recupero. Questa volta invece sto lavorando in maniera diversa. Farò dei lavori di qualità. Dovremo essere pronti per la prova in linea di Tokyo e non avremo molte gare per rifinire la condizione. In queste giornate ci sarà da spingere di più.

Dopo il Giro e finita la fase delle interviste, la quiete di Livigno per ripartire
Dopo il Giro e finita la fase delle interviste, la quiete di Livigno per ripartire
Bel posto per farlo…

Penso che Livigno in estate sia per noi ciclisti o gli sportivi in generale, il miglior posto dove prepararsi per gli obiettivi nella seconda parte di stagione. Un posto adatto per andare in bici, ma è anche bello venirci con la famiglia. Diciamo che su queste montagne ognuno può trovarci quello che cerca. Nel mio caso, faccio vita da eremita. Questo ritiro è molto importante. Quindi magari ti ritagli 10 minuti, un’oretta con la famiglia, giusto per stare con i bambini. Ma tutto il resto è incentrato sulla bici e sulle sensazioni personali.

C’è differenza fra l’emozione di Rio e quella di Tokyo?

A Rio ero super contento, perché realizzavo un sogno che era appunto quello di partecipare alle Olimpiadi. Chiaramente sono contento anche adesso, però ora c’è una responsabilità in più, perché ci affacceremo alla gara senza un leader unico, quantomeno ancora dovrà essere deciso. E quindi abbiamo tutti un ruolo più importante.

Cinque capitani alla pari?

Non avendo un uomo di punta ben preciso, dobbiamo ragionare tra di noi su come affrontare la gara e cercare di ottenere il massimo risultato. Questo in ognuno di noi deve essere una motivazione extra, per lavorare al meglio e arrivare a Tokyo al massimo della condizione. Quantomeno fare tutto il possibile per esserlo.

Il risultato del Giro è diventato un’arma in più in termini di convinzione?

Al Giro ho capito semplicemente che quando sono in condizione, con la mentalità giusta e motivato nella maniera corretta, posso competere anch’io con i più forti. E’ chiaro che alle Olimpiadi troveremo i migliori atleti al mondo, quindi il livello sarà veramente alto. Però chiaramente si va in gara per vincere. Non bisogna mai sottovalutarsi e partire già battuti, questo mi sembra ovvio. Perciò io lavoro, sono sereno vado per la mia strada. E poi quello che verrà si vedrà…

Breve pausa per togliere gambali e mantellina ai piedi del Foscagno, poi si parte vero altre montagne
Breve pausa per togliere gambali e mantellina ai piedi del Foscagno, poi si parte vero altre montagne

Un nuovo Caruso

Lo chiamano. Si scende a sinistra e poi si risale verso il Foscagno. Il vento e il sole hanno diradato le nubi, si annuncia una grande giornata di lavoro. Le strade qua in alto sono solcate da decine di ciclisti. Bettiol e Ciccone oggi seguono altre traiettorie. Dumoulin si allena speso per i fatti suoi. I ragazzi del Bahrain Victorious si avviano. Damiano dà in inglese le direttive ai compagni ed è lui ad attivare la posizione in tempo reale su whatsapp affinché l’ammiraglia sia aggiornata sui corridori quando una coda imprevista la costringa a fermarsi. Si va verso lo Stelvio. E se il gigante sarà in buona, l’obiettivo sarà arrivare in cima. Le montagne sono amiche, ma vanno rispettate. E Damiano ha imparato a parlare con loro. Da quando quel giorno verso l’Alpe Motta ne ha riconosciuto il richiamo ed è stato ammesso nel regno dei più grandi. Buona strada, ragazzo.

In montagna con Bettiol, fra Tokyo e il mondiale

01.07.2021
3 min
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Il toscano della EF Education-Nippo è a Livigno per allenarsi in vista della ripresa delle corse e della trasferta olimpica. Fa parte infatti del quintetto azzurro selezionato da Davide Cassani. E dopo le Olimpiadi, mirino su Vuelta e mondiali: le stradine delle Fiandre gli strizzano l'occhio.

Bettiol arriva a Trepalle che sono le 10, nell’hotel che sorge proprio sul passo Eira, per allenarsi con i ragazzi della Bahrain-Victorious. Il toscano alloggia con la sua compagna Greta nel centro di Livigno, ma fra due giorni salirà anche lui quassù, dove il cielo è più vicino e l’altimetro segna quota 2.172, che ne fanno il borgo più alto d’Italia. A cento metri da qui alloggia anche Tom Dumoulin, che saluta cordialmente, ma ha chiesto di non essere disturbato con interviste e video.

Anche Dumoulin è qui per preparare le Olimpiadi della cronometro
Anche Dumoulin è qui per preparare le Olimpiadi della cronometro

Anche Bettiol è qui per preparare le Olimpiadi e la sua presenza nel quintetto azzurro era già scritta. Cassani aveva cominciato a osservarlo da tempo. E se la vittoria di Stradella era suonata come una conferma, il segnale che aveva convinto il cittì azzurro erano state le sue prestazioni sulle salite lunghe, a partire dal giorno di Sega di Ala.

Così Bettiol è salito in altura, seguendo le indicazioni del suo preparatore Leonardo Piepoli. «Che adesso si fida – dice sorridendo – anche se bonariamente mi sta sempre addosso. Ma cercherò di fare tutte le cose nel modo giusto e di non deluderlo».

Oggi Stelvio

Il programma di giornata del corridore della Ef Education-Nippo prevede quattro ore, con il Foscagno, la discesa su Bormio, lo Stelvio, la discesa ancora su Bormio, poi la salita ai Laghi di Cancano e di nuovo il Foscagno fino a casa. Giorni pesanti, seminando e costruendo la forma, anche simulando lo sforzo del Monte Fuji e della salita più dura del circuito giapponese.

«A Tokyo partiremo alla pari – dice – ma la strada è severa e farà le differenze. Per cui a un certo punto, quando le cose saranno chiare, dovremo essere onesti e parlare fra noi, decidendo per chi lavorare».

Giro d’Italia 2021, la vittoria di Stradella è stata conferma di una grandissima condizione
Giro d’Italia 2021, la vittoria di Stradella è stata conferma di una grandissima condizione

Vuelta e mondiale

Dopo le Olimpiadi arriverà la prova che più di Tokyo gli strizza l’occhio, avendo vinto il Giro delle Fiandre: il campionato del mondo di Louvain.

«Sono due anni che Cassani me ne parla – sorride – e mi ha chiesto per questo di fare la Vuelta. La squadra ha accettato, così dopo le Olimpiadi rimarrò a casa per un paio di settimane, poi saranno in fila Spagna e mondiali. Trentin ha visto il percorso e dice che è adatto anche a me. Per cui non è certo il momento di mollare».

Masnada riparte da Imola e punta la Vuelta. E sulle Olimpiadi…

17.06.2021
4 min
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«Le salite sono dure e poi fa caldo. Non è come il nostro caldo, è un caldo… da Asia. E poi tanta umidità, con questa nebbiolina che non ti fa respirare». Fausto Masnada ricorda il percorso di Tokyo su cui si correrà a fine luglio e intanto benedice il fatto di trovarsi a Livigno a godersi il fresco, anche se da ieri è arrivata un’ondata di calore che presto scioglierà i muri di neve rimasti ai lati delle strade più alte. Domani, se tutto andrà bene, il lombardo tornerà giù per la sfida tricolore di Imola. Si riparte…

«Ieri siamo andati in Svizzera – dice – e non mi era mai capitato di scendere dai 2.500 metri di quei passi senza neanche infilare la mantellina. Oggi sarà la volta dell’ultimo allenamento duro, poi se Dio vuole della tendinite del Giro non resterà che il ricordo e il tricolore sarà l’inizio di un’altra storia».

Con il terzo posto al Romandia, dietro Thomas e Porte aveva dato un ottimo segnale
Con il terzo posto al Romandia, dietro Thomas e Porte aveva dato un ottimo segnale

Il corridore della Deceuninck-Quick Step è uno dei quattro azzurri, con Ulissi, Formolo e Cataldo, che nel 2019 volò in Giappone per provare il percorso olimpico e anche per questo lo abbiamo strappato alla quiete della montagna.

Non si respira

«Ricordo un percorso duro – dice – e non facemmo il Monte Fuji, che è la salita più lunga e dura delle Olimpiadi, con i suoi 15 chilometri. Si corse alla garibaldina, perché nessuna squadra fu in grado di controllare la corsa. Partimmo appena fuori Tokyo e da subito fu tutto un saliscendi, senza un metro di pianura. Anche il circuito automobilistico in cui si arriva è duro e poi l’ultima salita è davvero un muro di 6 chilometri. Ma su tutto questo peserà l’influenza del clima, per quel caldo di cui vi dicevo, e il fuso orario. Noi arrivammo 4 giorni prima e ricordo che, complice anche l’umidità e il calore, avevo i battiti più alti del solito».

E’ il 2019, Masnada è il primo da destra, gli azzurri provano il percorso olimpico. Si riparte da qui…
E’ il 2019, Masnada è il primo da destra, gli azzurri provano il percorso olimpico. Si riparte da qui…

Occhio alle fughe

Corsero alla garibaldina e accadrà molto probabilmente anche nella gara olimpica, dato che le squadre partiranno con 5 corridori e ci sarà poco da assegnare ruoli blindati.

«Difficile dire chi potrà controllare – prosegue Masnada – e se qualche corridore forte entra nella prima fuga di giornata, poi diventa complicato andare a chiudere. Resta da capire come sarà lo sviluppo di corsa con il Monte Fuji. Ricordo che andammo a vederlo in auto ed è una salita vera e impegnativa. La strada è a due corsie e l’asfalto è buono, ma ricorda un po’ il Foscagno. Sarà una gara dura, in cui sarà difficile anche l’adattamento».

Brillante nei primi giorni del Giro: qui a San Giacomo con Moscon e Fabbro
Brillante nei primi giorni del Giro: qui a San Giacomo con Moscon

Obiettivo Vuelta

La sua stagione sta tornando insomma sul binario progettato sin dall’inizio, senza cambiamenti dell’ultima ora e senza farsi ingolosire ad esempio dalla possibilità di fare il Tour. E purtroppo le Olimpiadi, che per un Masnada in condizione sarebbero state un bel banco di prova, dovrà semmai guardarle in televisione.

«Farò questo ultimo allenamento – dice – e domani scenderò per correre i campionati italiani, dove spero di ben figurare. Ho ripreso piano piano e sono stato parecchio fermo, non so cosa aspettarmi. Per questo sono venuto a Livigno, per provare a migliorare ancora un po’. Poi però si riparte. Tornerò in ritiro con la squadra, con la Vuelta nel mirino. Probabilmente rientrerò alle corse al Giro di Vallonia, poi al Tour de l’Ain, quindi andrò in Spagna. Dalle Olimpiadi sono fuori e mi dispiace, ma è giusto che il posto vada meritato. Ho fatto le visite olimpiche a Roma, ma dopo il ritiro dal Giro, le cose sono andate a farsi benedire».

Compri, la forza giusta per il quartetto fra strada e palestra

11.06.2021
5 min
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Un boccone tira l’altro. Così, dopo le parole di Scartezzini sul gap di forza fra gli uomini del quartetto che hanno lavorato tanto in palestra e gli stradisti reduci dal Giro, abbiamo chiamato in causa Marco Compri, figura chiave del Centro Studi Federale, preposto al lavoro in palestra. Rendendoci conto che un conto è il vecchio approccio un po’ sognatore del “prendi la bici e vai” e altra cosa è preparare le Olimpiadi 2020 su pista. Non ti inventi niente!

Lavori di equilibrio e stabiltà, necessari al passaggio dalla strada alla palestra: qui Ganna
Lavori di equilibrio e stabiltà, necessari al passaggio dalla strada alla palestra: qui Ganna
Ha ragione Scartezzini: per Viviani e soci si annunciano tempi duri?

I ragazzi hanno un protocollo per i lavori di forza, sia che vengano dal Giro, sia che siano stati a Livigno per allenarsi. Chiaro che quando arrivi dopo tre settimane di corsa, è necessaria una fase di adattamento prima di approcciare lavori prossimi ai massimale, soprattutto con esercizi complessi come lo squat, che richiede un perfetto controllo della tecnica esecutiva, altrimenti si rischia di farsi male. Non a caso nei giorni a Livigno, Elia ha caricato  con la pressa e non con lo squat.

Parliamo di lui, allora, visto che lo segui direttamente. Che cosa ha significato per lui fare il Giro?

Ha accumulato rilevanti volumi di resistenza alla forza per cui ora è il momento di fare il richiamo dei massimali. Chi invece era già a Livigno ad allenarsi ha mantenuto la confidenza con i gesti e l’affinità con i carichi. Quando è salito a Livigno dopo il Giro, Elia ha iniziato questa fase di adattamento. Siamo in contatto costante con lui e Diego Bragato e abbiamo concordato che la settimana scorsa sarebbe stata usata per riprendere confidenza con il gesto, in riferimento allo squat.

I balzi con i pesi servono ad accrescere l’esplosività
I balzi con i pesi servono ad accrescere l’esplosività
Palestra è solo questo?

No, appunto. Si lavora anche al core stability. Su esercizi complementari legati alla funzionalità dei gesti. Poi si cura l’esplosività, facendo balzi di vario tipo. Non tutti hanno la stessa consuetudine con la palestra, per cui il lavoro non è tanto una ricerca del carico fine a se stessa, ma tutela del corridore.

A cosa è serve allora andare a correre alla Adriatica Ionica Race?

Dal punto di vista metabolico, sarà una ripresa di intensità, mantenendo però la frequenza del lavoro. Si tratta di una corsa di tre giorni, non cambia niente e si può inserire benissimo nella programmazione del lavoro. Invece nella corsa di tre settimane la dimensione dei massimali di forza si riduce perché prevale la resistenza.

Meglio il Giro e poi il lavoro di qualità oppure quello che hanno fatto Scartezzini e gli altri?

Non esiste un meglio o un peggio, bisogna gestire le situazioni che si presentano. Come allenatori abbiamo il monitoraggio dei valori per qualità e quello che non si riesce a coprire con le gare, lo copriamo con gli allenamenti.

Riunione fra tecnici a Montichiari: da sinistra Villa, Lupi della Bmx, Marco Compri e Diego Bragato
Riunione fra tecnici a Montichiari: da sLupi della Bmx, Marco Compri e Bragato
Qual è il vantaggio di fare un Giro d’Italia?

La prerogativa, non so se sia giusto parlare di vantaggio, è che al Giro si mette insieme un grosso volume di lavoro, che permetterà poi all’atleta di concentrarsi su lavori di altissima qualità, sapendo di poggiare su una base molto solida. Gli altri avranno bisogno di aggiungere volume ed è il motivo per cui Villa ha valutato di portarli a correre in Sardegna.

Il Giro e la preparazione in palestra sono in qualche modo paragonabili?

Facciamo una premessa. Quando si lavora sulla forza si ragiona sui massimali, sulla forza resistente e sulla resistenza alla forza. Elia al Giro ha sicuramente lavorato tanto sulla resistenza alla forza , lavori che gli altri a Livigno hanno fatto in bici. Le esperienze sono equiparabili, l’importante, il punto di arrivo è lo stesso per tutti. Fra una decina di giorni dovremo allinearli sapendo che si trovano tutti allo stesso punto o con poca distanza fra loro.

Questi lavori di forza andranno avanti fino a Tokyo oppure a un certo punto si interromperanno?

Finché potremo, continueremo a richiamare la forza. Non sappiamo come sarà in Giappone, ma se non fosse possibile, continueremo comunque a lavorare sulla componente esplosiva tramite i balzi. C’è da dire che raggiunto il massimale, la situazione resta stabile per 10 giorni.

Per Ganna e Scartezzini, due diversi percorsi di avvicinamento
Per Ganna e Scartezzini, due diversi percorsi di avvicinamento
Palestra e bici restano integrate oppure una ha il sopravvento?

Sono e devono essere integrate e complementari. La componente aspecifica, cioè quella con preponderanza della palestra, magari sarà più utilizzata quando l’evento è lontano. Poi, avvicinandosi l’appuntamento, si andrà a intensificare la componente specifica, cioè la bici. A Montichiari ora abbiamo la palestra e combinare le due fasi è molto più semplice. In assoluto però non c’è mai solo una oppure l’altra.

E comunque l’approccio con la palestra è molto cambiato…

Notevolmente. E’ cambiata la consapevolezza degli atleti, che una volta usavano la palestra d’inverno e solo pochi velocisti facevano richiami nei periodi morti della stagione. Ed è cambiata l’impostazione stessa del lavoro in palestra, che ci permette di fare quei lavori che in bici non sono possibili.

Scartezzini, lo Stelvio, la palestra e lo stress delle convocazioni

10.06.2021
6 min
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Quelli del quartetto, tolti i campioni che abbiamo visto in diretta durante il Giro, sono abituati a lavorare tanto dietro le quinte, venendo fuori semmai nelle gare. Ma le gare, le loro almeno, continuano ad essere annullate: vedi gli europei. E così, dando seguito alle parole di Viviani sul fatto che fra loro ci siano corridori che hanno il posto garantito e altri che devono sudarselo, siamo piombati idealmente nel ritiro di Livigno, facendoci raccontare da Michele Scartezzini in che modo abbiano passato questi giorni sospesi fra gli europei annullati e le convocazioni per le Olimpiadi.

Il veronese, che come Lamon veste la maglia delle Fiamme Azzurre, è uno dei pochi in Italia che ha scelto di dedicarsi totalmente alla pista, come ci aveva raccontato lo scorso inverno.

«Posso farlo – dice – proprio grazie al gruppo sportivo, che ha preso Lamon e me proprio con l’obiettivo olimpico. Ci fanno sentire importanti, non ci manca nulla e avere addosso quei colori in certi momenti ci dà più l’idea di rappresentare l’Italia».

Si torna a correre

E adesso che le Olimpiadi sono arrivate, non è difficile immaginare i pensieri che si affollano nella testa di questi ragazzi alla vigilia delle convocazioni.

«Si faranno le selezioni nei giorni in cui avremmo corso gli europei – dice – farle in gara sarebbe stato meglio, perché ci sarebbe stata un’adrenalina diversa. Ma prima andremo alla Adriatica Ionica Race, in cui Villa ha voluto portare anche Lamon e me per darci più ritmo. Saremo una bella squadretta e avremo l’obiettivo di far vincere subito Elia, così la preparazione andrà meglio».

Sembra facile, in realtà non lo è. Mentre Viviani, Consonni e Ganna a Livigno sono andati per sciogliere le gambe post Giro e hanno fatto soltanto uscite in scioltezza, poca palestra e qualche partenza da fermo, il gruppo dei pistard ha lavorato sodo. Loro in teoria sono quelli che le convocazioni devono sudarsele. Ma ora la discesa è imminente e la pianura porterà afa e, una finita la breve corsa a tappe, il ritorno in velodromo a Montichiari.

Con gli europei sarebbe stato diverso?

Era meglio, anche per Villa che si troverà in difficoltà a fare le sue convocazioni. La gara sarebbe stata un’altra cosa, parlo anche per me. In gara la tensione va via meglio, abbiamo imparato a gestirla in tanti anni. Così sarà diverso. Onestamente pensavamo che avrebbero fatto di tutto per salvare gli europei, dopo aver messo al sicuro quelli degli juniores e degli under 23 a Fiorenzuola. Invece…

Come è stato il calendario gare prima di Livigno?

Lamon e io, avendo ricevuto la deroga, siamo riusciti a correre fra i dilettanti. Bertazzo ha fatto l’Ungheria. Io ho corso più dello scorso anno, certo non ai livelli di Viviani, Ganna e Consonni, ma ho la base giusta per fare i lavori della pista. Loro all’inizio invece saranno spaesati, perché sono gesti diversi da quelli che hanno fatto per tre settimane al Giro. Loro in altura hanno riposato, noi l’opposto…

Racconta, che cosa avete fatto?

Tanta salita e tanta palestra, ogni due giorni. Squat, pressa e balzi. Non abbiamo fatto la forza in bici, solo a secco e con carichi importanti. Parliamo di 4-5 serie di squat con 3 ripetute al 90-95% del massimale. Ne uscivo con le gambe massacrate. I primi due giorni all’arrivo sono stati blandi, dal terzo si è cominciato con questo regime.

Cambia qualcosa nel sostenere certi carichi in altura?

In realtà no, perché il cuore non va su e non c’è bisogno di chissà quale adattamento. Ho lavorato da subito con gli stessi chili che avrei sollevato al livello del mare. Però è capitato che soprattutto alla fine non sia riuscito a lavorare con lo stesso peso, perché si sono sommate le fatiche del periodo o perché non avevo mangiato nel modo giusto.

Due volte a settimana in palestra con carichi di lavoro importanti
Due volte a settimana in palestra con carichi di lavoro importanti
Nel giorno della palestra, solo palestra?

Al massimo ho abbinato delle partenze da fermo in pianura, sennò palestra e basta. Puoi fare un’oretta per sciogliere, ma dopo due ore così dure, non ne hai tanta voglia.

Come reintegri nelle due ore di palestra?

Bevo tantissimo e dal giorno prima mangio più carboidrati, che permettono di aumentare di volume nelle ripetizioni. Di solito nello squat inizio ad aumentare i carichi progressivamente e l’altro giorno non sono riuscito ad arrivare al picco che volevo perché mi sono reso conto di non aver mangiato abbastanza fra la sera prima e a colazione.

Più salita del solito, come mai?

Abbiamo continuato a dirci per giorni che abbiamo fatto più volte il Foscagno in queste due settimane che in tutti gli anni precedenti. Lo abbiamo usato soprattutto per i lavori, così passava meglio. Abbiamo fatto anche lo Stelvio, salendo al medio che per noi è un buon ritmo. Più salita perché l’anno scorso, quando è venuto fuori che le Olimpiadi le avrebbero rinviate, la motivazione è un po’ scesa. Ma ora si fa tutto al massimo, non si salta niente di quello che è scritto in tabella.

Come eri conciato dopo tanta salita?

Non sfinito, non si sono fatte 5 ore tutti i giorni. Mai meno di 3 ore, ma gestendoci.

Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn. A fine giugno le convocazioni per Tokyo
Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Cosa dice la bilancia dopo due settimane così?

Io cerco sempre di non perdere peso e il rischio ci sarebbe, perché in altura si brucia di più. Però ho sempre reintegrato bene, ho bruciato i grassi e portato a casa una migliore definizione muscolare. A noi non serve essere magri come scalatori. Ieri con Lamon guardavamo la seconda serie Movistar su Netflix e ci siamo messi a parlare di quando spiegano a Valverde che con quel rapporto watt/kg in salita lo staccheranno di certo. A noi non serve. Noi dobbiamo avere la forza per girare in pista a quel determinato tempo. Il nostro è peso di massa muscolare, che non incide sul recupero.

Come vivete l’avvicinamento delle convocazioni?

Non ne parliamo tanto, siamo tutti un po’ tesi…

Fidanza, un altro scratch e il sogno olimpico

Giada Gambino
01.06.2021
4 min
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Martina Fidanza è a Livigno con le sue compagne di nazionale, circondate dal bel panorama si allenano tra palestra e bici. La notizia dell’annullamento degli europei, dove lei avrebbe puntato allo scratch, le ha un po’ turbate. 

Gli europei saranno recuperati? Intanto si lavora sodo…
Gli europei saranno recuperati? Intanto si lavora sodo…
Come è iniziato questo ritiro ?

I primissimi giorni non abbiamo fatto molto, solo un po’ di palestra; poi sono arrivate le prime tre ore di bici da fare in tranquillità, tra virgolette, che da una parte sono passate velocemente e sono state piacevoli, dall’altra però con tutto quel dislivello… Non vedevo l’ora che finissimo (ride, ndr). Questo ritiro è più tranquillo rispetto agli altri, perché abbiamo lavorato tanto nei mesi scorsi. Lo sto concependo come un recupero attivo… più o meno. 

Come vivi l’avvicinamento ad una possibile Olimpiade? 

Cerco di avvicinarmi all’appuntamento al massimo delle mie potenzialità. Sicuramente fare le cose al meglio significa non saltare gli allenamenti e seguirli nel dettaglio. Allenarmi con le altre mi serve per crescere e perfezionarmi nelle piccole cose. Pian piano cerco di dimostrare quanto valgo, so che siamo tutte ragazze che meritano di andare a Tokyo, ma sarà la scelta del momento che deciderà chi dovrà andare. Sono entrata in quello stato di tranquillità per cui faccio ciò che meglio so fare, al massimo… Nel caso in cui dovesse arrivare la convocazione, sarò felicissima e cercherò di dare il meglio di me per la nazionale. Se non dovesse andare bene, mi allenerò ancora meglio e ancor di più per concretizzare questo sogno. 

Balsamo-Fidanza, coppia d’oro della pista azzurra durante il ritiro di febbraio in Sicilia
Balsamo-Fidanza, coppia d’oro della pista azzurra durante il ritiro di febbraio in Sicilia
Ci sono tensioni tra voi? 

A livello personale non lo percepisco così tanto, poi io… mi lascio scivolare le questioni di sopra e placo gli animi quando c’è bisogno, ma non abbiamo mai vere e proprie discussioni. Alcune ragazze si sono già meritate un posto per le Olimpiadi, altre lo devono ancora confermare. Se non dovessi andare mi dispiacerebbe davvero tanto, ma non punterei il dito su nessuna, ce lo meritiamo davvero tutte

L’annullamento degli europei… 

I piani non cambiano! La selezione per Tokyo si potrà fare anche in pista facendo delle prove a tempo tra di noi

Trofeo Born to Win 2021, a Civitanova Martina batte Paternoster
Trofeo Born to Win 2021, a Civitanova Martina batte Paternoster
Agli europei, dove vorresti vincere? 

Mi piacerebbe riprovare lo scratch e fare la mia migliore prestazione. Per il resto, sono pronta a tutto!

Una specialità che ti piacerebbe veder vincere alle tue compagne?

Mi piacerebbe che nel quartetto riuscissero a fare una bella prestazione e sarebbe la prova del bel gruppo che si è creato e dell’affinità, indipendentemente dal risultato. Poi penso a Maria Giulia Confalonieri con la corsa a punti, se lo merita davvero tanto. 

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, oro nello scratch agli europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Martina Fidanza, oro nello scratch agli europei Plovdiv 2020
Rachele Barbieri ti ha recentemente battuta in volata…

Sono felice per la sua vittoria. Personalmente ho dato il massimo e non potevo fare di più. Vedere due ragazze che si allenano principalmente in pista, riuscire a fare bene anche su strada, è la conferma dell’ottimo lavoro che facciamo in nazionale, con la Polizia ( entrambe sono nel gruppo sportivo Fiamme Oro, ndr) e individualmente.

Il sogno olimpico…

Rimarrà tale, anche se si dovesse concretizzare (sorride, ndr ). Ho poca esperienza, ho corso poco nel quartetto e questo un po’ mi penalizza, ma non mi arrendo.