Lorenzo Finn, Bora Hansgrohe Rookies (Photors.it)

Gli sgambetti che rallentano la rincorsa del ciclismo italiano

18.12.2025
5 min
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Lo stato di salute del nostro ciclismo cambia a seconda della prospettiva dal quale lo si guarda. Chi ha nel mirino d’azione i professionisti dice che manca qualcosa per competere con i più grandi del movimento mondiale, e in effetti così è. Tuttavia se si pensa ai giovani in rampa di lancio, o a chi ha già preso l’abbrivio per spiccare il volo, la temperatura si abbassa e lo stato di salute sembra più solido. Giulio Pellizzari guida la rivalsa dei giovani che avanzano, accanto a lui c’è Davide Piganzoli e dietro tanti altri ragazzi dai quali ci si aspetta molto (a ragione o meno). 

Dalle categorie giovanili emerge il dato lampante che porta a pensare al fatto che i talenti non manchino. Molti di loro proprio quest’anno passeranno da under 23 a professionisti e saranno chiamati alla prova del WorldTour. Alessandro Borgo è forse il nome di maggior spicco tra tutti, lo seguono Pietro Mattio, Mattia Agostinacchio e Matteo Milan. Se si guarda alle spalle di questi atleti si vedono arrivare profili ancora più giovani, come quello di Lorenzo Finn, campione del mondo in carica under 23 (in apertura vittorioso a San Daniele del Friuli, Photors.it) o di Roberto Capello.

Pellizzari
Il ciclismo italiano sta aspettando la completa maturazione dei suoi migliori prospetti, quest’anno Pellizzari è chiamato a un ulteriore passo
Pellizzari
Il ciclismo italiano sta aspettando la completa maturazione dei suoi migliori prospetti, quest’anno Pellizzari è chiamato a un ulteriore passo

Basi poco solide

Tuttavia più si scava e maggiori sono le crepe che emergono alla base di una struttura non più così solida. La categoria under 23 si trova probabilmente nel suo momento di maggior difficoltà, le squadre hanno iniziato a chiudere anni fa e il problema ora si sta riversando sulla categoria juniores. Matteo Berti, diesse del Team Vangi, ci ha detto di aver avuto maggiori difficoltà rispetto agli anni scorsi nel trovare squadra ai suoi ragazzi. Il problema è che la ricerca del talento ha spostato la lente di ingrandimento sul movimento giovanile, dove per andare avanti e far emergere i propri ragazzi non bastano più gli sforzi fatti in passato. Per questo alcune formazioni hanno chiuso, come il Team Fratelli Giorgi e l’Aspiratori Otelli

Altri hanno cercato di unire le forze, Il Team Coratti era andato a bussare alle porte della Borgo Molino con l’obiettivo di allargare la propria attività internazionale. Il bacino d’utenza del ciclismo mondiale si sta allargando e se qualche anno fa le nostre squadre erano capaci di dettare legge ora la subiscono senza possibilità di replica. 

Il cortocircuito delle continental

L’effetto a catena è partito con la realizzazione dei team continental, cosa fortemente voluta dall’UCI. Avrebbero dovuto essere delle formazioni di transizione nelle quali dare la possibilità ai dilettanti, o under 23, di mettersi alla prova con i professionisti con l’obiettivo di avvicinarsi e chiudere il divario tra le due categorie. In Italia questi progetti si sono trasformati presto in un modo per raccogliere vittorie e consensi degli sponsor, fatto sta che molti team continental (non tutti ma una grande maggioranza) non hanno mai proposto un’attività internazionale volta a far crescere i ragazzi. Inoltre, l’accentramento di risorse e talenti in una manciata di squadre ha portato alla chiusura di diverse formazioni under 23

L’arrivo dei devo team, formazioni continental che di fatto sono dei satelliti delle squadre WorldTour, ha portato il tutto a livello superiore. Ora queste realtà rappresentano il vero cuscinetto tra le categorie giovanili e il professionismo, con attività di rilievo internazionale e budget praticamente infiniti. Per le nostre realtà andare a competere con questi team è diventato difficile se non impossibile. Alcune di queste hanno gettato la spugna cessando l’attività (come la Zalf Euromobil) altre invece si sono dovute reinventare (come la MBH Bank che dal 2026 sarà professional). 

La rincorsa al talento ha abbassato l’età media, ora è la categoria juniores al centro di tutto (foto Instagram)
La rincorsa al talento ha abbassato l’età media, ora è la categoria juniores al centro di tutto (foto Instagram)

L’età si abbassa

Quello che sta accadendo a livello juniores è esattamente lo stesso che abbiamo visto tra gli under 23. La rincorsa al giovane talento richiede risorse sempre più grandi e investimenti difficili da portare avanti per singoli imprenditori o realtà locali. Chi può va avanti, forte del suo potere economico. Gli altri invece sono costretti a unire le forze, e se per caso questo non dovesse avvenire si va avanti da soli fino a quando si riesce. 

E’ evidente che la potenza economica dei team WorldTour ha asfissiato il movimento giovanile e allora la domanda sorge spontanea. Perché non immettere quei soldi nel ciclismo giovanile creando partnership solide con diversi team? In questo modo si potrebbe ampliare la sfera di influenza e permettere alle squadre giovanili di fare il loro lavoro. Se ognuna delle squadre WorldTour avesse modo di sostenere una o più formazioni continental si avrebbe un ritorno evidente sul movimento, con un dialogo costante i tecnici potrebbero formare nuove figure e permettere a queste realtà di progredire. 

Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025

L’anno della Vangi e il futuro del ciclismo giovanile

06.12.2025
4 min
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Il team Vangi Sama Ricambi ha conquistato la classifica a squadre riservata alla categoria juniores, un risultato che arriva al termine di una stagione fatta di crescita e di conferme. Matteo Berti, alla guida della formazione toscana da due stagioni, si sta godendo un momento di pausa dall’attività. Anche se la preparazione in vista del 2026 è già iniziata, non in maniera così assidua ma il lavoro non manca (in apertura foto Facebook).  

«Diciamo che siamo in piena preparazione per il prossimo anno – racconta Berti – e inizieremo a fare sul serio tra non molto. Tutto sta andando bene e penso riusciremo a mettere insieme un bel team anche nella stagione che verrà. Mi auguro riusciremo a toglierci delle belle soddisfazioni. 

«Rispetto alla stagione appena conclusa – spiega il diesse – avremo due atleti in meno, passiamo da diciotto a sedici. Ci saranno otto ragazzi al primo anno nella categoria juniores e altri nuovi di secondo anno. Qualitativamente mi sembra una squadra ben assortita».

Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
Il Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata nella stagione 2025 aveva in rosa diciotto ragazzi, la prossima stagione saranno sedici (foto Facebook)
Arrivate da un risultato importante, con la vittoria della classifica a squadre…

Sì, assolutamente. Ci è mancato un po’ qualche risultato importante nelle corse nazionali e internazionali. Però tutti i ragazzi, in generale, si sono comportati bene e questo ci dà sicuramente tanta soddisfazione. A un certo punto della stagione la classifica a squadre è diventata un obiettivo, sia per la società che per i ragazzi. 

Un termometro di una stagione positiva?

Il livello degli altri team che ci siamo messi alle spalle era sicuramente elevato, basti pensare al fatto di aver battuto una realtà come il Team Fratelli Giorgi. Ci siamo portati a casa una bella soddisfazione, ma se dovessi pensare a qualcosa da migliorare direi che sarebbe bello alzare l’asticella negli appuntamenti più importanti. 

Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
L’obiettivo del Team Vangi per il 2026 è migliorare nelle competizioni internazionali (foto Facebook)
Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
L’obiettivo del Team Vangi per il 2026 è migliorare nelle competizioni internazionali (foto Facebook)
Restate una squadra che esce tanto dall’Italia per correre…

Per noi fare un certo tipo di attività anche all’estero è un obiettivo. Una cosa che abbiamo sicuramente notato è che il livello medio si sta alzando parecchio. Gli appuntamenti internazionali diventano importanti per la categoria juniores, perché rappresentano sicuramente una vetrina in prospettiva futura. Purtroppo il ciclismo sta abbassando tanto l’età in cui andare alla ricerca di talenti

In questi anni hai visto corridori diversi, è cambiato tanto il movimento giovanile?

I ragazzi iniziano ad essere consapevoli che si deve andare forte da juniores, chi più e chi meno. Ma ormai questa è la categoria che fa da spartiacque. Rimango convinto che ogni corridore debba fare il proprio percorso. Tutti vogliono andare nei devo team ma si può diventare professionisti facendo anche un cammino parallelo. Gli esempi non mancano, uno su tutti a mio avviso è quello di Fiorelli che nel 2026 correrà con la Visma. Il suo percorso fa capire che il lavoro paga. 

Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
Le squadre juniores chiudono e per i ragazzi è sempre più difficile continuare a correre (foto Facebook)
Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
Le squadre juniores chiudono e per i ragazzi è sempre più difficile continuare a correre (foto Facebook)
Hai avuto in squadra un ragazzo come Sambinello, il pensiero ai devo team era così radicato anche in lui?

Era un ragazzo con una fame agonistica importante, ma non aveva il pensiero di arrivare in un devo team. E’ stata la conseguenza dei risultati fatti nei due anni da juniores. Anche altri miei atleti avevano “fame” agonistica ma senza l’assillo di arrivare. Ora c’è una maggiore ambizione di arrivare in quelle squadre. Continuo a pensare che anche i miei ragazzi passati in team continental (ad esempio Meccia e Toselli, ndr) possano arrivare al professionismo. 

L’anno prossimo mancheranno squadre come il Team Fratelli Giorgi o l’Aspiratori Otelli, che cambiamento sarà?

Strano e non facile da digerire. Il confronto con certe realtà fa crescere i corridori e noi come squadra. Non sarebbe corretto pensare che senza di loro il cammino possa essere più agevole, anche perché molti ragazzi rischiano di rimanere senza squadra. E’ un aspetto che ho notato già quest’anno.

Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
L’attenzione verso la categoria cresce continuamente, gli atleti lo sanno e già sono alla ricerca di risultati e prestazioni
Team Vangi Sama Ricambi Il Pirata 2025
L’attenzione verso la categoria cresce continuamente, gli atleti lo sanno e già sono alla ricerca di risultati e prestazioni
E’ già così evidente?

Molti dei miei corridori hanno fatto fatica a trovare una sistemazione da under 23, sono arrivati a firmare contratti in inverno. Cosa che sinceramente non ci era capitata in precedenza. Il rischio è che con la chiusura di qualche team e la rincorsa ai talenti l’imbuto si restringa già agli allievi, escludendo tanti ragazzi da questo sport.

Alexander Konychev vive a San Marino ed è stato ospite d'onore della festa del Comitato Provinciale FCI di Rimini (foto facebook)

Konychev “torchiato” dai più piccoli: loro chiedono, lui risponde

03.12.2025
7 min
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C’è sempre un momento in cui un adulto torna bambino grazie proprio al loro modo di vedere le cose. E’ stato così anche per Alexander Konychev durante la festa di fine stagione del Comitato Provinciale FCI di Rimini (foto in apertura). Sono appuntamenti sempre attesi dai ciclisti più giovani non solo per gli eventuali riconoscimenti, ma anche per poter avvicinare chi è una loro fonte di ispirazione. E per un pro’ è altrettanto bello rivedersi in chi sogna di diventare come lui.

Si è calato molto bene nella parte il 27enne della Voralberg, nonostante nei suoi inizi sportivi non ci sia stato quel ciclismo di cui suo padre Dimitri è stato uno dei migliori interpreti tra fine anni ‘80 e inizi 2000. Alexander infatti ha giocato a calcio fino a 16 anni. Era un mediano dai piedi buoni tanto da guadagnarsi provini per le giovanili dell’Hellas Verona, squadra per la quale simpatizzava.

Poi è scattata la scintilla per la bici, la stessa che ha ritrovato negli occhi dei suoi giovani interlocutori riminesi anche quando ha messo in palio diversi capi del suo abbigliamento da corridore. A rendere l’atmosfera più magica una lotteria gratuita messa in atto dallo zampino dello speaker Ivan Cecchini. Ogni ragazzino con un tagliando numerico, un’urna per le estrazioni e maglie, guanti, cappellini, calzini e gabbe come premi. E all’orizzonte Konychev – che nel 2026 correrà con un team continental in estremo Oriente – vuole coinvolgere tanti suoi colleghi in iniziative verso i più giovani.

Dopo due anni alla Voralberg, Konychev nel 2026 correrà nella continental China Anta-Mentech Cycling Team (foto MWG)
Dopo due anni alla Voralberg, Konychev nel 2026 correrà nella continental China Anta-Mentech Cycling Team (foto MWG)
Dopo due anni alla Voralberg, Konychev nel 2026 correrà nella continental China Anta-Mentech Cycling Team (foto MWG)
Dopo due anni alla Voralberg, Konychev nel 2026 correrà nella continental China Anta-Mentech Cycling Team (foto MWG)
Alexander com’è andato il botta e risposta con i giovani corridori?

E’ andato molto bene, ho risposto a tante cose. Le società presenti si erano organizzate in modo da avere una serie di domande diverse fra loro. Mi hanno chiesto aspetti legati al mondo dei pro’, le gare che mi ricordo di più, le mie esperienze in generale. Diciamo che erano le classiche curiosità da ragazzini, in particolare su come ci si allena in inverno.

Che effetto fa essere ospite di eventi del genere?

Mi ha fatto davvero tanto piacere, innanzitutto perché c’erano tutte le categorie di Rimini e perché ci sono tanti giovanissimi che vanno in bici a fronte di alcune società che purtroppo hanno chiuso. E’ sempre bello confrontarsi con i più piccoli perché hanno tante ambizioni e ti accorgi che basta poco per renderli felici o dargli una motivazione in più. Vivo a San Marino dal 2022, come tanti altri pro’ e per la prossima primavera mi piacerebbe organizzare una pedalata assieme tra noi e loro.

In un certo qual modo ti sei rivisto in loro?

Ho iniziato a correre in bici da junior del primo anno, quindi relativamente tardi, specie per i tempi attuali. Però mi sono ricordato di quando ero un piccolo calciatore che aveva David Beckham come idolo, malgrado non giocassi nel suo ruolo. Tuttavia devo dire che anche il ciclismo giovanile è cambiato in modo esponenziale negli ultimi anni. Quando ero junior ho avuto la possibilità e il privilegio di correre mondiale ed europeo. Ricordo che ci allenavamo dopo la scuola quasi come se fosse uno svago, intensificando più seriamente gli allenamenti solo sotto data per le gare più importanti.

Hai trattato anche questo argomento con i ragazzini?

Certo, è quasi impossibile non farlo. Non sono vecchio, ma quando ho iniziato a correre tutti riuscivano a passare junior e di conseguenza uno sbocco tra gli U23 lo trovavi sempre. Ora gli allievi devono fare risultato, altrimenti non riescono a trovare una squadra tra gli juniores. E se consideriamo che molte squadre chiudono, ti ritrovi che questi ragazzi per non smettere devono andare fuori provincia o regione per correre. E tutto ciò diventa molto impegnativo anche per i genitori.

E’ solo una questione di aspettative?

Sicuramente le differenze delle disponibilità economiche nelle categorie giovanili fra le varie società condizionano molte cose. Avendo fatto diversi anni tra i pro’ temo per il futuro di questi ragazzini. Hanno tante, troppe pressioni. Se poi un allievo mostra doti da corridore a tappe, che sono sempre meno a differenza di altri tipi di corridori, iniziano ad instradarlo su ogni cosa fin da subito col rischio che poi arrivi agli anni decisivi già stanco di un certo tipo di vita. E nessuno si ricorda che hanno 16 anni.

Difficile essere adolescenti in questo ciclismo, non trovi?

Secondo me sì. Juniores e U23 vivono un’età particolare, dove fai fatica a rinunciare agli amici o alla ragazza. Oppure molti mollano la scuola per inseguire il sogno di diventare pro’, senza pensare alle conseguenze. So che è così perché anch’io avevo avuto pensieri del genere, ma il diploma di maturità l’ho conseguito.

Hai fatto bene perché la scuola è importante, ma perché non hai “ceduto” a quella tentazione?

Perché devi riflettere anche quando ti va tutto bene in bici. Tutte le cose prima o poi finiscono, a volte anche all’improvviso e devi sapere cosa potrai fare quando non correrai più in bici. Un diploma della maturità serve sempre, tante volte mi sono ritrovato a parlare di questo con molti miei colleghi. Alcuni mi dicono che non saprebbero cosa andare a fare, anche perché dopo tanti anni che sei in questo mondo, è difficile uscirne o pensare di trovare un lavoro diverso o lontano dalle gare.

Alexander Konychev ha pensato al “piano B” in questi anni?

Mi sono messo avanti in questo senso. Assieme ad Alessandro Fedeli abbiamo un’attività di bike-fitting e preparazione atletica sia a Bussolegno che a San Marino (FBLab studio, ndr), però non mi dispiacerebbe lavorare nell’ambito turistico visto che parlo molto bene diverse lingue. Vivo in una zona in cui ci sono tanti bike-hotel e a Rimini ci sono le persone giuste che potrebbero aiutarmi per questo lavoro. Nel frattempo però ho capito che mi piace ancora pedalare e correre.

Appunto, l’anno prossimo correrai col China Anta-Mentech Cycling Team. Raccontaci di questa nuova avventura?

Quest’anno sono riuscito a vincere quattro gare e, seppur siano minori, vi garantisco che ormai è difficile vincere in qualsiasi corsa. Ho ritrovato quelle motivazioni che avevo smarrito dopo la stagione in Corratec. Mi spiace lasciare la Voralberg, che mi ha accolto bene, dopo due annate molto belle nelle quali c’è stata una grande armonia. Fino a settembre ho assaporato la possibilità di ritornare in un formazione professional, ma non più sentito nessuno. Ho dovuto quindi resettare cercando nuovi stimoli ed anche un calendario più adatto a me.

Una chiacchiera e una stretta di mano con un pro'. Basta poco per rendere magici certi momenti dei giovani ciclisti
Una chiacchiera e una stretta di mano con un pro’. Basta poco per rendere magici certi momenti dei giovani ciclisti
Una chiacchiera e una stretta di mano con un pro'. Basta poco per rendere magici certi momenti dei giovani ciclisti
Una chiacchiera e una stretta di mano con un pro’. Basta poco per rendere magici certi momenti dei giovani ciclisti
Cosa intendi?

La Voralberg è una buona formazione che ha sempre disputato gare dure, seguendo la sua indole, ed io le ho corse volentieri, anche mettendomi al servizio dei compagni nonostante le mie caratteristiche siano altre. Ad esempio lo scalatore tedesco Jannis Peter passerà alla Unibet Rose Rockets grazie alle sue prestazioni, ma per me sarebbe stato più difficile restare e cercare di mettermi in mostra. Così ho accettato la buona proposta della squadra cinese che correrà tanto in Europa in gare più inclini a me. L’obiettivo è di provare a guadagnarmi ancora l’attenzione di qualche ProTeam.

A destra Giuseppe Di Fresco e al suo fianco Riccardo Del Cucina, Team Casano Stabbia 2025

Di Fresco fa le valige e trasloca al CPS Professional Team

02.12.2025
4 min
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L’ultimo anno per Giuseppe Di Fresco è stato tutto tranne che facile. L’operazione dell’aorta dopo il malore avuto nell’estate del 2024 gli ha portato non poche complicazioni. Una delle ultime è una operazione da programmare nei prossimi mesi, sempre all’aorta. A dargli una mano in questo momento difficile ci hanno pensato in tanti, in prima battuta Pino Toni, amico e preparatore che ha preso in mano parte della gestione del Team Casano. La leggerezza e la voglia di fare dei suoi ragazzi gli ha permesso di godersi una bella annata, con tante soddisfazioni. A lasciare indietro qualcosa il diesse toscano proprio non ci pensa, il ciclismo farà ancora parte della sua routine, anche se in maniera diversa. 

La grande novità in vista del 2026 è l’uscita da parte di Di Fresco e del suo staff dal Team Casano, si sposteranno tutti al CPS Professional Team

«In estate, ad agosto – ci racconta Di Fresco – era stato portato avanti da me in prima persona grazie all’amicizia che mi lega al presidente del CPS Professional Team: Clemente Cavaliere. Volevamo unire le forze per allargare i nostri orizzonti e arrivare a fare una bella attività il prossimo anno».

Pino Toni, Team Casano Stabbia
Pino Toni, preparatore del Team Casano Stabbia nel 2025, seguirà Di Fresco nella sua nuova avventura al CPS Professional Team
Pino Toni, Team Casano Stabbia
Pino Toni, preparatore del Team Casano Stabbia nel 2025, seguirà Di Fresco nella sua nuova avventura al CPS Professional Team
Com’era stata pensata la collaborazione?

L’obiettivo era di fare una società con affiliazione plurima in Toscana e Campania, ma a livello economico i costi si sarebbero alzati di molto. Infatti per regolamento avremmo dovuto pagare tutti i punteggi per spostare i corridori da un Comitato Regionale all’altro. Di conseguenza ci siamo fermati e si era deciso che avremmo portato avanti il tutto ma con una squadra sola.

In che modo?

La formazione avrebbe preso il nome di CPS Team Casano, e questo ci avrebbe permesso di risparmiare qualcosa. Anche perché lo Stabbia, con il quale avevamo l’affiliazione plurima, ha deciso di chiudere. Poi tutto è saltato e dell’accordo non se n’è fatto più niente. Tutto lo staff, tra cui il sottoscritto, ed alcuni corridori, ci sposteremo al CPS Team. 

Riccardo Del Cucina, Toscana, Team Casano Stabbia
Con la chiusura del G.S. Stabbia il Casano ha cercato altre formazioni con cui fare un’affiliazione plurima, la scelta era ricaduta sul CPS
Riccardo Del Cucina, Toscana, Team Casano Stabbia
Con la chiusura del G.S. Stabbia il Casano ha cercato altre formazioni con cui fare un’affiliazione plurima, la scelta era ricaduta sul CPS
Il progetto era principalmente economico?

Quando due società decidono di mettere insieme le forze, di solito, è un modo per darsi una mano a vicenda. L’accordo con il CPS Team ci avrebbe permesso di ampliare un po’ i nostri orizzonti e di realizzare una doppia attività. Ne sarebbe nata una squadra unica composta da diciotto o diciannove ragazzi. Alla fine però la trattativa non è andata a buon fine e noi abbiamo deciso di spostarci al CPS Team. 

Come mai lasciare il Casano e non proseguire con loro?

Il Casano per me è una seconda famiglia e sono stato benissimo. Tuttavia in questo frangente sentivo che le cose non sarebbero potute andare avanti come prima. Verrà con me anche tutto lo staff che negli anni ho reclutato: Pino Toni, Alessandro Mansueto e anche il nutrizionista. Ci seguiranno anche alcuni dei ragazzi con cui abbiamo già lavorato nel 2025 (i primi anni, ndr) e anche quelli che avevo preso in estate dalla categoria allievi. 

All’interno del CPS Professional Team entrerà a far parte anche Francesco Casagrande
All’interno del CPS Professional Team entrerà a far parte anche Francesco Casagrande
Sembra di capire che la squadra sarà comunque con un numero elevato di corridori…

Avremo sempre tra i diciotto e i diciannove atleti, probabilmente prenderemo qualche ragazzo straniero. L’attività sarà comunque doppia, con un calendario internazionale. Grazie a Stefano Garzelli abbiamo ricevuto un invito per una corsa a tappe in Spagna. Probabilmente ne aggiungeremo un’altra. All’interno dello staff entrerà anche Francesco Casagrande, fino al 2025 era con gli allievi alla Iperfinish. Però visto che abbiamo preso con noi tre dei suoi ragazzi lo abbiamo coinvolto con noi. 

Team Coratti 2025, campione italiano juniores, Vincenzo Carosi

Fusione saltata: il Team Coratti riparte con le proprie forze

28.11.2025
4 min
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Il comunicato che annuncia come la Borgo Molino Vigna Fiorita e il Team Coratti proseguiranno separatamente il loro percorso nella categoria juniores misura poche righe. Si parla di una scelta presa in comune accordo per assicurare ai giovani il giusto spazio per correre e mettersi in mostra. In calce ci sono le dichiarazioni dei rispettivi presidenti, Pietro Nardin per la Borgo Molino e Simone Coratti per il Team Coratti (in apertura, immagine photors.it). 

L’uscita dal team Borgo Molino di Cristian Pavanello, che ci aveva anticipato di tale separazione, ha levato l’ossigeno al fuoco, spegnendolo in maniera inesorabile. 

«La situazione di Pavanello ci ha spiazzati – racconta Simone Coratti – era stato lui stesso a proporre la fusione con il nostro team. Il tutto era nato dalla conoscenza e dall’amicizia che lo lega al nostro diesse, ragionano allo stesso modo e avevano trovato un’idea per portare avanti un progetto ambizioso».

In foto i due presidenti (a sx Simone Coratti, a dx Pietro Nardin) alla firma del contratto per la fusione tra i due team, poi saltata
In foto i due presidenti (a sx Simone Coratti, a dx Pietro Nardin) alla firma del contratto per la fusione tra i due team, poi saltata

Il proprio giardino

Nel momento in cui Cristian Pavanello ha lasciato la formazione veneta, le cose sono cambiate e certe dinamiche sono state riscritte. 

«La Borgo Molino – prosegue Simone Coratti – sarà gestita da Luciano Rui e così dopo l’addio di Pavanello ci è stato comunicato che la fusione non si sarebbe più fatta. Avevamo già tutto pronto: dalle bici, che ci avrebbe fornito la Borgo Molino, a un’idea di calendario. C’era anche una rosa di quindici atleti, sei loro e nove nostri».

Team Coratti 2025 (foto Instagram)
Con l’accordo tra i due team per i ragazzi laziali si sarebbero aperte le porte per un calendario di maggior spessore (foto Instagram)
Team Coratti 2025 (foto Instagram)
Con l’accordo tra i due team per i ragazzi laziali si sarebbero aperte le porte per un calendario di maggior spessore (foto Instagram)
Dall’avere tutto pronto a ripartire da zero…

Avevamo anche in mente di fare qualche esperienza internazionale in più, cosa che ho sempre voluto fare ma è difficile da gestire, soprattutto quando si ha una squadra nel Centro Italia. L’obiettivo era di creare una doppia attività e di unire le forze per le corse di livello più alto portando i migliori atleti.

L’accordo era per trovare maggior forza economica?

In realtà sono sempre andato avanti da solo, e con qualche piccolo sponsor. Nel Lazio è difficile trovare realtà che vogliono investire nel ciclismo. Andrò avanti ancora con le mie forze, per fortuna non avremo particolari difficoltà a proporre l’attività che abbiamo sempre fatto. Non nascondo che con il potenziale economico della Borgo Molino (ma il sostegno sarebbe stato reciproco, ndr) avremmo potuto guardare a qualche appuntamento in più all’estero. Anche perché l’asticella nella categoria juniores si sta alzando parecchio.

Team Coratti, campione itlaiano juniores 2025, Vincenzo Carosi (foto Instagram)
Il Team Coratti nel 2026 vestirà ancora la maglia tricolore: il campione italiano juniores, Vincenzo Carosi, rimane in rosa (foto Instagram)
Team Coratti, campione itlaiano juniores 2025, Vincenzo Carosi (foto Instagram)
Il Team Coratti nel 2026 vestirà ancora la maglia tricolore: il campione italiano juniores, Vincenzo Carosi, rimane in rosa (foto Instagram)
Andrete avanti con i nove ragazzi che avete selezionato?

Sì, nel Lazio non ci mancano gli atleti. Anzi, se avessimo saputo prima di questa scelta, magari avremmo allargato la rosa con altri due o tre ragazzi. Il problema da noi è che per fare attività devi sempre andare in trasferta. Non siamo in Toscana o nel Nord Italia dove ci sono tante corse. Qui si deve viaggiare tanto per trovarle ed economicamente questo è un peso. 

Siete già a buon punto per la programmazione del 2026?

Per l’abbigliamento abbiamo Volata, che avrebbe realizzato le divise in caso di fusione, che ci darà comunque supporto fornendoci i kit. Le bici dovrebbero essere a posto, sto sentendo un po’ di persone e siamo vicini a un accordo. Mentre per lo staff resteremo gli stessi, non avremo innesti nuovi. Fortunatamente abbiamo tante persone a sostenerci e darci una mano. Una cosa è certa: il pallino di fare un’esperienza all’estero mi è rimasto, vorrei riuscire a fare questo regalo ai miei ragazzi. 

Campionato italiano juniores Trieste 2025, Lazio, Team Coratti, Vincenzo Carosi
La Rappresentativa Lazio festeggia con Carosi il tricolore juniores (Photors.it)
Campionato italiano juniores Trieste 2025, Lazio, Team Coratti, Vincenzo Carosi
La Rappresentativa Lazio festeggia con Carosi il tricolore juniores (Photors.it)

Il senso delle parole di Simone Coratti è chiaro: l’accordo con la Borgo Molino Vigna Fiorita non avrebbe salvato una squadra, ma avrebbe concesso più spazio e maggiori occasioni a ragazzi che, per correre ogni domenica, sono chiamati a fare tanti sacrifici. Chiunque segue e lavora nel ciclismo giovanile sente spesso la parola: “sacrificio”. Allora, se questa unione avrebbe dato un sostegno a una realtà che fa parte di questo movimento perché negare l’aiuto? Si parla tanto di come risollevare il ciclismo giovanile, ma se non si tende la mano al proprio vicino diventa difficile pensare di creare una rete in grado di salvarci.

77 Coppa Dino Diddi - Agliana (Pt), allievi, gruppo (photors.it)

Allievi precoci o forti davvero? Un tema spinoso

25.11.2025
4 min
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Ci sono ancora gli allievi mingherlini e minuti, destinati col tempo a crescere, fino a diventare dei veri corridori? Oppure la prorompente fisicità di questo periodo lascia spazio solo ai fisici più sviluppati, chiudendo le porte in faccia agli altri? Siamo certi però che i risultati ottenuti da atleti in anticipo sui tempi della crescita siano destinati a ripetersi anche in età più adulta?

I ragionamenti di Alberto Puerini, direttore sportivo marchigiano, e le statistiche elaborate nei giorni scorsi da Gabriele Gentili meritano un approfondimento. Per questo ci siamo rivolti a Diego Bragato, responsabile del settore performance della Federazione. Il suo compito, fra gli altri, è quello di testare i corridori più giovani: soprattutto gli juniores, ma anche gli allievi di secondo anno e i giovani di Silvia Epis per gli Eyof, il Festival Olimpico Estivo della Gioventù Europea. E’ solo una sensazione che gli allievi siano mediamente più strutturati che in passato?

«E’ una cosa generale – risponde Bragato – fisicamente sono più strutturati. Finalmente, dopo anni che lo ripetiamo nei corsi di formazione, sta passando l’idea che dobbiamo guardare l’atleta prima che il ciclista e quindi strutturalmente da qualche anno i ragazzi sono soprattutto atleti».

Diego Bragato è il responsabile del Team Performance della FCI e con Villa tecnico della nazionale femminile della pista
Diego Bragato è il responsabile del Team Performance della FCI e con Villa tecnico della nazionale femminile della pista
Può essere anche, come dice Puerini, la conseguenza di un maggior ricorso alla palestra?

C’è più attenzione, perché probabilmente nelle palestre c’è più professionalità. Sanno valutare il momento in cui effettivamente si può iniziare a lavorare anche sulla forza. Appena un ragazzo ha raggiunto la maturità fisiologica, sessuale e ormonale per assimilare i lavori sulla forza, è giusto lavorarci. Probabilmente come evoluzione siamo arrivati al punto in cui questo momento si è un po’ anticipato.

Esistono ancora gli allievi mingherlini che hanno bisogno di più tempo?

Ci sono, ne abbiamo ancora alcuni che devono sviluppare, ma in percentuale minore rispetto a qualche anno fa.

C’è il rischio che la precocità degli altri diventi per loro un ostacolo insormontabile?

Sì, certo, anche come conseguenza del fatto che si cerca di performare al meglio negli juniores. Quelli che tendono a maturare dopo purtroppo vengono danneggiati, infatti secondo me non bisogna dimenticarsi che alcuni hanno tempi di maturazione diversi. Bisognerebbe guardare anche indietro e lasciare una finestra aperta negli under 23 a chi viene fuori un po’ dopo. Perché comunque negli juniores c’è una grande differenza fra essere nati a gennaio oppure a dicembre.

Per quello che vedi dai test, si tende a lavorare di più con gli allievi?

Non ho in mano molti dati, però seguo quelli che fanno risultati importanti ed effettivamente i carichi di lavoro sono aumentati. Questo, come dicevamo, per il fatto che la categoria juniores è diventata ancora più importante. E’ come se gli juniores di oggi fossero gli U23 di ieri e di conseguenza gli allievi lavorano come gli juniores di qualche anno fa. Detto questo, secondo me è ancora prematuro aumentare il volume di lavoro negli allievi, perché le differenze fisiologiche di sviluppo sono ancora più marcate che negli juniores. La differenza tra l’età cronologica e l’età biologica è ancora molto ampia, quindi è presto per volere certe prestazioni.

Le Fiumane, 1ª tappa, Andrea Endrizzi (VC Città di Marostica)
Con 8 vittorie, 11 secondi posti e 2 terzi, Andrea Endrizzi del VC Marostica è stato uno degli allievi più in vista del 2025 (photors.it)
Le Fiumane, 1ª tappa, Andrea Endrizzi (VC Città di Marostica)
Con 8 vittorie, 11 secondi posti e 2 terzi, Andrea Endrizzi del VC Marostica è stato uno degli allievi più in vista del 2025 (photors.it)
Gli allievi hanno ancora i rapporti limitati: bene o male?

Per come la vedo io, un bene. Magari ci fa perdere qualcosina a livello internazionale, perché quando da juniores si mescolano le carte, chi ha già lavorato con certi rapporti anticipa i tempi. Però secondo me non è un problema: volendo lavorare nella giusta prospettiva di tempo, hai tutto il tempo per recuperare quel gap.

Credi che il passaggio ai rapporti liberi sia ancora un ostacolo molto alto?

Se parliamo degli atleti con cui lavoriamo noi, non lo è. Sono atleti strutturati, grandi, fisicamente forti. Ma se penso alle società che hanno in mano anche i ragazzi non ancora sviluppati fisicamente, la situazione è più difficile da gestire. Dovranno essere bravi a gestire il passaggio.

E brave dovranno essere le squadre degli juniores italiane e straniere – ci permettiamo di annotare – che cadono sempre più di frequente nel facile tranello di prendere i ragazzi che vincono tanto a 16 anni, lasciando scivolare via coloro che avrebbero le potenzialità per farlo in maniera importante dopo i 20. Tutto e subito: non è mai stata una regola redditizia nella vita quotidiana, figurarsi in uno sport faticoso come il ciclismo.

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)

Pavanello e Borgo Molino: i motivi dietro l’addio

22.11.2025
5 min
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Quattro anni da corridore e poi altri ventisei in ammiraglia, a seguire, allenare, parlare e veder crescere giovani di generazioni tanto diverse ma con un’unica passione: il ciclismo. Le strade di Cristian Pavanello e della Borgo Molino Vigna Fiorita si sono separate dopo trent’anni, una scelta difficile ma necessaria. Il cammino intrapreso insieme è giunto a un bivio e non è stato più possibile proseguire l’uno accanto all’altro (in apertura Photors.it). 

«Ho fatto il diesse per tanti anni – racconta Pavanello quando lo chiamiamo per raccontarci questa storia – ma non sono io il padrone di casa. In queste situazioni nel momento in cui non sei d’accordo con determinate scelte è il momento di voltare pagina. La stagione 2025 non è stata una delle migliori, ma in tanti anni di attività possono capitare delle annate storte. Abbiamo avuto degli infortuni che ci hanno rallentati, succede e si guarda avanti».

Cristian Pavanello, Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Cristian Pavanello dopo 26 anni lascia la Borgo Molino Vigna Fiorita (Photors.it)
Cristian Pavanello, Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Cristian Pavanello dopo 26 anni lascia la Borgo Molino Vigna Fiorita (Photors.it)
Tuttavia le strade si dividono…

Chi è a capo del team ha voluto fare dei cambiamenti sui quali non mi trovavo d’accordo. Si è voluto inserire del personale nuovo che avesse un collegamento con squadre WorldTour, sinceramente mi è sembrato un passo fin troppo grande. E’ normale che dopo tanti anni si provi a cambiare, tutti cerchiamo di restare aggiornati e seguire i tempi. 

Quale aspetto non ti ha convinto?

Si vogliono apportare determinati cambiamenti in una categoria, quella juniores, nella quale i ragazzi hanno ancora tante altre cose a cui pensare. Prima tra tutte la scuola. Il ciclismo in età giovanile e adolescenziale non dovrebbe essere visto come una professione, eppure questo già succede. Ci sono ragazzi che lasciano gli studi.

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Il 2025 è stato un anno difficile ma non privo di soddisfazioni, qui la vittoria al GP Rinascita, la corsa di casa del team (Photors.it)
Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Il 2025 è stato un anno difficile ma non privo di soddisfazioni, qui la vittoria al GP Rinascita, la corsa di casa del team (Photors.it)
Un mondo, in generale, nel quale si fa fatica a riconoscersi?

Sono arrivate anche qui (tra gli juniores, ndr) le società satellite dei team WorldTour. Per fronteggiare e competere contro queste armate non basta dire: «Facciamo come loro». Stiamo parlando di realtà con budget praticamente illimitati e un numero di personale decisamente superiore e qualificato. Per restare al passo con i tempi serve fare scelte ponderate, non basta la voglia di simulare ciò che fanno questi team. 

In Italia è possibile?

Partiamo dal dire che il regolamento federale non aiuta, non è colpa della Federazione perché per aggiornarci serve tempo e mettere d’accordo tante teste (troppe forse, ndr). Ma facciamo un paragone.

I devo team juniores hanno alzato il livello, rendendo difficile per le squadre italiane il confronto, qui la Grenke Auto Eder in parata al 37° Trofeo GD Dorigo (foto Instagram/ATPhotography)
I devo team juniores hanno alzato il livello, rendendo difficile per le squadre italiane il confronto, qui la Grenke Auto Eder in parata al 37° Trofeo GD Dorigo (foto Instagram/ATPhotography)
Prego…

Un devo team juniores può prendere ragazzi di tante nazionalità diverse, senza limiti (il Team Grenke-Auto Eder nel 2025 aveva nove ragazzi di sette nazionalità differenti, ndr). Una squadra juniores italiana può prenderne al massimo uno e poi due atleti con un punteggio superiore a 35. Va da sé che nel confronto non si parta ad armi pari, anche perché ogni domenica corri contro atleti di livello internazionale e noi abbiamo al massimo uno o due ragazzi che possono competere (ne è esempio il successo in parata della stessa Grenke-Auto Eder al Trofeo Dorigo, ndr). 

Guardiamo all’estero ma il confronto è difficile?

E’ tutto completamente diverso, hanno capacità e metodi che per noi sono impossibili da replicare. Pensate al calendario, questi devo team possono correre all’estero quando vogliono. Lo staff e il personale sono pagati e fanno questo di lavoro. In Italia ci basiamo ancora sul volontariato: sacrosanto e per fortuna che esista, ma non si può competere. 

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
In Italia il movimento juniores si è sempre basato su solide realtà, ma la crisi è evidente (Photors.it)
Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
In Italia il movimento juniores si è sempre basato su solide realtà, ma la crisi è evidente (Photors.it)
Impossibile farlo ora, ma in futuro?

Penso sia possibile, ma si deve fare tutto grado per grado. E prima di quei cambiamenti portati avanti dal team si devono fare altre cose. Ad esempio c’è il discorso dei materiali: biciclette, abbigliamento, ecc… I devo team si basano sulle squadre WorldTour, possono offrire all’atleta un supporto illimitato. Da noi avere due o tre biciclette, poi la bici da cronometro e kit nuovi ogni mese è impossibile

Di squadre che sanno lavorare bene ce ne sono anche da noi…

Chiaramente davanti all’offerta dall’estero un ragazzo si fa attrarre, così come la famiglia. Sembra che in Italia non siamo più bravi a fare nulla, non penso sia vero. Abbiamo le nostre qualità, certo per competere con determinate realtà si fa fatica. Ma ci siamo sempre difesi.

L’accordo tra Borgo Molino e Coratti era stato siglato tra i due presidenti, Pietro Nardin e Simone Coratti. Poi il dietrofront di questi giorni
L’accordo tra Borgo Molino e Coratti era stato siglato tra i due presidenti, Pietro Nardin e Simone Coratti. Poi il dietrofront di questi giorni
E’ notizia di qualche giorno fa che la Borgo Molino e il Team Coratti non si uniranno più.

Era un’iniziativa portata avanti da me, negli anni ne abbiamo fatte tante tra Italia ed estero. Non so come mai non sia proseguita la cosa. Io avevo fatto incontrare i due presidenti delle squadre che poi erano arrivati a trovare l’accordo, ma è saltato tutto. A mio avviso era una bella iniziativa. Va bene ambire al WorldTour (l’obiettivo dichiarato della Borgo Molino è diventare devo team entro cinque anni, ndr) ma prima sarebbe stato meglio aprire gli occhi e allargare il bacino d’utenza in Italia.

Patrik Pezzo Rosola, Guerciotti

Pezzo Rosola: gli obiettivi nel cross e il rapporto con i devo team

21.11.2025
4 min
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A sentirlo Patrik Pezzo Rosola dà l’impressione di essere uno di quegli adolescenti sornioni, una montagna di ricci neri e gli occhi attenti, pronti a scrutare qualsiasi cosa gli passi intorno. Il suo secondo anno nella categoria juniores si è aperto con la stagione di ciclocross, nella quale il figlio d’arte ha trovato ottimi risultati. Tra questi un secondo posto al campionato europeo di categoria, chiuso alle spalle di Filippo Grigolini, un risultato dolce-amaro digerito quasi subito e accompagnato da una vittoria lo scorso fine settimana.

Ora il secondo dei fratelli Pezzo Rosola è a casa a riposare dopo uno dei tanti allenamenti. La scuola è finita questa estate, ma in famiglia c’è sempre da dare una mano e papà Paolo e mamma Paola non lo lasciano troppo tranquillo

«Stamattina mi sono allenato – ci racconta – ora mi sto riposando un pochino. Gioco alla Playstation e mi occupo di qualche faccenda domestica, diciamo che finita la scuola ho un po’ di libertà in più, ma non troppe».

Patrik Pezzo Rosola, Guerciotti, Aigle (foto FCI)
Patrik Pezzo Rosola in maglia tricolore festeggia la vittoria ad Aigle ottenuta lo scorso fine settimana (foto FCI)
Patrik Pezzo Rosola, Guerciotti, Aigle (foto FCI)
Patrik Pezzo Rosola in maglia tricolore festeggia la vittoria ad Aigle ottenuta lo scorso fine settimana (foto FCI)
Come sta andando questo inizio di stagione?

Bene, tra poco partiremo per la prima tappa di Coppa del mondo di ciclocross con la nazionale, correremo a Tabor. Partirò giovedì, andrò su in camper insieme ai miei genitori, mentre il resto del team arriverà venerdì. Ho scelto di viaggiare con qualche comodità in più e di arrivare un giorno prima per allenarmi là. 

Ti senti pronto per il debutto?

Sì, sono abbastanza fiducioso, la condizione c’è. Mi preoccupa leggermente il rapporto con il freddo. Fino ad adesso ci è andata bene, a Tabor però ci aspettano temperature minime sotto lo zero e non sarà facile. Anche perché domenica correremo alle 8,50 del mattino.

Patrik Pezzo Rosola, nazionale, europeo ciclocross 2025
Patrik Pezzo Rosola ha conquistato un ottimo argento all’europeo di cross a inizio novembre
Patrik Pezzo Rosola, nazionale, europeo ciclocross 2025
Patrik Pezzo Rosola ha conquistato un ottimo argento all’europeo di cross a inizio novembre
Smaltita la delusione per l’europeo?

Sì, l’ho metabolizzata subito, anche perché la sera prima ho saputo che c’erano problemi con l’omologazione delle nostre bici (il problema per cui è stata squalificata Giorgia Pellizotti, ndr) e ho avuto modo di utilizzare quella di Mattia Agostinacchio. Considerando tutta la situazione, il secondo posto è stato un ottimo risultato. 

In che modo hai approcciato questo secondo anno da junior?

Convinto, sapevo di essere uscito in crescendo dalla stagione passata. Nel ciclocross ho come obiettivi la Coppa del mondo e il mondiale. Il programma fatto insieme al team Guerciotti è interessante e volto a preparare al meglio ogni appuntamento. Dopo le prime tappe di Coppa correrò un po’ in Belgio con il team. Di quei posti mi piace l’atmosfera che si respira, nessuno vive il ciclocross come i belgi, mi diverto davvero tanto. 

Patrik Pezzo Rosola, strada, Assali Stefen Makro 2025 (Photors.it)
Nel 2026 Patrik Pezzo Rosola continuerà a correre con la Assali Stefen Makro su strada (Photors.it)
Patrik Pezzo Rosola, strada, Assali Stefen Makro 2025 (Photors.it)
Nel 2026 Patrik Pezzo Rosola continuerà a correre con la Assali Stefen Makro su strada (Photors.it)
Tra cross e strada hai fatto un primo anno da junior davvero convincente, sono arrivate anche per te le chiamate dei devo team?

Qualcuno è venuto a parlarmi, così come tutte le squadre italiane. La scorsa estate è venuta la Bora a parlarmi, con l’idea di farmi fare il secondo anno da juniores con loro. Ne ho parlato con la mia famiglia e il mio procuratore, ma non eravamo convinti. Io stesso non me la sentivo di fare un salto così grande ancora da junior.

Perché?

La Red Bull-BORA è un team forte e importante, dove però le richieste e le pressioni sono maggiori rispetto a una normale squadra juniores. Queste devo guardano già alla vittoria e chiedono risultati. Io invece ho preferito restare ancora con l’Assali Stefen Makro, così da crescere e stare tranquillo. Con la squadra mi trovo bene, staff e compagni li conosco, per cui non avevo motivo di lasciarli. Ho preferito fare le cose in maniera più regolare, concedendomi il tempo per crescere e maturare. 

I risultati della scorsa stagione hanno acceso i riflettori sul più giovane dei fratelli Pezzo Rosola ma per i devo team ci sarà tempo da U23
I risultati della scorsa stagione hanno acceso i riflettori sul più giovane dei fratelli Pezzo Rosola ma per i devo team ci sarà tempo da U23
Invece da under 23?

Lì il discorso cambia e passare in un devo team è un mio obiettivo. Dopo l’europeo di ciclocross qualche chiamata è già arrivata. Spero di concludere la stagione del fango con un accordo già in tasca. Mi piacerebbe anche trovare un devo team che mi faccia continuare a correre nel cross, ma questo si vedrà.

Canturino, Rossella Ratto, nutrizionista

Canturino, un anno dopo: 10 domande (+1) alla nutrizionista

09.11.2025
6 min
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Un anno dopo, o quasi, il primo incontro tra la nutrizionista Rossella Ratto e i ragazzi del Canturino torniamo a fare un punto. I corridori della categoria juniores, ragazzi e ragazze, della formazione lombarda hanno corso questa stagione con il supporto di una figura importante come quella della nutrizionista. Non un modo per estremizzare, ma per educare e imparare a lavorare e confrontarsi con un mondo nel quale è facile perdersi: quello della nutrizione e dell’integrazione legata allo sport

«Anche per me è stata una prima esperienza nel lavorare e coordinare una squadra giovanile – racconta la nostra nutrizionista Rossella Ratto – e inizialmente pensavo che sarebbe stata una pazzia. Con i ragazzi non è mai semplice lavorare perché si è sempre sul filo tra educazione alimentare e una dieta in cui vai a vedere i dosaggi e le grammature». 

Dieta? No, grazie

Un lavoro, quello di Rossella Ratto, che è stato in costante equilibrio e in continua evoluzione. I ragazzi si sono messi alla prova, imparando come si gestisce un aspetto importante come la nutrizione. 

«Un adolescente – continua Rossella Ratto – non si dovrebbe mai mettere a dieta, tuttavia la tendenza nei giovani è di mangiare male e meno di quanto sarebbe consigliato. In particolar modo le ragazze. Il mio lavoro è stato importante fino a metà stagione, poi una volta date le linee guida non sono stata “opprimente”. E’ giusto che i ragazzi imparino a gestirsi da soli seguendo delle indicazioni di massima».

A novembre 2024 Rossella Ratto ha tenuto una serata dedicata alla nutrizione e alcune indicazioni per i ragazzi
A novembre 2024 Rossella Ratto ha tenuto una serata dedicata alla nutrizione e alcune indicazioni per i ragazzi
Qual è stata la parte più stimolante per te, come nutrizionista?

E’ un lavoro che mi ha permesso di raccogliere dati e informazioni, non ho mai seguito tanto le categorie giovanili. Mi è piaciuta molto la parte di comunicazione, e in questa ho visto delle differenze. Le ragazze sono molto più attente dei ragazzi, a loro basta scrivere un informazione per sapere che è stata recepita. Mentre i ragazzi tendono a distrarsi e perdere pezzi per strada. Inoltre loro guardano tanto al professionismo, fanno domande molto tecniche e “spingono” per avere un’integrazione che considerata l’età (17 e 18 anni, ndr) non è ancora necessaria. 

Sei riuscita ad accompagnarli sulla strada giusta?

Molto dipende dai genitori e dall’ambiente in cui vivono. Ci sono figure genitoriali particolarmente esaltate che è capitato che mi chiamassero la domenica per chiedermi di far andare più forte loro figlio. Oppure c’è il genitore che dice al figlio di non mangiare più di cento grammi di pasta perché fa male. Poi si lamentano se il ragazzo non cresce in altezza e struttura fisica, tu spieghi loro che non è vero e dai un piano alimentare equilibrato e improvvisamente il ragazzo cresce, cambia. 

CC Canturino
Con la nutrizionista hanno lavorato i due team juniores, questo quello femminile
CC Canturino
Con la nutrizionista hanno lavorato i due team juniores, questo quello femminile
In effetti l’adolescenza è anche un periodo delicato, con i ragazzi ancora nella fase dello sviluppo…

C’è stato un atleta in particolare che quando è arrivato da me ed era il classico ragazzino che doveva ancora svilupparsi e tra l’altro seguiva una dieta completamente sbilanciata. L’ho convinto e insieme abbiamo fatto dei cambiamenti importanti a seconda dei suoi gusti e delle possibilità di gestione familiare della dispensa. Alla fine questo ragazzo ha perso diversi chili, si è rinforzato muscolarmente ed è anche diventato uno dei punti di riferimento del team nella seconda parte di stagione. 

Nel Canturino ci sono anche le ragazze, come si lavora con loro?

C’è stato un percorso un po’ educativo sull’inserimento dei carboidrati ad esempio, aspetto che rimane sempre molto delicato. 

Ci sono stati dei ritiri o dei momenti di lavoro comune?

Sì ed è stata una cosa molto bella che mi sono divertita a fare. Quando c’è stato il ritiro prestagionale o quello in altura in estate ho realizzato un piano nutrizionale da condividere con la cucina dell’hotel. Si è trattato di scrivere qualche indicazione riguardo alle grammature dei carboidrati, proteine, legumi, cereali, il tutto a seconda dell’allenamento. Mentre per il ritiro in altura, visto che la squadra ha preso un appartamento, mi sono divertita a creare un piano di lavoro: cucinare, pulire, lavatrice, ecc…

CC Canturino
Lo scopo del lavoro era imparare a gestire la nutrizione legata allo sport, capendo esigenze e bisogni dei ragazzi
CC Canturino
Lo scopo del lavoro era imparare a gestire la nutrizione legata allo sport, capendo esigenze e bisogni dei ragazzi
Come hai detto in questa categoria spesso i ragazzi vogliono emulare i professionisti, come si trova l’equilibrio secondo l’aspetto della nutrizione?

In questa categoria, sia per i ragazzi che per le ragazze, l’aspetto nutrizionale è tanto legato all’educazione. Significa insegnare loro come e quanto mangiare a livello di macronutrienti. E’ un aspetto fondamentale che rimarrà per tutta la vita, sportiva e privata. Poi, come visto, iniziano a fare ritiri in altura ed è importante insegnare loro come si lavora sotto l’aspetto della nutrizione e dell’integrazione: come mangiare, quanto aumentare le grammature. Per il resto rimane un “gioco” dove devono imparare a capire e percepire le loro esigenze.

In che modo hai gestito il rapporto con i ragazzi?

Avevano un questionario da compilare settimanalmente per avere un monitoraggio che mi permettesse di capire e individuare eventuali problematiche, soprattutto nelle prime fasi. Poi come in ogni cosa c’è chi è più collaborativo e chi meno. Anche dal punto di vista dell’integrare nuovi cibi o gusti diversi non ho avuto difficoltà particolari, però le ragazze sono quelle più propense nel provare qualcosa di nuovo. 

CC Canturino, ritiro altura
I ragazzi hanno anche imparato ad adattare la nutrizione e l’integrazione a seconda dei momenti della stagione
CC Canturino, ritiro altura
I ragazzi hanno anche imparato ad adattare la nutrizione e l’integrazione a seconda dei momenti della stagione
Il peso è importante?

Per me il parametro del peso, aggiornato settimanalmente, era semplicemente un modo per monitorare che tutto procedesse al meglio senza cali dovuti a stress o improvvisi aumenti. Mi è capitato che un ragazzo in estate facesse fatica a mangiare e seguire il piano alimentare e ha perso un chilo in una settimana. Gli ho scritto, ci siamo sentiti e abbiamo trovato la soluzione per non perdere massa muscolare. 

Per le ragazze, invece, la bilancia rimane un argomento delicato?

Sia quello che l’aspetto visivo. Siamo molto legate alla fisionomia, purtroppo. Sulle ragazze non è mai facile lavorare perché hanno una sensibilità superiore, anche se non c’è nessuno che commenta. Magari ci si sente gonfie e si pensa di dover tagliare, invece è un aspetto ormonale legato al ciclo, ad esempio. Con loro il lavoro è stato essere di supporto, parlare e confrontarsi.

Rossella Ratto, Misia Belotti
La nutrizionista Rossella Ratto insieme a Misia Belotti, una delle ragazze del Canturino
Rossella Ratto, Misia Belotti
La nutrizionista Rossella Ratto insieme a Misia Belotti, una delle ragazze del Canturino
Hai visto una crescita di consapevolezza in questo anno di lavoro insieme?

Per molti sì. Addirittura c’è stato un ragazzo che ha fatto un percorso tutto suo. Sembrava uno di quelli che di testa ne ha poca per fare l’atleta, quindi anche la squadra mi ha detto di fare quello che fossi riuscita. La squadra e io siamo gli strumenti, poi ognuno deve metterci del suo. L’abbiamo lasciato fare, poi verso fine stagione è venuto da me e mi ha fatto delle domande su cosa potesse fare e come migliorare, ha trovato la sua motivazione. Fatto sta che nei mesi finali ha ottenuto qualche piazzamento, ed è una cosa che mi ha fatto molto piacere. 

La cosa bella è che con alcuni di loro potrai lavorare anche il prossimo anno.

Sì, quindi si può parlare di un percorso che continua, e penso sia davvero stimolante per tutti. Magari con qualcuno di loro potremmo provare a fare un passo ulteriore.