Il malore e la corsa in ospedale di Giuseppe Di Fresco hanno portato tutti a stringersi intorno alla sua realtà: il Team Casano. Un post sui social di Pino Toni, che mostra il tesserino da diesse, senza troppi giri di parole racconta di una nuova avventura nata per dare un mano a un amico. Rinvigorita però, così si legge, da un gruppo di ragazzi volenterosi. Gli episodi della vita, spesso mutevoli e incontrollabili, hanno portato a una nuova fase il Team Casano. Rimessi in ordine i pezzi si è pensato subito a come far continuare questa realtà.
«Lavoravo come preparatore – dice Pino Toni dal suo laboratorio – con il Team Casano dalla scorsa stagione, ruolo che svolgevo anche per altre squadre juniores. Da quando Giuseppe (Di Fresco, ndr) è stato male ho deciso di rimboccarmi le maniche e dare una mano. Lo conosco da più di vent’anni, quando era alla Berti e io ho iniziato a lavorare con lui. Erano i tempi di Damiano Caruso, per intenderci. Abbiamo proseguito insieme anche alla Mastromarco, quando era passato a occuparsi dei dilettanti».
Amicizia e passione
Nel 2024 Pino Toni aveva come ruolo quello del preparatore, ora ha voluto fare un passo in più. Di certo lo ha spinto un sentimento di amicizia, ma non c’è solo questo.
«Del Team Casano – continua – se ne occupava Di Fresco, in toto. Era ed è ancora il faro di questa squadra. E’ andato in giro a cercare sponsor e squadre con cui avviare delle collaborazioni, l’ultima con lo Stabbia. Questa storica società fiorentina rischiava di chiudere, così Di Fresco è andato a parlare con il loro presidente, Benvenuti, e hanno trovato un modo di continuare. Una cosa molto bella, anche perché lo Stabbia farà 50 anni nel 2025. Di Fresco avrebbe portato avanti i compiti di tecnico e manager e aveva messo insieme uno staff di alto livello».
C’è da prendere le redini di una squadra ben formata, come si fa?
Non sarò da solo. Con me ci saranno altri due diesse: Michele Corradini e Alessandro Mansueto. Quest’ultimo è un formatore della Federazione, è siciliano e segue i nostri due ragazzi che vivono lì. Michele Corradini, invece, sta terminando il corso di formazione di terzo livello.
E’ una squadra ben organizzata?
Assolutamente. Da questo inverno è entrato nello staff un nutrizionista, Matteo Michelotti. Una figura nuova di cui parlavamo Di Fresco e io e che lui ha avuto la prontezza di inserire.
Come sta Di Fresco?
Bene, deve fare attenzione a non caricarsi di lavoro e stress. Ha bisogno di riposare il più possibile e ci vorrà un po’ di tempo. Non è facile nemmeno per noi. Dopo lo smarrimento iniziale si era un po’ persa la bussola. C’è voluto un pochino di tempo per riequilibrare il tutto. Siamo riusciti ad alleggerire la pressione da Di Fresco e distribuirla su tutti.
Tu cosa farai in più?
Sarò presente con i ragazzi, darò una mano a Corradini nella gestione degli allenamenti e dei dati. Poi ci sarà da curare anche la parte delle corse: prepararle, essere in ammiraglia e curare la strategia. Piano piano capiremo come fare e instaureremo un modo di lavorare, cosa che in parte è già stata fatta.
In che modo?
Ho portato il modello che conosco io, quello di una squadra professionistica. Una realtà dove tutti gli impegni sono divisi tra i vari membri dello staff. Sarà difficile, ma vedremo di portare a termine tutti i compiti. Credo che se c’è un posto nel quale provare a fare un progetto in grande sia proprio il Team Casano.
Si tratta di inserire un modello che sarà poi quello del futuro, anche una volta che Di Fresco sarà tornato.
Certo! Vogliamo far crescere la squadra e renderla professionale, per fare in modo che sia di supporto ai giovani e alla loro crescita.
Cosa vuol dire professionale?
Che possano nascere delle collaborazioni e che siano continuative. Avere delle risorse per fare investimenti nello staff e nei mezzi.