Ecco Svrcek, junior volante dal paese di Sagan

15.05.2021
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Dovremmo imparare a pronunciare il suo nome e non è facile! Il ragazzo di cui parliamo si chiama Martin Svrcek, è uno juniores e corre nella fila della Franco Ballerini, diretta da Andrea Bardelli. E’ arrivato in Italia quest’anno e ha praticamente sbaragliato la concorrenza con otto podi in nove gare. Con Alberto Bruttomesso e Dario Igor Belletta si sta spartendo il bottino della categoria.

La squadra si è messa volentieri al suo servizio (Martin ha la mantellina in bocca)
La squadra si è messa volentieri al suo servizio (Martin ha la mantellina in bocca)

Alla Strade Bianche

L’altroieri il giovane corridore era a provare la Strade Bianche. Domani andrà in scena la prima edizione per gli juniores, da Siena a Montalcino, e potrebbe quasi essere una micro anticipazione di quel che succederà pochi giorni dopo con i pro’ del Giro d’Italia.

«E’ un percorso che mi piace e mi sembra molto duro – ci dice Svrcek di ritorno dal sopralluogo –  è davvero un bel tracciato con panorami bellissimi ma penso che sia il più difficile su cui abbia mai corso. Ci sono molte salite su strade sterrate, ma credo che anche che il vento giocherà un ruolo importante.

«A me piacciono le salite, ma se mi chiedete se sono uno scalatore rispondo che non sono sicuro di cosa sia. Credo che nella categoria junior devi essere tutto».

Poche parole ma sicure quelle dello slovacco, che sembra già sapere cosa vuole.

Svrcek è nato il 17 febbraio del 2003
Svrcek è nato il 17 febbraio del 2003

Dall’hockey alla bici 

La sua storia con il ciclismo inizia per caso. Durante un’estate la bici è piombata nella sua vita in quanto mezzo di preparazione a quello che all’epoca era il suo sport, l’hockey. 

«Giocavo ad hockey sul ghiaccio, durante un’estate stavo andando in bicicletta per allenarmi, ma ho capito che forse mi piaceva anche più dell’hockey. Per due anni ho conciliato tutte e due gli sport e quando avevo 13 anni ho ha deciso di praticare solo ciclismo».

Hockey su ghiaccio, quindi pattinaggio, quindi grande equilibrio. Di sicuro Martin ha sviluppato grandi doti propriocettive, un po’ come se fosse andato in Mtb e si potrebbe quasi azzardare un paragone con il passato di Roglic.

Il connazionale Peter Sagan è l’idolo di Svrcek
Peter Sagan è l’idolo di Svrcek

Sulle tracce di Sagan

Martin viene da Zilina, il paese di un certo Peter Sagan. E quando ha iniziato a correre lo ha fatto proprio con l’Academy del tre volte campione del mondo.

«Chiaramente Peter è il mio idolo, è slovacco come me ed è il miglior ciclista del mondo! L’ho conosciuto quando ero nella sua Academy. Non ho una foto qui sullo smarthopne, ma ce l’ho a casa».

Tutto sembra facile per Martin. Una grande potenza, facilità d’azione e risultati che arrivano. Anche se nella prima gara qualche difficoltà l’ha avuta. Secondo Bardelli perché il nostro modo di correre era un po’ diverso. «Un po’ troppo da professionisti e forse non è un bene – commenta il diesse toscano – ma è così. Svrcek invece era abituato a correre in modo più garibaldino». 

«Vero – replica lui – ma niente di importante. Solo che tutti mi stavano guardando e quando attaccavo, mi hanno inseguito. Quando invece attaccavano gli altri, non li seguiva nessuno. Poi però ho capito meglio». E infatti dalle gare successive la squadra si è messa a lavorare per lui.

I compagni lo apprezzano, anche perché Martin nonostante parli ancora poco italiano cerca di sforzarsi, di stare insieme, di condividere. E’ conviviale. Per esempio spartisce i premi che si conquistano alle corse anche se il finalizzatore è lui.

«Mi sento davvero alla grande in Italia, tutto è perfetto. Mi piace anche la pizza, ma per me la cosa migliore sono il caffè e il gelato, soprattutto quello al pistacchio».

La Franco Ballerini a Roma prima del Gp Liberazione
La Franco Ballerini a Roma prima del Gp Liberazione

Parola al ds Bardelli

Già ma come ci è arrivato Martin in Italia? Ce lo spiega Bardelli.

«Ero su internet a curiosare tra gli ordini d’arrivo all’estero – dice il tecnico – una cosa che faccio spesso. E avevo notato questo ragazzo che già da allievo andava bene. Da quelle parti le gare di allievi sono già di buon livello e così tramite Stojnic (il pro’ della Vini Zabù, team vicino alla Ballerini, ndr), slovacco anche lui, abbiamo avviato i contatti. Era intorno al 10 di novembre e praticamente in 5-6 ore abbiamo fatto tutto. Aveva trovato un accordo con un’altra squadra ma quando gli si è proposto di venire in Italia, ha cambiato subito idea».

Adesso Svrcek vive a Rufina, in un appartamento che gli ha preso la squadra, sta con Alessandro Iacchi altro pro’ alla corte di Luca Scinto. I due escono praticamente sempre insieme e si aiutano anche per fare il dietro motore: una volta guida uno e una volta tocca all’altro.

«E’ un bello sforzo per noi della Franco Ballerini – spiega Bardelli – ma anche il Comune di Rufina ci dà una mano. Ne vale la pena però. Oltre che molto forte – io uno così non l’ho mai avuto – è anche un ragazzo d’oro. Non si lamenta mai, sa adeguarsi, s’impegna molto. Se qualche procuratore non gli girerà troppo intorno e non si brucia, potrà fare molto bene. Guardate come è andata con il nostro Ponomar che adesso è al Giro».