Pianeta juniores: Bardelli replica a Brilli

19.01.2022
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Non si ferma la querelle che riguarda i comitati regionali e l’attività juniores. A quanto pare è un tema che ha infiammato gli addetti ai lavori e di questo siamo anche un po’ orgogliosi perché portiamo il dibattito su argomenti che spesso restano nascosti, ma le cui problematiche sono invece reali e concrete. E alla lunga si ripercuotono sul ciclismo dei professionisti.

Da Cazzaniga a Cavaliere, dunque. Da Cavaliere a Brilli. E adesso da Brilli a Bardelli, diesse della Franco Ballerini, team toscano. Bardelli ci ha contattato, dicendoci che avrebbe voluto chiarire alcune cose. Ecco quindi il suo pensiero in quattro punti principali.

Andrea Bardelli (qui con un suo atleta, Lorenzo Iacchi)
Andrea Bardelli (qui con un suo atleta, Lorenzo Iacchi)

Sui numeri

«Vorrei rispondere al presidente del comitato regionale del Lazio, Maurizio Brilli – dice Bardelli – tra l’altro, lo dico subito, con Brilli non ho nessun problema. Lui è stato uno di coloro che i corridori li ha fatti uscire effettivamente. Anche quest’anno ci sono degli atleti che sono venuti in Toscana. L’anno scorso per far correre dei ragazzi del Lazio ho dovuto fare un’affiliazione in questa regione. Adesso invece sono stati svincolati. Anche se poi le selezioni le faranno appunto col comitato regionale.

«Detto questo, capisco che si voglia difendere il proprio territorio, però ormai è chiaro che se si vuole alzare l’asticella bisogna correre in altre zone. Perché, sarà brutto da dire, ma un conto è vincere tre gare al Sud in cui ci sono 30 partenti della tua categoria se va bene e un conto è vincerle al Nord o fare i piazzamenti in determinate gare.

«Un secondo aspetto sul quale non mi trovo d’accordo con quanto detto da Brilli riguarda i numeri. Qui si parla di tesserati, Brilli ha detto che solo nel Lazio ce ne sono 82, ma cosa significa? I tesserati comprendono tutti, anche quelli di altre specialità (mtb, bmx, ndr).

«Si vede dai numeri – riprende Bardelli mentre snocciola i file dal computer – lo scorso 13 giugno è stato organizzato il Trofeo Città di Formello, campionato regionale del Lazio. In questa gara, numeri alla mano, c’erano 92 iscritti. Di questi 92 iscritti se si va a vedere il codice 011, quello relativo al Lazio, si contano 32 corridori. Capito? Sono 32 juniores iscritti, magari i partenti saranno stati anche meno.

«Nel 2021 nessuna gara del Lazio ha visto più di 30 partenti con codice 011. Ho ricontrollato. E questa situazione non riguarda solo il Lazio, anche altre regioni del Centro-Sud, quindi Cavaliere non ha detto cose infondate».

Spesso al Sud i partenti per singola categoria non sono molti (foto Instagram)
Spesso al Sud i partenti per singola categoria non sono molti (foto Instagram)

Sui calendari

«Lo scorso anno nel Lazio ci sono state 6 gare juniores, escludendo il Liberazione che è una prova nazionale. In Puglia ce ne sono state meno addirittura. Qualcuna in più c’è stata in Sicilia, ma lì le categorie spesso corrono tutte insieme.

«Non solo, ma queste gare spesso sono state organizzate in concomitanza con altre corse in regioni limitrofe. I calendari juniores andrebbero fatti su scala nazionale. Già questo aiuterebbe molto le società, anche più piccole, a mantenere i propri atleti. Ci sarebbero più possibilità che anche gli altri possano venire a gareggiare in regioni meno battute».

Bardelli richiama alla realtà. Secondo lui, se le società non fanno attività o ne fanno poca e non hanno i soldi per andare a correre, è legittimo che il ragazzo cerchi di andare altrove per inseguire il suo sogno. Alla fine i Nibali e i Visconti uscivano dalla Sicilia.

«Gli juniores sono una categoria internazionale – riprende il diesse – Per me va bene che fino agli allievi si ragioni in un certo modo, che si coltivi il tessuto sociale, ma oltre no.

«Altra cosa: Brilli dice che dopo un anno tornano indietro. Non è vero. Arrivati ad un certo punto, chi deve fare le squadre under 23 cosa guarda? I piazzamenti: dove e come sono stati fatti. Ed è probabile che quel corridore smetta se è rimasto sempre nel suo “guscio”».

Sardegna: al Città di Sarroch sono arrivati 6 juniores nella gara mista juniores/allievi. E alla Vivet Cup solo 2 (foto Instagram Guspini)
Sardegna: al Città di Sarroch sono arrivati 6 juniores nella gara mista juniores/allievi. E alla Vivet Cup solo 2 (foto Instagram Guspini)

Sui punti

Si passa poi a parlare dei punti e dei costi per il passaggio da Comitato a Comitato.

«Il regolamento – continua Bardelli – dice che nel passaggio da allievi a juniores si debbano versare 21 euro a punto alla società di provenienza, più la metà (10,5 euro, ndr) al Comitato regionale sempre di partenza. E ancora un bonus di trasferimento che va riconosciuto sempre alla società, che però trovo giusto visto che la squadra ha valorizzato quel ragazzo».

«Quello che invece trovo assurdo è il passaggio da juniores alle continental. Le continental possono prendere juniores che abbiano almeno 10 punti. E cosa succede? Vanno a cercare i ragazzi in Sardegna o in Sicilia, i quali correndo sempre tra loro stessi ed essendo il livello più basso, chiaramente riescono ad accumulare il punteggio necessario.

«Riporto l’esempio di Matteo Severa, un buon prospetto. Lui poteva passare in una squadra continental, il problema è che Matteo avendo corso tra Lazio, Toscana e Nord Italia (grazie al Team Coratti) in queste gare di qualità ha accumulato “solo” 8 punti, pertanto non poteva essere tesserato. Molto probabilmente questo ragazzo smetterà, mentre altri di Sardegna e Sicilia, che magari neanche corrono più, hanno questa possibilità».

Ecco Martin Svrcek alla Roubaix juniores l’anno scorso: la Franco Ballerini va spesso anche all’estero
Ecco Martin Svrcek alla Roubaix juniores l’anno scorso: la Franco Ballerini va spesso anche all’estero

Sui vincoli

«E poi abbiamo ancora troppi vincoli, troppi regolamenti restringenti. Io per esempio ho un invito per due gare in Francia il 26-27 marzo, ma entrambe non le possiamo fare se non con una deroga. Non ci possiamo andare perché il regolamento italiano ce lo impedisce.

«Noi organizziamo una gara il 20 marzo, ma per questioni di sicurezza più di 120 corridori non possiamo prenderli e alla fine succederà che ci saranno quasi esclusivamente corridori toscani. Per me deve passare il concetto che gli juniores devono essere liberi. Bisogna fare attività, bisogna andare anche fuori, i numeri si giocano a tombola».

Come ripetiamo, noi di bici.PRO riportiamo le dichiarazioni dei diretti interessati. E la porta resta aperta. Questo ormai è quasi uno “spazio di servizio”. Fare attività in certe zone d’Italia non è facile. Non si può certo condannare chi insiste nonostante i numeri bassi e dà comunque una possibilità ai ragazzi, ma certo il gap con altre regioni è sempre più ampio.