TIRANA (Albania) – Il solo giorno in cui Primoz Roglic vestì la maglia rosa in corsa fu il 28 maggio del 2023, all’indomani della straordinaria cronoscalata del Monte Lussari, in una delle cornici più belle degli ultimi Giri d’Italia. La vestì nella tappa di Roma e oggi, a distanza di due anni, l’ha riconquistata.
«Ma quella fu una specie di grande festa – sorride – ora è un po’ diverso. Questa, voglio dire, me la godrò e basta. Se vogliono prenderla, va bene. Ma io me la godrò giorno dopo giorno, perché non si sa mai quando sarà l’ultima. E’ come con le vittorie o cose del genere. Quindì sì, voglio proprio godermela».
Il leader della Red Bull-Bora è sereno e sorridente. E non è solo per la conquista del primato, ma per una condizione mentale lontanissima dallo stress con cui viveva le corse prima dell’incidente del 2022. E così nel raccontare la giornata, sembra divertito e insieme contrariato per la conquista. Voleva fare bene la crono e questo avrebbe significato conquistare la maglia rosa, ma al contempo ne avrebbe fatto a meno. C’è un divertente controsenso nel suo raccontarsi e questo lo rende ancora più scompigliato e simpatico.
Affini ha avuto a lungo il miglior tempo e ha concluso 4° a 6″ da TarlingJay Vine si conferma grande cronoman, nonostante la caduta di ieri. Chiude 3° a 3″Affini ha avuto a lungo il miglior tempo e ha concluso 4° a 6″ da TarlingJay Vine si conferma grande cronoman, nonostante la caduta di ieri. Chiude 3° a 3″
E’ tornata la maglia rosa.
Sono felice, decisamente. Non lo si pianifica mai davvero. Sogni di averla o di lottare per ottenerla, di averla a casa tua. Quindi sì, sono contento del risultato di oggi e ovviamente della maglia. Però sono venuto per averla a Roma, quindi il cammino è ancora lunghissimo.
Non ti aspettavi di guadagnare così tanto sui rivali diretti?
In realtà volevo semplicemente non perdere troppo, perché non era proprio la cronometro che avrei desiderato o che mi si addiceva di più. Alla fine ho dovuto fare con quello che c’era, per questo sono felice e mi sono divertito molto. Insomma, intendiamoci, correrla è stato piuttosto duro, ma il risultato è bello.
Sulla bici montavi un bel rapportone…
Era un 68×10. Il problema di certi rapporti non è sceglierli e montarli, il problema è la potenza che serve per girarli. E oggi in qualche modo ce l’ho fatta.
Roglic e il suo 68 su un percorso non troppo adatto: per Primoz una crono magistraleAyuso ha fatto una crono in linea con le attese. Lo spagnolo si piazza 10° a 17″Tiberi ha detto di non aver voluto rischiare nelle curve: la sua crono lo ha visto 18° a 26″ (9″ peggio di Ayuso)Interessante la crono di Piganzoli, 38° a 41″, solo 2″ peggio di Van AertRoglic e il suo 68 su un percorso non troppo adatto: per Primoz una crono magistraleAyuso ha fatto una crono in linea con le attese. Lo spagnolo si piazza 10° a 17″Tiberi ha detto di non aver voluto rischiare nelle curve: la sua crono lo ha visto 18° a 26″ (9″ peggio di Ayuso)Interessante la crono di Piganzoli, 38° a 41″, solo 2″ peggio di Van Aert
Ora ti diranno che è arrivata troppo presto…
Non mi interessa più tanto dei risultati parziali. Mi hanno suggerito di non stressarmi per questi dettagli. Per cui mi basta sapere che sono in salute e che sto bene. Ho fatto una bella cronometro e arrivare così davanti è stato semplicemente una grande sorpresa. Ora ho anche questa maglia rosa ed è più facile perderla che conquistarla, per questo sono contento di averla addosso.
Se dovesse capitare di lasciare la maglia a qualcun altro, eviterai di lasciargli sei minuti come a O’Connor lo scorso anno alla Vuelta?
In quel caso (ride, ndr), qualche minuto in meno sarebbe meglio, no? Vedremo.
Come immagini la tappa di domani con distacchi tanto piccoli?
Immagino una giornata come ieri. C’è una salita difficile, quindi dipende da quanto sarà alto il ritmo. Ovviamente Mads Pedersen è in ottima forma, quindi immagino che sicuramente cercheranno di rimetterlo in testa al Giro.
Tarling ha volato i 13,7 km in 16’07” a 51,003 di mediaTarling ha volato i 13,7 km in 16’07” a 51,003 di media
Il momento di Tarling
Il tempo di notare che Roglic se ne va in giro con due orologi e nel van delle interviste arriva Joshua Tarling, il vincitore di giornata. Per le cronometro lo allena Dario Cioni e alla Ineos Grenadiers quella sottile e mai confessata rivalità con Ganna si è trasformata col tempo in un pungolo reciproco. Solo che mentre Ganna quando vince ha il gusto di raccontare, si scopre che Tarling parla per monosillabi. Forse intimidito dalla giovane età, dato che comunque questo ragazzone che ha piegato i migliori specialisti del Giro ha soltanto 21 anni.
«Prima crono e vittoria – dice – è davvero speciale. Penso che ora abbiamo anche la fiducia necessaria e non vediamo l’ora che arrivi la prossima. E’ un buon modo per iniziare. Posso dire che era l’obiettivo dall’inizio della stagione. Il primo erano le classiche, poi abbiamo fatto uno switch e non vedevamo l’ora di arrivare qui, soprattutto perché il percorso con tutte quelle curve si adattava. Qualcuno l’ha ritenuto pericoloso, ma bastava non prendersi rischi. Invece è stato stressante essere seduto tanto tempo sulla hot seat. Pensavo che Roglic sarebbe stato veloce e ovviamente in cima alla salita lo è stato. Però ha guadagnato più di quanto avrei voluto e aspettare il suo arrivo mi ha logorato».
Pedersen, la difesa e i murales di cui è piena Tirana. Mads stasera ha 1″ da RoglicDeludente la crono di Van Aert, che ha chiuso 34° a 39″Pedersen, la difesa e i murales di cui è piena Tirana. Mads stasera ha 1″ da RoglicDeludente la crono di Van Aert, che ha chiuso 34° a 39″
L’attesa a ben vedere è durata un’eternità. Andando via dal camion delle interviste incrociamo Mads Pedersen e non ha lo sguardo ridente di ieri. C’è da scommettere che domani tenterà di riprendersi la maglia. Al netto di tutto quel che si può dire, le prime due tappe albanesi hanno offerto degli splendidi squarci di ciclismo. Sul fronte della classifica, Ayuso ha guadagnato su Tiberi. Piganzoli ha fatto un’ottima crono e Storer ha ancora la gamba del Tour of the Alps. Van Aert se ne è andato con il morale a pezzi per un 34° posto che ha deluso proprio tutti. Il Giro è appena cominciato, non vediamo l’ora di raccontarvi il resto.
Che cosa si dice in casa Belgio alla vigilia della crono? Il quotidiano Het Nieuwsblad ha coinvolto per un’analisi della crono olimpica un altro specialista belga che non le manda a dire: Victor Campenaerts. Il vincitore della tappa di Barcelonette al Tour de France ha composto il suo podio analizzando i candidati alle medaglie di Parigi – Evenepoel, Tarling e Ganna – con una serie di considerazioni che sintetizziamo per offrire il polso di come il Belgio del ciclismo si accinga a vivere il primo giorno di gare del ciclismo (in apertura foto Het Nieuwsblad/IMAGO/SW Pix).
Evenepoel e Van Aert arrivano a Parigi con diverse credenziali. Il secondo in effetti appare ancora sotto tono, ma va capito se i lavori fatti al Tour abbiano in qualche modo migliorato la sua condizione. Nei giorni scorsi ha provato un setup insolito sulla sua Cervélo, utilizzando la ruota lenticolare anche all’anteriore, dato che il percorso risulterà infine molto veloce. Il primo invece arriva con il morale alle stelle, la sensazione di essere il favorito e la sola crepa del terzo posto nella crono finale che potrebbe aver intaccato marginalmente la sua convinzione. Dopo la recon sul tracciato olimpico, Remco ha tuonato sulla condizione delle strade, a suo dire piene di buche.
Campenaerts ha 32 anni, è alto 1,73 e pesa 68 chili. Al Tour ha vinto la tappa di BarcelonetteCampenaerts ha 32 anni, è alto 1,73 e pesa 68 chili. Al Tour ha vinto la tappa di Barcelonette
Su Evenepoel
«Sarà una battaglia emozionante – ha detto Campenaerts a Het Nieuwsblad – una battaglia di secondi. Se a metà della cronometro ci fosse stata una salita di cinque chilometri al 6%, sarebbe stato meglio per Remco. Non perché non possa andare veloce su questo percorso, ma gli altri due sono troppo pesanti e ne sarebbero stati rallentati. Remco è in grado di gestire qualsiasi cosa in termini di percorsi: pesante, medio e piatto. Si corre a Parigi nel centro della città, dove ci sarà molto riparo a causa dei palazzi. Minore è il vento, maggiore è il vantaggio aerodinamico per Remco. Nei rettilinei andranno tutti a 60 all’ora.
«Vince Remco perché è in forma e ha un grande morale. Viene a Parigi con poca pressione. Ha fatto un buon Tour. E’ rimasto ancora per qualche giorno a Nizza con la moglie Oumi. E’ rilassato. Il Tour è stato il grande progetto suo e della squadra. Se al contrario il team avesse messo al centro le Olimpiadi, allora Remco avrebbe fatto più ricognizioni con l’allenatore della nazionale Sven Vanthourenhout. Anche se i due maggiori avversari hanno una preparazione più specifica, credo che possa vincere».
Tarling non ha più corso dopo i campionati nazionali e si è preparato per Parigi (foto Het Nieuwsblad/IMAGO/SW Pix)Tarling non ha più corso dopo i campionati nazionali e si è preparato per Parigi (foto Het Nieuwsblad/IMAGO/SW Pix)
Su Tarling
«Conquisterà l’argento a vent’anni. Gli atleti inglesi alle Olimpiadi superano se stessi, le vivono con lo stesso spirito con cui tutti gli altri vivono il Tour de France. Tarling ha fatto di questi Giochi un obiettivo. La corona anteriore da 68 denti sarà un vantaggio. Ne ho parlato ampiamente con Remco alla Parigi-Nizza: non so lui cosa sceglierà. Ma ovviamente Tarling non spingerà il 68×11. Su questo percorso che ha poche curve, io avrei osato anche un plateau più grande davanti, ma sarei andato molto agile dietro. Ad esempio il 70X14 produrrebbe meno attrito meccanico. Penso ci abbiano pensato, la INEOS Grenadiers è più avanti rispetto alla squadra di Remco in termini di marginal gains.
«Per Tarling sono le prime Olimpiadi – è la riflessione affidata da Campenaerts a Het Nieuwsblad – ma questo non inciderà tanto. Che si tratti del Tour of Britain o di Parigi, la cronometro rimane una prova in cui si pedala dal punto A al punto B il più rapidamente possibile. Tarling non è solo un ottimo cronoman, ha anche avuto il percorso migliore per prepararsi».
Ganna si è diviso fra il lavoro in pista e quello della crono (foto Het Nieuwsblad/IMAGO/SW Pix)Ganna si è diviso fra il lavoro in pista e quello della crono (foto Het Nieuwsblad/IMAGO/SW Pix)
Su Ganna
«L’italiano avrà avuto più o meno la stessa preparazione di Tarling, ma la nazionale britannica è leggermente diversa dagli azzurri. La forza degli italiani – annota Campenaerts su Het Nieuwsblad – è che nella corsa su strada, nonostante corrano tutto l’anno in squadre diverse, siano uniti come se fossero compagni per la vita. Questo in una cronometro non conta, ed è il motivo per cui ho messo Pippo al terzo posto. La INEOS Grenadiers aveva un progetto parallelo fra questi Giochi e il Tour. La dirigenza sapeva in anticipo che per Carlos Rodriguez non sarebbe stato facile arrivare terzo, così si è dedicata anche alla preparazione olimpica. Questa ha permesso a Tarling e Ganna di sviluppare il body in base alla velocità di gara stimata. L’effetto di un body migliore cambia a una velocità di 55 chilometri all’ora rispetto a una velocità di 48 chilometri all’ora.
«La nuova bici Pinarello sarà un grande vantaggio, soprattutto a livello psicologico. Se credi che vincerai e il tuo concorrente crede che tu sia imbattibile, allora sei già a metà dell’opera. Però non credo che aggiornando la bici si risparmieranno più di due secondi sull’intero percorso di 32,4 chilometri, anche se quei pochi secondi possono fare la differenza. Se alla fine Van Aert utilizzerà le due lenticolari, farà sicuramente una differenza maggiore rispetto alla nuova Pinarello. Il problema è che la bici diventa come un treno, difficile da guidare in curva. Wout è l’unico che possa guidarla e allora si avvicinerebbe ai primi tre. Mentre credo che Kung non avrà possibilità di medaglia, a meno che i primi tre non incorrano in qualche sfortuna».
Cosa c'è dietro al passaggio di Evenepoel alla Red Bull? La stampa scava e ragiona. Le squadre si assestano. La confusione non manca. E Lipowitz cosa dice?
Ci siamo. Con la gara delle donne che si svolgerà nel primo pomeriggio, alle 16,32 scenderanno in strada i professionisti della crono. Le Olimpiadi di Parigi entrano nel vivo e il confronto al vertice sarà tiratissimo. I mondiali di Stirling dello scorso anno consegnarono alla storia la vittoria di Evenepoel con 12 secondi di vantaggio su Ganna e 48 su Tarling. Si ragionò a lungo su quel passivo così esiguo del piemontese e si concluse che gli interventi da fare fossero prevalentemente tecnologici, con la constatazione che l’aerodinamica del piccolo belga fosse migliore rispetto a quella dell’azzurro. Dal momento in cui è stato aperto il file olimpico, non sono stati lesinati sforzi. Per realizzare la nuova Bolide F TT, Pinarello ha deciso di investire in modo importante, coinvolgendo nuovamente Luca Oggiano e la sua NabaFlow, specializzata in studi sull’aerodinamica.
Il design aggiornato ha ottenuto una riduzione del CdA del 2,28% rispetto al modello precedenteLa tecnologia AirStream deriva dalle pinne delle megattere: una scelta adottata già per l’Ora di GannaIl design aggiornato ha ottenuto una riduzione del CdA del 2,28% rispetto al modello precedenteLa tecnologia AirStream deriva dalle pinne delle megattere: una scelta adottata già per l’Ora di Ganna
Tra comfort e prestazione
Le tempistiche sono state ridotte. Le scadenze olimpiche prevedevano che tutto fosse consegnato prima dei mondiali 2023. Alcuni progetti pertanto sono stati spinti per rispettare la scadenza, mentre il lavoro sugli atleti e sulla posizione sono andati avanti anche oltre agosto. Il primo passo è stata la scansione 3D completa degli atleti, per fare l’ottimizzazione della posizione in maniera digitale, che è la base del lavoro fatto con Ganna nel progettare la bici per il record dell’Ora. In NabaFlow per certe procedure si fa ricorso a tecniche di animazione miste a simulazioni sul cloud, ricorrendo a un software proprietario utilizzato anche per l’Ora di Pippo.
Tuttavia quello che va bene per la prova di un’ora in velodromo non è ripetibile su strada, con la differenza di sollecitazioni previste dalla crono. Perciò si è lavorato con i triatleti, rincorrendo il bilanciamento tra comfort e aerodinamica. Ganna ha sposato la causa senza preclusioni, avendo capito che alcuni passaggi possono comportare della fatica aggiuntiva per trovare la soluzione migliore. Giorni di test supplementari in più in galleria o in velodromo. Ogni atleta la prende in maniera diversa: alcuni sono molto aperti, altri quasi infastiditi. Ganna si è rimboccato le maniche e dagli studi, le simulazioni e i tanti test, è nata la Bolide F TT.
La Bolide F TT debutterà nel pomeriggio con tutti gli atleti del team Ineos GrenadiersIl triangolo posteriore è esiguo, ma garantisce ugualmente la rigidità che serveLa borraccia è ben integrata nel tubo obliquo, come pure l’attacco manubrio è un tutt’uno con l’orizzontale
Lo spunto della pista
La nuova bici da crono di Pinarello è stata disegnata e realizzata per i corridori del team Ineos Grenadiers e debutterà stasera nella cronometro olimpica. Inizialmente si era pensato che la prima uscita sarebbe avvenuta al Tour de France, invece il debutto è stato affidato a Kwiatkowski, Sheffield, Tarling, Foss e ovviamente Ganna. La loro bici avrà una colorazione unica, che fonde Luxter Red Gold e Luxter Blu, riportando i colori delle nazioni sul tubo sella.
La Bolide F TT ha rielaborato molte delle tecnologie adottate per la Bolide F HR ottimizzate dal team dell’inseguimento a squadre della nazionale italiana. Il design che se ne è ottenuto ha portato a una riduzione del 2,8 per cento del coefficiente adimensionale che misura la resistenza aerodinamica, riassumendo in sé una serie di altre caratteristiche e tecnologie.
Ieri l’ultimo allenamento degli azzurri, ma otto la pioggia. Ecco Bettiol, Longo Borghini e Ganna (foto FCI)Ieri l’ultimo allenamento degli azzurri, ma otto la pioggia. Ecco Longo Borghini e Ganna (foto FCI)
Le pinne delle megattere
La prima è la tecnologia AirStream che fece tanto parlare in occasione dell’Ora di Ganna. Sviluppata in collaborazione con l’Università di Adelaide e con NablaFlow, essa trae ispirazione dai tubercoli presenti sulle pinne delle megattere, le balene. Sulla parte anteriore del piantone e del reggisella è stato integrato un modello di AeroNode, che grazie alla particolare zigrinatura riduce i vortici generati dai movimenti delle gambe, migliorando il flusso d’aria.
Il carro posteriore e la zona del movimento sono stati resi più rigidi e questo ha permesso di aumentare la misura del passaggio ruota, passando dalla tolleranza di 28 mm fino a 32, senza che ne vengano compromesse reattività e la rigidità.
Il colore della bandiera nazionale è riportato sul piantone: questo l’azzurro ItaliaIl carro posteriore è stato irrigidito, con l’aumento del passaggio ruote fino a 32 mmIl colore della bandiera nazionale è riportato sul piantone: questo l’azzurro ItaliaIl carro posteriore è stato irrigidito, con l’aumento del passaggio ruote fino a 32 mm
Foderi e forcella maggiorati
Gli studi più recenti di telaistica hanno visto lo spostamento della tendenza verso foderi, forcella e pendendi più larghi per ridurre il drag aerodinamico dell’insieme bicicletta + ciclista. Per ottenere lo standard raggiunto, sono stati eseguiti duemila test computazionali di fluidodinamica. Si è determinato che assottigliando gli spessori e aumentando le superfici, si ottiene un peso inferiore, raggiungendo prestazioni altissime di velocità, qualunque sia la provenienza del vento.
Per finire, fra le novità della nuova Bolide c’è l’ottimizzazione della geometria del manubrio, puntando a rientrare nelle misure imposte dall’Uci e ottenere la miglior aerodinamica con il ricorso ai software che d’abitudine NabaFlow utilizza per la Formula Uno.
La Bolide F TT ha rigidità aumentata ache su grandi misure come quella di GannaL’aumento della superficie dei foderi forcella e il loro essere più sottili migliora l’aerodinamica in modo sensibileLa Bolide F TT ha rigidità aumentata ache su grandi misure come quella di GannaL’aumento della superficie dei foderi forcella e il loro essere più sottili migliora l’aerodinamica in modo sensibile
Direttamente dalla F1
La collaborazione con NablaFlow ha permesso di condurre innumerevoli simulazioni utilizzando il software AeroCloud: la soluzione cloud preferita dalla FIA e da molti team di F1, per determinare il design più efficiente. Il ricorso a simili tecnologie con simulazioni 3D, fatte in maniera molto più accurata, molto più veloce, molto più scalata, hanno fatto sì che si sia ottimizzata l’aerodinamica in qualsiasi comparto. Se tutto questo darà risultati eccezionali in pista, siamo certi che offrirà risconti positivi anche su strada. Per averne conferma, a questo punto, basterà aspettare qualche ora. E tifare tutti per Pippo Ganna!!!
L'edizione olimpica di Tokyo fu super anche per un velodromo velocissimo. Che condizioni incontreranno gli atleti a Parigi? Scopriamo l'impianto a cinque cerchi
La fioritura dei cronoman azzurri. Ganna, Affinim, Sobrero, Cattaneo e Milan. Malori li analizza. E poi solleva un bel problema sui misuratori di potenza
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Grosseto, ultima fermata per Parigi. I campionati italiani a cronometro in programma nella città toscana hanno quest’anno un valore particolare, essendo un vero e proprio test generale sulla strada che porta a quel fatidico 27 luglio, giorno segnato in rosso nell’agenda non solo di Ganna e dei tecnici azzurri, ma di tutti gli appassionati, anche quelli non prettamente ciclistici, perché il primo giorno di gare dei Giochi Olimpici ha sempre un valore particolare. E’ come se chi è impegnato quel giorno si porti appresso anche i buoni auspici per tutta la spedizione futura. Chi ricorda il primo giorno di Atene 2004, con l’affondo ciclistico di Paolo Bettini (e anche quello schermistico di Aldo Montano) lo sa bene.
Ganna è il personaggio più atteso a Grosseto. Va verificare la forma a un mese dai GiochiGanna è il personaggio più atteso a Grosseto. Va verificare la forma a un mese dai Giochi
E’ un test particolare anche, anzi soprattutto dal punto di vista tecnico e il cittì azzurro Marco Velo non ne fa mistero: «Ho chiesto io alla Federazione e conseguentemente agli organizzatori di allestire un tracciato il più possibile simile a quello olimpico. La gara giunge a poco più di un mese da quella parigina, non ci saranno altre prove contro il tempo, è importante capire come stanno i ragazzi su un percorso come quello che affronteranno in Francia. Lunghezza di 35 chilometri, pochissime curve, tutto pianeggiante. E’ una vera prova generale. L’unica differenza è che a Parigi le donne gareggeranno sulla stessa distanza degli uomini, qui sono 25 chilometri».
Da Ganna, che abbiamo visto vincere al Giro d’Italia che cosa ti aspetti?
Spero che non sia al 100 per cento, ma che sia già in una buona condizione, che mi faccia vedere che il percorso di avvicinamento sta procedendo nel dovuto modo considerando che Pippo sta lavorando sia in funzione della cronometro, sia per la pista. Non mi aspetto la condizione super, ma che non sia poi tanto lontano, sapendo che poi ci sarà da fare ancora un po’ di volume e rifinire la condizione nelle quattro settimane che ci separano. Anche per questo il test è importante, ci darà riferimenti sui quali ragionare.
Guazzini e Longo Borghini ai tricolori a cronometro 2022. La sfida si rinnovaGuazzini e Longo Borghini ai tricolori a cronometro 2022. La sfida si rinnova
Che tu sappia, sono previste altre uscite su strada per lui?
Credo debba fare il Giro d’Austria che comunque è anche una buona cosa se inserito come gara di avvicinamento, per non staccare completamente con l’agonismo. Poi il 23 luglio ci trasferiremo a Parigi per fare il test del percorso olimpico il giorno dopo.
E’ chiaro che gran parte delle attenzioni sono per Filippo, ma c’è anche la gara femminile…
Anzi, quella delle ragazze per certi versi è anche più delicata perché dovrò operare una scelta che sarà comunque dolorosa, ma fa parte del mio lavoro. Vittoria Guazzini ed Elisa Longo Borghini vengono da ottimi periodi, hanno vinto la prima e ottenuto ottimi riscontri in Svizzera la seconda. So che entrambe sono motivatissime e ci tengono, paradossalmente la cosa che mi auguro è che non finiscano nello spazio di pochissimi secondi, altrimenti sarei davvero in difficoltà…
Ottime sensazioni da Bettiol al Giro di Svizzera. Sarà lui il secondo azzurro in gara il 27 luglio?Ottime sensazioni da Bettiol al Giro di Svizzera. Sarà lui il secondo azzurro in gara il 27 luglio?
Torniamo agli uomini. Detto di Ganna, chi saranno i suoi principali avversari?
Su quel percorso vedo bene Affini e mi dispiace che Cattaneo non si sia ancora completamente ripreso dai problemi alla tiroide. Ci sarà anche Bettiol e intanto lo ringrazio per la sua disponibilità, sono molto interessato nel vederlo alla prova dopo le ottime prestazioni della scorsa settimana in Svizzera, peccato per quella caduta che l’ha costretto al ritiro. Io sono convinto che se è in giornata, soprattutto mentalmente, Alberto è davvero capace di tutto, può stupire in positivo.
Avvicinandoci alla scadenza olimpica bisogna guardare anche agli avversari. Ganna lo abbiamo visto al Giro, Evenepoel e Tarling al Delfinato. Immaginiamo che la loro cronometro tu l’abbia guardata con particolare interesse…
Sicuramente. Remco arrivava da un periodo di inattività il che significa anche maggior freschezza atletica e in gara l’ha dimostrato, poi chiaramente ha sofferto nei giorni successivi e si è un po’ perso. Resta sempre un esempio di aerodinamica. La gara francese secondo me ha confermato che i principali uomini per il podio olimpico sono questi, poi la disposizione dei posti dipenderà da mille fattori. Il belga comunque lo vedremo nell’arco delle tre settimane del Tour, dove invece Tarling non ci sarà seguendo un po’ lo stesso cammino di avvicinamenti di Ganna, d’altro canto entrambi sono preparati da Cioni. Ma a questo proposito voglio essere molto chiaro…
Joshua Tarling ha impressionato al Delfinato. Anche lui è seguito da Cioni come GannaJoshua Tarling ha impressionato al Delfinato. Anche lui è seguito da Cioni come Ganna
Ossia?
Non guardo con troppa attenzione a quel che fanno gli altri, Pippo sa quel che vale e deve pensare a se stesso, senza farsi condizionare. L’importante è arrivare a Parigi superpronti, poi la strada darà il suo verdetto, quel che conta è sapere di aver fatto tutto, ma proprio tutto quel che è necessario.
«Pippo ancora deve innamorarsi completamente delle classiche – dice Cioni, di ritorno dalla Volta ao Algarve – mentre “Josh” ha il giusto approccio mentale. L’anno scorso ha fatto la Roubaix, era andato anche a fare la ricognizione sul percorso. Ha una buona conoscenza dei percorsi del Nord, perché da junior ha corso in una squadra belga, quindi ha vissuto lassù a lungo. Il primo obiettivo è fargli fare esperienza in quelle gare. L’anno scorso ha fatto prima quelle del pavé, poi anche Amstel e Freccia Vallone. Per tutto il mese era rimasto ad allenarsi in Belgio. Non si sa ancora quale sarà il programma di Ganna, soprattutto in rapporto alla Roubaix, visto che vuole fare bene al Giro. Invece a Tarling le classiche piacciono, quindi adesso anche lui mollerà la pista e si dedicherà alla strada».
La Volta ao Algarve è finita nelle mani di Remco Evenepoel, che nella cronometro di Albufeira ha travolto i rivali. Al secondo posto, Sheffield ha fatto meglio di tutti gli altri specialisti, con passivo di appena 16 secondi. Anche meglio di Ganna, arrivato sesto a 47 secondi. Il piemontese è ancora indietro di condizione: durante l’inverno non è stato benissimo, incappando in un malanno di stagione, per cui non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Ai campionati europei del 2023 a Drenthe, Tarling ha vinto l’oro, battendo Bissegger e Van AertAi campionati europei del 2023 a Drenthe, Tarling ha vinto l’oro, battendo Bissegger e Van Aert
Da Ganna a Tarling
Dario Cioni è volato in Portogallo per seguire i corridori del Team Ineos Grenadiers nella crono e lo intercettiamo sulla via del ritorno. La sua prossima destinazione è il Gran Camino, che inizierà giovedì e dove troverà Tarling.
Di lui ci aveva parlato nel finale della scorsa stagione, dopo la vittoria nella Crono delle Nazioni e ancor prima dopo il sorprendente bronzo mondiale a 19 anni e il titolo europeo sempre nella sfida contro il tempo. Ci aveva segnalato fra le righe, che la federazione britannica lo avrebbe riportato in pista con un occhio alle Olimpiadi. Sebbene il ragazzone del Team Ineos Grenadiers avesse dei buoni trascorsi in pista da juniores, vederlo vincere l’inseguimento a squadre nella Nations Cup di Adelaide ha fatto sollevare il sopracciglio. Davvero Tarling è un altro Ganna in arrivo?
«Ha fatto vedere di poter dire la sua anche in pista – dice Cioni, parlando dell’atleta che allena personalmente – anche se finora non aveva fatto esperienza in campo elite. In Gran Bretagna hanno un metodo di lavoro un po’ diverso rispetto all’Italia. Parliamo e ci confrontiamo, però con Marco (Villa, ndr) c’è maggior allineamento rispetto a quello che fanno loro. Non si può dargli torto, perché i risultati arrivano. Diciamo che di base quando sono in pista fanno meno volume di lavoro rispetto a noi. Quando sono a Manchester fanno solo qualità. Quindi la grossa base s’è fatta in ritiro e poi, come Pippo, al Tour Down Under. Ma Tarling rispetto a Pippo ha corso di più in pista».
Nella Nations Cup di Adelaide, la Gran Bretagna (Tarling compreso) ha conquistato l’oro battendo l’Australia (foto British Cycling)Nella Nations Cup di Adelaide, la Gran Bretagna (Tarling compreso) ha conquistato l’oro battendo l’Australia (foto British Cycling)
Come mai?
In Australia ha fatto anche la corsa a punti. Ma siccome volevano che avesse anche i punti per fare la madison, ha dovuto fare due corse 2.1 prima di andare ad Adelaide. Quindi se non ricordo male ha corso a Ginevra a metà novembre, appena rientrato dalle vacanze quindi con pochissima preparazione. Poi ha continuato a lavorare in pista e di seguito è venuto con noi in ritiro. Da lì ha corso a Aigle dove ha finito di fare punti e ha fatto un blocco in pista prima di Natale e un altro prima di partire per l’Australia. Ma da ora in poi dovrebbe smettere con la pista, appunto per concentrarsi sulle classiche.
Il lavoro fatto al Down Under era finalizzato alla pista?
No. Sia Tarling sia Ganna sono andati al Tour Down Under con l’idea di puntare al risultato con la squadra. Magari con Pippo non era possibile proprio perché la preparazione invernale non è filata del tutto liscia e anche con Joshua dato il tanto lavoro su pista. Però avevamo Narvaez leader per la generale e Viviani per le volate e hanno lavorato per loro.
Cosa si può dire della gestione di Tarling fra pista e strada: ben definita come in apparenza quella di Ganna?
No, è stata un po’ più complicata perché abbiamo dovuto convincerlo a investire in queste giornate. A lui non piace stare a Manchester, che poi è il primo problema. Deve stare in un hotel e non gli piace il contesto in generale. E poi c’era l’idea stessa di fare la pista che all’inizio non lo convinceva troppo, perché ora l’investimento principale per lui è la strada, quindi aveva paura che facendo pista avrebbe perso su strada.
Al Renewi Tour 2023 Tarling ha vinto la crono e preso la maglia di leader, persa il giorno dopo all’arrivo sul GrammontAl Renewi Tour 2023 Tarling ha vinto la crono e preso la maglia di leader, persa il giorno dopo all’arrivo sul Grammont
Il contrario di quello che avete sempre detto su Ganna, no?
Esattamente. Per la nostra filosofia di lavoro, la pista ci serve per migliorare su strada. Sia se vuole andare alle classiche, dove ha bisogno della pista per trovare lo spunto veloce e un po’ più di esplosività. Sia nella crono, dove gli serve comunque il lavoro che fa con il quartetto. Il programma che ha seguito negli ultimi tempi è stato completo, ma la scelta è dipesa dalla sua federazione. Per capirci, ha fatto anche l’omnium e l’eliminazione, noi non abbiamo avuto voce in capitolo.
Adesso si è convinto della bontà della scelta?
Ha capito che può tornargli utile, si impegna, ma non è che faccia i salti di gioia. Per cui è contento di tornare alla strada. Adesso farà O Gran Camino, poi la Parigi-Nizza, le classiche compresa la Roubaix. Poi andremo al Romandia, quindi farà uno stacco. Invece l’avvicinamento olimpico passerà per il Giro di Norvegia prima dei campionati nazionali, quindi il Giro d’Austria e le Olimpiadi.
Ci sarà qualche altura nel frattempo?
Ancora non abbiamo deciso. Tarling abita ad Andorra, che sono 1.400 metri. Non è altura, ma un minimo condizionamento c’è. Non ha mai fatto altura in passato e non sappiamo se valga la pena rischiare proprio nell’anno olimpico. Forse si farà una prova per valutare se ha buone sensazioni, ma non si è ancora definito.
L’anno scorso è arrivato terzo al mondiale, battuto da Evenepoel, poi lo ha battuto alla Crono delle Nazioni. Secondo te lo considera il suo avversario numero uno?
Chiaramente c’è l’ambizione di batterlo. Si vede che rispetto al 2023, un po’ è cambiato. L’anno scorso tutto quello che veniva era guadagnato, ovviamente adesso anche lui si aspetta più da se stesso. Quindi abbiamo avuto delle discussioni nell’inverno sui cambiamenti che vorrebbe apportare. Fosse per lui inizierebbe da domani a intervenire su tutti gli aspetti e magari fatica a capire che non otterrebbe miglioramenti. Quindi si lavora sui singoli aspetti. Lavoriamo sul peso, poi lavoriamo su un altro aspetto. Facciamo le basi e piano piano, una volta imparate le basi, si costruisce altro. Ha dei margini molto ampi, anche perché viaggia ancora a volumi di allenamento bassissimi. C’è spazio per migliorare l’esecuzione tecnica, ma ad esempio nelle crono al momento è sempre molto preciso, già inquadrato.
Lo scorso anno Tarling svolse con Ganna il sopralluogo della Roubaix (foto Instagram)Lo scorso anno Tarling svolse con Ganna il sopralluogo della Roubaix (foto Instagram)
Mentre su strada?
Per quello che abbiamo visto al Down Under, mi sembra che anche lì abbia fatto un passo avanti rispetto allo scorso anno.
Ci sarà un momento di verifica per la crono oppure ogni crono sarà buona?
Ogni crono è buona, dal mio punto di vista. Buona per imparare qualcosa, provare qualcosa di nuovo. Anche perché non c’è un calendario di prove a cronometro, per cui prenderà quelle che trova nelle varie corse. Forse è presto per fare un grande Giro, forse no. Semmai potrebbe essere la Vuelta, ma certo non prima delle Olimpiadi.
Invece Ganna e la pista si vedranno ancora?
Non per fare gare. Adesso anche per Filippo è arrivato il momento della strada. Il programma è da definire. La Sanremo è un punto fisso, poi le classiche e poi dritti sul Giro.
Il campione europeo a cronometro, il talentuoso e giovane (appena diciannovenne!) gallese Joshua Tarling (in apertura con Federico Zecchetto), è entrato a far parte della prestigiosa famiglia di atleti e corridori professionisti sponsorizzati da DMT, brand dell’azienda manifatturiera Diamant che anche in virtù di questo importante accordo si conferma un riferimento per quanto riguarda la produzione di calzature da ciclismo.
DMT, che ha fatto del connubio tra pregio stilistico e prestazioni ottimali il proprio tratto distintivo, ha conquistato nel tempo una sempre più ampia “community” di entusiasti corridori, dai dilettanti ai professionisti, fino a campioni del calibro di Elia Viviani, Juan Ayuso e Tadej Pogacar. Per questi ultimi, DMT ha disegnato e realizzato esclusive calzature su misura, suggellando un accordo che, come dichiarato dal “product creator” del brand, nonché ex velocista professionista, Nicola Minali, vuole andare oltre la semplice collaborazione economica, mirando a creare una vera e propria fidelizzazione tra atleta e prodotto.
Questo il modello speciale realizzato da DMT per celebrare il successo europeo a cronometro di TarlingQuesto il modello speciale realizzato da DMT per celebrare il successo europeo a cronometro di Tarling
Un’annata da incorniciare
Conquistato dal design e dalla qualità delle stringate DMT alla scorsa Tirreno-Adriatico, Tarling, dopo un’eccellente stagione con la Ineos Grenadiers, ha ricevuto la propria, personale calzatura personalizzata nel corso di una recente visita in azienda, rimanendone letteralmente entusiasta. Il modello, una scarpa con lacci bianca dalle sfumature blu, presenta i dettagli delle stelle di campione europeo a cronometro, volte a celebrare i prestigiosi traguardi raggiunti dal corridore, classe 2004, in questa annata di debutto con i grandi del professionismo mondiale.
Campione europeo contro il tempo a Drenthe, nonché detentore del titolo nazionale britannico nella stessa categoria, Tarling ha anche ottenuto la medaglia di bronzo nel prestigioso mondiale di Glasgow, condividendo il podio con autentici giganti del calibro di Remco Evenepoel e Filippo Ganna.
Il giovane della INEOS si è aggiunto alla già grande famiglia di DMT: qui la firma con Federico ZecchettoIl giovane della INEOS si è aggiunto alla già grande famiglia di DMT
In attesa della prossima stagione, e degli importanti appuntamenti agonistici, su tutti le Olimpiadi di Parigi 2024, Tarling si è dichiarato onorato di poter indossare calzature così graficamente pregevoli e performanti a lui dedicate, nonché impaziente di poterle sfoggiare nelle gare in programma, augurandosi che possano essere di auspicio per un’annata ancora più sorprendente.
Alla vigilia dei mondiali di Stirling, la città alle porte di Glasgow in cui si sono corse le crono, Dario Cioni venne a dirci che avrebbe seguito Tarling e di guardarlo con attenzione. Bastò aspettare poche ore per applaudirlo sul terzo gradino del podio, con tanto di investitura da parte di Ganna. Filippo disse infatti di non essere particolarmente stupito del risultato e che quando il giovane avrà perso quei 4-5 chili di troppo, diventerà davvero un brutto cliente.
Tarling è quel ragazzino di Aberareon, sulla costa occidentale del Galles, che lo scorso anno a Wollongong vinse il mondiale crono degli juniores e poi fu fatto passare alla Ineos Grenadiers. A distanza di 40 giorni dal podio scozzese, il giovane britannico (ha compiuto 19 anni il 15 febbraio) ha vinto il campionato europeo della cronometro, con il passaggio intermedio della vittoria al Renewi Tour. A questo punto Cioni è diventato un interlocutore obbligato. Che cosa sapeva già quel giorno di agosto? Glielo abbiamo chiesto, anche perché giusto due giorni fa di Tarling aveva parlato anche Elia Viviani, indicandolo come uno dei giovani che più ama imparare dall’esperienza dei grandi.
Lo scorso anno a Wollongong, Tarling ha vinto il mondiale juniores della crono. Classe 2004, è alto 1,94 per 78 chiliLo scorso anno a Wollongong, Tarling ha vinto il mondiale juniores crono. Classe 2004, è alto 1,94 per 78 chili
E’ davvero così attento?
Su alcune cose sì, su altre c’è un po’ più da lavorare, tipo la disciplina in allenamento. Però al momento, su tutto quello che riguarda la cronometro è una spugna.
Si era visto subito che potesse già essere vincente nei pro’?
Sì, avendo notato che durante l’anno è anche migliorato. Nella crono di Besseges, la prima gara da professionista, ha fatto secondo dietro Pedersen. In pratica ha confermato subito non solo la sua predisposizione, ma il fatto che potesse essere competitivo. E poi comunque ha vinto il campionato nazionale, la crono al Renewi Tour e ha vinto l’europeo. Ha fatto secondo dietro Ganna al Vallonia… Insomma, è tanta roba, perché ha fatto anche terzo al mondiale. E’ entrato subito nell’elite dei cronometristi. Io pensavo che sarebbe arrivato al livello dei migliori entro un paio d’anni, che avrebbe potuto vincere in qualche gara minore, ma ad esempio che non fosse ancora in grado di ben figurare nello scontro diretto con Kung. Invece al mondiale è arrivato terzo alla presenza di tutti i più forti, mentre all’europeo ha vinto. Mancavano Remco, Roglic e Ganna, però c’erano diversi specialisti, quindi penso che si sia guadagnato subito un posto fra i primi 5-6 al mondo.
Quando una squadra come la vostra prende un ragazzo così giovane, in che modo lo gestisce, non avendo un devo team?
Il suo caso forse è particolare, perché a inizio stagione ha corso un pochino più rispetto ai programmi. Ad esempio ha fatto la Parigi-Nizza che non era prevista. Ha fatto il UAE Tour che non era previsto, però per l’inizio di stagione andava bene. Si sono aperte un paio di porte per partecipare a queste corse, per fargli fare l’esperienza, ovviamente senza mettere nessuna pressione. Però poi, per esempio, dopo la Parigi-Nizza è stato alle classiche con la squadra per tutto il tempo, ma ha fatto solo un paio di gare e poi ha avuto un periodo più tranquillo.
A Sluis, seconda tappa del Renewi Tour, Tarling ha vinto la cronoA Sluis, seconda tappa del Renewi Tour, Tarling ha vinto la crono
Comunque un calendario importante.
Ma non troppo intenso. Si è cercato di dargli un mix fra gare in cui poteva fare esperienza e gare in cui magari provare a fare risultato, come il Renewi Tour, dove eravamo andati proprio con l’intenzione di vincere la crono. Idem al Vallonia, ma lì era difficile vincere perché c’era Filippo. Anche i campionati nazionali erano un obiettivo prestazionale legato alla crono. E’ una specialità in cui si sente a suo agio, invece non è mai stato messo un obiettivo relativo a una corsa a tappe.
Ha dovuto lavorare tanto per la posizione oppure gli viene naturale?
Questa posizione è il frutto di un lavoro fatto l’anno scorso da junior in vista dei mondiali. Lo avevamo guidato sia da un punto di vista biomeccanico sia aerodinamico. Quest’anno il primo intervento l’abbiamo fatto la settimana prima degli europei, ma proprio aggiustamenti minimali in galleria del vento. Qualcosina è cambiato, ma pochi dettagli, tant’è che si è adattato subito alla nuova posizione. E’ uno che trova facilmente la posizione, perché fin da allievo la sua passione è sempre stata la cronometro. In Inghilterra c’è la cultura dei ritrovi che organizzano la domenica, in cui fanno gare a cronometro sulle 10 miglia, 20 miglia, 30 miglia e 40 miglia. E lui ha partecipato spesso.
Che cosa intendevi parlando di disciplina in allenamento?
Ha un grosso margine di miglioramento da quel punto di vista, per questo stupisce la sua prestazione a cronometro. Secondo me questo margine è maggiore su strada che a cronometro, perché essendo lo sforzo più breve ma intenso, va bene per il suo modo attuale di allenarsi. Non fa volume, uno degli obiettivi per l’anno prossimo è aumentare. Al momento è nella fascia super bassa di volume rispetto ai compagni di squadra, però non lo vedo come un male, anzi.
Tarling ha vinto l’europeo dei professionisti a 19 anni, dopo il bronzo ai mondialiTarling ha vinto l’europeo dei professionisti a 19 anni, dopo il bronzo ai mondiali
Una scelta dettata dai 19 anni?
Non necessariamente. Trovi il giovane che vuole fare 5-6 ore, lui invece no. E’ più facile che faccia qualcosa in meno che qualcosa di più. Bisogna lavorare anche sulla struttura degli allenamenti perché ancora non è precisissimo nell’esecuzione. E poi c’è il discorso del peso, un’altra di quelle cose per cui dico che ha margine.
Dove vive Tarling?
Ad Andorra, infatti seguirlo in allenamento è la parte più complicata. Tendenzialmente per vederlo cerco di andare alle gare dove corre anche lui, anche se ad Andorra abbiamo un altro coach che può seguirlo in certi allenamenti. Però bisogna che impari un po’ anche lui, perché l’allenamento è per il loro bene, non per il mio. E questo è un altro dei miglioramenti che vogliamo ottenere l’anno prossimo da lui.
Quando è con Ganna cerca di rubargli il mestiere?
Fra i due non c’è una grossa differenza di età. Pippo dice che è il suo corridore preferito, quindi secondo me se ci passa tempo insieme e lui guarda quello che fa Filippo, impara tanto. Però non è neanche che ti sfinisca di domande.
Agli europei U23 di Anadia, Tarling terzo nell’inseguimento individuale, dietro Charlton e VandenbrandenAncra gli europei U23 di Anadia e vittoria nel quartetto con Charlton, Giddings e HobbsAgli europei U23 di Anadia, Tarling terzo nell’inseguimento individuale, dietro Charlton e VandenbrandenAncora gli europei U23 di Anadia e vittoria nel quartetto con Charlton, Giddings e Hobbs
E’ vero secondo te che Tarling diventerà una minaccia per Ganna?
Secondo me fra qualche anno saranno pari. Poi starà a chi si adatta meglio alle novità tecniche, a chi sarà più bravo. Entrambi hanno margine, mettiamola così. Sulla crono Tarling è già okay, ai massimi livelli. Se fosse allo stesso livello su strada, avrebbe molto meno margine. Invece nella crono è già molto spinto, perché comunque la posizione è buona, il materiale è buono, l’esecuzione è buona. Capisce molto bene anche tutta la strategia di pacing. E’ molto preciso anche lui nelle ricognizioni, una cosa che ha in comune con Filippo. A cronometro ha molto meno margine rispetto alla strada.
Il 2024 di Tarling sarà ancora prevalentemente incentrato sulla crono?
Siccome sarà l’anno olimpico, la crono per lui può essere un grosso obiettivo, quindi sarà una priorità. La squadra è d’accordo con questa scelta e comunque questo non esclude un certo miglioramento su tutto il resto. Però dal punto di vista della performance, il lavoro sarà concentrato sulla cronometro. E alla luce di questo dovremo valutare il calendario e qui il discorso è strano.
Perché strano?
Perché quest’anno c’è stata una prima parte di stagione dove si faceva fatica a trovare le crono. Poi nella parte finale, quasi tutte le gare ne avevano una, anche un po’ a sorpresa. Ci sono state corse che storicamente non hanno mai avuto una crono, che invece l’hanno inserita. Per me è un bene, sono favorevole alla crono in una corsa di 5 giorni.
Al Renewi Tour, Tarling ha vinto la crono, ma sul Muur ha pagato con 9’47” di ritardoAl Renewi Tour, Tarling ha vinto la crono, ma sul Muur ha pagato con 9’47” di ritardo
Può diventare un corridore da classiche come Ganna oppure ha altri sviluppi davanti a sé?
E’ più leggero di Pippo (78 chili, contro gli 83 di Ganna, ndr), ma può scendere ancora. Per cui se mi diceste che fra 5-6 anni si proverà a fare classifica in una corsa a tappe, anche un grande Giro ma con il percorso giusto, non mi stupirei, anche se dobbiamo ancora vedere come recupera nelle corse a tappe. Una Tirreno fra qualche anno secondo me potrebbe essere alla sua portata. Mentre Filippo ha dimostrato di essere più veloce. Anche a Joshua piacciono le classiche, però non so se diventerà uno specialista.
Forse è troppo giovane perché si possa dirlo?
Probabilmente. Se uno pensa dov’erano Wiggins e Thomas alla sua età, è più facile fare un percorso simile al loro con Joshua che con Filippo. Lo vedrei tenere bene sulle salite fino al 7-8 per cento. Quest’anno, per esempio, al UAE Tour non è andato male. Ha fatto il suo lavoro di supporto, però nella prima tappa di salita, che era pedalabile, si è difeso bene.
Cosa farà nel prossimo inverno?
La stagione finirà ora in Croazia e poi farà la Crono delle Nazioni, perché potrà partecipare assieme al fratello minore, che corre anche lui. Ci sarà tutta la famiglia, che è molto presente, quindi sarà un obiettivo, ma anche una festa. Poi probabilmente dovrebbe staccare subito. Quello che si sta considerando è il discorso della pista. Nelle categorie giovanili l’aveva praticata, quest’anno invece l’aveva lasciata da parte con il cambio di categoria. Però ha partecipato agli europei U23 e ha fatto terzo nell’inseguimento individuale e hanno vinto quello a squadre. Ora si sta valutando di reinserirla e se questo va in porto, comincerà al Tour Down Under, in modo poi da partecipare alla Coppa del mondo in Australia.
Alla CRO Race, Tarling ha festeggiato la vittoria di VivianiAlla CRO Race, Tarling ha festeggiato la vittoria di Viviani
Avendo l’obiettivo olimpico?
Le convocazioni non sono state ancora ufficializzate, però per il discorso delle quote limitate, avere corridori che fanno molte discipline può essere utile. Bisognerà solo valutare il suo livello rispetto agli altri. Per il resto, io ho sempre sostenuto l’utilità della pista anche in proiezione della strada. Lui si era un po’ allontanato, probabilmente ora si sente un po’ più a suo agio. E intanto la Federazione inglese osserva. Visto però che avevo ragione e valeva la pena seguirlo?
Tanta grinta, ma poche gambe per Carapaz, che crolla sul Fedaia. La sua Ineos-Grenadiers lo aveva anche lanciato. E adesso in squadra ci sono musi lunghi
La cronometro individuale di Glasgow si è conclusa da una manciata di ore e non poteva mancare il commento di Adriano Malori,ormai nostro specialista contro il tempo. E anche stavolta “Malo” va subito a dama. «La sorpresa è lo juniores (Joshua Tarling di 19 anni, ndr), ma la notizia è che Remco Evenepoel è un mostro. In un anno ha vinto un mondiale, la Vuelta, la Liegi e ora di nuovo questo mondiale. Per me lui e Pogacar sono i corridori più forti del momento. Non ho messo Vingegaard perché non è così completo».
Come abbiamo visto e appena letto Remco Evenepoel ha vinto la crono iridata, alla sue spalle un Filippo Ganna a 12” e terzo questo diciannovenne inglese Joshua Tarling a 48”, che l’anno scorso ha vinto la crono iridata… ma tra gli juniores!
Tarling (classe 2004) è arrivato terzo. Molto bene fino alla fineTarling (classe 2004) è arrivato terzo. Molto bene fino alla fine
Adriano, un quasi juniores tra i pro’. In realtà poteva correre tra gli under 23…
Indubbiamente è stata una grande sorpresa. Mi ha colpito la sua gestione dello sforzo. Okay, ha vinto il titolo nazionale a crono e sappiamo che in Inghilterra non è una cosa banale, visto il tempo che vi dedicano, ma questo era un altro palcoscenico. Pippo deve sapere che per il futuro ha un rivale che sta per arrivare.
Adriano, tu stesso ci dici spesso di quanto conti l’esperienza nelle crono lunghe e ma i numeri parlano chiaro: 47 chilometri e 19 anni.
Vero. E come ho detto sono colpito. In particolare dal suo strappo finale. Era una crono vera più questo strappo: non era semplice unire le due cose. I corridori arrivavano stravolti, lui invece era in spinta, ha ben gestito le forze. Si vede che è nella Ineos-Grenadiers. Così come Pippo, Bigham, Thomas…
Correndo in casa per te conosceva meglio degli altri il percorso?
Assolutamente sì. Si vedeva che lo aveva provato e riprovato. In alcune curve, specie quella dopo l’intermedio è emerso questo aspetto. Lui l’ha fatta in pieno restando in posizione. Remco ha tolto le mani dalle protesi e Ganna ha avuto una piccola incertezza. E lo stesso l’ultimo strappo. Devi essere “presente” per farlo in quel modo. Specie sul pavé.
Per Malori Ganna ha lottato col vento (notate l’erba). Il cx migliore di Remco ha fatto la differenza?Per Malori Ganna ha lottato col vento (notate l’erba). Il cx migliore di Remco ha fatto la differenza?
Passiamo ad Evenepoel. Il belga, come Ganna ed altri, aveva la radio sul petto. Una scelta aero?
Una scelta aero e anche di utilità al tempo stesso. Questi body infatti sono strettissimi e sulle spalle, la parte più larga, tirano moltissimo. In quel punto, sul petto, la radio è un po’ più comoda. I corridori fanno le loro prove e se non gli dà fastidio nella respirazione la posizionano lì.
Remco e quel gesto rivolto all’ammiraglia: come è andata?
Remco è molto sicuro di sé, ma perde anche le staffe. Dopo il primo intermedio (in cui era dietro a Ganna, ndr) dai loro rilevamenti avevano visto che era in vantaggio e per radio gli avranno detto qualcosa e lui gli ha voluto dire di stare calmi: «Ci penso io». Ma tali gesti per lui non sono nuovi. Ricordate all’europeo 2021 quando gli rimase alla ruota Sonny (Colbrelli, ndr)? Quando la gara non va come dice lui perde le staffe.
E per il resto?
Il mio grande favorito era Ganna. Era la sua crono, non è andato piano neanche sullo strappo finale dove è stato solo un filo più lento di Evenepoel (2″, ndr) nonostante la sua stazza, ma gli è mancato il resto. Io credo che nella sua prestazione abbia inciso un po’ il vento. Per lunghi tratti era laterale, si vedeva da come pedalavano i corridori e da come si muovevano le loro bici. Ma se “sbacchettava” la bici di un Remco che è piccolo, figuriamoci cosa deve aver passato un Ganna che è altro più di un metro e 90 (e anche di Tarling: 194 centimetri, ndr).
Van Aert è partito sottotono. Nel finale è stato l’unico a recuperare su Remco, ma ormai era tardiVan Aert è partito sottotono. Nel finale è stato l’unico a recuperare su Remco, ma ormai era tardi
Rapporti tutti fra 58 (Kung, Pogacar) e 60 (Bissegger, Evenepoel), mentre Van Aert aveva il 56…
Alla fine i rapporti sono fini a se stessi. Bisognava spingere. Non credo abbia influito quello in Van Aert. Anzi per certi aspetti è anche più leggero rispetto alla media dei passistoni da crono. Credo che Wout abbia dimostrato quello che abbiamo visto già domenica scorsa e cioè che non aveva le gambe. Uno come lui, su un percorso che è un ciclocross asfaltato, non può farsi umiliare così da Van der Poel. Poi può anche perdere: nel finale, sull’ultimo dentello, in volata… ma non che non riesca a rispondergli.
Nella crono di oggi per te ha inciso il Tour?
Tantissimo. E infatti gente come Kung o Pogacar sono stati subito fuori gioco. E ha inciso soprattutto per chi ha disputato anche la prova in linea iridata. Da quel che ho letto e ho saputo, i corridori hanno detto che è stato un massacro. Se poi parliamo di Kung, lui ci ha messo di mezzo anche il team relay… Se sei stanco e devi provare a vincere il mondiale nella crono individuale quella gara non la fai. Ma queste sono scelte loro.
E ad Adriano Malori cosa è piaciuto di questa prova?
Che è stata, finalmente, una crono vera. Lunga. Una crono da spingere, giusta per un mondiale. Come se ne dovrebbero vedere di più. Anche nei grandi Giri.
Van Den Langenbergh, giornalista belga, ci fa capire come le ultime settimane abbiano visto il cambiamento di Remco Evenepoel, anche sul fronte mediatico
Il finale della Dwars door Vlaanderen ha aperto varie dispute. Il mondo del ciclismo ha “abbracciato” Van Aert e puntato il dito su chi dirige la squadra
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STIRLING – Remco Evenepoel si è preso un’altra maglia iridata. E visto che quella della strada ha dovuto consegnarla a Van der Poel giusto domenica scorsa, ha allungato le mani su quella della crono, guastando la serata a Pippo Ganna e a tutto il clan azzurro che sperava di essere sulla porta di un altro oro. Che magari sarebbe anche arrivato se il piemontese avesse potuto recuperare dalla pista nel tempo necessario. Oppure qualcuno ha pensato che assemblando i due mondiali, gli atleti avrebbero reso al top come se la fatica non si sommasse? Comunque c’è l‘argento per un atleta che torna a casa con tre medaglie: una per ogni gara disputata. E l’argento è il metallo meno prezioso che ha conquistato. Cerchiamo di capirci…
Il riscaldamento di Ganna ha seguito un copione già visto molte volte: attorno a lui c’era fiduciaIl riscaldamento di Ganna ha seguito un copione già visto molte volte: attorno a lui c’era fiducia
Montecchi e Capuleti
Da un lato del podio, poggiati alle transenne c’erano Giovanni Lombardi e Marco Ganna, il papà di Filippo. Giusto di fronte, accanto a chi scrive, c’era invece Oumi: la signora Evenepoel, elegante e contenta. I 12 secondi che alla fine del mondiale della crono hanno diviso Remco e Filippo – gli stessi dall’inizio alla fine – sono uno spazio esiguo come la distanza fra queste due famiglie, destinate a dividersi a lungo gli allori delle prove contro il tempo.
Remco dall’alto del podio non ha fatto che scambiare sguardi e messaggi con la moglie, giocherellando con il peluche di mucca delle Highlands e indicando la masnada di tifosi assiepati su una tomba del cimitero monumentale inneggiando al suo nome.
«Ho sentito – ride – che sono il primo belga in assoluto a diventare campione del mondo a cronometro e anche che sono il più giovane. E’ fantastico. Questo era uno dei miei più grandi obiettivi della stagione. E’ bello essere riusciti a vincere su un percorso così duro, che forse non era neanche perfetto per un corridore del mio peso. Credo di aver vissuto una giornata super buona».
Evenepoel ha detto di aver trovato il giorno perfetto, spingendo anche più watt di quelli stabilitiEvenepoel ha detto di aver trovato il giorno perfetto, spingendo anche più watt di quelli stabiliti
Sotto controllo
A un certo punto è parso che fosse lui a mettere un freno agli incitamenti che arrivavano dalla macchina alle sue spalle, ma di certo i suoi intermedi sono sempre stati migliori rispetto a Ganna. Pippo ci ha provato, ma la sensazione è stata quella di un gap minimo e incolmabile fra due atleti che si stavano spingendo al massimo.
«In questi giorni che potremmo definire perfetti – spiega Evenepoel – non voglio troppe indicazioni dalla macchina: gli stavo dicendo questo. Mi bastano i dati sulle traiettorie, non le indicazioni sul ritmo da tenere. A essere onesti infatti, sono stato in grado di andare ancora più veloce rispetto al piano che avevamo stabilito. Sono stato in grado di aggiungere altri 10-15 watt e dopo trenta minuti ho sentito che non ero ancora al limite. Al secondo intermedio sapevo anche di essere più veloce di Pippo (Filippo Ganna, ndr) e questo mi ha dato una spinta, soprattutto perché stava arrivando un tratto che andava su e giù bruscamente. Sapevo che avrei perso qualcosa nel tratto finale in discesa per la differenza di peso, ma anche che avrei riguadagnato sull’ultima salita. E’ stata un coltello nelle gambe, ma la nostra strategia è stata perfetta».
Ganna dice di aver fatto una crono al massimo delle sue possibilità: di più non potevaGanna dice di aver fatto una crono al massimo delle sue possibilità: di più non poteva
I limiti da superare
Ganna lo dice chiaro: più di questo non posso andare, servirà trovare una soluzione legata ai materiali o all’aerodinamica. Il pensiero è legittimo, se la differenza è la stessa dai primi chilometri e rimane invariata quasi a parità di spinta.
«Remco è giovane – dice Pippo – è il futuro, ma anche il presente. E’ colui con cui dovrò fare i conti se vorrò vincere ancora la maglia iridata, ma penso che migliorare nella performance sarà dura. I numeri sono già alti. Abbiamo due strutture completamente differenti, per cui credo che si dovrà provare a lavorare sull’aerodinamica. La mia strategia di gara era chiara. Dovevo cercare di stare vicino alla soglia il più a lungo possibile e credo alla fine di non aver mai fatto una crono di questo livello in vita mia. Devo proprio trovare una soluzione per la mia aerodinamica».
Dopo l’arrivo, con Velo che commenta la sua prestazione e i distacchi sempre costantiDopo l’arrivo, con Velo che commenta la sua prestazione e i distacchi sempre costanti
Tre gare, tre medaglie
E’ stanco, anche un po’ deluso, ma ha lottato da guerriero: possiamo solo dirgli grazie. Durante il riscaldamento è parso sereno, come in mattinata confermava anche Piero Baffi che si prende cura delle sue gambe. Lo dipingeva sereno, alla vigilia di una delle tante crono, con la differenza che avrebbe avuto davanti il meglio al mondo. Anche se poi sono bastati pochi chilometri per capire che il nemico da battere sarebbe stato proprio Evenepoel.
«Sono stanco – dice Ganna – sono qui da due settimane, prima per la pista e ora per la crono. Certo l’oro è meglio dell’argento, ma dalla pista sono uscito con un oro e un argento e qui ho preso un altro argento. Non mi posso lamentare. Remco è stato più forte, ma non so quanti in questi mondiali siano andati a medaglia in ogni gara che abbiano fatto. E’ duro fare pista e strada in cinque giorni. Passare da gare di quattro minuti a gare di un’ora. E ora devo recuperare per la Vuelta. La squadra mi ha voluto per la prima cronosquadre e non so in quali condizioni sarò dopo altri venti giorni di gara. Cercherò di stare vicino a Thomas…».
Sul terzo gradino del podio è salito Joshua Tarling, britannico di 19 anni, che corre alla IneosE Cattaneo? Il bergamasco è stato autore di una buona crono: 8° a 1’57” dal RemcoSul terzo gradino del podio è salito Joshua Tarling, britannico di 19 anni, che corre alla IneosE Cattaneo? Il bergamasco è stato autore di una buona crono: 8° a 1’57” dal Remco
Il vento e le ruotone
Da una maglia iridata all’altra, Evenepoel ha risposto al passaggio a vuoto dopo il mondiale su strada, in cui era fra i più attesi e che invece ha lasciato con un bilancio passivo peesantissimo.
«E’ un peccato che quel giorno siamo arrivati secondi con Van Aert – risponde – ma per me quella gara è stata troppo dura, troppo esplosiva. Avevo buone gambe, ma non era il mio tipo di corsa. Oggi lo è stato molto di più (ride, ndr). Ci siamo concentrati su questo appuntamento per molto tempo, sono felice che tutte quelle ore di lavoro siano state ripagate. L’unico problema che ho avuto è stato il vento. Ho usato le ruote più alte con cui mi ero allenato per tutta la settimana. La bicicletta era perfetta, solo sarebbe servito che pesassi qualche chilo di più (ride di nuovo, ndr)».
I tifosi venuti dal Belgio si sono assiepati su una tomba del cimitero di Stirling e hanno inneggiato a Remco con grande trasportoIl pubblico applaudiva ai piedi del podio, mentre le tre bandiere salivano al cieloI tifosi venuti dal Belgio si sono assiepati su una tomba del cimitero di Stirling e hanno inneggiato a Remco con grande trasportoIl pubblico applaudiva ai piedi del podio, mentre le tre bandiere salivano al cielo
Poche feste
Remco è prevedibilmente di buon umore, ma ha un timbro di voce calmo e riflessivo. Racconta che il suo prossimo traguardo è la Vuelta, ma che nel suo mirino prima o poi finiranno anche il Giro e il Tour, per i quali dovrà migliorare ancora. E semmai si lamenta che non potrà festeggiare come vorrebbe.
«L’anno scorso vinsi la Vuelta – racconta e ride – e mi toccò fare solo una piccola festa, perché poi bisognava partire per la trasferta australiana che era complicata. Adesso non vedo l’ora di ripartire e trascorrere qualche giorno a casa con mia moglie e la mia famiglia, che non vedo da tanto. Poi tornerò in altura e da lì andrò alla Vuelta».
I suoi tifosi sono ancora fuori che lo reclamano in questa serata che avrà immancabilmente il sapore della birra al pari del giorno, nell’esplosione di grida lungo il percorso e di urla selvagge al suo indirizzo quando è salito sul podio. In questa serata di festa, annotiamo che Remco non ha voluto rispondere alla domanda sul suo futuro alla Ineos. Ha guardato fisso il giornalista che gliel’ha fatta, poi si è rivolto alla moderatrice della conferenza: «Next question». La prossima domanda.
Arianna Fidanza si è ripresa da un infortunio tremendo e ha deciso di puntare sulla crono. La sua presenza è una rinascita. Momenti toccanti in Australia