Aurum Magma Tenerife

Magma Tenerife, la nuova Aurum nata sul Teide

03.12.2025
6 min
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SANTA CRUZ (Isole Canarie, Spagna) – Ad un tratto il Muna, il museo naturalistico di Santa Cruz, si popola di giornalisti, fotografi, cameraman e autorità. Sotto un velo nero con su scritto Aurum, si cela chiaramente una bici. Arrivano Ivan Basso e Alberto Contador. Il Teide ci sorveglia sornione una trentina di chilometri più a sud, mentre un’immagine che fa da sfondo al palco riporta la scritta “El Origen”, l’origine.

E’ in quel momento che il mondo scopre la nuova Aurum Magma Tenerife, una bici speciale. Una bici che ha a che fare con la nascita del marchio stesso, con questa terra, con il Teide. C’è tanto dietro questo modello. Non è solo una colorazione diversa. E questo “tanto” bisogna coglierlo, venendo sin quaggiù, persi nell’Oceano Atlantico.

L’origine

La Magma Tenerife, un’edizione esclusiva, è nata dalla collaborazione tra Aurum Bikes e Turismo de Tenerife, attraverso il suo marchio Tenerife Despierta Emociones. Non a caso all’alzata dei veli era presente anche il vicepresidente e consigliere del turismo del Consiglio insulare di Tenerife, Lope Afonso. Con lui, chiaramente, anche Ivan Basso e la star Alberto Contador, titolari dell’azienda Aurum. Si capisce subito che è una bici che vuole rendere omaggio all’isola che ha ispirato lo spirito del marchio.

«Questa bici – dicono in coro Basso e Contador – è nata qua a Tenerife e più precisamente sul Teide. Nell’anno in cui abbiamo corso insieme alla Tinkoff abbiamo avuto modo di pensare, parlare, ideare. E’ sul Teide, durante i nostri ritiri, che pensavamo a una bici. A come questa dovesse essere, e questa Magma Tenerife è la risposta, il regalo, a questa isola, a questa terra che tanto ci ha dato».

«Una bici nata dalla sofferenza – aggiunge Contador – come poter soffrire di meno, o soffrire uguale ma andando più forte! Durante il mio periodo da ciclista professionista, ho trascorso molte settimane ad allenarmi sul Monte Teide alla ricerca della forma migliore. E’ stato proprio lì, anni dopo, che è nata l’idea di creare Aurum insieme a Ivan. Lassù hai tempo per pensare, per concentrarti. Sei solo con i compagni, la natura e la tua bici. Ecco perché tornare ora con questo progetto è come chiudere un cerchio. La Magma Tenerife rappresenta quell’origine: il luogo dove tutto ha avuto inizio e l’ispirazione che ci ha portato a creare la nostra bicicletta».

Da qui quello slogan “El Origen”. E questa è l’ultima perla della corona di Aurum.

La bicicletta

Nel catalogo di Aurum Bikes si trova adesso anche la Magma Tenerife. La sostanza non cambia: parliamo di una bici di altissima gamma e qualità, la stessa che utilizzano i professionisti della Polti-VisitMalta.

La bici si può personalizzare nel setup. Quella che abbiamo ammirato a Santa Cruz era allestita con il gruppo Sram Red AXS, sella Prologo Scratch M5 Nack Hard Black, componentistica Aurum (a partire dal bellissimo manubrio Aurum Magma) e dalle nuovissime ruote Scope Artech 6.

Ruote che ha voluto, testato e ricercato lo stesso Contador: uno che sul peso è ancora un corridore (scalatore) a tutti gli effetti. Alberto, ci hanno detto fonti super attendibili, le ha provate di persona e quando ne ha sentito il peso e il rendimento quasi non ci credeva. Questo set (disponibile nella versione con profilo da 65, 45 e persino 20 millimetri) ferma l’ago della bilancia a 1.224 grammi nella versione con profilo più alto. Ha un canale interno da 23 millimetri, raggi profilati in fibra e una grande pulizia aerodinamica grazie alle “squame” sul profilo stesso. Trasformano la Magma in un fuso che penetra l’aria, un sibilo che dietro lascia poche turbolenze. Le Scope Artech 6 sono stampate in 3D. Le coperture con cui rendono meglio, sia in termini di scorrevolezza che di stabilità, sono quelle da 28 millimetri.

«Sono rimasto colpito dalla stabilità di queste ruote – ci ha detto Contador – anche se ti passa vicino un camion, la bici resta dritta, non sbanda».

Per il resto, come accennato, la forcella, il reggisella e il manubrio integrato della Magma sono “made in Aurum” e sono stati progettati con il solo intento di rendere la bici più veloce. La casa spagnola riporta dati a dir poco interessanti sul fronte aerodinamico: si parla di circa 7 watt guadagnati considerando forcella e telaio, che diventano 10 se nell’allestimento previsto c’è anche il manubrio integrato.

Il colore

E veniamo alla vera novità, al fulcro di questo modello: il colore. Le sfumature di blu del dipinto evocano il viaggio dalle profondità dell’Oceano Atlantico alle vette del Monte Teide. «Dal mare al cielo – come ha spiegato Contador – quando ci affacciavamo da lassù vedevamo tutte queste tonalità di blu».

A dire la verità era stata fatta anche una prova con l’altro colore dominante di Tenerife, quello dell’ocra della sua terra, che a tratti diventa nera e ad altri rossastra. Alla fine si è optato per queste gradazioni di blu. Tra l’altro, nota curiosa: in queste verniciature c’è un tocco d’Italia. Infatti questi colori sono creati dalla Lechler, un’azienda comasca.

Sempre restando sulla grafica della Magma Tenerife, c’è un elemento che colpisce più di altri, un dettaglio che si trova sul tubo orizzontale: le linee topografiche del Teide. Una vera chicca. Queste linee sono la rappresentazione del DNA della Aurum Magma Tenerife. Se il DNA di un essere umano è una “doppia elica”, quello della Magma Tenerife è costituito dalle linee topografiche del Teide.

Gemelli Bessega, Biesse Carrera Premac 2025

I gemelli Bessega un anno dopo: ora pro’ con Basso e Zanatta

12.11.2025
5 min
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Al momento Stefano Zanatta ha già a che fare con dei giovani, ma questa volta nel ruolo di nonno. Gli impegni ciclistici non finiscono mai, tuttavia al momento basta un computer per iniziare a pensare ai prossimi impegni. Si partirà con il classico ritiro di dicembre, anche se l’hotel di Oliva, in Spagna, che solitamente ospitava i corridori della Polti VisitMalta quest’anno è stato prenotato da altri team. 

«Ivan Basso e Alberto Contador stanno cercando la soluzione alternativa – dice Zanatta – di certo non mancano le strutture in Spagna, quindi troveremo sicuramente qualcosa che fa al caso nostro. Per il resto la formazione per il 2026 è pronta, siamo pronti a partire. Rispetto alla stagione appena conclusa avremo quattro atleti in più, ci sarebbe stata la possibilità di prenderne altri ma dobbiamo fare i conti con calendari e inviti».

Calendari e regole

Il roster della Polti VisitMalta per la stagione che verrà è al completo e la cosa che risalta all’occhio è la presenza di tanti giovani che potrebbero ancora rientrare nella categoria under 23. 

«Sarebbero sei in totale – continua il diesse trevigiano – e per un momento abbiamo anche pensato di fare attività under 23 con loro, ma con la nuova regola UCI non sarà possibile. Per fortuna il calendario italiano vede qualche nuova corsa in più indetta dalla Lega Ciclismo Professionistico. Questo per squadre come la nostra è un bell’aiuto nel fare attività e nel programmarla, anche perché c’è l’accordo che le squadre iscritte alla Lega potranno correre tutti gli appuntamenti. Per il resto aspettiamo le solite wild card di RCS, con la speranza di avere risposte in tempi più brevi rispetto allo scorso anno».

Gabriele Bessega insieme a Marco Milesi, Biesse Carrera 2025
Nel 2025 Gabriele Bessega ha vinto diverse corse, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Gabriele Bessega insieme a Marco Milesi, Biesse Carrera 2025
Nel 2025 Gabriele Bessega ha vinto diverse corse, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Tra questi sei giovani ci sono i gemelli Bessega: Tommaso e Gabriele…

Li seguiamo da quando erano al secondo anno juniores ed erano entrati nell’orbita della Fundacion Contador (il team U23 dov’è cresciuto anche Piganzoli, chiuso lo scorso anno, ndr). Ricordo di averli conosciuti al primo ritiro a Oliva tra fine 2022 e inizio 2023, mi hanno subito colpito per il fisico e le potenzialità dimostrate. Si sono dimostrati fin da subito anche due ragazzi di carattere, non avevano paura di nulla.

Con voi hanno fatto un percorso di due anni da under 23, com’è andato?

Tommaso ha dimostrato di essere un corridore in grado di esprimere grande potenza, per me potrebbe diventare un buon velocista. Gabriele allo stesso modo ha ottime doti di forza ma è più scalatore. Di sicuro sono due corridori che non si risparmiano in gara, hanno tanta ambizione e una grande determinazione. 

Gabriele Bessega, Biesse Carrera 2025
Gabriele Bessega, qui in azione, ha mostrato di avere doti più da scalatore
Gabriele Bessega, Biesse Carrera 2025
Gabriele Bessega, qui in azione, ha mostrato di avere doti più da scalatore
Il loro cammino con voi si è interrotto per una stagione, visto che nel 2025 hanno corso in Biesse Carrera Premac…

Vero e credo che l’anno in più da under 23 abbia fatto bene a entrambi. Si sono messi alla prova in gare con i professionisti e allo stesso modo hanno avuto la possibilità di correre per vincere, aspetto non secondario. A mio avviso sarebbero stati pronti per passare pro’ anche a fine 2024 ma l’attesa ha dato modo di vederli maturare ulteriormente.

Sotto quali aspetti?

La gestione della corsa. Poi hanno avuto modo di formarsi ancora per quanto riguarda le loro potenzialità. Insomma, sfruttare le occasioni. In questo 2025 hanno corso creandosi le chance di vittoria e non correndo con attendismo

Tommaso Bessega, Biesse Carrera 2025 (foto Camilla Santaromita Villa)
Secondo Zanatta Tommaso Bessega ha doti da velocista (foto Camilla Santaromita Villa)
Tommaso Bessega, Biesse Carrera 2025 (foto Camilla Santaromita Villa)
Secondo Zanatta Tommaso Bessega ha doti da velocista (foto Camilla Santaromita Villa)
Vincere aiuta a vincere…

Certamente, per un giovane il passaggio prematuro può essere un’arma a doppio taglio. Se si perde l’abitudine a lottare e cercare la vittoria poi è difficile riallacciare il filo. Vero che il ciclismo moderno offre tante occasioni con calendari sempre più ricchi, ma serve continuità. Non basta farlo una volta all’anno. 

Si sono avvicinati ancora di più al mondo dei professionisti?

Hanno fatto vedere di poter fare un passo ulteriore, tocca a loro andare dal 99 per cento al 100 per cento. A ventuno anni corri inseguendo i sogni, ed è giusto che sia così. Quando passi professionista diventa un lavoro e ci sono da fare dei passaggi piccoli ma determinanti. Servono metodo, disciplina e attenzione ai dettagli. I gemelli Bessega sono ragazzi intelligenti, sanno cosa fare (i due sono insieme nella foto Instagram di apertura, ndr).

Gemelli Bessega, Biesse Carrera Premac 2025
Gemelli Bessega hanno un legame forte ma allo stesso tempo amano sfidarsi e migliorarsi a vicenda (foto Rodella)
Gemelli Bessega, Biesse Carrera Premac 2025
Gemelli Bessega hanno un legame forte ma allo stesso tempo amano sfidarsi e migliorarsi a vicenda (foto Rodella)
E’ il momento anche di smetterla di essere “i gemelli Bessega” e diventare Gabriele e Tommaso?

Ora serve capire che strada possono intraprendere singolarmente. Le differenze tecniche ci sono e le abbiamo già intraviste, anche loro se ne sono resi conto. Entrambi sanno anche che non potranno più correre insieme tutte le volte.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)

Da Malta a… Malta: il primo anno da pro’ di Crescioli

04.11.2025
4 min
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Un anno dopo, Ludovico Crescioli è tornato dal viaggio a Malta insieme ai compagni di squadra della Polti VisitMalta. Si è trattato del primo ritiro, per vedere e conoscere i ragazzi che dal 2026 entreranno ufficialmente a far parte del team. A ottobre dello scorso anno era il corridore toscano a trovarsi nella loro situazione, infatti Crescioli dopo la parentesi alla Technipes #InEmiliaRomagna aveva fatto il grande salto tra i professionisti insieme alla formazione di Ivan Basso e Fran Contador (in apertura foto Maurizio Borserini). 

Adesso, 365 giorni dopo, è il momento di guardarsi indietro e fare un bilancio della prima stagione vissuta tra i pro’. 

«Sono ancora in vacanza – ci racconta Crescioli – dopo il viaggio a Malta sono tornato a casa, quest’anno le vacanze le passerò tra parenti e amici. Non riesco a vederli spesso e passare con loro del tempo, quindi ne approfitto e mi godo un po’ di riposo. Ho ancora una settimana di stacco, poi riprenderò la bici e inizierò a fare qualche giro. La mia stagione è finita alla Veneto Classic, il 19 ottobre, queste tre settimane di stacco erano necessarie».

Che cosa ci dici di questa prima stagione da professionista?

Tutto sommato dire che è andata bene, c’è stato qualche intoppo soprattutto all’inizio. Ho avuto un problema al ginocchio che mi ha tenuto fermo per un mese abbondante. Dopo l’esordio in Spagna a fine gennaio sono rientrato alle corse in Calabria a metà aprile. Ho messo insieme quarantotto giorni di gara, tutti concentrati da aprile in avanti. 

Senti di aver fatto i giusti miglioramenti?

Credo di non aver avuto una crescita graduale, ma sono sicuramente migliorato anche perché nel finale di stagione ho visto dei passi in avanti. Nelle gare di settembre e ottobre riuscivo spesso a restare con i migliori.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Tour of Slovenia
Crescioli ha preso parte a quattro corse a tappe, l’obiettivo per il 2026 è aumentarne il numero
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Tour of Slovenia
Crescioli ha preso parte a quattro corse a tappe, l’obiettivo per il 2026 è aumentarne il numero
Quali sono state le difficoltà maggiori?

Capire questo nuovo modo di correre, in alcuni momenti di gara mi sono reso conto che mi mancasse quel tocco di esperienza che mi avrebbe aiutato a fare qualcosina in più. Nelle ultime corse dell’anno avrei potuto fare meglio. 

Raccontaci…

Alla Tre Valli Varesine, dove sono arrivato ventesimo, ho peccato di esperienza e di visione di gara. Ero riuscito a rimanere con il gruppetto all’inseguimento di Pogacar, ma in una rotonda abbiamo preso la classica “frustata” e ci siamo divisi. Nel rientrare abbiamo fatto una fatica immensa, che ho pagato nello sprint finale. Magari sarei potuto entrare nei primi dieci, che alla Tre Valli è sempre un buon risultato

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro dell'Emilia (foto Maurizio Borserini)
Crescioli al Giro dell’Emilia, con il passare delle corse il suo finale di stagione è stato in crescendo (foto Maurizio Borserini)
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro dell'Emilia (foto Maurizio Borserini)
Crescioli al Giro dell’Emilia, con il passare delle corse il suo finale di stagione è stato in crescendo (foto Maurizio Borserini)
Su quali aspetti devi ancora lavorare?

Il prossimo anno mi piacerebbe fare qualche corsa a tappe in più. Nel 2025, complice l’infortunio di inizio stagione, non ho avuto modo di correrne tante. Però mi sono reso conto che correndo tanti giorni di fila il fisico risponde bene. Sempre alla Tre Valli Varesine ho fatto una delle mie migliori prestazioni e arrivavo da tre giorni di gara consecutivi. 

Il prossimo anno mancherà un pilastro come Piganzoli, avete caratteristiche simili, pensi di poter prendere il suo posto?

Replicare la stagione e gli ultimi anni di “Piga” vorrebbe dire andare davvero forte, perché lui in primis ha fatto vedere di valere tanto. Io voglio ottenere i migliori risultati possibili, non sarà semplice, ma vorrei fare altri passi in avanti. Sarebbe bello fare qualche gara a tappe per lavorarci e crescere in vista del prossimo futuro. Quest’anno ho visto che riesco a dare il mio contributo anche nelle corse di un giorno.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro d'Abruzzo
Crescioli vuole fare il passo necessario per provare a vincere e fare un ulteriore salto di qualità
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro d'Abruzzo
Crescioli vuole fare il passo necessario per provare a vincere e fare un ulteriore salto di qualità
Con il sogno del Giro d’Italia?

Ancora non sappiamo nulla, c’è il discorso delle wild card e di avere risposta riguardo agli inviti. La direzione principale è quella di migliorarmi per quanto riguarda le brevi corse a tappe, ma un’esperienza come il Giro darebbe una grande continuità. Vedremo, perché il calendario quest’anno proporrà tante nuove gare a tappe e molte di queste saranno proprio in Italia.

La Polti riparte e Basso ha fatto scelte mirate

Il mercato del Team Polti: scelte mirate e talenti da valorizzare

30.10.2025
5 min
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Fine stagione, è tempo di consuntivi. In casa Polti Visit Malta a dir la verità l’analisi è iniziata tempo fa, a stagione ancora nel pieno, tanto è vero che la formazione Professional italiana è stata tra le più attive nella prima fase del ciclomercato. Facendo anche scelte lontane dai riflettori, ma che hanno fatto anche discutere.

Di carne al fuoco ce n’è tanta e il team manager Ivan Basso (in apertura insieme all’altro titolare Alberto Contador) non si nasconde, anzi affronta anche argomenti scottanti a viso aperto, come faceva quando correva e vinceva in giro per il mondo: «Per noi è stata una stagione dove abbiamo raggiunto due obiettivi importanti, uno è quello del mantenimento della classifica internazionale ed è ogni anno più difficile arrivare nella top 30 del ranking. La seconda essere comunque la prima italiana in classifica con la ciliegina della vittoria nella Coppa Italia delle Regioni che ha sicuramente un significato, oltretutto con la maglia dei giovani andata a Piganzoli».

Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
Davide Piganzoli lascia il Team Polti: ha firmato un triennale con la Visma-Lease a Bike
E che cosa metti sull’altro piatto della bilancia?

Tantissimi piazzamenti che avrebbero potuto essere vittorie. I nostri due atleti più veloci, che sono Lonardi e Penalver, hanno fatto più di 20 podi. Questo io lo devo vedere come risultato positivo in termini di prestazione. Ma voglio che questi podi possano diventare vittorie, quindi dobbiamo lavorare sulla ricerca delle cose da migliorare per poter trasformare prestazioni di assoluto livello in vittorie, fare quel piccolo passo che ancora manca. Dopo ovviamente c’è anche un’autocritica, perché abbiamo alcuni atleti della squadra che dovevano andare meglio, ma stiamo già lavorando su quello e sta anche a chi dirige, a me in primis, prendersi le responsabilità.

Dove si esprime questa responsabilità?

Quando hai degli atleti, devi fare in modo che la loro individualità sia parte di un quadro generale nel quale contribuiscono tutti. Quindi quando si parla di fare meglio, gli parli di una cosa che loro conoscono. La consapevolezza è già il primo colpo di pedale del 2026 soprattutto dai corridori che non hanno performato come dovevano. Di questo il primo responsabile sono io e quindi ci stiamo lavorando insieme all’atleta, ai direttori sportivi, ai preparatori per cercare di capire che cosa non ha funzionato e che cosa cambiare.

Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 Top 10
Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 top 10
Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 Top 10
Al suo primo anno alla Polti, Ludovico Crescioli ha fatto 48 giorni di corsa con 6 top 10
Voi siete una delle squadre più attive sul ciclomercato e state prendendo anche molti under 23, che però non potranno più gareggiare nelle internazionali di categoria? Questo comporta anche un minor contributo in termini di punti…

La questione dei punti è complessa e ci sarebbe da discutere per ore. Noi abbiamo preso sei giovani del quarto anno, che quindi passano di categoria e l’abbiamo fatto perché li vediamo già pronti per correre le gare maggiori. E’ chiaro che è un tema delicato che stiamo discutendo anche tra le società, perché la decisione ci è piovuta addosso all’improvviso. Cercheremo di capire meglio e poi vedremo che cosa fare.

Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Stagione notevole quella di Lonardi con 78 giorni di gara conditi da 2 vittorie e ben 10 podi
Avete preso corridori per classiche, corridori per corse a tappe, corridori che possono dare una mano…

Apprezzo che si sia vista quest’operazione di prendere corridori mirati per le nostre esigenze. Ritengo che stiamo facendo un ottimo ciclomercato anche se non si nota il nome di spicco, anzi si sottolinea spesso che questo nome è in uscita ed è Piganzoli. Corridore per cui provo una stima infinita. L’abbiamo preso di poco maggiorenne e lo lasciamo con una personalità importante. Ma io ritengo che Crescioli sia un’eccellente successore. Non dimentichiamoci che ha fatto dei risultati importanti da under 23, mettiamoci in testa che i talenti non sono solo gli juniores che vanno forte. Possono essere anche i terzi, quarti anni o anche quinti anni, se magari uno ha avuto dei problemi. La storia degli atleti bisogna conoscerla bene, bisogna parlare con le squadre giovanili, con la famiglia dei corridori, capire bene che cosa c’è dietro. Perché ora se andiamo a cercare solo quelli di 16-17 anni che mostrano di essere i migliori al mondo commettiamo un grave errore.

Una vittoria per l'iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
Una vittoria per l’iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
Una vittoria per l'iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
Una vittoria per l’iberico Penalver in Cina, ma anche tanti piazzamenti
C’è qualche nome in particolare sul quale ti senti di puntare fra i nuovi arrivati?

Ad esempio i due gemelli Bessega che avevamo nel settore giovanile e che hanno continuato il loro percorso di crescita. Poi Belletta, uno dei migliori talenti che abbiamo. Inoltre ritengo che Crescioli si evolverà ancora, come Lonardi, come Penalver. Non bisogna solo dirlo che si deve rispettare il talento, ma bisogna anche saper aspettare. Ma c’è anche altro…

Cioè?

Ho dovuto fare una scelta sofferta perché se avessi le possibilità di allargare il roster lo farei senza pensarci. Ma non è una questione di budget, è una questione di organizzazione. Perché se hai 30 corridori poi devi andare anche a correre e non possiamo ancora avere un calendario adeguato a questi numeri. Ci sono corridori di quarto-quinto anno che avrei preso volentieri: Arrighetti, Bortoluzzi, Olivo. Corridori che secondo me sono meritevoli di fiducia e solo perché hanno avuto problemi non sono riusciti ancora a emergere.

Per Dario Igor Belletta nuovo cambio di team. Basso crede molto nella sua crescita
Per Dario Igor Belletta l’approdo al Team Polti. Basso crede molto nella sua crescita
Per Dario Igor Belletta nuovo cambio di team. Basso crede molto nella sua crescita
Per Dario Igor Belletta l’approdo al Team Polti. Basso crede molto nella sua crescita
A proposito di Belletta, pensi che vada ricostruito non solo tecnicamente e fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista psicologico, riportato un po’ nella dimensione vera di corridore?

Ho conosciuto Dario Igor a casa mia, nel mio studio. L’ho guardato negli occhi, ho parlato a lungo con lui, non credo che ci sia da ricostruire niente. C’è semplicemente da riprendere un percorso di crescita. Io vedo dove può arrivare, il mio compito sarà quello di far credere anche a lui che può farlo. Spesso gli atleti per tanti motivi perdono la visione finale di dove vogliono arrivare. Io ho il compito con i miei collaboratori di far credere anche a lui che lì può arrivarci. E’ pronto e ha solo una gran voglia di iniziare.

Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)

Belletta: un primo assaggio di Polti VisitMalta insieme a Basso

29.10.2025
5 min
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Tre giorni a Malta per iniziare a respirare il clima e l’ambiente che tra poche settimane diventerà parte della routine. Dario Igor Belletta ha concluso il primo incontro con la Polti VisitMalta e insieme ai nuovi compagni di squadra ha trascorso qualche giorno proprio a Malta. Ora ripartono le vacanze del corridore di Magenta che con la Solme Olmo ha trovato finalmente un pass per il professionismo. L’occasione è arrivata nel momento più difficile e dopo una stagione che lo ha messo alla prova sotto ogni aspetto il riposo è pienamente meritato.

«Finita la stagione – racconta – ho pedalato insieme a qualche amico, nulla di impegnativo. Solamente dei piccoli giri per andare a prendere un caffè o un pezzo di torta, giusto per passare il tempo insieme. Poi ho staccato completamente e sono stato in Sardegna, mentre ora dopo il ritiro a Malta ho ancora un paio di settimane senza bicicletta».

Per Belletta è stato fondamentale il supporto di Marino Amadori che lo ha portato in due tappe di Nations Cup
Per Belletta è stato fondamentale il supporto di Marino Amadori che lo ha portato in due tappe di Nations Cup

Inizio anticipato

Il riposo gioca una parte importante per costruire la prossima stagione, la prima tra i professionisti per Dario Igor Belletta. Dopo un 2025 che lo ha visto iniziare in ritardo a causa dell’addio alla Visma Lease a Bike e si è concluso al Lombardia U23, il 4 ottobre scorso

«Ora che parliamo di nuove esperienze – continua Belletta – mi viene quasi voglia di ritornare in bici e pensare alla prossima stagione. Però devo farmi forza e restare ancora a riposo, anche perché non manca molto alla ripresa degli allenamenti. I primi di novembre dovrei ripartire, e voglio farlo al 100 per cento. Anche perché dovrei partire a correre dalla Spagna a fine gennaio, mentre da under le prime gare sono a marzo. Quindi c’è da entrare in forma presto».

Podio Milano-Busseto 2025 Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Dopo il periodo complicato vissuto a marzo finalmente il sorriso sul volto di Belletta, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Podio Milano-Busseto 2025 Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Dopo il periodo complicato vissuto a marzo finalmente il sorriso sul volto di Belletta, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Com’è andato il primo incontro con la nuova realtà a Malta?

Molto bene, siamo stati per tre giorni in un posto fantastico grazie allo sponsor VisitMalta con il ruolo di ambassador per l’isola ed è stato fantastico. Ho scoperto un posto per me completamente nuovo e del quale sono rimasto affascinato. C’è stato anche modo di conoscere i compagni di squadra che l’anno prossimo saranno al mio fianco. 

Avete subito rotto il ghiaccio?

Sì, anche perché conosco bene Ivan Basso, siamo delle stesse zone e mi seguiva già quando ero junior. In questi anni siamo stati spesso in contatto e durante la stagione ci siamo sentiti spesso, l’ultima volta proprio in estate una volta firmato il contratto. Per andare a Malta abbiamo preso l’aereo da Malpensa, anche perché la Polti VisitMalta ha il magazzino principale a Varese. 

Al campionato italiano U23 un secondo posto amaro, ma ha dimostrato di avere una grande condizione (foto Sprint Cycling/Tommaso Pelegalli)
Al campionato italiano U23 un secondo posto amaro, ma ha dimostrato di avere una grande condizione (foto Sprint Cycling/Tommaso Pelegalli)
Cosa hai provato una volta in aeroporto, pronto a partire per il tuo primo viaggio da pro’?

E’ stato strano ed emozionante allo stesso tempo. Vedere Ivan Basso e sapere che questa volta saremmo partiti insieme per andare al primo ritiro fa un certo effetto. Ricordo che quando sono arrivato stava parlando di come gestiva il riposo invernale quando era corridore, ed io ero lì che nella mia testa prendevo già appunti. Poi è salito in bici per fare qualche scatto e delle riprese e devo dire che è ancora in gran forma

La tua stagione non è stata semplice, avresti mai pensato di passare professionista a fine anno?

Se lo aveste chiesto al mese di marzo, vi avrei risposto di no. Quello è stato il momento più duro, non sapevo che direzione avrebbe preso la mia carriera ed è stato difficile ripartire (il riferimento è l’addio alla Visma Lease a Bike, ndr). Fino al primo luglio non avrei potuto firmare con altre continental, nonostante ci fossero dei devo team interessati a me. 

Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Nonostante le corse italiane non siano adatte a corridori come lui, Belletta si è sempre difeso risultando spesso tra i migliori (Photors.it)
Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Nonostante le corse italiane non siano adatte a corridori come lui, Belletta si è sempre difeso risultando spesso tra i migliori (Photors.it)
Poi ha preso più consapevolezza?

Grazie a Gian Pietro Forcolin e alla Solme Olmo sono ripartito e ho ritrovato fiducia passo dopo passo. La condizione a inizio stagione non era delle migliori e ci ho messo un po’ a ritrovare il ritmo giusto. Da dopo il Giro Next Gen ho trovato continuità e risultati importanti, con l’unico rammarico del secondo posto al campionato italiano under 23. 

Cosa ti ha dato fiducia?

Il fatto che nonostante il mio fisico non sia proprio quello di uno scalatore, ho comunque raccolto tanti risultati in corse internazionali, su percorsi con molte salite. Lì ho capito di aver fatto un ulteriore passo in avanti, i risultati non sono stati eccezionali probabilmente, ma riuscire a fare top 10 e top 5 in certe corse mi ha permesso di ritrovare fiducia. 

Quando hai firmato con la Polti VisitMalta?

Nella prima parte dell’estate, nei giorni del campionato italiano under 23. C’era stata anche qualche squadra WorldTour che si era interessata a me, tuttavia erano progetti non certi e che ancora dovevano essere definiti. La proposta di Ivan Basso mi è piaciuta, un ambiente familiare e nel quale mi sono sentito subito ben voluto. Ci sono anche ragazzi che conosco bene, come i gemelli Bessega. 

Il 2025 è stato un anno che ha insegnato molte cose al corridore lombardo, ora è pronto al salto tra i pro’
Il 2025 è stato un anno che ha insegnato molte cose al corridore lombardo, ora è pronto al salto tra i pro’
Cosa ti ha convinto?

Lo spazio che ogni corridore ha all’interno del team, per crescere, imparare e provare a vincere. In una squadra WorldTour a volte entri e fai fatica a trovare le giuste occasioni, oppure sono poche. Il rischio è di fare due anni e rimanere senza nulla in mano. Qui alla Polti VisitMalta, invece sento di poter trovare le giuste occasioni per crescere. 

Pensi di aver imparato qualcosa da questa stagione?

Che nel ciclismo, come nella vita, ci sono cose che non possiamo controllare. Questo non deve spaventarci, ma bisogna lavorare e preoccuparsi di ciò che è sotto il nostro controllo.

Mattia Gaffuri, Trofeo Matteotti 2025

Basso e l’elogio totale di Gaffuri: «Un’occasione per lui e per noi»

29.09.2025
6 min
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L’approdo di Mattia Gaffuri alla Polti-VisitMalta non è frutto del caso. Il corridore comasco, una delle perle dello Swatt Club che tanto ha rotto gli schemi al campionato italiano a Gorizia lo scorso giugno, ha attirato l’attenzione di Ivan Basso e dello staff della squadra. E lo ha fatto per via dei suoi numeri, prima, e per un approccio basato su metodo, disciplina e generosità che tanto stanno piacendo alla squadra del varesino.

Per la Polti-VisitMalta, che negli ultimi anni ha avviato un processo di scouting avanzato basato su analisi dei dati e algoritmi, come ci ha detto Basso stesso, Gaffuri rappresenta un profilo in linea con la filosofia di crescita e valorizzazione di giovani talenti.

Abbiamo parlato con Basso per capire perché abbia deciso di dargli questa opportunità, che qualità abbia riscontrato e cosa ci si può attendere dal ragazzo nelle prossime stagioni.

Ivan Basso (classe 1977) è uno dei dirigenti della Polti-VisitMalta
Ivan Basso (classe 1977) è uno dei dirigenti della Polti-VisitMalta

Trattativa anticipata

«L’aver preso Gaffuri – attacca Basso – è stata una scelta maturata nel tempo. Da mesi diversi informatori e collaboratori mi segnalavano il profilo di Gaffuri. Non mi sono limitato ad ascoltare: lo abbiamo seguito con attenzione attraverso il nostro sistema di analisi, un progetto che stiamo portando avanti negli ultimi anni con algoritmi e strumenti tecnologici. I suoi dati hanno mostrato indicatori estremamente positivi, tanto da convincermi a contattarlo a fine maggio, quindi prima del famoso campionato italiano di Gorizia».

«L’ho incontrato nel mio ufficio e ho trovato un ragazzo serio, preparato, con un’educazione di alto livello. Mi ha raccontato il suo percorso, la passione con cui si è formato, la cura dei dettagli. Ho avuto la sensazione che la nostra squadra fosse il tassello mancante per permettergli di compiere il definitivo salto di qualità. Così abbiamo deciso di offrirgli questa chance».

Basso spiega come Gaffuri sin da subito abbia risposto bene al team, mostrando un atteggiamento positivo e un rendimento concreto. Non era scontato: Gaffuri si è inserito in un calendario intenso, ha affrontato corse nuove e si è messo a disposizione del team.

«Già altre squadre avevano preso nota delle sue prestazioni, ma la mia volontà è stata chiara: vorrei tenerlo con noi. Se però sceglierà altre strade, resterà comunque la soddisfazione di aver contribuito al lancio di un corridore promettente».

Gaffuri e i compagni dello Swatt Club (con gli ormai mitici body bianchi) al tricolore di Gorizia, vinto dal compagno Conca e con lui al quinto posto
Gaffuri e i compagni dello Swatt Club (con gli ormai mitici body bianchi) al tricolore di Gorizia, vinto dal compagno Conca e con lui al quinto posto

Gaffuri e il lavoro

Basso, come è noto, era uno stakanovista del lavoro e la cosa che lo ha colpito di Gaffuri è stata proprio la sua cultura del lavoro.

«Gaffuri – riprende Ivan – è un atleta capace di esprimere in allenamento valori vicini, se non superiori, a quelli delle competizioni. Questo non è comune: la maggior parte dei corridori tocca i picchi solo in gara, mentre lui riesce a prepararli con costanza durante la settimana. E’ un cultore del metodo, cura il gesto tecnico, la posizione in sella, la cadenza, la respirazione. Ha l’abitudine di guardare al dettaglio e di pretendere molto da se stesso. Da tecnico e manager, io apprezzo moltissimo questo approccio, perché coincide con la mia visione del ciclismo professionistico: allenarsi non vuol dire solo accumulare ore, ma lavorare sulla qualità di ogni colpo di pedale».

Dal punto di vista fisico, Gaffuri è un corridore che va forte in salita, con margini di crescita evidenti. Non è facile incasellarlo già ora: potrà essere uno scalatore di riferimento o un uomo da corse a tappe di medio-alta difficoltà. La sua versatilità e la determinazione gli permettono di non porsi limiti. In questa fase della carriera, parliamo comunque di un classe 1999, il messaggio più importante è crederci, sognare in grande e costruire passo dopo passo la propria identità di atleta.

Mattia Gaffuri, Trofeo Matteotti 2025
Gaffuri in azione al Matteotti. Mattia quel giorno è stato protagonista nella fuga di giornata, tra strappi e… arrosticini (foto Instagram)
Mattia Gaffuri, Trofeo Matteotti 2025
Gaffuri in azione al Matteotti. Mattia quel giorno è stato protagonista nella fuga di giornata, tra strappi e… arrosticini (foto Instagram)

Non solo gregario

Il suo essere anche preparatore lo ha aiutato a maturare una conoscenza approfondita del lavoro. Sa cosa vuol dire soffrire in allenamento, sa come replicare le situazioni di gara con costanza e intensità. Questo è un valore aggiunto enorme, che si traduce in professionalità e consapevolezza.

«E’ raro – spiega Basso – trovare corridori capaci di alzare l’asticella negli allenamenti, di trattarli come un laboratorio di crescita. Gaffuri, invece, ha dimostrato di avere questa attitudine, ed è anche per questo che mi sono trovato in sintonia con lui. Io stesso ho un debole per il dipartimento performance della squadra: mi piace osservare i ragazzi mentre lavorano, seguirne i dettagli, correggere i gesti. Vedere in lui la stessa cura e la stessa passione è stato come riconoscere un’affinità naturale.

«Nelle prime gare con la Polti-VisitMalta Mattia ha già dimostrato mestiere. Nonostante fosse nella situazione di dover emergere per conquistare una riconferma, ha scelto di mettersi al servizio della squadra. In Toscana, alla sua prima corsa sotto la pioggia, ha chiuso quindicesimo dopo aver aiutato i compagni. E’ stato un segnale forte: non ha pensato solo a sé, ma al bene del gruppo. Questo, unito al metodo con cui affronta il lavoro, fa capire che è pronto per stare in questo ambiente. Può stare nel ciclismo di alto livello. Da qui a fine stagione è chiamato a fare molte gare e in alcune sarà leader».

Mattia Gaffuri, ha esordito con la maglia della Polti il 31 agosto al Gp Kranj, ha poi corso in Italia
Mattia Gaffuri, ha esordito con la maglia della Polti il 31 agosto al Gp Kranj, ha poi corso in Italia

Provare a tenerlo

Una cosa che ci ha incuriosioto è come il gruppo ha accolto Gaffuri. In fin dei conti non capita spesso che l’ultimo arrivato, tanto più che si è formato secondo un percorso non tradizionale, arrivi e faccia il leader.

Anche in questo caso, Basso non ha dubbi: «Mattia si è presentato con intelligenza e umiltà alla squadra, guadagnandosi la fiducia e l’amicizia dei compagni. Alla Polti-VisitMalta scegliamo le persone prima ancora che i corridori e lui si è integrato perfettamente nello spirito della squadra».

A questo punto viene da già da interrogarsi sul futuro, tanto più che in apertura lo stesso Basso ci ha detto che alti team erano (o sono) su Gaffuri. Insomma, resterà alla Polti-VisitMalta? E che margini ha?

«Non ho la bacchetta magica – replica Basso – ma credo che un atleta così determinato non debba porsi limiti. Potrà crescere ancora molto, soprattutto imparando a gestire le salite in corsa e sfruttando al meglio il calendario che affronterà. E’ un ragazzo che ha già fatto tanta strada per arrivare dove si trova oggi: se continuerà a crederci, potrà togliersi soddisfazioni importanti.

«Per noi, comunque vada, questa è già un’operazione di successo. Se resterà, avremo gettato le basi di una bella storia. Se invece deciderà di cambiare, resterà la consapevolezza di aver contribuito alla sua crescita e al suo ingresso tra i professionisti. Per me e per i miei collaboratori è una soddisfazione, e lo è anche per i nostri sponsor: significa che il nostro lavoro di scouting funziona. In ogni caso, Gaffuri ha già lasciato un segno. E questa, nel ciclismo di oggi, è forse la cosa più importante».

Dura autocritica di Basso: per avere punti, bisogna farli

19.06.2025
6 min
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Un messaggio di poche parole, come sono spesso quelli di Ivan Basso. L’editoriale di lunedì lo ha colpito: il tema dei punti sta a cuore, ma leggendone le parole, il suo approccio sembra diverso. La promessa di risentirci l’indomani nel pomeriggio e il discorso che entra subito nel vivo.

Il Team Polti-VisitMalta ha una grande immagine e grandi idee alle spalle, ma non si può dire che nelle ultime uscite abbia brillato. Quando dici qualcosa del genere a un team manager, è molto probabile che si metta sulla difensiva, ma l’atteggiamento di Ivan è coerente con quello di un professionista che ha sempre preteso da sé il massimo. I corridori ci sono: Pellizzari e Piganzoli (in apertura) sono il prodotto delle professional italiane. Ma se qualcuno nella tua squadra si accontenta di meno, il coperchio salta.

Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Sei preoccupato per il vostro piazzamento in classifica?

E’ una situazione che già conosciamo. Uno dei problemi è che dobbiamo pensare a fare i punti nelle gare che contano. Se tu fai punti nelle gare che contano, non hai il problema di doverli cercare nelle piccole corse. Il sistema mi piace? Questo è un altro discorso, ma per affrontarlo bisognerebbe radunare tutte le parti attorno a un tavolo e discutere in modo approfondito dei pro e dei contro. Ad ora le regole sono queste e vanno rispettate. Quindi il focus non è sui punti, ma sulla necessità di farli.

Leggiamo autocritica nelle tue parole?

Se fossimo andati a punti nelle gare dove dovevamo, non avremmo problemi. Ognuno ha la sua filosofia e degli obiettivi da raggiungere. Per me gli obiettivi sono i risultati, ma anche la visibilità: non c’è solo l’aspetto sportivo, la squadra è un’azienda che produce. Ai miei sponsor devo creare eventi e hospitality. Li invito a determinate gare, quindi il Team Polti-VisitMalta non è una squadra ciclistica e basta, ma una piattaforma dove gli sponsor generano profitto e ingaggio di nuovi clienti. Quindi non è solo importante vincere, perdere o quanto arrivi in classifica.

Che però serve per essere presenti alle gare in cui il discorso precedente può essere fatto, no?

Ovvio che è una squadra ciclistica e deve generare risultati sportivi, però genera anche un diverso modo di fare affari. Se io invito otto clienti importanti di un mio sponsor, diciamo otto dirigenti, il risultato della corsa è sì influente, ma è una parte del discorso. Perché vedono come lavoriamo all’interno della squadra, vedono i ragazzi, parlano con i ragazzi. Vedono la tensione pre-gara, la delusione post gara, la fatica, il sacrificio. Vedono Maestri che piange al traguardo perché ha fatto secondo per l’ennesima volta, quindi è molto di più. Mi sto allargando un po’ per dire che per me il discorso dei punti è importante, ma è una conseguenza.

Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Una conseguenza di cosa?

Una delle priorità del 2025 è arrivare nelle prime 30 squadre, però noi abbiamo ben chiara la proiezione di crescita per arrivarci. Abbiamo ben chiaro che esiste il mercato estivo anche per le squadre ciclistiche come quelle di calcio. E se ad agosto avremo indicatori particolari, cercheremo di fare una campagna acquisti adeguata.

Quindi la soluzione non è andare a fare punti nelle piccole corse?

Noi vogliamo fare punti alla Route d’Occitaine, che è cominciata ieri. All’Andorra MoraBanc Classica di domenica. Alla Copenhagen Sprint nel WorldTour. Rispetto le corse di ogni categoria, anche perché le ho fatte anche io e sono consapevole che senza di loro non saremmo qui. Tuttavia il mio obiettivo è fare punti nelle gare di una categoria superiore. Il problema è che i miei corridori devono fare i punti nelle gare che mettiamo nel calendario.

Questa è la nota dolente?

Non li abbiamo fatti e per questo sono arrabbiato nero. Devo fare un mea culpa generale, in questo momento devo guardare a me. E il problema è che la mia squadra non ha fatto punti in alcune gare dove aveva il dovere di farne.

Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Pensi che il sistema dei punti e la fuga degli juniores verso i devo team permette alla tua squadra di essere competitiva nelle corse di cui parli?

Abbiamo sempre avuto una buona attrattiva nei confronti dei giovani. Lo vediamo con Piganzoli che ha scelto di rimanere e con Crescioli che è venuto con noi. Mi è spiaciuto non prendere per esempio un corridore come Gualdi, come non avere accesso ad alcuni juniores bravi, però magari ce l’avremo il prossimo anno. La situazione del mercato è chiara e anche le famiglie spingono verso la grande squadra piuttosto che verso la professional, però…

Però?

Però Albanese e Fortunato se non li prendevamo noi, dov’erano? Vorrà dire che prenderemo quelli che rientrano dai devo team, perché qualcuno poi rientra. Però in questo momento non mi staccherei dall’autocritica, perché non sarebbe giusto. E noi finora non siamo stati in tabella con i punti che avevamo a disposizione. Zero alibi. Sono d’accordo con l’editoriale che hai scritto, ma se avessi fatto tre podi al Giro d’Italia, ora non avrei questo problema, perché avrei 500 punti in più.

Sono cose che hai detto anche ai corridori?

Io sostengo continuamente la mia squadra, ma non mi piace lamentarmi. Faccio un altro esempio: al Tour of Hainan abbiamo dormito. Abbiamo fatto due gare a tappe con pochissimi punti, il problema è della regola o della squadra? Se io torno da Hainan con 70 punti e la Solution Tech con 300, il merito va a loro e la colpa a noi. Se al Giro ho corridori che pensano più ai video sui social che alla corsa, da ex corridore mi scatta la rabbia.

Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Pensi che questa consapevolezza darà buoni frutti?

Certo. Sono convinto che all’Occitanie, Piganzoli farà delle belle cose. Tra sfortune e cadute, il suo Giro è stato al di sotto delle sue e delle nostre attese, ma noi abbiamo il dovere di permettere a un corridore bravo, serio e corretto di 22 anni di fare i suoi sbagli. Penso di poter parlare anche per Reverberi. Quando avevamo Fortunato e lui Pellizzari che magari stantuffavano e ora li vediamo andare forte, un po’ di merito ce lo sentiamo anche noi. Ma se non ci diamo da fare noi per primi, ci rendiamo conto che in Italia non resterà poi molto da applaudire?

Due secoli di Stelvio, Cima Coppi per storia e per diritto

30.03.2025
6 min
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Lo Stelvio compie 200 anni. La montagna resa famosa per la prima volta nel 1953 da Fausto Coppi (foto di apertura Publifoto/LaPresse) sarà al centro di un calendario di iniziative dalle quali si coglie immediatamente la sua importanza. Se infatti la strada fu scavata a tempo di record per la sua utilità commerciale, oggi il passo più alto d’Italia è un polo sportivo e turistico di primissimo piano fra la Valtellina, l’Alto Adige e l’Engadina, in Svizzera.

Per i 200 anni dello Stelvio, si stanno organizzando eventi e manifestazioni
Per i 200 anni dello Stelvio, si stanno organizzando eventi e manifestazioni

Tutto fatto in 63 mesi

All’inizio dell’Ottocento il collegamento fra la Val Venosta e la Valtellina, fra l’Austria e Milano, era assicurato da un sentiero, che non poteva più bastare. Il progetto per una strada larga tre metri fu commissionato nel 1812, ma con le Guerre Napoleoniche che infuriavano, non si trovarono tempo né risorse. Fu Federico II d’Asburgo a riprenderlo in mano nel 1818, affidando l’incarico a Carlo Donegani, l’ingegnere di Sondrio che aveva già progettato lo Spluga. I lavori furono terminati in 63 mesi. La strada venne inaugurata infatti nel 1825. Fu così che nacque il Passo dello Stelvio, a 2.758 metri sul livello del mare, lunghezza complessiva di 46,5 chilometri, 88 tornanti e 7 gallerie.

La strada fu teatro degli scontri tra italiani e austriaci nella Prima Guerra Mondiale, mentre la prima volta che lo Stelvio comparve nel Giro d’Italia fu, come si diceva, nel 1953. Coppi se ne servì come trampolino per ribaltare la classifica generale e strappare la maglia rosa dalle spalle dello svizzero Koblet.

E’ il 1975, testa a testa fra Bertoglio e Galdos sullo Stelvio: il Giro finisce in cima, maglia rosa all’italiano
E’ il 1975, testa a testa fra Bertoglio e Galdos sullo Stelvio: il Giro finisce in cima, maglia rosa all’italiano

Il Giro per 13 volte

Il Giro d’Italia dei professionisti ha affrontato lo Stelvio per 13 volte: 8 dal versante valtellinese, 5 da quello altoatesino. Il valico è stato per quattro volte arrivo di tappa, con vittorie di Battistini, Fuente, Galdos e per ultimo De Gendt nel 2012. La vittoria di Galdos fu particolare perché quell’anno, nel 1975, il Giro d’Italia si concluse proprio lassù. Lo spagnolo fece di tutto per staccare Bertoglio, ma non ci riuscì. A lui andò la tappa, il bresciano si portò a casa la maglia rosa che quest’anno festeggia i suoi 50 anni.

«Quel giorno rimarrà indelebile – ci raccontò quando nel 2005 andammo a trovarlo per i 30 anni dalla vittoria – me ne rendo conto sempre di più. Sono nella storia e ci rimarrò per sempre. Non tutti erano convinti che ce l’avrei fatta a difendermi da Galdos, ma io ci credevo. E ho anche il rammarico di non aver fatto la volata per vincere. Avevo la gamba giusta, ma ho voluto rispettarlo lasciandogli il successo».

Nel 1994, Pantani supera lo Stelvio e sul Mortirolo si scatena staccando Indurain e Berzin
Nel 1994, Pantani supera lo Stelvio e sul Mortirolo si scatena staccando Indurain e Berzin

Coppi, Vona e Pantani

Proprio in onore di Fausto Coppi che lo tenne a battesimo, il passo è la Cima Coppi del Giro ogni volta che vi viene inserito: essendo un titolo che spetta alla cima più alta della corsa, non potrebbe essere altrimenti dato che in Italia non si trovano valichi più alti. Lo Stelvio è stato a lungo anche il passo più alto d’Europa, finché i francesi non fecero un giochino. Si inventarono un anello stradale attorno alla piramide rocciosa de La Bonette che da 2.715 passò a 2.802 strappando allo Stelvio il suo primato. Fra gli atleti che hanno conquistato la Cima Coppi, ricordiamo Gaul, Bernaudeau, Cataldo, Nibali e nel 1994 anche il ciociaro Franco Vona. 

«Io non sono che un piccolo granello al confronto dello Stelvio – dichiarò Vona – e per me fu una gioia immensa, quasi come vincere una tappa. Il ciclismo è legato a episodi romantici come quel mio passaggio, tanto che mi capita più spesso di essere ricordato per quel passaggio che per le due tappe che avevo vinto a Corvara e prima ancora a Innsbruck (rispettivamente nei Giri del 1992 e del 1988, ndr). Quel giorno fu indimenticabile, anche per l’esplosione di Pantani. Mi riprese sul Mortirolo e quando mi passò pensai che fosse davvero forte. Io ero sfinito, lui sembrava fosse appena partito. Avevo fatto tante fughe nella mia carriera, ma nessuno mi aveva mai ripreso e staccato a quel modo».

Il 5 giugno del 1994, lo Stelvio diede l’ispirazione al giovanissimo Marco Pantani, che infatti planò su Bormio e iniziò la fantastica cavalcata sul Mortirolo e il Santa Cristina

Giro del 2005, Passo dello Stelvio. Basso sta male, si copre e riparte
Giro del 2005, Passo dello Stelvio. Basso sta male, si copre e riparte

Il dramma di Basso

Al ricordo esaltante e pieno di malinconia di quel 1994, corrisponde quello di Ivan Basso che nel 2005 sullo Stelvio avrebbe potuto costruire la prima vittoria al Giro, invece ne fu respinto. Lui che in Valtellina aveva trascorso tutte le estati nella casa di origine di sua madre.

«Uno dei miei primi ricordi da ciclista – racconta infatti Basso – è la scalata dello Stelvio con mio padre quando avevo otto anni. Era una giornata luminosa e pedalavo sulla mia Moser blu e argento. Lo Stelvio è duro per qualsiasi ciclista, ma per un bambino è un’impresa speciale, mi sentivo come se stessi scalando la montagna più alta del mondo. Mi ha sempre ispirato grande rispetto. Su una salita così c’è una sola regola: non andare mai fuori giri, soprattutto in gara. Negli ultimi 5 chilometri sei oltre 2.000 metri e c’è così poco ossigeno che ti manca il fiato.

«Salire può essere un’esperienza intensa ed emozionante. Ho scalato lo Stelvio lottando per la maglia rosa, ma stavo male e persi 42 minuti, vidi svanire il Giro. Ogni pedalata contro quella pendenza feroce fu una vera tortura».

L’ultima volta che il Giro èa rrivato allo Stelvio, vinse De Gendt: era il 2012
L’ultima volta che il Giro èa rrivato allo Stelvio, vinse De Gendt: era il 2012

Il Giro del 2025

Lo Stelvio è da sempre il metro di paragone per ciclisti da tutto il mondo. Nel surreale e splendido Giro del 2020, corso a ottobre per il Covid, per primo sulla cima transitò l’australiano Dennis, nella tappa che si sarebbe poi conclusa ai lagni di Cancano. Si sarebbe dovuti salire lassù anche nel 2024, ma la famosa nevicata che bloccò la carovana a Livigno sconsigliò l’idea.

Ai piedi di quella strada che nell’estate compirà 200 anni, il Giro farà tappa anche quest’anno. La corsa non andrà lassù: il rischio neve resta un deterrente troppo grande. Si arriverà a Bormio, con la 17ª tappa che scalerà il Tonale e il Mortirolo. Lo Stelvio ci guarderà dall’alto. E quella sera, cenando nella sua vasta ombra, brinderemo a lui con un calice di buon rosso valtellinese, prima di ripartire l’indomani da Morbegno alla volta di Cesano Maderno.

La nuova Aurum Manto tricolore di Samuele Zoccarato

28.03.2025
4 min
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Samuele Zoccarato è un professionista del Team Polti-VisitMalta e per buona parte dell’anno corre su strada. Zoccarato però è anche il campione italiano gravel e quest’anno farà il suo debutto in questa disciplina sabato 29 marzo alla The Hills, la nuova gara ideata da Mattia De Marchi. Per questa occasione Aurum, il fornitore del Team Polti VisitMalta, ha disegnato una Manto – la gravel del brand spagnolo – con una livrea molto particolare

Le fasi di verniciatura della Manto personalizzata di Zoccarato
Le fasi di verniciatura della Manto personalizzata di Zoccarato

Design tricolore per il campione italiano

Zoccarato prenderà il via di The Hills in sella ad una bici unica, disegnata apposta per lui, che incorpora la bandiera italiana e le insegne di campione d’Italia in carica. La base del telaio è bianco perla e nel lato sinistro sfuma nel rosso in corrispondenza dei foderi posteriori e nel verde sulla forcella, mentre nel lato destro i colori sono invertiti.

Comunque la si guardi, il tricolore è ben visibile, al tempo stesso semplice ed elegante, richiamato ulteriormente dal logo di Aurum, anch’esso in verde-bianco-rosso, dipinto in bella vista frontalmente sul tubo sterzo. Ma non solo. Al centro del tubo orizzontale campeggia la scritta “Campione d’Italia di Gravel 2024”, un ulteriore omaggio al risultato conseguito da Zoccarato ai campionati nazionali dello scorso giugno a Golferenzo, in provincia di Pavia. 

Anche il logo Aurum è stato declinato in tricolore
Anche il logo Aurum è stato declinato in tricolore

La Manto di Zoccarato

Questo per quanto riguarda la novità estetica. Andiamo ora a vedere i dettagli tecnici della Manto con cui il campione italiano prenderà parte alla The Hills. Prima però due parole sul modello. Manto ha un design pulito ed aerodinamico ripreso dal modello stradale Magma, con il cablaggio completamente integrato e linee aggressive, pensate per chi cerca il massimo in termini di reattività e performance. Insomma, una gravel più da agonisti che da cicloviaggiatori.   

Il telaio di Zoccarato è una taglia 56 (il corridore è alto 1 metro e 83) equipaggiato con il nuovo gruppo SRAM Red XPLR 1×13 con pacco pignoni 10-46 e monocorona da 42 denti. La sella scelta è la Prologo Nago R4 Pass, mentre le ruote sono le Enve SES 3.4, naturalmente in carbonio. Gli pneumatici sono forniti da Vittoria, ma il modello sarà deciso in base alle condizioni meteo che i corridori troveranno sabato il giorno della gara. Possiamo dire però che la Manto consente di montare copertoni larghi fino a 45 mm.

Le parole di Ivan Basso

The Hills si svolgerà al lago Le Bandie, in provincia di Treviso, e fa parte del prestigioso circuito Gravel Earth Series, di cui sarà l’unica tappa italiana.  Questo evento segnerà anche l’inizio della stagione gravel 2025 del Team Polti VisitMalta e di Aurum, una disciplina sulla quale il brand spagnolo sta puntando sempre di più. Un impegno sottolineato anche da Ivan Basso, co-fondatore di Aurum assieme ad Alberto Contador e Sport Manager del Team Polti VisitMalta.

«Siamo entusiasti di vedere un atleta del calibro di Samuele – ha detto Basso – correre con la nostra Manto. Il suo talento e la sua serietà rispecchiano appieno i valori di Aurum e siamo convinti che questa collaborazione porterà il livello delle competizioni gravel ancora più in alto».

Aurum Bikes