Ellena, la wild card del Giro e la fatica dei giovani

27.01.2024
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«Quando ti dicono che farai il Giro d’Italia – spiega Ellena con buon umore – cambia la stagione. E’ l’obiettivo che ti sei prefissato, ma non hai la sicurezza di andarci. Come squadra italiana, lavori in quel senso ma intanto valuti anche le alternative. L’annuncio della wild card è la conferma che stai andando nel senso giusto. Lo sappiamo, il Giro d’Italia è l’avventura principale. Andarci vuol dire confermare le attese degli sponsor, soprattutto quando hai sponsor nuovi…».

Il direttore sportivo piemontese del Team Polti-Kometa ne sa qualcosa. In tutti i suoi anni insieme a Gianni Savio, il giorno delle wild card ha sempre portato grandi gioie e grandi delusioni. Una delle ultime, quella del 2021, li vide esclusi fra le polemiche in favore della Vini Zabù, che poi rinunciò al Giro per un caso di doping. Oggi per fortuna è tutto nuovo. Dallo scorso anno Ellena è entrato a far parte della squadra di Basso: inizialmente con un contratto a giornate, ora in pianta stabile. Nel mezzo, lo scorso settembre, un incidente in montagna poteva mettere fine a ogni cosa. Poi la paura ha ceduto il passo alla speranza. La tempra è solida e Giovanni è ormai tornato alla solita vita. Se ne è accorta anche sua moglie, sorride, che lo trova rompiscatole come ai bei tempi.

La squadra che fino al 2023 era Eolo-Kometa, da quest’anno è il Team Polti-Kometa. Qui in ritiro a Oliva (foto Maurizio Borserini)
La squadra che fino al 2023 era Eolo-Kometa, da quest’anno è il Team Polti-Kometa. Qui in ritiro a Oliva (foto Maurizio Borserini)
Giri d’Italia con squadre giovani che devono dimostrare ne hai fatti tanti, praticamente tutta la carriera. E’ un modo diverso di viverli, probabilmente non ci si può sedere mai…

Un modo meno seduto, avete descritto perfettamente la situazione. E’ vero che all’interno di questa squadra c’è grande programmazione, però proprio perché hai a che fare con dei ragazzi giovani, da un giorno all’altro può cambiare tutto. Non si conoscono ancora al 100 per cento. Nonostante siano dei talenti, l’imprevisto può succedere. Il vento in faccia che non serviva e che paghi il giorno dopo. Oppure il dimenticarsi di mangiare, nonostante tu abbia un programma di alimentazione. Magari però c’è stata un’ora a fuoco e non sei riuscito a buttare giù niente e te lo porti dietro per tre giorni. Queste piccole cose che ti costringono a rianalizzare tutto.

Parlando con Pellizzari, il discorso è finito sull’ambiente. Secondo lui i giovani delle grandi squadre arrivano prima in alto perché hanno il confronto quotidiano con i grandi campioni.

E’ una cosa giustissima, Pellizzari ha visto giusto. Il confronto con certi campioni, il fatto di pedalargli al fianco, ti fa scattare una molla: se lo fa lui, lo faccio anch’io. Se invece non sei con loro, chiaramente hai il dubbio e la paura. E’ una questione psicologica, che mi fa pensare a un libro che sto leggendo. Si parla del record sul miglio in atletica leggera: erano anni che non veniva superato. Poi lo supera uno e di colpo durante l’anno lo superano tanti altri. Perché prima mentalmente erano tutti bloccati, invece il fatto che il primo ci sia riuscito ha fatto pensare anche agli altri di poterlo fare. C’è da dire che in questa squadra ci sono due personaggi come Basso e Contador, che sanno trasmettere fiducia. Non pedalano più con loro, perché non hanno la condizione di quando erano corridori. Però sentirti dire da loro due che stai andando bene in salita, fa un grande effetto, soprattutto quando sei giovane.

Fa la differenza secondo te?

Se te lo dico io, è un fatto di sensazioni e puoi anche crederci. Se te lo dice il preparatore, ci puoi stare perché lui ha in mano i numeri. Però se te lo dice un Contador o un Ivan Basso, secondo me a livello psicologico ha grande influenza. Non come se ti stessi allenando con Pogacar, ma incide. Lo sappiamo, ce lo siamo detti: manca il campione che faccia da guida.

Ellena è entrato nello staff dei ds lo scorso anno. Qui con Zanatta ed Hernandez, manca solo Biagio Conte (foto Maurizio Borserini)
Ellena è entrato nello staff lo scorso anno. Qui con Zanatta ed Hernandez, manca Conte (foto Maurizio Borserini)
Come dire che i giovani italiani impiegano più tempo perché hanno meno occasioni per costruirsi delle sicurezze?

Chiaramente hanno attorno la struttura delle squadre. Quello che gli viene insegnato è quello che effettivamente gli serve, però tante volte manca la certezza che funzioni. Invece se fai il tuo lavoro, poi esci con Pogacar e ti stacca solo negli ultimi 200 metri di salita, perché stavi facendo dei lavori, allora capisci che stai andando bene. Fai le prove in allenamento prima che in gara. Se invece lo fai da solo, puoi fare i numeri migliori, ma il dubbio ti resta e puoi chiarirtelo solo in corsa.

Al prossimo Giro ci saranno Piganzoli e Pellizzari, due che nel 2023 erano sul podio del Tour de l’Avenir. Sarebbe giusto secondo te dargli psicologicamente un po’ di gas oppure è bene tenerli coi piedi per terra?

Dipende dal carattere. Piganzoli lo sto conoscendo adesso, lavoro con lui da solo un anno e poi comunque lui è un corridore di Zanatta. Durante il Tour de l’Avenir la sera da casa gli mandavo le informazioni sul percorso del giorno dopo, sulle salite e anche su quella brutta discesa in cui sono caduti in tanti. L’altro giorno sulla Gazzetta dello Sport è uscita una pagina che lo proiettava verso il Giro con Pellizzari e mi è venuto il dubbio che potesse avergli messo un po’ di pressione. Invece ci siamo sentiti e mi ha detto di non avere problemi. Se poi lo mascheri bene o sia veramente forte caratterialmente, è un altro discorso. L’avvicinamento al Giro è ancora lungo, ma sono certo che lui lo abbia cerchiato almeno tre volte

E’ un fatto però che ai nostri manchi un po’ di… sfrontatezza. Al netto della sua storia successiva, un carattere come Riccò non c’è più stato.

E’ vero, il ciclismo italiano in questo momento ha mancanza di questo approccio in tutto, anche a livello di squadre. Mancano i soldi, è vero. Ti trovi di fronte a squadre in cui chi ne ha di meno, ha 25 milioni di budget, quindi è normale che una struttura così imponente ti metta in soggezione. Perciò magari avresti voglia di alzare la testa, ma la paghi cara. D’altra parte però, io sono ancora convinto che nonostante i milioni di euro, la nostra cultura ciclistica sia ancora avanti, le regole sono quelle. Però è chiaro che se poi vai a comprarti Pogacar, Roglic e Vingegaard, puoi anche essere più bravo di loro, ma resta sempre una differenza abissale. Noi abbiamo dei corridori di qualità che stanno crescendo e siamo convintissimi che faranno grandi cose.

Orlen Nations Grand Prix 2023, vince Piganzoli, esulta Pellizzari. Ellena ha sempre amato lavorare con i giovani (foto PT photos)
Orlen Nations Grand Prix 2023, vince Piganzoli, esulta Pellizzari. Ellena ha sempre amato lavorare con i giovani (foto PT photos)
Quale sarebbe secondo te un obiettivo per cui essere contenti del prossimo Giro? 

Sono d’accordo con Basso sul fatto che una vittoria di tappa sarebbe una bella storia da raccontare. Polti è rientrato nel ciclismo da quest’anno e ricordiamo bene che nella loro prima esperienza, al Giro d’Italia erano capaci di dettare legge. Adesso non è così, ma sono certo che abbiamo tutto quello che serve per avvicinarci al livello più alto. L’obiettivo potrebbe essere vincere una tappa, ma non una tappa a caso. Sarebbe bello individuarne alcune che si addicono ai nostri atleti e riuscire a finalizzare. Un approccio meno garibaldino, più da grande squadra. Programmazione, avvicinamento, raggiungere l’obiettivo.

Venendo a te, la schiena come sta?

Sta bene, anche se a posto ormai non lo sarà più. Ho dentro una staffa di 20 centimetri che resterà lì, ma non ho problemi a camminare e fare il mio lavoro. Ieri ho anche fatto 25 chilometri in bicicletta e per fortuna non lo faccio più di mestiere. Però mentalmente, dopo l’ultimo ritiro sento di essere tornato il Giovanni Ellena di prima. Cioè sto più attento alle cose, sono più sul pezzo, coi ragazzi sono più esigente su determinate cose. E mia moglie infatti (sorride, ndr) mi ha detto che comincio a rompere come quando stavo bene. Forse ha ragione lei…