Super Baroni: equilibrista tra strada e cross

12.06.2023
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Francesca Baroni macina chilometri praticamente 365 giorni all’anno. Una volta posata la bici da ciclocross prende quella da strada e viceversa. Dopo una stagione invernale sul fango corsa con i belgi del team Pissei – Groep TOM, che ha messo in mostra le sue qualità, è tornata a vestire la maglia della Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano. Il 26 febbraio ha chiuso la stagione in Belgio con l’Internationale Sluitingsprijs – Oostmalle ed il 4 marzo era alla Strade Bianche.

Francesca Baroni il 4 marzo era già in corsa alla Strade Bianche (foto pedaleforchetta)
Francesca Baroni il 4 marzo era già in corsa alla Strade Bianche (foto pedaleforchetta)

Un sottile equilibrio

Matteo Ferrari, diesse della Aromitalia, è uno dei coordinatori della doppia attività di Baroni. La squadra è rientrata da qualche giorno dalla Spagna, più precisamente dall’Andalusia dove hanno corso la Ruta del Sol. 

«Francesca (Baroni, ndr) sta bene – ci dice Ferrari – è totalmente concentrata sulla strada, ora farà un piccolo periodo di stacco per preparare i campionati italiani ed il Giro d’Italia Donne. Dopodiché si concentrerà sul cross, anche se avrà ancora una o due gare con noi. Ci si muove su un filo sottile, vero, ma fino a quando i risultati arrivano non ci si può lamentare, sia da una parte che dall’altra.

«Il segreto, se così vogliamo definirlo – riprende il diesse – è la comunicazione. Si imposta tutto diversamente: i contatti avvengono prima con la Baroni, poi con il suo preparatore, infine con il team del ciclocross. Francesca è aiutata in tutto questo dalla sua grande professionalità, fa la vita da atleta, totalmente». 

Per Baroni un periodo di pausa dopo la Ruta del Sol, poi si prepareranno campionato italiano e Giro Donne (foto sergii_raw)
Per Baroni un periodo di pausa dopo la Ruta del Sol, poi si prepareranno tricolori e Giro Donne (foto sergii_raw)

Periodi più brevi

Baroni e la Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano sfruttano ogni momento per recuperare e poi correre, non c’è spazio nemmeno per un raffreddore, ma il sistema funziona. Questo grazie all’equilibrio trovato con la Pissei. 

«Esce dalla stagione del cross a febbraio – dice sempre Ferrari – noi sfruttiamo un po’ il lavoro invernale e la facciamo correre fin da subito. Quest’anno appena rientrata dal Belgio è venuta subito alla Strade Bianche. Ha una buona gamba viste le tante gare fatte durante l’inverno, ma il periodo di forma è più breve. L’idea era di portarla fino a Cittiglio, ma un’influenza l’ha fermata al Trofeo Ponente in Rosa. Per questo l’abbiamo portata a correre in Belgio, anche se non era previsto. Baroni spalma quello che è il periodo di stacco classico di un mese in diversi micro-periodi. Il primo è stato a marzo, il secondo arriva ora prima di preparare italiani e Giro, l’ultimo sarà a luglio prima di ributtarsi verso il ciclocross».

La stagione sul fango di Francesca Baroni inizia presto: metà settembre
La stagione sul fango di Francesca Baroni inizia presto: metà settembre

Un picco di forma (e mezzo)

Chiaramente quando un’atleta si divide in due attività deve lavorare al meglio, se si hanno a disposizione cinque mesi su strada al posto dei canonici nove, tutto va ricalibrato. Si devono scegliere gli obiettivi in maniera sistematica, lavorando al meglio per raggiungerli. 

«Per come è fatta – spiega Ferrari – più Francesca corre e meglio sta, anzi lei è una di quelle ragazze che preme per gareggiare. Tanto che a volte dobbiamo stopparla. Con lei si può puntare ad un picco di forma all’anno, uno e mezzo se si conta quello che sfruttiamo quando arriva dal Belgio. In questa stagione abbiamo puntato sul campionato italiano e sul Giro Donne. Non si ha tempo di fare il lavoro della preparazione invernale, e non ce n’è bisogno. La sua condizione è sempre buona, lei sta crescendo in diversi campi, soprattutto resistenza e forza. Il ciclocross le fa bene e si vede direi.

«Una volta terminato il periodo più intenso – chiude il diesse – Baroni inizia a concentrarsi sulla stagione del ciclocross. Per esempio l’ultima corsa che dovrebbe fare con noi è il Giro di Toscana, dal 24 al 27 agosto, ma lì starà già lavorando per arrivare preparata nel ciclocross. Anche perché la sua stagione inizia presto: metà settembre. Tra tutto mette insieme 70 giorni di corsa».

GB Junior Women, marzo intenso aspettando l’ok del Giro

22.02.2023
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C’è un punto di domanda nel calendario della GB Junior Women che al momento lascia un alone di preoccupazione a dirigenti e atlete. La formazione piemontese ha già stilato una buona parte del programma agonistico di questa sua stagione di debutto nel circuito UCI, però manca una gara per completare il mosaico.

L’attesa di conoscere il destino del Giro Donne di quest’anno – percorso e squadre partecipanti su tutti – ha alimentato qualche pensiero da parte di Massimo Ruffilli, team manager della GB Junior Women. Proprio con lui abbiamo voluto capire com’è cambiata la vita della sua squadra e che cosa potrebbe rappresentare correre o meno la maggiore gara a tappe italiana.

Roster e staff della GB Junior Women che quest’anno debutta nel circuito UCI (foto facebook)
Ol roster della GB Junior Women che quest’anno debutta nel circuito UCI (foto facebook)
Dall’ultima volta che ci eravamo sentiti che differenze hai notato nella gestione della squadra?

Ce ne sono tantissime. Rispetto all’anno scorso, adesso abbiamo una enorme mole di lavoro. Arrivano molte più email, come ad esempio le richieste di materiale da parte di fotografi o giornalisti stranieri che vogliono avere maggiori informazioni su di noi. Vogliono sapere chi siamo, chi sono le nostre atlete e pure il nostro calendario. Anche per le stesse ragazze, le giornate sono più impegnative. Non ci eravamo abituati, dobbiamo adeguarci alla categoria in cui siamo entrati.

Il cambiamento maggiore quale è stato?

Non saprei quale scegliere. Forse la prima cosa che mi viene in mente sono gli allenamenti per le crono. Prima di quest’anno era una specialità che non preparavamo perché in pratica non le facevamo quasi mai. Abbiamo acquistato bici da crono ed iniziato a fare subito tante sedute di allenamento. Poi ci stiamo preparando sugli sterrati in vista della Strade Bianche. A inizio gennaio invece abbiamo fatto un ritiro di quindici giorni poi abbiamo avuto Giuliani a Calpe con la nazionale. Insomma, adesso per noi è diventato un lavoro vero e proprio, considerando che molti di noi hanno anche un’altra attività.

La formazione piemontese nel 2023 sarà riconoscibile per le sue De Rosa… rosa (foto GB Junior Women)
La formazione piemontese nel 2023 sarà riconoscibile per le sue De Rosa… rosa (foto GB Junior Women)
Avete dovuto allargare lo staff?

Sì, era necessario ed anche noi ci siamo messi alla prova. Ci siamo mossi per avere altre figure. Ci sarà un nuovo team manager che si occuperà delle gare, tra inviti, richieste e logistica. Ci sta già aiutando ma lo annunceremo solo fra un mese quando saranno più sistemate alcune sue questioni lavorative. Siamo ben coperti con i meccanici e posso farne il nome con orgoglio. Mattia Oppici (figlio di Fausto, meccanico della Soudal-Quick Step, ndr) e Flaviano Frugeri sono bravissimi, esperti e saranno un valore aggiunto al nostro team.

In pratica è come se aveste iniziato quasi da zero?

Più o meno è così, perché ci sono tanti aspetti che impari a considerare col passare del tempo. Ad esempio abbiamo dovuto dare quasi il triplo del vestiario alle ragazze, compresi body da crono e da gara. Abbiamo raddoppiato le bici, i gruppi, le ruote. Abbiamo dovuto prendere anche altri mezzi, arrivando a tre ammiraglie e due furgoni. Sono stati investimenti importanti. Sappiamo a cosa stiamo andando incontro.

Ad inizio gennaio la Gb Junior Women è stata in ritiro a Francavilla a Mare
Ad inizio gennaio la Gb Junior Women è stata in ritiro a Francavilla a Mare
Cosa intendi?

Noi quest’anno dobbiamo essere pronti a livello mentale, ma soprattutto organizzativo. Ho preso spunto guardando qua e là, chiedendo consigli, anche alle stesse ragazze. Ci stiamo affidando a chi ha vissuto certe situazioni prima di noi. Una filosofia che abbiamo avuto proprio come quando abbiamo iniziato la nostra avventura con Bortolami. Il ciclismo femminile è in un momento in cui se ti fai vedere organizzato e preparato, magari puoi essere assorbito da qualche formazione più grande e forte.

In questi mesi come hai visto la tua squadra?

Quando prima parlavo di aspetto mentale mi riferivo al fatto che le nostre ragazze devono correre con grinta e coraggio. A loro porto sempre alcuni esempi. Carbonari si è fatta vedere con una lunga fuga ed è arrivata nell’orbita UAE. Oppure, ancora più lampante, Realini che è stata presa dalla Trek-Segafredo dimostrando già di valere il WorldTour. Complessivamente abbiamo un roster che non è competitivo come altre formazioni simili a noi, a parte Giuliani che è nel giro azzurro e che speriamo di far approdare in team più importanti. Tuttavia vogliamo far vedere la GB Junior Women in ogni corsa.

Il vostro calendario cosa prevede?

Stiamo lavorando sodo per un marzo intenso. Eravamo a rischio, ma abbiamo avuto la conferma di partecipare a Strade Bianche e Cittiglio. Per noi è soddisfazione enorme poter disputare due gare WT come queste. Nel mezzo faremo altre due internazionali. Il Trofeo Oro in Euro a Montignoso il giorno dopo Siena e poi il Ponente in Rosa dal 7 all’11 marzo. Faremo anche una settimana in Belgio. Ci sta dando una mano Simone Masciarelli che è rimasto lassù anche dopo che suo figlio Lorenzo è venuto alla Colpack. Stiamo aspettando l’ok su quali gare fare.

E dopo le corse in Belgio?

Progetteremo la seconda parte di stagione, però l’attenzione più alta è legata al Giro Donne. Siamo vigili e sul pezzo. In teoria avevano dato per certa la partecipazione di tutte le formazioni continental italiane, ma questo clima di incertezza ci preoccupa. Siamo nel limbo e non è un bene.

Le nuove bici da crono e subito tanti allenamenti specifici (foto Gb Junior Women)
Le nuove bici da crono e subito tanti allenamenti specifici (foto Gb Junior Women)
Per la GB Junior Women il Giro Donne sarebbe l’obiettivo primario, giusto?

Di più, è linfa per noi. Se non dovessimo farlo, sarebbe un colpo sotto la cintola che metterebbe a repentaglio tutte le altre nostre gare. Abbiamo preso la licenza UCI solo per quello. Anzi, sarebbe quasi un fallimento tenendo conto degli investimenti di cui parlavo prima. Se Cavalli e le altre grandi nostre cicliste vogliono avere notizie del Giro Donne, figuratevi noi che abbiamo un budget limitato. Tuttavia restiamo fiduciosi. Alla luce di questo però faremo le corse di marzo col coltello fra i denti, onorandole tutte. Sperando poi che arrivino buone conferme per noi.

Rivolta e quel Giro che non può saltare

18.02.2023
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«Quest’anno il Giro Donne non può saltare. La Federciclismo non può permetterlo e qualcuno lo organizzerà. Se avranno bisogno di me, io sono pronto, sia che mi chiami Ruini che Vegni».

Partiamo dall’ultima battuta con la quale Giuseppe Rivolta saluta al termine della nostra chiacchierata sull’assegnazione a RCS Sport delle quattro edizioni del Giro Donne a partire dal 2024, congiuntamente alle cinque del Giro U23 da questa stagione in avanti.

Un mese fa avevamo cercato di fare un po’ di luce attorno al buio comunicativo relativamente all’edizione del 2023, i cui diritti organizzativi appartengono a Starlight, ma di novità non ne sono arrivate. Valeva quindi la pena sentire il punto di vista di Rivolta, che del Giro femminile è stato il direttore per 18 anni e ne parla sempre col cuore in mano.

Van Vleuten tra Cavalli (a sx) e Mavi Garcia. Il Giro Donne 2023 ripartirà da questo podio
Van Vleuten tra Cavalli (a sx) e Mavi Garcia. Il Giro Donne 2023 ripartirà da questo podio
Giuseppe qual è la prima cosa che ti è venuta in mente dopo il verdetto del bando organizzativo?

Che mi fa piacere che ci sia tutto questo interesse legato al Giro Donne. In passato ogni anno c’era il bando, ma in pratica non partecipava nessuno e così interpellavano l’organizzatore dell’anno prima. Stavolta credo che sia stato il traino per l’assegnazione anche del Giro U23. Metterli assieme rendeva il pacchetto più allettante per gli organizzatori. Significa che il Giro Donne ha guadagnato prestigio col passare degli anni. E forse significa che è anche un po’ merito mio.

Tu sei stato il patron per tantissimi anni. Cosa rappresenta per te questa corsa?

Quanto tempo abbiamo? Perché a questa domanda potrei rispondere con un monologo (sorride, ndr). Ricordo ancora che il primo maggio del 2002 era un mercoledì quando la FCI mi chiese la disponibilità di allestire la gara. L’allora Giro Rosa l’ho trattato subito come se fosse una figlia. Ogni anno vedevo la gara crescere e facevo il possibile per farlo al meglio. Solo nel 2006 ho dovuta dare questa… creatura in affido…

Giro Donne 1998. Luperini (a destra) vinse un’edizione con 13 tappe, da Cagliari a Vittorio Veneto
Giro Donne 1998. Luperini (a destra) vinse un’edizione con 13 tappe, da Cagliari a Vittorio Veneto
Continua pure…

Quell’anno venne eletto Di Rocco, che non mi conosceva e lo diede a Carmine Castellano, l’ex direttore del Giro d’Italia, e alla sua Egidio Event. Mi misi da parte con un po’ di dispiacere, ma restai a disposizione con i nuovi organizzatori per eventuali consigli. Nel 2007 Di Rocco mi chiamò, era un mercoledì anche quella volta, per riassegnarmi l’allestimento. Gli avevano chiesto tutti che tornassi io a farlo.

Cosa pensasti?

Per me fu un grande motivo di orgoglio. Insomma ritrovavo la corsa figlia mia e non poteva essere altrimenti. Fino al 2020, quando è diventata maggiorenne, ho pensato io a lei. Nel 2021 è arrivato Roberto Ruini con la Starlight che ha saputo mettere in piedi due bellissime edizioni. E dall’anno prossimo con RCS Sport sarà in ottime mani. Loro sono quelli più preparati, lo dicono i fatti, non solo io. Ora posso sentirmi sereno perché il Giro Donne può camminare con le proprie gambe.

Il Giro Donne può godere di scorci incantevoli come il passaggio nel 2022 sul lago di Molveno
Il Giro Donne può godere di scorci incantevoli come il passaggio nel 2022 sul lago di Molveno
Del tracciato di quest’anno però non si conosce nulla tranne qualche indiscrezione. Cosa sa Giuseppe Rivolta del prossimo Giro Donne?

Più o meno quello che avete scritto voi, anche se alcune informazioni sulle tappe voglio tenermele per me. Posso dirvi che l’anno scorso avevo iniziato a fare i sopralluoghi per fine febbraio, quindi per adesso siamo ancora sulla stessa tabella di marcia. Sto aspettando che mi dicano quando partire. Tuttavia capisco che le squadre, le atlete e il pubblico vogliano sapere il percorso. Ripeto: significa che c’è davvero tanto interesse e questa è davvero un’ottima cosa.

Secondo te nel frattempo non si sarebbe potuto fare un comunicato ufficiale su ciò che c’era di confermato?

Personalmente, sulla base di quello che facevamo noi in passato, lo avrei fatto anche solo per smorzare questo momento di silenzio. Noi giocavamo d’anticipo. A dicembre solitamente presentavo le sedi di inizio e fine Giro. Poi dicevamo indicativamente che regioni avremmo toccato. E per la Festa della Donna (8 marzo, ndr) cercavamo spesso di presentare tutto il percorso. Ma questo adesso rimane un parere mio. Se Starlight ha deciso diversamente, ha certamente avuto i suoi buoni motivi. In ogni caso il Giro dell’anno scorso lo abbiamo conosciuto il 10 marzo, pertanto anche in questo caso siamo ancora nei tempi.

Il presidente Fci Dagnoni, Cividini (direttrice Marketing e Comunicazione), Ruini (attuale patron del Giro Donne) e Giuseppe Rivolta
Ginevra Cividini, direttrice Marketing e Comunicazione, e Roberto Ruini, patron del Giro Donne
Sulla durata del Giro Donne tu che idea hai?

Le 10 tappe attuali vanno molto bene, ma io lo allungherei gradualmente. Magari aggiungendo una frazione ogni due anni fino ad arrivare a due settimane. Da domenica a domenica, con due giorni di riposo in mezzo, succedeva a cavallo del 2000. Spero che RCS lo possa fare. Per me il Giro Donne ha le potenzialità per superare il Tour Femmes.

Alla fine quest’anno la gara si farà?

Vi do la risposta che per me forse è ciò che più conta di tutta questa nostra telefonata: «Quest’anno il Giro Donne non può saltare…».

Non solo Giro Donne. I progetti in rosa di Rcs Sport

15.02.2023
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La notizia è delle ultime ore: Rcs Sport che organizza il Giro d’Italia per i professionisti ha preso in carico anche il Giro Under 23, sin da quest’anno per un quinquennio e il Giro Donne, dalla prossima stagione fino al 2027. La società di Urbano Cairo si è aggiudicata il bando della Federazione (al quale a dir la verità è stata la sola a partecipare) allargando così la gestione di eventi di ciclismo femminile che già contemplano la Strade Bianche e anche eventi all’estero, come l’Uae Tour da quest’anno nel WorldTour e monopolizzato dalle cicliste italiane.

Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd
Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd

Appena diffusa la notizia dell’acquisizione dei nuovi eventi, molti si sono chiesti perché questa differenza, perché non iniziare subito. La risposta è molto semplice: non era possibile, come spiega l’amministratore delegato di Rcs Sport Paolo Bellino, dirigente con un fulgido passato da specialista dei 400 ostacoli nell’atletica: «Per il 2023 c’è un contratto in essere con la società che lo ha allestito negli ultimi anni, quindi l’organizzazione di questa edizione non era in discussione, ma non nascondo che questo è stato anche un motivo per presentare la nostra proposta».

Perché?

Perché l’allestimento del Giro Donne è un progetto che abbiamo sì da anni, che non nasce dall’oggi al domani. Un simile impegno va studiato, ponderato. C’è bisogno di tempo e sicuramente non potevamo affrontarlo in pochi mesi. Posso dire che per noi allestire l’edizione 2023 non sarebbe stato possibile. Oltretutto entriamo in corso d’opera nella storia del Giro U23, non si può certo far tutto e soprattutto farlo bene come vogliamo noi.

Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Che cosa rappresenta questo passo nella vostra politica organizzativa riguardante il ciclismo femminile?

Un ulteriore impegno in suo favore. Il prestigio acclarato della Strade Bianche, i riscontri avuti proprio pochissimi giorni fa con l’Uae Tour al femminile ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta, ma la presa in carico della corsa rosa è solo un passaggio, i nostri progetti vanno anche più avanti. Intanto ora, con l’attribuzione della gara a tappe per 4 anni, possiamo mettere sul tavolo tutte le nostre idee per poterne fare un grandissimo evento, un richiamo per tutto il movimento femminile.

A proposito di altri progetti, ormai il ciclismo femminile, rispetto a quello dei maschi, presenta due sole “lacune”: la Milano-Sanremo e il Giro di Lombardia, uniche classiche Monumento che non hanno un corrispettivo fra le donne. Vi impegnate anche in queste?

Bisogna fare un doveroso distinguo. Per la Milano-Sanremo c’è un progetto che va avanti da molto tempo e credo di poter dire che non è lontanissimo il momento che anche fra le donne ci sarà la Classicissima. Per il Lombardia i tempi sono più allungati. Si tratta di eventi molto complicati da pensare, allestire, calibrare anche in base al movimento rosa.

L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
Quali sono le difficoltà principali nell’allestimento della Milano-Sanremo?

Tante, a cominciare dalla data. Il calendario femminile è complicato da gestire, soprattutto se vogliamo tenere fede – e lo vogliamo – alla concomitanza delle date fra uomini e donne. Ma le difficoltà non si esauriscono qui: c’è anche un importante aspetto tecnico da considerare, dobbiamo strutturare la gara su strade diverse, capire come gestire la loro chiusura. Non sarà certamente lo stesso percorso degli uomini.

D’altronde in quel caso parliamo di una gara di quasi 300 chilometri…

Appunto, dobbiamo pensare a qualcosa di completamente diverso, non è come per le altre classiche, anche quelle del Nord. Stiamo pensando a un percorso tutto ligure, un’idea in ballo è quella di Arenzano come località di partenza in modo da avere un chilometraggio congruo, ma è tutto in divenire. Quel che è certo è che con pazienza e con professionalità, la Milano-Sanremo per donne sarà presto cosa fatta.

Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
E per il Giro di Lombardia?

In questo caso ci sarà da aspettare di più. Non dico che il progetto è in un cassetto, lo stiamo vagliando ma come detto dobbiamo procedere per gradi anche in base alle forze a disposizione, alle idee realizzabili. E’ un discorso complicato, bisogna pensare a un tracciato point to point, con località di partenza e arrivo. Non possiamo fare tutto, bisogna costruire un percorso di lavoro. D’altro canto mi pare che di carne al fuoco ce ne sia tanta, da far tremare i polsi…

Malcotti prepara il riscatto. «Decisa a cambiare marcia»

14.01.2023
6 min
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Ha un conto aperto col 2022 Barbara Malcotti. Un po’ per sfortuna e un po’ per demeriti suoi, facendo sana autocritica. Quest’anno vuole riacquistare il terreno perso senza se e senza ma, visto che sullo sfondo c’è un contratto con la Human Powered Health che scade a fine stagione.

La volontà della classe 2000, trentina di Storo, è guadagnarsi il rinnovo con la formazione WorldTour statunitense. E perché no, aggiungiamo noi, attirare le attenzioni di qualche altro team. Ovvio che tutto passi per i colpi di pedale che Malcotti vuole imprimere in modo deciso a questa fase della sua carriera. Tanto che è volata in Algarve con qualche giorno di anticipo sull’inizio del ritiro con la squadra per farsi trovare pronta e recuperare il raduno di dicembre saltato per una disavventura in bici senza conseguenze. Ci facciamo raccontare tutto da lei, appena rientrata dall’allenamento e poco prima dell’inizio del pranzo… a metà pomeriggio.

Barbara, premiata dal Comitato Trentino FCI, abita a Storo vicino al Lago d’Idro (foto Scattobike)
Barbara, premiata dal Comitato Trentino FCI, abita a Storo vicino al Lago d’Idro (foto Scattobike)
Barbara come sta andando in Portogallo?

Tutto bene. Sono qui con un paio di mie compagne ed insieme anche alla formazione maschile. Adesso ci stiamo adattando ai loro ritmi e, per non far diventare matto lo chef, noi ragazze mangiamo appena rientrano gli uomini visto che finiamo prima. Domani arriverà il resto della squadra e resteremo qua fino al 22 gennaio. Tornerò a casa per quattro giorni, poi inizieranno le gare.

Anche tu hai già pianificato una prima parte di stagione?

Sì certo. Debutterò ad Almeria il 29 gennaio, quindi faremo una breve sosta a Girona per prendere il volo per Cipro dove correremo l’Aphrodite Women Cycling Race. Faremo una crono e due prove in linea (in programma il 4, 8 e 11 febbraio, ndr). Per il resto ho un calendario primaverile ancora in via di definizione. Le corse già certe sono Le Samyn, Tour de Normandie, Freccia Vallone, Liegi, Ruta del Sol e Giro Donne. Di quest’ultima gara parlavo proprio due giorni fa con le compagne e i diesse, che si chiedevano che percorso ci sarà. E’ un peccato che ancora non si sappia nulla, perché io ci punto forte. Noi siamo una formazione piccola, vorremmo sapere con chi presentarci per studiare la preparazione e l’eventuale recupero per il Tour Femmes. Che io ho chiesto di correre…

Perché hai qualcosa in sospeso con quella gara, giusto?

E’ così. Premetto che il Tour Femmes, anche se appena nato, è già la gara a tappe più importante, quindi normale che tutte le atlete lo vogliano correre a prescindere. Sono in scadenza e a me servirebbe per farmi vedere ancora di più. Ma io vorrei correrlo perché mi brucia ancora la squalifica del 2022. E’ vero che avremmo potuto stare più attenti, ma essere lucidi in quella corsa non è facile. Non pensi proprio a certi aspetti del regolamento, ti fidi anche di ciò che ti dice la tua ammiraglia in quei frangenti così frenetici…

Eri stata estromessa per un cambio bici irregolare da una giuria fin troppo fiscale. Come era andata?

E’ successo alla quinta tappa, la più lunga, quella da 175 chilometri. C’era una fuga con circa quattro minuti di vantaggio. Noi avevamo dentro Antri Christoforou, la campionessa cipriota, seguita dalla nostra ammiraglia. Nel frattempo a me si era rotto il cambio e ho chiesto l’intervento via radio. Il diesse mi ha detto che si sarebbe staccato dalla testa della corsa e mi avrebbe aspettato a destra. Ero a metà gruppo, mi sono fermata dalla mia ammiraglia, ho preso la bici di scorta e siamo ripartiti. Io sono rientrata in gruppo, il mio diesse sulla fuga.

Il 2022 di Malcotti è stato sotto tono ma non sono mancati buoni piazzamenti (foto instagram)
Il 2022 di Malcotti è stato sotto tono ma non sono mancati buoni piazzamenti (foto instagram)
Cos’è capitato poi?

Dopo circa 40 chilometri mi hanno affiancato le moto della giuria: «Malcotti, deve fermarsi». Per regolamento avrei dovuto farmi sfilare dal gruppo, andare in ultima posizione e fare la sostituzione invece di come abbiamo fatto. Via radio i diesse hanno chiesto solo la multa e non l’estromissione, ma non c’è stato verso. Considerando che avevano graziato chi aveva causato l’incidente di Marta (Cavalli, ndr), devo dire che con me sono stati pignoli e con poco buon senso (sospira, ndr).

C’è altro?

Moralmente ero a terra, distrutta. Però alla sera ho ricevuto un bel messaggio di Elisa (Balsamo, ndr). Si diceva dispiaciuta per la squalifica e che sia Trek-Segafredo che SD Worx avevano chiesto alla giuria di chiudere un occhio perché non avevamo danneggiato nessuno. L’ultimo atto inaspettato qualche settimana fa, quando l’UCI via Accpi mi ha notificato il pagamento della multa che non era presente nel referto della giuria a fine tappa. La mia squadra l’ha pagata senza fare troppe storie, ma spero capiate perché quell’episodio mi sia rimasto sul gozzo.

Non l’avevi vissuta bene quella situazione ma forse può darti una spinta in più per il 2023?

Non so nemmeno dire se mi abbia insegnato qualcosa, di certo posso dirvi che la carica per quest’anno è tanta. A parte quel giorno, l’anno scorso ho disputato una stagione molto sotto tono. Salvo la tanta esperienza che ho fatto su diverse gare che non avevo mai corso, come il Fiandre. Quest’anno ho un anno in più di esperienza ad alti livelli e so che devo fare il salto di qualità. In questo sarò aiutata dallo staff della squadra che si è rafforzato con alcune figure importanti, tra cui Ro De Jonckere e Kenny Latomme (rispettivamente general manager e responsabile delle prestazioni, ndr), entrambi con trascorsi alla Quick Step e Qhubeka.

Nel 2022 Malcotti ha disputato 6 gare a tappe, di cui 4 WorldTour
Nel 2022 Malcotti ha disputato 6 gare a tappe, di cui 4 WorldTour
Cosa si aspetta Barbara Malcotti da se stessa?

La pressione me la voglio mettere addosso io per ripagare la squadra che crede in me e nella quale sto benissimo. Ho fatto un buon inverno e i valori rispetto al passato lo dimostrano. Dovrò confermarli in gara, sapendo che non sarà semplice o immediato. Non voglio parlare di vittorie, quanto invece di prestazioni. Se saprò mantenere la giusta condizione, potrò correre meglio e potranno arrivare anche i risultati. E a quel punto restare anche sui taccuini del cittì Sangalli, con cui ho un buon rapporto. Sono consapevole che devo migliorare, ma sono pronta a riscattarmi.

Giro Donne da Roma alla Sardegna. E nel mezzo?

14.01.2023
5 min
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Giro Donne 2023, a che punto siamo? C’è bisogno di notizie. Una corsa così merita una maggiore cassa di risonanza proprio nel periodo invernale. Un po’ chiamatela curiosità professionale, un po’ le squadre vogliono conoscerne prima possibile il percorso. Proprio stamattina, in un’intervista sulla Gazzetta dello Sport, Marta Cavalli ha ammesso di non aver ancora definito il programma 2023, perché non si hanno notizie sulla corsa italiana. Il livello sempre più alto del ciclismo femminile lo richiede. Proviamo quindi a lanciare un sasso nello stagno e vedere l’effetto che fa.

Le ultime due edizioni confezionate da Starlight sono state un prodotto di ottima qualità – podio e top 10 sono lì a testimoniarlo – normale pertanto un più che lecito interessamento generale. Ma cosa sappiamo ad oggi della nostra corsa a tappe? Poco di ufficiale, tanto di indiscrezioni e tutte aperte a qualsiasi esito. Il condizionale da qui in avanti, salvo casi rari, è d’obbligo.

Van Vleuten, Cavalli e Mavi Garcia, finite così sul podio, saranno protagoniste anche prossimo Giro Donne
Van Vleuten, Cavalli e Mavi Garcia, finite così sul podio, saranno protagoniste anche prossimo Giro Donne

Contatti difficili

Partiamo raccontando la difficoltà estrema nell’avere risposte da patron Roberto Ruini (in apertura insieme a Marta Cavalli), fatta di ripetuti tentativi, appuntamenti rimandati di volta in volta e le spiegazioni di circostanza del suo ufficio stampa, evidentemente in difficoltà.

Per la verità Ruini prima della fine del 2022 ci aveva risposto, comprendendo il nostro interessamento, anche se ci aveva rilasciato pochi virgolettati ufficiali. Avevamo raccolto rumors da più fonti: ci era parso corretto e naturale chiederne conto proprio al direttore del Giro Donne. Il motivo per cui non si sia potuto sbilanciare non è noto, benché facilmente immaginabile.

Faulkner ha vinto la crono d’apertura nel 2022. Anche quest’anno il Giro Donne potrebbe iniziare in modo uguale
Faulkner ha vinto la crono d’apertura nel 2022. Anche quest’anno il Giro Donne potrebbe iniziare in modo uguale

Solo inizio e fine Giro

«Innanzitutto vi do per certo che quest’anno – ci aveva detto Ruini al telefono – sarà sempre Starlight l’organizzatore della gara, contrariamente a qualche voce che era uscita. Così come posso ribadirvi che la partenza sarà da Roma come avevo annunciato il 10 luglio scorso durante la conferenza stampa di chiusura nell’ultima tappa di Padova.

«Dove si chiuderà il Giro Donne? In Sardegna – concludeva Ruini – avvalorando anche questa vostra indiscrezione. Nel mezzo invece non posso smentire né confermare i rumors in vostro possesso. Posso solo dirvi che da ottobre ad oggi abbiamo fatto tante chiamate ed incontri per definire il resto del tracciato».

Il Piemonte di Longo Borghini (quarta l’anno scorso) potrebbe ospitare il tappone del Giro Donne 2023
Il Piemonte di Longo Borghini (quarta l’anno scorso) potrebbe ospitare il tappone del Giro Donne 2023

Le altre tappe

Appunto, l’altra parte del percorso come si svilupperà? Intanto bisogna ricordare che l’UCI ha collocato il Giro Donne dal 30 giugno al 9 luglio. Il totale prevede 10 tappe, cui andrà aggiunto il giorno di riposo per il trasferimento in Sardegna (proprio come è successo nel 2022, ma al contrario). A quel punto la gara assumerebbe un format strano con la sosta a pochi giorni dalla fine.

La prima frazione dovrebbe essere una cronometro individuale nella Capitale, dove già si concluderà il Giro dei pro’. Civitavecchia potrebbe ospitare la partenza della seconda tappa, con possibile arrivo per velociste in provincia di Grosseto.

Per la terza frazione si rincorrerebbero più scenari. Partenza dalla Toscana con arrivo tra il modenese e il bolognese, affrontando così le prime salite sull’Appennino, oppure una tappa sulla falsariga di quella di Cesena dell’anno scorso, interamente disputata attorno ad Imola su una parte del circuito mondiale, con gli strappi di Mazzolano e Gallisterna a scandire il finale. Per la quarta si potrebbe prevedere ancora una giornata per ruote veloci con la Modena-Piacenza.

La quinta frazione dovrebbe essere il cosiddetto “tappone”, tutto da correre in Piemonte: pare ci sarà un paio di montagne importanti già affrontate nelle gare maschili. La sesta vedrà un arrivo in Liguria, con tutte le possibili insidie del suo entroterra.

In serata la carovana si trasferirà con voli e traghetti in Sardegna ed il giorno successivo sarà di riposo. Le tre tappe finali (dal 7 al 9 luglio) si disputeranno sull’isola con la possibilità di vedere qualcosa di inedito e particolare, per provare eventualmente a stravolgere la classifica rendendo ancora frizzanti gli ultimi giorni di corsa.

Edizioni future

Nel frattempo sul sito della Federciclismo è uscito l’avviso per l’assegnazione delle edizioni del quadriennio 2024-2027 con determinati requisiti. Nel punto 3 del bando si legge la necessità di possedere “capacità economica e finanziaria dimostrabile dall’aver realizzato nell’ultimo esercizio un volume di affari pari almeno pari ad euro tre milioni”.

Mercoledì 1° febbraio scade l’avviso e a quel punto si potranno aprire le buste conoscendo i prossimi organizzatori (c’è in ballo anche il Giro d’Italia U23, ancora privo di un organizzatore per quest’anno). Si vocifera che il silenzio attorno al Giro Donne 2023 sia legato a questi esiti e che RCS Sport sia il candidato principale a rilevarne la guida, ma non vogliamo addentrarci.

Il Tour Femmes 2023 è stato presentato lo scorso ottobre. Il Giro Donne dovrebbe colmare questo gap
Il Tour Femmes 2023 è stato presentato lo scorso ottobre. Il Giro Donne dovrebbe colmare questo gap

Tuttavia, contestualizzando il tutto, c’è anche un aspetto positivo per il Giro Donne. Tralasciando che il Tour Femmes 2023 è stato annunciato assieme a quello maschile lo scorso 27 ottobre, la corsa della Starlight è in anticipo sulle proprie tabelle di marcia rispetto agli altri anni.

Nel 2021 era stata ufficialmente presentata il 3 giugno, mentre l’anno scorso il 10 marzo. C’è ancora margine per aspettare, ma nemmeno troppo. La stagione del WorldTour inizia domani.

La Isolmant raddoppia. Nasce anche il team junior

05.12.2022
5 min
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Come un piccolo orto che dà buoni prodotti per un grande mercato, la Isolmant Premac Vittoria si prepara al 2023 raddoppiando gli sforzi e senza le sue gemme migliori. Il team continental diretto da Giovanni Fidanza avrà anche una formazione junior, nel segno della filiera giovanile, mentre la prima squadra ripartirà priva di Gaia Realini ed Emanuela Zanetti, entrambe autrici di tre vittorie stagionali.

La piccola scalatrice abruzzese, come noto, è passata alla Trek-Segafredo con in tasca un triennale, la velocista bresciana invece va in Spagna alla Zaaf Cycling Team, ma Fidanza sa già che l’anno prossimo alcune delle sue ragazze potranno mettersi in mostra a dovere. Anzi, per qualcuna di loro si potrebbe parlare di vera e propria scommessa.

Giovanni Fidanza nel 2023 avrà entrambe le figlie alla Ceratizit-WNT
Giovanni Fidanza nel 2023 avrà entrambe le figlie alla Ceratizit-WNT
Giovanni, che 2022 è stato per la Isolmant?

E’ stato un anno importante. Abbiamo iniziato così così. Siamo stati condizionati da diversi casi di Covid e da problemi fisici, acciacchi vari. Strada facendo però le ragazze hanno ritrovato compattezza e continuità. Il nostro è un calendario italiano, tra gare open e tutte le internazionali, ma siamo soddisfatti, tenendo conto della nostra realtà. Alla fine abbiamo ottenuto numerosi piazzamenti e otto vittorie totali. Due di queste, fatte con Rossato e Zontone, mi hanno fatto particolarmente piacere perché hanno premiato la loro crescita.

Ti peserà non avere più Realini e Zanetti?

Ero preparato alle loro partenze. Anzi sono contento che possano giocarsi le proprie opportunità in formazioni più forti o all’estero. Significa che abbiamo fatto un buon lavoro con loro. Gaia è sempre stata il nostro punto di forza. E’ stata brava a riconfermarsi sui suoi livelli, crescendo a livello tattico e come persona. E’ il momento giusto per lei per fare il salto di qualità. Emanuela è stata costante negli ordini d’arrivo delle volate. Affronterà una nuova avventura ed anche per lei era arrivato il momento per provare qualcosa di nuovo.

Chi saranno le ragazze da cui ti aspetti uno scatto in più?

Ce ne sarebbero tante per la verità. Rossato è una certezza per la sua disponibilità verso la squadra e per come fa conciliare ciclismo e lavoro. L’anno prossimo sarà professoressa di ruolo di matematica in una scuola media nella zona di Asiago e potrebbe avere più tempo per allenarsi rispetto alle stagioni passate. Zontone è stata una bella sorpresa. Lei arriva dal fuoristrada e nel 2023 sono convinto che farà ancora meglio. Conto molto su Eremita, passista-scalatrice dal buon motore. Se riusciremo a correggere un paio di cose, sarà fondamentale per noi. Infine anche la spagnola Ainara Albert potrebbe dire la sua su certi percorsi.

Poi ci sono le nuove arrivate…

Esatto, anche da loro mi aspetto buone cose. Cipriani è una ragazza esperta che sa vincere. Borello arriva da una buona stagione. Papo è giovanissima, viene dal ciclocross e può ripetere il percorso di Zontone. Raimondi e Pepoli (figlia dell’ex pro’ Cristian, ndr) arrivano dalle junior e dovranno crescere con calma. Poi ci sarà anche Valeria Curnis che merita un discorso a parte. Lei è maestra federale di sci ma ha tanta passione per il ciclismo. Era già aggregata con noi nell’ultima stagione, in cui ha corso qualche gara. Sta facendo le cose seriamente, può essere un esempio per le più giovani per la sua dedizione. Ha 28 anni, deve imparare a stare in gruppo e altre cose simili ma le ho voluto dare una possibilità concreta. Sarà una bella sfida la sua.

Com’è nata la formazione junior?

E’ l’evoluzione della collaborazione che c’era con la Biesse-Carrera per effetto di sponsor comuni come Isolmant e la stessa Carrera. Il Team Zambelli aveva tante allieve che passavano junior e, visto che anche con loro avevamo rapporti, abbiamo unito le forze. Seguirò l’organizzazione di entrambi i team, ma ognuno avrà il suo staff. Valuteremo il nostro operato al termine dei due anni della categoria, ma vogliamo creare una filiera.

In pratica andrete alle gare open tutte assieme. Quanto sarà importante questo aspetto?

Molto. Dal punto di vista aggregativo sarà una grande esperienza per le junior che potranno confrontarsi con le proprie compagne più grandi, vedendo come ci si prepara prima di una gara. Le elite saranno un riferimento per le nostre giovani. In corsa però avranno tattiche separate. Le junior dovranno curare la loro categoria per crescere gradualmente. Se poi una di loro saprà stare con le più grandi, tanto meglio per lei e per noi.

Che obiettivi si sono prefissati Fidanza e la sua Isolmant per il 2023?

Vogliamo confermarci sui nostri standard nel calendario italiano, comprese le gare internazionali. Il Giro Donne sarà la solita vetrina, se verremo invitati. Abbiamo obiettivi ponderati e graduali. Il nostro compito principale comunque resta quello di fare crescere le nostre atlete per poi mandarle in team continental stranieri o WorldTour. Alle più giovani vogliamo far capire quanto sia alto attualmente il livello del ciclismo femminile. E pertanto vogliamo che possano inserirsi adeguatamente nella categoria maggiore. La nostra filosofia è sempre la stessa.

Il GB Junior Women diventa continental e sogna il Giro Donne

10.11.2022
6 min
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Un assaggio di internazionalità il GB Junior Team Women ce lo ha avuto qualche settimana fa quando Giulia Giuliani ha corso in Argentina con la maglia della nazionale. Dal 2023 però la formazione nero-arancio potrà sedersi al tavolo dei grandi quasi sempre grazie all’acquisizione della licenza UCI e del titolo “continental”.

Un salto di categoria importante per la squadra piemontese (di affiliazione) che avrà una mission ben precisa. E così abbiamo fatto un colpo di telefono al team manager Massimo Ruffilli per scoprire meglio cosa bolle in pentola tra attività e programmi per l’anno prossimo.

Le strade bianche del GP Valle del Ticino, gara open organizzata dal GB Junior Team (foto facebook)
Le strade bianche del GP Valle del Ticino, gara open organizzata dal GB Junior Team (foto facebook)
Massimo facciamo una breve introduzione della squadra.

Siamo la sezione femminile della GB Junior Team Pool Cantù di Bortolami. Siamo nate nel 2021 come formazione under ed elite mantenendo un calendario nazionale. Quest’anno eravamo otto elite e tre junior e spesso alle gare open andavamo al completo. In queste due stagioni siamo riusciti a vincere tre-quattro corse e a cogliere piazzamenti che rispecchiano la nostra filosofia.

Quindi un bel gruppo…

Abbiamo sempre avuto ragazze molto giovani ed interessanti. Su tutte senza dubbio c’è Giulia (Giuliani, ndr) ma alcune di loro arrivano da altre discipline. Sylvie Truc che è stata azzurra agli europei giovanili di MTB oltre ad essere stata campionessa italiana di MTB da esordiente ed allieva. Oppure come Vittoria Ruffilli che ha fatto triathlon fino a qualche anno fa. Noi abbiamo sempre scelto l’atleta o la persona, non i suoi risultati.

Ci racconti invece com’è nato il progetto di diventare continental?

La decisione è stata quella di dare un premio alla crescita delle nostre ragazze. Con Gianluca (Bortolami, ndr) siamo amici fin da bambini e gli ho proposto di fare lo step successivo. Ha appoggiato la mia idea purché continuassimo noi ad occuparcene, visto che tutto ciò comporta un maggior dispendio di energie. Gli ho risposto che sarebbe stato così. D’altronde noi siamo una squadra atipica. A parte il prezioso sostegno degli sponsor, di fatto siamo quattro genitori che investono su giovani ragazze che scegliamo comunque con dei nostri criteri. A noi interessano corridori che vogliano fare le prime esperienze. Vogliamo creare dei corridori. Diventando continental vogliamo dare alle nostre ragazze un’anteprima di visibilità su certi palcoscenici, sperando che poi li possano calcare sempre di più in futuro.

Questa annata invece com’è stata?

Diciamo in chiaro-scuro. A maggio Giuliani è stata sfortunata al Giro di Campania perché è caduta a 500 metri dal traguardo nella tappa decisiva. Alla fine ha chiuso terza nella generale ma per me avrebbe potuto vincere tranquillamente la corsa. Da giugno abbiamo avuto l’inserimento di Cipriani che ha vinto subito a Comeana e ha proseguito cogliendo tanti piazzamenti davanti. Alla fine il bilancio è comunque positivo perché abbiamo avuto soddisfazioni da tante nostre ragazze. Borello è stata convocata nella nazionale di gravel e Giuliani è stata chiamata dal cittì Sangalli.

Quest’ultima con Giuliani è stata la ciliegina sulla torta per voi?

Credo che vestire la maglia azzurra sia sempre un lusso. Per la ragazza ma anche per la sua società. Specie per noi che siamo piccoli e senza licenza UCI. Con Paolo eravamo già in contatto da inizio anno, sapevo che la teneva sotto osservazione. Giulia è una buonissima atleta con tante altre valide caratteristiche. Sa comportarsi bene nei vari ambienti, peculiarità cui noi facciamo molto caso, così come credo lo faccia anche lo staff della nazionale. La sua chiamata alla Vuelta a Formosa secondo me non è stata fine a se stessa. Mi sentirei di dire che Giulia ormai faccia parte del giro azzurro.

Sarà lei quindi il faro della vostra squadra l’anno prossimo?

Sì, ma senza metterle pressione addosso. Giulia sono due anni che è richiesta da team più blasonati del nostro ma ha deciso di restare con noi proprio per continuare nel suo processo di crescita. Naturalmente lei sa che dovrà continuare a lavorare e migliorare e che non avrà troppi privilegi. Ha ancora vent’anni e deve ancora temprarsi. Quando avrà fatto la scorza giusta saremo noi che la proporremo alle altre squadre. Però conto molto anche sulle sue compagne. Partiranno tutte alla pari perché sono convinto che possano ben figurare tutte quante.

La squadra del 2023 come sarà strutturata?

A parte Giulia, abbiamo confermato Truc, Rossetti, Garavaglia, Ruffilli e arriverà Sernissi dal Vaiano che, seppur sia giovane, ha già una discreta esperienza internazionale. Passa elite la nostra junior Rebecca Rigamonti. E sempre dalle junior abbiamo preso Chiara Sacchi dalla Vo2 Team Pink e Giulia Miotto dal Breganze Millenium.

E i diesse?

Saranno Enrico Giuliani e Sabrina Morelli, mentre Elena Valli è nel quadro societario e ci darà una mano all’occorrenza. Abbiamo introdotto la figura del nutrizionista. Ce lo hanno richiesto le ragazze stesse vedendo che le loro avversarie alle gare seguivano certe tabelle alimentari. Ogni ragazza si affiderà al suo nutrizionista di fiducia, così come per il preparatore atletico. Naturalmente entrambi si rapporteranno fra loro e con noi per fissare gli obiettivi di ogni singola atleta. Infine abbiamo raggiunto un accordo con De Rosa e correremo con le loro bici.

Che calendario farete?

Entriamo in punta di piedi in un ambiente che non è il nostro. Manterremo l’impegno nelle gare open, cercando di andarci con un atteggiamento psico-fisico di costante miglioramento. L’estero lo faremo a spizzichi e bocconi, valuteremo durante il corso della stagione. Intanto abbiamo fatto richiesta di partecipare alla Vuelta Valenciana a febbraio.

E il Giro Donne lo farà il GB Junior Team?

Solitamente tutte i team italiani continental sono al via senza grossi problemi però ho già parlato con chi di dovere perché ci tengano in considerazione. Noi vogliamo correre il Giro Donne. Non solo, vogliamo farci vedere e farci conoscere ancora meglio.

Magri, il 2022 è alle spalle: «Con la Israel il primo Giro»

03.11.2022
5 min
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Sul 2022 ha tirato una riga da tempo. Anzi, da due settimane ha ripreso ad allenarsi per riscattarsi. A rafforzare le motivazioni che Silvia Magri (in apertura foto Ossola) ha già per l’anno prossimo, è arrivato pure il salto nel WorldTour. Le legnanese classe 2000 sarà uno dei volti nuovi (e delle quattro italiane) della Israel Premier Tech Roland.

«Per la verità sto facendo ancora lavori poco intensi – ci spiega al telefono Magri, che lascia la Born to Win dopo una stagione, per un biennale con la formazione svizzera – però avevo voglia di ricominciare dopo quindici giorni di riposo, visto che quest’anno per un motivo o l’altro ho corso poco».

Silvia Magri pur di ritrovare la condizione, a luglio è andata a correre da sola in Belgio (foto Facebook)
Silvia Magri pur di ritrovare la condizione, a luglio è andata a correre da sola in Belgio (foto Facebook)
Silvia cominciamo proprio dalla stagione appena conclusa. Com’è stata?

Un po’ travagliata e snervante, anche se era iniziata bene. In avvio di anno ero molto motivata e ho colto buoni piazzamenti. Quinta all’internazionale di Montignoso, due terzi in Liguria al Trofeo Ponente in Rosa e una buona top ten alla prima tappa del Gracia Orlova in Repubblica Ceca. Lì però sono caduta e sono dovuta stare ferma due settimane prima di ricominciare. Da quel momento mi sono accorta di inseguire la condizione. E non era solo quello il motivo.

Cos’altro è successo?

Premetto che sono sempre andata a correre per dare e fare il meglio possibile. Non ho mai voluto trovare scuse o giustificazioni. Considerando che la nostra squadra non ha disputato il Giro, abbiamo fatto un calendario alternativo che ci consentisse di poter gareggiare. Anzi, a luglio sono andata da sola a fare due gare in Belgio (la Zottegem-Strijpen e il Gp Deinze, ndr) dove ho colto un quinto ed undicesimo posto. Tuttavia notavo che, pur stando davanti, facevo una gran fatica, più del normale. Così abbiamo iniziato a fare accertamenti e abbiamo scoperto che stavo finendo di passare la mononucleosi. Ormai però buona parte della stagione era andata.

Magri, qui con Quagliotto e Zanardi: al Trofeo Ponente in Rosa ha ottenuto due terzi posti di tappa (foto facebook)
Magri, qui con Quagliotto al Trofeo Ponente in Rosa, dove ha ottenuto due terzi posti di tappa (foto facebook)
Senza la classica vetrina del Giro e con questo problema di salute, come hai vissuto il momento a livello emotivo?

E’ stata dura. Sono una ragazza particolarmente attenta, pignola e un po’ perfettina (lo dice sorridendo, ndr) e vedevo che nonostante ciò non riuscivo a trovare la forma giusta per potermi fare vedere. Volevo dimostrare qualcosa in più e per tutto quel susseguirsi di vicende mi è dispiaciuto molto non averlo potuto fare. Mi sono mancati i risultati. Non tanto per i risultati in sé quanto per il morale. Per fortuna però è arrivata la chiamata della Israel.

Come è nata questa trattativa?

A maggio ho avuto un primo contatto, solo per conoscerci. Mi ha chiamato direttamente la squadra. Poi ci siamo risentiti a giugno al termine del ritiro a Livigno con la nazionale. Quella è stata l’occasione per definire e chiudere il contratto, grazie all’intermediazione della GGLL Promotion (l’agenzia di Luca Mazzanti, ndr).

Cosa ti ha convinta ad accettare la loro proposta?

Devo dire che avevo avuto dei contatti con altre formazioni nello stesso periodo, ma erano arrivate dopo. Del progetto della Israel mi ha colpito l’alta professionalità e la volontà di farmi crescere senza fretta. Mi hanno detto subito che vorrebbero farmi fare un calendario più intenso proprio perché arrivo da una annata con poche gare. Inoltre avrò altre tre compagne italiane (Collinelli, Pirrone, Vieceli, ndr), un vantaggio per tutte noi. Intanto un accenno di programmi ce lo hanno già dato. Dall’1 al 10 dicembre andremo in ritiro a Girona. Ed io potrei partire già dal Tour Down Under in Australia. Tutto da riconfermare ovviamente, ma è già qualcosa su cui lavorare.

Su qualcosa in particolare o è come se ricominciassi tutto da capo?

Un po’ e un po’. I test che ho fatto confermato che ho uno spunto veloce, quindi lavorerò in prospettiva futura per avercelo nei finali di gara. Sono ben portata alla distanza, ma è ovvio che devo rifare le basi. Dovrò rafforzarmi, però una cosa alla volta. Le tabelle per la palestra e per la bici me le cura il mio preparatore Marco Sias. Mi fido ciecamente di lui e sarà lui poi che si interfaccerà con Fabio Vedana, il preparatore della squadra.

Silvia vuole restare nel giro azzurro. Nel 2022 ha fatto i ritiri a Calpe e Livigno (foto Facebook)
Silvia vuole restare nel giro azzurro. Nel 2022 ha fatto i ritiri a Calpe e Livigno (foto Facebook)
Che obiettivi hai per il 2023?

Non ne ho di particolari. L’intenzione è di mettermi in mostra fin da subito. Visto che ho caratteristiche da velocista che tiene sugli strappi e brevi salite, vorrei andare forte in Belgio. Ad esempio la Freccia del Brabante è una gara che mi piace molto. Poi vorrei correre il mio primo Giro, sarebbe un bel modo esordirci con un team WT. Infine vorrei restare nei radar azzurri. Con Paolo (il cittì Sangalli, ndr) ho parlato e lui quest’anno aveva capito la mia situazione. Per me è stato importante. Se guardo il bicchiere mezzo pieno, meglio aver avuto adesso questi problemi che averceli l’anno prossimo. Ho voglia di rilanciarmi anch’io.