Lippert fa festa. Magnaldi ci prova. E dietro colpi di stiletto

12.07.2024
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CHIETI – Colpi di stiletto? Schermaglie? Lotta psicologica? Elisa Longo Borghini e Lotte Kopecky si sono quantomeno punzecchiate in questa sesta, dura e caldissima tappa del Giro d’Italia Women. Alla fine sono loro due le protagoniste assolute, anche se oggi a gioire è stata Liane Lippert (nella foto di apertura), che era in fuga.

In gruppo serpeggia un clima se non di paura, quantomeno di attesa, verso quella che sarà probabilmente la tappa decisiva di questo Giro Women. E se non dovesse essere decisiva per decretare la vincitrice finale, lo sarà per dare lo scossone definitivo alla classifica. Due volte il Blockhaus e per di più con questo caldo è qualcosa di enorme.

Erica Magnaldi si rinfresca dopo il traguardo: oggi punte di 39 gradi sul percorso. Per lei circa 15 borracce
Erica Magnaldi si rinfresca dopo il traguardo: oggi punte di 39 gradi sul percorso. Per lei circa 15 borracce

Magnaldi coriacea

E oggi è stato solo l’antipasto. Lo sa bene Erica Magnaldi, terza all’arrivo e super protagonista della fuga di giornata.

«Ho tirato tanto è vero – dice la portacolori della UAE Adq con ancora il fiatone – ma il mio punto di forza è la salita e quindi ho tentato di staccare le avversarie sull’ultima ascesa. Purtroppo siamo alla sesta tappa e dopo tante frazioni dure e un’altra tappa in cui sono stata in fuga non ero più freschissima. Se non altro sono riuscita a staccare una delle quattro e mi sono almeno assicurata il podio, ma bisognava pur sempre arrivare. Non volevo rivivere la scena di due giorni fa quando sono stata ripresa a 80 metri dal traguardo e così mi sono sacrificata, pur sapendo di essere battuta in volata».

Ad una dozzina di chilometri dall’arrivo le quattro avevano oltre 2’30” di vantaggio e per Magnaldi che in salita va forte poteva essere l’occasione per risalire anche nella generale, soprattutto guardando al Blockhaus. Lei però declina l’opzione e ammette che pensava soprattutto alla tappa.

«Ho iniziato questo Giro senza puntare alla classifica, per essere più libera mentalmente e fisicamente. Il mio grande obiettivo dopo il Giro è il Tour de France Femmes. Vorrei non arrivarci troppo stanca».

«In gruppo devo ammettere c’è abbastanza paura – prosegue Magnaldi – io stessa sono un po’ intimorita pensando a domani, perché il caldo ci sta davvero mettendo a dura prova. E su una salita del genere si sentirà ancora di più. Immagino sarà una tappa di pura sopravvivenza per tutte».

Elisa Longo Borghini in maglia rosa e Lotte Kopecky in maglia rossa: sono loro due i fari di questo Giro

Le regine

Sopravvivenza non per Lotte Kopecky ed Elisa Longo Borghini. Su carta almeno, saranno loro le carnefici. Oggi quando hanno accelerato nello strappo finale: Kopecky scatta, Longo Borghini chiude e rilancia. Sembravano Vingegaard e Pogacar. Una superiorità netta rispetto alle altre, anche se la stessa Elisa ci dice che non sarà una sfida a due.

«Quando ho vinto la volata la mia sensazione è stata più quella di un gesto di “oh ce l’ho fatta”, che di gioia vera e propria. A 32 chilometri all’arrivo Lotte si è mossa, ma il suo non è stato tanto un attacco quanto un allungo perché era stizzita da non so cosa. Io l’ho seguita perché non si sa mai. A gente così lasci 10 metri e ti dà 10′.

«Quando invece è partita nel finale lo avevo capito che sarebbe scattata. Mi ha fatto il “prefisso internazionale” praticamente! Ho provato a staccarla ma non è stato  possibile… perché è forte».

Per radio, la diesse Teutenberg le ripeteva di stare attenta, perché Lotte era arrabbiata. «Ma – racconta l’atleta della Lidl-Trek – anche io sono grintosa, pensavo dentro di me. Non sono qui a spulciare i peluches! Però è stato bello. E’ una sana competizione.

«Sul contrattacco mi sentivo bene, ma è anche vero che domani è una tappa molto dura e una piccola energia risparmiata conterà. Potevo forse insistere, però non mi sembrava il caso».

E ora Blockhaus

Qui al Giro Women è opinione comune che Kopecky possa fare il colpaccio anche in salita e che quindi questa corsa rosa sarà una cosa a due. Elisa deve stare attenta.

Tuttavia Longo Borghini non ne è affatto convinta che sarà una sfida a due: «Non sarà una cosa solo tra noi due, ci sono tante scalatrici forti. Non è perché ora sono in maglia rosa vuol dire che ci resterò. Il livello è alto. Quando non c’è la Vollering sembra sempre che non ci sia nessuno. In realtà non è così. Guardate oggi come siamo andate. Ho visto la tappa del Blockhaus con Gaia (Realini, ndr) anche quella dell’Aquila che secondo me è durissima: tutto è ancora da giocare».

«Mi aspettavo che fosse più difficile oggi – ha detto una serissima Kopecky dopo l’arrivo – faceva molto caldo e forse è per questo siamo andate un po’ più tranquille. Volevo prendere i secondi bonus, ma non avevo abbastanza compagne di squadra per controllare la corsa. 

«Il Blockhaus? Non ne so nulla. Stasera devo studiarlo, anche se so che è una salita dura. Ma l’anno scorso dicevano anche che il Tourmalet sarebbe stato troppo duro per me. E invece l’ho fatto bene», ha suonato sibillina l’iridata.

Insomma è già duello anche nelle prese di posizione differenti.

E’ Suzuki l’auto ufficiale del Giro d’Italia Women

11.07.2024
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Il Giro d’Italia Women, organizzato per la prima volta da RCS Sport in partnership con la Federazione Ciclistica Italiana, ha scelto Suzuki quale auto ufficiale della manifestazione.

Questo importante accordo testimonia l’impegno costante di Suzuki verso il sostegno dello sport. Suzuki offre proprio in questi giorni il suo prezioso supporto all’organizzazione attraverso una flotta 100% hybrid composta da S-Cross Hybrid, Swace Hybrid e Across Plug-in. Questi modelli rappresentano bene l’approccio innovativo e sostenibile di Suzuki alla mobilità, ovvero quello di dotare ogni veicolo con il sistema Hybrid più efficiente in base alla tipologia di auto e di utilizzo, per adattarsi alle diverse esigenze dei clienti. Lo staff del Giro d’Italia Women utilizzerà le auto Suzuki per muoversi lungo il tracciato. Garantendo prontezza nelle esigenze logistiche e fornendo il supporto tecnico necessario ai ciclisti in gara.

Ecco il modello realizzato da Suzuki in onore del Giro d’Italia Women
Ecco il modello realizzato da Suzuki in onore del Giro d’Italia Women

La passione per lo sport

La consegna della flotta è avvenuta lo scorso sabato 6 luglio a Brescia in occasione della cerimonia di apertura della manifestazione, alla presenza del Presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli e di Paolo Bellino, Amministratore Delegato di ECS Sports & Events.

«Il Giro d’Italia Women 2024 – ha dichiarato Massimo Nalli – ha scelto Suzuki, e ne siamo orgogliosissimi. E’ un vero riconoscimento alla passione di Suzuki per lo sport e in particolare per il ciclismo. Inoltre, più della metà dei nostri clienti è rappresentato dalle ragazze: in loro onore, e per celebrare le atlete in gara augurando loro un grande in bocca al lupo, abbiamo realizzato una automobile unica, una Suzuki Swift in onore del Giro Woman del colore più ambito, il rosa che fa sognare».

«Il Giro d’Italia Women – ha ribattuto Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sports & Events – è un evento di livello mondiale che vede al via alcune delle migliori atlete in circolazione. Questa corsa è una delle più importanti del panorama internazionale così come il Giro d’Italia terminato a maggio. A confermarlo non è solo la qualità delle atlete che si daranno battaglia durante le otto tappe in programma ma anche i partner che ci accompagnano in questa nuova avventura, come Suzuki con la loro flotta di auto tutte 100% hybrid. Suzuki è un brand riconosciuto in tutto il mondo proprio come la Corsa Rosa. Insieme garantiremo uno spettacolo ancor più responsabile, sostenibile e con un occhio rivolto al futuro».

Valori condivisi

Suzuki condivide i più alti valori dello sport, e in particolare la filosofia del ciclismo legata alla passione per l’attività all’aperto e al rispetto dell’ambiente. Il ciclismo rappresenta bene i valori di competizione, resistenza, rispetto delle regole e dell’avversario che hanno caratterizzato la storia ultracentenaria di Suzuki Motor Corporation. 

Chi pedala e va in bici rappresenta l’esempio perfetto di quanto sia importante non arrendersi mai, applicandosi con costanza per migliorare i propri limiti e raggiungere i traguardi prefissati, anche i più ambiziosi. «Questo – ha aggiunto Nalli – è lo stesso approccio con cui gli ingegneri Suzuki si dedicano ogni giorno al loro lavoro, determinati a progettare e sviluppare per la clientela auto, moto e motori fuoribordo, prodotti affidabili, prestazionali e rispettosi dell’ambiente».

Suzuki

Con Guarischi nelle ambizioni della SD Worx al Giro d’Italia Women

10.07.2024
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I volti in casa SD Worx-Protime sono distesi e sereni per questo Giro d’Italia Women. Tra le fila delle atlete al servizio di Lotte Kopecky, campionessa del mondo in carica, c’è anche Barbara Guarischi. L’atleta lombarda, al secondo anno nel team olandese, si presenta al via dopo una bella prova al Lotto Thuringen Ladies Tour. 

«Partiamo dal fatto che sono stata inserita all’ultimo nella squadra del Giro – racconta – avrei dovuto fare solamente il Tour de France. Però Marlen Reusser è stata male nelle settimane passate ed è ancora in fase di guarigione. La squadra ha deciso di preservarla in vista delle Olimpiadi e del Tour de France, quindi eccomi qui. Devo ammettere che sto bene, ho avuto qualche problema di salute a inizio stagione ma mi sto riprendendo bene». 

Per Guarischi due secondi posti al Lotto Thuringen Ladies Tour prima di partire per il Giro
Per Guarischi due secondi posti al Lotto Thuringen Ladies Tour prima di partire per il Giro

Tappe sì, maglia forse

Insieme a Guarischi apriamo le tende in casa SD Worx per capire quali saranno gli obiettivi del team. Lotte Kopecky sarà capitano unico o dividerà i gradi con qualcun’altra? 

«La squadra – spiega Guarischi – è molto forte. Diciamo quasi costruita apposta per andare sulle tappe e questo è l’obiettivo. Punteremo tanto alle singole vittorie anche perché Lotte Kopecky ha curato molto la preparazione alle Olimpiadi, che la vedranno impegnata in pista. E’ un Giro d’Italia Women parecchio impegnativo, ma Lotte è campionessa del mondo e belga, quindi non potremo nasconderci».

Kopecky nella cronometro di Brescia aveva già accumulato 25 secondi di ritardo da Elisa Longo Borghini
Kopecky nella cronometro di Brescia aveva già accumulato 25 secondi di ritardo da Elisa Longo Borghini

Ambizioni? Moderate

Il distacco di 25 secondi accumulato da Lotte Kopecky nella cronometro inaugurale e il secondo posto in volata alle spalle di Chiara Consonni danno credito alle parole di Guarischi. La campionessa del mondo sembra essere arrivata al Giro d’Italia Women con una forma da perfezionare

«Secondo me – spiega Guarischi – il percorso potrebbe risultare troppo impegnativo. Il giorno del Blockhaus non sarà semplice, vista anche la preparazione che Lotte sta facendo per la pista. Vedremo come reagirà il suo fisico. Staremo attente e quasi tutte avremo il nostro spazio con la Fisher Black che può puntare alle tappe in salita e a fare una buona classifica. Il distacco di un minuto e sedici secondi accumulato da Elisa Longo Borghini nella cronometro è da considerare. Penso sarà difficile, ma non impossibile, avvicinarsi a lei o superarla.  

Decide l’Abruzzo

Tutte le voci sentite fino ad ora, come quella di Gaia Realini, confermano che il Giro d’Italia Women si deciderà con le tre tappa in Abruzzo. Tutte diverse ma impegnative e da non sottovalutare, la classifica potrà ribaltarsi completamente. 

«Vero che la cronometro iniziale ha permesso di scavare dei margini – analizza Guarischi – è anche vero, tuttavia, che le ultime tre tappe sono toste. E’ facile, considerando che sono alla fine, prendere minuti su minuti o andare in crisi da un momento all’altro. Mai dire mai, bisognerà arrivare in Abruzzo per avere delle risposte definitive. Ribadisco che la squadra è qui per vivere la corsa tappa dopo tappa e per accumulare più vittorie possibile».

Realini cede 30″ ma lei aspetta la doppia scalata del Blockhaus

09.07.2024
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Il Giro d’Italia Women ha incontrato oggi, nella terza tappa, il primo arrivo in salita, conquistato da Niamh Fisher-Black. L’atleta della SD Worx ha anticipato la compagna di squadra Lotte Kopecky e la francese Juliette Labous. Le pendenze della salita di Toano non sono le preferite da Realini che ha pagato 36 secondi dalla vincitrice e 30 secondi da Longo Borghini e Kopecky.

«Sicuramente – spiega la scalatrice della Lidl-Trekquest’anno il Giro non permette di abbassare molto la guardia. La tappa di ieri è stata abbastanza tranquilla, ma già da oggi era importante farsi trovare pronte e tenere le antenne dritte. Tutte le atlete volevano provare a mettere fatica e minuti nelle gambe delle avversarie. Il caldo ha giocato un ruolo importante nell’economia della corsa. Il ritmo è stato elevate per tutta la salita, con Mavi Garcia che ha messo in fila il gruppo. Nel finale ho aiutato la Longo Borghini a chiudere sui vari attacchi, l’ho accompagnata fino all’ultimo chilometro nel quale Elisa ha seguito bene Kopecky difendendo la maglia rosa».

Realini si era detta soddisfatta dopo la crono di Brescia dove aveva perso 1′ 08″ da Longo Borghini
Realini si era detta soddisfatta dopo la crono di Brescia dove aveva perso 1′ 08″ da Longo Borghini

Primi passi

Intanto Gaia Realini aveva sbloccato le gambe con la cronometro di Brescia, chiusa in 25ª posizione a un minuto e otto secondi dalla compagna Elisa Longo Borghini. Una prova positiva visto il percorso e la lunghezza di 15,7 chilometri. La prestazione era da considerare comunque positiva

«La cronometro – spiega Realini – non era la mia giornata, comunque è una cosa che fa parte delle gare e me la sono goduta fino in fondo. Sono riuscita a difendermi nonostante la prova impegnativa e le sensazioni sono state abbastanza positive. Sapevo che avrei perso qualcosa ma ero concentrata a fare il mio, senza guardare troppo alle altre».

Nella tappa di oggi con arrivo a Toano Realini ha perso 29″ dalla compagna di squadra e attuale maglia rosa
La maglia rosa oggi, dopo il primo arrivo in salita, è rimasta saldamente in mano a Elisa Longo Borghini

Sulle strade amiche

La tappa regina di questo Giro d’Italia Women sarà però a casa di Realini, in Abruzzo, sulle rampe del Blockhaus. Prima con la scalata di Passo Lanciano, nel secondo passaggio, quello finale, si arriverà fino in cima. Una frazione con pendenze sempre, o quasi, a doppia cifra.

Il distacco accumulato da Realini in classifica generale dopo tre tappe è di un minuto e 37 secondi. L’abruzzese rimane una delle favorite per la tappa con arrivo in cima al Blockhaus viste anche le pendenze quasi proibitive. Lo scotto pagato nei confronti delle rivali potrebbe aprire le porte per un attacco della Realini proprio sulle rampe di casa.

«Conoscere la salita – spiega – farà un altro effetto. Avere in testa anche i minimi particolari sarà utile, per sapere dove attaccare o dove magari si potrà respirare. Anche se credo che quest’ultima opzione sarà impossibile, però proverò a giocarmela al meglio. Scalare due volte quella salita farà male non solo alle gambe ma anche alla testa, perché è una salita molto dura ed esposta tutta al sole. Quindi siamo sicuri che se ci sarà grande sofferenza al primo passaggio anche il secondo non sarà facile». 

Realini sul Blockhaus ci sale tutti i giorni, qui in foto era il 2021 e correva per la Isolmant-Premac
Realini sul Blockhaus ci sale tutti i giorni, qui in foto era il 2021 e correva per la Isolmant-Premac

Gambe e testa

Entriamo però nel dettaglio di questa salita che potrebbe decidere la classifica finale, quali sono i punti in cui si può tirare il fiato? Quali, invece, dove sarà bene farsi trovare pronti?

«E’ una salita – racconta ancora Realini – che è costantemente al 9 per cento, i primi chilometri saranno anche al 12, 14 per cento. Punti dove poter respirare ce ne saranno davvero pochi, diciamo che quando dal 12 si passa al’8 per cento si fa un respiro di sollievo. Attaccare lo si potrà fare solamente ascoltando le gambe, dove diranno loro si potrà pensare di aumentare il ritmo. Non c’è da sottovalutare il primo passaggio, anche se si scollinerà a Passo Lanciano e non si arriva in cima. Farla forte subito potrà portare già ad una buona selezione, ma si dovranno fare i conti con le energie rimaste visto che è nella parte finale del Giro. Si tratta di una salita da meno di un’ora, quella di Passo Lanciano, mentre al secondo passaggio si arriverà fino in cima quindi staremo nell’ordine dell’ora. Quei chilometri in più che si faranno nel finale potrebbero giocare brutti scherzi sia alle gambe che alla testa. Quella tappa sarà anche una questione di nervi».

Inizia (con una vittoria) il sogno rosa di Longo Borghini

07.07.2024
4 min
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BRESCIA – A strappare la prima maglia rosa di questa edizione del Giro d’Italia Women è Elisa Longo Borghini. Le aspettative sono state rispettate, non senza qualche brivido visto il solo secondo di ritardo di Grace Brown. La Lidl-Trek piazza due atlete sul podio, dietro alle due già citate arriva l’australiana Brodie Chapman. Elisa Longo Borghini ha aspettato silenziosamente che tutte le atlete finissero la loro prova, visto che è stata una delle prime a prendere il via questa mattina. Un’attesa lunga che si scioglie in qualche lacrima di commozione a coronamento di un bel sogno che è solo all’inizio probabilmente. 

«In una cronometro – ha detto la neo maglia rosa in conferenza stampa – è abbastanza difficile capire come andranno le altre. Al primo intertempo dall’ammiraglia mi avevano detto di avere undici secondi su Kopecky, che sono diventati venticinque sul traguardo. Devo dire che quando Grace Brown ha tagliato il traguardo con quel colpo di reni, ma dietro di un solo secondo, ho detto: “ok ce la posso fare”. Poi è stata una lunga attesa fino alla fine».

Finalmente la maglia rosa

Il via del Giro d’Italia Women, il primo targato RCS Sport & Events, avviene da Piazza della Loggia. Nel centro della città, a cavallo tra la storia lontana e recente di Brescia, la più grande paura per le atlete arriva dal cielo. Le nuvole grigie scaricano qualche goccia nella mattinata, durante la ricognizione, ma danno tregua nel momento in cui la corsa prende ufficialmente il via. 

«Non ci si abitua mai – racconta – soprattutto se è una vittoria di questo calibro. Mai niente è scontato, devi sempre faticare per vincere. Dopo lo scorso anno questa maglia rosa sicuramente significa tanto e voglio ringraziare la mia squadra per il supporto. Ora andiamo avanti, la corsa è lunga ma abbiamo un piano per i prossimi giorni».

Alla domanda se dopo un secondo e un terzo posto questo possa essere l’anno giusto per portare la maglia rosa fino alla fine si concede un gesto di scaramanzia. «E’ un Giro lungo – analizza – che finisce a L’Aquila. Penso che sarà una bella settimana, ora non voglio pensare alla fine ma vivere giorno per giorno e fare del mio meglio ogni tappa. E’ anche bello approcciarsi ad una corsa in questa maniera perché mi permette di godermi questa benedetta maglia rosa». 

Di nuovo a cronometro

Longo Borghini si mette alle spalle la delusione di aver perso il titolo nazionale per una squalifica arrivata poco più di due settimane fa. Quella di Brescia è una cronometro che ha un sapore diverso, visto anche il solco scavato con le rivali per la classifica generale. La sconfitta di giornata è Lotte Kopecky, quinta sul traguardo, che paga 25 secondi nei 15,7 chilometri della prova odierna. Più di un secondo a chilometro. 

«Da qui alla fine il cammino sarà sicuramente lungo e in salita – spiega con una risata –  è vero le avversarie sono lontane. Però non bisogna mai abbassare la guardia, è un Giro d’Italia Women con tante frazioni che possono essere un tranello. Come detto la squadra qui è molto forte, per la Lidl-Trek non ci sono solamente io, ma c’è anche Gaia Realini

Le avversarie sono lontane, prima su tutte proprio Lotte Kpecky, ma il Giro è appena iniziato
Le avversarie sono lontane, prima su tutte proprio Lotte Kpecky, ma il Giro è appena iniziato

Sguardo a Parigi

Il percorso di questa seconda metà di stagione per Longo Borghini è iniziato con il Tour de Suisse, poi i campionati nazionali a cronometro e su strada. Da lì Elisa è andata in ritiro sul San Pellegrino sotto la guida del cittì Sangalli per preparare l’appuntamento olimpico.

«Da dopo il Giro, fino a Parigi – conclude – starò a casa tranquilla ad allenarmi. E’ stata una bellissima emozione essere convocata per la terza volta alle Olimpiadi. Oggi ci tenevo a fare bene, per dimostrare che a cronometro vado forte. E che a Parigi non partirò giusto per il gusto di farlo. La convocazione è anche un segnale del buon lavoro che abbiamo fatto insieme alla squadra. Siamo partiti da lontano, con tanto tempo passato nel velodromo e su strada ad allenarsi».

Giro Women al via, dove si deciderà? Rispondono i diesse

06.07.2024
8 min
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Con i 15,7 chilometri contro il tempo, scatta domani da Brescia il Giro d’Italia Women targato Rcs Sport. Dalla Lombardia all’Abruzzo, si snoderà un percorso, a detta di atleti e tecnici, dalla durezza crescente dalla prima all’ottava ed ultima tappa. A parte la crono iniziale ed un paio di occasioni per velociste, il terreno per attaccare o cercare gloria personale non mancherà.

Ma dove si deciderà il Giro Women? Chi punta alla maglia rosa finale de L’Aquila dovrà fare i conti con tanti metri di dislivello e noi abbiamo fatto un rapido sondaggio tra diversi diesse per capire il loro pensiero. Le risposte sembrano univoche indicando nel Blockhaus il giudice supremo della corsa, però per qualcuno ci possono essere dei punti di svolta alternativi da non sottovalutare. Ecco cosa ci hanno detto.

L’istantanea di Zini

Il primo a dare il proprio parere è Walter Zini, team manager della Bepink-Bongioanni, formazione sempre pronta ad animare le tappe e che cercherà di mettere in mostra i migliori talenti. Per il tecnico milanese non sarà solo la settima frazione l’ago della bilancia.

«Sicuramente la tappa del Blockhaus – analizza – sarà importante perché ha 3.600 metri di dislivello, ma credo che, un pezzetto oggi e un pezzetto domani, è facile che si possano già vedere delle differenze tra le donne di classifica nei giorni precedenti. Da lì si capirà chi non vincerà il Giro, così come penso che l’ultimo giorno potrebbero esserci delle “cotte”. In ogni caso bisognerà vedere chi sarà al via e di conseguenza capire che tattiche adotteranno le squadre più attrezzate.»

Per Zini le differenze dei valori in campo si vedranno anche nelle tappe intermedie prima delle ultime due tappe di alta montagna
Per Zini le differenze dei valori in campo si vedranno anche nelle tappe intermedie prima delle ultime due tappe di alta montagna

Visto da Lacquaniti

Anche Fortunato Lacquaniti, diesse della Ceratizit-WNT che quest’anno è sbarcata nel WorldTour, è dello stesso avviso, seppur con un spunto di discussione ulteriore. Per stessa ammissione del tecnico veneto, il team tedesco, che finora ha conquistato undici vittorie (le ultime tre al Thuringen Tour con Martina Fidanza e Alonso), al Giro vorrà incrementare il bottino puntando più ai successi parziali che alla generale.

«La doppia scalata Passo Lanciano-Blockhaus – spiega – sarà l’ultimo scontro qualora ci fossero ancora i giochi in sospeso, però per me ci arriveranno con posizioni già ben delineate. Le tappe intermedie, come ad esempio il primo arrivo in salita a Toano alla terza tappa e il giorno successivo a Urbino con un finale intenso, potrebbero già creare distacchi importanti. Dalla crono di Brescia avremo subito una indicazione dei valori in gara. E’ un Giro Women ben disegnato, che tuttavia potrebbe essere difficile da interpretare per diversi motivi. Oltre a vedere gli organici delle formazioni più forti, bisognerà vedere quali saranno gli obiettivi reali. Ci saranno atlete che correranno in funzione delle Olimpiadi e quindi queste strategie di preparazione potrebbero condizionare l’andamento della corsa

Per Lacquaniti il Giro Women è ben disegnato, ma difficile da interpretare per diversi motivi ed alcune strategie
Per Lacquaniti il Giro Women è ben disegnato, ma difficile da interpretare per diversi motivi ed alcune strategie

L’opinione di Fidanza

Sulla rilevanza del totem abruzzese nell’economia della gara si sbilancia Giovanni Fidanza. Per il team manager della Isolmant-Premac-Vittoria – che ha lanciato verso il WorldTour proprio l’abruzzese Gaia Realini, una delle favorite alla vittoria finale – tutto si giocherà alla penultima giornata.

«La crono di Brescia – commenta l’ex pro’ della Chateau d’Ax con cui vinse una tappa al Tour e al Giro – è molto tecnica e lo strappo del Castello può essere indigesto a qualche atleta. Così come la salita di Toano al terzo giorno potrebbe creare distacchi. Tuttavia le cosiddette tappe intermedie, come quella mossa di Chieti, secondo me saranno molto controllate. E’ per questo che penso che si deciderà tutto sul Blockhaus. Per tutte sarà lo sforzo massimo, tant’è che per me l’ultima tappa de L’Aquila, che è comunque molto dura, servirà solo per limare secondi o posizioni di rincalzo nella generale. Comunque tutte dovranno correre con molta attenzione sul piano tattico.»

Giovanni Fidanza prevede molto controllo nelle tappe intermedie, Blockhaus decisivo e nessun stravolgimento nell’ultima tappa
Giovanni Fidanza prevede molto controllo nelle tappe intermedie, Blockhaus decisivo e nessun stravolgimento nell’ultima tappa

La previsione di Bronzini

Ancora più sicura appare Giorgia Bronzini, diesse di una Human Powered Health che si presenta al Giro Women col morale alto per merito della vittoria nella generale di Edwards al Thuringen Tour e con l’obiettivo di curare la classifica con Malcotti.

«Vi rispondo velocemente – dice la piacentina col suo solito spirito intriso di grande conoscenza tattica – e senza troppe esitazioni. Il Blockhaus deciderà tutto. La salita è molto dura e le atlete avranno le visioni già al primo passaggio. Gli ultimi tre giorni sono impegnativi, ma tutto ruota attorno a quella tappa. Il Blockhaus penso che possa essere determinante per chi vorrà riscattare una brutta prova il giorno precedente. O viceversa possa essere la salita nella quale puoi prendere una sonora crisi che non puoi più rimediare il giorno dopo. Di certo le ragazze che puntano alla generale dovranno essere molto brave a gestire le energie, tenendo conto anche delle temperature alte che potrebbero esserci.»

Per Bronzini sarà fondamentale la gestione delle energie, ma il Giro Women sarà deciso dal Blockhaus
Per Bronzini sarà fondamentale la gestione delle energie, ma il Giro Women sarà deciso dal Blockhaus

Le impressioni di Busato

Sull’ammiraglia della Top Girls Fassa Bortolo restringono le contendenti ad un numero ridotto di corridori che si giocheranno tutto alla settima tappa. Se lo storico team manager Lucio Rigato è onorato di partecipare al suo ennesimo Giro femminile in trentadue anni di attività, sperando che la vincitrice sia la sua ex atleta Longo Borghini, il diesse Matteo Busato entra più nello specifico.

«Penso che la crono iniziale – afferma l’ex pro’ di Castelfranco Veneto – potrà dire chi sta bene e chi meno, ma non farà grandi distacchi. Il livello delle atlete più forti è molto alto e sanno preparare molto bene gare del genere. Il Giro è comunque duro anche nelle tappe che non tutti considerano. Ad esempio, la quarta che arriva ad Urbino ha un dislivello alto concentrato negli ultimi cinquanta chilometri. Queste tappe serviranno per fare selezione e per me alla tappa del Blockhaus ci si arriverà con la generale già definita o racchiusa a tre atlete, non di più

Secondo Busato la generale sarà già ristretta a tre atlete nei giorni precedenti all’arrivo del Blockhaus (foto Top Girls)
Secondo Busato la generale sarà già ristretta a tre atlete nei giorni precedenti all’arrivo del Blockhaus (foto Top Girls)

Il parere in casa UAE

La nostra rapida inchiesta termina bussando alla porta della UAE Team ADQ, dove ci risponde la general manager Cherie Pridham. La squadra degli Emirati Arabi Uniti si dividerà tra la generale con Magnaldi e i successi di tappa con Persico e Consonni, ma anche per la dirigente britannica esiste solo un punto chiave.

«Credo – sintetizza – che tutto si deciderà nella Lanciano-Blockhaus, la tappa regina della corsa con le salite più impegnative e con le quote più alte. Sarà una sfida fondamentale per i corridori dal punto di vista fisico, ma anche strategico poiché la salita avrà un impatto significativo sulla classifica generale. Arrivando al penultimo giorno di gara, ci sono poche possibilità di recupero o errori tattici. I distacchi che si apriranno su queste cime saranno decisivi.»

Fra una settimana conosceremo il verdetto emesso dal Blockhaus, però anche le altre tappe di questo Giro d’Italia Women promettono battaglia e spettacolo.

La strada di Persico per Parigi passa dal Giro d’Italia Women

03.07.2024
5 min
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Silvia Persico sta pedalando sulle strade di San Pellegrino, in altura, da oltre un mese. L’atleta della UAE Team ADQ è salita prima con la squadra, poi è andata al campionato italiano e infine è risalita in cima alla montagna con la nazionale (foto Maurizio Borserini in apertura). 

«Sono qui – racconta dopo il massaggio – dal 29 maggio. In una prima parte del ritiro sono stata con la squadra, il 18 giugno siamo scese per il campionato italiano. Dopo la corsa sono tornata al San Pellegrino il 25 giugno e rimarrò fino a giovedì. In questi giorni le mie compagne di allenamento sono Paladin, Cecchini e Longo Borghini. Diciamo che è un ritiro in vista dell’Olimpiade di Parigi, anche se le convocazioni ufficiali saranno il 5 luglio. Con la squadra ho lavorato tanto sul fondo, mentre con la nazionale abbiamo alzato i ritmi curando la qualità».

Le ragazze del UAE Team ADQ sono salite sul San Pellegrino il 29 maggio
Le ragazze del UAE Team ADQ sono salite sul San Pellegrino il 29 maggio

Ambizioni diverse

Un mese di allenamento è tanto tempo, soprattutto se a breve ci sarà il Giro d’Italia Women. Corsa passata nelle mani di RCS Sport dal 2024 e nella quale la scorsa stagione Persico colse un ottavo posto finale. 

«A dire il vero – continua – io l’altura la soffro un po’ vedremo come scenderò, ma sto lavorando bene. Il Giro sarà un bel trampolino di lancio verso Parigi, non andrò per curare la classifica ma per puntare alle tappe. Ora mi sto allenando da un mese con temperature di 20 gradi, mentre al Giro ci saranno tra i 10 e i 15 gradi centigradi in più. Dal Giro del 2023 ho imparato che è difficile curare la classifica per un’atleta come me.

«In salita mi difendo ma non sono una scalatrice pura come Realini o la Longo Borghini. Penso che la scalata del Blockhaus e la tappa seguente saranno davvero toste. Una frazione che mi intriga è quella di San Marino, anche se dovremo capire che cosa avranno in mente le ragazze di classifica. Noi come UAE Team ADQ saremo più incentrate sulle tappe, per cercare di portare a casa qualche successo singolo».

Lavori in corso

Il ciclismo moderno ha costretto, se così vogliamo dire, Silvia Persico a cercare di concentrare le proprie forze sulle corse che più si addicono alle sue caratteristiche. 

«Fino ad ora ho fatto solo 23 giorni di corsa – afferma Persico – anche se ho cominciato presto, a gennaio con due gare in Spagna. Poi sono andata al UAE Tour e infine diretta verso la campagna del Nord con Fiandre, Amstel e Liegi. Ho chiuso con la Vuelta Burgos, ma non ero al 100 per cento della condizione. Da lì, era il 19 maggio, ho staccato cinque giorni e sono venuta in ritiro. Da quel momento ho corso solamente il campionato italiano, era un percorso adatto a me ma non stavo benissimo. Quindi mi sono messa a disposizione della Gasparrini, è stata la cosa giusta da fare».

«Rispetto al 2023 ho cambiato un po’ i piani – riprende – innanzitutto perché ho un nuovo preparatore: Luca Zenti. Davide Arzeni non poteva più seguirmi così sono passata con lui. Abbiamo messo nel mirino la prima parte di stagione, eliminando il ciclocross in inverno e aumentando le ore in bici. Ho avuto una preparazione meno stressante e questo mi ha permesso di iniziare la stagione presto».

Mirino su Parigi

Scendere dall’altura appena due giorni prima del via del Giro d’Italia Women è un dato indicativo. Come detto anche da lei Silvia Persico non punta tutto sulla corsa rosa, ma ha nel mirino anche la gara a cinque cerchi. 

«In questo secondo ritiro abbiamo potuto parlare dell’Olimpiade – conclude Persico – della quale siamo andate a vedere il percorso proprio con il cittì Sangalli. Devo ammettere che mi piace molto, la prima parte in linea è abbastanza semplice, poi si entra nel circuito cittadino. Quello è davvero tosto, ci saranno da fare tre giri ed è un continuo salire e scendere e con tanti rilanci. Se il Giro dovesse andare come previsto uscirò con una buona gamba, cosa utile in vista della gara di Parigi. Sarà una giornata difficile da gestire ma è un appuntamento importantissimo».

EDITORIALE / Parità quasi raggiunta: i problemi sono già gli stessi

29.04.2024
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Serve una certa coerenza per essere italiani. E d’altra parte il ciclismo mondiale è organizzato secondo lo stesso standard, per cui era prevedibile che i nodi al pettine degli uomini arrivassero anche alle donne. Ed ecco qua che alla vigilia della scelta delle squadre per il Giro d’Italia Women, il movimento italiano è in fibrillazione. Il conto l’ha fatto di recente il cittì Sangalli.

«Al Giro correranno 22 squadre – ci ha detto al Gran Premio Liberazione – ci sono le 15 WorldTour, le 2 prime continental dell’anno scorso e poi altri 5 posti. Sicuramente il Giro d’Italia è una gara di livello altissimo e porteranno il meglio. La Federazione da anni cerca di tutelare le giovani che passano. Se non ci fossero le squadre continental italiane, tantissime ragazze che magari a 18 anni non sono ancora pronte, si perderebbero. Vanno tutelate, però i tempi cambiano e bisogna anche adeguarsi».

Il cittì Sangalli (qui con Barbara Guarischi) ha ben spiegato il delicato equilibrio fra i piccoli team italiani
Il cittì Sangalli (qui con Barbara Guarischi) ha ben spiegato il delicato equilibrio fra i piccoli team italiani

La frase di Bellino

Qualcuno resterà fuori. E dopo anni in cui erano tutti dentro, la scelta di RCS Sport (qualunque sarà) provocherà dei mal di pancia. Nel passaggio di mano, questo era un fattore di cui tenere conto. Alla presentazione del Giro Next Gen, Paolo Bellino ha ringraziato la Federazione per avergli permesso di unificare le tre organizzazioni e (a margine della gaffe passata inosservata) si è capito che il criterio di selezione sarà coerente fra i vari ambiti.

L’Italia delle donne, al pari di quella degli uomini, non ha squadre WorldTour. Il Team Corratec dovrà guardare il Giro d’Italia in televisione: se per le ragazze il tetto resterà a 22 squadre, due delle sette continental italiane rischiano di subire lo stesso destino

Lloyd, Ferguson e Cramer sul podio della Omloop Van Borsele juniores: Ferguson è già con il Movistar Team
Lloyd, Ferguson e Cramer sul podio della Omloop Van Borsele juniores: Ferguson è già con il Movistar Team

Il dominio degli squadroni

I malumori per l’eventuale esclusione dal Giro donne non avranno breve durata. La partecipazione alla corsa rosa è infatti (come per gli uomini) discriminante per alcune sponsorizzazione, ma il peggio deve ancora venire. Se l’UCI andrà avanti nel creare squadre professional anche fra le donne, che cosa ne sarà delle continental italiane?

Sangalli ha ragione. Queste squadre sono la sola garanzia di presenza sul territorio e di intercettazione del talento. Riusciranno a trovare le risorse per salire di livello? Riusciranno a fare fronte comune, unendosi e dando vita a gruppi più solidi? Sapranno rinunciare a qualche indivdualismo per fare fronte comune? Oppure, al pari delle continental maschili, si ritroveranno in una terra di nessuno con pochi soldi e alla mercé degli squadroni?

La prova di Nations’ Cup Juniores corsa dalla nazionale in Olanda, è stata dominata da ragazze già sotto contratto con team WorldTour. Qui non si tratta di fare gli uccelli del malaugurio, ma di pensare al futuro finché c’è ancora tempo per inventarsi qualcosa.

Gli juniores che partecipano alle Nations’ Cup sono il vertice, alla base si cerca la qualità (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Gli juniores che partecipano alle Nations’ Cup sono il vertice, alla base si cerca la qualità (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)

Le continental maschili

La situazione fra le continental maschili è piuttosto complessa. Come in ogni ambito dello sport, la differenza la fanno i soldi. Ci sono i devo team delle WorldTour che hanno vita relativamente facile. Le squadre di mezzo che all’estero ci vanno poco e vivono bene in Italia grazie al blasone delle conquiste passate. Infine le più piccole che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, per la carenza di sponsor e corridori, rastrellati dai team dei piani alti. A ciò si aggiunga la necessità di sottostare al sistema dei punti. Lo junior che sale in una continental U23 deve averne almeno 10: una simile dote al Sud si può mettere insieme partecipando a corse prive di grossa concorrenza o a gare di cross di fine stagione. In questo modo, ragazzi di talento, che invece corrono al Nord e quindi fanno meno punti, rischiano di restare senza squadra.

Se fra le donne si dovesse imboccare la stessa china, forse certe squadre non avrebbero la storicità e la solidità per andare avanti ugualmente. A meno che non si intervenga a livello federale con un progetto che in un solo colpo tuteli o provi a tutelare le continental maschili e le femminili. Occorre mettere mano al calendario e crearne uno riservato che permetta lo svolgimento di un’attività nazionale di base. Senza i costi troppo ingenti di un programma internazionale che sarebbe a quel punto appannaggio delle vere continental, delle professional e semmai della nazionale. Per farlo serve avere una visione e ci spiace prendere nota del fatto che al momento l’attuale gestione e per molti aspetti anche la precedente ne siano state prive.

Chiara Consonni, qui con Augusto Onori, è appena entrata nelle Fiamme Azzurre: dovrà rinunciare?
Chiara Consonni, qui con Augusto Onori, è appena entrata nelle Fiamme Azzurre: dovrà rinunciare?

I corpi militari

Infine, ad arricchire il quadro, c’è l’imminente scadenza della convenzione voluta e rinnovata dall’ex presidente Di Rocco fra i corpi militari e la Federazione. Già alcune ragazze nel corso degli ultimi due anni sono uscite preferendo la via del professionismo. Altre ne fanno ancora parte e la fine della convenzione renderà insostenibile la loro posizione. Mentre non dovrebbero esserci problemi per gli atleti specialisti, l’avvento del professionismo femminile (in Italia per ora è stato riconosciuto quello del calcio) promette di dare un’ulteriore svolta.

Perché abbiamo iniziato parlando di coerenza? Perché si continua a vivere di rattoppi, secondo lo stile italiano, senza il coraggio di attuare vere riforme, ma cercando di accontentare tutti con rimedi posticci più simili a palliativi. E intanto all’estero crescono e si prendono i nostri spazi. L’innalzamento del livello rende meno efficaci le soluzioni posticce: chiunque vorrà candidarsi alle prossime elezioni federali sappia ciò che l’attende. Finora s’è tirato a campare, ma più passa il tempo e meno questo sarà possibile.

Cavalli e le distanze crescenti, una tendenza che piace

15.01.2024
6 min
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Il trending topic femminile dell’inverno è stato senza dubbio il “lungo”. Le tante ore di bici in funzione delle distanze sempre maggiori delle gare hanno quasi monopolizzato le sessioni di allenamento di tante atlete. In questo senso Marta Cavalli sta lavorando sodo, anche se per lei non è stato un cambiamento così grande rispetto a prima.

I tanti chilometri da fare durante la preparazione e in gara non hanno mai spaventato la 25enne cremonese della Fdj-Suez. Anzi, forse per un’atleta con le sue caratteristiche, le distanze crescenti sembrano essere il giusto sfogo. Dopo quelle del cittì Paolo Sangalli, abbiamo sentito le impressioni di Cavalli. Grazie al suo occhio attento abbiamo approfondito l’argomento.

Al Tour Femmes il vento potrebbe condizionare tappe, tattiche di corsa e anche la classifica generale
Al Tour Femmes il vento potrebbe condizionare tappe, tattiche di corsa e anche la classifica generale
Marta in questi mesi anche tu hai ulteriormente intensificato gli allenamenti?

Sì, certo, anche se già in passato io facevo tante ore di bici. Adesso abbiamo dosato i blocchi di lavoro in periodi diversi. Ho sfruttato il ritiro di dicembre per mettere una prima base. Poi visto che pedalare al caldo è davvero una buona cosa e a casa mia è difficile trovare un bel clima, ho fatto una settimana di allenamenti vicino a Sanremo come faccio tutti gli anni. Ora farò questa settimana a casa abbassando l’intensità, facendo magari simulazioni brevi poi torneremo a Calpe dal 20 al 30 gennaio. Per me l’inizio delle gare sarà alla Volta Valenciana a metà febbraio.

Su cosa hai lavorato nella Riviera Ligure?

In pratica ho diviso la settimana in due. Quattro giorni di lavori specifici con uscite al massimo di quattro/quattro ore e mezzo. Negli altri tre giorni ho curato di più l’aspetto endurance ed il dislivello. Una volta sono riuscita a fare sei ore e venti, un’altra volta invece mentre facevo il Poggio in modo regolare, sono stata letteralmente sverniciata a tripla velocità (sorride, ndr) dal gruppo velocisti della Lidl-Trek che stavano provando una situazione di gara.

Sangalli ci ha detto che in queste lunghe uscite bisogna saper allenare anche la mente. Condividi?

Assolutamente sì. A dicembre prendo le ore in bici con tranquillità, spesso togliendo il computerino e quasi sempre andando a scoprire nuove strade su cui poi tornare più avanti per fare dei lavori mirati. Si fa presto quindi a stare fuori tanto. A gennaio invece, con l’avvicinarsi delle gare, tendo di più ad immaginarmi in gara. Tuttavia cerco di dosare le energie senza farmi prendere dall’euforia qualora trovassi il vento a favore.

Quattro vittorie nel 2023 per Cavalli (qui ad Hautacam) che quest’anno vuole riscattarsi nelle gare più importanti (foto Fdj-Suez)
Quattro vittorie nel 2023 per Cavalli (qui ad Hautacam) che quest’anno vuole riscattarsi nelle gare più importanti (foto Fdj-Suez)
Quindi sarai d’accordo col cittì anche sul fatto di fronteggiare certe situazioni con più ore di gara…

Ha ragione Paolo. Non mi dispiace questa nuova tendenza con gare molto più lunghe. Così come per le volate, c’è tanta differenza anche in salita se la affronti con una o due ore in più di gara. Prima accennavo a simulazioni perché mi piace sempre inserire salite nel finale di allenamento per abituarmi a certi ritmi e vedere come le affronto. Talvolta mi capita di fare una sorta di piccolo circuito attorno ad un paio di salite per capire come le faccio la prima e la seconda volta. Sono tutti test necessari per farsi trovare pronte in gare sempre più lunghe.

Con le crescenti distanze si vedranno gare diverse?

Penso proprio di sì. Già al Tour dell’anno scorso abbiamo visto come sia stata approcciata la tappa più lunga. Spazio alla fuga che poi è arrivata fino in fondo, sulla falsariga delle tattiche maschili. In corsa si avverte come un senso di destabilizzazione, però dalle ammiraglie giungono direttive precise. Poi credo che si assisterà a gare diverse perché quest’anno le squadre nei giri a tappe avranno sette atlete anziché sei, quindi vedremo ulteriori stravolgimento. Infine ci sarà un altro aspetto da tenere in considerazione.

Quale?

Concordo con ciò che diceva Sangalli. In gruppo non ci sarà più Van Vleuten, che ha sempre corso con lo spirito della cannibale. Senza di lei cambierà tutto e potrebbe esserci tanto tatticismo. Sicuramente non ci sarà più nulla di scontato, sarà tutto più incerto e quindi anche tutto più bello da vedere. Si rimescoleranno le carte. Magari sulle salite più importanti tutte si guarderanno e poi l’attacco decisivo potrebbe arrivare in altri punti, meno indicati sulla carta.

I percorsi di Giro Women e Tour Femmes prevedono alcune frazioni molto lunghe. Sarà così anche alla Vuelta?
I percorsi di Giro Women e Tour Femmes prevedono alcune frazioni molto lunghe. Sarà così anche alla Vuelta?
Secondo te potremmo assistere ad una gara nella gara nei grandi giri a tappe?

Sì, ma con qualche riserva. Ogni squadra potrebbe presentarsi al via con due capitane, una velocista ed una che va forte a crono. Le altre sarebbero scalatrici, di cui una forte, quasi una mezza punta. Qualcuna di loro potrebbe uscire di classifica quasi subito per poi essere un punto di appoggio nelle frazioni decisive quando verranno mandate in avanscoperta. Queste circostanze potrebbe verificarsi, però…

Cosa?

Nelle nostre gare finora quando c’è bagarre tutte le capitane sono davanti e danno il tutto per tutto. Se inizieremo a gestire come succede nelle gare maschili, allora a quel punto potrebbe esserci la famosa corsa nella corsa. Davanti quella per la tappe e dietro quella per la generale.

Questo cambiamento si vedrà anche nelle classiche?

Secondo me no. Nelle gare di un giorno sai sempre qual è il punto decisivo. Al Fiandre o alla Liegi si sa dove potrebbe esserci la differenza. Così come alla Strade Bianche che si attacca quasi sempre da lontano. Nelle corse a tappe invece ci sono più variabili. Devi fare i conti con i giorni precedenti, col recupero, le sorprese, il meteo variabile e cosi via.

In inverno Cavalli lavora a fondo al caldo, mentre a casa complice temperature più basse cala l’intensità (foto Fdj-Suez)
In inverno Cavalli lavora a fondo al caldo, mentre a casa complice temperature più basse cala l’intensità (foto Fdj-Suez)
Cosa intendi per sorprese?

Vi faccio un esempio. Mi posso immaginare un Tour nel quale tante atlete partono forte e poi hanno un calo fisiologico. Magari arrivano da Giro Women e Olimpiade con una buona condizione, ma in calando. Considerate che al Tour Femmes si inizierà con tappe ventose in Olanda, poi arriveranno giorni sulle Alpi da mettersi le mani nei capelli (sorride, ndr).

Marta Cavalli è pronta per la sua stagione?

Innanzitutto spero proprio di riscattare un 2023 un po’ sottotono nonostante non siano mancate alcune vittorie. Il mio calendario è quasi fatto fino alle Ardenne. A maggio poi dovrei fare qualche gara a tappe spagnola come ripresa dal periodo di stacco. I percorsi del Giro e del Tour sono belli e duri. Da italiana il Giro Women ha un valore eccezionale per me, però la mia squadra è francese, quindi è giusto valutare bene cosa fare e come. Nel mezzo dovremo conoscere anche il percorso delle Olimpiadi per capire se potrei essere adatta e focalizzarmi anche su quell’obiettivo. La seconda parte di stagione verrà poi di conseguenza a tutto ciò.

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