Drone Hopper non paga, la strada di Savio è in salita

06.10.2022
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Savio risponde dopo qualche squillo. Racconta di aver concluso una seduta di fisioterapia, dopo l’intervento all’anca, fatto finalmente dopo mesi camminando male e dolorosamente. Spiega che ora cammina bene e riesce anche a fare qualche passo di corsa, ma il tono muscolare va ricostruito. Tuttavia, quel che il ciclismo si sta chiedendo è se la sua squadra, la Drone Hopper-Androni, avrà un futuro o la storia si fermerà a fine 2022. Fra le voci circolate nell’ambiente, c’è anche quella per cui lo sponsor spagnolo potrebbe entrare nel ciclismo femminile accanto a un team italiano. E al sentirlo, Savio prima resta in silenzio, poi quasi scoppia a ridere.

«Che facciano un team femminile – dice – lo escludo proprio a priori. La questione sta in questi termini. Noi abbiamo un contratto con la Drone Hopper, regolarmente depositato all’UCI per quattro anni. La Drone Hopper è una startup, però ha presentato tutte le documentazioni necessarie. Insomma, il revisore dei conti dell’UCI è abbastanza rigoroso e quindi se abbiamo ricevuto la licenza quest’anno è perché tutti i documenti erano a posto. Ma c’è stata un po’ di leggerezza da parte loro. Credevano che questo progetto, che pure a detta dei tecnici dei droni è molto interessante, potesse decollare subito. Invece così non è stato e si trovano in difficoltà economiche. Ci sono stati ritardi nei pagamenti ai quali io e Marco Bellini abbiamo supplito, cercando altre risorse che abbiamo trovato».

Savio alle prese con una delle situazioni più difficili della sua storia di manager
Savio alle prese con una delle situazioni più difficili della sua storia di manager
Come avete fatto?

E’ stato determinante ancora una volta l’apporto del signor Sidermec, di Pino Buda. E’ stato lui che in questo periodo ci ha tirati fuori da una situazione che poteva anche essere problematica, perché l’esborso del primo nome è notevole. E capite che se comincia a essere in ritardo di uno, due e poi tre mesi la situazione diventa allarmante. Per quest’anno l’abbiamo risolta, però né io né Marco Bellini abbiamo intenzione di passare un’altra stagione come questa.

Quindi?

Quindi, nonostante il contratto della Drone Hopper depositato all’UCI, non abbiamo ancora fatto la richiesta di affiliazione. Per farla dobbiamo avere delle garanzie precise, ma intanto a giugno abbiamo fatto una videochiamata, dicendo a tutti quale fosse la situazione. Abbiamo fatto presente che erano tutti liberi di accasarsi in un’altra squadra. Ai giovani, per i quali abbiamo il contratto biennale, abbiamo detto che ci avremmo pensato noi.

Tesfatsion aveva già firmato con la Trek-Segafredo, Cepeda è già alla EF Edication
Tesfatsion aveva già firmato con la Trek-Segafredo, Cepeda è già alla EF Edication
Sembra l’ultimo atto della storia…

Lo abbiamo fatto nel caso in cui non potessimo continuare. Ma almeno nessuno domani potrà dire di aver perso una possibilità di lavoro perché Savio e Bellini non hanno detto come stavano le cose. Due mesi fa, abbiamo detto che non sappiamo se potremo continuare. Non dipende da noi, ma dalla Drone Hopper.

Qual e la situazione adesso? State cercando altri sponsor?

Ma scherzate? Abbiamo iniziato e stiamo continuando. Quelli di Drone Hopper sono brave persone, solo che a mio avviso sono stati troppo leggeri. Peraltro sono stati loro a interpellarmi. Abbiamo anche la fideiussione, ma non andiamo ad accollarci un rischio del genere. In questo momento lì stiamo sostenendo in tutto e per tutto, ma è ovvio che ci siamo mossi in altre direzioni. Ci sono trattative aperte. Reperire sponsor non è mai stato facile, ma vi assicuro per le esperienze che ho, che in questo momento è ancora più difficile, per tutte le problematiche che conosciamo. Per i costi dell’energia, l’economia, la guerra…

Giovanni Ellena (a sinistra) con Alessandro Spezialetti, entrambi diesse della Drone Hopper
Giovanni Ellena (a sinistra) con Alessandro Spezialetti, entrambi diesse della Drone Hopper
Sappiamo che Tesfatsion andrà alla Trek, altri si sono sistemati altrove?

Il passaggio di “Natalino” alla Trek è precedente. Chiaramente, per reperire le risorse e pagare tutti, abbiamo dovuto fare dei sacrifici. Abbiamo dovuto anche cedere i contratti di Jefferson Cepeda e Andrea Piccolo (passati entrambi alla Ef Education, ndr). Per questo Piccolo è rimasto con noi così poco. Con lui ho un ottimo rapporto, non è il ragazzo che mi avevano descritto. A Getxo è arrivato secondo e mi ha mandato un messaggio, dicendo: «Guarda, mi spiace perché avrei davvero voluto vincere con la vostra maglia e non mi è riuscito. Però ti voglio ringraziare perché se posso riprendere di nuovo a un certo livello è grazie a voi».

In che modo cedere Cepeda e Piccolo vi è stato di aiuto?

Il premio di valorizzazione, ricordate che ne abbiamo già parlato? Una clausola per cui se il corridore che ha il contratto con noi riceve l’offerta di una WorldTour può svincolarsi con il pagamento di una quota tramite la quale la nuova squadra ci riconosce l’averlo scoperto e valorizzato (anche il Team Sky ad esempio pagò per Egan Bernal, ndr). Non è intendersi come una penale perché penale non è, ma grazie a quegli importi, siamo riusciti a pagare le mensilità di fine mese.

Il passaggio di Piccolo dalla Drone Hopper alla EF ha permesso a Savio di pagare parte degli stipendi
Il passaggio di Piccolo dalla Drone Hopper alla EF ha permesso a Savio di pagare parte degli stipendi
Qual è la situazione attuale?

Siamo in attesa di risposte, dell’evolversi dei fatti. Non abbiamo assolutamente intenzione di chiudere, vogliamo continuare, ma lo faremo solo con delle garanzie. A parte Natalino, Cepeda e Piccolo, che io sappia nessuno si è ancora accasato fuori. C’è da dire che anche per i corridori non è un momento facile di mercato, non è assolutamente facile.

Vi siete dati una scadenza?

Non vale la pena darsi un termine, perché il termine arriva da solo, a novembre i giochi sono chiusi. Proprio per le difficoltà che ci sono state negli ultimi anni, sotto questo profilo l’UCI ha allentato un po’ le maglie. Nel senso che pagando ovviamente una penale, in questo caso è giusto chiamarla così, ci si può iscrivere oltre i limiti di regolamento.

Pino Buda, 82 anni, è il titolare della Sidermc. Qui con Bernal nel 2017
Pino Buda, 82 anni, è il titolare della Sidermc. Qui con Bernal nel 2017
In che modo potreste coinvolgere gli sponsor storici?

Pino Buda lo ringrazio di cuore e ci tengo che si sappia. Oggi la nostra squadra esiste ancora, grazie a Pino “Salvatore” Buda. Non è la prima volta che interviene e non possiamo chiedergli di farlo anche per il prossimo anno. Pino ci sarà sempre, ma dipenderà dalla dimensione della squadra e dalle problematiche della sua attività. Invece non ci sarà più Androni come secondo nome. Gli altri, gli sponsor un po’ storici come ad esempio Lauretana e Trecolli, continueranno. Ma una squadra devi edificarla dalle fondamenta, quindi prima devi avere la base

Manca il primo nome, insomma…

Come biciclette avevamo Bottecchia, che però ha avuto questo grave problema (un vasto incendio che il 25 settembre ne ha devastato la sede, ndr). Però le biciclette non sono un problema, avremmo delle alternative, quindi il problema principale è il primo sponsor, perché di lì nasce il resto. Insomma, Drone Hopper ci ha messo in una difficoltà non da poco. Io ci credo, noi siamo abituati a lottare, l’ho sempre fatto. E quindi essendo un’ottimista di natura, penso che in qualche modo continueremo. Vedremo in che modo… 

Piccolo (già) saluta la Drone Hopper. La EF lo aspetta

01.08.2022
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Poco più di un mese. E’ la permanenza di Andrea Piccolo alla Drone Hopper-Androni. Le voci di qualche giorno fa che lo davano verso la EF Education-EasyPost sono vere e da oggi, primo agosto, con il ciclomercato aperto, il trasferimento è possibile.

Giovanni Ellena, direttore sportivo di lungo corso e pietra miliare del gruppo di Gianni Savio e Marco Bellini, e Savio stesso ci confermano che questo addio è ufficiale: da oggi Andrea Piccolo è del team americano.

Campionato italiano 2022, Piccolo rientra alle gare dopo quasi 5 mesi di stop ed è subito quarto (foto Drone Hopper/Sirotti)
Campionato italiano 2022, Piccolo rientra alle gare dopo quasi 5 mesi di stop ed è subito quarto (foto Drone Hopper/Sirotti)

Terza squadra del 2022

Piccolo era finito nel ginepraio della Gazprom-RusVelo. Una corsa ad inizio anno e poi nulla più. Nulla più fino al 26 giugno, quando 36 ore dopo aver avuto il via libera per passare alla Drone Hopper-Androni ce lo eravamo ritrovati al Alberobello, dove aveva ottenuto un eccellente quarto posto.

Di fatto si tratta del terzo cambio di maglia nella stessa stagione (la quarta se si considerano i 12 mesi, visto che la scorsa estate era ancora all’Astana). Ma i motivi stavolta sono buoni, di certo migliori della volta precedente. Si tratta di motivi sportivi, di prestazioni e non di una guerra, quella russo-ucraina, che tra l’altro ha ben poco a che fare con il ciclismo.

Tutto è avvenuto in modo estremamente veloce. Tutto è avvenuto nella seconda metà di luglio. Con il corridore quasi colto di sorpresa. Evidentemente gli uffici del suo procuratore Giuseppe Acquadro, che ha capito la forza dell’atleta, hanno fatto effetto.

«Marco Bellini ed io – dice Savio – prendemmo la decisione di accogliere Andrea Piccolo. Le info su di lui non erano ottime, ma gli abbiamo voluto dare fiducia. Ho avuto modo di conoscere questo ragazzo e devo dire che ho stretto un ottimo rapporto con lui. Oltre che un ottimo atleta, ho trovato un ragazzo che si è impegnato al massimo. Un ragazzo educato, intelligente e sensibile. Proprio l’altro ieri alla vigilia del Circuito de Getxo mi ha scritto: “Gianni domani è l’ultima gara con la tua maglia, sto bene e voglio davvero fare bene per voi”.

«Vi dico adesso, in tempi non sospetti, che Andrea Piccolo diventerà un grande corridore. E’ un talento».

Piccolo (classe 2001) passerà alla EF Education-EasyPost. Con la Gazprom aveva corso solo la Valenciana
Piccolo (classe 2001) passerà alla EF Education-EasyPost. Con la Gazprom aveva corso solo la Valenciana

In un attimo…

«La questione è nata strada facendo e in tempi ristretti – dice Ellena – quando per esempio qualche tempo fa feci quell’intervista con voi su Piccolo, non si sapeva proprio nulla del suo trasferimento.

«Ti contatta una WorldTour e cosa dici al ragazzo, di non andare? Impossibile. Di là avrà più soldi, più stabilità in merito ai calendari e sul futuro, con contratti di due o tre anni… Magari ci si chiede come mai, gli altri non ci avessero pensato prima. E noi lo abbiamo cercato quando tutti se lo erano dimenticato». 

«Io – riprende Ellena – sono andato a trovarlo nel ritiro a Cervinia. Vedevo che parlando del 2023 abbassava un po’ lo sguardo e così gli ho chiesto cosa ci fosse. E lui: “Non so come dirtelo, ma sono stato contattato dalla EF”. In quel momento però non c’era ancora nulla di certo».

Il lombardo ieri è arrivato 2° al Circuito de Getxo battuto da Ayuso. Andrea era in rimonta
Il lombardo ieri è arrivato 2° al Circuito de Getxo battuto da Ayuso. Andrea era in rimonta

Il premio per il team

La speranza almeno per la Drone Hopper-Androni, come accade nel calcio, è che almeno questo passaggio si possa monetizzare e che possa aiutare il team ad andare avanti. Come di fatto accadde con Bernal.

«Certo che qualcosina abbiamo monetizzato – chiarisce Savio – e non c’è nulla di scandaloso. Sciocco chi pensa il contrario. Scandaloso è se io monetizzo e magari da mesi non pago gli atleti, ma così non è.

«Si è parlato e si parla tuttora di penali, io parlo invece di “premio di valorizzazione dell’atleta”. Penale, lo dice il vocabolario della lingua italiana, penalizza qualcuno. Prendendo il caso Bernal, nessuno è stato penalizzato. Il corridore andò a guadagnare esattamente il triplo, noi ricevemmo un compenso e la Sky si ritrovò un giovane corridore che l’anno dopo vinse il Tour.

«Quindi sì: abbiamo ricevuto un piccolo riconoscimento economico anche per Piccolo e, aggiungo, per Cepeda che lo seguirà in EF (è il delfino e amico di Carapaz, anche lui verso il team americano, ndr). Chiaramente si parla di cifre ben più basse rispetto al caso Bernal: sia perché Andrea era in scadenza a fine anno, sia perché comunque aveva risultati minori. Insomma c’è una serie di parametri da valutare».

«Poi è chiaro: avrei tenuto con piacere Piccolo un altro anno per rilanciarlo definitivamente. Mi sarebbe piaciuto almeno finire la stagione e vincere con lui qualche corsa del calendario italiano. Ma ripeto, come si fa a trattenerlo di fronte a compensi decisamente migliori e calendari che lo porteranno a confrontarsi con i più grandi corridori? Noi siamo la professional che ha lanciato più corridori nel WorldTour: nove in quattro anni».

Ellena ha sottolineato le qualità di Piccolo anche in allenamento. Qui a Cervinia (foto Instagram)
Ellena ha sottolineato le qualità di Piccolo anche in allenamento. Qui a Cervinia (foto Instagram)

Piccolo: talento e lavoro

Ellena ha lavorato poco tempo con Piccolo, ma il rapporto era già buono anche con il diesse. Casualità noi stessi vedemmo Piccolo ed Ellena al Giro della Valle d’Aosta, quando la corsa arrivò a Cervinia. 

Piccolo passò sotto il traguardo un quarto d’ora prima dell’arrivo della corsa ed Ellena lo incrociammo al mattino. Giovanni era lassù per dare un occhio alle giovani leve e per seguire i suoi ragazzi, tra cui appunto Andrea, che stavano facendo l’altura.

«Non ci aspettavamo questa svolta improvvisa – dice Ellena – ma faccio in bocca al lupo al ragazzo. Mi dispiace non averlo diretto in corsa… 

«Da quel che mi dicono i colleghi, Cheula e Spezialetti, che lo hanno avuto tra l’italiano, Sibiu e Getxo, Andrea è un bravissimo ragazzo. Io l’ho seguito in allenamento proprio in quei giorni a Cervinia. Sono rimasto davvero stupito quando l’ho visto salire in quel modo sul Saint Pantaleon. Non tanto per i watt che controllavo dalla macchina (altissimi), ma per come andava veloce, per la sua cadenza, la sua pedalata. A quel ritmo uno normale sarebbe stato a tutta, lui quasi non sudava. Andava su come una Pasqua!

«Ti accorgi subito di avere di fronte un certo tipo di corridore. E infatti quella sera chiamando Bellini gli dissi: “Questo è un fenomeno”. E poi si vede da come si muove in gruppo, da come legge la corsa».

Bellini: tutti bravi a fare gli squadroni con certi budget

19.07.2022
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Negli anni in cui il calcio era più genuino di adesso, tra i ’70 e gli ’80, le squadre italiane avevano padroni italiani. Alla RAI c’era una trasmissione chiamata Il Processo del Lunedì, creata e condotta da Aldo Biscardi, in cui quasi ogni settimana avvenivano duelli divertiti ma convinti fra il presidente della piccola Ascoli Calcio – Costantino Rozzi – e quelli di club ben più grandi. Fra questi, l’avvocato “Peppino” Prisco vicepresidente dell’Inter era uno dei più sanguigni. Il nodo del dibattere era quanto fosse facile lottare per lo scudetto con i budget miliardari a sua disposizione e quanto fosse complicato inseguire la salvezza disponendo di risorse decisamente più basse. Alla fine, anche i grandi dovevano convenire sul fatto che il vulcanico marchigiano avesse ragione.

Parlando ieri con Marco Bellini, che assieme a Gianni Savio manda avanti con dignità la Drone Hopper-Androni, sono tornati alla memoria alcuni di quei passaggi infuocati, vissuti con il patriottismo dei ragazzini fedeli alla bandiera (in apertura, i due sono con Scarponi al Giro d’Italia 2009 a Roma). Per cui, in questo momento della stagione in cui le grandi squadre WorldTour fanno mercato, che cosa succede nelle più piccole? E come si fa a restare a galla in un ciclismo votato ai grandi sponsor dai budget illimitati, in cui la stessa autorità sportiva fa di tutto per emarginare gli altri?

Il 1994 è stato l’ultimo anno da dilettante di Bellini (qui ai mondiali di Sicilia). Correva con la Brunero di Damilano
Il 1994 è stato l’ultimo anno da dilettante di Bellini (qui ai mondiali di Sicilia). Correva con la Brunero di Damilano

Cinque anni da pro’

Bellini è nato nel 1969. E’ stato professionista come suo padre prima di lui dal 1995 al 1999 e ha vissuto sulla sua pelle l’avvento del WorldTour per come è inteso oggi. Prima come direttore sportivo e adesso come manager. Nel resto del tempo dirige la sua azienda agricola, la Prevostura in provincia di Biella, in cui produce vini e organizza eventi.

«Che cosa si fa in questa fase di mercato – riflette – dipende da che squadra hai. Noi vogliamo fare da anni il salto di qualità, per arrivare al livello delle professional francesi, che sono un riferimento. Ma il mercato che puoi fare dipende dal budget a disposizione. I corridori buoni hanno ambizione WorldTour oppure puntano a ottimi contratti e a quel punto dipende dalla disponibilità. Per cui una squadra come la nostra non fa che sondare quali siano i giovani di talento e confermare quelli che già ci sono e hanno reso al meglio. E poi si va a ripescare le scommesse, come abbiamo già fatto in passato. Cercando però di investire sulla scommessa giusta e non sugli azzardi. Piccolo è una di queste».

Piccolo è arrivato in squadra con una cattiveria tutta sua dopo due anni neri (foto Drone Hopper/Sirotti)
Piccolo è arrivato in squadra con una cattiveria tutta sua dopo due anni neri (foto Drone Hopper/Sirotti)
Le scommesse, come le chiami, di solito hanno voglia di dimostrare? Pensiamo negli anni scorsi a Scarponi e Cattaneo e ora Piccolo…

La fame sportiva è importante nell’aspetto psicologico dell’atleta. Con Piccolo abbiamo fatto poco in questo senso, perché è arrivato con la cattiveria di due anni in cui ha sofferto e per vari motivi non è riuscito a correre. Una cattiveria tutta sua. Invece per quanto riguarda i giovani, vedo che gli stranieri sono spesso più determinati dei nostri, che sono abituati sempre bene. Bisognerebbe portarli un po’ più spesso all’estero e smettere di farli sentire dei fenomeni. Tanti giovani italiani puntano al WorldTour, ma non è detto che ne abbiano il livello.

Essere stato corridore ti è utile?

Per quel che riguarda la scelta degli atleti e il modo di parlarci, senza dubbio. Per la consapevolezza e cosa puoi ottenere. Per il resto, non più di tanto. Se il problema è la difficoltà di budget, devi fare i conti in modo obiettivo. Non è detto che tu non possa avere buoni corridori, ma il ciclismo è tanto cambiato.

Gabriele Benedetti è stato tricolore U23 nel 2021: finora fermo per un problema al ginocchio
Gabriele Benedetti è stato tricolore U23 nel 2021: finora fermo per un problema al ginocchio
Che cosa pensi della scelta della Bardiani di creare un team U23?

Non mi sento di giudicarli. Avranno pensato che serva e visto che hanno la struttura e un tecnico come Rossato, lo hanno fatto. Di sicuro comporta un dispendio di energie e risorse. In piccolo è quello che stanno facendo le squadre WorldTour. La filosofia è giusta, se hanno budget e uomini per farlo.

Drone Hopper cresce come si è detto all’inizio?

Drone Hopper sta facendo quello che ha garantito. Sapevamo che si tratta di una start up, che ha firmato un buon contratto al livello del primo nome in una squadra professional. Non ci siamo mai illusi, come si è scritto da qualche parte, che fosse il grande sponsor della svolta. Bisogna vedere come crescono nell’ambito dei droni e dell’industria aerospaziale. Ma di certo il suo presidente Pablo Flores crede nel ciclismo come veicolo promozionale. Bisogna aspettare che decollino davvero.

Per Umba 21 giorni di corsa nel 2022. Lo scorso anno primo a la Planche des Belles Filles al Tour of Alsace
Per Umba 21 giorni di corsa. Lo scorso anno 1° a la Planche des Belles Filles al Tour of Alsace
Come va con Savio, che coppia siete?

Lavoro con lui da vent’anni, prima come tecnico e poi nella stessa società. Siamo totalmente complementari. Lui si occupa di comunicazione, io della parte burocratica. Non abbiamo mai litigato, ma per contro ci diciamo sempre le cose in modo diretto e non nego che qualche confronto a volte ci sia.

Sappiamo di Piccolo e Ciuccarelli, su quali altri nomi vi state muovendo?

Piccolo non ha il contratto per il 2023, solo per quest’anno. E poi, visto che abbiamo in ballo trattative con due grandi aziende, dobbiamo aspettare ancora un po’ per sapere esattamente a quanto ammontino le risorse e se il budget crescerà. Se potremo puntare su corridori che diano delle semi-garanzie, lo faremo. Altrimenti ci orienteremo sui 4-5 giovani che abbiamo già individuato.

Ciuccarelli, marchigiano classe 2000, è il primo acquisto 2023 per la Drone Hopper-Androni
Ciuccarelli, marchigiano classe 2000, è il primo acquisto 2023 per la Drone Hopper-Androni
C’è anche qualcuno da recuperare, no?

Benedetti, cui teniamo molto. Il fatto che potesse correre quest’anno serviva per dargli una buona base per il prossimo. Poi Umba, Grosu che ha avuto un Covid molto lungo e Restrepo che andava fortissimo, ma si è fratturato al Giro di Grecia.

Bici Bottecchia per il 2023 o si cambia?

Si doveva cambiare nel 2022 passando a Dynatek, ma non c’era abbastanza materiale e bisogna ringraziare Bottecchia che ci ha salvato. E ora che sono stati acquisiti da Fantic, abbiamo già avuto un incontro per capire se si riuscirà a proseguire con loro, visto che ci siamo trovati molto bene. E adesso scusate, ma ho una videoconferenza con l’UCI.

Bottecchia è stata acquisita da Fantic: si sta trattando per proseguire con la sponsorizzazione (nella foto, Bais)
Bottecchia è stata acquisita da Fantic: si tratta per proseguire insieme (nella foto, Bais)
Per parlare di cosa?

Hanno cambiato i revisori dei conti e prima di passare alla fase di registrazione, stanno facendo incontri con tutti per illustrare i nuovi termini e le scadenze. Spiegano tutto punto per punto. E dato che mi occupo anche di questo, adesso metto su la cuffia e per un’oretta non ci sono per nessuno…

Ciuccarelli ringrazia, prende le misure e ora vuole passare

02.07.2022
4 min
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Vi abbiamo raccontato pochi giorni fa del motivo che aveva spinto Savio ed Ellena a prendere Riccardo Ciuccarelli (foto Instagram di apertura). Appena ci si è presentata l’occasione abbiamo interpellato il diretto interessato, ed ecco le parole del giovane scalatore della Biesse Carrera.

«E’ stata un’intervista a sorpresa – sorride – ho letto le loro parole sul vostro sito il pomeriggio stesso. Sono sicuramente delle belle emozioni, sono frasi che a primo impatto mi danno tanta fiducia per quella che sarà la mia prima stagione da professionista».

Ciuccareli (il secondo da destra) insieme alla Biesse Carrera alla presentazione dei team al campionato italiano 2022
Ciuccareli (il secondo da destra) alla presentazione dei team al campionato italiano 2022
Ripartiamo dal Giro under 23, che corsa è stata?

L’anno scorso ero riuscito a vincere una tappa, ma non avevo fatto classifica. Quest’anno si era deciso di puntare a far il meglio possibile per la generale. Nel complesso è stato un Giro duro, non mi aspettavo di reggere il passo dei migliori, nel complesso sono andato bene, direi.

Hai avuto una giornata di difficoltà sul Mortirolo che ti ha un po’ frenato.

Quella era la tappa più dura, la più discussa. Stavo bene ma non mi aspettavo di reggere il passo dei migliori fino al Mortirolo, peccato per quel che è successo in discesa, quel colpo di freddo non ci voleva.

Sul Fauniera hai colto un buon nono posto.

Anche in quella tappa mi sentivo bene, potrei dire che nel complesso, senza il giorno nero del Mortirolo mi sarei potuto giocare un Giro. 

Per Riccardo molte più corse a tappe in questa stagione, fino ad ora ne ha corse tre, per abituarsi ai ritmi dei pro’
Per Riccardo molte più corse a tappe in questa stagione: già tre, per abituarsi ai ritmi dei pro’
La terza tappa, la più criticata, cosa ti ha lasciato?

Mah – pensa profondamente Riccardo prima di rispondere – direi che mi ha permesso di toccare il “fondo”. Ho imparato qualcosa, d’altronde non avevo mai fatto 6 ore di corsa, è qualcosa di nuovo per me, ma il prossimo anno sarà all’ordine del giorno. Una batosta del genere è meglio subirla da under che da professionista, anche perché qui ho perso tanti minuti, ma senza rischiare di andare a casa. Di là vai diretto a casa. 

Rimanere un anno in più alla Biesse ti ha permesso di maturare?

Il passaggio ai pro’ non sarà facile, vedremo. La decisione di rimanere un anno in più qui è stata pattuita tra tutti gli interessati. Fare ancora una stagione da under mi ha permesso di imparare ancora qualcosa e di crescere come corridore. Considerando che ci aspettiamo tutti anche una maturazione fisica. Come hanno detto Savio ed Ellena ho ancora margini di miglioramento e si lavorerà su quelli. Si è visto anche nella famosa tappa del Mortirolo vuol dire che c’è qualcosa da fare.

Ha contribuito a questa scelta anche il fatto che questo è solo il tuo secondo anno alla Biesse Carrera?

Sì, non ero abituato ad essere seguito con questa cura ed attenzione. Non avevamo ancora trovato l’equilibrio perfetto, come testimonia una prima parte di stagione un po’ sotto tono.

Una caduta ha interrotto il suo campionato italiano a pochi chilometri dal termine
Una caduta ha interrotto il suo campionato italiano a pochi chilometri dal termine
Avete iniziato già a pensare al prossimo anno?

In un certo modo di fare sì, abbiamo aggiunto molte più gare a tappe, il massimo possibile. Ho fatto la Coppi e Bartali, il Giro di Sicilia e il Giro under 23. Cercheremo di farne altre anche nella seconda parte di stagione, tra i pro’ ci sono tante gare a tappe e bisogna imparare a gestirsi.

Correre con i pro’ com’è stato?

La Coppi e Bartali abbastanza dura, visto che era la prima. Al Giro di Sicilia avevo trovato il mio ritmo ed una buona condizione, riuscivo a rimanere spesso con i migliori. Poi nella tappa dell’Etna ho un po’ accusato, ma è normale, basti vedere chi ha vinto, uno che l’anno scorso ha fatto secondo al Giro (Caruso, ndr). Correre accanto a questi campioni è bello, li vedi da vicino e puoi studiarli e capire come si muovono e cosa fanno in corsa. Torni a casa che ti sei confrontato con gente che va davvero forte e ciò aiuta.

E nel 2023 la Drone Hopper, che cosa ti passa per la testa?

Provo una grande gioia, ho fatto molti sacrifici per arrivare a questo livello. La Drone Hopper è un grande traguardo, è una squadra che mi piace molto, che sa distinguersi in tutte le gare che fa, anche al Giro d’Italia di quest’anno si sono fatti vedere tante volte. Sin da quando ero piccolo è uno dei team che ho sempre visto in TV e quindi poterci correre sarà sicuramente emozionante.

Ellena (e Savio) ci dicono perché hanno preso Ciuccarelli

24.06.2022
4 min
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«Me lo aveva segnalato Massimo Rabbaglio e poiché lui stesso mi aveva proposto a suo tempo Simone Ravanelli, ho deciso di prenderlo lo scorso inverno». Va dritto al punto Gianni Savio, quando parla di Riccardo Ciuccarelli.

Il ragazzo, che adesso è nella fila della Biesse-Carrera, passerà alla Drone Hopper-Androni a fine stagione. 

«L’ho seguito poi in queste stagioni. Ricordo la sua vittoria ad Andalo al Giro d’Italia U23 dello scorso anno. Lo considero un buono scalatore e per questo l’ho ingaggiato. In più è un ragazzo che mi sembra, e mi dicono, abbia dei margini».

Da sinistra: Marco Milesi, Riccardo Ciuccarelli e Gianni Savio, al momento della firma del contratto lo scorso inverno
Da sinistra: Marco Milesi, Riccardo Ciuccarelli e Gianni Savio, al momento della firma del contratto lo scorso inverno

Ecco Ciuccarelli

Per conoscere meglio Ciuccarelli dal punto di vista tecnico ne abbiamo parlato anche con Giovanni Ellena, diesse della Drone Hopper-Androni, che nel giorno del Fauniera era venuto a far visita al suo futuro corridore.

«Confermo – dice Ellena – che a segnalarcelo è stato Rabbaglio, ma anche Andrea Noè, nei quali abbiamo fiducia. Lo scorso inverno, quando decidemmo di prenderlo, lo abbiamo lasciato un altro anno nella categoria U23. Poi la sua squadra si è divisa e lui ha seguito Marco Milesi».

«Non abbiamo voluto farlo passare subito perché di questi tempi se ne sono visti tanti di errori. Ragazzi non maturi fatti passare precocemente. Buttati senza basi nella bolgia. Non volevamo questo per lui».

Eccolo con la maglia rosa verso santa Caterina Valfurva prima del blackout
Eccolo con la maglia rosa verso santa Caterina Valfurva prima del blackout

Primi approcci

«Per quel poco che l’ho visto dal vivo, di fatto il primo vero contatto lo abbiamo avuto al Giro U23, mi è sembrato un ragazzo tranquillo – spiega Ellena – Un ragazzo educato e che deve crescere anche nel fisico. Non mi è sembrato ancora del tutto sviluppato».

E questo senza dubbio è un buon segno, significa che quei margini di cui parlava Savio ci sono.

Ciuccarelli alla fine è stato il terzo degli italiani nella recente corsa rosa under 23. Ma se non avesse avuto il blackout in quel di Bormio, probabilmente sarebbe stato il primo e la top ten non gliel’avrebbe tolta nessuno, visto poi com’è andato nelle salite successive.

«In effetti – dice Ellena – mi ha detto che aveva accusato il finale del tappone di Santa Caterina Valfurva. Ma fino a quel momento era andato bene».

Ciuccarelli ha avuto problemi intestinali qualche chilometro dopo la discesa del Mortirolo. Sulle rampe della dura scalata valtellinese era stato bravissimo. Era stato a ridosso dei migliori. Poi forse non si è coperto bene in discesa e dopo Sondalo sono iniziati i guai.

«Beh – commenta Savio – se si scorda di chiudere la mantellina scendendo dalla Presolana un certo Gibo Simoni a 35 anni, con due Giri vinti, quando è quarto in classifica, di certo se lo può permettere un giovane come Ciuccarelli».

Come a dirgli: “Caro Riccardo stai tranquillo, tutta esperienza da mettere in cascina”.

A quel punto è stato Milesi stesso dall’ammiraglia a dirgli di mollare, visto che ormai la classifica generale era saltata. Meglio risparmiare qualcosa per le tappe future. E così ha fatto Ciuccarelli.

«Sul Fauniera – riprende Ellena – è andato bene. Ha fatto nono, ma poteva arrivare anche quinto. Se ben ricordo dal quinto al nono erano racchiusi nell’arco di una trentina di secondi.

«Per me Ciuccareli può essere un buono scalatore. Almeno così dice il suo fisico per ora. Ma chissà: magari mettendo su qualche etto, o meglio, qualche muscolo specifico, potrebbe essere bravo anche in pianura.

«Sul Fauniera, ai meno dieci, l’ho visto ben nascosto nel drappello della maglia rosa ed aveva una pedalata bella sciolta. Quel giorno ero a bordo strada e gli ho passato la borraccia».

Ciuccarelli è un classe 2000 e viene dalle Marche
Ciuccarelli è un classe 2000 e viene dalle Marche

La borraccia del Fauniera

E questa della borraccia è una piccola bella storia. Dopo essersi incontrati al via della tappa, in quel di Boves, Ellena e Ciuccarelli si erano salutati. Poi il saggio tecnico piemontese, forse per non mettergli addosso altra pressione, se ne era andato sulle rampe del Fauniera ad attenderlo, senza dirgli niente. Voleva vederlo in azione.

«Lui non sapeva che ci sarei stato e infatti quando gli ho passato la borraccia mi è sembrato un po’ stupito. Al mattino invece non mi aveva parlato molto. Non lo aveva fatto perché era molto concentrato sulla tappa che lo attendeva. E tutto sommato questa è una buona cosa».

«Ho seguito – conclude Ellena – qualche corsa under 23, poche a dire il vero visto che siamo sempre in giro, ma abbiamo i suoi allenamenti, i suoi file e vederlo dal vivo è stato importante. Non credo che farà dei test prima di fine stagione, anche perché oggi con tutti i file appunto che abbiamo, tra gare e allenamento, non ce n’è così bisogno. E non credo neanche che, salvo particolari necessità, farà delle gare con noi da stagista prima di fine stagione.

«Lo aspettiamo al primo ritiro». 

Spezialetti, Tesfatsion e gli obiettivi raggiungibili

09.06.2022
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Tesfatsion sul Monte Grappa sarà per un po’ il miglior biglietto da visita della Drone Hopper-Androni. Dopo un Giro d’Italia di tanti chilometri in fuga, ma senza l’effettiva possibilità di giocarsi una tappa, la vittoria del corridore eritreo sulla montagna regina della Adriatica Ionica Race ha parzialmente riequilibrato la bilancia. Non sarà come aver vinto una tappa al Giro, ma parlando con Alessandro Spezialetti, diesse del team di Gianni Savio, si capisce che esistono vari livelli di ambizione. E pur volendo sempre puntare al massimo, guai disdegnare conquiste di minor prestigio. Vincere non è mai facile.

«Quella vittoria rappresenta tanto – dice l’abruzzese – perché ci noi teniamo. Sono gare in cui possiamo vincere, abbiamo i corridori per farlo e sono una bella vetrina anche per i nostri sponsor. E poi, come ha detto Gianni, quella vittoria è servita per riscattarci da un Giro d’Italia in cui abbiamo ottenuto meno di quanto sperassimo».

Perché?

Siamo stati un po’ sfortunati, soprattutto in partenza. Sono mancati due corridori importanti come Restrepo e Grosu, quindi siamo partiti un po’ ridimensionati per quello che si poteva fare. Avevamo una bella squadra, anche se Cepeda non ha reso come ci si aspettava. Tesfatsion ha fatto il suo, ma partire senza quei due per noi è stato una grossa perdita.

Cosa pensi di Tesfatsion?

Natalino è fortissimo, vi dico la verità. E’ un bel corridore, che dall’anno scorso a oggi è cambiato tantissimo. Andate a rivedere il Giro d’Italia del 2021. Nella tappa di Sestola non riusciva a coordinarsi per infilarsi i guanti e non sapeva di dover mettere la mantellina prima che iniziasse la discesa. Quest’anno è cambiato totalmente. Mi piace tantissimo, soprattutto perché è veloce e va forte in salita. Se arriva in un gruppettino, al 90 per cento rischi che vinca la gara. E’ un bel corridore soprattutto per il futuro, beato chi lo prende

Pensi che andrà via?

L’anno prossimo credo di sì.

Spezialetti ha 47 anni ed è stato pro’ fino al 1997. E’ con Savio dal 2017
Spezialetti ha 47 anni ed è stato pro’ fino al 1997. E’ con Savio dal 2017
Poteva vincere prima?

Probabilmente sì, però i suoi progressi sono iniziati dall’inizio dell’anno. Ha vinto il Tour du Rwanda, che sicuramente non è una gara europea ed è una gara minore, però ha iniziato subito col piede giusto. Poi è arrivato in Europa, ha iniziato a capire come funziona ed è stato molto abile ad arrivare al livello attuale.

Quando torneranno Grosu e Restrepo?

Se tutto va bene, dovrebbero rientrare al Sibiu Tour, ma forse Grosu dovrebbe fare lo Slovenia la settimana prossima, si decide in questi giorni.

Benedetti, Grosu e Marengo nel ritiro spagnolo di inizio stagione. I primi due hanno ancora problemi
Benedetti, Grosu e Marengo nel ritiro di inizio stagione. I primi due hanno ancora problemi
Un corridore che ha corso pochissimo è Gabriele Benedetti, tricolore U23 in carica, dove è finito?

Benedetti purtroppo ha un problema al ginocchio, un ematoma che non riesce a guarire per il quale non farà nemmeno il campionato italiano. Ha corso il Sicilia, poi si è fermato ancora. Speriamo che torni dopo luglio. Fra noi cinque direttori sportivi, ci siamo divisi i corridori. Lui è con Daniele Righi, sono entrambi toscani, che lo segue passo dopo passo. E poi tra di noi ci si riporta le varie situazioni. Benedetti sa che è molto coccolato, perché è un corridore a cui teniamo molto. Lui e Marchiori, un altro che sta passando un brutto momento, ma speriamo che riesca a recuperare.

Cos’ha Marchiori?

Ha avuto un virus all’inizio dell’anno e non riesce più a trovare la condizione. E’ nel classico momento in cui deve sempre inseguire. Non gliene va bene una, ma anche lui tornerà.

Tornando al Giro, è vero che per le professional è difficile ottenere risultati perché i corridori WorldTour pretendono per sé la testa del gruppo?

La differenza c’è ed è tanta. Però se prendi i corridori giusti, non avrei dubbi che anche correndo in una professional potrebbero stare davanti a… rompere le scatole alle squadre WorldTour. Quando Spezialetti correva ancora, era lì davanti a limare anche se alla fine non era più in uno squadrone. Se i corridori sono validi, secondo me non devono avere timore reverenziale. C’è solo differenza economica, quella sì, però per il resto si deve e si può andare a testa alta. Lasciate stare la maglia rosa e i primi della classifica, poi se meni, là davanti c’è posto per tutti.

Ponomar: il Giro, la guerra, la crescita. Savio racconta

28.05.2022
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Andrii Ponomar è l’unico under 20 del Giro d’Italia. Anche quest’anno, come lo scorso, è il più giovane al via. La sua corsa rosa sta vivendo alla giornata. Qualche fuga, molte giornate lunghe sulle montagne ma soprattutto tanta esperienza in più.

Gianni Savio, team manager della Drone Hopper-Androni, sta cercando di metterlo nelle condizioni migliori per tutelare la sua crescita. E quest’anno ancora di più vista la particolare situazione in cui è coinvolto il giovane ucraino.

La sua città è Chernihiv, circa 150 chilometri a Nord di Kiev, che con la sua strenua resistenza di fatto ha bloccato la presa di Kiev stessa. Ma proprio per questo motivo adesso è quasi del tutto rasa al suolo. «Se fosse caduta Kiev – ci aveva detto Popovich – sarebbe stata la fine per l’Ucraina».

Andrii Ponomar con Gianni Savio. L’ucraino compirà 20 anni a settembre
Andrii Ponomar con Gianni Savio. L’ucraino compirà 20 anni a settembre

La guerra in testa

E con Savio partiamo proprio da qui.

«E’ difficile giudicare Andrii – spiega il manager piemontese – visto il conflitto fra Ucraina e Russia che lo ha preso molto. Sta vivendo una situazione molto difficile da cittadino e da figlio. Figlio di un militare che sta combattendo nel Donbass».

«Prima di partire per l’Ungheria gli abbiamo parlato e gli abbiamo chiesto se aveva intenzione di fare il Giro. Visto il momento poteva anche dire di no e non ci sarebbero stati problemi. Ma lui ci ha risposto che voleva esserci. 

«Però lo vedo, tante volte quando gli parlo ha un’espressione triste, quasi assente… ed è assolutamente comprensibile».

Ottima posizione a crono per Ponomar, che è stato anche campione nazionale juniores nel 2019
Ottima posizione a crono per Ponomar, che è stato anche campione nazionale juniores nel 2019

Passo dopo passo

Lo scorso anno Ponomar era partito per il Giro con la “condizionale”. E questa martingala era: se superi un certo livello di stanchezza torni a casa. Lo staff medico e Savio stesso lo monitoravano costantemente.

«Da questo punto di vista, un punto di vista più tecnico, sicuramente è cresciuto – riprende Savio – Ma i segnali positivi c’erano stati già l’anno scorso».

«Gli dissi proprio: “noi vorremmo portarti al Giro, perché è vero che sei giovanissimo, ma dagli esami e dai test fatti hai dei valori notevoli e sei già formato fisicamente”. A differenza di Umba per esempio che era ancora un “bambino”. Io però gli dissi che se si fosse trovato solo appena in difficoltà e se la sera al controllo del medico emergeva che non aveva recuperato, si sarebbe dovuto fermare».

«E così io tutti i giorni gli chiedevo: Adrii, come stai? E lui: bene. Andrii, come va? E lui: bene, bene… A forza di bene è arrivato a Milano».

«Con tutto questo discorso dove voglio arrivare: Andrii ha davvero un grande motore, ma il motore da solo non basta, devono esserci le altre componenti che possono permettergli di esprimersi al massimo».

Quest’anno Ponomar è arrivato al Giro con più giorni di corsa rispetto al 2021. Un segnale di crescita e di buona gestione del team
Quest’anno Ponomar è arrivato al Giro con più giorni di corsa rispetto al 2021. Un segnale di crescita e di buona gestione del team

Quanta strada

E per altri componenti Savio intende soprattutto quelle mentali, che adesso come abbiamo visto non può avere. Quelle che ti fanno essere concentrato in tutto e per tutto sulla corsa e sulla vita da atleta. Tattica in gara, attenzione, alimentazione…

Il campione ucraino però è migliorato. Fare il Giro d’Italia con la maglia di campione nazionale è un orgoglio doppio. La mattina sul palco del foglio firma è sempre applaudito e anche se lui non lo dà a vedere, questa empatia gli fa pacere».

 

«Quest’anno – riprende Savio – il Giro d’Italia è durissimo. Siamo praticamente all’ultima tappa, la crono nel suo caso quasi non la considero, e sin qui ha sempre tenuto bene. E’ vero che lo abbiamo visto poco protagonista, ma questo dipende a mio avviso da un aspetto psicologico».

Andrii ha un ottimo recupero e questo fa ben sperare per il futuro
Andrii ha un ottimo recupero e questo fa ben sperare per il futuro

Più magro

Prima Savio ha parlato di “altre componenti” che servono ai fini della prestazione. E nel caso di Ponomar non si può non parlare del peso. Peso, che almeno per adesso, non è il punto forte dell’ucraino. Lui è un vero passista con cavalli a non finire. Lo scorso anno aveva ancora il “coscione da bambinone”, adesso comincia a sfinarsi.

«E’ più magro sì, ma diciamo la verità non era impossibile esserlo – scherza Savio – l’anno scorso si era presentato in condizioni non al limite, fuori limite! Quest’anno va meglio. Ma non è ancora in peso forma. Può e deve calare.

«Io glielo dico, Adrii, guarda i grandi corridori come sono magri e poi tira le tue conclusioni. Sono tutti tirati come una corda di violino. E lui in questo caso, resta un po’ così. E’ il momento in cui vedi che si oscura un po’. E allora sì, glielo faccio notare, perché è anche il mio ruolo, ma non insisto, specie in questo particolare momento. Non è adesso che devo fargli pressione».

Il futuro ciclistico di Ponomar è senza dubbio dalla sua parte, speriamo lo sia anche il resto e che una volta sistemato tutto, questo ragazzo possa aprire definitivamente le ali.

Salice: dai professionisti ai più giovani

01.03.2022
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Quando si pensa al marchio Salice Occhiali e al ciclismo il pensiero va subito al team Drone Hopper-Androni Giocattoli. Quello appena cominciato è infatti il sesto anno di collaborazione fra l’azienda guidata da Anna Salice e la squadra di Gianni Savio. Si tratta di una partnership che ha saputo consolidarsi nel corso degli anni

Nel 2022 saranno però diversi i team che potranno contare sulla qualità dei caschi e degli occhiali firmati Salice. Possiamo citare il team Biesse Carrera e la Iseo Carnovali Rime Sias. In entrambi i casi si tratta di formazioni Continental. Significativa è anche la presenza nella categoria juniores con i team Assali Stefen – Omap, Energy Team, Fratelli Giorgi e Unipol Glass. Sempre tra gli Juniores troviamo anche una formazione femminile. Si tratta del Breganze Cicloclub 96 – Team Wilier Chiara Pierobon guidato dall’ex professionista Davide Casarotto.

Salice fornisce occhiali e caschi al team Biesse Carrera
Salice fornisce occhiali e caschi al team Biesse Carrera

La scelta dei team

Per farci raccontare quali siano i criteri che guidano nella decisione di sponsorizzare un team piuttosto che un altro abbiamo scambiato due chiacchere con Paolo Tiraboschi che per Salice Occhiali cura personalmente i rapporti con le squadre

«Da più di 35 anni – esordisce Tiraboschi – vado a vedere le corse di qualunque categoria. Mi piace farlo e questo mi permette di avere un contatto diretto con i team. All’inizio di ogni stagione ricevo diverse richieste di sponsorizzazione, ma alla fine sono io che scelgo le squadre che potranno utilizzare i nostri prodotti». 

Ma quali sono i fattori che guidano nella selezione delle squadre? E’ sempre Paolo Tiraboschi a raccontarcelo.

«Un aspetto importante è sicuramente rappresentato dal valore della squadra e degli atleti che la compongono. Per me è però altrettanto importante vedere come il team lavora e che immagine da di sé all’esterno. E’ fondamentale che caschi e occhiali Salice siano indossati da atleti e squadre che danno un’immagine di professionalità e serietà, indipendentemente dalla categoria di appartenenza».

Anche un altro team Continental usa i prodotti Salice, si tratta della Iseo Rime Carnovali
Anche un altro team Continental usa i prodotti Salice, si tratta della Iseo Rime Carnovali

Il top per tutti

Scelti i team da sponsorizzare, il secondo passaggio è rappresentato dalla scelta dei prodotti da fornire alle squadre. Come ci si comporta con un team giovanile? Si lascia alla squadra la scelta del modello di casco e di occhiale da utilizzare nel corso della stagione? 

«Per prima cosa – prosegue Tiraboschi – va fatta una premessa. Il catalogo Salice è composto solamente da caschi e occhiali top di gamma. La scelta cade quindi su prodotti di alta qualità. All’inizio ascoltiamo le richieste dei singoli team, ma poi siamo noi a scegliere quale casco e quale occhiale indosserà ogni singola squadra. L’obiettivo finale è quello di dare visibilità all’intero nostro catalogo attraverso tutti i team sponsorizzati».

Per Salice sono importanti anche i feedback dei corridori più giovani: qui la Unipol Glass juniores
Per Salice sono importanti anche i feedback dei corridori più giovani: qui la Unipol Glass juniores

I feedback dei più giovani

Parlando con Paolo Tiraboschi abbiamo scoperto con piacevole sorpresa come i giovani ciclisti siano sempre più preparati.

«Nella scelta di un occhiale – spiega Tiraboschi – l’estetica ha ancora un peso importante, soprattutto in questi ultimi anni con il ritorno di moda degli occhiali dotati di lente grande. Mi piace però sottolineare il fatto che mi trovo sempre più spesso di fronte a ragazzi preparati tecnicamente che sanno fornire informazioni molto utili per migliorare i nostri prodotti.

«Sempre più spesso mi capita di confrontarmi con Anna Salice proprio su feedback ricevuti da atleti ancora giovani. La cosa alla fine non mi sorprende se si pensa al fatto che molto spesso si tratta di ragazzi che corrono in bici da diversi anni e che quindi hanno accumulato un’esperienza tale da permettere loro di poter dare un parere tecnico».

Salice

La qualità Biotex a disposizione della Drone Hopper-Androni

08.02.2022
3 min
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“Squadra che vince non si cambia”. Questo è lo slogan perfetto per definire una collaborazione che lega Biotex alle squadre di Gianni Savio e Marco Bellini. L’azienda faentina, specializzata nella produzione di abbigliamento intimo sportivo (ma non solo), e fondata da Antonio Visani nel 1990, è anche quest’anno partner tecnico della Drone Hopper-Androni Giocattoli.

Didier Marchan ha conquistato la prima vittoria del 2022 per la Drone Hopper-Androni alla Vuelta al Tachira
Didier Marchan ha conquistato la prima vittoria del 2022 per la Drone Hopper-Androni alla Vuelta al Tachira

Una bella storia italiana

«Siamo estremamente felici di poter ufficializzare la prosecuzione di questa nostra partnership, ha dichiarato Barbara Visani, da qualche tempo alla guida dell’azienda. Una collaborazione che ci ha sempre dato tanto, arricchendoci d’esperienza, e che quest’anno ha un sapore ancora più sfidante considerando il forte rinnovamento del team con l’arrivo di un nuovo ed importante primo sponsor: Drone Hopper. Dopo tanti anni posso affermare, con una punta d’orgoglio, che Biotex si sente veramente parte della squadra, continuando a vestire a prendersi cura di tutti i corridori. In gara quanto in allenamento».

La qualità dei prodotti Biotex accompagnerà la Drone Hopper Androni anche nella nuova stagione
La qualità dei prodotti Biotex accompagnerà la Drone Hopper Androni anche nella nuova stagione

La super fibra BTX

Biotex è punto di riferimento per quanto riguarda la produzione di intimo sportivo, ed in particolare per il ciclismo. Una vera e propria garanzia per i corridori e di conseguenza per tutti gli appassionati ciclisti. Biotex lavora da sempre su aspetti molto importanti quali la traspirazione e la protezione della performance sportiva.

Proprio l’importanza dei capi d’abbigliamento a diretto contatto con la pelle degli atleti rende Biotex un partner fondamentale per il team DH-Androni Giocattoli. Affidabilità e cura dei particolari sono elementi chiave nel lavoro quotidiano dell’azienda. Biotex fonde la scelta minuziosa del filato e le attenzioni tipiche dei prodotti fatti a mano – rigorosamente in Italia – con una fibra in polipropilene all’avanguardia denominata BTX.

Questa particolare fibra è stata individuata dai laboratori Biotex dopo anni di test e ricerche sul campo, e ad oggi è considerata la migliore soluzione per la produzione di capi tecnici per lo sport.

Barbara Visani, la titolare della Biotex
Barbara Visani, la titolare della Biotex

Grazie alle sue proprietà è difatti in grado di garantire la climatizzazione corporea, la traspirazione e l’effetto asciutto, rispettando la naturalità del corpo. Il risultato? Capi apprezzatissimi dai corridori, leggerissimi ed altamente traspiranti, per ottenere la migliore termoregolazione della pelle con qualsiasi temperatura… Contribuendo a creare le condizioni migliori per un’ottimale prestazione sportiva.

Un vero fatto-a-mano

Biotex, inoltre, può contare su un altro valore aggiunto: quello di poter contare su un patrimonio unico, ovvero il know-how dell’artigianale maglieria italiana. Frutto di anni di esperienza nella selezione dei migliori filati e nella cura del vero “fatto-a-mano” applicata su ciascun prodotto che esce dall’azienda.

«Siamo i primi utilizzatori dei nostri prodotti – ci ha confidato Barbara Visani – ed abbiamo molto chiaro che l’intimo tecnico è performante solo se rispetta la naturalità del corpo. La nostra azienda è stata fondata trentadue anni fa con la consapevolezza che un giusto abbigliamento sia alla base di uno stile di vita sano. Biotex è l’unione di “Bio” (vita) e “tex” (tessuti), e i nostri capi si caratterizzano per essere leggeri e comodi, proprio come fossero una seconda pelle, assicurando massima libertà di movimento e di conseguenza migliore performance».

Biotex