Con la presentazione della corsa femminile avvenuta ieri sera presso la Poliartigiana Srl, nel comune di Arcola, in provincia di La Spezia, è iniziato il Giro della Lunigiana. La Corsa dei Futuri Campioni vedrà prima la gara riservata alle donne, in atto il 2 e il 3 settembre. La sera stessa tutta la carovana dell’organizzazione si sposterà a Lerici, città che ormai da qualche anno ospita la presentazione dei team per la gara maschile.
E’ facile capire che le ultime ore per Lucio Petacchi, direttore del Giro della Lunigiana, siano state frenetiche. Lo abbiamo intercettato mentre in macchina si spostava da un appuntamento all’altro, e nei brevi ritagli di tempo siamo riusciti a farci raccontare gli ultimi pensieri prima che il tutto parta in maniera ufficiale.
Il Giro della Lunigiana Donne nella sua prima tappa rivivrà un momento storico ripercorrendo la frazione inaugurale del 1975Il giorno successivo le atlete partiranno da Portovenere per arrivare ad ArcolaIl Giro della Lunigiana Donne nella sua prima tappa rivivrà un momento storico ripercorrendo la frazione inaugurale del 1975Il giorno successivo le atlete partiranno da Portovenere per arrivare ad Arcola
Iniziano le donne
La macchina organizzativa del Giro della Lunigiana non si è mai fermata, è un vortice continuo capace di raccogliere e riempire tutti i mesi che separano una manifestazione con l’altra. Questa corsa dedicata alla categoria juniores è giunta alla sua 49ª edizione e da quattro anni si è affiancata la gara femminile.
«Martedì 2 settembre – racconta Lucio Petacchi in uno dei pochi momenti di calma – inizierà la quarta edizione del Giro della Lunigiana Donne. Anche in questo caso il format è rimasto invariato, due tappe in altrettanti giorni per decretare chi erediterà la maglia verde dalla vincitrice dello scorso anno: Erja Bianchi».
Il Giro della Lunigiana Donne è giunto quest’anno alla sua quarta edizione (foto Instagram)Il Giro della Lunigiana Donne è giunto quest’anno alla sua quarta edizione (foto Instagram)
Come procede lo sviluppo della Corsa delle Future Campionesse?
La gara femminile in queste edizioni ha avuto una crescita esponenziale a livello di numeri. Eravamo partiti bene nel 2022 e ora siamo già a oltre ottanta atlete al via. Aggiungere questa corsa è stato un qualcosa di innovativo, arrivato grazie anche all’input della Federazione e noi siamo stati felici di allargare il nostro impegno anche al ciclismo femminile.
Quanto è cambiato l’impegno in questi anni per la tua squadra?
Sicuramente è aumentato, ma quando si organizza un evento di primo livello come il Giro della Lunigiana la voglia di crescere non può mancare mai. Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo messi al lavoro per far sì che anche questa gara prendesse subito il verso giusto.
La Corsa dei Futuri Campioni ha raccolto enormi consensi negli anni da parte delle amministrazioni comunaliLa Corsa dei Futuri Campioni ha raccolto enormi consensi negli anni da parte delle amministrazioni comunali
Le sedi di partenza e arrivo sono le stesse degli uomini?
Quando andiamo a presentare il nostro progetto alle varie amministrazioni comunali e agli enti portiamo entrambe le manifestazioni. E’ difficile pensare di farle arrivare nelle stesse località, ma abbiamo sempre ricevuto risposte positive. Quest’anno la corsa femminile, nella tappa inaugurale, ripercorrerà il circuito della prima tappa del Giro della Lunigiana del 1975, l’edizione numero uno della Corsa dei Futuri Campioni.
Le forze per gestire il doppio impegno sono aumentate?
Gli uomini che mettiamo in campo sono sempre gli stessi, con la differenza che ora chiediamo loro due giorni in più. Sono tutti volontari e a loro va un grandissimo grazie, perché lavorano senza sosta per sei giorni consecutivi. Senza considerare tutta la parte di preparativi e allestimento.
Questa la presentazione 49° Giro della Lunigiana, dove è stata svelata anche l’iconica partenza da Piazza de FerrariQuesta la presentazione 49° Giro della Lunigiana, dove è stata svelata anche l’iconica partenza da Piazza de Ferrari
Si può pensare di far crescere ancora la corsa femminile?
Ora la gara è di livello nazionale, per farla crescere servirebbe capire quali passi fare per portarla allo stesso livello di quella maschile. L’obiettivo e la speranza deve essere quello di fare sempre meglio. Non è un lavoro semplice ma abbiamo un territorio sensibile e capace di rispondere a ogni nostra richiesta. La Regione Liguria ha messo il suo patrocinio anche per la corsa femminile e questo è una grande soddisfazione per noi.
Liguria che ospiterà anche la grande partenza da Genova per la corsa maschile…
Da Piazza de Ferrari. Penso sia la prima volta per una corsa di ciclismo, direi un evento storico del quale siamo estremamente orgogliosi. L’emozione è altissima, e credo sia un bel riconoscimento per il lavoro di tutti. Come lo è il fatto di avere alla partenza la Rappresentativa del Giappone, cosa che dona un tocco di internazionalità in più alla nostra corsa.
Il portoghese Morgado vince il Lunigiana, respingendo gli attacchi dei francesi. Tre tappe per loro, una per noi con Bozzola. E ora si pensa ai mondiali
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Il Giro della Lunigiana numero 49 toglie il velo ed è pronto a stupire. La corsa a tappe che si snoda tra Toscana e Liguria, dedicata alla categoria juniores, è uno dei passaggi più ambiti per i campioni del futuro. Ormai il format organizzativo è ben rodato, quattro giorni, cinque tappe e tante salite, alcune che hanno fatto la storia di questa corsa.
La grande novità riguarda la partenza, infatti la prima tappa prenderà il via dal centro di Genova, da Piazza de Ferrari.
«Abbiamo voluto coinvolgere Genova – ci spiega Alessandro Colò, uno degli organizzatori del Giro della Lunigiana – in quanto la Liguria è Regione Europea dello Sport 2025. Questa edizione della Corsa dei Futuri Campioni vedrà al via ben 12 Rappresentative europee e quella giapponese che torna dopo vent’anni, e quale migliore occasione per celebrare la Liguria portando un evento di calibro internazionale».
Il Giro della Lunigiana ha parlato spesso francese nelle ultime edizioni, qui Leo Bisiaux vincitore nel 2023Il Giro della Lunigiana ha parlato spesso francese nelle ultime edizioni, qui Leo Bisiaux vincitore nel 2023
La voce della Liguria
Come spesso accade negli ultimi anni il Giro della Lunigiana sconfina nella vicina Liguria, felice di aprire le porte a un evento ormai entrato nel cuore degli appassionati e capace di valorizzare un territorio sempre più vicino alla bicicletta.
«Il Giro della Lunigiana – ha detto Simona Ferro, Assessore allo sport di Regione Liguria – rappresenta da anni un’eccellenza dello sport giovanile a livello internazionale, un autentico laboratorio di talenti under 18 che unisce competizione e passione, valorizzando al tempo stesso il territorio in cui si svolge. Siamo particolarmente orgogliosi che quest’anno la tappa d’apertura parta da Genova, in un 2025 che ci vede Regione Europea dello Sport: un’occasione simbolica e concreta per promuovere lo sport come leva educativa, turistica, culturale e di inclusione sociale. Manifestazioni come questa non portano solo ciclismo di alto livello, ma anche valori, consapevolezza e opportunità di crescita per tutta la comunità».
La prima tappa, come lo scorso anno, è studiata per far emergere subito i corridori più forti (Foto Duz Image / Michele Bertoloni)La prima tappa, come lo scorso anno, è studiata per far emergere subito i corridori più forti (Foto Duz Image / Michele Bertoloni)
A cavallo tra due Regioni
Si parte quindi giovedì 4 settembre con la Genova-Chiavari. A seguire, il giorno successivo si rimarrà sempre in Liguria, avvicinandosi sensibilmente alla Toscana con la seconda tappa: Luni-Vezzano Ligure.
Quella di sabato sarà la giornata dedicata alle due semi tappe, al mattino una chance per i velocisti con la Equi Terme-Marina di Massa. Mentre il pomeriggio spazio agli attaccanti con la Pontremoli-Fivizzano. La frazione conclusiva anche quest’anno terminerà a Terre di Luni dopo 100 chilometri che vedranno il gruppo partire da La Spezia per poi passare dal Parco Nazionale delle Cinque Terre.
La partenza del 49° Giro della Lunigiana avverrà da GenovaIl traguardo della seconda tappa sarà in cima alla salita che porta al paese di Vezzano LigureLa partenza del 49° Giro della Lunigiana avverrà da GenovaIl traguardo della seconda tappa sarà in cima alla salita che porta al paese di Vezzano Ligure
Due giorni, tanta salita
Il 49° Giro della Lunigiana partirà con il botto, nelle prime due tappe sono previsti ben otto GPM in totale (tre nella prima e cinque nella seconda). I corridori più forti avranno modo di testare le gambe dei rivali già dai primi chilometri.
«Si parte subito con una tappa impegnativa con tre GPM – spiega Alessandro Colò – così come fatto lo scorso anno quando Lorenzo Finn e Paul Seixas dimostrarono subito di essere i più forti. Ci aspettiamo uno svolgimento simile. La prima salita, quella di Monte Fasce, arriverà appena usciti da Genova. Una breve discesa porterà il gruppo a imboccare il Passo della Scoffera, salita simbolo della Milano-Rapallo. Da lì una lunga discesa fino ai piedi della salita di Bocco, 3,5 chilometri all’8 per cento che saranno un bel trampolino per provare a fare subito la differenza».
«Il secondo giorno – prosegue Colò – vedremo la corsa tornare su una salita che è stata affrontata tante volte dal Giro della Lunigiana, quella di Vezzano Ligure. Questa volta sarà sede di arrivo di una frazione davvero impegnativa con cinque GPM. Dopo aver scalato Ortonovo e Montemarcello il gruppo si dirigerà verso Vezzano Ligure per una tripla scalata di 3,5 chilometri al 7 per cento medio. La strada è tortuosa e stretta, si apre a diversi colpi di mano».
Come lo scorso anno la prima semitappa arriverà a Marina di MassaNel pomeriggio si correrà la seconda semitappa che terminerà sullo strappo di FivizzanoTerre di Luni ospiterà il traguardo dell’ultima tappa e la premiazione finale del Giro della LunigianaCome lo scorso anno la prima semitappa arriverà a Marina di MassaNel pomeriggio si correrà la seconda semitappa che terminerà sullo strappo di FivizzanoTerre di Luni ospiterà il traguardo dell’ultima tappa e la premiazione finale del Giro della Lunigiana
Velocisti e attaccanti
Le ruote veloci, se saranno capaci di resistere a queste prime tappe, avranno la loro occasione nella prima delle due frazioni che si correranno nella giornata di sabato.
«Le due semi tappe – prosegue Alessandro Colò – sono divise in maniera uguale, con 50 chilometri a testa. La prima delle due partirà da Equi Terme, nel comune di Fivizzano, dove è appena stata restaurata l’intera sede delle terme. La partenza del Giro della Lunigiana servirà a mostrare questa opera di ristrutturazione».
«Sul traguardo di Marina di Massa la volata sarà praticamente assicurata, le velocità saranno altissime e la strada ampia garantirà uno sprint di gruppo. Diverso sarà lo scenario nel pomeriggio. Dopo qualche anno il Lunigiana tornerà a Pontremoli per la partenza della seconda semitappa. L’arrivo di Fivizzano, invece, è lo stesso sul quale hanno vinto Jarno Widar, Lenny Martinez e Paul Magnier. Uno strappo di 2 chilometri al 5 per cento di pendenza media».
Sullo strappo di Fivizzano hanno vinto corridori importanti, l’ultimo in ordine cronologico è Jarno WidarSullo strappo di Fivizzano hanno vinto corridori importanti, l’ultimo in ordine cronologico è Jarno Widar
La resa dei conti
«L’ultima tappa partirà da La Spezia – conclude Alessandro Colò – esattamente dallo stadio dello Spezia Calcio, il Picco. Il gruppo uscirà in direzione Volastra e prenderà la Strada Provinciale 51 e attraverserà il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Una frazione dal profilo mosso fin dai primi chilometri che dopo un primo passaggio sotto al traguardo di Terre di Luni scalerà la salita di Fosdinovo. Un’ascesa di 8 chilometri con pendenze, nell’ultimo chilometro, che arrivano anche al 18 per cento. Si scollinerà abbastanza lontani dal traguardo ma la discesa tecnica renderà difficile il rientro».
«Una quinta tappa così potrà fare grandi danni nella classifica generale, non tutti i corridori sono abituati a correre cinque tappe in quattro giorni».
L’appuntamento è per giovedì 4 settembre a Genova per scoprire chi erediterà il trofeo della Corsa dei Futuri Campioni, sarà ancora un atleta francese a trionfare? O dopo due secondi posti di fila con Lorenzo Finn sarà finalmente il turno di un corridore italiano?
GENOVA – La città della lanterna, alla vigilia, aspettava sorniona e bagnata il via della Milano-Sanremo Women. Al Porto Vecchio, dove si trovava il quartier generale della corsa, ci si chiedeva come sarebbe andata la gara. E soprattutto cosa avrebbe fatto Lotte Kopecky. Questa mattina invece il cielo è plumbeo su Genova, ma non piove.
La campionessa del mondo in questa stagione non ha ancora attaccato il numero sulla schiena. Per lei la Sanremo sarà un debutto, e viene da chiedersi se forse non sia un po’ troppo tardi. Anche tra gli uomini abbiamo visto grandi campioni faticare al primo appuntamento dell’anno. Di contro, c’è chi sostiene che arrivare freschi, sia fisicamente sia mentalmente, possa fare la differenza.
Quanta pioggia ieri e nella notte a GenovaQuanta pioggia ieri e nella notte a Genova
Carica Lotte
Proprio ieri sono arrivate le parole dell’iridata. Parole che tutto il circus del pedale al femminile attendeva con ansia. In fin dei conti, era un po’ che non si faceva sentire, anche perché nelle ultime settimane si trovava in altura o meglio nell’hotel in Spagna, nei pressi di Calpe, dove ci sono le camere ipossiche e dove ormai in tantissimi vanno per i ritiri.
«E’ una prima edizione – ha detto Kopecky – ed è sempre difficile giudicare come la prenderà il gruppo. Ma in SD Worx abbiamo carte forti per competere per la vittoria. Cosa mi aspetto dalla Milano-Sanremo? Innanzitutto, voglio dire che è una grande aggiunta al calendario. E’ la prima edizione da quando è scomparsa la Primavera Rosa, quindi è difficile prevedere come si svolgerà la gara. Detto questo, penso che il percorso sia eccellente. Qualcuno potrebbe dire che il numero di chilometri dovrebbe essere più alto, ma non sono d’accordo. Che il percorso sia di 200 chilometri o, come è ora, di 160, la differenza si farà comunque. Per questa prima edizione della Milano-Sanremo, penso che la distanza sia perfetta. Non corro da molto tempo, quindi sono molto motivata».
Quel «sono molto motivata» fa paura. L’iridata è un vero mastino, e certi percorsi sembrano fatti apposta per lei. Sono passati 159 giorni dall’ultima gara su asfalto. «Sono contenta del percorso – ha detto – ho visionato la Cipressa e il Poggio. Il vento avrà un ruolo importante. Tutti partono dagli scenari della gara maschile per stimare come andranno le cose nella gara femminile. Ma dovremo aspettare e vedere come verranno affrontate le salite. Anche le discese saranno importanti. Personalmente, mi considero una buona discesista».
Kopecky: un selfie durante la ricognizione della Sanremo (foto Instagram)Kopecky: un selfie durante la ricognizione della Sanremo (foto Instagram)
Non solo Kopecky
La SD Worx-Protime presenta un sestetto di livello straordinario: oltre a Kopecky, ci sono Lorena Wiebes, forse la favorita numero uno, Blanka Vas fresca di piazza d’onore al Binda, Marta Lach prima alla Nokere Koerse, e una road captain come Elena Cecchini.
«Quali sono le favorite? Penso – ha detto Lotte – che possiamo contare sulle nostre forze in primo luogo. Abbiamo una squadra forte alla partenza, con atlete in buona forma. Con Lorena Wiebes, abbiamo un’altra buona carta da giocare per la vittoria. Inoltre, Demi Vollering, Elisa Longo Borghini, Marianne Vos e Puck Pieterse sono i nomi principali da annotare come favorite».
«Ovviamente – riprende Kopecky – ho seguito le gare da vicino. E’ stato bello vedere come si è comportata bene la nostra squadra. Sono già stati raggiunti grandi risultati. Guardare le corse da fuori mi ha fatto venire voglia di rimettermi in gioco. E’ stato meraviglioso arrivare in Italia con il team. Si può davvero sentire che la squadra è in un buon momento, con una buona atmosfera».
All-in sulla Liegi, ma Lotte ha lasciato più che aperta una porta per le altre classiche, a partire dal Fiandre. Qui la sua vittoria sui muri nel 2023All-in sulla Liegi, ma Lotte ha lasciato più che aperta una porta per le altre classiche, a partire dal Fiandre. Qui la sua vittoria sui muri nel 2023
No stress
Se in tanti si aspettano una Kopecky già in formato super, alla fine è lei stessa a gettare un po’ d’acqua sul fuoco. In qualche modo ricorda che i suoi due grandi obiettivi della stagione sono la Liegi-Bastogne-Liegi e il Tour de France Femmes. L’idea di selezionare gli appuntamenti le sta piacendo.
«La Liegi-Bastogne-Liegi è una gara che ho cerchiato in rosso – aveva detto in tempi non sospetti Kopecky – e voglio arrivarci al top. So che per essere pronta lì devo fare un’ottima primavera. E questo significa andare forte anche nelle altre corse che la precedono. Spero che questa partenza più tardiva mi aiuti ad arrivare al top alla Liegi-Bastogne-Liegi.
«In ogni caso, resta da vedere che sensazioni avrò nella Sanremo. E’ sempre così con una prima gara. Sono tornata dall’allenamento “in quota”, quindi resta da vedere se reagirò subito a quello stimolo o meno. Ma, come ho detto, non vedo l’ora di correre».
Fiandre delle donne a Lotte Kopecky. Una corsa intensa, ben gestita dalla Sd Worx (in ammiraglia la Van der Breggen) in cui corre Elena Cecchini. Che racconta...
Il primo italiano che correrà da junior in una squadra estera è Lorenzo Mark Finn, corridore genovese che compirà 17 anni il 19 dicembre (in apertura vince il Trofeo Piancamuno a Piancavallo, foto Instagram). In un mondo di allievi già ben definiti fisicamente, fa piacere vedere che Finn sta benissimo nella sua età e lascia intuire dei grandi margini di sviluppo. Lo avevamo già conosciuto nel corso di questa stagione corsa con il CPS Professional Team. Andrà alla Auto Eder, formazione U19 della Bora-Hansgrohe. La notizia era da tempo sulla bocca di tutti, ma è stata ufficializzata soltanto ieri.
Lorenzo Finn sul fondo nella foto di lancio della Auto Eder U19 per il 2024: l’avventura comincia (foto Bora-Hansgrohe/Matthis Waetzel)Lorenzo Finn sul fondo nella foto di lancio della Auto Eder U19 per il 2024: l’avventura comincia (foto Bora-Hansgrohe/Matthis Waetzel)
Un test a distanza
Quando lo raggiungiamo, Finn ha da poco finito la giornata a scuola, al Liceo Scientifico che frequenta a Genova. Il test con la Auto Eder lo aveva fatto ad agosto, grazie al suo procuratore John Wakefield, che fa anche il coach alla Bora-Hansgrohe, in una singolare sovrapposizione di ruoli, per cui è agente anche di Tarling e Hayter. Come ci raccontò lo stesso genovese, si trattò di un test a distanza, svolto in allenamento, tarando il misuratore di potenza su parametri forniti dalla squadra. La sua intenzione di lasciare l’Italia sembrava chiara, l’approdo tedesco è venuto dopo.
«Sinceramente – dice – avevo deciso già da metà stagione che sarei voluto andare in una development straniera. Mi hanno proposto di andare con loro dopo il Giro della Lunigiana e dopo dei test. Fare uno step già adesso è una cosa di cui sono molto contento e non credo sia affatto negativo. In questo momento il ciclismo sta andando nella direzione di prendere ragazzi sempre più giovani, quindi essere già in una devo team significa avere meno pressioni di quelle che avrei in una squadra italiana per guadagnarmi un posto fra gli under 23».
A maggio in maglia azzurra, Finn ha partecipato alla Corsa della Pace Juniores (foto Instagram)A maggio in maglia azzurra, Finn ha partecipato alla Corsa della Pace Juniores (foto Instagram)
Hai già pensato a come ti gestirai con la scuola?
Continuerò a vivere a casa mia. E poi per i vari ritiri e le gare mi sposterò con l’aereo, raggiungendo la squadra. Gare in Italia ce ne saranno poche, solo le internazionali, per cui diciamo che da marzo sarò più in viaggio rispetto a quanto fatto sinora. Forse i giorni di assenza da scuola saranno leggermente di più rispetto a quest’anno, ma anche l’anno scorso ho fatto un paio di gare con la nazionale, quindi le differenze saranno minime. Comunque sono dentro il Progetto studente/atleta, che mi permette di giustificare le assenze dovute all’attività sportiva e di programmare le interrogazioni.
I tuoi compagni di squadra hanno la stessa situazione?
Per quello che ho visto sinora, alcuni miei compagni tedeschi o danesi hanno la possibilità di fare meno ore di lezione e hanno un programma diluito in più anni. Però diciamo che riesco a gestirmi bene e questo è l’importante.
Tuo padre è inglese e vive in Italia, quindi il fatto di partire non dovrebbe vederlo come un problema. Come ha commentato il tuo trasferimento?
All’inizio era un po’ scettico, perché sono ancora junior. Però prima o poi il salto l’avrei dovuto fare e, anche se da U23, avrei comunque dovuto affrontare la maturità, quindi da questo punto di vista non sarebbe cambiato molto. Non è che puoi stare in Italia per sempre, per cui ho colto l’occasione. E probabilmente il fatto che io parli bene inglese è stato un punto a favore.
Finn ha corso nel 2023 con il CPS Professional Team. Il ligure ha 17 anni, è alto 1,81 e pesa 60 chiliFinn ha corso nel 2023 con il CPS Professional Team. Il ligure ha 17 anni, è alto 1,81 e pesa 60 chili
Per quello che hai visto sinora, che cos’ha ti ha colpito della Auto Eder?
Abbiamo già fatto un ritiro di 3-4 giorni a Soelden. E’ servito per fare attività di team building e conoscerci con la Bora dei professionisti. Abbiamo sciato, c’era anche Roglic e mi sono reso conto che con tutto lo staff eravamo più di 100 persone. Ovviamente noi juniores abbiamo uno staff più limitato, ma è giusto così. Però ci sono persone serie che lo fanno di lavoro e ci seguono bene. Abbiamo tutto quello che ci serve. Bici da allenamento, da crono, materiale. Diciamo che devi solo pensare a pedalare e a studiare, perché anche loro ci tengono che tu abbia un’educazione qualificata.
Vi guiderà Christian Schrot, che idea ti sei fatto di lui?
Dal poco che ho visto, Schrot è una persona molto seria e molto intelligente. Fino a qualche anno fa faceva anche il direttore sportivo con i professionisti ed è lui a seguire la nostra preparazione. Mi sembra molto in gamba. Però avrò modo di conoscerlo meglio.
Ti ha dato un programma di allenamento per l’inverno
Praticamente da subito. E’ tutto stato caricato di settimana in settimana su Training Peaks. Mettiamo i commenti sugli allenamenti e lui li commenta a sua volta. Poi abbiamo chiamate tutti insieme ogni due settimane, per confrontarci. Siamo solo 8, quindi è anche facile.
Al Giro della Lunigiana, Finn ha conquistato la maglia bianca di miglior giovane (foto Instagram)Al Giro della Lunigiana, Finn ha conquistato la maglia bianca di miglior giovane (foto Instagram)
Quali saranno i prossimi appuntamenti?
A gennaio avremo un ritiro a Mallorca con la Bora-Hansgrohe prima delle gare, ma quello più importante si svolgerà sul Lago di Garda, diciamo una o due settimane prima del debutto, quindi a febbraio. In quell’occasione saranno 10 giorni importanti. Inizieremo a correre a marzo in Belgio.
Come stai vivendo questa novità?
Sono contento della prospettiva di migliorare me stesso e vedere dove posso arrivare. Facendo gare a tappe ed esperienze diverse, non dico che sarà più facile, però in teoria dovrei fare dei passi in avanti molto importanti. Sono quasi più curiosi i miei amici e gli ex compagni, però credo che sarà come per quelli che sono già passati in una devo team, solo che io lo farò un anno prima.
Hai parlato con il cittì Salvoldi prima di prendere la decisione?
Mi sono confrontato con lui proprio prima di fare la mia scelta. E comunque anche Auto Eder mi ha detto che l’attività della nazionale fa parte integrante del calendario, perché ovviamente ci sono gare come la Corsa della Pace, europei e mondiali che non puoi fare con la squadra di club. Quindi ovviamente con la nazionale deve esserci un rapporto di collaborazione.Salvoldi è contento. Non mi ha detto se era giusto o sbagliato, però mi è stato di supporto.
Il Team Franco Ballerini di Andrea Bardelli a Roubaix 20 anni dopo l'ultima volta di Franco. Per i ragazzi una maglia speciale. E alla fine, Svrcek è sesto
Con Luca Scinto, un confronto tra il ruolo del disse nel mondo dei pro' e quello degli juniores. Cosa gli piace e cosa no, i suoi primi passi con i ragazzi
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In questi ultimi trenta giorni siamo certi che avrà pensato tanto a quel giovedì pomeriggio in cui a Genova ha vissuto la miglior giornata della sua carriera. Stefano Oldani col primo successo da pro’, ottenuto nella dodicesima tappa del Giro d’Italia, sa di essere entrato in una nuova dimensione. Nulla che centri con le mode del “metaverso” ma qualcosa di reale, tangibile, pratico.
L’intenzione del 24enne della Alpecin-Fenix sarebbe stata quella di dare continuità alle buone prestazioni di maggio al Tour de Suisse prima di chiudere questa prima parte di stagione, ma qualcosa non è andato secondo i piani. Al telefono Oldani ci racconta di questo e tanto altro proprio a cavallo della sesta frazione nella quale non ha preso il via, al pari di altri suoi quattro compagni, due dei quali positivi al Covid come annunciato dalla squadra.
Stefano Oldani esulta a Genova nella 12a tappa del Giro. Per lui è la prima vittoria da pro’
Oldani al Giro aveva sfiorato un podio di tappa nel 2021 col 4° posto di Foligno
19/05/2022: Stefano Oldani esulta a Genova nella 12a tappa del Giro. Per lui è la prima vittoria da pro’
Oldani al Giro aveva sfiorato un podio di tappa nel 2021 col 4° posto di Foligno
Stefano come stai intanto?
Sono negativo e questo è un bene. Però dopo il Giro, dal quale ero uscito in condizione, avevo preso una leggera tracheite a causa degli sbalzi di temperatura tra il caldo afoso, il freddo di qualche tempesta e l’aria condizionata. In Svizzera le gambe giravano bene nelle prime cinque tappe, ma essere così “incatramato” nella respirazione mi ha frenato. Peccato perché la quinta tappa passava praticamente da casa mia e sulle mie strade d’allenamento. Pur non essendo al massimo ho compensato con la gran voglia di fare ma nel ciclismo di oggi se non sei al 110% fai fatica a fare risultato.
Che obiettivi avevi dopo lo Svizzera?
Spero che questo ritiro forzato mi possa aiutare a recuperare a dovere. Forse l’infiammazione alla trachea può passarmi con un po’ di riposo. E spero che questo non rallenti troppo la preparazione al campionato italiano. Il percorso non è durissimo ma è adatto alle mie caratteristiche. Di sicuro ci proverò. Dopo di che dovrei fare un periodo di stacco ed iniziare a pensare alla seconda parte di stagione. Salvo cambiamenti, dovrei rientrare al Tour de Wallonie (dal 23 al 27 luglio, ndr).
Oldani alla partenza della Sanremo-Cuneo, il giorno dopo il successo di Genova
Luglio 2018, doppietta Colpack a Barzago con Oldani davanti a Bagioli. Oldani non vinceva da allora (foto FCI/Soncini)
Oldani alla partenza della Sanremo-Cuneo, il giorno dopo il successo di Genova
Luglio 2018, doppietta Colpack a Barzago con Oldani davanti a Bagioli. Oldani non vinceva da allora (foto FCI/Soncini)
A distanza di un mese, a mente fredda, che effetto ti fa la vittoria al Giro?
Mi sto rendendo conto adesso di quanto valga. Ha inciso tanto dal punto di vista mentale. Non vincevo dal 2018 da quando ero U23 (Trofeo Magni a Barzago, ndr) ed ormai mi ero quasi scoraggiato. Avevo perso un po’ di fiducia in me stesso, anche perché l’anno scorso avevo sfiorato il successo in diverse occasioni come al Polonia, in cui mi avevano rimontato negli ultimi dieci metri. Da una parte pativo questa situazione, dall’altra invece correvo spensierato perché potevo andare a caccia di risultati quando mi capitava l’occasione.
Alla fine è arrivata questa vittoria…
Sì, è valsa la pena aspettare così tanto. La cercavo sempre però mi dicevano di avere pazienza se non arrivava quando lo volevo io perché lavorando sodo, poi si raccolgono i risultati.
Si rischia di essere appagati?
No, non per me almeno. Questa vittoria è un punto di partenza. Sapete, un paio di volte in alcuni ambienti ciclistici mi è capitato di sentirmi fuori luogo. Magari mi capitava di andare ad eventi dove c’erano giovani che avevano vinto tantissimo e io soffrivo un po’ il fatto di essere pro’ e non aver ancora vinto. Era una cosa mia ma dopo il Giro, vittoria a parte, mi sento all’altezza. Già ero andato forte nella dura tappa dell’Etna ed ero contento. Adesso mi sento sbloccato.
Oldani ha un contratto che lo lega alla Alpecin fino al 2023
Oldani sorride coi tifosi del Giro durante la Ponte di Legno-Lavarone
Alla Agostoni 2021, ha vestito la maglia azzurra diverse volte
Oldani ha un contratto che lo lega alla Alpecin fino al 2023
Sorride coi tifosi del Giro durante la Ponte di Legno-Lavarone
Alla Agostoni 2021, ha vestito la maglia azzurra diverse volte
Puoi fare quindi un pensiero anche alla nazionale?
Certo, perché no?! Il cittì Bennati ed io ci conosciamo bene. Proprio al Giro, specie dopo Genova, mi ha detto che mi tiene in considerazione. Naturalmente non mi ha garantito nulla, però le sue parole mi hanno dato grandi stimoli per guadagnarmi una convocazione per europei o mondiali. Infatti ho parlato col mio preparatore e abbiamo deciso che potremmo fare dell’altura proprio in vista di queste rassegne con la nazionale. Insomma, voglio farmi trovare pronto ad una eventuale chiamata.
Hai una gara da sogno nel cassetto che, dopo la vittoria al Giro, può diventare realizzabile?
La corsa dei miei sogni è sempre stata la Milano-Sanremo. Un po’ perché da bambino, essendo io milanese, l’andavo sempre a vedere. Un po’ perché è la Classicissima, basta il nome. Ecco, ora un pensiero ce lo faccio un po’ di più. Negli ultimi anni è stata una gara imprevedibile ed uno con le mie caratteristiche la potrebbe vincere. Se la gara si fa dura, io voglio esserci.
Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Roche, Indurain e Pantani: gli unici a fare la doppietta Giro-Tour. Nel 2024 con due percorsi abbordabili si può fare?
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
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Tutto all’improvviso. Da che non avevamo vinto neanche una tappa, a fare una doppietta. Dopo Alberto Dainese, oggi la corona la mette Stefano Oldani. «Un corridore che non ha rubato niente», come dice Lorenzo Rota, colui che è stato battuto.
Genova è schiacciata tra mare e montagne. Francesco De Gregori parla dei suoi “svincoli micidiali”, ma oltre a svolte improbabili e agli stretti caruggi, ci sono questi grandi viali. Lunghi rettilinei ampi come boulevard parigini. Vialoni che sono belli se guidi senza traffico o se porti a spasso il cane, ma diventano infiniti se ti stai giocando una tappa del Giro d’Italia.
La fuga ha impiegato molto a partire. Media della prima ora quasi 57 all’ora. Oldani già vicino a VdP
Nella discesa del Bocco si è passati davanti alla stele che ricorda Wouter Weylandt, scomparso qui nel maggio 2011
La fuga ha impiegato molto a partire. Media della prima ora quasi 57 all’ora. Oldani già vicino a VdP
Nella discesa del Bocco si è passati davanti alla stele che ricorda Wouter Weylandt, scomparso qui nel maggio 2011
La profezia di Basso
Dall’ultima curva, esattamente ai mille metri, si vedeva l’arrivo. Un arrivo che tirava, come si dice in gergo. Della numerosa fuga del giorno arrivano solo in tre: Rota, Oldani e Leemreize, giovane spina olandese nel fianco.
Spina che si rivela pungente. Scatta due volte in quei mille metri. Forse aveva gambe, ma di certo non ha ancora tempi e rapporti adeguati. Quando è partito era davvero troppo duro. Oldani è un gatto e chiude subito.
«Vince Oldani», dice secco Ivan Bassodietro l’arrivo. Sarà che lo conosce, visto che lo aveva avuto quando Stefano era alla Fundacion Kometa.
Ma intanto i metri passano. Il rettilineo sembra non finire mai. La prima fiammata si conclude con un “nulla di fatto”. Sono ancora in tre.
Cinquecento metri. L’olandese è sulla destra. Oldani e Rota sulla sinistra. Non si tratta di più di essere velocisti, ma di avere forza. Tutti e tre hanno le mani in presa bassa, pronti ad esplodere. Leemreize guarda a sinistra, i due italiani a destra.
Trecento metri. Vanno pianissimo. E’ quasi un surplace da pistard. Di nuovo è l’olandese a prendere l’iniziativa. Ed è di nuovo Oldani a chiudere.
Rota è stato il primo ad attaccare nella fuga dei 25… Leemreize è stato il primo a seguirlo, poi Oldani Rota è stato il primo ad attaccare nella fuga dei 25… Leemreize è stato il primo a seguirlo, poi Oldani
Rota non molla
Rota sembra messo alla grande, a ruota di Stefano. Deve “solo” saltarlo. Il corridore della Jumbo-Visma invece è out.
«Non ho mai pensato di anticipare lo sprint – racconta Rota – eravamo tutti stanchi e poi in tre è molto difficile… e rischioso. E infatti l’olandese ci ha provato, ma è stato ripreso. Pensavo alla volata. Sapevo che Stefano è veloce, ma è così che avevo deciso di giocarmela. E anche se la velocità fosse stata più alta, non sarebbe cambiato nulla».
«Non ho rimpianti. Stefano non ha rubato niente. Sono le corse. Io non posso che essere contento. Sto crescendo. Sono stato lontano quasi due mesi dalle gare. La gamba è buona. Anche l’altro giorno avevo fatto un buon lavoro per Girmay e oggi stavo bene. Tanto che io stesso ho deciso di partire ai 60-70 chilometri dall’arrivo. Proprio perché la gamba c’era. E poiché la gamba c’è ci riproverò».
Non ha rimpianti Rota. E si percepisce. Il suo tono di voce è serio sì, ma anche pacato e sincero. Intanto arriva Taaramae che gli dà una pacca sulla spalla: «Good job, Lore», hai fatto un buon lavoro Lorenzo. Lui svolta la bici e se ne torna al bus.
Il pianto e l’urlo liberatorio dopo il traguardo. Per Oldani è la prima vittoria da pro’Il pianto e l’urlo liberatorio dopo il traguardo. Per Oldani è la prima vittoria da pro’
Urla di gioia
Chi invece resta ancora in zona arrivo è Oldani. Dopo essersi gettato a terra lasciandosi ad urli di gioia, misti a commozione, il lombardo si rialza. Va dietro al palco per premiazioni, interviste con le tv, antidoping…
Van der Poel, arrivato a spasso e quasi ripreso dal gruppo 8′ dietro, se lo abbraccia. E’ la seconda vittoria per gli Alpecin Fenix.
«Quell’abbraccio è stata un’altra ondata di emozioni – dice Oldani – ed è bello riceverla da un campione come lui. Idem il mio urlo e il mio essermi buttato a terra dopo il traguardo. E’ stata una reazione naturale, spontanea, uno svuotarsi di emozioni. Avevo un gran voglia di arrivare. Erano quattro anni, dalla seconda stagione da under 23, che non vincevo. Mi mancava alzare le braccia al cielo».
Dalle emozioni, alla strada. Oldani ha corso in modo magistrale. Gestendo bene anche la pressione di chi è consapevole di essere il più veloce.
«Non conoscevo queste strade – racconta – ma poi, proprio all’ultimo ho riconosciuto il finale. Feci infatti il Giro Appennino con la nazionale under diversi anni fa.
«Sapevo di essere il più veloce però non ci ho pensato. Non volevo immaginarmi la volata. Poi con Lorenzo ci conosciamo bene, in gruppo parliamo spesso e gli ho detto: “Ciccio, andiamo all’arrivo, non guardiamoci. Giochiamocela in volata e che vinca il più forte. Non volevo rimorsi e neanche stare a pensare magari di dover chiudere su di lui. Immaginavo, come è stato, che l’olandese ci avrebbe provato.
«E poi non volevo stare a pensare troppo allo sprint perché io di viaggi mentali già me ne faccio tanti per conto mio! E se mi mettevo a pensare alla vittoria o quanto sarebbe stato bello vincere una tappa al Giro e poi non ci fossi riuscito… lasciamo perdere».
Fuori programma
Come ieri per Dainese, non doveva essere Stefano “a fare la corsa”. Il leader era proprio Van der Poel.
«Il piano era di essere almeno in uno nella fuga di giornata – dice Oldani – ma se questa fosse stata numerosa dovevamo essere di più. Non volevamo ripetere l’errore di Napoli. E infatti alla fine eravamo in tre. Ovviamente Mathieu era il leader.
«Credo si sia visto che più di una volta sono andato a prendergli il ghiaccio, i gel, le borracce… E anche quando sono andato via era solo per rilanciare l’andatura e non lasciare andare Rota (per questo VdP ad un certo punto tirava mentre Oldani era davanti, ndr). Poi si è aperto un certo gap e a quel punto ci ho provato io».
Quando tutto è contro
Ma le difficoltà per Stefano non sono state solo quelle di un gregario che si ritrova in fuga. In quell’urlo post arrivo c’è anche il fatto di aver pagato a caro prezzo il passaggio nel WorldTour nell’anno del Covid e anche quello di non aver potuto andare in ritiro in Spagna con la squadra per la questione della camera ipobarica, vietata per gli atleti italiani.
«Il discorso della camera ipobarica mi lascia deluso – dice serio Stefano – deluso dal nostro movimento, perché è una questione vecchia che nessuno ha più preso in mano. Credo che solo uno o due Paesi al mondo ormai non concedano questi tipi di allenamenti. Questo mi lascia scosso e dice quanto siamo indietro su certe questioni».
«Più di tre quarti del gruppo ne fa utilizzo. Qualcuno dovrebbe rifletterci. Noi italiani siamo in svantaggio. Prima del Giro mi sono fatto due settimane di altura sull’Etna da solo, quando la mia squadra era tutta in Spagna presso questi hotel con la camera ipobarica.
«Loro oltre che allenarsi meglio insieme, facevano gruppo, avevano i meccanici, i massaggiatori… io no. E ogni volta per tornare in quota dovevo farmi un’ora di salita non avendo la macchina al seguito».
Per dribblare gli svincoli peggiori si è entrati a Genova dall’autostrada e si è passati sul ponte San Giorgio
Che tifo per Carapaz! Quando è arrivato, Richard ha ricambiato il saluto
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Da Genova a Sanremo
Ma è tempo di gioire, di fare dei ringraziamenti. A Basso che gli ha insegnato tanto, alla Colpack che lo ha fatto crescere, a chi lo ha sempre sostenuto e alla sua fidanzata, Lavinia… che lo fa mangiare bene! Oldani infatti, nonostante il nome da chef, in cucina dice di essere negato.
«Per fortuna che c’è lei, altrimenti mangerei solo cibo in scatola! Mi fa alimentare in modo adeguato».
E a proposito di cene e di mangiate, da quando si è trasferito da Milano a Como, non si allena più da solo e fa un po’ meno slalom nel traffico.
«Da quando sono a Como tutto è migliorato. Prima uscivo sempre da solo. Anche per la Sanremo mi feci sette ore in solitaria. Ora invece esco spesso conCataldo, Nizzolo, Ballerini… siamo in tanti corridori. “Ballero”, che era in fuga, mi ha detto: “Oh, oggi è per te”. E io gli ho risposto: “Ma non vedi che sto facendo il gregario?”.
«Con lui ho un bellissimo rapporto. Quest’inverno siamo stati a cena insieme praticamente ogni sera. O io ero da lui, o lui era da me. Chiacchierate, giochi da tavola…».
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