Isolmant, risultati e crescita per Tormena e compagne

10.09.2024
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Prospetti pronti per un salto in avanti, è la mission delle continental italiane femminili. Nella Isolmant-Premac-Vittoria si lavora per continuare a “tirare fuori” delle atlete da consegnare al piano superiore. Anche cercando di vincere scommesse.

Negli ultimi anni Giovanni Fidanza non si è certo nascosto quando c’è stato da prendere e far crescere ragazze che arrivavano da altre discipline o addirittura altri sport. Anche quest’anno la Isolmant (in apertura foto Ossola) ha mantenuto fede alla propria filosofia, riuscendo a raccogliere risultati che vanno oltre il piazzamento in un ordine d’arrivo. Ne abbiamo parlato col team manager della squadra bergamasca, attualmente impegnato agli europei in Belgio con Vittoria Servizio Corse.

Giovanni che bilancio puoi trarre finora da questa stagione?

Abbiamo fatto un calendario equilibrato per le ragazze che abbiamo. Siamo sempre andati bene, anche se abbiamo vinto solo una corsa. Abbiamo però conquistato molte top ten e tanti secondi posti, l’ultimo domenica a Racconigi con Gaia Tormena. Fare risultato è importante per gratificare gli sponsor ed alzare il morale, ma per noi l’obiettivo è far crescere le nostre ragazze.

Le gare internazionali come le avete affrontate?

Nelle corse di livello più duro siamo sempre andati per imparare. Ad esempio abbiamo finito il Giro Women con quattro atlete e non è poco, tenendo conto della difficoltà del percorso. Due di loro, Arici e Pepoli, sono al secondo anno nella categoria e sono andate molto bene. Siamo stati soddisfatti delle ragazze, perché per loro è stata un’ottima esperienza ed una grande occasione per migliorarsi. Infatti nelle gare successive si sono visti subito gli effetti.

Hai citato qualche ragazza, tra cui Tormena che era una tua scommessa. Come sta andando?

Gaia con pazienza sta arrivando ad un buon livello nel suo percorso da stradista. Una sua vittoria sarebbe la ciliegina sulla torta. E lo dico considerando che non avendo fatto le categorie giovanili, le mancano alcune basi, come tenere le posizioni in gruppo o come gestire le energie in corsa. Per ovviare a tutto ciò di conseguenza dovrebbe correre di più su strada, però per lei non è facile far conciliare l’attività del fuoristrada. Nella Mtb è un’atleta importante, di assoluto rilievo. A luglio ha vinto il quinto mondiale Eliminator. In quel periodo aveva una buona condizione e avrei voluto portarla al Giro Women, però non abbiamo potuto. E’ del 2002, ancora giovanissima e dovrebbe restare con noi anche l’anno prossimo, quindi cercheremo di capire come farla correre di più.

Degli altri nomi che hai fatto cosa ci puoi dire?

Pepoli era con noi anche l’anno scorso e sta continuando ad imparare. Arici invece ha iniziato con noi a giugno. Arriva dalla Mtb e dal ciclocross, ha buone potenzialità e in pratica sta facendo i primi mesi su strada. Entrambe però devono crescere con calma visto che hanno rispettivamente diciannove e ventun’anni. Una ragazza invece che ha fatto grandi passi in avanti è Asia Zontone. Anche lei arrivava dal ciclocross ed ora le manca veramente pochissimo per completare il percorso di adattamento. Al Giro del Mediterraneo è andata forte raccogliendo un podio e chiudendo quarta nella generale. Meritava un po’ di fortuna in più. E lei è una delle altre che ha finito il Giro Women.

Nella tua Isolmant c’è poi sempre il solito mix di ragazze.

Sì, esatto. Dalle giovani a quelle che vengono dal fuoristrada o altri sport fino alle più esperte, che comunque hanno meno di 29 anni. C’è Rossato che è sempre un esempio per tutte. Lei è insegnante di ruolo a scuola, ma riesce sempre a farsi trovare pronta per le gare, specie le più importanti. C’è Zanetti che in volata è sempre presente e le sue vittorie le mette sempre a segno, come quella di San Miniato a Pasqua. E poi tutte le altre che non fanno mai mancare impegno e lavoro per le compagne.

Giovanni Fidanza guarda con attenzione alla imminente riforma UCI sui ProTeam (foto Ossola)
Giovanni Fidanza guarda con attenzion alla imminente riforma UCI sui ProTeam (foto Ossola)
Riguardo alla riforma sui ProTeam per il 2025 ne avevamo parlato a novembre. Il tuo pensiero è sempre lo stesso?

Innanzitutto non abbiamo ancora comunicazioni ufficiali e pertanto diventa molto difficile capire molte cose. Quante saranno le professional e come saranno gli spazi per le continental. Le voci di corridoio dicono che comunque dovrebbero lasciare aperti gli inviti alle continental anche nelle gare più importanti come Giro, Tour o altre classiche. Se fosse così, sarebbe un bene, quantomeno per le formazioni italiane visto che nessuna dovrebbe prendere la licenza superiore, salvo qualche possibile fusione. In ogni caso, lo ripeto, non vorrei che l’UCI avesse alzato troppo l’asticella, volendo i ProTeam senza chiarire a dovere certi paletti e regolamentazioni.

Fidanza, un’altra Gaia da lanciare: dopo Realini c’è Tormena

03.02.2024
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L’ultima volta che ha avuto tra le mani una Gaia proveniente dal fuoristrada, Giovanni Fidanza ha plasmato una certa Realini, che ora è una delle atlete più promettenti a livello mondiale. L’abruzzese veniva dal ciclocross e nella Isolmant-Premac-Vittoria del tecnico bergamasco prese le misure alle corse su strada e spiccò il volo. Per questo oggi, scherzando ma neanche troppo, è venuto spontaneo chiedere a Giovanni che cosa tirerà fuori dalla nuova Gaia, che di cognome fa Tormena, ugualmente proveniente dal fuoristrada. Nel suo caso però, la specialità è l’eliminator di mountain bike, nella quale è una superstar internazionale, avendo vinto quattro mondiali e cinque europei. Nel mezzo la valdostana ha provato anche la pista e la BMX con quel vecchio sogno di andare alle Olimpiadi che probabilmente dovrà essere rimandato.

Giovanni lo intercettiamo in magazzino, mentre prepara i mezzi e le ultime cose in vista del primo ritiro e del debutto. La squadra ha ancora bici Guerciotti, il modello Veloce S, mentre è cambiato il fornitore dell’abbigliamento. Da Nalini, che ha il suo bel da fare per seguire le tre squadre del Team DSM Firmenich, sono passati con Rosti e il 24 febbraio presenteranno il team nel Bike Park Vittoria (in apertura, un’immagine del 2023 di Foto Ossola).

Giovanni Fidanza con Rossato e Realini: un’immagine del 2022, l’anno della consacrazione di Gaia
Giovanni Fidanza con Rossato e Realini: un’immagine del 2022, l’anno della consacrazione di Gaia
Direttore, un’altra Gaia in squadra: ci sono similitudini?

Sono diverse. Tormena sicuramente ha motore. Il suo problema però è che non viene dalla strada e dal poco che l’ho vista nel 2023, le manca l’esperienza per capire i momenti di corsa. Penso che l’anno scorso abbia fatto il passo troppo lungo andando nel UAE Devo Team. Magari avrebbe fatto meglio a passare prima da noi, iniziando con un’attività più tranquilla. Comunque è andata così, ha ancor 21 anni e se ha voglia, potremo lavorare bene.

Ti sembra che questa voglia ci sia?

Deve capirlo. Se vuoi arrivare a certi contratti, la sola via possibile è la strada. In mountain bike hai i tuoi sponsor, ma la possibilità di guadagnare e farne un mestiere ce l’hanno di qua. Secondo me, lei è ancora combattuta. Potrebbe avere il timore di non sapere fin dove potrà arrivare su strada, è legittimo che abbia qualche dubbio.

E come si superano?

Vanno via quando cominci a prendere fiducia e vedi i primi risultati. Lei ha fondo, sta facendo le sue distanze anche su strada. Ha le caratteristiche dei pistard che fanno endurance, cioè ha tenuta ed è anche abbastanza veloce. Deve lavorarci passo per passo. Crescendo avrà sempre più resistenza, sarebbe sbagliato adesso mettere l’asticella troppo in alto. Cominceremo con le nostre corse open, poi ne faremo di più importanti e piano piano prenderà le misure.

L’arrivo di Gaia Tormena è una scommessa che potrebbe dare grandi risultati (foto Isolmant Premac Vittoria)
L’arrivo di Gaia Tormena è una scommessa che potrebbe dare grandi risultati (foto Isolmant Premac Vittoria)
Un’altra Gaia che può spiccare il volo?

Non bisogna neanche caricarla troppo. Deve cominciare. Provare ad arrivare a fare la volata. Fare il primo piazzamento. E da lì capisci come lavorare per migliorare. Io dico sempre che prima di arrivare ai grandi risultati, bisogna fare un certo tipo di percorso naturale. Come fra gli uomini, non dobbiamo guardare quello che fanno i fenomeni, ma seguire il nostro percorso e poi a fine anno si tireranno le somme.

Quando si comincia?

Il 24 facciamo la presentazione, poi andiamo in ritiro Montecatini e ai primi di marzo si comincia come negli anni scorsi. La vita con tante WorldTour si è fatta più complicata per noi. Da una parte è bello, il movimento è cresciuto tantissimo e le ragazze finalmente non corrono solo per passione. Ormai l’attività è quasi parallela con quella maschile, le grandi corse hanno entrambe le prove, il problema è che fuori dal WorldTour si fa fatica a correre. Le continental devono sperare nell’invito, ma capitano anche grandi corse con pochi partecipanti che con noi potrebbero guadagnare partenti e impatto, invece preferiscono schierare solo 100 ragazze.

E’ un peccato…

Senza dubbio, perché anche noi dobbiamo avere un minimo di calendario per far fare esperienza. Alla fine il nostro ruolo è questo, ma abbiamo bisogno della platea per dare visibilità agli sponsor: anche loro si impegnano e meritano un riscontro. Non so nemmeno se avrebbe senso diventare il devo team di qualcun altro, perché significherebbe perdere la propria identità e disperdersi, come sta succedendo con la Valcar.

Emanuela Zanetti, qui prima al Memorial Silvia Piccini nel 2021, è tornata con Fidanza dopo i 4 mesi con la Zaaf (foto Ossola)
Emanuela Zanetti, qui prima al Memorial Silvia Piccini nel 2021, è tornata con Fidanza dopo i 4 mesi con la Zaaf (foto Ossola)
Che cosa puoi dirci delle tue ragazze? Ci sono tante giovani e un paio di veterane…

Abbiamo Beatrice Rossato, con cui abbiamo ritrovato l’accordo e ha il suo lavoro di insegnante. Io non le metto pressione, si gestisce e sa quando è pronta. Le altre, a parte Sara Mazzorana cui diamo questa possibilità, sono giovani che devono crescere. Arrivano dopo gli juniores, hanno tre anni di tempo per arrivare a un certo livello e poi spiccano il volo. Questo è il nostro ruolo ed è importante. Perché se salta il passaggio e vanno subito negli squadroni, sarà sempre più difficile che abbiano una crescita adeguata e tante smetteranno.

Saresti in grado di indicare quale fra le tue è pronta per qualche risultato interessante?

Emanuela Zanetti ha avuto alti e bassi. Il 2023 è stato un anno particolare. Prima la vicissitudine della squadra dov’era andata (quattro mesi alla Zaaf Cycling Team prima che si scoprisse il brutto bluff, ndr), poi è tornata con noi, ma è stata male. Secondo me su certi percorsi è competitiva e lo ha dimostrato. Poi c’è Asia Zontone…

La quale?

La quale due anni fa ha vinto una tappa al Giro delle Marche, mentre nel 2023 ho avuto una stagione difficile fra alti e bassi, senza trovare una costanza di rendimento. Penso che possa fare il piccolo salto che manca per diventare grande.

Asia Zontone è passata su strada dal cross nel 2022, vincendo la seconda tappa del Giro delle Marche (foto Ossola)
Asia Zontone è passata su strada dal cross nel 2022, vincendo la seconda tappa del Giro delle Marche (foto Ossola)
Cosa dici di Sara Pepoli, figlia d’arte?

Una bella atleta, solo che nel 2023 era al primo anno, quindi aveva la scuola e poi le è venuta una forte mononucleosi a inizio stagione. Praticamente i primi mesi li ha persi tutti, ha cominciato a correre bene a giugno e non è andata male. Ha fatto il suo. Sperando che quest’anno non incappi in problemi di salute, ha iniziato la preparazione con le altre e sono sicuro che abbia buoni margini di crescita.

Un’ultima battuta su Arianna e Martina, le sue figlie nel WorldTour con la maglia Ceratizit, impegnate fra strada e pista, poi Fidanza riprende il suo lavoro di sistemazione in magazzino. La stagione delle grandi squadre è iniziata dall’Australia, qui in Italia serivrà ancora qualche settimana.

Tormena vince ancora nell’XCE, ma la strada la reclama

10.10.2023
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Gaia Tormena è rimasta a terra. In procinto di partire per Palangkaraya, in Indonesia, per andare a difendere la sua maglia iridata di XC Eliminator, ha saputo che tutto è stato annullato a causa degli incendi della vicina Malaysia (appiccati appena concluso il Tour de Langkawi) per liberare i terreni nelle piantagioni, che hanno generato fumi che hanno invaso tutta la regione teatro dei mondiali.

Così, in attesa degli europei del 29 ottobre in Turchia e di una nuova destinazione iridata per novembre, con la valdostana c’è stato più tempo per analizzare non tanto la caccia al Grande Slam di XCE sempre sfuggitole (intanto la Coppa del mondo è già in carniere), ma il connubio fra Mtb e strada, dove quest’ultima sembra uscirne un po’ penalizzata. E Gaia si presta volentieri ad affrontare un tema per certi versi delicato, facendo parte di un team Devo del WorldTour.

Per l’azzurra 3 titoli mondiali e 3 europei. Quest’anno ha già vinto la Coppa del mondo (foto Instagram)
Per l’azzurra 3 titoli mondiali e 3 europei. Quest’anno ha già vinto la Coppa del mondo (foto Instagram)
Come giudichi la stagione che hai appena vissuto fra strada e Mtb?

La definirei una stagione complicata. Sono 5 anni che sono nel “mondo dei grandi” e finora mi era sempre venuto tutto facile, non ho mai avuto grandi problemi e quindi mi son sempre sentita sulla cresta dell’onda. Quest’anno diverse vicende legate alla bici e non, mi hanno portata ad una piccola crisi, più mentale che fisica. Sono però contenta di averla apparentemente superata e di aver ritrovato il mio equilibrio in questo finale di stagione. Non tutti i mali vengono per nuocere e da quest’anno credo comunque di aver imparato tanto, soprattutto per quanto riguarda il mondo della strada che era fino ad ora per me un po’ sconosciuto. Quindi direi che a questa stagione darei un 7, non di più.

La tua stagione è stata un continuo passare dalla Mtb alla strada e viceversa: quali difficoltà incontri nel cambiare continuamente specialità?

La difficoltà più grande sta forse nella preparazione. E’ importante riuscire a periodizzarla a seconda degli appuntamenti e degli obiettivi a seguire. Anche l’organizzazione non è semplice. Se fino all’anno scorso dovevo sempre avere una valigia pronta, quest’anno ne dovevo avere due.

Quest’anno la valdostana ha corso solo 11 giorni su strada, lavorando per le compagne
Quest’anno la valdostana ha corso solo 11 giorni su strada, lavorando per le compagne
Che esperienza stai vivendo al UAE Development Team e che aspirazioni hai relative alla strada?

Sono sicuramente grata ed entusiasta di poter correre con una maglia come quella del UAE Development Team e mi rendo conto che ci sono tantissime ragazze che vorrebbero essere al mio posto. Questo mi sprona ad impegnarmi al massimo per migliorare. Quest’anno sono stata al servizio delle mie compagne, per il futuro il sogno sarebbe quello di avere la squadra a disposizione per provare a sprintare io.

Finora hai affrontato solo 11 giorni di gare su strada, pressoché tutti nella parte primaverile della stagione: è una scelta adottata con il team?

Assolutamente sì, la scelta di quest’anno è stata quella di sostituire le gare di XCO che fino all’anno scorso facevano parte del mio programma di avvicinamento alla Coppa del mondo XCE con delle gare su strada. Avevamo già concordato che la mia stagione da stradista sarebbe stata anomala. In primavera ho corso sulle ruote strette, adesso sono un paio di mesi che sono concentrata solo sull’Eliminator.

L’intenzione di Gaia è dare maggior sostanza alla sua attività su strada nel 2024, puntando alle volate
L’intenzione di Gaia è dare maggior sostanza alla sua attività su strada nel 2024, puntando alle volate
Pur considerando i tuoi successi nella Mtb, il team ti chiede un impegno maggiore su strada?

E’ chiaro che vorrebbero vedermi correre di più su strada perché sappiamo tutti bene che più si corre, prima si migliora. Però come primo anno non abbiamo voluto esagerare. Il mio corpo ha dovuto adattarsi ai nuovi carichi di lavoro e il rischio era quello di fondere il motore invece che farlo spingere come dovrebbe.

Tutti ti conoscono per i tuoi successi nell’Eliminator, ma su strada che caratteristiche hai e quali sono i percorsi che ti piacciono di più?

Non so ancora bene che tipo di stradista possa definirmi, la cosa certa è che non sono una scalatrice! Potrei dire che il mio punto forte siano le volate, anche se nella realtà dei fatti sono consapevole di avere i watt ma di peccare a livello di tecnica/tattica. Riesco a reggere anche alcuni piccoli strappetti, su questo voglio lavorarci tanto in vista del prossimo anno. E poi riesco a guadagnare in discesa (merito della mtb). Il mio percorso ideale non l’ho ancora trovato, ma di sicuro mi piacciono le gare piatte in cui stare ben coperta in gruppo e dare tutto alla fine.

Gaia è sempre stata una funambola sulla bici, una dote che potrebbe servirle anche su strada
Gaia è sempre stata una funambola sulla bici, una dote che potrebbe servirle anche su strada
Fino allo scorso anno si era parlato di te anche per un possibile impiego nella velocità su pista o nel Bmx con le Olimpiadi all’orizzonte: sono progetti ancora in piedi?

Quello della BMX è stato un esperimento. Non ho più lavorato per questa disciplina negli ultimi anni. E’ bella, divertente, magari mi riuscirebbe anche bene, ma già solo per arrivare a chiudere una pista di Coppa del mondo con un tempo decente, facendo tutti i salti mi ci vorrebbe almeno un anno. Il progetto pista l’ho trascurato quest’anno dato l’impegno con la strada, ma mi piacerebbe continuasse in futuro.

I tuoi successi nell’Eliminator stanno andando di pari passo con la sua evoluzione: è una specialità che a tuo avviso si sta affermando e che cosa servirebbe per darle più popolarità?

Secondo me sta crescendo, ma a passi piccoli piccoli. Ogni anno abbiamo qualcosa in più ma per fare il vero salto di qualità avremmo bisogno di più promozione e attenzione mediatica e di grandi nomi di altre discipline che ci facciano conoscere. Anche i percorsi dovrebbero passare allo step successivo. Quello di Aalen quest’anno ad esempio era già next level rispetto ai percorsi soliti. C’erano salti con grandi gap e questo ha portato centinaia e centinaia di persone a vedere la gara. Dobbiamo acquisire professionalità e credibilità.

All’ultimo Giro d’Onore con le compagne nell’Esercito, tra cui Miriam Vece
All’ultimo Giro d’Onore con le compagne nell’Esercito
Quanto è contato l’ingresso nell’Esercito per la tua carriera sportiva?

Entrare a far parte dell’Esercito ha fatto sì che io in primis acquisissi credibilità. L’Eliminator viene visto come una disciplina minore e un hobby per i rider. Grazie alla fiducia datami dall’Esercito, ho potuto dimostrare che non sono una ragazza che si allena e gareggia per hobby in una disciplina minore, ma un’atleta che si impegna tutti i giorni per diventare la migliore. Una ciclista che ha dei sogni e che ci mette l’anima in quello che fa come qualsiasi altro professionista. Sono orgogliosa di vestire la loro maglia e di aver già portato 3 vittorie in Coppa del mondo e la classifica generale di specialità. Ora cercherò di conquistare una medaglia anche agli europei o ai mondiali in segno di riconoscimento del costante supporto datomi durante l’anno.

Tra le tue tante vittorie, una che ti è rimasta più nel cuore?

Ne ho 3 o 4 che mi hanno davvero tanto emozionato, ma se devo sceglierne una la prima non si scorda mai. Villard-de-Lans, maggio 2019, prima Coppa del mondo XCE, prima vittoria e tante tante lacrime dopo il traguardo. Una volta tornata a casa andavo in bici con i miei amici e mi chiedevano di portarmi dietro la medaglia per vederla. Ancora oggi mi emoziono a pensarci.

Gaia Tormena entra nelle grande famiglia di Merida

27.01.2023
3 min
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Gaia Tormena ha ufficialmente fatto il proprio ingresso nel riservato “pool” di atleti sponsorizzati e supportati da Merida. La biker valdostana, che da anni letteralmente domina la scena a livello mondiale nella disciplina delle prove eliminator, ha scelto Merida per le proprie competizioni “off-road”: dalle sfide ad eliminazione, il suo “pane”, fino alle gare enduro.

Classe 2002, nata e cresciuta ad Aosta, Gaia sin da bambina ha praticato diverse discipline sportive, ma solo quando è salita in sella ad una mountain bike ha davvero trovato la propria dimensione. Oggi, Gaia Tormena vanta un palmares ricco di ben tre titoli mondiali nelle prove XCE: la disciplina eliminator, dove quattro biker per batteria si sfidano in un tabellone in stile tennistico fino a comporre la finale con il quartetto dei più forti. E anche nell’ultima competizione iridata svoltasi a Barcellona, sul finire del 2022, la valdostana si è laureata per la terza volta campionessa mondiale, dopo le maglie arcobaleno indossate nel 2021 a Graz, in Austria, e nel 2019 a Waregem in Belgio.

Tormena potrà pedalare su modelli top di gamma, come la Ninety Six 7000
Tormena potrà pedalare su modelli top di gamma, come la Ninety Six 7000

Mountain bike a 360 gradi

Con già alle spalle questo importante curriculum sportivo, Gaia Tormena entra dunque nella scuderia Merida, il bike brand taiwanese che l’affiancherà in occasione delle prossime competizioni, che non si limiteranno solo ed esclusivamente alle prove XCE.

«Sì è vero – ha dichiarato Gaia Tormena in occasione di una sua recente visita al quartier generale Merida Italy di Reggio Emilia – mi piace molto pedalare anche in altre discipline offroad, come ad esempio l’enduro, dove sono campionessa italiana in carica, e il cross country olimpico, e questo perché entrambi gli ambiti rappresentano terreni di gara estremamente attraenti e divertenti».

L’atleta valdostana, classe 2002 ha dominato la disciplina eliminator negli ultimi anni
L’atleta valdostana, classe 2002 ha dominato la disciplina eliminator negli ultimi anni

«Diamo un caloroso benvenuto a Gaia nella nostra famiglia – ha aggiunto Dario Aquaroli, il marketing manager di Merida Italy – con lei abbiamo trovato da subito una grande sintonia e siamo estremamente orgogliosi di poterle dare le nostre mountain bike per tutte le discipline che vorrà praticare. Una dotazione composta da ben tre modelli Merida: la BigNine, per le competizioni eliminator, nelle quali cercherà di confermarsi leader mondiale, la Ninety-Six bi-ammortizzata come alternativa nelle prove di cross country olimpico, e, infine, la One Sixty, il modello di punta della proposta Merida per quanto riguarda l’enduro».

Merida

Tormena 2022

Tormena, tra pista e Bmx passa la… strada per i Giochi

23.02.2022
5 min
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La notizia l’aveva data Tommaso Lupi: sta per nascere la nazionale femminile di Bmx e in squadra ci sarà Gaia Tormena, la “vincitutto” dell’Mtb Eliminator, la specialista della velocità su pista, la ragazza che si divide fra Mtb e strada. Una ciclista dalle mille vite a dispetto della giovanissima età, ma che sta ancora cercando la sua via e chissà che questa non passi per la bici che solitamente si usa agli inizi, ma che lei non conosceva ancora, prima che Lupi gliene parlasse.

«L’idea è nata parlando con lei al Giro d’Onore – ricorda Lupi – e la ragazza l’ha subito accettata con entusiasmo. La sua presenza ha due motivi fondanti: il suo livello tecnico di prim’ordine e la carenza assoluta di praticanti. Avevamo bisogno di un cardine per fondare un nuovo gruppo e lei potrebbe fare al caso nostro».

Tormena Mondiali 2021
Gaia, valdostana del 2002, vanta già 2 titoli mondiali e 3 europei nell’eliminator e un europeo junior nella velocità a squadre
Tormena Mondiali 2021
Gaia, valdostana del 2002, vanta 2 titoli mondiali e 3 europei nell’eliminator e un europeo junior nella velocità a squadre

Una bici mai vista prima

C’è solo un piccolo problema: Gaia prima del raduno di febbraio non era mai salita su una Bmx.

«E’ una bici difficile da gestire – è consapevole Lupi – servono ore di pratica per “addomesticarla”, ha una rigidità che non perdona nulla, ma lei lo sa e anzi questo la incuriosisce e motiva ancor di più. E’ chiaro che è un esperimento, non possiamo fare pronostici su come e quando potrà gareggiare, su dove potrà arrivare. Sarà un continuo work in progress, ma noi dobbiamo guardare a un progetto più ampio. Costruire un gruppo solido con il quale puntare alle Olimpiadi, presumibilmente quelle di Los Angeles 2028. Gaia potrebbe essere il riferimento, ma vorrei coinvolgere anche Camilla Zampese, grande talento da giovanissima, che non avendo avversarie era costretta a gareggiare con i maschi fino a perdere motivazione e ritirarsi anzitempo. E’ rimasta ad allenare, sarà utile al progetto».

Già, le Olimpiadi. Per certi versi sono il tormento di Gaia. Considerando la sua giovane età, stiamo parlando di una delle atlete più vincenti dello sport italiano, il problema è che l’eliminator non è disciplina olimpica e non lo sarà (almeno a breve) quindi per coronare il suo sogno bisogna intraprendere un’altra strada e da questo nasce l’idea di provare ogni disciplina.

«Dalle mie parti c’è una pista da Bmx – racconta la campionessa mondiale – ma io l’ho sempre affrontata con la Mtb da cross country. Era divertente, ma so che la Bmx è un’altra cosa».

Tormena Graz 2021
A Graz (AUT) la Tormena si è ripresa il titolo mondiale perso al fotofinish nel 2020 (foto Uci)
Tormena Graz 2021
A Graz (AUT) la Tormena si è ripresa il titolo mondiale perso al fotofinish nel 2020 (foto Uci)
Solitamente è una bici con la quale si acquisisce confidenza da bambini…

Infatti inizio molto tardi, ma a me piacciono le sfide impossibili, mi butto abbastanza. Dicono che bisogna vincere la paura nell’affrontare quelle piste, ma a me non spaventano. Dovrò prendere la mano con le fasi di volo. Servirà pratica, tanta pratica…

Hai mai visto le gare di Bmx?

In Tv, non dal vivo. Sono spettacolari, ma rispondono abbastanza alle mie caratteristiche, devi essere esplosivo, capace di rilanciare e guidare di continuo. Con l’eliminator i punti in comune non sono poi tantissimi, le gare di Bmx durano molto meno.

Quanto tempo ti sei riproposta di impiegare per prendere confidenza?

Difficile a dirsi, credo che un paio d’anni di pratica, crescendo passo passo, siano necessari, ma questo potrò saperlo solo provando.

Raduno Bmx 2022
Al primo raduno 2022 della Bmx a Vigevano, la Tormena ha fatto le sue prime esperienze (foto Fci)
Raduno Bmx 2022
Al primo raduno 2022 della Bmx a Vigevano, la Tormena ha fatto le sue prime esperienze (foto Fci)
E’ una strada nuova verso il tuo sogno olimpico…

Di Olimpiadi mi parlano almeno una volta a settimana… Sicuramente è un sogno, ma non è per questo che non ho ancora trovato la mia strada. Il fatto è che ottengo risultati in tante discipline e questo mi impedisce di scegliere. E’ come se fossi alla stazione, dove ci sono tanti treni in partenza e non so quale prendere…. Devo capire qual è quello giusto per il mio futuro. Quel che è certo è che io voglio correre in bici perché so di farlo bene.

C’è anche la pista…

Sì e non l’abbandono, sia perché mi piace moltissimo, sia perché in questo momento è una strada primaria per coronare il mio sogno olimpico. Ma se devo guardare più lontano, se voglio che il ciclismo sia un mestiere è chiaro che devo pensare alla strada.

Riesci a inserirla nella tua agenda così fitta d’impegni?

Sì, anzi penso che nel 2022 la praticherò di più. A lungo termine solo la strada può garantire un lavoro. Per continuare il mio percorso ho inserito qualche prova italiana, per capire come me la cavo. Su strada ho già corso fino alla categoria allieve 1° anno, dovrò rispolverare le mie reminiscenze su come si sta in gruppo. Penso che inizialmente affronterò qualche gara amatoriale per riprendere confidenza, a fine stagione mi butterò nelle competizioni vere e proprie.

Tormena Lupi 2022
La Tormena fra Lupi e, alla sua sinistra, i collaboratori Juan Diego Quintero e Sebastiano Costa (foto Instagram)
Tormena Lupi 2022
La Tormena fra Lupi e, alla sua sinistra, i collaboratori Juan Diego Quintero e Sebastiano Costa (foto Instagram)
Senza dimenticare la “tua” specialità, l’eliminator…

Non potrei mai, è quella che mi ha dato le maggiori soddisfazioni, mi ha fatto conoscere e permesso di girare il mondo. Devo difendere i miei titoli. La riconquista del titolo mondiale è stata una soddisfazione immensa, volevo riprendermi la maglia perché ha un sapore particolare indossarla, sai quanto è bella e quello che rappresenta. Quando ce l’ho indosso sento di contare qualcosa, di dare lustro al mio Paese.

Gaia cerca la sua strada, quella giusta che possa portarla verso i cinque cerchi olimpici. Servirà tempo e pazienza, anche se tutti già sognano di vederla protagonista a Parigi 2024. Il tempo però è tiranno e Lupi getta acqua sul fuoco.

«Alle Olimpiadi si corre nel Supercross, a un livello ancora più alto, con salti di 12 metri… Serve molto tempo per fare pratica e le qualificazioni olimpiche non aspettano. Le capacità tecniche di Gaia non si discutono, ma non dimentichiamo mai che si tratta di un esperimento. Diamole tempo…».

Sher presenta il nuovo completo, pensato per le donne

25.08.2021
4 min
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Sher è nata dalle donne per le donne, per avvicinarle a questo meraviglioso sport e permettere loro di sentirsi sempre a proprio agio. Il ciclismo femminile è un movimento che va sempre più in crescendo e che man mano accoglie nuove appassionate. Sara Canali è l’ideatrice del marchio nato a Bolzano. Da cosa deriva Sher? Da “S” come sport ed “her” come il pronome femminile in inglese: una scelta non casuale. La collaborazione con degli atleti e il far testare a loro i nuovi prodotti non pone confini allo sviluppo di questo brand ormai in rapida ascesa.

Una delle atlete entrata nel mondo Sher è Gaia Tormena, regina indiscussa del cross country Eliminator, di cui è campionessa europea e vincitrice di numerose gare in coppa del mondo. Chiediamo proprio a lei di descriverci questi nuovi prodotti.

Bibshort Forza

«La prima cosa che mi ha colpito in questi pantaloncini è il fondello – esordisce Gaia – è studiato per essere comodo sulle forme femminili. Solitamente mi sono sempre dovuta adattare a quello da uomo che dopo un po’ crea dei problemi di comfort. Questo nuovo fondello permette di prolungare le proprie uscite e di godersi ancor di più la bici».

Misura femminile

I pantaloncini hanno le bretelle, studiate appunto per essere a misura di donna. Sono molto larghe davanti e s’incrociano dietro. Gaia ne è entusiasta.

«Sembra scontato ma è una soluzione davvero innovativa, il taglio nella zona delle scapole, oltre ad essere comodo, permette di non inarcare troppo la schiena e di conseguenza non si hanno dolori. Un’altra soluzione intelligente è la zip posteriore che permette di fare le “pause bagno” con maggiore facilità e senza perdere troppo tempo».

Materiale di alta qualità

Il materiale di cui sono composti è biodegradabile, compatto e leggero, garantisce una rapida asciugatura anche in caso di pioggia durante la pedalata. «Un’altra accortezza – ci fa notare la giovane valdostana – è l’elastico sulle cosce, l’anatomia di noi donne è differente e un pantaloncino che stringe molto risulta scomodo provocando irritazioni».

Jersey Pura

La maglia proposta da Sher è estremamente traspirante e derivata da tessuti ricliclati, la particolarità è una piccola “v” sulla parte posteriore del collo. Spacco pensato per non creare punti di pressione a livello cervicale.

Elasticità top

«La maglia è più elastica dei pantaloncini, è pensata per le donne quindi si considera anche la presenza del seno, che ognuna di noi ha in forme e misure differenti. Il tessuto più elastico permette di non aver alcun tipo di problema di vestibilità. Sono tutte piccole accortezze che fino a quando non le provi sulla tua pelle non ne capisci il vantaggio».

Parole che incoronano un progetto interessante che sta prendendo sempre più piede. La Jersey pura, disponibile in colore bianco è in vendita al prezzo di 100 euro, mentre i Bibshort Forza sono disponibili in colorazione ponderosa green, prezzo di 210 euro.


sheractive.com

Gaia Tormena alza la posta: ora lavora sulla crono

30.04.2021
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«Ci vediamo presto – la salutiamo – su strada, in pista o su qualche sentiero. A questo punto non hai più limiti, quel che è certo è che spunterai in sella a una bicicletta, ma di quale tipo non si sa…». Gaia Tormena saluta con una risata argentina e ci lascia a riordinare gli appunti di un’interessante conversazione. Se vogliamo parlare di polivalenza, dobbiamo partire da lei. Tanto più che adesso ha messo nel mirino anche i campionati italiani della crono.

Dalla Mtb alla pista

Quando venne fuori che nel 2020 la valdostana, oggi 19 anni, iridata 2019 di eliminator in mountain bike, avrebbe partecipato agli europei su pista, qualcuno strabuzzò gli occhi. Noi andammo più a fondo e ci facemmo raccontare dell’insolita avventura e di come fosse stato il cittì Celestino a fare il suo nome al collega della pista (e della strada) Salvoldi. Considerato che Gaia non aveva mai corso in pista, l’esperimento era stato trionfale, chiuso con l’argento nella velocità a squadre e la finale del keirin mancata per 15 centimetri. Abituata a gareggiare sui 90 secondi dell’eliminator, bravissima a guidare la bici e capace di un’elevata frequenza di pedalata, l’abbinamento Mtb-pista si era compiuto nel nome del talento e della sua passione.

Dalla pista alla crono

Oggi però, Gaia ha deciso di fare un altro passo e così dieci giorni fa si è presentata nella sede milanese di Guerciotti, uscendone con una bici da cronometro. Una Eureka TT, messa a disposizione gratuitamente dall’azienda milanese. Il top della gamma crono, con cui lo scorso anno correva la Bardiani e ora la Caja Rural. Freni tradizionali, gruppo Campagnolo Record 11v Eps, ruote Ursus e sella Selle italia Iron Flow.

Tormena attentissima, Guerciotti spiega. La bici è montata con Campagnolo Record 11v Eps
Tormena attentissima, Guerciotti spiega

Noi l’abbiamo raggiunta dopo i primi allenamenti, riscoprendo la routine della scuola cui anche lei ha dovuto far ritorno in presenza. La sensazione, da lei confermata con una sincera risata, è che con la didattica a distanza le riuscisse meglio organizzarsi il poco tempo a disposizione.

«Il primo approccio con la bici da crono – spiega – è andato bene. Per i primi due chilometri mi sono sentita un po’ strana, poi però ho trovato il feeling giusto. Non era la prima volta con le appendici, avendo usato la bici da quartetto…».

Come ti è venuta l’idea?

E’ nata all’ultimo momento. A maggio avrei avuto i mondiali di eliminator, ma li hanno rinviati a fine agosto. Finora ho fatto qualche gara di cross country, ma non poteva bastare. Così abbiamo guardato il calendario e visto che a giugno ci sono i campionati italiani della cronometro. Abbiamo chiesto un po’ in giro e Guerciotti mi ha dato questa possibilità per arricchire il mio bagaglio. Sarà utile per quando insegnerò ciclismo o magari sarò un tecnico.

Scusa, hai 19 anni, non è presto per pensare alla carriera giù dalla bici?

Sì, ma è bene provare tutto. Sono dell’idea che finché non provo, non posso sapere. Ed essendo in una piccola squadra, ho la possibilità di fare parecchie esperienze, senza per forza incanalarmi verso una specialità che poi escluda le altre.

Per Tormena, primo test sulla posizione in Guerciotti, prima di andare dal suo biomeccanico
Primo test sulla posizione, prima di andare dal suo biomeccanico
Come va sulla bici da crono?

Abbastanza bene, ma devo sistemare ancora qualcosa sulla posizione. Credevo che sarei stata più bassa di cadenza, invece dopo un po’ mi sono ritrovata a spingere bene. L’obiettivo è il campionato italiano, vediamo se riuscirò ad adattarmi. In fondo si tratta pur sempre di una bici, non vedo grosse differenze.

Farai qualche gara di prova prima dei tricolori?

Ne stiamo cercando una per prendere le misure. In fondo l’eliminator sono due minuti ripetuti più volte. Il cross country dura un’ora e 40’. La crono saranno meno minuti, però a tutta.

Hai provato la bici da crono in tutte le situazioni?

Non ancora in discesa, che un po’ mi inquieta. Non so come si comporta la bici e come riuscirò ad adattarmi. Ho ancora le ruote a raggi, che la rendono guidabile, vedremo come sarà con la lenticolare.

Andrai a studiare il percorso della crono?

Nelle gare di eliminator sono precisissima, cerco di conoscere il percorso metro per metro. Per la crono dovrò adattarmi, visto che c’è di mezzo la scuola. Dovrò mandarlo a memoria quando sarà possibile andarci.

La Eureka TT è pronta, stretta di mano con Guerciotti e via
La Eureka TT è pronta, stretta di mano con Guerciotti e via
La crono ormai si prepara in modo iper tecnologico: che rapporto hai con il misuratore di potenza?

Ho iniziato ad allenarmi con i watt da quest’anno. Il mio allenatore di prima, con cui mi trovavo benissimo, mi ha detto che non se la sentiva più di seguirmi, perché non sarebbe riuscito a dedicarmi l’attenzione di cui ho bisogno. Il mio nuovo tecnico Sergio Benzio è molto preciso su watt e posizione. La cosa bella è che loro due continuano a sentirsi, per cui lavoro con una certa continuità. Quanto a me, dovrò essere più scientifica, mi sforzerò di esserlo.

In che fase di preparazione sei?

Non sto lavorando sul cross country, alle gare che ho fatto mi sono presentata con l’allenamento da sprinter. Ho fatto il grosso del volume su strada, ma d’ora in avanti per la cronometro seguirò tabelle nuove.

Gaia Tormena, 19 anni, tutto pronto per il primo allenamento in Val d’Aosta
Tutto pronto per il primo allenamento in Val d’Aosta
Che sensazioni ti dà passare da una bici all’altra, da una specialità all’altra?

Diciamo che ho passaggi agili. Durante la settimana uso come base la bici da strada, un giorno prendo la Mtb per curare la tecnica, un giorno vado in pista a Montichiari per lavorare sulla velocità e l’inseguimento. Invece fuori stagione mi diverto anche con l’enduro.

Qual è la molla che spinge Gaia Tormena verso tutto questo provare?

Credo sia la passione per le due ruote, che a volte si trasforma anche dentro di me. Ce l’ho da piccolissima ed è nata spontaneamente. La voglia di provare finché si può. Perché so da me che a un certo punto bisognerà compiere una scelta. E per allora bisognerà aver valutato tutte le opzioni.

Gaia Tormena, Sara Fiorin, Valentina Basilico, Europei pista U23 Fiorenzuola d'Arda 2020, Velocità olimpica

Tormena, dalla Mtb alla pista: come ha fatto?

18.12.2020
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Il raduno delle ragazze della pista a Montichiari è appena finito, per Gaia Tormena ora ci sono ore di macchina con la mamma Laura alla guida. Dovrebbe essere stanca, invece la sua voce al telefono è sempre squillante e trasmette entusiasmo.

«Sembra così – ride – ma in pista ci si stanca molto, quando l’ho affrontata per la prima volta non mi aspettavo proprio… Tenere la scia è faticosissimo, alla fine ero stravolta e le compagne fresche come rose».

Gaia Tormena 2020
Foto a casa sua in Val d’Aosta, Gaia frequenta il Liceo Linguistico e ha 18 anni
Gaia Tormena 2020
Gaia ha 18 anni e frequenta il Liceo Linguistico

Imbattibile? Quasi…

Gaia Tormena è l’esempio lampante di come la bici dovrebbe essere intesa, ma per capirlo bisogna spiegare chi è. Stiamo parlando di una ragazza valdostana che ha da poco compiuto 18 anni, ma che ha già un palmares eccezionale. Un titolo mondiale (2019), due europei e due Coppe del mondo (2019 e 2020), tre italiani (2016-17-18), ma non su pista, bensì nella Mtb, specialità eliminator. Una gara tutta di potenza e agilità, della durata di 90 secondi al massimo. Si fanno le qualificazioni a tempo e da lì si sviluppa il tabellone con sfide a 4 sino alla finale.

Gaia è stata quasi imbattibile fin da subito e il quasi è venuto quest’anno, quando l’azzurra è stata battuta ai mondiali dalla francese Isaure Medde solo per un fotofinish millimetrico.

Il salto del coniglio

Va bene, ma che cosa c’entra con la pista? Il fatto è che Gaia ama la bici a prescindere, ha praticato tutte le discipline e può passare indifferentemente da una parte all’altra senza contraccolpi. Esattamente come avviene per i grandi del ciclismo contemporaneo, da Van der Poel a Van Aert. Una caratteristica che è emersa fin da piccola.

«Ho imparato a pedalare insieme a camminare – dice – le rotelle le ho tenute pochissimo e a 5 anni già dicevo che volevo entrare in qualche squadra con altri bambini. I miei genitori ci hanno provato, ma ero troppo piccola. Ho iniziato seriamente a 12 anni alla Cicli Lucchini, facendo le prime gare nella Mtb e su strada, ma non è che la bici prima l’avevo messa da parte, anzi. Appena tornavo da scuola, la prendevo, andavo dietro casa e iniziavo a giocare. Saltare, pedalare, superavo ostacoli che mi inventavo io e altri che mi costruivo con l’aiuto di mia madre. Facevo sgommate, slalom fra gli alberi. Insomma, ero un piccolo cavallo pazzo. Ho imparato un sacco di evoluzioni, tanto che i miei compagni mi chiedevano di insegnargli come fare. Un giorno mi sono inventata un trick, una sorta di alley-hop al contrario e mia madre ha chiesto su Facebook se quel movimento aveva già un nome. L’abbiamo chiamato “salto del coniglio”».

Gaia Tormena 2014
Funambola sin da bambina, ha sviluppato equilibrio e colpo d’occhio
Gaia Tormena 2014
Colpo d’occhio sviluppato giocando…

Colpa di Celestino

La valdostana è forse il primo esempio italiano di quell’evoluzione naturale della passione per la bici, che nasce dalla più tenera età e che poi potrà avere mille sviluppi. Quello stesso principio di multidisciplinarietà sul quale Cassani batte da tempo. Ma c’è anche qualcos’altro e a spiegarlo è il Cittì della nazionale di Mtb ed ex pro’ su strada, Mirko Celestino che la conosce bene.

«Lei è brava a giocare con la bici – dice – e questo concetto è la base sulla quale costruire un corridore. Con quei giochi Gaia ha incamerato una straordinaria capacità di guida, riesce a venire fuori da qualsiasi situazione ed emerge nelle discipline veloci dove basta un errore per compromettere tutto. Con il suo fisico alto e statuario e le sue doti di potenza e agilità, ho pensato subito che la pista potesse essere ideale per lei. Per questo ho chiamato il responsabile Dino Salvoldi consigliandogli di visionarla».

«Avevo provato la pista da ragazzina – è di nuovo Gaia a parlare – grazie al mio comitato regionale e mi era piaciuta, poi non c’era stata occasione per continuare perché il velodromo più vicino era a Torino, troppo distante. Mi avevano contattato l’inverno scorso per parlarmi di un’eventuale partecipazione agli europei di categoria, poi è sopravvenuto il lockdown e non credevo se ne sarebbe fatto più nulla. Invece quest’estate mi sono ritrovata coinvolta in una bellissima avventura (nella foto di apertura è con Valentina Basilico e Sandra Fiorin, ndr). Io agli europei non avevo mai gareggiato su pista… Ho fatto la velocità a squadre e abbiamo vinto l’argento, nel keirin ho mancato la finale per 15 centimetri, nella velocità ammetto che ci ho capito poco. Lì è tutta questione di tattica e io devo imparare».

Gaia Tormena 2018
E’ il 2018, Gaia è una delle colonne portanti della Mtb azzurra nell’eliminator
Gaia Tormena 2018
Nel 2018 è un riferimento dell’eliminator mondiale

Chi fa da sé…

E’ curioso che abbia vinto l’argento in una gara a squadre, perché per Gaia il ciclismo è uno sport fortemente individuale ed è probabilmente il principale ostacolo a un suo futuro su strada.

«Ha gareggiato fra le esordienti di 2° anno e le allieve 1° anno – racconta suo papà Fabio, che da piccola le ha fatto provare una marea di sport – ma la scintilla non è scattata. Le bici da strada le usa per allenarsi, sappiamo che fa attenzione, d’altronde il rischio è dietro l’angolo qualsiasi cosa si faccia».

Il papà aveva provato a coinvolgerla nella sua passione, la corsa a piedi.

«No, non fa per me – dice Gaia – mi annoiavo. Le gare su strada non mi piacciono, odiavo dover lavorare per le altre, costruire magari la volata per far vincere un’altra. Oppure cadere perché un’altra ciclista era caduta davanti a me nel gruppo. E poi faticavo troppo a mantenere un’andatura regolare. Nella Mtb è diverso, gareggi per te stessa, sei completamente responsabile del tuo risultato e si presta meglio alle mie caratteristiche».

Gaia Tormena 2019
Con la magia iridata conquistata nel 2019
Gaia Tormena 2019
Iridata e radiosa nel 2019

Il ciclismo su strada è quindi messo da parte, almeno per ora. Parliamo di una ragazza che sta ancora affrontando il mondo del pedale volando sui propri sogni.

«Vorrei tanto arrivare a un livello tale da diventare professionista – dice – ossia fare della mia passione per la bici il mio lavoro. E poi è chiaro, ho il sogno che hanno tutti: andare ai Giochi Olimpici».

Non importa in sella a quale bici…