«Ci vediamo presto – la salutiamo – su strada, in pista o su qualche sentiero. A questo punto non hai più limiti, quel che è certo è che spunterai in sella a una bicicletta, ma di quale tipo non si sa…». Gaia Tormena saluta con una risata argentina e ci lascia a riordinare gli appunti di un’interessante conversazione. Se vogliamo parlare di polivalenza, dobbiamo partire da lei. Tanto più che adesso ha messo nel mirino anche i campionati italiani della crono.
Dalla Mtb alla pista
Quando venne fuori che nel 2020 la valdostana, oggi 19 anni, iridata 2019 di eliminator in mountain bike, avrebbe partecipato agli europei su pista, qualcuno strabuzzò gli occhi. Noi andammo più a fondo e ci facemmo raccontare dell’insolita avventura e di come fosse stato il cittì Celestino a fare il suo nome al collega della pista (e della strada) Salvoldi. Considerato che Gaia non aveva mai corso in pista, l’esperimento era stato trionfale, chiuso con l’argento nella velocità a squadre e la finale del keirin mancata per 15 centimetri. Abituata a gareggiare sui 90 secondi dell’eliminator, bravissima a guidare la bici e capace di un’elevata frequenza di pedalata, l’abbinamento Mtb-pista si era compiuto nel nome del talento e della sua passione.
Dalla pista alla crono
Oggi però, Gaia ha deciso di fare un altro passo e così dieci giorni fa si è presentata nella sede milanese di Guerciotti, uscendone con una bici da cronometro. Una Eureka TT, messa a disposizione gratuitamente dall’azienda milanese. Il top della gamma crono, con cui lo scorso anno correva la Bardiani e ora la Caja Rural. Freni tradizionali, gruppo Campagnolo Record 11v Eps, ruote Ursus e sella Selle italia Iron Flow.
Noi l’abbiamo raggiunta dopo i primi allenamenti, riscoprendo la routine della scuola cui anche lei ha dovuto far ritorno in presenza. La sensazione, da lei confermata con una sincera risata, è che con la didattica a distanza le riuscisse meglio organizzarsi il poco tempo a disposizione.
«Il primo approccio con la bici da crono – spiega – è andato bene. Per i primi due chilometri mi sono sentita un po’ strana, poi però ho trovato il feeling giusto. Non era la prima volta con le appendici, avendo usato la bici da quartetto…».
Come ti è venuta l’idea?
E’ nata all’ultimo momento. A maggio avrei avuto i mondiali di eliminator, ma li hanno rinviati a fine agosto. Finora ho fatto qualche gara di cross country, ma non poteva bastare. Così abbiamo guardato il calendario e visto che a giugno ci sono i campionati italiani della cronometro. Abbiamo chiesto un po’ in giro e Guerciotti mi ha dato questa possibilità per arricchire il mio bagaglio. Sarà utile per quando insegnerò ciclismo o magari sarò un tecnico.
Scusa, hai 19 anni, non è presto per pensare alla carriera giù dalla bici?
Sì, ma è bene provare tutto. Sono dell’idea che finché non provo, non posso sapere. Ed essendo in una piccola squadra, ho la possibilità di fare parecchie esperienze, senza per forza incanalarmi verso una specialità che poi escluda le altre.
Come va sulla bici da crono?
Abbastanza bene, ma devo sistemare ancora qualcosa sulla posizione. Credevo che sarei stata più bassa di cadenza, invece dopo un po’ mi sono ritrovata a spingere bene. L’obiettivo è il campionato italiano, vediamo se riuscirò ad adattarmi. In fondo si tratta pur sempre di una bici, non vedo grosse differenze.
Farai qualche gara di prova prima dei tricolori?
Ne stiamo cercando una per prendere le misure. In fondo l’eliminator sono due minuti ripetuti più volte. Il cross country dura un’ora e 40’. La crono saranno meno minuti, però a tutta.
Hai provato la bici da crono in tutte le situazioni?
Non ancora in discesa, che un po’ mi inquieta. Non so come si comporta la bici e come riuscirò ad adattarmi. Ho ancora le ruote a raggi, che la rendono guidabile, vedremo come sarà con la lenticolare.
Andrai a studiare il percorso della crono?
Nelle gare di eliminator sono precisissima, cerco di conoscere il percorso metro per metro. Per la crono dovrò adattarmi, visto che c’è di mezzo la scuola. Dovrò mandarlo a memoria quando sarà possibile andarci.
La crono ormai si prepara in modo iper tecnologico: che rapporto hai con il misuratore di potenza?
Ho iniziato ad allenarmi con i watt da quest’anno. Il mio allenatore di prima, con cui mi trovavo benissimo, mi ha detto che non se la sentiva più di seguirmi, perché non sarebbe riuscito a dedicarmi l’attenzione di cui ho bisogno. Il mio nuovo tecnico Sergio Benzio è molto preciso su watt e posizione. La cosa bella è che loro due continuano a sentirsi, per cui lavoro con una certa continuità. Quanto a me, dovrò essere più scientifica, mi sforzerò di esserlo.
In che fase di preparazione sei?
Non sto lavorando sul cross country, alle gare che ho fatto mi sono presentata con l’allenamento da sprinter. Ho fatto il grosso del volume su strada, ma d’ora in avanti per la cronometro seguirò tabelle nuove.
Che sensazioni ti dà passare da una bici all’altra, da una specialità all’altra?
Diciamo che ho passaggi agili. Durante la settimana uso come base la bici da strada, un giorno prendo la Mtb per curare la tecnica, un giorno vado in pista a Montichiari per lavorare sulla velocità e l’inseguimento. Invece fuori stagione mi diverto anche con l’enduro.
Qual è la molla che spinge Gaia Tormena verso tutto questo provare?
Credo sia la passione per le due ruote, che a volte si trasforma anche dentro di me. Ce l’ho da piccolissima ed è nata spontaneamente. La voglia di provare finché si può. Perché so da me che a un certo punto bisognerà compiere una scelta. E per allora bisognerà aver valutato tutte le opzioni.