Lenny Martinez, il ciclocross e la sua idea sul 52×14

24.12.2021
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Parlando di Francia e juniores, siamo andati a curiosare a casa di Lenny Martinez, uno dei francesi giovani più promettenti, conosciuto al Giro della Lunigiana e in procinto di entrare nella Conti Fdj Groupama, la continental del team WorldTour di Marc Madiot, in cui corre anche Lorenzo Germani. A ben vedere nel gruppo francese, l’italiano va parecchio di moda. Così oltre a Guarnieri che ne costituisce un caposaldo fra i pro’, nel team femminile a Marta Cavalli si è aggiunta Vittoria Guazzini.

Eravamo curiosi di avere l’opinione di Lenny sulla decisione francese di abolire la limitazione dei rapporti fra gli juniores e sul suo inverno, dato che il figlio di MiniMig è un affezionato del ciclocross. Da noi s’è preso Bryan Olivo e col pretesto del primo anno su strada lo si è tolto dai campi, cosa sta facendo il francese?

«Due giorni fa – risponde sorridendo e confermando le differenze – ho corso nel cross, come tutti i weekend da novembre. Con la Groupama Fdj Conti con cui correrò nel 2022 partecipiamo anche alle Coppe di Francia e al Campionato di Francia, per prepararci alla stagione su strada».

Il Lunigiana gli ha dato grande popolarità anche nel suo Paese
Il Lunigiana gli ha dato grande popolarità anche nel suo Paese
Cosa pensi del tuo 2021?

Sono molto felice e soddisfatto.

La vittoria del Giro della Lunigiana è stata ben accolta in Francia?

Sì, mi hanno chiesto in tanti. Inoltre ha nell’albo d’oro dei grandi corridori come Remco o Pogacar oltre a Piccolo, atleti che seguivo da giovane.

Per quanto tempo hai riposato?

Mi sono preso cinque settimane senza andare in bicicletta, perché a fine stagione ho avuto una tendinite che ho dovuto far passare.

E allora quando hai ripreso ad allenarti?

Il 25 ottobre, ma piano piano.

Subito in bici o anche altro?

Quest’inverno ho fatto un po’ di corsa, ciclocross, mountain bike e strada. Poche novità, insomma, con la palestra due volte a settimana.

Continui ad allenarti da solo?

Sì, sto pensando di fare un ritiro individuale nel sud della Francia a metà gennaio dopo il campionato francese di ciclocross. Poi uno stage con la squadra a febbraio, a Calpe.

Cinque settimane sono un bello stacco, quando è arrivata la voglia di ripartire?

Subito, se devo dire la verità  (ride, ndr). Dopo una settimana volevo già riprendere la bici, anche per fare 20 minuti. Le cinque settimane sono state lunghissime…

Campionati europei Trento di 2021, Romain Gregoire e Lenny Martinez hanno monopolizzato la corsa
Europei di Trento 2021, Gregoire e Martinez hanno monopolizzato la corsa
Hai subito seguito tabelle oppure all’inizio hai improvvisato?

Ricevo il programma di allenamento ogni settimana, poi lo adatto anche a seconda del meteo, delle gare di ciclocross e ogni variabile. Siamo in contatto con la squadra più volte a settimana grazie alla nostra piattaforma, per dare i feedback dalle sessioni e quel che serve.

I carichi di lavoro sono aumentati, visto il cambio di categoria?

Per il momento no, mi hanno detto che non aumenterà ancora molto e che non cambieremo molte cose, tranne forse qualche allenamento più lungo durante i ritiri. A dire il vero… io sono quello che fa un po’ più di allenamento di quanto richiesto (ride, ndr).

Quindi ti alleni sulle stesse distanze dello scorso inverno?

Penso che farò allenamenti più lunghi quando usciremo con i professionisti, ma semmai da febbraio. In allenamento ad esempio, per il momento non supero le 3 ore. Il cambiamento di categoria per ora non mi rende nervoso. Sono piuttosto tranquillo, siamo ben controllati. Sto progredendo poco a poco in allenamento, pedalo tranquillo. Vedremo bene l’anno prossimo, sono qui per scoprire un nuovo mondo.

Cosa pensi della limitazione dei rapporti per gli juniores e del fatto che in Francia è stata abolita?

Per me il 52×14 è un po’ rischioso in discesa. Costringe a un maggior nervosismo e a scomporsi per seguire i pedali, cose che diventano pericolose ad alta velocità. Basta guardare il ciclocross e la mountain bike. Come si usa il cambio nel fango e su quei dossi così ripidi. Per me dobbiamo solo imparare a gestire il deragliatore per avere il giusto ritmo nella gara. Si può imparare.

Lenny è… sbarcato in Italia vincendo il Lunigiana e poi con il 3° posto agli europei di Trento
Lenny è… sbarcato in Italia vincendo il Lunigiana e poi con il 3° posto agli europei di Trento
Avete già fatto un primo incontro con la nuova squadra?

Ci siamo visti a Besançon per i primi colloqui. E’ stato bello. E presto ci ritroveremo in allenamento per la seconda volta e pedaleremo insieme.

Hai già un calendario definito per il 2022?

Per il momento no. So solo che essenzialmente farò gare da scalatori, come il Giro di Val d’Aosta, il Giro d’Italia U23, la Ronde de l’Isard. Per il resto del tempo, potrei essere in allenamento o facendo altre corse. Staremo a vedere, qualcosa potrà ancora cambiare durante la stagione.

E’ vero che punti sulla strada per sfuggire al confronto con tuo padre?

Mi piace la strada, ma anche il ciclocross perché è breve e intenso. Tra noi c’è confronto, che ci spinge in alto, perché siamo spesso insieme in gara.

Bernaudeau su Sagan: «Un acceleratore di progetti»

13.11.2021
3 min
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Se quello che è mancato a Sagan negli ultimi tempi alla Bora-Hansgrohe era la fiducia del team e dei suoi dirigenti, che non hanno mancato di far notare come le vittorie stessero scemando, alla TotalEnergies di fiducia ne troverà anche troppa. Sono così tante le attese sul suo arrivo e con obiettivi così ambiziosi, che si spera Peter possa trovare anche il tempo per fare il corridore e ritrovare la fame di cui ha di recente parlato Michele Bartoli

«Il primo ritiro in cui sarà presente – spiega il team manager Jean René Bernaudeau – sarà un evento. Dobbiamo far venire voglia ai giovani della Vandea di venire in questa bellissima fucina di campioni. Il WorldTour ci ha messo un po’ in difficoltà, ma abbiamo fatto un buon lavoro con quello che avevamo in casa. Oggi abbiamo un vero progetto e Sagan sarà l’acceleratore con la sua dimensione, la sua competenza e la voglia che saprà trasmettere. E’ un grande corridore, ma è anche un acceleratore di progetti».

Bernaudeau riparte da Sagan per rilanciare la TotalEnergies che a suo dire si è un po’ fermata…
Bernaudeau riparte da Sagan per rilanciare la TotalEnergies che a suo dire si è un po’ fermata…

Un passepartout

La squadra voleva il grosso nome, forse anche per avere accesso a tutte le grandi corse pur non essendo nel WorldTour? Un po’ come la Alpecin-Fenix con Van der Poel. Bernaudeau svicola, è innegabile che il vantaggio ci sia, ma l’obiettivo in realtà è più vasto.

«Peter era sul mercato – spiega – con il suo lato anticonformista che ricorda il mio. Così ci abbiamo provato. All’inizio non ha voluto saperne, poi ho chiesto un appoggio a Roberto Amadio, che lo conosceva dalla Liquigas. C’erano molti ostacoli da superare. Sembrava irraggiungibile, ma gli ostacoli sono stati superati. Alaphilippe non si poteva fare, Sagan sì. E sono molto felice di aver portato anche Oss e Bodnar, che sono grande passisti. Sagan è molto rispettoso delle sue origini, ha bisogno di persone che lo circondino con sincerità. Vuole stare bene. C’è di buono che arriva con professionisti di cui avevamo comunque bisogno. Avevamo qualche casella vuota, soprattutto tra i direttori sportivi, quindi benvenuti».

«Non siamo più la squadra di Voeckler e Chavanel – dice Bernaudeau – dobbiamo ricostruire il vivaio»
«Non siamo più la squadra di Voeckler e Chavanel – dice Bernaudeau – dobbiamo ricostruire il vivaio»

Emozioni, non commercio

La sensazione dunque è che lo slovacco avrà attorno la sua gente, in una bolla differente. Bernaudeau dice che è ancora presto per spiegare come sarà seguito e che per questo bisognerà aspettare qualche settimana. Però insiste tanto sul progetto e sull’aspetto dei soldi che stanno rovinando lo sport non ci sentiamo di dargli torto.

«Mi piacerebbe che grazie a lui – dice – i giovani vogliano venire da noi. Siamo rimasti indietro, siamo molto meno attraenti rispetto ai tempi d’oro di Voeckler o Chavanel. Eravamo la squadra che reclutava esclusivamente dal suo vivaio. Peter ci riporterà alla ribalta e nel frattempo i talent scout andranno in cerca dei giovani talenti di domani. Il WorldTour non mi interessa. A causa dei soldi, questo sport sta perdendo il suo posto nella società.

«Il ciclismo di oggi non mi piace, noi vogliamo fare qualcosa di umano, che faccia desiderare ai giovani di provarci. Non mi indigna che Pogacar possa guadagnare 36 milioni in sei anni, ma siamo convinti che il futuro del ciclismo sia negli Emirati, piuttosto che sulle strade d’Europa? Non chiederei mai al gruppo TotalEnergies di comprare una licenza, va guadagnata. Non facciamo compravendite, diamo emozioni. E in Sagan vedo un campione capace di far sognare la gente…».

Voeckler, la tattica folle era ben ponderata. E tutti ci sono cascati

28.09.2021
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Thomas Voeckler... ha pianto, ha gioito e soprattutto ci ha creduto… alla vittoria. E’ vero, il numero è tutto di Julian Alaphilippe, ma una bella fetta del suo successo e dell’aver demolito gli avversari chilometro dopo chilometro è del tecnico francese.

T-Blanc lo ricordiamo per le sue fughe, spesso folli e per le sue smorfie. Ma il suo modo di essere attaccante dentro lo sta riportando, con intelligenza, anche da commissario. 

Thomas Voeckler è tecnico dei galletti da due anni e ha vinto due mondiali (foto Twitter)
Thomas Voeckler è tecnico dei galletti da due anni e ha vinto due mondiali (foto Twitter)

Contro l’Italia…

La tattica della sua Francia, Voekler ce l’aveva ben in mente prima del via. Dopo il Tour de Bretagne si è ritrovato un Alaphilippe che probabilmente non si aspettava neanche lui e da quel momento la sua testa ha iniziato a mulinare la “tattica pazza”, come è stata definita, ma azzeccata. Da lì ha deciso di attaccare a 180 chilometri dall’arrivo.

«Avevo nove corridori che hanno seguito le istruzioni alla lettera. Hanno avuto fiducia nelle mie scelte tattiche fatte già tre giorni prima. Erano tutti d’accordo (persino Demare si è messo a disposizione, ndr). Ho detto ai ragazzi di non correre contro il Belgio, ma soprattutto contro l’Italia e le altre nazioni come Inghilterra e Olanda. E l’ordine d’arrivo lo dimostra».

Nella testa di Voeckler c’era l’idea di chiamare l’Italia e l’Olanda al lavoro. Non solo il Belgio…
Nella testa di Voeckler c’era l’idea di chiamare l’Italia e l’Olanda al lavoro. Non solo il Belgio…

La tattica folle

«Hanno detto che la mia azione era idiota? Bene – continua Voeckler – ma scattando così da lontano abbiamo rotto i loro piani e gli abbiamo fatto perdere uomini preziosi». E lo dimostrano sia il super lavoro a cui è stato poi chiamato Evenepoel, gli azzurri che si sono persi e al fatto che Van Aert stesso abbia ammesso che è rimasto sorpreso dall’affondo nel primo giro grande.

Ed è stato un affondo vero e improvviso. Dando un’occhiata ai dati e ai tempi di percorrenza, si nota come la prima metà del primo giro grande sia stata la più veloce. E lì sono stati i vari Cosnefroy (nella foto di apertura, ndr) e Madouas a creare scompiglio. Per trovare gli stessi valori bisogna attendere la seconda metà dello stesso circuito, ma nella tornata successiva 120 chilometri dopo. Cioè al primo attacco di Alaphilippe.

Francia sul podio prima del via. Si corre per Alaphilippe (o Senechal in caso di arrivo in volata)

Un finale diverso…

«In realtà Alaphilippe non avrebbe dovuto fare tutti quegli scatti nel finale – ammette il cittì a Cyclisme Actu – Ne avrebbe dovuti fare di più Valentin Madouas, mentre Florian Sénéchal doveva attendere lo sprint. Invece Julian mi ha fatto prendere un bello spavento! Sono molto contento per lui e per tutta la squadra. È un ottimo corridore e una persona incredibile. Attaccare Van Aert e gli altri a 15 e passa chilometri dall’arrivo è il ciclismo che amo». 

E poi ha concluso con le sue solite uscite a tinte forti. «Ho 42 anni e vorrei vivere ancora un po’! Per questo, scherzando, ho detto al presidente della federazione francese che avrei lasciato. Questi ragazzi mi faranno morire prima o poi!» ha detto a France Tv.

Quanto lavora uno junior francese? Sentiamo Lenny Martinez

16.09.2021
6 min
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Un po’ leggenda e un po’ di verità. Sui francesi che in meno di dieci giorni si sono presi il Giro della Lunigiana e due posti sul podio dei campionati europei si snocciolano teorie e suggestioni. Sul numero di corse che fanno ogni anno. Sull’attività con le continental di riferimento. Sul fatto che i nostri juniores saranno pure spremuti, ma anche i cugini d’oltralpe davvero non scherzano. Così, approfittando dell’ottimo rapporto costruito proprio al Lunigiana, abbiamo chiesto a Lenny Martinez (che lo ha vinto) di raccontarci la sua settimana di allenamento. Pur davanti al figlio di un campione olimpico, la sensazione è di trovarci davanti a qualche anomalia rispetto ai nostri standard, ma per ora teniamo i commenti per noi riservandoci nei prossimi giorni di approfondire il discorso. A voi le sue risposte.

Lenny Martinez è nato nel 2003, è uno junior di secondo anno, è alto 1,67 e pesa 52 chili. Nel 2022 correrà con la Groupama Fdj Continental in cui corre anche l’italiano Lorenzo Germani, vittima di una caduta pochi giorni fa e costretto a finire la stagione anzitempo.

Ultima corsa di rifinitura (con vittoria) sulle Alpi prima del Lunigiana (foto Instagram)
Ultima corsa di rifinitura (con vittoria) sulle Alpi prima del Lunigiana (foto Instagram)
Per quante ore ti alleni ogni settimana?

A settimana faccio tra le 12 e le 15 ore in media nell’arco di un anno. A volte faccio belle settimane da 18 ore (grandi blocchi di allenamento) e altre da 8 (blocco di recupero) che permette di non essere monotoni. Pedalare mi piace.

Con chi ti alleni di solito?

Lavoro con il mio agente Dries Smith (direzione sportiva della squadra) e ovviamente collaboro con la Groupama Fdj Continental, soprattutto dal prossimo anno.

Ti alleni con strumenti elettronici oppure seguendo le sensazioni?

Mi piace guardare il misuratore di potenza per essere davvero preciso in tutto quello che faccio. Le intensità, le uscite di resistenza, i tempi nella zona di allenamento, questo è davvero interessante. Però da quasi tre mesi il mio sensore ha smesso di funzionare così mi alleno a sensazione e con il cardiofrequenzimetro, che non è male anche per lo sviluppo di noi giovani per imparare a conoscersi.

Segui delle tabelle di lavoro?

Il mio allenatore mi manda le mie settimane di allenamento. Spesso è molto dettagliato durante le settimane di lavoro di costruzione, ma quando faccio tante gare di fila, mi dice solo di recuperare bene, di seguire le sensazioni. Se sto bene, posso pedalare senza problemi, altrimenti mi riposo. Ho anche molte settimane libere, oppure posso andare in mountain bike o ciclocross a fine stagione per esempio. Normalmente non faccio volumi enormi di allenamento ad alta intensità, preferiamo stare tranquilli. Lavoro più sulla resistenza per gli anni a venire.

Martinez e Brieuc, secondo e primo nella tappa inaugurale di La Spezia al Lunigiana: i francesi volano
Martinez e Brieuc, secondo e primo nella tappa inaugurale di La Spezia al Lunigiana: i francesi volano
Ti piace fare lavori specifici?

Sì, è un tipo di allenamento che mi piace molto, soprattutto con il misuratore di potenza e in salita. Li preferisco a una monotona uscita di diverse ore.

Ci sono dei lavori specifici che preferisci?

Mi piace molto lavorare in salita, perché sento di andare molto veloce. Mi piace molto il Sweet Spot (modo con cui definisce le ripetute all’80-94 per cento della soglia, ndr) anche se non lo faccio più. L’ho fatto l’anno scorso quando mi allenavo da solo. Dà una buona sensazione, sento che si fanno le salite molto velocemente anche non spingendo a fondo. Durante certi esercizi, mi immagino con i professionisti sui grandi Giri, nello sforzo, tirando per il mio leader e con la mia musica preferita nelle orecchie! E poi…

Cosa?

Mi piace anche il lavoro alla massima potenza aerobica, perché è abbastanza breve. Ad esempio dei 30/30 in salita. di solito faccio per due volte 6×30” a 400-440 watt e 30” a 200-250 watt, in una uscita di 2 ore in montagna.

Ci sono dei lavori specifici che non ti piacciono o trovi troppo pesanti?

Tutti i lavori specifici sono buoni da fare, perché anche se sono duri e non mi piacciono, mi faranno bene il giorno della gara. Ma direi forse il lavoro lattacido, gli sprint lunghi di 30” ad esempio, che faccio 2 o 3 volte nell’anno prima dei miei grandi obiettivi. Così come tutti gli sforzi “a tutta”, che non faccio ancora, ma che sono anche molto duri perché si cerca sempre di andare oltre nel dolore.

Mandi ogni giorno i dati al tuo allenatore?

Sì! Con la Groupama Fdj Continental abbiamo una piattaforma dove carichiamo le nostre uscite di allenamento, così gli allenatori della squadra possono fare le loro osservazioni e analizzare la sessione o la gara.

A crono va forte: malgrado il peso piuma, Lenny è stato terzo ai campionati nazionali (foto Instagram)
A crono va forte: malgrado il peso piuma, Lenny è stato terzo ai campionati nazionali (foto Instagram)
Puoi descriverci la settimana tipo fra due domeniche di corsa?

Lunedì un’ora di recupero, preferisco pedalare un po’ che stare tutto il giorno a riposo. Ho un solo riposo a settimana, che viene di martedì. Mercoledì 2 ore lavorando sulla resistenza.

Giovedì?

Giovedì 4 ore lavorando sul fondo, più tre volte 3×10′ al medio in posizione aerodinamica a 100 rpm. Venerdì invece un’ora e mezza di recupero. E sabato un massimo di due ore che chiamiamo sbloccaggio (di solito 10-15 minuti di riscaldamento, poi 3 serie di 2 sprint di 15″ in salita con 1′ di recupero tra ogni sprint e 4′ tra ogni serie. Poi recupero per almeno 10′, ndr).

Qual è stata la distanza più lunga in allenamento e in gara?

La mia distanza più lunga in allenamento è stata di 170 chilometri, mentre in corsa di 177.

Fai molta attenzione all’alimentazione?

Dal punto di vista nutrizionale mangio con gusto, mi dico che poi starò più attento tra i professionisti. Mangio tanto, ma cibi di qualità. Non mangio patatine, bibite, biscotti, perché non servono davvero a niente e neanche ne sono goloso. Abbiamo esempi di pasti equilibrati forniti dalla Groupama Fdj Continental, quindi mi ispiro a questi. Aggiungo solo alcune torte fatte da mia nonna per il piacere di mangiare.

Fine di uno stage con la nazionale, prima del Tour de Valromey in cui Lenny vincerà una tappa (foto Instagram)
Fine di uno stage con la nazionale, prima del Tour de Valromey in cui Lenny vincerà una tappa (foto Instagram)
In che modo ti dividi fra la Fdj e la tua squadra di club?

Per il momento non corro con la Groupama Fdj Continental, quindi faccio gare con la nazionale francese, con la rappresentativa regionale e anche con il mio club.

Nelle gare internazionali, gli juniores hanno il rapporto limitato (di solito il 52×14), è vero che nelle altre corse in Francia non avete limitazioni?

Vero, nelle gare UCI usiamo il 52×14, mentre nelle gare regionali in Francia e a livello nazionale abbiamo scelta di rapporti illimitata, quindi io sulla mia bici ho il 52×11. In allenamento il 52×14 non mi dà fastidio, mentre uso in 55×11 sulla mia bici crono perché il 14 non mi basta durante gli allenamenti.

Di solito rientri sfinito dopo gli allenamenti?

Dopo un’uscita di resistenza di 4-5 ore al massimo, è possibile che rientro sfinito, perché attingiamo davvero alle nostre riserve di carboidrati. Mentre quando si fanno i lavori specifici non spendo troppo, perché non faccio ancora esercizi molto molto duri in allenamento e l’uscita è di circa 2 ore.

Quanti giorni di corsa avrai fatto alla fine del 2021?

Nel 2021 chiuderò con circa 35 gare su strada (contando anche le tappe delle corse a tappe) e con il ciclocross arriverò a 45.

Nel 2019, alla vigilia del passaggio fra gli juniores, Lenny Martinez era già un soggetto di interesse nazionale (foto Instagram)
Nel 2019, alla vigilia del passaggio fra gli juniores, Lenny Martinez era già un soggetto di interesse nazionale (foto Instagram)
Per quanto tempo starai fermo prima di iniziare con il cross?

Mi prenderò una piccola pausa a fine stagione, poi riprenderò tranquillamente con un po’ di ciclocross per prepararmi alla stagione su strada. Penso che farò una decina di quest’inverno, forse uno a settimana se possibile oppure uno ogni due settimane. Non lo so ancora, perché non abbiamo ancora fatto il mio programma per il prossimo anno.

Garmin con Omar Di Felice alla conquista della RAF

13.08.2021
3 min
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Negli ultimi giorni di luglio Omar Di Felice, uno degli ultracyclingman più famosi al mondo, ha conquistato la Race Across France, una delle manifestazioni più dure e prestigiose a livello internazionale in grado di attirare ogni anno i migliori interpreti delle gare no-stop. Nella realizzazione della sua nuova impresa, affrontata senza alcun supporto esterno, il laziale ha potuto contare sul meglio della tecnologia Garmin.

Omar Di Felice mostra la medaglia di finisher
Omar Di Felice mostra la medaglia di finisher

La Francia da nord a sud

Di Felice è partito dalla Costa Azzurra il 23 luglio ed è giunto in Normandia dopo 5 giorni, 8 ore e 49 minuti, percorrendo complessivamente 2.497,26 chilometri per 31.422 metri di dislivello. Il tempo dedicato al riposo è stato di sole 7 ore. Per il nostro ultracyclingman si è trattato di una sfida speciale al momento che lo scorso anno aveva sfiorato il successo. Oltre alla vittoria questa volta è arrivato anche il record della gara.

Garmin Edge 1030 Plus: il ciclocomputer utilizzato da Di Felice
Il Garmin Edge 1030 Plus

Guidato dall’Edge 1030 Plus

Per ottenere il tanto desiderato successo Di Felice ha impostato la propria gara su una precisa strategia grazie alla strumentazione Garmin che da anni lo assiste nelle sue performance. Sulla sua bici era infatti presente un Garmin Edge 1030 Plus, il ciclocomputer cartografico che ha rivoluzionato il mondo dei viaggi in bicicletta, e su cui Omar ha installato la traccia GPS fornita dall’organizzazione.
Oltre alla schermata principale, con la mappa in evidenzia e la traccia da seguire, Omar Di Felice ha personalizzato le videate Garmin Edge 1030 Plus per temi come lui stesso ha raccontato: «Su una ho impostato i valori di potenza e cardio, su quella successiva i dati di distanza con tutte le dinamiche di ciclismo, e una quarta schermata con i dati del cambio elettronico Shimano Di2 per monitorare il livello delle batterie e programmare le soste anche in base alla ricarica. Sull’ultima videata – ha aggiunto – ho impostato l’orario di alba e tramonto: indicazioni molto utili al fine della strategia di soste e riposo».

Si tratta di informazioni molto utili non solo durante la performance ma anche nel post gara per analizzare al meglio la prestazione effettuata.

Gli altri supporti di Garmin

La strumentazione Garmin a disposizione di Omar Di Felice è stata completa dallo sportwatch Fenix 6 Solar e dal sistema Varia Radar 515. Il primo è servito come backup di registrazione di tutta la performance e di verifica incrociata con i dati dell’Edge. Il Varia Radar 515, collocato sotto la sella, ha avuto invece l’importante compito di segnalare a Di Felice il sopraggiungere di veicoli alle sue spalle e allo stesso tempo di avvisare gli automobilisti della sua presenza in strada attraverso una luce rossa.

È lo stesso Omar a sottolinearne l’importanza: «La soluzione Garmin per la sicurezza del ciclista mi è stata molto utile soprattutto nella seconda metà della gara quando la lucidità è venuta un po’ a mancare. L’avviso sonoro del sopraggiungere di auto o camion alle spalle mi ha aiutato a essere vigile su quello che succedeva in strada».

Ecco l’Avenir: grandi salite per i pro’ di domani (e di oggi)

10.08.2021
4 min
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Mancano 72 ore al via del Tour de l’Avenir. La corsa francese che da sempre lancia i talenti al professionismo, proprio come il nostro Giro U23, torna a disputarsi dopo un anno di stop… e vi lasciamo indovinare perché non si sia disputato!

Due crono e tre tapponi

Nove tappe più un prologo, quindi dieci frazioni in totale, per la 57ª edizione in scena dal 13 al 22 agosto. Si va da Nord (Ardenne francesi) a Sud (le Alpi) per un totale di 1.152 chilometri tutte nel quadrante orientale della Francia.  Nel complesso il tracciato si può dividere in due grandi blocchi: veloce e relativamente piatto fino alla frazione numero cinque (prologo incluso) e le ultime quattro con molta salita, in particolare le ultime tre frazioni.

Due le crono: una individuale di 5 chilometri che aprirà le danze a Charleville-Mézières e una cronosquadre di 27 nella seconda tappa. Le 29 formazioni al via, tante nazionali e alcune rappresentative francesi, hanno portato un bel mix tra corridori potenti e scalatori. 

La corsa salvo, sconvolgimenti, dovrebbe decidersi proprio nelle ultime tra frazioni. Si scalano cime storiche come la Gran Colombiere, l’Iseran (ad oltre 2.700 metri di quota) e gran finale sul Piccolo San Bernardo.

Tanti pro’ in gara

Non a caso su carta una delle formazioni più accreditate è la Colombia che schiera Santiago Umba, recente vincitore di una tappa in Alsazia e terzo al Tour du Mont Blanc. Che lassù a quelle quote si sentirà a suo agio.

Strapericolosa è la Francia con Valentin Paret-Peintre e Paul Lapeira, vincitore a San Vendemiano. E poi  ci sono il danese Hellemose, il norvegese Tobias Johannesen, il kazako Pronskiy e un certo Juan Ayuso, cannibale spagnolo che abbiamo imparato a conoscere al Giro U23. Tutti questi nome hanno più che assaggiato il professionismo. E come lo hanno assaggiato…

Zana tappa Pace 2021
Zana quest’anno ha già corso nelle nazionali di Amadori. Eccolo vittorioso alla Corsa della Pace
Zana tappa Pace 2021
Zana quest’anno ha già corso nelle nazionali di Amadori. Eccolo vittorioso alla Corsa della Pace

Zana leader

L’Italia ha una buona formazione. Forse meno agguerrita rispetto a quella francese: più giovane e più in linea a quello che dovrebbe essere lo spirito di questa gara: far crescere i corridori. In ogni caso Amadori non è rimasto con le mani in mano e anche noi abbiamo il nostro “espertone”: Filippo Zana, della Bardiani, che ha concluso due Giri d’Italia. Al suo fianco ci sono Garfoli, Verre, Baroncini, Colnaghi e Frigo, richiamato dopo l’incidente occorso a El Gouzi.

Sarà davvero interessante vedere come si sfideranno questi ragazzi. Vederli correre con maggior libertà rispetto a quando sono tra i pro’. 

E a proposito di nomi che scottano, sapete chi sono stati gli ultimi tre vincitori del Tour de l’Avenir? Tobias Foss, Tadej Pogacar ed Egan Bernal.

Voeckler Tokyo 2021

Non c’è Alaphilippe? La Francia non si arrende

21.07.2021
4 min
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Tutto è cambiato in un giorno. Il giorno nel quale Julian Alaphilippe ha annunciato che avrebbe rinunciato alle Olimpiadi di Tokyo. Per stare vicino alla famiglia la scusa ufficiale, ma tanto altro c’era dietro: concentrazione sul Tour, la nascita del primogenito vissuta con trepidazione dopo le traversie famigliari degli ultimi anni, il Covid e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che la Francia, che aveva in casa il favorito numero 1, si è ritrovata nuda di fronte alla prospettiva olimpica.

Da anni si diceva che quel percorso sembrava disegnato su misura per Alaphilippe, ben prima della conquista del titolo mondiale a Imola 2020. L’anno in più di attesa poteva addirittura favorirlo, a dispetto di una concorrenza formidabile, invece Julian ha detto di no, senza appelli, aggiungendosi alla lunga lista omnisportiva di campioni che, per una ragione o per l’altra, ha rinunciato alla trasferta per l’obiettivo quadriennale.

Francia Tokyo 2021
Prima uscita del team francese sul percorso di Tokyo: sorrisi a dispetto del jet lag (foto @tomsisbos)
Francia Tokyo 2021
Prima uscita del team francese sul percorso di Tokyo: sorrisi a dispetto del jet lag (foto @tomsisbos)

La Francia riparte da zero

Thomas Voeckler, per anni il campione di casa più seguito ed acclamato al Tour ed ora selezionatore tecnico della nazionale di Francia, si è ritrovato a dover ricostruire la selezione da zero, non solo e non tanto nei nomi, quanto nelle prospettive, nelle motivazioni, negli obiettivi.

«Dopo la rinuncia di Julian – ha affermato al suo arrivo a Tokyo – il nostro motto è stato “adattarsi”. Ho lavorato nel corso di tutta la stagione con corridori e preparatori con un’idea in testa, ma all’improvviso ho dovuto ripensare al progetto dalle fondamenta. Chiaro che con lui in squadra avremmo sviluppato una specifica strategia, gli altri sarebbero stati al suo servizio, ora invece quella che sarà al via sabato sarà una nazionale diversa».

Gaudu Tour 2021
Gaudu ha chiuso il Tour all’11° posto, andando più volte in fuga. Le aspettative erano ben altre…
Gaudu Tour 2021
Gaudu ha chiuso il Tour all’11° posto, andando più volte in fuga. Le aspettative erano ben altre…

Due principi: umiltà e ambizione

Voeckler sta lavorando non solo tecnicamente, ma anche dal punto di vista psicologico. Sa che ha a disposizione una squadra che deve assorbire le fatiche del Giro di Francia (il solo Remì Cavagna ha saltato la Grande Boucle), le conseguenze psicologiche di una corsa che non è andata come i suoi ragazzi speravano, inculcare una nuova idea di corsa: «Dobbiamo affrontare la gara con umiltà ma anche con ambizione – sono le sue parole – tutti saranno chiamati a intervenire in prima persona, soprattutto Gaudu e Martin».

David Gaudu ha chiuso il Tour all’11° posto, alternando cose buone ad altre meno, finendo lontano dalle posizioni alle quali aspirava e mancando anche quel successo di tappa che era diventato il suo obiettivo dopo le difficoltà sulle Alpi: «Credo di essere all’85% della condizione – aveva affermato nel weekend scorso – conto di trovare quel che manca a Tokyo. Il gruppo è coeso e il percorso si adatta alle nostre caratteristiche, io sono ottimista».

Martin Tour 2021
L’ultimo Tour ha visto Guillaume Martin andare spesso in fuga: farà lo stesso sul Monte Fuji?
Martin Tour 2021
L’ultimo Tour ha visto Guillaume Martin andare spesso in fuga: farà lo stesso sul Monte Fuji?

Voeckler prepara la tattica giusta

Da parte sua Guillaume Martin, che con un po’ di tira e molla ha comunque centrato la Top 10, è entusiasta all’idea di essere a Tokyo, nel più puro spirito olimpico: «I Giochi sono come il Santo Graal per uno sportivo, io sono nato guardando le imprese sportive ai Giochi, mi hanno fatto amare lo sport nel suo insieme. E’ vero, non siamo favoriti, ma in una gara secca non sai mai quel che può succedere. Sarà una corsa molto tattica, nella quale non potrai distrarti mai perché l’esito è tutt’altro che scontato».

Con i tre già citati vestiranno la maglia della Francia anche Kenny Elissonde, che al Tour è stato spesso protagonista in fuga per i suoi compagni di squadra e Benoit Cosnefroy, corridore da seguire con attenzione perché potrebbe anche trovare la fuga giusta essendo pur sempre un ex campione del mondo Under 23. Voeckler vola basso, ma sulla base dell’esperienza maturata nella sua carriera da pro, è pronto a tirar fuori il coniglio dal cilindro, meglio non sottovalutarlo.

Francia senza capitani, cosa si inventa Voeckler?

08.06.2021
4 min
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Mentre da noi con il fresco contributo di Bugno si accende il dibattito sulla presenza di Nibali alle Olimpiadi, in Francia la situazione si fa spinosa e poco coerente con il rinomato attaccamento alla bandiera. L’armata transalpina, che sulla carta sarebbe stata la formazione da battere, ha perso il suo potenziale. E per il cittì Voeckler il quadro è tutt’altro che rassicurante.

Alaphilippe dice no

La prima spallata è venuta a metà maggio da Julian Alaphilippe. «D’accordo con il selezionatore della squadra francese e la Deceuninck-Quick Step – ha detto – rinuncio al mio posto di candidato alla selezione per le prossime Olimpiadi di Tokyo. E’ una decisione personale, attentamente ponderata. Sono stati definiti gli obiettivi di fine stagione e in questo senso vanno fatte delle scelte. Sarei molto orgoglioso di indossare la maglia della squadra francese per i prossimi campionati del mondo. Ovviamente auguro il meglio alla nazionale che sarà schierata in questa occasione».

Il cittì Voeckler alle prese con una selezione complicata
Il cittì Voeckler alle prese con una selezione complicata

Team e famiglia

Julian sta correndo per la prima volta il Giro di Svizzera (foto di apertura): un approccio al Tour completamente nuovo, che tiene conto anche dell’imminente nascita del suo primo figlio.

«La nascita del bambino – ha ripetuto più volte – è la cosa più importante per me». Il Tour in maglia iridata è un’occasione d’oro per tutti, la trasferta olimpica è meno allettante.

«Voglio dare tutto al Tour con la maglia di campione del mondo – sottolinea – senza sapere come lo finirò. E di conseguenza senza sapere se potrò fare bene a Tokyo sei giorni dopo Parigi. Anche la situazione sanitaria ha avuto un ruolo nella mia decisione. Non potevo permettermi di scommettere tutto sui Giochi, sacrificando ciò che è essenziale per me, senza essere sicuro che si svolgeranno».

Voeckler amaro

E Voeckler cosa dice? Capisce, si adegua, non fa salti di gioia e guarda ai mondiali. Il presidente federale francese ha scelto di non imporsi.

«Fa parte della vita di un atleta di alto livello fare delle scelte – dice il selezionatore francese – e di un tecnico adattarsi. Senza offendere gli altri corridori, su quel tipo di circuito, Julian sarebbe stato la nostra carta migliore. Perdiamo una grande occasione. Senza di lui, non sarà la stessa squadra. Sono convinto che la squadra francese farà la sua parte, ma non posso dire che abbiamo il corridore per vincere e che gli altri quattro correranno per lui».

Bardet è uscito bene dal Giro, ma si è chiamato fuori dalle Olimpiadi
Bardet è uscito bene dal Giro, ma si è chiamato fuori dalle Olimpiadi

Il rifiuto di Bardet

A questo punto, ci si sarebbe aspettati però che Voeckler convocasse gli stati generali, magari valorizzando il Giro in crescendo di Bardet. Invece no.

«Dopo una discussione a tre con lui e la squadra – ha detto il francese del Team Dsm – abbiamo deciso che non parteciperò ai Giochi Olimpici quest’anno. Con il team abbiamo grandi obiettivi che ci aspettano a fine stagione e con questo programma non sarebbe possibile raggiungere il massimo della forma a Tokyo».

Guillaume Martin (Cofidis) si candida per fare il leader della Francia a Tokyo
Guillaume Martin (Cofidis) si candida per fare il leader della Francia a Tokyo

Martin alza la mano

Il rifiuto è venuto da corridori inseriti in formazioni non francesi: non può essere un caso. E così basta guardare Oltralpe per rendersi conto che qualcuno che smania per andare c’è.

«Sono ancora un candidato per i Giochi – fa sapere Guillaume Martin della Cofidis – anche se sto aspettando di sapere quali sono i piani di Voeckler. Sono pronto ad assumere il ruolo di leader o co-leader. Ce l’ho già nel team Cofidis e non ho paura di affrontarlo a Tokyo. Se quest’estate vado al Tour in modo più rilassato rispetto agli ultimi anni, è anche per arrivare con un po’ più di freschezza alla corsa olimpica».

Gaudu sta recuperando da una caduta alle Canarie, farà Tour e Olimpiadi
Gaudu sta recuperando da una caduta alle Canarie, farà Tour e Olimpiadi

Ripresa Gaudu

I nomi a disposizione non sono poi molti e passano per quello di Barguil, Gallopin, Cavagna e soprattutto di Gaudu, al punto che all’interno della Groupama-Fdj si comincia a pensare che la brutta caduta delle Canarie durante l’ultimo training camp, che non ha avuto gravi conseguenze fisiche, potrebbe avere un ritorno positivo. A detta del suo allenatore infatti, essere arrivati al Delfinato in ritardo di condizione, potrebbe permettere al giovane francese di vivere un Tour in crescendo e arrivare al top proprio in Giappone.

Difficile capire se le illustri defezioni siano casuali e se gli atleti le abbiano accettate di buon grado. Probabilmente all’uscita degli anni del Covid, gli sponsor sono stati meno propensi a rinunciare ai campioni più pagati nel nome dell’ideale di Patria. Per il fascino delle Olimpiadi, purtroppo, un passo indietro di cui prendere atto.

Addio Bardet, AG2R riparte da Citroen e Van Avermaet

20.04.2021
3 min
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A prima vista si potrebbe pensare che la AG2R si sia indebolito per la partenza di Romain Bardet. Se però analizziamo le ultime stagioni, si noterà che una delle sue pecche è stata legarsi troppo ai destini del corridore di casa, che puntava tutto sul Tour lasciando così senza frecce il team anche in altre tipologie di gara. L’addio del campione di Brioude ha spinto il general Manager Lavenu a rivedere l’impostazione intera del team, che sulla carta appare maggiormente equilibrato e competitivo, anche se privo del corridore pronto per la classifica di un grande Giro.

Greg Van Avermaet, AG2R-Citroen 2021
Greg Van Avermaet, da quest’anno alla AG2R-Citroen 2021
Greg Van Avermaet, AG2R-Citroen 2021
Greg Van Avermaet, da quest’anno alla AG2R-Citroen 2021

La squadra ruota innanzitutto intorno a due vecchie volpi del panorama professionistico, il campione olimpico Greg Van Avermaet e il lussemburghese Bob Jungels. Due corridori molto avvezzi alle Classiche del Nord e già questo dà alla squadra nuove ambizioni. La loro esperienza dovrà essere il puntello per l’ulteriore crescita di Benoit Cosnefroy. L’ex campione del mondo under 23 ha già dimostrato di avere notevoli capacità nelle prove d’un giorno, considerando la doppia piazza d’onore dello scorso anno alla Freccia Vallone e alla Parigi-Tours. Su Cosnefroy il progetto è a lungo termine, ma già ci si attende molto in questa stagione, anche se problemi a un ginocchio hanno influito molto sulla sua preparazione invernale.

Più libertà

Proprio l’assenza di Bardet potrebbe dare nuova spinta a corridori come Gallopin, Paret-Peintre, Peters, tutta gente capace di andare a cogliere traguardi di prestigio se lasciata libera di esprimersi. I bilanci si fanno a fine anno, non ci sarà da stupirsi se il numero di successi del team sarà più cospicuo che in passato.

Ag2R 2021 allenamento. gruppo
La AG2R Citroen 2021 corre su bici Bmc
Ag2R 2021 allenamento. gruppo
La AG2R Citroen 2021 corre su bici Bmc

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Data di nascitaPro’
Francois BidardLonlay-l’AbbayeFra19.03.19922016
Geoffrey BouchardDigioneFra01.04.19922019
Lilian CalmejaneAlbiFra06.12.19922016
Clément ChampoussinNizzaFra29.05.19982021
Mikael CherelSt.HilaireFra17.03.19862007
Benoit CosnefroyCherbourgFra17.10.19952017
Stan Dewulf StraveleBel20.12.19972019
Julien DuvalEvreuxFra27.05.19902013
Mathias FrankRoggliswilSui09.12.19862008
Tony GallopinDourdanFra24.05.19882008
Ben GastauerDudelangeLux14.11.19872010
Dorian Godon Vitry Fra25.05.19962017
Alexis GougerardRouenFra05.03.19932014
Jaakko HanninenRuokolahtiFin16.04.19972019
Anthony JullienGivorsFra05.03.19982021
Bob JungelsRollingenLux22.09.19922013
Lawrence NaesenBerlareBel28.08.19922015
Oliver NaesenOstendaBel16.09.19902015
Ben O’ConnorSubiacoAus25.11.19952017
Aurélien PeintreAnnemasseFra27.02.19962018
Nans PetersGrenobleFra12.03.19942017
Nicolas ProdhommeL’AigleFra01.02.19972021
Marc SarreauVierzonFra10.06.19932015
Michael ScharGeuenseeSui29.09.19862006
Damine TouzeIvilleFra07.07.19962017
Greg Van AvermaetLokerenBel17.05.19852007
Gijs Van HoeckeGentBel12.11.19912012
Andrea VendrameConeglianoIta20.07.19942015
Clement VenturiniVilleurbanneFra16.10.19932013
Lawrence WarbasseDetroitUsa28.06.19902013

DIRIGENTI

Vincent LavenuFraGeneral Manager
Laurent BiondiFraDirettore Sportivo
Alexandre AbelFraAss. Direttore Sportivo
Stephen BarrettIrlAss. Direttore Sportivo
Giuseppe MartinelliItaDirettore Sportivo
Cyril DesselFraAss. Direttore Sportivo
Stephane GoubertFraAss. Direttore Sportivo
Nicolas GuilleFraAss. Direttore Sportivo
Didier JannelFraAss. Direttore Sportivo
Julien JurdieFraAss. Direttore Sportivo
Arturas KasputisLtuAss. Direttore Sportivo
Gilles MacFraAss. Direttore Sportivo
Baptiste QuicletFraAss. Direttore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Le novità in casa AG2R non si fermano al nuovo assetto organico del team, né al cambio di sponsor con la Citroen pronta a far affluire nelle casse della squadra risorse fresche, ma anche sul piano tecnico si è deciso di cambiare. Il sodalizio ha infatti stretto un accordo con la Bmc, che ha dotato la squadra della nuovissima Teammachine SLR01, dotata di gruppo e ruote Campagnolo e pneumatici Pirelli. Affascinante il design del “bolide” della casa elvetica, prevalentemente bianco con finiture rosse e nere.

CONTATTI

AG2R CITROEN TEAM (Fra)

604, Rue Denis Papin, 73290 La Motte Servolex

www.ag2rcitroenteam.com – socialmedia@france-cyclisme.fr

Facebook: @AG2RLMProCyclingTeam

Twitter: @AG2RLMCyclisme

Instagram: ag2rlamondiale_procyclingteam/