Nimbl

“Luxury of Dedication”: l’emozionante video che racconta Nimbl

11.11.2025
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In un mondo dove le prestazioni contano quanto lo stile, Nimbl rappresenta una delle più autentiche storie di eccellenza italiana. Il nuovo documentario “Luxury of Dedication” racconta il percorso umano e professionale che ha trasformato il marchio in un punto di riferimento nel ciclismo mondiale. 

Nimbl non interpreta il lusso come ostentazione, ma come dedizione assoluta al dettaglio. Ogni scarpa nasce da un processo che unisce innovazione, esperienza artigianale e cura quasi ossessiva. L’obiettivo è uno solo: creare un prodotto che diventi un’estensione naturale del ciclista, capace di trasferire potenza, comfort e controllo con la massima precisione. 

Dietro questo successo ci sono due figure chiave: Luigino Verducci, maestro calzolaio con oltre quarant’anni di esperienza, e Francesco Sergio, co-fondatore e mente strategica del brand. Due visioni diverse, ma unite da un’idea comune: riportare al centro la mano dell’uomo come vero motore dell’eccellenza. 

Jonas Vingegaard e le sue Nimbl Ultimate Air che celebrano la vittoria della Vuelta 2025
Jonas Vingegaard e le sue Nimbl Ultimate Air che celebrano la vittoria della Vuelta 2025

Nel WorldTour e con 200 pro’

Verducci, cresciuto in una delle regioni italiane più rinomate per la tradizione calzaturiera, ha iniziato a lavorare in laboratorio a soli 15 anni. Da allora non ha mai smesso di perfezionarsi. «Essere un artigiano – racconta Luigino – significa unire passione, curiosità e voglia di migliorarsi ogni giorno. Anche se realizziamo più paia al giorno, controllo sempre ogni scarpa la sera, per capire come perfezionarla. È un rito che non smetterò mai di fare”.

Tra i suoi ricordi più intensi c’è la vittoria di Jonas Vingegaard, in maglia Visma Lease a Bike, al Tour de France con ai piedi le scarpe Nimbl. «Pensare che una piccola parte di quel successo sia anche merito nostro è una sensazione impagabile. Ci ricorda che ogni dettaglio conta».

La visione di Francesco Sergio completa questa filosofia. «Quando ho incontrato Verducci – racconta il Managing Director del brand – ho capito subito che dietro quel laboratorio c’era un’anima straordinaria. Abbiamo deciso di costruire qualcosa di diverso: un marchio che unisse l’artigianalità italiana all’innovazione più avanzata. Non abbiamo mai avuto paura di osare. Siamo partiti con cinque corridori WorldTour, poi 35, e oggi quasi 200 professionisti nel mondo scelgono le nostre scarpe».

Francesco Sergio, Co-Founder e Managing Director Nimbl
Francesco Sergio, Co-Founder e Managing Director Nimbl

La creazione di qualcosa di unico

Nimbl è diventata così in poco tempo sinonimo di dedizione, precisione e autenticità. Ogni modello riflette un equilibrio perfetto tra leggerezza, rigidità e comfort, studiato per chi vive la bici come un’estensione del proprio corpo. La fibra di carbonio utilizzata per le suole, i materiali selezionati a mano e la costruzione completamente interna all’azienda garantiscono standard qualitativi che pochi possono eguagliare. 

Il cortometraggio “The Luxury of Dedication” celebra proprio questo: l’amore per il lavoro fatto bene, la ricerca continua del dettaglio e la passione che trasforma una scarpa in un simbolo di identità

Nimbl è la prova che il vero lusso nel ciclismo non si misura in numeri o tendenze, ma nella capacità di creare qualcosa di unico, di duraturo e di profondamente umano. Un lusso che nasce dalla dedizione, e che solo chi pedala con il cuore può davvero comprendere. 

Nimbl

Ferrand Prevot al Tour de France Femmes con Nimbl

11.08.2025
4 min
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La storia del ciclismo moderno si è arricchita di un nuovo, straordinario capitolo. Pauline Ferrand Prevot, la campionessa più versatile al mondo, ha trionfato al Tour de France Femmes. Un’impresa epica, che ha visto l’atleta francese dominare la corsa e consolidare il suo status di leggenda. Al suo fianco, a supportare ogni sua singola pedalata, le scarpe Nimbl, un brand che sta ridefinendo gli standard di performance nel settore. Questo successo non è solo una vittoria per Pauline, ma anche la dimostrazione del valore di un’attrezzatura di altissimo livello.

Pauline Ferrand Prevot è un’icona del ciclismo (in apertura, felice e stremata dopo la seconda vittoria a Chatel Les Portes du Soleil, con le sue Ultimate Exceed Pro Edition in bella evidenza). L’unica nella storia ad aver conquistato titoli mondiali in ben quattro discipline: strada, Mtb, ciclocross e gravel. La sua carriera è un susseguirsi di successi che dimostrano una determinazione incrollabile e una profonda conoscenza dei dettagli che fanno la differenza. Per un’atleta di questo calibro, l’attrezzatura non è un semplice accessorio, ma un’estensione del proprio corpo. Ogni watt conta, ogni grammo è fondamentale. La scelta di Nimbl non è casuale. E’ il risultato di una ricerca meticolosa e della necessità di avere a disposizione il meglio che il mercato può offrire.

Anche Ferrand Prevot ha puntato sulle Nimbl Ultimate Exceed Pro Edition
Anche Ferrand Prevot ha puntato sulle Nimbl Ultimate Exceed Pro Edition

Artigianato italiano e innovazione

Le scarpe Nimbl sono l’incarnazione di una filosofia che unisce artigianato di precisione e tecnologie all’avanguardia. Realizzate 100% a mano e in Italia, sono progettate per garantire la massima efficienza e il trasferimento di potenza più diretto possibile. Leggerezza e rigidità sono le caratteristiche principali, due elementi cruciali per i ciclisti che puntano al risultato.

La vittoria di Pauline Ferrand Prevot al Tour de France Femmes è la prova definitiva di queste qualità. Che si trattasse di affrontare salite impervie, sprint brucianti o discese tecniche, le scarpe Nimbl le hanno offerto la stabilità, il feeling e la sicurezza necessarie per dare il meglio di sé.

Un sistema integrato per la performance

«Siamo davvero molto orgogliosi e soddisfatti – ha dichiarato Francesco Sergio, Managing Director e co-fondatore di Nimbl – di questo successo. Una vittoria, quella di Pauline, che rafforza la nostra convinzione che la vera velocità ed efficienza nascano da un sistema completamente integrato tra atleta e attrezzatura.

L’obiettivo di Nimbl non è solo quello di produrre scarpe eccezionali, ma di perfezionare l’intero setup dell’atleta. E’ una visione che va oltre il singolo prodotto e si concentra sull’armonia tra tutti gli elementi, dalle scarpe all’abbigliamento. Questo approccio è la base di ciò che noi definiamo il nuovo Standard in Performance».

Francesco Sergio, co-fondatore e Managing Director Nimbl
Francesco Sergio, co-fondatore e Managing Director Nimbl

Ultimate Exceed Pro Edition: l’arma vincente

Il modello indossato da Pauline Ferrand Prevot è la Ultimate Exceed Pro Edition, una scarpa pensata per le alte prestazioni. Con una ventilazione migliorata, un comfort superiore grazie al sistema Boa® aggiornato e alle guide in morbido cotone, e grafiche audaci, questa scarpa è la scelta preferita dei professionisti.

Disponibile sia con attacchi a 3 fori che specifici per Speedplay, l’Ultimate Exceed Pro Edition trasforma ogni singolo watt in pura velocità, offrendo al ciclista un tangibile vantaggio competitivo. Un prodotto che incarna perfettamente la missione di Nimbl: supportare i ciclisti che pretendono il massimo, pedalata dopo pedalata.

nimbl.cc

Nimbl: cinque anni per trasformarsi da “start-up” a player globale

12.06.2025
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PORTO SANT’ELPIDIO – In soli cinque anni, Nimbl ha stravolto le regole del gioco nel mondo delle calzature da ciclismo. Dalla produzione artigianale di 200 paia di scarpe l’anno, l’azienda è oggi un player di primissimo piano nel segmento “premium”, con una nuova sede da 2.500 mq, 30 dipendenti e ben 150 corridori del WorldTour che pedalano con scarpe firmate Nimbl. Ne abbiamo parlato direttamente con Francesco Sergio, Co-Founder e Managing Director del brand, che ci ha restituito una storia di visione, qualità e ambizione internazionale.

Simon Yates ha vinto il Giro d’Italia 2025 indossando scarpe Nimbl
Simon Yates ha vinto il Giro d’Italia 2025 indossando scarpe Nimbl
In soli cinque anni Nimbl è passata da “start-up” a player globale. Come avete fatto?

Il punto di partenza è stato chiaro sin da subito: volevamo rompere lo “status quo”. Il settore delle scarpe da ciclismo era dominato da pochi grandi nomi, ma noi sapevamo che si poteva fare qualcosa di diverso. Abbiamo puntato tutto sulla qualità, sull’artigianalità vera e sul Made in Italy, posizionandoci fin dall’inizio nel segmento “premium”. La risposta del mercato è stata forte e immediata, e i numeri ci hanno dato ragione.

Ci racconti un po’ della struttura attuale?

Oggi Nimbl conta trenta dipendenti, di cui ben venticinque sono impegnati direttamente nella produzione. Questo dimostra quanto teniamo al controllo diretto della qualità. A luglio 2024 ci siamo trasferiti in una nuova sede da 2.500 metri quadri, dove realizziamo internamente il 100% della nostra produzione. Solamente cinque persone lavorano negli uffici: la nostra priorità è produrre scarpe eccellenti, non gonfiare l’organico amministrativo.

Una scelta controcorrente in un’epoca di delocalizzazione.

Assolutamente. Abbiamo scelto la via più difficile, ma anche quella che ci permette di offrire un prodotto che si distingue. Tutto è fatto in Italia, ogni scarpa è un pezzo unico curato nei dettagli. È proprio questo che cercano i professionisti, che infatti ci trovano: oggi sono 150 i corridori del WorldTour che usano scarpe Nimbl.

Francesco Sergio, Co-Founder e Managing Director Nimbl
Francesco Sergio, Co-Founder e Managing Director Nimbl
Dal Giro vinto con Yates al Tour de France: cosa succederà nei prossimi mesi?

Con Visma Lease a Bike, nostro partner da tempo, stiamo facendo un lavoro enorme. Li supportiamo in tutte le categorie: dal WorldTour al team femminile, fino al devo team dei più giovani. Al Tour de France lanceremo nuove linee di prodotto iniziando a esplorare segmenti di mercato diversi… Sarà un altro punto di svolta. Inoltre, stiamo già sviluppando una nuova gamma di scarpe per il 2026, che sarà molto bella ed al tempo stesso innovativa.

Sembra che ci sia “fame” di Nimbl. Come gestite la domanda?

Con molta attenzione. Attualmente la richiesta giornaliera è più del doppio rispetto a quanto riusciamo a produrre. Questo ci impone una crescita organica e controllata, perché non vogliamo in alcun modo compromettere la qualità. Vogliamo crescere, ma senza snaturarci.

Come immagini il futuro di Nimbl?

Lo vedo oltre le calzature. Vogliamo mantenere il focus sulle scarpe, certo, ma stiamo già ragionando su nuove categorie di prodotto. L’obiettivo è evolverci in un marchio globale che sappia interpretare le esigenze del ciclista in modo più ampio, senza mai perdere la nostra identità.

Per Nimbl è stato un Giro ricco di soddisfazioni, Lorenzo Fortunato ha vinto la maglia blu dei GPM indossando il modello Pro Edition
Per Nimbl è stato un Giro ricco di soddisfazioni, Lorenzo Fortunato ha vinto la maglia blu dei GPM indossando il modello Pro Edition
Il Giro d’Italia 2025 è stato un grande successo per voi. Cosa ha rappresentato?

Il Giro lo abbiamo vinto con Simon Yates, e siamo stati anche partner ufficiale come fornitore di scarpe. Per me, da italiano, è un’enorme soddisfazione. Il Giro è la corsa più bella al mondo, ed essere presenti in questo modo, vincere e vedere i nostri atleti salire sul podio con le nostre scarpe, è stato qualcosa di speciale. Anche a livello internazionale è stato un trampolino di visibilità.

Torniamo indietro: come nasce la tua carriera nel ciclismo?

Nel 2000 ho iniziato in Cinelli, grazie ad Antonio Colombo, a cui devo tantissimo. E’ stato lui ad aprirmi la porta del settore, e considero quegli anni una vera università del ciclismo. Da Cinelli sono usciti tanti manager che oggi guidano aziende importanti…

E poi è arrivata Cervélo

Esatto. Ho vissuto 13 anni in Cervélo, seguendo tutto il percorso di crescita del marchio canadese. Sono stato il primo assunto europeo, e ho personalmente aperto la sede Cervélo in Svizzera nel 2005. Lavorare al fianco di Gerard Vroomen, il fondatore, mi ha insegnato l’importanza della visione strategica e del corretto posizionamento di mercato.

Edoardo Affini, atleta del team Visma Lease a Bike ha vinto il titolo europeo nel 2024 con una scarpa realizzata appositamente per lui da Nimbl
Edoardo Affini, atleta del team Visma Lease a Bike ha vinto il titolo europeo nel 2024 con una scarpa realizzata appositamente per lui da Nimbl
Esperienze che hai poi portato in Nimbl…

Assolutamente sì. Da Vroomen ho imparato a pensare in modo ambizioso ma concreto. Poi, negli ultimi anni in Cervélo, con PON Group, ho avuto l’opportunità di apprendere le dinamiche finanziarie e organizzative di un brand globale. Tutto questo mi ha preparato al passo successivo: fondare Nimbl.

C’è anche un percorso accademico dietro le quinte…

Si, ho conseguito un Master in Economia dello Sport alla Luiss di Roma, che mi ha fornito una solida base teorica. L’ho voluto fortemente perché volevo unire la passione per il ciclismo con una competenza gestionale solida e strutturata.

Qual è il messaggio che lanceresti ai giovani che sognano di entrare nel bike business?

Che servono passione, pazienza e competenza. Nulla si costruisce in pochi mesi, ma se si ha un’idea forte, se si crede in un progetto e si lavora bene, si può arrivare lontano. Nimbl ne è la dimostrazione: da un’idea artigianale a un’azienda che oggi calza i migliori ciclisti del mondo. Ma siamo solo all’inizio.

Nimbl

Nimbl e Fundación Xana: uniti in una sfida che va oltre la vittoria…

26.03.2025
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Nimbl ha recentemente introdotto una nuova Limited Edition in collaborazione con Fundación Xana, l’associazione fondata dalla famiglia dell’allenatore Luis Enrique con l’obiettivo di sostenere bambini e famiglie nella loro quotidiana battaglia per la vita. Questa edizione speciale, impreziosita dal contributo artistico di Edgar Plans, trasforma la scarpa in una vera e propria opera d’arte. Il design esclusivo verrà indossato durante una delle competizioni ciclistiche più prestigiose al mondo, segnando l’inizio di un’asta benefica il cui ricavato sarà destinato alla Fondazione.

Sfida, sacrificio, determinazione: sono questi i valori che accomunano Nimbl e Fundación Xana, oggi protagonisti di un’iniziativa che unisce la potenza dello sport al sostegno concreto per chi affronta la malattia. Questo progetto ha profondamente toccato il cuore del brand, trasformandosi in una collaborazione autentica che si concretizza in una Limited Edition esclusiva, acquistabile dalla community per contribuire alle iniziative della Fondazione.

Un’iniziativa di cuore e di passione

«Siamo orgogliosi di presentare questa scarpa al mondo – ha affermato Francesco Sergio, MD e Co-Founder di Nimbl – una calzatura che è nata da un’emozione prima ancora che da un’idea. Dopo aver conosciuto la storia di Fundación Xana, e il prezioso supporto che offre alle famiglie in difficoltà, ci siamo sentiti profondamente coinvolti. Questo sentimento ci ha spinti a creare qualcosa che potesse raccontare queste storie a modo nostro: in corsa, come è nella natura di Nimbl. Il ciclismo ci insegna ogni giorno che ogni piccolo gesto conta, anche nei momenti più difficili».

Fundación Xana nasce con la missione di offrire assistenza e supporto a bambini affetti da gravi malattie e alle loro famiglie. Il suo impegno si estende su più fronti: emotivo, fisico, finanziario e pratico, attraverso programmi di supporto che comprendono alloggio, aiuti economici e assistenza personalizzata. Inoltre, la Fondazione collabora con strutture di eccellenza come l’Unità di Oncologia Pediatrica Integrativa (UOPI) dell’Ospedale Sant Joan de Déu in Spagna e il Pabellón de la Victoria della Fundación Villavecchia, a cui destina il 15% dei suoi fondi annuali.

«Le malattie gravi di un bambino mettono a dura prova l’intera famiglia – fanno sapere dalla fondazione – e spesso la mancanza di risorse economiche ed emotive amplifica le difficoltà quotidiane. La nostra missione è sostenere queste famiglie in ogni fase della malattia. La partnership con Nimbl rappresenta un passo importante per sensibilizzare il pubblico e raccogliere fondi essenziali. Inoltre, il coinvolgimento dell’artista Edgar Plans, che ha dato vita alla nostra supereroina Xana, ci emoziona profondamente».

La Fondacion Xana è stata fondata da Luis Enrique, allenatore di calcio, e dalla sua famiglia (foto Instagram/Fondacion Xana)
La Fondacion Xana è stata fondata da Luis Enrique, allenatore di calcio, e dalla sua famiglia (foto Instagram/Fondacion Xana)

Il ciclismo per una buona causa

La Limited Edition mantiene le linee distintive di Nimbl, arricchite dal contributo di Edgar Plans, che ha personalizzato la livrea con l’immagine della supereroina Xana. Con grandi occhi espressivi, un sorriso dolce e una bacchetta magica, Xana rappresenta un simbolo di speranza per i bambini che combattono ogni giorno.

«Essere parte di questo progetto è un onore – ha affermato Edgar Plans – e la bicicletta fa parte della mia quotidianità, alimentando la mia creatività. Collaborare con Nimbl per portare la mia arte nel mondo del ciclismo è stato straordinario. Questa Limited Edition è il risultato di una sinergia tra passione, design e solidarietà. Spero che i fondi raccolti possano aiutare tanti bambini a inseguire i loro sogni».

La scarpa sarà disponibile sul sito nimbl.com e potrà essere acquistata direttamente oppure aggiudicata all’asta benefica, dove saranno messi in vendita i modelli indossati dai corridori durante la recente Milano Sanremo.

Con questa Limited Edition, Nimbl rafforza il legame tra il mondo del ciclismo e il supporto sociale, offrendo alla propria community un’opportunità concreta per fare la differenza. Ogni acquisto contribuirà a scrivere una nuova pagina di speranza per bambini e famiglie in difficoltà. Un piccolo gesto che, unito a tanti altri, può trasformarsi in un grande cambiamento.

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Nimbl partner di rilievo (e molto attivo) degli Zwift Games 2025

07.03.2025
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Nimbl, marchio di vertice nel settore delle scarpe da ciclismo ad alte prestazioni, ha recentemente annunciato la propria partnership con Zwift per i 2025 Zwift Games. L’evento, iniziato il 3 marzo e in programma fino all’ultimo giorno del mese, promette di essere un appuntamento imperdibile per la comunità ciclistica globale, portando innovazione e competizione a un nuovo livello.

«Il 2025 rappresenta un anno di svolta per noi – ha dichiarato Francesco Sergio, Managing Director e Co-Founder di Nimbl – con iniziative e collaborazioni che rafforzano la nostra presenza nel mondo del ciclismo competitivo. La partnership con Zwift è un passo significativo in questa direzione. Da tempo desideravamo unire le forze con Zwift e ora possiamo offrire ai ciclisti un’opportunità unica: una gara che non solo mette alla prova la resistenza fisica, ma esalta anche strategia e determinazione, il tutto supportato da tecnologie all’avanguardia».

Durante la competizione, tutti i partecipanti che completeranno almeno due fasi sbloccheranno un esclusivo paio di scarpe Nimbl all’interno del gioco, un brand già scelto da molti ciclisti professionisti per le sue elevate prestazioni. Questa speciale edizione digitale delle scarpe, progettata esclusivamente per Zwift, sfoggia il caratteristico design Black and Gold dei Zwift Games, simbolo di eleganza e competitività.

Nimbl sarà partner dei Zwift Games 2025
Nimbl sarà partner dei Zwift Games 2025

Tre le tappe virtuali

Per quanto riguarda la categoria Elite, i vincitori assoluti saranno decretati attraverso tre gare principali, che si svolgeranno l’8, il 15 e il 22 marzo. I ciclisti saranno selezionati secondo i rigorosi criteri di qualificazione imposti da Zwift e solo i migliori potranno ambire alla vittoria finale. I vincitori delle categorie maschile e femminile riceveranno come premio un esclusivo paio di scarpe, un riconoscimento concreto della loro tenacia e delle loro straordinarie prestazioni.

Francesco Sergio, cofondatore e CEO di Nimbl
Francesco Sergio, cofondatore e CEO di Nimbl

Questa partnership testimonia l’impegno costante di Nimbl nel soddisfare le esigenze della crescente community di ciclisti virtuali, offrendo loro prodotti innovativi e soluzioni all’avanguardia. Con i 2025 Zwift Games, Nimbl non solo consolida il proprio ruolo nel panorama delle competizioni virtuali, ma contribuisce attivamente a rendere il ciclismo più accessibile, inclusivo e avvincente per atleti di ogni livello.

Grazie a questo evento, Zwift e Nimbl ridefiniscono il concetto di competizione online, creando un’esperienza unica in cui la passione per il ciclismo e la tecnologia si incontrano per ispirare e motivare milioni di ciclisti in tutto il mondo.

Nimbl

Le Nimbl per Affini? Leggere, resistenti e su misura

30.09.2024
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Ai piedi di Edoardo Affini, campione europeo a cronometro e doppio bronzo mondiale nella gara individuale e poi nel mixed team relay, c’è un modello particolare di scarpe Nimbl. Un esemplare unico, ne vengono fatte solamente una cinquantina all’anno.

Proprio prima della prova del team relay, valsa il bronzo agli azzurri, abbiamo avuto modo di farci raccontare da Affini come si trova con queste scarpe marchiate Nimbl

Edoardo Affini durante il riscaldamento del mixed team relay a Zurigo 2024
Edoardo Affini durante il riscaldamento del mixed team relay a Zurigo 2024

Due medaglie ai… piedi

Appoggiato sulla poltrona dell’albergo nel quale alloggia la nazionale per questi mondiali di Zurigo Edoardo Affini appare come un gigante buono. Le scarpe nella sua mano sembrano quasi piccole, poi le posiziona sul tavolino e il 45 del cronoman in forza alla Visma Lease a Bike si manifesta in tutta la sua grandezza. 

«Questo – ci spiega, riprendendo la scarpa e girandola tra le mani – è un modello fatto solo sul mio piede, completamente modellato in base alle caratteristiche fisiche e tecniche. Non c’è la tomaia è tutto carbonio e con un velcro che funge da chiusura. E’ stata creata un’aletta per permettere di infilare e sfilare il piede agevolmente. Ma non c’è un sistema di chiusura che va a stringere, non c’è bisogno. Una volta indossate calzano come un guanto. Dopo diverse prove fatte nei due anni in cui le ho utilizzate ho deciso di indossarle senza usare le calze. Il piede rimane stabile all’interno, non si muove. Poi per avere un’aerodinamica ancora maggiore metto il copri scarpe».

Massima prestazione

Queste scarpe, progettate insieme a Nimbl, hanno alla base la ricerca della massima prestazione a cronometro. Una prova nella quale ogni dettaglio fa la differenza e sprigionare ogni singolo watt sui pedali è fondamentale.

«In accordo con Nimbl – continua – abbiamo sviluppato questo modello proprio per le cronometro. Sono un modello totalmente chiuso, senza fori o aerazione. Perfette per un discorso di aerodinamica. In uno sforzo come quello delle prove contro il tempo, dove si passa da 15-20 minuti a massimo un’ora, sono l’ideale.

«La spinta sui pedali – conferma Affini – è eccellente, questo è dovuto al fatto che la suola è presa dal calco che Nimbl ha fatto direttamente sul mio piede. Di conseguenza prende la forma della pianta e segue la mia fisionomia. Non servono solette, a livello di sensazione è come se fossi direttamente sul pedale. Lo spessore è quello del foglio di carbonio usato nella realizzazione del modello».

Edoardo Affini dopo tante prove e test le usa senza calze
Edoardo Affini dopo tante prove e test le usa senza calze

150 “strati”

La parola passa a Francesco Sergio, co-fondatore di Nimbl e colui che si è rapportato con Affini e tutti i corridori che utilizzano le scarpe prodotte dalla sua azienda.

«Questo modello in particolare – racconta – è costruito utilizzando 150 tipi diversi di carbonio, tutti orientati in maniera differente. Prima di iniziare a costruire la scarpa, che viene in un primo momento modellata sul calco preso all’atleta, dobbiamo fare alcune considerazioni tecniche. Ovvero, il peso del corridore, la potenza espressa e il tipo di pedalata. La squadra, in questo caso la Visma Lease a Bike, ci fornisce tutti i dati e noi partiamo con la realizzazione delle scarpe su misura».

Un mese di lavoro

«Una volta realizzate si spediscono all’atleta – riprende Francesco Sergio –  che farà un primo test. Si tratta di una pedalata di due o tre ore fatta a ritmi e regimi di gara. Chiaramente serve provarle al massimo della performance per avere un riscontro totale e completo. La prima volta non è mai quella giusta, ma è normale vista la qualità del prodotto finale. Si tratta di fare tante prove, test, pedalate, ecc. Una particolarità è che non si possono fare modifiche sul modello realizzato, quindi ogni volta bisogna mandarle al macero e ripartire da zero con le nuove indicazioni del corridore».

«Poi c’è una particolare attenzione al peso – conclude – perché se si va un 20 per cento sopra il limite programmato la scarpa non mantiene le sue performance. Così come se si ha un peso al di sotto, ciò significa che non tutte le parti sono rigide e pronte a sopportare il carico di potenza, rischiando la deformazione o la rottura. Per avere una scarpa al massimo livello possibile serve curare ogni dettaglio alla perfezione. Ma quando è pronta i risultati si vedono»

Alla scoperta di Nimbl, dove l’artigianalità è fulcro e vanto

20.12.2023
5 min
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PORTO SANT’ELPIDIO – Nimbl è l’apice della produzione artigianale della calzatura, una brand giovane che fonda le radici in un passato di tradizione calzaturiera. In pochi avrebbero scommesso che nel 2023 la calzatura artigianale e fatta completamente a mano sarebbe stata in grado di rivoluzionare la scarpa per il ciclista, professionista e non solo.

Siamo stati a tu per tu con Francesco Sergio, co-fondatore di Nimbl. Da lui ci siamo fatti raccontare cosa rappresenta il marchio oggi e quanto è importante la collaborazione con il Team Jumbo-Visma.

Le altre calzature pronte per gli atleti pro’
Le altre calzature pronte per gli atleti proì
Cosa rappresenta Nimbl?

L’azienda è nata pochi anni fa, una realtà di stampo artigianale, quella che comunemente definiamo piccola. Siamo nel cuore delle Marche e nel comprensorio dove prendono forma tutte le calzature di alta moda. Diciamo pure che la vocazione dell’alta moda c’è, è ben presente, ma l’abbiamo estrapolata portandola nel ciclismo.

Poche primavere, eppure sembra un brand con tanta storia e radici profonde!

Negli ultimi tra anni abbiamo avuto una crescita esponenziale, pur mantenendo le connotazioni di una realtà produttiva locale. Al tempo stesso ci rendiamo conto di essere tra i leader mondiali in questa categoria di calzature, quella di alto livello e caratura.

Il disegno della tomaia creata per le scarpe indossate al Tour 2023
Il disegno della tomaia creata per le scarpe indossate al Tour 2023
Rappresentate l’eccellenza artigianale italiana?

Si è così. Ogni calzatura che esce da Nimbl è fatta a mano, disegnata e plasmata, curata nel dettaglio e nelle materie prime. Le nostre scarpe non sono un compromesso, ma per lavorazione e materiali rappresentano quanto di meglio si può indossare. In tutto questo c’è anche uno stile che ben idenfica il brand.

Dal punto di vista tecnico, quale è il segreto di una Nimbl?

Il segreto, se così possiamo definirlo, di ogni calzatura Nimbl è la suola. Quest’ultima è il risultato di un’insieme di fattori che collimano tra loro. Lo spessore ridotto e l’estrema rigidità, la forma che aiuta a contenere il piede ai lati, oltre ad una produzione di questa suola in carbonio che avviene qui da noi, per una una chiave di volta. La suola è un nostro progetto e non arriva nulla dall’esterno.

Quali vantaggi porta una produzione del genere?

Controllo dei diversi step produttivi, controllo della qualità complessiva. Siamo maniacali soprattutto in questo.

Quante scarpe si producono ogni giorno?

Intorno alle 50 unità. E’ un numero molto ridotto se pensiamo ai volumi di aziende che hanno industrializzato e meccanizzato ogni processo. Se invece ragioniamo nell’ottica di una calzatura completamente hand-made, è una cifra importante.

A quanti atleti professionisti fornite le vostre calzature?

Nel roster Nimbl ci sono 125 atleti, uomini e donne.

Cosa significa essere partner del Team Jumbo-Visma?

Per una realtà produttiva dalle dimensioni contenute come Nimbl, è un impegno notevole ed è molto importante sotto diversi punti di vista e non si tratta solo di promozione del marchio.

Spiegaci meglio!

Essere al fianco, o per meglio dire ai piedi, di un team così forte e con tanta visibilità, significa essere al volante di un veicolo promozionale con il turbo.

La bozza per una tomaia dedicata a Sepp Kuss?
La bozza per una tomaia dedicata a Sepp Kuss?
Avete avuto un buon ritorno?

Nimbl ha ricevuto un boost nell’immagine e nella credibilità. E’ altrettanto vero che collaborare con i tecnici della squadra e atleti di altissimo livello ci ha aiutato a sviluppare ulteriormente le calzature e alcuni processi delle lavorazioni del carbonio. Le loro conoscenze in materia sono state fondamentali.

Nimbl, primi sette mesi ai piedi dei giganti

04.07.2023
6 min
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Ai piedi dei giganti. Il primo anno di Nimbl come fornitore di scarpe al Team Jumbo-Visma ha portato una serie di bei risultati, fra cui la doppia vittoria al Giro d’Italia: prima con Roglic fra i grandi e poi con Staune-Mittet fra gi under 23. Le scarpe marchigiane, rese più accattivanti dall’investimento e dalle conoscenze di Francesco Sergio, non le conoscevano in tanti, ma adesso sono diventate l’oggetto del desiderio (in apertura Vingegaard in giallo al Delfinato). E qui scatta la curiosità: che cosa significa uscire dalla nicchia e salire sul grande palco ai piedi dei campioni?

«Facciamo un passo indietro – sorride Francesco Sergio – torniamo a quando mi hanno chiamato e mi hanno praticamente chiesto di sponsorizzarli. Avevamo già 75 corridori da fornire, sapevo che i miei partner mi avrebbero mandato a quel paese e così è stato. Ma la Jumbo-Visma è arrivata e abbiamo scoperto un gruppo di tecnici molto precisi. Ci aiutano molto nello sviluppo del prodotto. Sono una delle squadre più organizzate che abbia visto in 20 anni di sport e marketing, seguendo il Cervélo Test Team, la Garmin e la Dimension Data».

Il logo del Tour de France e il doppio Boa: primo Tour ai piedi della Jumbo Visma (foto Nimbl)
Il logo del Tour de France e il doppio Boa: primo Tour ai piedi della Jumbo Visma (foto Nimbl)
In cosa sono così bravi?

Poco prima che partisse il Tour, sono venuti in azienda due ingegneri da Eindhoven. Avevano trovato delle migliorie da implementare nella larghezza dei fori per le tacchette. Una cosa che nessuno avrebbe notato, ma di cui si erano accorti. Hanno voluto sapere come forassimo la suola in carbonio e sono stati per 3-4 giorni in officina, seguendo il procedimento. In pratica abbiamo una macchina a controllo numerico che fa i fori. Una volta venivano fatti a mano, ora ci pensa il macchinario. Mettiamo la suola in carbonio nella forma che poggia su un supporto di legno multistrato e la macchina fora secondo le misure che gli diamo.

Vuoi dire che il multistrato cedeva e produceva una differenza?

Esatto. Hanno visto per mille volte il processo, finché un mattino è venuto uno di loro, dicendo di aver studiato il video per tutta la notte e di essersi accorto che il legno assorbiva troppo la pressione del trapano. Quello scostamento minimo provocava una piccola usura laterale dei fori. Messa una base rigida di metallo, il problema è sparito.

Un bel supporto, niente da dire.

Hanno tante attenzioni, ma chiaramente non possiamo usare le loro specifiche per gli altri corridori.

Durante il Giro d’Italia è filato tutto liscio?

Di base sì, anche se per esempio abbiamo avuto un problema con la consegna delle scarpe da crono di Roglic. Ci hanno chiesto di non mandarle a Tenerife, ma di spedirle a Monaco. Solo che il portiere ha dimenticato di avvertirlo e così Primoz ha fatto la prima crono senza le scarpe speciali.

Parliamo di quelle totalmente in carbonio?

Esatto, proprio quelle. Farle è complicato, bisogna trovare il giusto compromesso fra leggerezza della scarpa, peso e potenza del corridore. Per arrivare a metterle a punto sono serviti molti tentativi, durante i quali è capitato anche che alcune si rompessero. Provate a immaginare la differenza di spinta fra un corridore come Vingegaard, che pesa 50 chili e spingerà al massimo 1.200 watt, e uno come Van Aert, che pesa 78 chili e spinge 2.000 watt. Ognuno ha le sue specifiche.

Le scarpe da cronometro sono leggere e aerodinamiche, tutte in carbonio. La chiusura è sotto (foto Nimbl)
Le scarpe da cronometro sono leggere e aerodinamiche, tutte in carbonio. La chiusura è sotto (foto Nimbl)
Un lavoro di grande precisione, quindi?

Tutto questo a noi serve. Siamo un’azienda nuova che ha una tecnologia diversa dagli altri, noi non facciamo una “suolona” grande perché non si rompa. Facciamo una suola fatta a mano, con il layup fatto a mano e il posizionamento del carbonio fatto in base alle varie sollecitazioni. Quindi di base può succedere di sbagliare qualcosa, non siamo ancora alla perfezione. La scarpa da crono non deve essere leggera, ma aerodinamica. La scarpa superleggera però esiste e l’abbiamo fatta per Vingegaard…

Quanto superleggera?

Pesa meno di 180 grammi, ce l’ha adesso al Tour. Però va usata poche volte, solo quando è veramente necessario, perché è troppo delicata per usarla tutti i giorni.

Quante scarpe fornite per ciascun corridore?

Di base e per loro stessa richiesta, dovremmo fornire tre paia. Il primo anno che con Cervélo sponsorizzammo la CSC, eravamo d’accordo con Riis che avremmo fornito 60 bici. Alla fine dell’anno gliene avevamo date 300. Quante scarpe abbiamo dato finora a Vingegaard? Non meno di 8-9, ma per noi non è un problema. Se anche ne chiedono 10, possiamo dargliele. Anche perché…

Van Aert e le sue scarpe: per la realizzazione di quelle da crono si è tenuto conto di peso e potenza
Van Aert e le sue scarpe: per la realizzazione di quelle da crono si è tenuto conto di peso e potenza
Che cosa?

Quando un corridore cade, si graffiano le scarpe e io le cambio. Non voglio vedere i corridori con le scarpe rotte. Facciamo così con tutti, non solo quelli della Jumbo, anche quelli della Ineos per esempio.

State avendo un ritorno di immagine da questa sponsorizzazione?

E’ impressionante, neanche con Cervélo ho mai avuto questo ritorno sull’investimento. Si sta rivelando una leva incredibile, è come passare da 100 a 250 all’ora in un secondo. Facciamo fatica a stare dietro alla produzione. Cerchiamo di vendere molto online, anche se i punti vendita ci sono. In Spagna si chiamano “negozi pilota”, così ne abbiamo 2-3 per ogni Nazione dove le scarpe si possono vedere e toccare. Nella vendita siamo molto flessibili. Se non ti trovi con la misura, le mandi indietro e te ne mandiamo un altro paio, visto che sono scarpe che costano. E se anche tornano indietro, sappiamo esattamente dove mandarle.

C’è qualcuno che segue gli atleti Nimbl alle corse, oppure li equipaggiate prima con quel che serve?

Io sono andato a Bilbao, ma non per fare assistenza. Diamo tacchette e cricchetti prima che partano, le uniche cose della scarpa che puoi dover cambiare. Si smontano e si avvitano e si incollano senza alcun problema. Hanno anche 2-3 scarpini di scorta e se poi hanno qualche urgenza, come è già successo, gli facciamo la scarpa nuova in tre ore. Diverso se serve rifare le scarpe su misura di Vingegaard, perché servono due giorni. Come lui ce ne sono solo 6-7 nella Jumbo-Visma. E se proprio devo dire, va bene così. Non sono troppo favorevole al personalizzato per tutti, ma loro sono attentissimi ai minimi dettagli. Perciò se lo chiedono, siamo qui per accontentarli…

Nimbl, una storia italiana ai piedi della Jumbo-Visma

07.01.2023
6 min
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Ricordate quando qualche tempo fa eravamo andati al Service Course della Jumbo-Visma? In quel regno del massimo ciclismo in mezzo a campioni, test, reparti di meccanica… siamo stati testimoni di un appuntamento davvero all’avanguardia e segretissimo: la consegna delle scarpe Nimbl.

Il team olandese e l’azienda italiana ci hanno aperto le porte per questa esperienza che ci regala un esempio concreto di quei marginal gains di cui tanto parliamo.

Un accordo incredibile

Un po’ come per la scelta dei nuovi gruppi, è stata la corazzata giallonera a contattare Nimbl. In test privati, dopo aver acquistato in incognito alcune paia di scarpe di varie marche, gli olandesi avevano visto che quelle italiane rispondevano ai loro canoni di performance. Da lì è germinato l’accordo, tra Jumbo-Visma e Nimbl.

«In effetti – racconta Francesco Sergio di Nimbl – i Jumbo ci hanno espresso il loro desiderio di correre con le nostre scarpe, ma visto che siamo un’azienda artigianale, la cosa all’inizio poteva “spaventarci”. Tra continental, WorldTour e squadra femminile qui ci sono 60 corridori, avremmo avuto difficoltà nella capacità di rispondere alle loro esigenze. E parlo proprio di produzione.

«Quando ci siamo trovati, avevo con me le scarpe e i loro tecnici mi hanno detto che le conoscevano. In qualche modo già le avevano provate ed erano rimasti soddisfatti. C’era solo un piccolo miglioramento da fare riguardo al sistema di posizionamento delle tacchette, ma solo perché loro avevano preso un modello prodotto fino a maggio.

«A quell’epoca ancora non avevamo un macchinario specifico e le faceva Luigino (Verducci, ndr) a mano. Ma in quanto a peso, rigidità e aerodinamica, erano soddisfatti dei nostri modelli».

Luigino Verducci e Francesco Sergio hanno unito le loro esperienze per il progetto Nimbl e la sfida Jumbo-Visma
Luigino Verducci e Francesco Sergio hanno unito le loro esperienze per il progetto Nimbl e la sfida Jumbo-Visma

Sfida accettata

Pensate, una piccola realtà con base nelle Marche che opera sì nella sfera dell’altissima qualità, ma anche dei piccoli numeri, che si ritrova sul piatto una collaborazione con il team che ha appena vinto la classifica UCI e il Tour. Non solo, la vita di Nimbl è recentissima: due anni e mezzo. Alla base c’è la grandissima esperienza di Luigino Verducci e dello stesso Francesco Sergio nel mondo delle scarpe e dei materiali. Sin qui le collaborazioni con i professionisti erano state con i singoli corridori e non con i team. 

«A quel punto ci siamo guardati in faccia. E ci siamo dettI: “Abbiamo la possibilità di collaborare con il più grande team del momento. Buttiamoci!”. E abbiamo accettato la sfida».

Parte quindi questa collaborazione e nei mesi intermedi tra le due stagioni, in attesa della fine del contratto col brand precedente, Nimbl realizza per i ragazzi della Jumbo-Visma un modello camouflage. Perché qui ogni cosa va provata e riprovata al millimetro. Sono le richieste del settore performance dei materiali, i quali volevano che i corridori appunto provassero le scarpe, anche per guadagnare tempo.

Col nuovo anno la collaborazione italo-olandese ha visto la luce (foto Instagram)
Col nuovo anno la collaborazione italo-olandese ha visto la luce (foto Instagram)

Iniziano i lavori

Guadagnare tempo per metterle a punto. I feedback dei ragazzi infatti sono utilissimi. Quelle scarpe camouflage erano modelli standard e sono serviti come base di partenza per la personalizzazione, fiore all’occhiello di Nimbl e una delle peculiarità che ricercava la Jumbo-Visma.

«Una volta fatto l’accordo, abbiamo ricevuto le taglie dal team – va avanti Sergio – e abbiamo inviato le scarpe ad ogni atleta. Come potete vedere, a turno vengono qui e ci dicono cosa va bene, cosa bisogna cambiare, i dettagli da affinare.

«Essendo la produzione nostra, per noi è facile intervenire sulla tomaia, ma anche sul layup del carbonio. Non si tratta d’intervenire solo sulla forma, ma anche sulla rigidità. C’è infatti chi vuole la scarpa più rigida avanti e meno rigida dietro e chi il contrario. Per la realizzazione di una scarpa, c’è bisogno di circa 7 giorni, mentre per i piccoli cambiamenti servono mediamente 3-4 ore per corridore. Per alcuni abbiamo dovuto rifare la suola ex novo.

«Abbiamo sviluppato un’App con la quale annotiamo misure e richieste di intervento. Per esempio se c’è un corridore che ha un osso sporgente, cerchiamo di aumentare la parte esterna dove c’è il punto di pressione. O ancora, c’era un corridore che aveva una taglia 47 in quanto a lunghezza, ma una 44 quanto a larghezza. In questo caso abbiamo rifatto la suola nuova direttamente».

Il calco

E mentre Sergio ci spiegava questo progetto, Verducci eseguiva il calco sugli atleti. Seduti su una sedia, a sua volta posta su un tavolo, l’artigiano marchigiano eseguiva un calco in gesso che riprendeva la forma esatta del piede fino alla caviglia.

Una volta ottenuto il calco, Verducci con un frullino apriva “la scultura” e sfilava il piede. In fase di realizzazione vengono presi in considerazione il calco, chiaramente, ma anche i feedback del corridore.

I feedback dei corridori sono importantissimi. Qui le prime indicazioni dopo aver provato il modello camouflage (prima del calco)
I feedback dei corridori sono importantissimi. Qui le prime indicazioni dopo aver provato il modello camouflage (prima del calco)

Dettagli e progetti

Per il momento Nimbl ha messo a disposizione il modello Ultimate (con il Boa), Air Ultimate (con i lacci) ed Exceed.

«Perché i lacci? Non ci crederete ma le scarpe risultano essere più aerodinamiche. E non di poco, secondo alcuni test in pista sono emersi vantaggi fino a 4 watt».

Come dicevamo Nimbl ormai è presa totalmente in questo progetto. Dopo l’accordo c’è stato un grande riassetto aziendale, grazie al quale si prevede di raddoppiare la produzione, migliorare ulteriormente il sistema per il serraggio delle tacchette e lanciare nuovi modelli. In arrivo infatti ci sono un modello full carbon, uno special edition per il Tour e anche uno gravel.

Le indicazioni dei corridori sono annotate su un’App
Le indicazioni dei corridori sono annotate su un’App

Feedback preziosi

La cosa bella è che i corridori sono rimasti piacevolmente colpiti da questo nuovo modo di lavorare, questa personalizzazione così certosina. Uno di questi è stato Primoz Roglic, che ha tempestato di domande per oltre mezz’ora i tecnici di Nimbl (foto di apertura). Il lavoro a stretto confronto fa alzare l’asticella da entrambe le parti.

Un esempio di alcune domande? Si dice che il carbonio non aiuti molto a refrigerare il piede e vedendo così tanto carbonio gli stessi corridori hanno posto la questione a Sergio e colleghi.

«E’ una domanda che ci hanno fatto in parecchi – ha detto Sergio – noi abbiamo risposto che tra coloro che l’hanno utilizzata nei 40°C del Tour de France nessuno si era lamentato. Era ben più calda la suola in plastica di qualche tempo fa. Se ricordate c’erano corridori come Cipollini che con il trapano andavano a forare le suole. In ogni caso è un aspetto che abbiamo preso in considerazione e che non trascureremo».