Team Cingolani, fra campioni e ragazzi di casa

26.12.2022
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«A casa nostra si vive di pane e ciclismo». Parole di Francesco Cingolani, che ormai è diventato “comandante in capo” di un’autentica armata, unica alternativa ai grandi team del Nord-Est che da sempre fanno il bello e il cattivo tempo nel ciclocross. Il team si avvia a festeggiare il suo trentennale (avverrà nel 2024), ma la storia è forse ancora più antica, se si pensa che la squadra nasce da quel che era il Gs Pianello, la società del paese che attraverso il Cingolani Bike Shop, negozio di riferimento non solo per le Marche, ha allargato i suoi confini a dismisura.

La storia di Francesco affonda le radici a quando era egli stesso un ciclocrossista di vaglia, nel giro della nazionale con due mondiali disputati all’attivo. Poi la sua attività si è chiusa agonisticamente ma si è espansa a dismisura, tra negozio e squadra, sulla quale ha lavorato tantissimo: «Quando abbiamo iniziato, era un piccolo team locale, man mano si è sviluppato di pari passo con il negozio. Ora abbiamo qualcosa come 200 tesserati e seguiamo un po’ tutte le attività, dal ciclocross alla mtb, dal ciclismo amatoriale su strada all’enduro. Nel ciclocross andiamo dagli esordienti agli elite con un totale di 12 atleti, insomma è un’attività a 360 gradi e l’impegno conseguente è enorme».

Tommaso Cingolani, campione italiano esordienti di 1° anno nel 2022
Tommaso Cingolani, campione italiano esordienti di 1° anno nel 2022
Il vostro non è più un team locale considerando anche la provenienza dei vostri tesserati.

Effettivamente abbiamo fatto del team una squadra nazionale: Pavan è piemontese, la Gariboldi lombarda, Debora Piana (una delle big delle marathon di mtb, ndr) è del Triveneto, ora è arrivata anche Francesca Saccu che è ligure. Questa scelta è stata fatta anche perché il nostro marchio si sta diffondendo a macchia d’olio, ormai non lavoriamo più solo con il negozio, l’attività commerciale si è spostata fortemente sull’online e quindi abbiamo anche bisogno di nomi per supportare la nostra presenza nell’intero territorio nazionale.

Un team nazionale, ma anche un team di famiglia considerando i due ragazzi, Filippo e Tommaso che continuano a vincere e convincere fra gli esordienti, come si è visto anche al recente Giro d’Italia…

Avere due figli in gara un po’ cambia le prospettive, ma il mio compito è non avere favoritismi nei confronti di nessuno, né fra loro né con gli altri. E’ chiaro che dentro di me, le loro gare sono sentite quasi più di quando correvo io, diciamo che sono emozioni diverse rispetto a quando corre qualcun altro con la nostra maglia, ma le emozioni ci sono sempre.

Filippo Cingolani ha vinto quest’anno il tricolore esordienti di 1° anno nel cross country mtb
Filippo Cingolani ha vinto quest’anno il tricolore esordienti di 1° anno nel cross country mtb
Non c’è il rischio che, proprio per non mostrare favoritismi, ti mostri anche più severo e attento con loro?

No, tengo tutto dentro. Poi, quando siamo a casa, riparliamo anche delle gare, degli allenamenti, di quel che c’è da fare. Bisogna considerare il fatto che stiamo parlando di ragazzi, per i quali l’attività deve mantenere un alone di divertimento e spensieratezza, anche se certamente parlando di esordienti, significa che si comincia a fare un po’ più sul serio. Poi sono in un periodo nel quale lo sviluppo fisico differenziato incide molto sui risultati: a me interessa che si divertano e ci mettano passione e quella non manca, per il valore dei risultati se ne parlerà più avanti.

Quanto incide il team dal punto di vista commerciale, sull’immagine del marchio e conseguentemente sulle vendite?

Ha un effetto positivo, rafforza il nome e il fatto di essere ormai un team nazionale è qualcosa di più, un veicolo importante nell’evoluzione del nome Cingolani. Il mercato è influenzato dalle nostre apparizioni in giro per l’Italia durante tutto l’anno e i risultati sono un bel volano per incrementare le vendite.

Previsti anche ritiri fuori i confini: qui a Benidorm gli specialisti di mtb e strada
Previsti anche ritiri fuori i confini: qui a Benidorm gli specialisti di mtb e strada
E’ anche vero però che, rispetto ad altre realtà di vertice del ciclocross italiano, la posizione geografica non vi aiuta…

E’ vero, chi opera nel Nord-Est è facilitato nelle sue trasferte perché la maggior parte delle gare più importanti sono lì. La gestione dei costi è più semplice, noi dobbiamo davvero essere molto attenti nella nostra gestione perché ogni trasferta significa farsi almeno 400-500 chilometri. Ho letto i costi che team di vertice come la DP66 sostiene, noi siamo su quelle cifre per le nostre trasferte, ma per farlo dobbiamo ridurre il numero degli atleti in gara, quindi pro capite paghiamo molto di più. Molti ragazzi per questo seguono di base il calendario dell’Adriatico Cross Tour, che consente trasferte molto più abbordabili.

Vi sentite una sorta di mosca bianca nel panorama del Centro-Sud d’Italia?

Non come prima. Devo constatare con piacere che rispetto a qualche anno fa c’è maggior movimento, ci sono realtà che si stanno affermando da noi nelle Marche come nel Lazio o in Puglia e questo è un segnale molto positivo.

Per il team l’attività preminente resta nell’Adriatico Cross Tour, più vicino come distanze
Per il team l’attività preminente resta nell’Adriatico Cross Tour, più vicino come distanze
Che cosa vi aspettate ora?

Gennaio è il mese dei campionati italiani, differenziati con le gare assolute per le categorie internazionali a Ostia Antica (RM) e quelle per le categorie giovanili a fine mese a San Fior (TV). Passato gennaio ci concentreremo sulla programmazione per la mountain bike: chi non ha fatto attività invernale esordirà nello stesso mese, chi viene dal ciclocross partirà a marzo. Pronostici non ne faccio, contiamo di continuare sulla stessa falsariga delle ultime settimane.

L’insolita trasferta in Puglia degli ultimi 4 Gazprom

22.06.2022
5 min
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Conci si è accasato alla Alpecin-Fenix Development. Fedeli è stato appena annunciato alla Eolo-Kometa. Piccolo ha ripreso ad allenarsi. Marco Canola correrà i campionati italiani con una divisa neutra. E poi ci sono Carboni, Malucelli e Scaroni che andranno in Puglia approfittando di un… treno speciale e inatteso. I ragazzi della Gazprom ce la mettono tutti e la sfida tricolore è la prossima, ma rischia di restare a lungo l’ultima per chi non si fosse ancora accasato. Sono rimasti in quattro.

Nonostante le vittorie ottenute negli ultimi mesi, fra il Giro di Sicilia e la Adriatica Ionica Race, sono proprio loro ad aver incontrato le difficoltà maggiori.

«Si è mosso davvero poco – dice Carboni – mi aspettavo qualcosa di più. Non critico nessuno, il fatto è che i soldi sono pochi per tutti e l’attività striminzita».

E’ fresco di annuncio, ma era nell’aria da giorni, il passaggio di Fedeli alla Eolo-Kometa: debutto al tricolore
E’ fresco di annuncio il passaggio di Fedeli alla Eolo-Kometa: debutto al tricolore

Un furgone e tre bici

Il treno per il tricolore di cui si parlava è un’occasione nata nelle Marche grazie all’appoggio di Francesco Cingolani, il cui negozio di recente acquisito da Specialized Italia, si è messo a disposizione per dare una mano a Carboni, Malucelli e Scaroni.

«Abbiamo continuato ad allenarci al meglio che potevamo – dice proprio Carboni – ma proprio per l’idea di fare tutto al meglio, ci siamo resi conto che la squadra non aveva più materiale per sistemare le nostre Look. Così ho parlato con Francesco e siamo riusciti a trovare un supporto tecnico per il tricolore. Mette a nostra disposizione tre bici, un furgone Specialized e accessori come ruote, scarpe e manubri. Materiale per il campionato italiano e poi speriamo che poi le cose in qualche modo cambino…».

Malucelli, Carboni e Scaroni nel giorni di Brisighella, quando Giovanni ha centrato la sua prima vittoria da pro’
Malucelli, Carboni e Scaroni nel giorni di Brisighella, quando Giovanni ha centrato la sua prima vittoria da pro’

Anche Moro e Pengo

Dopo il supporto della nazionale, eccone dunque un altro che si annuncia piuttosto concreto e li aiuterà a gestire la trasferta in Puglia.

«La nazionale ci ha dato un aiuto immenso – riconosce il marchigiano – e per i tricolori avremo ancora a disposizione Luigino Moro come massaggiatore ed Enrico Pengo come meccanico. Avremo in appoggio l’ammiraglia dell’Accpi, ma Cingolani farà viaggiare con noi anche due ragazzi del suo staff, indispensabili per poter gestire i rifornimenti in una corsa che si annuncia caldissima. Il percorso non è troppo duro, ma neanche sarà una passeggiata. Si vince pur sempre il tricolore, ci tengono tutti. Per noi che abbiamo corso per l’ultima volta due settimane fa, rimane l’incognita del ritmo gara, ma magari la corsa di un giorno e il caldo livelleranno il gruppo. Non abbiamo nulla da perdere. So di essermi allenato tanto, ho fatto il massimo. Credo di avere gli stessi chilometri di quelli che stanno correndo.

«I problemi inizieranno dopo – riflette – non ci voglio pensare. Finora siamo andati bene mettendo a frutto la preparazione invernale. Ora si tratterebbe di ricominciare. Staccare dopo l’italiano, andare in altura con la prospettiva di fare quali corse?».

Francesco Cingolani è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross
Francesco Cingolani è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross

Il gesto di Cingolani

Francesco Cingolani racconta di quando, dopo la vittoria di Carboni alla Adriatica Ionica Race, mandò un messaggio per fargli i complimenti.

«Giovanni – dice – lo conosco da sempre, perché cominciò a correre nella nostra società. E’ un bravo ragazzo, un professionista serio che si merita un po’ di fortuna. Dopo quel messaggio, disse che sarebbe venuto a farmi visita ed è nata l’idea. Io non ci avevo pensato, non sapevo quali vincoli avessero. Gli abbiamo dato tre Tarmac SL7 montate Sram, mentre Specialized ha fatto arrivare altri accessori. Non c’è una data di fine prestito. Intanto il tricolore e poi si spera che possano trovare una sistemazione migliore».

Marco Canola si è impegnato con l’Accpi per lanciare la campagna “WHY?” che ha avuto visibilità durante il Giro
Marco Canola si è impegnato con l’Accpi per lanciare la campagna “WHY?” che ha avuto visibilità durante il Giro

L’amarezza di Canola

Resta giù dal pulmino il solo Marco Canola. Probabilmente i rapporti si sono un po’ allentati in occasione della campagna “WHY?” e il suo braccialetto azzurro, mentre gli altri si aspettavano forse un’azione più decisa.

«Corro da solo – dice il veneto – non mi appoggio a nessuno. Avrò solo l’ammiraglia in comune per l’acqua, tutto qui. Devono vedere tutti a cos’ha portato l’oscenità da parte dell’UCI, la difficoltà del provare a continuare come stiamo facendo. Vado avanti così, ma se Cassani non farà la squadra, non vedo molte possibilità. Mi sto defilando poco a poco. Sarei contento che gli altri continuassero, a me non è mai piaciuta l’idea di “togliere” un posto in altre squadre ad altri che sono più giovani di me.

«Spero magari di continuare a rimanere nell’ambiente, con un altro ruolo, per aiutare a migliorare (nel mio piccolo) questo sport. Perché ha bisogno di tanti cambiamenti, partendo dal lato umano. Meno numeri e più umanità».

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Da un Cingolani all’altro, noi parliamo col… vecchio Francesco

09.01.2022
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Uno esulta, l’altro si dispera. Se non fosse che sono fratelli gemelli, non ci sarebbe niente di strano. Invece mentre Filippo Cingolani vince il tricolore degli esordienti di primo anno, suo fratello Tommaso maledice la cattiva sorte per una caduta e la rottura del forcellino. Loro padre è stato azzurro di ciclocross in due mondiali: Sint Michielsgestel nel 2000 e Tabor l’anno dopo. Dovrebbe saperle gestire simili situazioni, invece è in imbarazzo. Non può festeggiare troppo per l’uno per non infierire sull’altro. La situazione è critica…

Vent’anni fa

Il bello del ciclismo è che conserva la memoria. Perciò quando raggiungiamo Francesco Cingolani, padre dichiaratamente in crisi, il suo ricordo si sovrappone al nostro. Solo che il tempo gioca brutti scherzi. Avremmo detto una decina d’anni fa, il riscontro arriva come una mazzata.

«Mi ricordo quando mi faceste un’intervista che ero alla Compagnia Atleti a Roma – dice ridendo – sono passati vent’anni. Era il 2001…».

Attimo di silenzio, risata reciproca. Francesco ha appeso da tempo la bici al chiodo e lavora nel negozio di famiglia, seguendo anche gli atleti che corrono con i suoi colori. Rebecca Gariboldi nel cross, i fratelli Lupato nell’enduro. Il discorso va avanti, non v’è dubbio alcuno che il tempo corra davvero forte…

Francesco Cingolani, classe 1983, è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross
Francesco Cingolani, classe 1983, ha corso due mondiali di cross
Che effetto fa avere due figli in corsa per la maglia tricolore?

E’ bello, forse più emozionante di quando correvo io.

Sul percorso abbiamo visto un bel campionario di genitori esaltati: tu che tipo sei?

Con loro (ride, ndr) sono tranquillo. Li lascio in pace. Ci sono passato. E loro lo fanno per gioco, anche perché a questa età vince chi è più sviluppato, è presto per parlare di altro. Si divertono. Imparano la tecnica. E certo, quando si vince c’è più gusto.

Gemelli proprio identici?

No, sono diversi. Filippo è più magro e ha il cavallo alto. Tommaso ha il cavallo più basso e masse muscolari superiori. Uno scalatore e un velocista. Oggi il favorito era Tommaso e adesso non è facile gestire la situazione, anche se in gara sono spesso in competizione fra loro.

Perché dici che Tommaso era favorito?

Potevano vincere tutti e due, ma Tommaso se la sentiva di più. In media arriva più spesso davanti, ma Filippo non partiva battuto. Due settimane fa aveva vinto lui, ma c’era da correre a piedi. La volta dopo è toccata a Tommaso.

Che cosa hai capito della caduta?

Il percorso cambiava a ogni categoria. Quando sono partiti era ghiacciato, ma dopo un po’ è venuto fuori il fango. C’era una discesa in contropendenza e l’ha superata bene. Nel tratto successivo invece è scivolato e ha rotto il forcellino del cambio, nel punto più lontano dai box. Ha fatto un pezzo a piedi, poi da dietro hanno cominciato a prenderlo e addio…

Vai mai in bici con loro?

Meno di quanto vorrei. Ci sono dei periodi dell’anno in cui riesco a prendere la bici, ma gli ultimi mesi in negozio sono stati un bel caos e anche adesso è abbastanza tosta, fra consegne e ritardi.

Sono già mentalizzati per fare i corridori?

Gli piace, ma gli piacciono tutti gli sport. Anche le moto, ad esempio.

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Vanno a scuola insieme?

Hanno fatto insieme fino alla quinta elementare, poi hanno chiesto di essere separati e adesso fanno la seconda media alla Menchietti di Ostra, ma in sezioni diverse.

Come l’hai convinto Tommaso a non pensarci più?

Non so se l’ho convinto. Gli ho detto che sono cose che capitano, però la maglia tricolore è sempre una bella cosa. Se non altro è arrivata in famiglia…