Richeze al bivio, lascia Gaviria ma continua a correre

20.08.2021
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L’appuntamento delle 15 è slittato alle 17,30, perché nel frattempo l’allenamento di Richeze e Gaviria è andato per le lunghe. A Monaco è un po’ meno caldo che da noi, ma il sole si fa rispettare ugualmente. I due sono entrambi reduci dal Tour de Pologne, dove il colombiano ha centrato la prima vittoria di stagione e da cui conta di ripartire per una seconda metà in cui riempire le bisacce di risultati. Ma in ogni caso, alla fine dell’anno la coppia si separerà. Una coppia rinata dopo che Gaviria lasciò la Quick Step nel 2019 e convinse l’amico a fare altrettanto nel 2020. I risultati non hanno tenuto troppa fede alle attese, ma la separazione è dovuta alla volontà di ringiovanire il gruppo e Richeze ha ormai 38 anni.

Nel 2018 vince a Konya in Turchia: con la Quick Step ottime stagioni
Nel 2018 vince a Konya in Turchia: con la Quick Step ottime stagioni

«Ma correrò ancora – sorride – e non so chi abbia messo in giro la voce che smetterò. Certo il piano era di continuare con Fernando, ma non è stato possibile. Perciò sono in cerca di una squadra per la prossima stagione, ugualmente come ultimo uomo. Stiamo parlando, ho dei contatti. Sono molto amico di Lombardi, che mi gira le informazioni che potrebbero interessarmi».

Richeze come Morkov

Quando lasciò la Quick Step, si divideva con Morkov la palma di miglior ultimo uomo, al punto che Gaviria lo volle fortemente con sé al UAE Team Emirates. E anche se non basta avere un ottimo “leadout” per vincere le volate (il bottino di Fernando sarebbe altrimenti più ricco), di certo si tratta di un ruolo molto importante, che però negli anni è cambiato radicalmente.

Il 2019 è stato l’ultimo anno da separati fra Gaviria e Richeze, ancora alla Deceuninck
Il 2019 è stato l’ultimo anno da separati fra Gaviria e Richeze, ancora alla Deceuninck
Che cosa è cambiato, soprattutto?

Il fatto che una volta ci fossero al massimo due treni, quello di Cipollini e quello di Petacchi. Adesso invece ogni squadra ha il suo e riuscire a portare fuori il tuo velocista diventa più complicato. Per uscire davanti da certe mischie, devi quasi essere al livello dei velocisti più forti.

Qualche giorno fa Malori ci ha detto che non ci sono più in giro velocisti puri e che anche per questo le volate sono cambiate.

Malori ha visto giusto. Lo stesso Gaviria ormai è forte anche in salita, ma non per scelta. E’ una necessità. Le corse facili non esistono più e per passare i 2.000 metri di dislivello dopo i quali ci si aspetta la volata, devi comunque tenere in salita. In questo modo il velocista deve rinunciare a una parte della sua potenza e di conseguenza le volate sono diverse.

TI sei mai pentito di aver lasciato la Quick Step?

No, mi trovo bene qui. Quella è la squadra con la migliore scuola per velocisti, di sicuro. C’è la cultura del treno, mentre alla UAE c’è la cultura dello scalatore. Più Pogacar ovviamente che Gaviria. Quindi è comprensibile che sia più difficile fare risultati. Non sono pentito perché ho scelto di seguire Fernando.

Può essere che le sue poche vittorie siano state decisive per il fatto di non confermarti?

Oddio, spero di no. Non credo. Mi hanno parlato di ringiovanimento. E poi non siamo mai andati nelle grandi corse con un treno di quattro uomini per tirare le volate e questo fa la differenza. La stessa cosa che è successa a Viviani. Vieni da una scuola di velocisti e ti ritrovi con meno uomini, che cambiano spesso e non sono abituati a fare un certo lavoro.

A quando la prossima corsa?

Il 26 e il 28 in Belgio, poi il Benelux Tour e poi chiuderò con il calendario italiano.

Quinta tappa del Polonia, all’arrivo con Gaviria e Sobrero: tappa dura
Quinta tappa del Polonia, all’arrivo con Gaviria e Sobrero: tappa dura
Sei soddisfatto della tua stagione?

Sinceramente non tanto. Oltre alle mie prestazioni, la mia soddisfazione è legata alle vittorie di Fernando e purtroppo finora ne è arrivata solo una, per cui devo pensare di aver fatto bene il mio lavoro poche volte. Se poi da qui a fine stagione facciamo il pieno, il bilancio cambia.

E se ti proponessero di fare il velocista?

Non sarei in grado. Il livello si è alzato tantissimo. Le ultime volte che ho corso per vincere fu con la Quick Step in Argentina o Turchia, dove il livello era inferiore. Adesso non saprei davvero da dove cominciare. Invece da ultimo uomo credo di poter ancora dire la mia.

Gaviria si sblocca in Polonia, dopo 11 mesi di digiuno

12.08.2021
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Aveva bisogno di questa vittoria, eccome se ne aveva. Dopo aver vissuto l’incubo covid-19 l’anno scorso – risultando positivo due volte a inizio stagione e abbandonando per lo stesso motivo il Giro d’Italia (anche se poi si sarebbe scoperto che si trattava di una falsa positività) – Fernando Gaviria alla presentazione delle squadre al Tour de Pologne lo aveva detto davanti a tutti: «Cerco la mia prima vittoria stagionale per rilanciarmi».

Gaviria bis a Rzesow

Ed è stato di parola: a Resovia (Rzeszòw) il colombiano del UAE Team Emirates conquista la terza frazione battendo allo sprint il giovanissimo olandese Olav Kooj della Jumbo Visma e Phil Bauhaus della Bahrain Victorius che aveva vinto la tappa d’apertura. Gaviria su questo arrivo ci aveva già trionfato nel 2016 quando era in Etixx-Quick Step e per lui questa è la terza affermazione sulle strade polacche.

Nella mixed zone si concede volentieri ai microfoni, lo si capisce dagli occhi. Lui è un velocista e questi momenti gli mancavano troppo: era a digiuno dal 16 settembre scorso col successo nel Giro di Toscana Memorial Alfredo Martini. Anche il suo diesse Fabio Baldato, che lo sta aspettando per portarlo in hotel, è raggiante: «Sono contentissimo perché ha fatto una gran volata. Era un nostro obiettivo la sua vittoria».

Fernando immaginiamo che sotto la maschera ci sia un sorriso grande così. Lo avevi detto domenica alla presentazione delle squadre che speravi di sbloccarti.

Sì, sono molto contento per aver centrato questa vittoria qui in Polonia, la cercavo da un bel po’. Al Giro ero in buona condizione, ma non ho avuto la fortuna di vincere (tanti piazzamenti ma solo un secondo posto nella tappa di Foligno, ndr). Poi ho preso un po’ di riposo continuando ad allenarmi e ho ripreso a correre tre settimane fa facendo bene. Qui c’era l’opportunità di provare a vincere. Ringrazio tutta la squadra che ha avuto fiducia in me oggi facendo un lavoro spettacolare.

La Deceuninck-Quick Step controlla bene la corsa per Almeida leader
La Deceuninck-Quick Step controlla bene la corsa per Almeida leader
Sei rientrato al Tour de Wallonie facendo un secondo e un terzo posto. Qui a Resovia dove avevi già vinto hai centrato la tua terza vittoria. Una corsa che ti piace.

Sì, penso che mi porti fortuna il Polonia, spero che sia lo sblocco per salvare bene la stagione. Mancano ancora tante corse, tutte importanti. Se sono in buona condizione le posso fare tutte bene.

L’esperienza di prendere il covid-19 due volte come l’hai vissuta e superata?

E’ stato stressante. All’inizio perché ero lontano dalla mia famiglia e non sai cosa dire loro per non farli preoccupare. Se avessi detto a mia madre che avevo preso il covid sarebbe stata in pensiero perché era il momento in cui in Italia morivano più persone. Alla fine l’ho passato bene, adesso ho ritrovato la vittoria e questo è importante.

La campagna polacca ha temperature meno torride che in Italia, anche in fuga si sta bene
La campagna polacca ha temperature meno torride che in Italia, anche in fuga si sta bene
Domenica 15 agosto c’è l’ultima tappa, quella di Cracovia, adatta per velocisti. Compirai gli anni il 19 agosto, potresti farti un regalo in anticipo.

Lo spero davvero tanto. L’anno scorso era andata bene proprio il giorno del mio compleanno (vittoria della seconda tappa del Tour de Limousin, ndr).

Nel 2022 arriveranno Hodeg e Ackermann in UAE, il tuo futuro sembra più incerto. Puoi dirci qualcosa in più?

Non posso parlare. Dovete aspettare quello che uscirà.

Enigma contratto

E proprio mentre usciamo dalla mixed zone, dicevamo, c’è Baldato che lo attende. Giriamo a lui l’ultima domanda che abbiamo fatto a Gaviria. La risposta del direttore sportivo veneto sembra contradditoria, beffarda.

«Gaviria è gia stato confermato, anche prima del Giro d’Italia. Riguardatevi i comunicati. Ha risposto diversamente? Avrà fatto una battuta apposta».
In realtà della sua conferma non pare esserci traccia, ma a questo punto basterà aspettare per svelare l’enigma del contratto.

Richeze ci spiega qualcosa su Molano e la sella di Gaviria

23.05.2021
4 min
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Sereno e rilassato prima della tappa dello Zoncolan: solo un velocista può esserlo. E Maximiliano Richeze lo è. Sembra assurdo ma se l’altimetria non fa temere per il tempo massimo è così per gli sprinter. Di solito è la salita in partenza ad alimentare queste paure. E non a caso le ruote veloci del gruppo erano ben più tese a Castel di Sangro, con il Passo Godi in avvio.

Il campione argentino in carica si gode l’abbraccio di amici, moglie e figlia. E intanto con noi fa il bilancio sul Giro d’Italia di Fernando Gaviria e dei velocisti.

Prima volata del Giro a Novara: Richeze guida Gaviria e Molano è in terza ruota
Prima volata del Giro a Novara: Richeze guida Gaviria e Molano è in terza ruota

Il caos di Verona

Si parte dall’ultima volata disputata, cioè quella di Verona. Che in qualche modo ha visto protagonista la sua Uae.

«E’ stata una volata abbastanza veloce – dice Richeze – sapevamo che c’era un arrivo molto lineare. Eravamo ben posizionati e tutto stava andando bene. Poi Fernando ha avuto un po’ di problemi all’ultimo chilometro e in quel momento ci siamo un po’ persi. E niente… Abbiamo sprecato una grandissima opportunità perché eravamo in ottima posizione e lui stava molto bene. Con “Seba”  (Molano, ndr) e con il resto della squadra avevamo fatto un bel lavoro per tutta la tappa».

A Foligno Molano (che si è appena spostato sulla sinistra) ha tirato lo sprint anche a Sagan
A Foligno Molano (che si è appena spostato sulla sinistra) ha tirato lo sprint anche a Sagan

Cambio ruolo

Molano. Criticatissimo nel primo sprint vinto da Merlier, autore di qualche imprecisione nel finale, il colombiano è oggetto di analisi. E ci si chiede perché quest’anno l’ultimo uomo sia stato lui e non lo stesso Richeze.

«Bueno, praticamente Molano si è inserito ora nel treno – dice Richeze – e spesso faceva fatica a trovare gli spazi giusti, a capire certe dinamiche sul prendere le posizioni. E siccome io ho più esperienza abbiamo deciso di cambiare: io penultimo e lui ultimo uomo». 

Le parole di Richeze ci dicono come sia più complicata la preparazione della volata vera e propria. Se tutto fila liscio infatti l’ultimo uomo del treno in teoria deve “solo” (le virgolette sono d’obbligo) tirare forte e lanciare il velocista che si presuppone sia stato fatto uscire dal penultimo uomo. Un po’ quello che è successo a Foligno proprio con Molano, solo che alla sua ruota dovrebbe esserci il suo velocista e non un avversario, nello specifico Gaviria e non Sagan.

«Esattamente per questo motivo abbiamo deciso di cambiare un po’ i ruoli, per spendere meno energie per trovare la posizione giusta. Molano è molto forte, ma sta imparando adesso il mestiere. E non è facile. Con un velocista come Fernando poi, che è tra i migliori al mondo, bisogna essere perfetti. In più siamo al Giro».

Al via di Cittadella Gaviria viene a richiamare Richeze: «E’ ora di andare».
Al via di Cittadella Gaviria viene a richiamare Richeze: «E’ ora di andare».

La sella di Gaviria

Con Richeze si parla poi degli altri velocisti.

«Li ho visti un po’ tutti in palla – dice Richeze – sono andati forte e quasi tutti hanno vinto. A volte è anche questione di fortuna. Anche Viviani non va piano, è in grandissima posizione ma come Fernando non è riuscito a vincere. Il livello era molto alto. 

«Per esempio a Verona Elia si è toccato con qualcuno. Io ero indietro ma ho rivisto lo sprint solo la sera e ho notato che si è toccato, ma è normale. Le volate sono così, si va sempre a limite e per questo dico che tutto deve filare liscio».

Infine la domanda più curiosa: ma dove ha perso la sella Gaviria verso Verona?

«Eh – ride Richeze – l’ha persa all’ultimo chilometro. Quando prima ho detto che aveva avuto un problemino mi riferivo a questo. Per questo ha perso le ruote. Era in punta di sella, all’improvviso gli è scappata e si è ritrovato sul telaio della bici. Ha fatto tutto il finale in piedi. Per questo dispiace. Una grande gamba se pensate che ha fatto uno sprint di 800 metri. Speriamo nella tappa di oggi verso Gorizia».

Gaviria infuriato, Molano l’ha fatta grossa

09.05.2021
3 min
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Gaviria si avvicina alla transenna, con il fianco destro pelato. Viene dall’antidoping e non sembra per nulla contento. Chi ha visto bene la scena dice che Fernando è scivolato contro le transenne per dieci metri e che per questo si sia bruciato la pelle. Il replay delle immagini lo conferma. Per fortuna le transenne hanno fatto il loro dovere. Sarebbe bastato un ostacolo contro cui impuntarsi, una semplice sporgenza e si sarebbe innescata un’altra caduta rovinosa.

Rabbia silenziosa

La gamba pulsa ancora. Un rivolo di sangue viene giù dal gomito, uno dall’esterno del ginocchio. Il colombiano ha lo sguardo infuocato e da sotto la mascherina vengono fuori parole taglienti. L’unica cosa che si decifra è che vorrebbe ammazzare qualcuno. Lo soffia a denti stretti.

Era a ruota di Molano e Molano era a ruota di Consonni, con Viviani nella scia. Quando Consonni si è spostato, la logica era che Molano tirasse il suo e poi si spostasse. Invece il colombiano si è piantato e ha chiuso sulla destra Viviani e poi Gaviria. Elia ha avuto la prontezza di rialzarsi, girargli intorno e rilanciare il suo sprint. Gaviria si è trovato la strada chiusa e ha provato a infilarsi. Facile dire che avrebbe dovuto rialzarsi: quando senti profumo di riscatto dopo la sfortuna e l’arrivo è lì davanti, difficilmente freni.

A tirare la volata si è ritrovato Molano, velocista colombiano
A tirare la volata si è ritrovato Molano, velocista colombiano

Regolamento di conti

Non è bello quando è il tuo ultimo uomo a chiuderti contro le transenne. Non è dato di sapere se il suo risentimento fosse verso di lui, ma quando Gaviria si allontana, viene da pensare che sul pullman del Uae Team Emirates tremeranno i vetri.

«Sono situazioni di corsa che possono succedere – dice – domani ci riprovo. Per tutto il giorno ho avuto buone sensazioni, ma questo è il ciclismo. Sono finito contro le barriere, ma prima di dire qualsiasi cosa devo rivedere il finale con la squadra e analizzare la situazione. E’ chiaro che dobbiamo migliorare. Per fortuna non sono caduto, poteva finire molto male».

Richeze non c’era

Richeze non avrebbe commesso un errore così banale, ma l’argentino si è perso nel caos del finale e a tirare la volata a Gaviria si è ritrovato uno che in Colombia viene considerato l’astro nascente dello sprint. Fra i due non corre troppo buon sangue.

Quando Gaviria si allontana, parlottando con il massaggiatore che lo segue da vicino, dà sicuramente la sensazione di essere arrivato al Giro parecchio in palla. Ci riproverà di certo, ma probabilmente chiederà a Richeze di stargli accanto.

E Gaviria? Tanta sfortuna, ma la motivazione c’è

06.05.2021
4 min
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Il lotto dei velocisti al Giro d’Italia è veramente ben fornito. Ci sono quasi tutti. Mancano il mattatore dello scorso anno, Arnaud Demare, e Sam Bennett, forse la ruota veloce più costante di questo 2021, per il resto assisteremo a grandi sfide.

Un nome importante tra i presenti è quello di Fernando Gaviria. Il colombiano della Uae non è nuovo al Giro, anzi, ha vinto cinque tappe, ha indossato persino la maglia rosa nel 2017 e in quello stesso anno ha conquistato la classifica a punti. 

Gaviria (casco rosso e nero sulla sinistra) si rialza in uno degli sprint all’Uae Tour
Gaviria (casco rosso e nero) si rialza in uno degli sprint all’Uae Tour

Ancora sfortuna 

Anche quest’anno però Fernando non è stato fortunato. Il suo inizio di stagione è stato ricco di ostacoli, come di fatto avvenne lo scorso anno. Fu il primo a prendere il Covid e incappò in una falsa positività nel corso dell’anno. E dire che era partito fortissimo, vincendo in Argentina e con una grande motivazione. Aveva ritoccato la preparazione e lui stesso aveva ammesso di essere più potente che mai. Quest’anno invece a rallentarlo è stata una frattura al polso.

Ma anche prima le cose non erano andate benissimo per Gaviria, la condizione stentava ad arrivare. Nei tre sprint disputati tra i lussuosi palazzi degli Emirati Arabi Uniti, Fernando aveva colto un nono, un quinto ed un dodicesimo posto. Il suo unico podio, terzo, è stato quello nella prima tappa della Tirreno-Adriatico.

«Sicuramente – dice Gaviria – non è stato l’inizio più facile delle mie stagioni. Ho avuto un po’ di tempo per recuperare dal mio infortunio al polso. Adesso questo è alle spalle, sto bene e sono motivato in vista del Giro. Il mio obiettivo sarà quello di essere lì nei giorni di pianura a disputare gli sprint di gruppo. Chiaramente mi concentrerò di più sulle vittorie di tappa e su come ottenere il massimo in quei giorni che mi si addicono».

Fernando (a sinistra) e Richeze, i due correvano insieme già nella Quick Step
Fernando (a sinistra) e Richeze, i due correvano insieme già nella Quick Step

Un super treno

Come abbiamo poi detto in apertura ci saranno molti rivali accreditati. Su tutti Viviani ed Ewan, senza dimenticare Nizzolo e Sagan. Tuttavia il colombiano potrebbe avere uno dei treni migliori, grazie alla presenza, in primis, di Max Richeze ma anche di Sebastian Molano. Un treno tutto sudamericano, tra l’altro. Richeze è il campione argentino e Molano è colombiano come lui. Il feeling non manca.

«Sinceramente non penso agli atri sprinter – ha detto Gaviria – Mi sto concentrando di più su me stesso e sulla mia squadra. Per gli sprint saremo io, Richeze e Molano che sono entrambi molto bravi negli arrivi di gruppo. Il livello che c’è al Giro è molto alto ed è difficile scegliere un solo rivale.

«Noi comunque anche in allenamento abbiamo riprovato gli sprint. Io e Max corriamo insieme da molti anni ormai e abbiamo una grande intesa. Non abbiamo bisogno di parlare poi così tanto in gara, abbiamo sempre un buon senso della posizione l’uno dell’altro».

Gaviria e la caduta ad Harelbeke. Il colombiano si tocca subito il polso
Gaviria e la caduta ad Harelbeke. Il colombiano si tocca subito il polso

I dubbi

Ma certo non sarà facile arrivare allo sprint. Quando il velocista non è al top fa fatica a tenere le ruote o a buttarsi nella mischia, lo abbiamo visto molte volte in passato. Gaviria non corre dal 26 marzo, giorno della caduta ad Harelbeke, e arrivare ad un appuntamento tanto importante senza un po’ di ritmo gara non è facile.

Inoltre il percorso della corsa rosa non è poi così “sprinter friendly”. Le frazioni che le ruote veloci possono segnare in rosso con una certa sicurezza sono cinque: Novara (2ª tappa); Cattolica (5ª tappa), Termoli (7ª tappa), Foligno (10ª tappa) e Verona (13ª tappa). La sesta, potrebbe essere la 18ª tappa, quella di Stradella, ma è “incastrata” tra i giorni in montagna e il finale è parecchio mosso, una frazione che ricorda molto quella vinta da Ulissi a Monselice lo scorso anno.

Anche sul fronte tecnico pertanto potrebbero contare le scelte, come ruote e rapporti. Gaviria avrà a disposizione le nuove Campagnolo Bora Wto One da 50 millimetri, ruote che aveva già utilizzato alla Sanremo. Ma poi di fatto dopo la Classicissima non le ha più “testate in gara” se non a De Panne e nei primi 80 chilometri ad Harelbeke, quando appunto si è rotto il polso. 

«Non sono ancora sicuro di cosa userò ogni volta. Di solito adattiamo il materiale a seconda delle tappe», ma su questo fronte Fernando può dormire sonni tranquilli, il suo meccanico, “mastro Archetti” saprà mettergli a disposizione un razzo!

Uae Team Emirates, da Pogacar a Trentin li hanno tutti loro…

20.04.2021
3 min
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Dopo il clamoroso trionfo di Tadej Pogacar all’ultimo Tour de France, la squadra degli Emirati Arabi ha lavorato molto sul fronte degli acquisti, perché l’evoluzione della Grande Boucle aveva dimostrato che lo sloveno aveva bisogno di un team molto più forte e in grado di sostenerlo. L’arrivo del polacco Rafal Majka, corridore stabilmente nell’alta classifica nei grandi Giri, deve fungere da supporto principale per Pogacar, che nel 2021 punterà tutto sulla riconferma della maglia gialla. Perché ciò avvenga servirà però anche un salto di qualità nell’occasione che conta da parte di tutti i corridori qualificati come McNulty, Molano, Dombrowski, l’esperto Rui Costa, ai quali si chiederà anche di fare bella figura nelle altre corse a tappe.

Tirreno-Adriatico 2021, Prati di Tivo, Tadej Pogacar ipoteca la vittoria finale
Tirreno-Adriatico 2021, Prati di Tivo, Tadej Pogacar ipoteca la vittoria finale

Con l’arrivo in extremis di Hirschi, la squadra sale di livello anche per le classiche, trovando nello svizzero ma anche nell’altro acquisto Matteo Trentin elementi di spicco in grado di sbancare ogni tipo di corsa e soprattutto non puntando tutto sulle volate, ma privilegiando autentici e vincenti colpi di mano. Attenzione poi a Davide Formolo, che ha dimostrato più volte di poter aspirare a grandi traguardi, soprattutto nelle corse d’un giorno. A Fernando Gaviria resterà il compito di raccogliere il più possibile nelle volate senza dimenticare l’esperienza di Alexander Kristoff, sempre da considerare nelle prove più veloci. Come si vede di carne al fuoco ce n’è tanta, per tentare finalmente la scalata al primo posto del ranking UCI.

Corridori tutti compatti attorno a leader fortissimi: da Pogacar a Trentin, Hirschi e Kristoff
Corridori tutti compatti attorno a leader fortissimi: da Pogacar a Trentin, Hirschi e Kristoff

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Andres Camilo GomezMariquitaCol02.06.19992020
Mikkel BjergCopenaghenDen03.11.19982018
Sven Erik BystromHaugesundNor21.01.19922015
Valerio ContiRomaIta30.03.19932014
Alberto Rui CostaPovoa de PorzimPor05.10.19862007
Alessandro CoviBorgomaneroIta28.09.19982020
David De La CruzSabadellEsp06.05.19892012
Joseph DombrowskyMarshallUsa12.05.19912013
Davide FormoloNegrarIta25.10.19922014
Fernando GaviriaLa CejaCol19.08.19942016
Ryan GibbsonJohannesburgRsa13.08.19942017
Marc HirschiBernaSui24.08.19982019
Alexander KristoffOsloNor05.07.19872010
Vegard Stake LaengenOsloNor07.02.19892013
Rafael MajkaCracoviaPol12.09.19892011
Marco MarcatoSan Donà Di PiaveIta11.02.19842005
Brandon McNultyPhoenixUsa02.04.19982017
Yousif Mirza Al-HammadiKhor FakkanUae08.10.19882016
Juan Sebastian MolanoPaipaCol04.11.19942015
Cristian Camilo MunozVentaquemadaCol20.03.19962017
Ivo OliveiraVila Nova De GaiaPor05.09.19962015
Rui OliveiraVila Nova De GaiaPor05.09.19962015
Tadej PogacarKomendaSlo21.09.19982019
Jan Polanc KranjSlo06.05.19922013
Aleksandr RiabushenkoMinsk Blr12.10.19952018
Maximilian RichezeBuenos AiresArg07.03.19832006
Matteo TrentinBorgo ValsuganaIta02.08.19892011
Oliviero TroiaBordigheraIta01.09.19942017
Diego UlissiCecinaIta15.07.892010

DIRIGENTI

Jose Antonio FernandezEspGeneral Manager
Allan PeiperAusDirettore Sportivo
Fabio BaldatoItaAss.Direttore Sportivo
Rubens BertogliatiSuiAss.Direttore Sportivo
Aurelio Corral RuizEspAss.Direttore Sportivo
Manuele MoriItaAss.Direttore Sportivo
Fabrizio GuidiItaAss.Direttore Sportivo
Andrej HauptmanItaAss.Direttore Sportivo
Marco MarzanoIta Ass.Direttore Sportivo
Simone Pedrazzini ItaAss.Direttore Sportivo
Bruno VicinoItaAss.Direttore Sportivo
John WakefieldRsaAss.Direttore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Colnago è entrata a far parte della stessa famiglia del team degli Emirati Arabi e ora tutti i corridori del UAE Team Emirates pedalano sulla V3Rs di Colnago per le gare in linea e sulla K.one per le prove contro il tempo. Delle vere fuoriserie montate con il Campagnolo Super Record EPS, ruote Bora e pneumatici Vittoria.

CONTATTI

UAE TEAM EMIRATES (Uae)

CGS Cycling Team AG, Via Vedeggio 3, 6814 Lamone (SUI)

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