Fabio Baldato, Greg Van Avermaet, Het Nieuwsblad 2019

Baldato, CCC addio e di corsa alla Uae

07.11.2020
4 min
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Baldato annuisce e prosegue nel racconto. Quello che più dispiace alla fine del viaggio è che la compagnia si disperda. E anche se per lui il futuro ha i colori della Uae Team Emirates, guardando agli ultimi 11 anni del gruppo che fu prima Bmc e poi Ccc-Sprandi, il rimpianto è ancora molto forte.

«Il rammarico più grande – dice il tecnico vicentino – è proprio per la struttura e l’ottimo affiatamento. Si era formato un bel gruppo italiano con direttori sportivi, preparatori e ottimi corridori. Trentin e De Marchi, Mareczko e anche Masnada, il poco che è rimasto. Altri giovani come Barta, che adesso sta facendo bene alla Vuelta. Già a fine marzo quando si parlò della sospensione degli stipendi, capimmo che c’era il rischio di fermare tutto. Ma Ochowiz trovò la soluzione che ci ha permesso di rimetterci in gioco e ripartire…».

Matteo Trentin, campionati italiani 2020
Matteo Trentin, 16° ai campionati italiani di Cittadella
Matteo Trentin, campionati italiani 2020
Matteo Trentin, 16° ai tricolori

Colpa di chi?

Quando va male, si punta il dito. E così al Giro era parso che fra l’anima polacca e quella americana non corresse buon sangue. Gabriele Missaglia, tecnico italiano della Ccc sin dagli albori, si era lasciato scappare che al gruppo polacco non fosse piaciuto il comportamento di Ochowiz. Ed è parso che anche nella mancata selezione di De Marchi al Giro, per lasciare spazio a quelli che una grande corsa non l’avevano ancora fatta, ci fosse quasi una ripicca.

«Io non credo – dice Baldato – anche perché Jim è sì americano, ma ha origini polacche. C’era una vena reciproca di simpatia, pur venendo da mondi diversi. La situazione economica però ha costretto Ccc a fare un passo indietro. E quando va male, si danno le colpe in giro».

Gli allenatori

Così la stagione è decollata a metà fra la speranza e la certezza di essere a bordo di una grande nave durante il suo ultimo viaggio.

«Non è stato un anno semplice – racconta Baldato – e sono orgoglioso che ci siamo tolti con Cerny la bella soddisfazione di una tappa al Giro, anche se sarà ricordata come quella dello sciopero. La sensazione che tutti più o meno abbiamo provato è stata quella di un frullatore, in cui siamo riusciti a dare la giusta rotazione ai corridori, mentre per noi e lo staff è stato un girare senta sosta. Non abbiamo mai staccato fra una corsa e l’altra. Non avevamo ricambi. Ma la cosa peggiore si è rivelata l’impossibilità di stare accanto ai corridori. Arrivavo alle corse, guardavo chi c’era e decidevamo come correre. Un grande aiuto ci è venuto dagli allenatori, da Marco Pinotti e Andrea Fusaz, perché giornalmente ci tenevano al corrente della situazione, dandoci il polso della squadra».

Valerio Piva, Cadel Evans, Vuelta 2014
Con Piva alla Bmc c’era anche Cadel Evans, maglia gialla 2011
Valerio Piva, Cadel Evans, Vuelta 2014
Valerio Piva, Cadel Evans colonne Bmc

Firma d’agosto

Due anni fa, prima che Ccc entrasse nel gruppo del WorldTour, Gianetti lo aveva cercato. Ma Baldato era legato al gruppo della Bmc e alla fine rimase con Ochowiz.

«Ma a Gianetti – ricorda Baldato – avevo lasciato la porta aperta. E quest’anno prima del Tour, ci siamo risentiti. Quando poi ho capito che dalla nostra parte non c’erano grandi novità, ho firmato con la Uae. Stanno costruendo un bel gruppo di giovani, che era tale anche prima di vincere il Tour con Pogacar. La possibilità di avere nuovamente delle responsabilità mi stuzzicava. Anche se adesso è presto per fare programmi…».

La ripartenza

Mezzo gruppo è alla Vuelta e l’ipotesi dei ritiri a gennaio si incaglia sulla prospettiva che nel 2021 si comincerà più avanti.

«Bisognerà vedere cosa dicono gli organizzatori – sintetizza Baldato – perché si è dimostrato che la bolla funziona, il problema è il contorno. Ai tifosi dico che le corse si vedono bene anche da casa e si tratta di capire che è l’unico modo perché il ciclismo prosegua. E’ difficile per tutti. Chiuderemo l’anno con oltre 100 mila euro speso per i tamponi. Per questo quando si cominciò a puntare il dito contro la Ccc che tagliava gli stipendi, avrei voluto fosse chiaro che in altro modo ci saremmo tutti fermati. E poi, diciamoci le cose chiaramente, le squadre che non hanno toccato gli stipendi si contano su una mano. Abbiamo salvato il salvabile, per come si era messa. Per questo credo che in un modo o nell’altro, alla fine avremo tutti qualcosa da festeggiare».