Vincere o far vincere. E’ il Conti-pensiero

15.11.2020
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«E’ stata una stagione strana in generale. Abbiamo passato tantissimo tempo sui rulli e non si è mai fatta una vera base per essere costanti tutto l’anno». Valerio Conti appare ancora frastornato dall’annata più folle del millennio, tuttavia il corridore della UAE fa una disamina più che interessante.

L’abbraccio tra Conti e Ulissi a Monselice
L’abbraccio tra Conti e Ulissi a Monselice

L’altalena

«Io, come molti altri, sono partito forte, poi ho avuto un calo, poi ancora forte… E’ stata un’altalena anche mentale. Tutto in poco tempo: non mi è piaciuto».

Ciò nonostante il laziale guarda il bicchiere mezzo pieno. E ammette che questo anno gli è servito molto per crescere. Era partito bene, vincendo il Trofeo Matteotti.

«E anche al Giro andavo forte. Poi dopo la prima settimana ho sempre avuto un po’ di febbre. Ho anche avuto paura di aver preso il covid, ma non era così. Per farla breve dopo 6 giorni ero già morto. Mi sono ammalato nella tappa di Camigliatello Silano e da lì è andata sempre peggio. Non ho più recuperato».

Regista in squadra

Valerio è uno di quei corridori che spesso lavora dietro le quinte, ma che invece è presente. Per i suoi compagni è un riferimento, sia in corsa che fuori.

«Io sono una persona positiva e spesso stempero la tensione in squadra, tendo a fare gruppo. La sera prima della sua seconda vittoria, Ulissi era molto teso. Il giorno dopo in corsa lo guardo e lo vedo ancora sulle sue. Allora lo affianco e gli dico: sei qua, fai la tua corsa e come va, va. Non stare a pensare agli altri. Dopo pochi chilometri Diego mi fa: qui la fuga ha troppo vantaggio, cinque minuti. E ha mandato Bjerg a tirare. Lui tende a fare parecchio di testa sua, però di me si fida».

Sarebbe bello arrivare a vincere la classifica Uci per i team con la UAE.

Valerio Conti

E la zampata, non solo psicologica di Conti, c’è stata anche nella prima tappa in linea del Giro, quella con arrivo ad Agrigento. In quell’occasione Valerio ha suggerito un assist che Ulissi proprio non poteva mancare, con tutte le debite proporzioni tra il calciatore che deve appoggiare la palla a porta vuota e il ciclista che deve lottare con altri cento avversari. Quel giorno l’azione del romano non è passata inosservata. 

«Su quell’arrivo tutti erano freschi e riuscire a fare una cosa del genere come abbiamo fatto non è stato facile. Magari in tv non si vedeva, ma il ritmo era altissimo e già solo per prendere la salita in testa c’era stata una lotta tremenda. Senza considerare il ritmo imposto nel finale per non restare chiusi e portare fuori Ulissi».

Conti in testa al gruppo, con la sua UAE
Conti in testa al gruppo, con la sua UAE

Vincere o far vincere

Valerio ha un contratto anche per il 2021 con la UAE. Lui è conscio del suo ruolo. Ulissi, Pogacar, Oliveira… C’è la consapevolezza che la squadra sta diventando una vera corazzata per essere in prima linea su tutti i terreni.

«Potrò essere vicino a Pogacar e Ulissi e avrò anche le mie opportunità in qualche corsa minore, ma certo se ci sono loro ad un Giro, un Tour, una Liegi… ci dobbiamo mettere a disposizione. Io posso aiutare. Tanto parliamoci chiaro, nel ciclismo di oggi conta chi vince e chi fa vincere. Chi fa sesto, undicesimo… sì, è andato fortissimo, ha fatto un buon risultato, ma alla fine cosa gli cambia? Chi si ricorda di lui? Io credo che la UAE stia lavorando bene, l’arrivo di Majka è un bel rinforzo. E’ quel Sepp Kuss che mancava, l’ultimo uomo per la salita.

«Già ripetere quel che abbiamo fatto quest’anno non sarebbe male – conclude Conti – ma sarebbe bello arrivare a vincere la classifica Uci per i team. Ed ho io la percezione che stiamo costruendo una corazzata per farlo!».