Cross, strada e pista: Federica Venturelli piglia tutto

20.01.2023
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Dopo il terzo posto ottenuto al campionato italiano di ciclocross, Federica Venturelli non era propriamente felice. Delle tre sul podio di certo era colei che sorrideva meno. Forse perché da un percorso tanto filante si aspettava qualcosa di più, vista la sua potenza e le sue leve.

Ma le giornate non sono tutte uguali e soprattutto a 18 anni (tra l’altro appena compiuti) c’è tanto, tantissimo spazio per guardare avanti. A quell’età il futuro fa rima con speranza e allora ecco che il sorriso può tornare a splendere sul volto della portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite.

Federica Venturelli, ha compiuto 18 anni il 12 gennaio, sul podio di Ostia (terza) avrebbe voluto di più
Federica Venturelli, ha compiuto 18 anni il 12 gennaio, sul podio di Ostia (terza) avrebbe voluto di più
Partiamo dalla gara tricolore, Federica: come è andata?

Sapevo già che su quel percorso non sarei stata favorita, perché anche se era molto veloce c’erano parecchie curve, ma soprattutto quelle due gocce di pioggia scese un attimo prima della partenza sono state per me un colpo basso. Qualcosa che mi ha sfavorito perché sono meno brava delle altre sul tecnico.

Però c’erano anche dei bei rettilinei…

Sì, ma questi tratti dritti non sono stati abbastanza per recuperare per quello che avevo perso in seguito a una caduta, tra l’altro una caduta anche un po’ stupida che mi ha lasciato qualche problemino sulla bici.

I tuoi “capi” Guerciotti, ci hanno detto che forse in quel frangente della scivolata hai anche un po’ perso la testa. E’ così?

No, non penso questo. Io sono sempre stata determinata a rientrare, però appunto, ho avuto qualche problema anche con le gomme, ho perso una trentina di secondi e non sono più riuscita a chiudere lo strappo. C’è stato un momento in cui sembrava che mi stessi riavvicinando, ma su un percorso  veloce come quello di Ostia recuperare 30” persi in un sol colpo non era fattibile.

La prima parte di gara è stata tattica. La Venturelli spingeva rapporti duri e in rettilineo controllava la Bianchi e la Corvi
La prima parte di gara è stata tattica. La Venturelli spingeva rapporti duri e in rettilineo controllava la Bianchi e la Corvi
Guardiamo avanti. Sei alta, potente, il fisico da stradista ce l’hai… E non a caso il futuro su strada si chiama Valcar…

L’anno scorso ho avuto qualche buon risultato, però ci sono molte avversarie più forti di me. Ho già visto anche ragazze di primo anno che saranno molto forti. Ma io oltre che sulla strada, cercherò anche di puntare sulla pista, che l’anno scorso mi ha dato tante soddisfazioni. Spero di riuscire a riconfermare il titolo mondiale dell’inseguimento individuale. 

Invece prima di Natale non avevi attraversato un gran periodo, avevi avuto lo streptococco. Ora come va?

I problemi di salute sembrano abbastanza risolti. Mi sono fermata, mi sono curata e non dovrebbero esserci più ricadute. Speriamo che vada avanti così, senza ulteriori intoppi, perché per quest’anno davvero già ho dato. Vorrei ritrovare la continuità necessaria per fare bene.

Riguardo al cross come ti gestirai?

Voglio finire la stagione al meglio pensando soprattutto al mondiale. L’anno scorso ho visto il percorso ed è abbastanza veloce, quasi tutto da spingere. Pertanto potrebbe essere abbastanza adatto alle mie caratteristiche, sperando però che non piova troppo perché io e il fango non andiamo molto d’accordo! Dopo la gara iridata, se sarò stanca farò un po’ di pausa, ma in ogni caso non sarà lunga perché comunque durante questo inverno ho già riposato molto. Cercherò di prepararmi bene per la strada e avviare al meglio questa stagione nella nuova squadra.

Lo scorso anno a crono la Venturelli è stata 1ª agli italiani, 4ª agli europei e 24ª ai mondiali… il tutto da junior di primo anno
Lo scorso anno a crono la Venturelli è stata 1ª agli italiani, 4ª agli europei e 24ª ai mondiali… il tutto da junior di primo anno
L’idea è di partire subito forte e sfruttare la condizione del cross, e magari riposare ad aprile, oppure staccare bene e poi riprendere?

Io credo che un minimo di stacco comunque mi serva, perché devo concentrarmi anche sulla scuola. Ho già fatto molte assenze e quest’anno ho la maturità. Una cosa in più a cui pensare! Sarebbe più uno stacco di testa perciò. Ma potrebbe anche essere utile in vista della maturità e salire di condizione prima del mondiale che sarà nel pieno della stagione su strada. 

Strada, nuovo team, c’è qualcosa che ti spaventa? Magari i chilometraggi…

Sono ancora junior di secondo anno, quindi non mi spaventano. L’anno scorso non ho fatto tanta fatica, neanche nelle gare open. Semmai ai chilometri ci penseremo dall’anno prossimo. Piuttosto mi piacerebbe usare di più la bici da crono. L’anno scorso ho perso il podio europeo per pochi decimi e non l’avevo usata molto.

Riecco la Venturelli, obiettivo puntato sui mondiali

12.11.2022
4 min
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Chi conosce Federica Venturelli sa che vederla ai margini delle gare è ciò che più non sopporta. A Namur lei non c’era e al di là della splendida prova della Corvi d’argento e della bella prestazione della Bianchi, la sua assenza si è sentita. Anche perché quest’anno aveva infilato una lunga serie di manifestazioni titolate, fra ciclocross a gennaio e poi mondiali ed europei fra strada e pista.

La portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite è rimasta a casa, per colpa di un mal di gola che non poteva essere imputato a un normale “mal di stagione”: «Me lo portavo dietro dall’estate, ad agosto mi era stata diagnosticata un’infezione da streptococco e dopo Tabor si è ripresentato il problema. Sapevo che non era Covid, l’ho avuto a inizio anno e non era la stessa cosa. Ero stata molto meglio allora…».

Wollongong, braccio fasciato e smorfie di dolore. Ora però il peggio è passato
Wollongong, braccio fasciato e smorfie di dolore. Ora però il peggio è passato
Ultimamente la sfortuna sembra essersi accanita contro di te. Il braccio infortunato a Wollongong intanto come sta?

Quello è guarito del tutto, per fortuna. Mi è spiaciuto non poter vestire la maglia azzurra perché è sempre un’emozione, qualcosa d’importante da onorare. In nazionale c’è un clima eccezionale, dove veramente si diventa un tutt’uno.

Che cosa avresti potuto fare su quel percorso?

Non era adatto a me, non credo che avrei potuto fare grandi risultati. Per fortuna che su quei tracciati c’è Valentina (la Corvi, ndr) che va veramente forte. Diciamo che ci compensiamo e in questo modo copriamo ogni tipo di gara. Fra noi c’è una sana rivalità che ci porta a cercare di migliorare proprio dove l’altra va più forte.

Corvi prima e Venturelli seconda in Spagna a inizio stagione. Presto la rivincita…
Corvi prima e Venturelli seconda in Spagna a inizio stagione. Presto la rivincita…
Finora quante gare di ciclocross hai potuto fare?

Poche in verità, le 4 della trasferta azzurra in Spagna e la gara di Tabor, sempre con la nazionale. Il bilancio, considerando proprio le mie condizioni fisiche non è male, avevo tirato diritto dopo la stagione su strada proprio pensando agli europei. E’ andata a finire che ho staccato un po’ prima…

Avevi bisogno di recuperare più fisicamente o mentalmente?

Dal punto di vista mentale, avevo già recuperato in estate, prendendomi una pausa prima dei mondiali. E’ fisicamente invece che non mi ero ancora ripresa. Lo stop era già previsto, averlo anticipato e ampliato penso che mi abbia fatto bene. Ora comunque il peggio è passato e ho ripreso ad allenarmi normalmente.

In Italia la cremonese ancora non ha gareggiato nel cross. Ora punta agli Italiani di gennaio
In Italia la cremonese ancora non ha gareggiato nel cross. Ora punta agli Italiani di gennaio
Anche perché Pontoni ha detto apertamente di puntare molto su di te per i mondiali…

Il percorso iridato l’ho visto lo scorso anno, il cittì aveva fatto gareggiare anche noi junior nella gara Elite di Coppa del Mondo proprio pensando ai mondiali dell’anno successivo. Ho visto che è un tracciato che si adatta alle mie caratteristiche, non troppo tecnico, dove c’è molto da spingere. L’importante sarà arrivare pronti al momento del via, con la condizione giusta. Ho oltre due mesi per essere a punto, il tempo è più che sufficiente.

Quanto ti pesa ogni volta fermarti? Sappiamo che un’agonista nata come te ha sempre bisogno di stimoli…

A me piace troppo il clima delle gare, lo trovo molto stimolante, anche perché in gruppo ormai siamo tutti amici e per me i rapporti umani sono molto importanti. Con la vita che faccio, sempre in trasferta, mi è difficile stringere grandi amicizie a scuola, quindi compenso un po’ proprio con la nazionale, con le gare di ciclocross, vivendo le mie prove e soffrendo per gli altri.

Fino a quest’anno la Venturelli su strada ha corso per la Cicli Fiorin, e nel 2023?
Fino a quest’anno la Venturelli su strada ha corso per la Cicli Fiorin, e nel 2023?
Sappiamo che sei completamente assorbita dalla stagione di ciclocross, oltretutto sei ancora junior, ma già pensi anche a quel che ti attende su strada?

Sì, non perdo d’occhio le mie altre attività ciclistiche e a tal proposito penso che tra pochi giorni arriveranno novità per quanto riguarda la mia squadra per il 2023, ma ancora non posso ufficializzarlo.

Dall’ambiente la destinazione appare quella della nuova Valcar, che proprio sulla ragazza di San Bassano punta forte per ricostruire il team dopo la diaspora dei suoi talenti verso il WorldTour, ma nei prossimi giorni se ne saprà sicuramente di più.

Azzurri per Namur, Pontoni spiega le sue scelte

03.11.2022
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Daniele Pontoni è pienamente convinto delle sue convocazioni in vista degli europei di Namur in programma nel fine settimana. Ha portato in nazionale 17 corridori coprendo tutte le categorie e questo è già un risultato importante considerando che alcuni dei big (a cominciare dal bronzo mondiale Persico) non hanno ancora iniziato la loro stagione. Eppure fare la squadra non è stato così semplice, anche se lo zoccolo duro, quello relativo alle categorie giovanili, Pontoni lo ha forgiato nel tempo, portandolo a inizio stagione a gareggiare in Spagna con un obiettivo: fare gruppo.

«Visti numeri e risultati delle ultime gare – esordisce il cittì, in apertura al mondiale gravel con Chiara Teocchi – e considerando anche le caratteristiche del percorso, questa è la squadra migliore che si potesse avere. Ci sono anche altri corridori validi che avrebbero meritato di essere considerati, ma voglio ricordare che la stagione ha ancora tre mesi di gare, ci saranno altre occasioni, chi non c’è deve sentirsi stimolato a far meglio per guadagnarsi la convocazione».

Il dettaglio del percorso di Namur, una classica del calendario internazionale
Il dettaglio del percorso di Namur, una classica del calendario internazionale
Manca la Venturelli…

Sì, è l’unica assenza di peso che abbiamo. Ha sintomi di tosse e catarro, abbiamo preferito non rischiarla, d’accordo anche con la sua società. Ho aspettato fino all’ultimo per decidere, ma poi ho scelto così. Federica si era ripresa dall’infortunio al braccio dei mondiali su strada e stava progredendo, ma vista la situazione e considerando anche la stagione così pregna tra strada e pista che ha vissuto, preferisco averla più fresca più avanti, pensando ai mondiali, soprattutto dal punto di vista mentale.

Le convocazioni rispecchiano molto quelle che erano state fatte per le categorie giovanili per le prime gare in Spagna. Quanto è stata importante quella trasferta?

Molto, ci ha consentito di fare gruppo, anche perché eravamo soprattutto con ragazzi molto giovani. Fra gli junior ad esempio avremo 5 partenti, di cui due al primo anno come Bosio e Viezzi, ragazzi che hanno dato buone prove e si sono presi la maglia affrontando le gare con sfrontatezza. Con loro ci saranno Cafueri, Paccagnella e Scappini, più rodati, ma dietro ci sono tanti altri ragazzi che stanno crescendo, penso ad esempio a Travella e Stenico. Lo stesso si può dire per gli under 23: con Bergagna, Leone, Masciarelli e Toneatti lavoro da tempo e da settembre abbiamo formato un gruppo molto compatto. I risultati dimostrano che sono i più forti.

Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur 2021, nella prova di Coppa del mondo
Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur 2021, nella prova di Coppa del mondo
Partiamo dagli Under 23: che cosa possono fare?

A Tabor, in Coppa del mondo, Toneatti era tra gli ultimi all’inizio eppure i suoi tempi sul giro erano vicinissimi a quelli dei primi e pedalando dietro, tra sorpassi e contatti, è molto più difficile, per cui credo possa fare molto bene. Sugli junior c’è invece da fare un discorso a parte…

Quale?

I ragazzi mi avevano molto deluso a Tabor e gliel’ho detto. In Coppa per me sono da primi 5, ma i risultati arrivano correndo con attenzione e testa e loro non l’hanno avuta. A Maasmechelen ho cambiato molti nomi lanciando un segnale: bisogna restare umili e viaggiare con i piedi per terra. Se faranno tutto per bene si prenderanno belle soddisfazioni sul percorso belga, sanno che ho molta fiducia in loro, ma servono disciplina e attenzione.

Da sinistra Scappini, Cafueri e Paccagnella, sul podio in Spagna. Pontoni punta molto su di loro
Da sinistra Scappini, Cafueri e Paccagnella, sul podio in Spagna. Pontoni punta molto su di loro
Quanto pesa l’assenza della Venturelli?

Molto, ma Valentina Corvi su quel percorso è salita sul podio in Coppa del mondo, a lei il tracciato di Namur piace particolarmente. Con lei ci sarà Arianna Bianchi, campionessa europea allieve di mtb, è al suo primo anno di categoria, deve correre con la massima serenità e imparare quanto più possibile.

A Tabor ha impressionato la Casasola, che dopo aver dominato al Giro d’Italia ha sfiorato la Top 10 popolata però quasi interamente da olandesi.

Sara sembra rinvigorita dal cambio di squadra, sta tornando ai livelli che le erano abituali. A Tabor è partita dalla quarta fila, ha fatto qualcosa di notevole. Io so quanto vale, la nuova aria le ha dato nuovi stimoli, ma attenzione anche alla Gariboldi perché il percorso le si adatta. Fra le under 23 avremo tre giovani come Carlotta Borello, Alice Papo e Asia Zontone, potrebbero far bene in un contesto di massimo livello.

Per la Casasola un bell’inizio di stagione, ora gli europei possono lanciarla anche fuori dall’Italia (foto FB)
Per la Casasola un bell’inizio di stagione, ora gli europei possono lanciarla anche fuori dall’Italia (foto FB)
Fra gli elite ci sarà il solo Bertolini…

Gioele si sta pian piano ritrovando. Su quel percorso entrare nella Top 10 per lui equivarrebbe a un’impresa, ma so che può farlo.

Come dicevi, ci sono assenze importanti…

Dorigoni ha appena finito la stagione di mtb, la Persico so che inizierà il 26 novembre e poi seguirà tutto il calendario per essere al top per i mondiali. Avrei voluto vederla ai mondiali gravel, sono convinto che poteva stupire tutti anche lì, ma non va dimenticato che la sua stagione è stata ricchissima di impegni. Io poi parto da un presupposto: costringere gli atleti a gareggiare non va mai bene, devi correre con voglia, avere fame. Io confido molto in Silvia per i mondiali, quel percorso le si addice come un guanto e lo stesso vale per la Venturelli. Intanto però un passo alla volta: andiamo a Namur con la coscienza a posto e consci di poter far bene.

Di Tano lancia la sfida: «Competitivi in ogni categoria»

12.10.2022
4 min
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La stagione del ciclocross è appena iniziata, ma già la Selle Italia Guerciotti Elite ha fatto man bassa di vittorie al Giro d’Italia con un ritrovato Bertolini già al centro delle operazioni (in apertura, agli europei 2021). Parliamo di una delle principali società del panorama non solo italiano, perché l’impostazione che il team ha voluto dare è quella il più possibile vicina alle formazioni belghe e olandesi che fanno il bello e il cattivo tempo in campo internazionale. E d’altronde è quello il target della formazione, per il quale Vito Di Tano, l’ex iridato che coordina i ragazzi, lavora.

Il team lombardo consta di 7 atleti, con qualche novità rispetto allo scorso anno: «Con l’arrivo di Sara Casasola abbiamo un’esponente di grido anche fra le elite, mentre Loconsolo va ad aggiungersi ad Agostinacchio e Leone costituendo una forte componente fra gli Under 23. Inoltre è arrivato Nicholas Tavella, vicecampione italiano fra gli allievi 2° anno che passa di categoria e sul quale contiamo molto per il futuro».

Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Partiamo nell’analisi da un elemento che già faceva parte del vostro team: Federica Venturelli, reduce da un’eccezionale stagione fra pista e strada, che ha fermamente voluto continuare anche nel ciclocross…

Lei ha bisogno di continui stimoli agonistici, tanto che va un po’ frenata. Io ad esempio avrei preferito fermarla in questo periodo, ma lei teneva particolarmente a rispondere alla chiamata in azzurro per la trasferta giovanile in Spagna e non me la sono sentita di negargliela. Sa però che non deve spingere perché gli effetti della caduta in Australia ancora si sentono, soprattutto al braccio col quale non riesce a tirare su la bici. Cercheremo comunque di gestirla in modo da farla emergere per le gare titolate.

La Venturelli è un patrimonio di tutto il ciclismo: con Pontoni avete ragionato su come dosarla in questo inverno?

Con Daniele ci sentiamo spesso, lei e la Corvi sono due atlete di primissimo piano che possono davvero ottenere grandi cose ai mondiali anche perché la Backstedt passa di categoria, ma Federica va gestita nella maniera giusta per farla arrivare in forma. Oltretutto con lei bisognerà lavorare anche sull’aspetto tecnico: ha una posizione un po’ statica in bici, può migliorare da questo punto di vista.

Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Come siete arrivati alla Casasola?

Ci eravamo sentiti già in primavera, Sara voleva trovare nuovi stimoli non perché si trovasse male alla DP66, ma proprio perché a 25 anni dopo molte stagioni nel team friulano voleva respirare aria nuova. Noi le abbiamo dato fiducia e finora l’ha già ripagata, io sono convinto che anche a livello internazionale possa fare bene, aveva solo bisogno di ripartire anche mentalmente.

Che cosa ti aspetti dai tre under 23?

Gli dico sempre che sono bravi, ma devono dimostrarlo. Devono fare il salto di qualità e quello possono farlo solo loro, attraverso il loro impegno. Per crescere hanno bisogno di confrontarsi con il meglio e per questo dovranno gareggiare molto all’estero: la Coppa del mondo prevede che ci siano 5 prove per under e juniores, le ultime 3 da affrontare con la nazionale. Noi saremo nelle altre due e poi gareggeranno nelle altre in mezzo agli elite. Questa è un’arma a doppio taglio, perché ti ritrovi a gareggiare con gente più smaliziata. Se vai bene, il morale cresce, ma se prendi batoste devi saperle valutare e prendere quanto di buono ci può essere a livello di esperienza.

Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Con voi c’è anche la Realini…

Quest’anno cambia squadra su strada passando alla Trek Segafredo, vedremo che attività potrà fare. Credo che anche lei, come molte altre divise fra ciclocross e strada, farà il suo esordio a dicembre. Si segue la strada tracciata da Van Der Poel e Van Aert ed è normale che sia così. Troppe gare non possono essere fatte, oltretutto i campioni arrivano più freschi quando gli specialisti puri si sono già dati battaglia per settimane. C’è una disparità di forze, ma l’evoluzione del ciclismo è questa.

Bertolini dove può arrivare?

Io sono convinto che il vero Bertolini sia quello di Valkenburg 2018, saldamente fra i primi 10 al mondo, deve solo crederci e avere una stagione priva di infortuni. E’ chiaro che i campioni che vengono dalla strada sono di un altro pianeta, ma io sono convinto che può arrivare lontano e riprendersi quel che la sfortuna gli ha tolto. Contiamo molto anche su Tavella, che ha vinto anche su strada e che ora, cambiando categoria, dovrà dimostrare davvero di che pasta è fatto perché è fra gli junior che si comincia a far sul serio. Abbiamo una squadra completa, ora il verdetto sta alle gare.

Venturelli archivia la strada e passa in modalità cross

05.10.2022
5 min
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Il ciclismo italiano ha voglia e bisogno di Federica Venturelli. Probabilmente è il prezzo del talento e della capacità di andare forte su qualsiasi bici le diano. La cremonese è già in modalità ciclocross (in apertura un’immagine della scorsa stagione), dove Pontoni non fa mistero di aspettarla. Ha concluso la stagione su strada con la maledetta caduta prima del mondiale e in precedenza aveva vinto l’oro nello scratch agli europei juniores e l’oro nell’inseguimento ai mondiali. A 17 anni le energie sono relativamente inesauribili, mentre la maturità della ragazza nel raccontarsi fa capire quale grande scuola di vita sia il ciclismo.

L’ultima immagine che abbiamo negli occhi di Federica è la sua camminata lungo il corridoio dell’hotel, ancora zoppicando dopo la gara su strada.

Wollongong, giorno della crono. Dolore sul volto di Venturelli che prova sui rulli
Wollongong, giorno della crono. Dolore sul volto di Venturelli che prova sui rulli
Com’è stato il ritorno dal mondiale?

Ma sì, abbastanza tranquillo. Il viaggio è stato lungo e ho avuto un po’ di fastidio ancora alle ferite, che non erano ancora del tutto a posto. Però, tutto sommato è stato ricompensato dall’esperienza che ho fatto nelle due settimane precedenti.

Hai fatto pace con quello che è successo, te ne sei fatta una ragione?

Si, certo, sono cose che possono capitare nello sport e non si può sempre avere fortuna. E’ una cosa che bisogna accettare.

Era la prima volta che ti capitava una prova del genere?

Diciamo che una caduta appena prima di una gara importante, in particolare di un mondiale, non mi era mai capitata. Però comunque è già capitato di arrivare a gare abbastanza importanti non nella condizione migliore, quello sì. Comunque ho sempre cercato di dare il meglio e portare a casa un’esperienza.

Dopo la crono, Venturelli ha partecipato anche alla prova in linea, chiudendo così la stagione della strada
Dopo la crono, Venturelli ha partecipato anche alla prova in linea, chiudendo così la stagione della strada
Pontoni ti aspetta con grandi speranze.

Ho iniziato nel weekend ad ambientarmi sulla bici da ciclocross, che mi era appena arrivata. Da questa settimana inizierò le gare, già il prossimo weekend in Spagna. Quindi non staccherò dopo il mondiale su strada, anche se avevo già fatto un periodo di riposo ad agosto. E poi a questo erano seguiti anche tre stop per malattia e quindi altro riposo, sia non forzato che forzato. Diciamo che ne ho già fatto abbastanza (sorride, ndr). Poi, dato che c’è un periodo abbastanza tranquillo dopo gli europei di cross, avrò un po’ di tempo per staccare ancora.

Come si vive il fatto che tutti aspettino la Venturelli?

Bè, alla fine io la vivo abbastanza bene, senza pressioni. Anche perché comunque nella nazionale sia di strada che di ciclocross, si tiene al risultato, però non ci mettono alcuna pressione. Questo mi fa vivere bene le esperienze che faccio. E anche se so che magari posso fare bene, comunque rimango rilassata e cerco di rendere al meglio.

Lunedì mattina, con la Ciabocco prima dell’allenamento in cui Venturelli cadrà
Lunedì mattina, con la Ciabocco prima dell’allenamento in cui Venturelli cadrà
Le pressioni te le metti anche da sola?

In realtà dal mio punto di vista, penso che le pressioni più grandi me le metta da sola. Soprattutto nelle gare nazionali, dove so che posso fare bene e tutti si aspettano qualcosa da me. Invece nelle gare internazionali, comunque con avversarie più forti, forse mi sento meno sotto osservazione, perché so che ci sono più possibilità che le cose non vadano bene.

Strada, pista, cross, cosa c’è in ciascuna che ti piace?

Di base mi piace la bici. Ogni disciplina ha qualcosa di speciale e che mi rende desiderosa di praticarla. La strada mi piace molto, soprattutto per le salite. Le gare piatte sono quelle che meno mi piace, perché sono parecchio noiose e nervose. Il gruppo mi mette anche un po’ di paura. Invece le salite rendono la gara più movimentata e fanno emergere davvero chi è più forte. La cronometro mi piace perché è una gara dentro se stessi, non si corre tanto contro gli altri, quanto appunto contro la propria voglia di migliorare e le pressioni psicologiche che ci si mette da soli.

Ai mondiali di Tel Aviv, oro nell’inseguimento e argento nel quartetto (foto Gilad Kavalerchik)
Ai mondiali di Tel Aviv, oro nell’inseguimento e argento nel quartetto (foto Gilad Kavalerchik)
E il cross?

Secondo me è la disciplina più divertente, perché comunque il fango, le varie condizioni atmosferiche, i percorsi sempre diversi la rendono quella più variabile. Invece la pista mi piace molto da vedere, perché guardando una gara di strada ci si perde tanto, mentre in pista si può sempre vedere tutto. E’ forse la disciplina che mi trasmette più sentimenti perché c’è una maggiore carica di adrenalina che si fa sentire.

Si comincia ad andare all’estero anche fra ragazze, vedi Barale e poi Ciabocco. E’ qualcosa che per il futuro potresti valutare?

Sicuramente non per il prossimo anno, perché avrò ancora la scuola e punto a fare la maturità al meglio. Preferisco concentrarmi ancora sullo studio, soprattutto per il prossimo anno, mentre per il futuro non so ancora niente, vedremo come evolverà la situazione.

Una stagione in prima linea, Pontoni punta sui giovani

01.10.2022
5 min
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Con la tappa inaugurale del Giro d’Italia di ciclocross domenica a Corridonia (MC) si apre ufficialmente la stagione del ciclocross. Un’annata diversa, disegnata senza i vincoli che la pandemia aveva imposto, ma con una struttura che va presa un po’ con le pinze, soprattutto quando, come Daniele Pontoni, sei alla guida tecnica del movimento e devi fare i conti con le diverse esigenze degli atleti che hai a disposizione.

In questi giorni Pontoni è impegnatissimo con il gravel, preparando la storica prima edizione dei mondiali del 9 ottobre in Veneto, ma chiaramente non ha messo da parte il ciclocross che, oltre a essere il suo primo amore, è anche la specialità che più lo impegna e che fino a gennaio lo vedrà girare per i campi di mezza Europa, per continuare quel lavoro che ha dato tanti buoni frutti già nella passata stagione.

Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross
Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross

Pontoni e la trasferta in Spagna

Pontoni è intenzionato a proseguire con un filo logico che caratterizza il suo operato: lavorare in prospettiva, quindi operando soprattutto nell’ottica delle categorie giovanili: «Proprio per questo abbiamo scelto di saltare l’apertura della Coppa del mondo in America. Lo scorso anno aveva un senso perché a Fayetteville si sarebbero svolti i mondiali, ora invece abbiamo preferito spostare l’attenzione sulla Spagna. La nostra nazionale, con una decina di ragazzi fra under 23 e juniores vi si recherà per due settimane e un totale di 5 gare per i più grandi e 4 per gli juniores, che tra un weekend e l’altro torneranno in Italia per non saltare la scuola che per me è imprescindibile».

Quando inizierete a seguire il calendario europeo di Coppa?

Già dalla prima tappa, a Tabor il 23 ottobre, ma privilegiando sempre le categorie giovanili, quindi andando in quelle tappe dove esse saranno previste oltre naturalmente alla prova nostrana di Vermiglio del 17 dicembre. Il calendario però mi pare molto interessante, sono state sostituite un po’ di località e questo è sicuramente un bene per allargare la visibilità.

La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
L’attività giovanile resta quindi primaria nella tua gestione…

Decisamente e anzi rispetto allo scorso anno ho intenzione di allargare il discorso anche agli allievi, attraverso 3-4 ritiri nei quali faremo dei test per avere un quadro preciso della situazione per gli anni a venire. Abbiamo un movimento effervescente e su questo dobbiamo lavorare pensando al futuro.

A livello assoluto la forte attenzione sul ciclismo femminile, con molte italiane che vanno all’estero nelle squadre WorldTour ti mette in difficoltà?

Relativamente all’inizio di stagione, atlete come Persico e Arzuffi ad esempio non faranno più di una dozzina di gare, anche la Lechner farà un’attività ridotta e anche a livello maschile Toneatti ha avuto dall’Astana il beneplacito solo per un numero limitato di eventi. Questo significa che soprattutto fra le donne si creerà un buco, ma io devo fare i conti con quel che ho a disposizione.

Persico, Toneatti, Bramati e Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
Persico, Toneatti, Bramati e – fuori campo – Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
E’ vero anche che molto dipende dalla prospettiva con la quale si guarda all’attività: l’evoluzione del ciclismo sta portando sempre più a una selezione del calendario anche da parte delle ragazze come fanno i big del ciclismo maschile…

Io sono abituato a guardare le cose sempre dal punto di vista del bicchiere mezzo pieno. Da parte dei team sto trovando comunque collaborazione, si procede sempre più verso quella strada che gente come Van Der Poel e Van Aert hanno tracciato, selezionando un determinato periodo per la loro attività invernale, ma non rinunciandoci. Per me quel che conta è sapere quando avrò i ragazzi e le ragazze a disposizione, poi lavoro di conseguenza. Ma questo influisce anche sulla scelta primaria di operare soprattutto nel settore giovanile per allargare sempre di più il nostro bacino ciclistico.

Il calendario italiano è rimasto molto ricco, anche dopo la pandemia che aveva spinto la Federazione ad allargare la fascia di gare nazionali…

Questo secondo me è un bene. Prima molte società del Centro-Sud erano costrette a lunghe trasferte e quindi a notevoli esborsi economici. Poter ora scegliere tra più eventi permette di scegliere quelli più vicini e quindi contenere le spese. Io vedo un calendario ben strutturato e che copre tutta Italia (nel complesso ci sono 30 gare, da domenica 2 ottobre al 28 e 29 gennaio 2023 con la rassegna tricolore giovanile, ndr).

Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
C’è qualche nome sul quale saresti pronto a scommettere a livello giovanile?

Nel mio ruolo non è giusto fare singoli nomi, ma posso dire che sulla base dell’attività dell’ultima stagione abbiamo almeno tre junior che erano primo anno e che ci daranno grandi soddisfazioni, inoltre mi aspetto molto anche dalle ragazze come Venturelli e Corvi che hanno avuto stagioni molto proficue rispettivamente su strada e nella mtb. Dietro poi abbiamo fra gli allievi dei veri talenti che raramente ho visto a quei livelli, quindi sono molto ottimista.

Venturelli più forte del dolore per lo staff e per la squadra

20.09.2022
5 min
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Ha deciso di partire dopo il riscaldamento, ma dire che Federica Venturelli avesse certezze sulle sue condizioni sarebbe poco credibile. Coraggio tanto, quello ha lasciato tutti a bocca aperta. Cerotti su entrambi i gomiti. Una garza sul ginocchio destro. Le mani ferite. E un’abrasione sull’addome che sfregando contro il body le dava un gran fastidio. Tutto per la caduta violentissima del giorno prima. E quando dopo la gara è rientrata al box azzurro, l’applauso con cui è stata accolta ha fatto capire la paura e il sollievo che hanno attraversato il clan azzurro nelle ultime 24 ore.

Brutta caduta

La notizia è arrivata intorno alle 12 con un messaggio. Caduta Federica Venturelli, la stanno riportando in hotel. E’ piuttosto malconcia, non si sa se domani farà la crono. Aspettiamo le radiografie.

«Stavo andando in discesa – racconta mentre gira le gambe sui rulli – forse un po’ troppo forte. C’era un tratto di strada disconnesso, che non era stato segnalato. E purtroppo sono finita in questa parte di strada piena di buche. Ho perso le mani dal manubrio. Sono caduta e intanto ho visto un furgone che saliva dalla parte opposta. Proprio per cercare di evitarlo e scongiurare il peggio, mi sono procurata un bel po’ di abrasioni, cercando di aggrapparmi all’asfalto per non finire dall’altra parte».

Durante il riscaldamento, Federica Venturelli si è confrontata con Velo su come gestire la crono
Durante il riscaldamento, Federica Venturelli si è confrontata con Velo su come gestire la crono

Test sui rulli

Infilare le maniche nel body le è sembrato un supplizio, ma nulla in confronto a quando ha provato a salire sulla Cinelli montata sui rulli. Aveva lo sguardo impaurito e dolorante, così pure quando ha iniziato a pedalare, sentendo il ginocchio e il gomito, sentendo la mano quando ha provato a cambiare e non riuscendo a sfilare la borraccia. Attorno a lei prima Elisabetta Borgia e poi Rossella Callovi accompagnavano le sue smorfie con parole rassicuranti, finché Federica ha iniziato a raddrizzarsi e ad aumentare il ritmo di pedalata.

«Ho deciso di partire – conferma – quando ho finito il riscaldamento, perché comunque avevo ancora male al gomito. Scaldandomi però, un po’ è passato e quindi ho deciso di provarci. Inizialmente avevo paura di non riuscire a far le curve o guidare la bici. Però poi ho visto che ero in grado, anche se non ero al top della mia condizione. E allora ho deciso di partire».

Senza borraccia

Così si è avviata, dopo aver provato a fare un paio di curve, con la certezza che difficilmente sarebbe riuscita ad alzarsi sui pedali. Senza borraccia, perché non potendola prendere, ha chiesto a Giuseppe Campanella, il suo meccanico, di smontare tutto. E forse la spinta decisiva è venuta proprio dall’attaccamento al gruppo azzurro.

«Quando sono caduta – conferma – non è stata tanto la sensazione di vedermi sfuggire il mondiale, perché comunque non ero qua per vincere. C’erano avversarie molto più forti di me, ma per fare esperienza. E’ stato il dispiacere nei confronti dello staff e della squadra che ha fatto tanti sacrifici e quindi ero dispiaciuta di non poter dare il meglio di me. Ieri sera ero abbastanza giù. Però comunque, dopo il controllo in ospedale e la radiografia in cui mi hanno detto che era tutto a posto, mi sono un po’ ripresa. Ho iniziato a pensare che magari sarei riuscita a partire e quindi ho passato una notte non troppo travagliata».

Il mondiale crono delle donne junior è stato vinto da Zoe Backstedt (Gran Bretagna), su Czapla e Joriis
Il mondiale crono delle donne junior è stato vinto da Zoe Backstedt (Gran Bretagna), su Czapla e Joriis

Dolore e adrenalina

L’hanno accolta come se avesse vinto, anche se il 24° posto a 2’59” da Zoe Backstedt è decisamente al di sotto delle aspettative di partenza: il quarto posto agli europei induceva a sperare in qualcosa di meglio e certamente Federica si sarebbe fatta valere. Probabilmente però essere partita aiuterà nella prova su strada, cui arriverà con la certezza di poter pedalare.

«L’adrenalina è servita parecchio – racconta – sentivo solo la fatica. Il male era in secondo piano. Più di tutti, probabilmente mi ha dato fastidio il gomito, soprattutto con le vibrazioni. Oppure dover spostare le braccia per fare le curve o alzarmi in piedi e rilanciare. Infatti la salita è stata la parte in cui ho sofferto di più e ho sentito di non riuscire ad andare come volevo. Adesso so di riuscire a stare in bici e questo è qualcosa che mi mette più tranquilla. Nei prossimi giorni vedrò di riabituarmi a spingere e lavorare anche sulla posizione delle mani sul manubrio, che sicuramente è qualcosa che in discesa o comunque nei momenti un po’ nervosi in gruppo sarà necessario. E tutto sommato è andata anche bene senza borraccia. Di solito bevo molto, ma oggi non era particolarmente caldo. E sono arrivata senza avere la gola secca».

Tante specialità, tanti successi. Federica Venturelli non si ferma

29.07.2022
5 min
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Sembra davvero strano sentire Federica Venturelli parlare di riposo. Lei che non si ferma mai, lei che gareggia d’inverno nel ciclocross, nelle altre stagioni su strada alternandola alla pista (e se le rimanesse il tempo, magari farebbe pure mountain bike…). Lei che pure è una ragazza di 18 anni, che si dedica alla scuola, tanto che verrebbe sempre da chiederle “ma dove lo trovi il tempo?”.

Eppure siamo riusciti a centrare il periodo di stacco: «Dopo la lunga trasferta portoghese dovevo staccare un po’ la spina, stare con la famiglia, ma solo per un paio di settimane, c’è tanto da fare e quindi sto per riprendere in mano la bici. Anzi, a dir la verità non vedo l’ora…».

Venturelli linea anadia 2022
L’epilogo della gara in linea di Anadia, con la francese Rayer a beffare Ciabocco e Venturelli, quarta la Pellegrini
Venturelli linea anadia 2022
L’epilogo della gara in linea di Anadia, con la francese Rayer a beffare Ciabocco e Venturelli, quarta la Pellegrini
La trasferta in Portogallo per te è stata lunga fra europei su strada e su pista…

Sì, con due gruppi diversi. Ho visto ripartire le ragazze della strada e sono rimasta lì ad aspettare quelle della pista. E’ stato stancante, ma alla fine sono soddisfatta: un bronzo e un quarto posto nella prima porzione, poi su pista tre titoli (inseguimento individuale e a squadre e omnium, finendo quarta nella madison. Ma alla fine non ne avevo più…

Partiamo dalla prima settimana, quella della strada. Il podio nella prova in linea ti ha sorpreso?

Per certi versi sì. La squadra era improntata su Eleonora (la Ciabocco, ndr), dovevamo lavorare per lei. Ci avevano detto che il percorso era molto duro, ma pensavo sicuramente peggio. Io non credevo di essere così brillante, considerando anche che quest’anno ho avuto il Covid a fine aprile, ero partita senza particolari ambizioni, poi alla fine è arrivato un bel bronzo.

Venturelli quartetto
Il quartetto azzurro, con la Venturelli a destra, che in finale ha battuto la Germania
Venturelli quartetto
Il quartetto azzurro, con la Venturelli a destra, che in finale ha battuto la Germania
Neanche il tempo di rifiatare e ti sei ritrovata a gareggiare su pista…

La difficoltà è stata soprattutto nei primi giorni, riadattarsi alla pista e soprattutto a un impianto diverso da quello di Montichiari. La scorrevolezza era inferiore a quella del nostro centro, ma con le prime uscite ci siamo tutti adattati.

Hai vinto in tre specialità: qual è quella che senti più nelle tue corde?

Sicuramente l’inseguimento individuale, perché non cambia nel suo sviluppo, sei sola contro te stessa, a confrontarti contro il cronometro badando a tanti piccoli fattori personali. Conta soprattutto la gestione dello sforzo come nel quartetto: lì in qualifica avevamo commesso alcuni errori, tanto è vero che poi siamo migliorate di ben 8”, un’eternità.

Venturelli inseguimento
Il podio dell’inseguimento individuale, con Federica fra la Sharp (GBR, seconda) e la Lallemand (FRA, terza)
Venturelli inseguimento
Il podio dell’inseguimento individuale, con Federica fra la Sharp (GBR, seconda) e la Lallemand (FRA, terza)
Nell’omnium come ti trovi?

Ho cercato di sfruttare al meglio le mie caratteristiche, sapevo che dovevo partire forte nello scratch che si adatta meglio alle mie caratteristiche, ho vinto lì andando in fuga e sono rimasta poi sempre in testa in classifica. Vedevo che alle mie spalle la situazione cambiava sempre e dovevo restare sempre concentrata. Quattro gare nella stessa giornata sono davvero pesanti, per questo mi piace meno.

Come mai la scelta poi di fermarti?

Perché la seconda parte di stagione sarà molto ricca: intanto ci sono da preparare i mondiali su pista di fine agosto in Israele, quindi per un mese sarò più concentrata sulla pista con qualche puntatina su strada pensando però sempre a questo obiettivo. Poi vorrei guadagnarmi la selezione per i mondiali su strada in Australia e a seguire inizierò subito con la stagione del ciclocross.

Venturelli Omnium 2022
Federica in fuga nello scratch, una tattica che ha pagato: prima piazza mantenuta fino all’ultimo
Venturelli Omnium 2022
Federica in fuga nello scratch, una tattica che ha pagato: prima piazza mantenuta fino all’ultimo
Conti quindi di continuare nell’attività invernale?

Certo, dà notevoli vantaggi e mi piace molto, poi non riuscirei a stare senza competizioni così a lungo. Per me le gare sono fondamentali per mantenere le motivazioni e la concentrazione in allenamento. Poi il ciclocross dà quelle doti di esplosività che per me sono fondamentali.

Che scuola fai e come ti trovi?

Credo sia una capacità innata. So ad esempio che i tecnici azzurri un po’ mi si contendono, ma a me non può far altro che piacere perché significa che sto facendo le cose giuste. Poi c’è la scuola, riesco sempre a organizzarmi e vado bene anche lì. Il prossimo anno ci sono gli esami di maturità, infatti per questo non penso di cambiare nulla nella prossima stagione.

Venturelli intervista
I suoi successi a ripetizione hanno attirato molte attenzioni in Portogallo
Venturelli intervista
I suoi successi a ripetizione hanno attirato molte attenzioni in Portogallo
Si avvicinano però formazioni WorldTour?

So che c’è interesse per me, ma non voglio neanche pensarci fino alla fine del prossimo anno, per ora c’è troppa carne al fuoco.

Un’ultima cosa: abbiamo già parlato della tua rivalità con la Ciabocco, ora questa rivalità si riverbera anche all’estero, con entrambe sul podio europeo…

Penso che sia un bene per il ciclismo italiano, d’altronde è una rivalità solo in gara, solo per chi segue il ciclismo, ma fra noi non parlerei di rivalità quanto di collaborazione. Se ad Anadia eravamo nella stessa camera è proprio perché andiamo molto d’accordo.

Doppio tricolore per Ciabocco, la “cacciatrice di titoli”

08.07.2022
4 min
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“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. E’ un detto che ormai è entrato nel gergo comune e a ben guardare si attaglia abbastanza bene al carattere di Eleonora Ciabocco. Abbiamo già avuto modo di raccontare la sua esperienza fra le junior e le sue continue battaglie con Federica Venturelli, con esiti altalenanti, ma studiando l’andamento della stagione si scopre che quando il traguardo conta davvero, Eleonora c’è e ci mette sempre quel qualcosa in più e così ha fatto anche la scorsa settimana, conquistando la maglia tricolore di categoria.

Il percorso era quello di Cherasco, lo stesso che poche ore dopo sarebbe stato affrontato dai pari età con il colpo di mano di Belletta. Due giri vallonati da 18,5 chilometri e altri due più lunghi, con due strappi che con il caldo e la distanza si sono fatti sentire.

Le due grandi rivali non ci hanno messo molto ad accendere la miccia della sfida e si sono lanciare in fuga con altre due atlete, poi ci hanno riprovato e ogni volta il gruppo si sgretolava per poi ricucire. Alla fine si sono giocate la vittoria in 6, ma la Ciabocco non ha voluto aspettare la volata, dove pure avrebbe potuto dire la sua e all’altezza del triangolo rosso ha dato la stoccata, prendendo tutte in contropiede. Alla fine 10” sull’eterna rivale Venturelli sono un vantaggio cospicuo (il podio nella foto di apertura di Fabiano Ghilardi).

Ciabocco tricolori 2022
L’arrivo solitario della Ciabocco a Cherasco, con 10″ su Venturelli e Segato (foto Fabiano Ghilardi)
Ciabocco tricolori 2022
L’arrivo solitario della Ciabocco a Cherasco, con 10″ su Venturelli e Segato (foto Fabiano Ghilardi)

Tranquilla solo al via

La chiacchierata con la portacolori del Team Di Federico, confermatasi sul trono tricolore (cosa che avviene molto di rado nelle categorie giovanili) prende spunto proprio da questo aspetto caratteriale: «Credete tutti che sia tranquilla nell’affrontare i grandi eventi – dice – ma non è proprio così, anzi io sono un tipo ansioso. Solo che quando mi presento alla partenza sento che svanisce ogni paura e mi riesco a concentrare sulla gara e quel che devo fare. Probabilmente quella tensione è il mio modo di approcciarmi alla gara».

Vincere due titoli italiani consecutivi non è cosa di tutti i giorni: quante squadre stanno bussando alla tua porta per averti con loro?

L’interesse c’è, non lo nego, ma cerco di non pensarci perché so che sono in un’età difficile: non c’è il “cuscinetto” delle under 23 e passare subito professionista è dura quando sai – e io lo so – che c’è ancora tantissimo da imparare e da migliorare, anche dal punto di vista fisico.

Ciabocco nazionale 2022
In nazionale la marchigiana ha già vinto un argento europeo ed è stata nona ai mondiali (foto Fci)
Ciabocco nazionale 2022
In nazionale la marchigiana ha già vinto un argento europeo ed è stata nona ai mondiali (foto Fci)
Sta avvenendo la stessa cosa per l’europeo?

Sì, oltretutto io sono partita in anticipo rispetto alle altre della gara in linea, facendo compagnia a chi deve gareggiare nel team relay e nella cronometro. Curiosamente sono in stanza proprio con Federica Venturelli, condividiamo l’avvicinamento alle nostre gare a conferma che fuori da esse siamo in ottimi rapporti. Lei è molto forte, uno stimolo continuo, a Cherasco avevo visto che arrivare al traguardo con lei e giocarmela allo sprint sarebbe stato estremamente pericoloso, per questo ho voluto evitarlo.

E’ la prima volta che nella vostra categoria si gareggia nel Team Relay. Anche se non sei chiamata a partecipare, che cosa ne pensi di questa gara?

Io dico che è molto interessante, è una formula diversa e credo che faccia spettacolo. Anche se non gareggerò, assisterò con molta curiosità.

Ciabocco team 2022
Foto di gruppo per il Team Di Federico con la Ciabocco confermatasi tricolore
Ciabocco team 2022
Foto di gruppo per il Team Di Federico con la Ciabocco confermatasi tricolore
Avete già un’idea di com’è il percorso e come interpretarlo?

Il cittì ci ha mandato il profilo della corsa appena sono arrivate le convocazioni e sappiamo che è abbastanza impegnativo, con diversi strappi e soprattutto l’arrivo in leggera salita. Ma solo l’esperienza sul posto, il giro preliminare potrà dirci com’è realmente e come andrà affrontato. Per questo cerco di non pensarci molto, poi quando saremo sulla linea di partenza avremo ben chiari i nostri piani e vedremo di metterli in pratica.

Dì la verità: sapendo che con due maglie tricolori addosso saranno in molti a guardarti come una possibile protagonista, la cosa ti mette a disagio?

Diciamo che del tutto tranquilla non sono… Ma so anche che di qui al momento del via passerà tutto. Sono fatta così…