“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. E’ un detto che ormai è entrato nel gergo comune e a ben guardare si attaglia abbastanza bene al carattere di Eleonora Ciabocco. Abbiamo già avuto modo di raccontare la sua esperienza fra le junior e le sue continue battaglie con Federica Venturelli, con esiti altalenanti, ma studiando l’andamento della stagione si scopre che quando il traguardo conta davvero, Eleonora c’è e ci mette sempre quel qualcosa in più e così ha fatto anche la scorsa settimana, conquistando la maglia tricolore di categoria.
Il percorso era quello di Cherasco, lo stesso che poche ore dopo sarebbe stato affrontato dai pari età con il colpo di mano di Belletta. Due giri vallonati da 18,5 chilometri e altri due più lunghi, con due strappi che con il caldo e la distanza si sono fatti sentire.
Le due grandi rivali non ci hanno messo molto ad accendere la miccia della sfida e si sono lanciare in fuga con altre due atlete, poi ci hanno riprovato e ogni volta il gruppo si sgretolava per poi ricucire. Alla fine si sono giocate la vittoria in 6, ma la Ciabocco non ha voluto aspettare la volata, dove pure avrebbe potuto dire la sua e all’altezza del triangolo rosso ha dato la stoccata, prendendo tutte in contropiede. Alla fine 10” sull’eterna rivale Venturelli sono un vantaggio cospicuo (il podio nella foto di apertura di Fabiano Ghilardi).
Tranquilla solo al via
La chiacchierata con la portacolori del Team Di Federico, confermatasi sul trono tricolore (cosa che avviene molto di rado nelle categorie giovanili) prende spunto proprio da questo aspetto caratteriale: «Credete tutti che sia tranquilla nell’affrontare i grandi eventi – dice – ma non è proprio così, anzi io sono un tipo ansioso. Solo che quando mi presento alla partenza sento che svanisce ogni paura e mi riesco a concentrare sulla gara e quel che devo fare. Probabilmente quella tensione è il mio modo di approcciarmi alla gara».
Vincere due titoli italiani consecutivi non è cosa di tutti i giorni: quante squadre stanno bussando alla tua porta per averti con loro?
L’interesse c’è, non lo nego, ma cerco di non pensarci perché so che sono in un’età difficile: non c’è il “cuscinetto” delle under 23 e passare subito professionista è dura quando sai – e io lo so – che c’è ancora tantissimo da imparare e da migliorare, anche dal punto di vista fisico.
Sta avvenendo la stessa cosa per l’europeo?
Sì, oltretutto io sono partita in anticipo rispetto alle altre della gara in linea, facendo compagnia a chi deve gareggiare nel team relay e nella cronometro. Curiosamente sono in stanza proprio con Federica Venturelli, condividiamo l’avvicinamento alle nostre gare a conferma che fuori da esse siamo in ottimi rapporti. Lei è molto forte, uno stimolo continuo, a Cherasco avevo visto che arrivare al traguardo con lei e giocarmela allo sprint sarebbe stato estremamente pericoloso, per questo ho voluto evitarlo.
E’ la prima volta che nella vostra categoria si gareggia nel Team Relay. Anche se non sei chiamata a partecipare, che cosa ne pensi di questa gara?
Io dico che è molto interessante, è una formula diversa e credo che faccia spettacolo. Anche se non gareggerò, assisterò con molta curiosità.
Avete già un’idea di com’è il percorso e come interpretarlo?
Il cittì ci ha mandato il profilo della corsa appena sono arrivate le convocazioni e sappiamo che è abbastanza impegnativo, con diversi strappi e soprattutto l’arrivo in leggera salita. Ma solo l’esperienza sul posto, il giro preliminare potrà dirci com’è realmente e come andrà affrontato. Per questo cerco di non pensarci molto, poi quando saremo sulla linea di partenza avremo ben chiari i nostri piani e vedremo di metterli in pratica.
Dì la verità: sapendo che con due maglie tricolori addosso saranno in molti a guardarti come una possibile protagonista, la cosa ti mette a disagio?
Diciamo che del tutto tranquilla non sono… Ma so anche che di qui al momento del via passerà tutto. Sono fatta così…