Norma Gimondi (in apertura seconda da sinistra – foto FCI Illarietti), vicepresidente della Federazione ciclistica italiana (Fci), ha la stessa scorza del padre. E’ dura all’esterno. E’ un vulcano di passione per il ciclismo che, tuttavia, non può mai venire prima dell’onestà e di una sincerità sempre limpida, volta a tutelare sani principi.
Lo ha dimostrato anche commentando l’attuale situazione della Federazione, guidata da febbraio 2021 da Cordiano Dagnoni, a margine di un evento che si è tenuto all’Università di Bergamo. Un evento che verteva sul turismo sportivo nelle valli che sono state spesso teatro di allenamento di Felice.
Norma Gimondi (classe 1970) è vice presidente della Federazione ciclistica italianaNorma Gimondi (classe 1970) è vice presidente della Federazione ciclistica italiana
Dubbi sul bilancio
Una situazione positiva per quanto riguarda i risultati, ma instabile da un punto di vista finanziario e, di conseguenza, anche politico. Proprio sull’approvazione del bilancio preventivo 2022, sono emerse frizioni. Il Consiglio, infatti, lo ha approvato grazie alla maggioranza dei voti, ma Norma Gimondi insieme ad altri due consiglieri ha votato contro.
«Approvare un bilancio, seppur di previsione, con un disavanzo di 1,2 milioni di euro – ha spiegato la figlia del campione bergamasco – mi ha lasciato qualche perplessità. Anche perché si parla solo di attività ordinaria, quindi non prende in considerazione interventi di carattere straordinario».
La visione è sul lungo periodo e arriva fino al 2024, anno in cui scadrà l’attuale mandato.
«Rimanendo coerenti, se moltiplichiamo quel milione abbondante per tre, significa che la federazione potrebbe avere un “buco” da 3,6 milioni nel 2024, cosa per me inaccettabile. È vero, le federazioni non devono fare utili, ma non devono lasciare delle negatività di questo tipo. Negatività che dovrebbero poi scontare i nuovi consiglieri e il nuovo presidente».
TCI, azienda leader nella produzione di componenti elettronici, è una delle sponsorizzazioni più recenti. Qui Bennati. (foto FCI)TCI, azienda leader nella produzione di componenti elettronici, è una delle sponsorizzazioni più recenti. Qui Bennati. (foto FCI)
Caccia agli sponsor
Dagnoni ha rassicurato gli scettici, spiegando che quel margine verrà coperto con importanti sponsorizzazioni.
«Speriamo che mantenga fede alle promesse – spiega Gimondi – anche se noi aspettiamo di vedere i contratti firmati. L’importante è non fermarsi ai soldi che annualmente arrivano dai ministeri di Sport e Salute, ma andare a cercare nuove risorse in sponsorizzazioni ed eventi così da dare linfa al movimento, anche nelle singole sezioni territoriali. E’ su quelle che dobbiamo puntare perché è lì che nascono i nuovi talenti».
Soldi a parte, Norma Gimondi guarda con pragmatismo anche alle prestazioni.
«Abbiamo chiuso un 2021 straordinario, forse il miglior anno di sempre in termini di risultati. Basti pensare all’oro olimpico del quartetto su pista, al mondiale vinto da Elisa Balsamo e alla maglia iridata conquistata da Filippo Baroncini negli Under 23.
«Ci aspetta ora un 2022 altrettanto impegnativo perché ripetersi non è facile. Abbiamo cambiato tanti tecnici, c’è un manager, Roberto Amadio, che coordina tutte le selezioni nazionali. Confidiamo che questo lavoro di rinnovamento possa portare buoni frutti in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024».
Una gara giovanissimi. Investire sui giovani e sul territorio è fondamentale (foto Fulgenzi)Una gara giovanissimi. Investire sui giovani e sul territorio è fondamentale (foto Fulgenzi)
Pensando ai giovani
Nell’augurarsi di fare non solo il meglio, ma di “portare a casa risultati per il movimento”, la vice presidente della Federazione ha ben chiaro dove bisogna migliorare nel prossimo futuro.
«C’è – spiega Norma – un Giro d’Italia donne targato Fci che l’anno scorso è andato molto bene e che va ulteriormente migliorato visto che il movimento femminile riscuote sempre più interesse. Poi il Giro Under 23 con il quale dobbiamo andare avanti.
«Ma, oltre al professionismo, non dobbiamo dimenticarci dei giovani: bisogna partire dalla base per salire e fare sempre meglio. Abbiamo anche qui degli eventi importanti, penso ad esempio al Meeting nazionale di Treviso che coinvolgerà i giovanissimi dal 23 al 26 giugno».
Le sette e mezza di una sera ancora fresca sulla costa romagnola. Nello stesso hotel Sarti di Riccione alloggiano la nazionale italiana, la Trek-Segafredo e il team Ineos Grenadiers. Giusto accanto, al civico successivo, riconosciamo il Baltic in cui al Giro d’Italia del 2019 soggiornava la Bardiani nel giorno della crono di San Marino. La coincidenza è singolare. Quel giorno in maglia bianca di miglior giovane partì Giovanni Carboni, in quel momento terzo in classifica dietro Valerio Conti e Rojas, dopo la fuga di San Giovanni Rotondo che valse il primato al romano e la tappa a Masnada.
Siamo qui nuovamente per lui (che in apertura è con i suoi tifosi alla partenza di stamattina), in un momento della carriera che nessuno avrebbe potuto immaginare. In questo contesto storico che suggerisce di stare lontani dal vittimismo, la situazione dei corridori della Gazprom rimane paradossale. Fortunatamente la Federazione si è schierata dalla loro parte e li sta facendo correre con la maglia azzurra, ma a breve anche questo finirà.
Giro 2019, Carboni in maglia bianca e Conti in rosa: per entrambi giorni memorabiliGiro 2019, Carboni in maglia bianca e Conti in rosa: per entrambi giorni memorabili
«Per noi corridori – dice Carboni – essere qua dà una sensazione di sostegno. In queste tre settimane ho abbandonato i social, non sapevo cosa fare. Delusione. Morale basso. Siamo finiti in una questione molto più grande di noi, che non riguarda solo l’Italia. Stiamo parlando di una guerra in Europa che nessuno si sarebbe mai aspettato. Sarebbe banale piangersi addosso e gettare all’aria parole sulla nostra condizione, vista la gente che muore e ha perso tutto. Il 27 marzo, fra tre giorni, scade il tempo che ci ha chiesto la squadra. E a quel punto vedremo cosa fare. Ormai è successo, quello che posso fare è correre e riprendermi del tutto, sperando poi di fare il Giro di Sicilia. Serve un colpo di fortuna. Devo fare il mio, devo lavorare sodo. Per fortuna ho la vicinanza di amici e familiari».
L’UCI non ascolta
L’UCI se ne infischia. La squadra, affiliata in Svizzera, aveva sponsor russo ed è stata privata del titolo sportivo. Non esiste più. In Gran Bretagna, il Chelsea di Abramovich, lui sì squalificato, continua a giocare grazie a una deroga, che a lungo termine porterà alla vendita del club e permette ancora il pagamento degli stipendi.
In nazionale anche Canola e Fedeli, Scaroni e Conci: tutti atleti GazpromIn nazionale anche Canola e Fedeli, Scaroni e Conci: tutti atleti Gazprom
Nei giorni della Sanremo, Bugno ci ha raccontato dei tentativi del CPA di ragionare con l’UCI che ha sempre mantenuto chiusa la porta. L’unica concessione è legata all’arrivo di un nuovo sponsor. In caso contrario, per Aigle il discorso sarebbe chiuso. La Trek-Segafredo, con cui ha già un contratto firmato per il 2023, sarebbe pronta a prendere subito Vacek, ma così facendo supererebbe il tetto dei 31 corridori. E di deroghe non si sente parlare.
E così tutti i corridori che alla Gazprom-RusVelo avevano trovato occasione di rilancio, ora sono in attesa di conoscere il proprio destino, mentre i procuratori lavorano sotto traccia per cercare di sistemarli.
Quando hai capito che stava succedendo qualcosa di grosso?
La sera prima di Laigueglia. Fino a quel momento, avevo fatto un inverno davvero buono. In due mesi ho passato a casa solo due settimane, per il resto, ritiro, Valenciana e Teide. Si respirava la bella aria di un team quasi WorldTour. Abbiamo anticipato di due giorni il rientro dal Teide per correre a Laigueglia. Dai cellulari, vedevamo quel che stava succedendo in Ucraina, ma non ci aspettavamo di essere coinvolti. Con noi c’era anche Zakarin, che non sapeva cosa dire. Ci sembrava una cosa folle..
Fino alla vigilia di Laigueglia.
La mattina ci hanno detto che avremmo corso con maglie bianche e le bici con le scritte coperte, perché nello stesso giorno Look e Corima hanno ritirato la sponsorizzazione. Poi si è tirata indietro anche Northwave e lì ho capito che si stava mettendo male. Alle 19,30 ci hanno comunicato che non avremmo corso. Quando ho visto che l’UCI aveva sospeso la squadra, ho capito che sarebbe stata lunga.
Carboni è alla quinta stagione da pro’. Fino al 2021 era alla BardianiCarboni è alla quinta stagione da pro’. Fino al 2021 era alla Bardiani
Il team manager Renat Khamidulin non si arrende.
Renat si sta rivelando una grande persona e un ottimo professionista. La prima cosa che ha fatto è stato fissare una data limite per recuperare la situazione e anche per questo abbiamo deciso tutti di dargli fiducia.
Il resto della squadra come sta vivendo la situazione?
Ci sono disfattisti e ottimisti, ma è da capire davanti a una situazione che nessuno si sarebbe mai sognato di affrontare. Non c’è mai stato un problema di soldi. Sono passato dalle stelle alle stalle. Avevano appena speso 25 mila euro per mandarci sul Teide e a breve sarebbe arrivato materiale più leggero da Look e Corima. Invece si è fermato tutto.
Con quale testa ti sei allenato in questo periodo?
Psicologicamente è stato devastante. Meglio correre. Ho sempre cercato compagnia, spesso con Malucelli. Lui non è qui perché la Coppi e Bartali è troppo dura. Il pensiero però andava sempre alla situazione.
Cosa si fa da lunedì?
Aspetto domenica prima di pensarci. Voglio credere che sia possibile trovare una via d’uscita. Altrimenti parlerò col mio procuratore e vedremo se sarà possibile ricorrere a una sistemazione alternativa. E sarebbe comunque una situazione molto triste…
Resta un istante in silenzio. L’espressione malinconica. La felpa della nazionale e i jeans. Ricordiamo i buoni propositi di ripartire da quel Giro del 2019 e come adesso sembra tutto lontano. Poi Carboni si alza e va verso la cena. Vivere alla giornata probabilmente è il modo migliore per non diventare matti.
A tu per tu con Sedun, nuovo team manager (e tecnico) della Gazprom-RusVelo. Dalle esperienze con l'Astana a questa nuova avventura, sempre in odor d'Italia
L'UCI ha ricevuto due domande dagli italiani della Gazprom, ma è passato un mese e non ci sono risposte. I ragazzi sono fermi. E giustamente protestano
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Avete mai scritto un bilancio preventivo? Chi organizza eventi, manda avanti aziende, gestisce associazioni sa di cosa si parla. Si fa la conta degli obiettivi, si stima quanto costerà conseguirli, si guarda quanto si ha in cassa e parallelamente si progettano le attività di finanziamento o autofinanziamento per arrivare a coprire tutti i costi. Il bilancio preventivo può quindi essere in perdita, a patto che si conosca il modo per appianarlo quando tutte le risorse saranno disponibili. Per fare le cose giuste, ci si potrebbe richiamare alla diligenza del buon padre di famiglia, che come spesso accade in questa parte di mondo discende direttamente dal Diritto Romano.
Nel Consiglio federale del 21 febbraio si è parlato del bilancio preventivo della Federazione (foto FCI)Nel Consiglio federale del 21 febbraio si è parlato del bilancio preventivo della Federazione (foto FCI)
Bilancio in rosso
Nelle scorse settimane è stato varato il bilancio preventivo della Federazione per il 2022. E ci si è accorti che al momento della sua presentazione, il conto finale è in rosso. Nel clima permanente da campagna elettorale, in cui si assestano legnate in ogni occasione trovando il modo di sfogare il malcontento, ovviamente lo spunto non è stato lasciato cadere, dando vita a dibattiti, articoli e attacchi.
Possibile, ci siamo chiesti, che il presidente Dagnoni (in apertura, al via della Sanremo con Cairo, il sindaco Sala ed Enrico Della Casa) abbia deciso di farsi bersagliare fornendo spontaneamente gli spunti per farlo, dopo mesi a rivendicare il valore sociale del ciclismo? E allora siamo andati a leggere nel sito federale, cercando di capire qualcosa.
Perché febbraio?
La tempistica, per cominciare. Perché a febbraio? Le federazioni vivono a metà tra il pubblico e il privato, ma è innegabile che i fondi pubblici siano l’entrata più sostanziosa. Di solito i contributi vengono erogati a novembre e questo permette di anticipare la presentazione del bilancio preventivo. Quest’anno Sport e Salute, la Spa che veicola i finanziamenti del Governo alle federazioni, ha approvato lo stanziamento il 21 dicembre. Questo ovviamente ha fatto slittare tutto in avanti.
Sport e Salute è la Spa che fa promozione e attraverso cui le federazioni percepiscono i fondi pubblici (foto Sport e Salute)Sport e Salute è la Spa che attraverso cui le federazioni percepiscono i fondi pubblici (foto Sport e Salute)
Il fondo di dotazione
La Federazione non può per legge fare utili, ma deve reinvestire nel movimento. All’inizio del quadriennio olimpico, leggendo fra i comunicati si è visto che è iniziata la preparazione olimpica. Stando a quello che risultava, il budget a disposizione oscillava fra 4-5 milioni di euro, che arrivavano a 6 con il Fondo di dotazione.Si tratta di un importo proporzionale al volume degli investimenti e alle dimensioni della Federazione stessa. Nel Consiglio federale del 21 febbraio 2022, tale Fondo è stato aumentato di 400 mila euro, passando a 1,2 milioni.
Tre sponsor in arrivo
A tale budget si fa ricorso per impostare l’attività, tenendo conto delle risorse disponibili e non di quelle che arriveranno. Ancora nel sito federale si legge infatti di tre contratti di sponsorizzazione in arrivo. Uno per la fornitura di auto. Un altro per un marchio da apporre sulla maglia azzurra per un importo di 350 mila euro (+Iva). Il terzo per la fornitura di integratori, per un valore complessivo di 780 mila euro (+Iva) di cui 480 mila in erogazione di denaro.
Marco Villa è il responsabile del settore velocità, Ivan Quaranta il collaboratore tecnicoMarco Villa è il responsabile del settore velocità, Ivan Quaranta il collaboratore tecnico
Progetti regionali
Nei comunicati, si legge anche che il 70% delle risorse sarà destinato all’attività sportiva e per ogni settore è previsto un aumento fra il 25% e il 30%. Parallelamente si è deciso di aumentare di un terzo le dotazioni ai Comitati regionali, non semplicemente a fondo perduto, ma legando l’elargizione a progetti condivisi.
Al conto preventivo si aggiunge anche il movimento paralimpico. Se al primo sguardo potrebbe risultare un carico che accresce il passivo, i nuovi arrivati si sono presentati con una dotazione di fondi a progetto.
Settore velocità
Fra le voci di spesa è finalmente saltato fuori anche il settore della velocità su pista, che negli ultimi anni era finito nel dimenticatoio, con Miriam Vece spedita nel centro di Aigle e i suoi colleghi in attesa di una chiamata da parte dei corpi militari.
Nelle convocazioni di Marco Villa per questo specifico settore, si nota che l’Esercito Italiano ha raccolto la proposta, mentre Ivan Quaranta sarà il collaboratore tecnico che mancava.
Se la velocità ha borse di studio e l’appoggio dell’Esercito, come raccolto nelle interviste sul tema, forse una speranza c’è. E magari le Olimpiadi di Los Angeles potrebbero diventare un obiettivo ragionevole (una qualifica per Parigi però ce la giochiamo lo stesso, no?).
Elena Bissolati e Miriam Vece, bandiere della velocità femminile su pistaElena Bissolati e Miriam Vece, bandiere della velocità femminile su pista
Una provocazione?
Un altro appunto è legato ai fondi pubblici che, come detto, arrivano alle federazioni da Sport e Salute. Il 21 dicembre, il suo Cda ha approvato l’assegnazione di contributi per un totale di 288 milioni di euro allo sport italiano, con un incremento di 8 milioni rispetto alla previsione di legge (9.661.243 euro per la FCI).
I due anni di stop totale o relativo causati dal Covid hanno permesso a tutte le federazioni di fare utile. Il contributo pubblico non è mai mancato, ma si sono abbattuti i costi delle trasferte, ora tornati a salire. Ad esempio per i mondiali in Australia si stima una spesa intorno ai 300 mila euro.
La ciclistica è una delle poche federazioni ad aver sempre fatto attività. Non ha messo in cassa integrazione i suoi dipendenti (tanti, quasi il doppio rispetto alla media) e ha comunque svolto la sua azione sul territorio. Eppure al momento di ricevere lo stanziamento per il 2022, a fronte di un lavoro che a detta della nuova dirigenza è di grande rifondazione, l’elargizione è stata pari a quella di altre federazioni che hanno interrotto l’attività.
Non sarà che la presentazione al Coni del bilancio preventivo in rosso sia anche una risposta indiretta a questa politica?
Nuove spese
Infine a quel rosso si sommano un po’ di spese che, facendo i conti… della serva, si sono aggiunte dall’avvio del nuovo corso. E’ uscito Cassani, ma è subentrato Amadio che lavora tanto, ma non gratis ovviamente. Si è spinto sul settore comunicazione che, al netto di alcune criticità, ha visto l’aumento dell’organico. E’ stato coinvolto il dottor Corsetti. Alcuni dipendenti sono stati pre-pensionati, alcuni hanno ricevuto un’agevolazione all’esodo. E ancora dai comunicati, emerge che si stanno cercando altri 4 preparatori per allargare la rosa.
Amadio, fra Scirea e Amadori, è il team manager delle nazionaliAmadio, fra Scirea e Amadori, è il team manager delle nazionali
Più soldi al presidente?
A un certo punto ci sono state indiscrezioni anche a proposito di un possibile aumento dell’appannaggio del presidente. Cercando di leggere negli statuti federali, tuttavia, una Federazione non può per legge adottare in autodeterminazione una simile misura. Il rimborso spese del presidente resta quello stabilito dalla Legge Melandri di 36 mila euro lordi. E anche se da anni al Coni e trasversalmente fra le varie federazioni, si parla di mettere mano a questo aspetto, ad ora la situazione sembra invariata.
Insomma, prima di tornare a parlare di sport e in attesa di avere ad aprile il bilancio consuntivo del 2021 (quello sì, più importante!), sospendiamo il giudiziosu quello preventivo almeno finché non sarà concesso di leggerlo. Saràil Coni a decidere se firmarlo o respingerlo. Per ora lasciamo questa pagina con una domanda. E’ meglio un bilancio preventivo che sottostimi le entrate e metta la FCI di fronte alla necessità di aumentarle, oppure uno più tranquillizzante, che porti dritto al default?
Un po’ quello che è successo con il velodromo di Spresiano, mezza cattedrale nel deserto, per il quale è necessaria una riprogettazione che lo renda fruibile e a misura delle reali esigenze. E che soprattutto permetta di costruirlo con costi sostenibili.
Incontriamo Daniele Bennati al ritiro della nazionale di Bmx a Padova, di cui abbiamo avuto modo di raccontarvi. Tra una prova di partenza e l’altra riusciamo a “rubare” le prime parole e le prime sensazioni al neo cittì della nazionale. L’azzurro Daniele lo ha sempre indossato da corridore e con lo stesso orgoglio lo veste anche in questa nuova carica. Gli impegni in questi primi mesi sono stati molti, la maggior parte istituzionali. Lo avevamo lasciato nella sua casa ai piedi dell’Alpe di Poti con una lunga lista di nomi da contattare, vediamo cosa è successo nel frattempo.
In quei fogli davanti a lui, il lungo elenco di nomi suddivisi in base ai percorsi di europei e mondialiIn quei fogli davanti a lui, il lungo elenco di nomi suddivisi in base ai percorsi di europei e mondiali
Esordio a Laigueglia
«Queste prime settimane – ci dice subito Bennati – mi sono servite per conoscere il metodo di lavoro della Federazione, ci sono state tantissime riunioni. Ho iniziato a contattare dei corridori, quelli più rappresentativi per i prossimi impegni, ovvero europeo e mondiale. Abbiamo anche programmato, insieme agli altri tecnici, il calendario degli impegni per la stagione 2022 che vedrà il mio esordio in ammiraglia il 2 marzo al Trofeo Laigueglia».
Le emozioni sono tante e la voglia di iniziare gliela si legge negli occhi, anche attraverso le lenti degli occhiali da sole. Questo nuovo ruolo gli si sta cucendo addosso come un abito su misura, piano piano senza troppa fretta: serve essere meticolosi in tutti i dettagli.
Il Trofeo Laigueglia sarà la prima gara in ammiraglia per Bennati, qui Ciccone vittorioso nel 2020 in maglia azzurra Il Trofeo Laigueglia sarà la prima gara in ammiraglia per Bennati, qui Ciccone vittorioso nel 2020
Cosa vi siete detti nelle numerose riunioni fatte?
E’ subito emerso come il lavoro debba essere trasversale tra tutti noi tecnici (un esempio è questo primo coinvolgimento con la nazionale di Bmx, ndr). Deve esserci continua collaborazione, infatti, già al Laigueglia schiererò dei ragazzi che vengono da altre discipline come la pista o la Mtb.
Juri Zanotti, che già aveva fatto lo stage in Bardiani, potrebbe essere uno di loro?
Molto probabilmente lui sarà uno di quelli che farà il Laigueglia, non c’è ancora nulla di certo ma la sua volontà di continuare a fare strada è molto forte.
Per il Laigueglia hai già altri nomi?
L’idea di fare il calendario italiano è quella di dare la possibilità ai giovani diconfrontarsi con i pro’. Con Marino (Amadori, ndr) c’è già questa intesa e lui mi suggerirà i nomi dei ragazzi che vuole tenere sott’occhio, quest’anno però si complicano un po’ le cose…
Amadori, cittì degli U23, è una delle figure con cui Bennati si confronterà maggiormente nel corso della stagioneAmadori, cittì degli U23, è una delle figure con cui Bennati si confronterà maggiormente nel corso della stagione
In che senso?
Essendoci ben 13 squadre continental in Italia i ragazzi sono molti, inoltre non potrò convocare i corridori WorldTour o professional quando le squadre sono presenti all’evento. Il cerchio, di conseguenza, si stringe un bel po’ e mettere insieme le squadre non sarà facile. Poi con la questione covid non dico che le squadre danno malvolentieri i corridori, ma fino all’ultimo c’è sempre l’incognita di una convocazione last minute.
Invece, guardando dopo questo primo appuntamento?
Andremo subito a vedere il percorso dell’europeo a Monaco di Baviera. Non dovrebbe essere un tracciato complicato dal punto di vista altimetrico, le insidie saranno più dal punto di vista del tracciato visto che sarà un circuito cittadino.
Matteo Trentin, in maglia di campione europeo, sarà uno degli uomini chiave della nazionale di Bennati Matteo Trentin, in maglia di campione europeo, sarà uno degli uomini chiave della nazionale di Bennati
All’europeo arriviamo con quattro successi consecutivi.
Non sarà facile migliorarsi e neanche ripetersi (dice ridendo il cittì, ndr). Non voglio mettere le mani avanti, ma anche se non dovessimo vincere l’europeo non lo considererei un fallimento. Quel che voglio conquistare è il mondiale, che all’Italia manca da 14 anni.
Il percorso del mondiale lo hai già visto?
Ho dei video e delle riprese fatte molto bene, ora l’Australia ha riaperto ai viaggi e dovremmo andare a visionarlo tra la fine di aprile ed i primi di maggio.
Entrambi i percorsi saranno per velocisti…
Abbiamo i corridori a cui affidarci, Trentin è uno che sa fare tutto ed è un ottimo leader in corsa. Sa quando prendere in mano la situazione da capitano o da “aiutante”.
L’Italia arriva da quattro successi europei consecutivi, Colbrelli difenderà il titolo conquistato a Trento o punterà tutto sul mondiale? Colbrelli difenderà il titolo conquistato a Trento o punterà tutto sul mondiale?
Poi abbiamo il campione europeo in carica.
Colbrelli dopo il 2021 corso a quei livelli ha fatto vedere di essere un uomo importante e molto forte. L’europeo però è sempre un’incognita, se ci si concentra solo su quello poi si rischia di arrivare al mondiale non al cento per cento. La preparazione a questi eventi sarà da studiare molto attentamente.
Bisognerà vedere anche come si evolve la stagione
La cosa fondamentale è che la stagione vada bene dal punto di vista della salute. L’importante è che tutti i corridori di rilievo abbiano una stagione favorevole da questo punto di vista.
Acqua Dolomia e la Federazione Ciclistica Italianahanno definito un rilevante accordo di partnership triennale. Accordo finalizzato a riconoscere lo stesso marchio – noto come “l’acqua degli sportivi” – quale fornitore ufficiale di tutte le squadre nazionali, di qualsiasi disciplina.
L’intesa è stata ufficializzata presso la Sede di Cimolais dell’Ente Parco Naturale Regionale Dolomiti Friulane direttamente dal presidente della FCI Cordiano Dagnoni e dall’amministratore delegato di Sorgente Valcimoliana, Gilberto Zaina.
Erano presenti anche il team manager Roberto Amadio, i cittì Bennati e Villa ed il campione olimpico Jonathan Milan (tutti nella foto di apertura). C’erano inoltre Enzo Cainero, il presidente del Parco Naturale Regionale Dolomiti Friulane Antonio Carrara ed il Sindaco del comune di Cimolais Davide Protti.
Cordiano Dagnoni presidente della FCI e alla sua sinistra Gilberto Zaina Cordiano Dagnoni presidente della FCI con alla sua sinistra Gilberto Zaina
L’acqua degli sportivi
In virtù di questo accordo, Sorgente Valcimoliana srl, l’azienda che imbottiglia l’acqua oligominerale a marchio Dolomia, diventa ufficialmente fornitore ufficiale della Federazione Ciclistica Italiana. Un’acqua che sgorga proprio nel parco naturale Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane.
Ma la passione di Acqua Dolomia per il mondo del ciclismo parte da lontano, risale infatti al 2013 la prima sponsorizzazione per il Giro d’Italia e al 2016 quella per il Giro Rosa, senza dimenticare le numerosissime competizioni locali di tutte le discipline ciclistiche che hanno visto gli atleti in gara dissetarsi ed apprezzare le qualità del prodotto.
Come anticipato, Acqua Dolomia è soprannominata “l’acqua degli sportivi” perché, grazie alla particolare concentrazione di sali minerali buoni come calcio, magnesio, bicarbonato, risulta ideale per l’idratazione e per il mantenimento dell’equilibrio idrosalino di atleti impegnati in sport di resistenza e fatica.
Acqua Dolomia sarà così partner della Federazione per i prossimi tre anniAcqua Dolomia sarà così partner della Federazione per i prossimi tre anni
Un progetto condiviso
«Oggi è per noi una grande soddisfazione – ha dichiarato entusiasta Gilberto Zaina – poter essere al fianco della Federciclismo. Siamo orgogliosi di presenziare con il nostro prodotto per i prossimi tre anni alle più importanti competizioni nazionali ed internazionali del calendario ciclistico. Quest’accordo consentirà di farci conoscere in nuovi territori ed in nuove realtà. Ma soprattutto farà apprezzare l’alta qualità di Acqua Dolomia ad un numero molto elevato di atleti che ne potranno così constatare gli effetti benefici per l’organismo».
Acqua Dolomia sgorga ad una temperatura di 7-8 °C da una delle sorgenti più ricche d’acqua in EuropaAcqua Dolomia sgorga ad una temperatura di 7-8 °C
Passione concreta
Sorgente Valcimoliana è sorta dalla passione di persone che hanno creduto in un progetto condiviso. In questi anni, la passione si è trasformata – attraverso impegno, sacrificio e costanza e rispetto per l’ambiente – in una realtà aziendale solida e in crescita.
Oggi, i valori aziendali rispecchiano i principi originari dei soci fondatori, rappresentando lo spirito dell’intero team che opera all’interno dell’azienda. Ricerca continua e innovazione caratterizzano l’operato di Sorgente Valcimoliana, sempre fedele al mantenimento della propria identità volta a garantire l’assoluta qualità del prodotto, e con l’obiettivo di continuare a crescere sul mercato, sia in Italia che all’estero.
Quando un paio di giorni fa abbiamo raggiunto Marco Velo, stava guidando in autostrada alla volta di Padova. Glielo aveva chiesto Dino Salvoldi, per parlare ai ragazzi e i dirigenti della Sc Padovani juniores, nel programma di riorganizzazione della categoria. Appena due giorni prima, il bresciano era stato invece con Sangalli a Calpe assieme alla nazionale femminile. La sua missione è diffondere il verbo della crono, per far crescere una specialità in cui l’Italia eccelle grazie ai soliti giganti, ma che ha grosse lacune alla base.
«Per me è un mondo nuovo – racconta Marco, che nella foto di apertura è con De Marchi ai mondiali 2018 – ho sempre conosciuto il lato dei pro’, mentre ora devo confrontarmi con le altre categorie, dalle giovanili alle ragazze. Una nuova esperienza e anche una responsabilità. Dovrò ogni volta appoggiarmi ai tecnici di riferimento, ma mi pare che si sia creata la giusta collaborazione».
Il mondiale di Imola vinto con Ganna è un momento di svolta: Velo era con luiIl mondiale di Imola vinto con Ganna è un momento di svolta: Velo era con lui
Un settore da rifondare o da costruire?
Un settore su cui lavorare tanto e bene. Per scegliere atleti da portare in nazionale, servono anche dei risultati da valutare. E visto che il Giro U23 non pare abbia previsto la crono e lo stesso dovrebbe essere con il Lunigiana, la Federazione sta lavorando a quattro prove, come una volta il Bracciale del Cronoman, da far disputare a maggio, giugno, luglio e settembre. Correranno tutte le categorie, tranne probabilmente gli elite, che hanno altri momenti di verifica.
Da maggio a settembre, perché non prima?
Perché soprattutto quando si parla di juniores, c’è da considerare la scuola. Per cui prima della fine dell’anno scolastico ci sono quelli che studiano poco, che magari vanno già fortissimo, mentre altri che magari sono ugualmente forti o anche di più, che per allenarsi sul serio aspettano l’estate. Si devono valutare ad armi pari.
Francesca Barale ha dimostrato ottime qualità negli ultimi due anni da junior
Anche tra gli juniores abbiamo elementi interessanti: lui è Tommaso Bessega a Bruges
Francesca Barale ha dimostrato ottime qualità negli ultimi due anni da junior
Anche tra gli juniores abbiamo elementi interessanti: lui è Tommaso Bessega a Bruges
Tanta attenzione sui più giovani?
Vanno seguiti e coltivati. Salvoldi si è buttato anima e corpo nel nuovo incarico. Sta girando tutta l’Italia con i risultati dei test fatti sugli allievi e credo che farà davvero bene. E intanto bisogna far entrare nella testa dei ragazzi e dei loro tecnici che la bici da crono bisogna usarla, non solo il prenderla il giorno prima della gara. Come ho visto fare a ragazzi che vanno alle partenze addirittura con bici non loro.
L’esempio dei pro’ è trainante?
Il loro orientamento è di usare la bici da crono almeno due volte a settimana, nel giorno di scarico o al termine di una distanza. Hanno chiaro che è una specialità olimpica e che con le crono si vincono i Giri. Se anche ci fossero in ballo 30 secondi, potrebbero essere decisivi. E loro lavorando hanno dimostrato che non c’è solo Ganna. Affini è cresciuto e Sobrero ha vinto il campionato italiano e ha partecipato al Team Relay degli europei che abbiamo vinto e c’era anche sul podio dei mondiali.
Sobrero è la terza via italiana alla crono, assieme a Ganna e AffiniSobrero è la terza via italiana alla crono, assieme a Ganna e Affini
Vedi qualcun altro?
Ho in testa Baroncini, che ha fatto dei bei risultati, come il nono posto ai mondiali, magari senza averla preparata più di tanto e con materiali che potranno di certo essere migliorati.
Fra le donne?
In questo ritiro non c’erano tutte, ma Cavalli e Pirrone sono comunque due nomi da seguire. E siamo messi bene anche a livello juniores e under 23. Anche per loro vale la stessa regola: la bici va usata. Anche perché abbiamo davanti un calendario bello impegnativo, con europei, mondiali e i Giochi del Mediterraneo in Tunisia. Per questo sto frequentando molto i tecnici di categoria, anche se poi l’ultima parola sarà la mia.
A Bruges, Baroncini è arrivato al nono posto a 57″ dal vincitore, ma ha ancora ampi marginiA Bruges, Baroncini è arrivato 9° a 57″ dal vincitore: ha ampi margini
Immagini di fare un ritiro con gli specialisti?
Forse con i più giovani, difficile invece proporlo ai pro’, che hanno così tanti impegni. Però provare ad amalgamarli, come facemmo a Misano con Cassani, per provare il Team Relay è utile per non trovarsi disorganizzati nel giorno della gara. Le gare si vincono e si perdono per decimi di secondi, non si può trascurare alcun dettaglio.
In che modo affiancherete le squadre di club?
Saremo di supporto, tecnicamente e nella programmazione. Le squadre hanno i loro sponsor, comandano loro, ma se vedessimo bici non all’altezza, potremmo dare dei suggerimenti. Certi interventi sono più semplici con gli juniores, ma sappiamo che ci sono interessi anche lì.
Ti è cambiata la vita?
Non sono tanto più impegnato di prima quando seguivo Cassani, ma ho più responsabilità. So di poter contare su tecnici che conoscono benissimo gli atleti e so anche che non potrò fare tutto da me. Quando ai mondiali dovrò seguire ad esempio la ricognizione di Ganna, in cui ci sarà da prendere nota anche dei sassolini sull’asfalto, non potrò seguire anche le altre categorie. In quei casi ci saranno i tecnici, per quella politica di sinergie su cui stiamo puntando.
Velo proseguirà la sua collaborazione con RCS Sport, nell’arco della quale ha coperto molti ruoliVelo proseguirà la sua collaborazione con RCS Sport, nell’arco della quale ha coperto molti ruoli
Continuerai a collaborare con Rcs?
E’ un bel modo per stare a contatto con gli atleti, senza dover per questo prendere la macchina e raggiungerli alle varie corse.
Scirea collaborerà con te?
Scirea fa quello che fino allo scorso anno facevo io. E’ una figura importante, sono contento che ci sia. Ha esperienza nella gestione logistica e quando si va ai mondiali con uomini e donne di tre categorie, avere qualcuno che sa come fare, è veramente importante.
A tu per tu con Filippo Baroncini sulla cronometro. Quanto può e vuole investire su questa disciplina? Di certo numeri, risultati ed età sono dalla sua
ExtraGiro annulla tre gare, fra cui la Strade Bianche di Romagna. Il Giro d’Italia Ciclocross soffre per sovrapposizioni che negli ultimi due anni, fra Covid e compilazione dei calendari, non si erano verificate. Quel che si sta verificando è piuttosto chiaro, a dire il vero. Stanno venendo meno le garanzie offerte negli scorsi anni dal presidente Di Rocco agli organizzatori che a vario titolo poteva ritenere suoi fedeli. Gli amici di ExtraGiro nel 2020 hanno permesso al ciclismo di ripartire e all’UCI di salvare il mondiale cui Martigny aveva rinunciato per le limitazioni Covid. L’organizzazione di Fausto Scotti ha tenuto in piedi il ciclocross in una fase storica in cui nessuno organizzava gare. Nessuno dice che siano stati immuni da criticità. Sappiamo bene, ad esempio, che le società non fossero contente dei metodi di Scotti e che il Giro di Val d’Aosta non abbia mai digerito il grande apporto ricevuto dal Giro d’Italia U23.
Il Giro d’Onore si è svolto a Roma il 21 dicembre, per celebrare i successi del ciclismoIl Giro d’Onore si è svolto a Roma il 21 dicembre
La ristrutturazione
Così, come spesso accade quando in casa arriva il nuovo padrone, si è cominciato a fare ordine in quella che si è ritenuta una situazione da ristrutturare.
Il presidente Dagnoni ha messo mano con energia al settore delle nazionali, costruendo la struttura affidata a Roberto Amadio. Poi ha rimescolato i quadri tecnici, con un paio di passaggi che ancora destano qualche perplessità. Il primo è lo spostamento di Dino Salvoldi agli juniores, sebbene manchino appena tre anni alle Olimpiadi di Parigi alle quali il milanese stava lavorando da sette anni. Il secondo è l’allontanamento di Mario Valentini dal settore paralimpico (dopo il lavoro del tecnico umbro in campagna elettorale e le sue tante vittorie) per lasciare posto a Rino De Candido.
Come si disse a suo tempo e come non ci stancheremo mai di ripetere, il nuovo Presidente e il Consiglio federale possono fare ciò che ritengono più opportuno, ma sarebbe auspicabile che simili scelte non offrissero il fianco a troppe interpretazioni. Come quando mandarono a casa Cassani dalle Olimpiadi, lasciando però che a rimanere in Giappone fosse lo stesso Amadio. Roberto infatti ne ricalcava il ruolo, pur non avendo partecipato minimamente alla preparazione olimpica.
Il presidente Coni Malagò e Norma Gimondi, candidata con Martinello e ora vicepresidente Fci con DagnoniIl presidente Coni Malagò e Norma Gimondi, candidata con Martinello e ora vicepresidente Fci
La memoria corta
L’ultimo colpo di spugna s’è visto alGiro d’Onore, celebrazione di grande impatto dei successi federali che si è tenuto a Roma il 21 dicembre dopo l’edizione 2020 che si svolse online. Alla presenza dei campioni olimpici e degli iridati, di star dello spettacolo e di giornalisti, la Federazione ha messo in mostra i suoi gioielli.
Mancava Di Rocco, non invitato, la cui gestione ha prodotto quei successi. Chiamarlo avrebbe fugato quel senso di… dispetto che a volte si percepisce al solo sentirlo nominare.
La tentazione di cancellare il passato è ricorrente. Accadde anche quando il presidente Ceruti, scomparso prematuramente nel 2020, nel 1997 ritenne che Alfredo Martini avesse fatto il suo tempo e lo rimpiazzò. Fu una levata di scudi fra i suoi stessi fedelissimi a persuaderlo affinché mantenesse al glorioso toscano un ruolo di rappresentanza.
La sovrapposizione con la Adriatica Ionica Race di Argentin ha provocato la reazione di ExtraGiroLa sovrapposizione con la Adriatica Ionica Race di Argentin ha provocato la reazione di ExtraGiro
Sovrapposizioni e tensioni
L’annullamento delle tre gare di ExtraGiro dipende dalla sovrapposizione nel calendario con l’Adriatica Ionica Race. Soltanto il Tour de France negli anni è riuscito ad avere una posizione esclusiva nel calendario del ciclismo. Per cui, nonostante le Continental siano gli attori principali delle corse romagnole e di quella di Argentin, sarebbe ingenuo da parte degli organizzatori di Mordano pretendere di non avere alcuna sovrapposizione.
L’esigenza primaria tuttavia è trovare una conciliazione che permetta che si svolgano entrambe. Siamo già sottoposti a interferenze straniere, come quella del Tour de l’Avenir con le classiche italiane di agosto, almeno in casa nostra evitiamo di pestarci i piedi.
Dire che quella del ciclismo sia sempre stata una grande famiglia o la casa di tutti sarebbe piuttosto ipocrita: ha smesso di esserlo da tanto. Ogni gestione ha avuto i suoi favoriti e i suoi favoritismi. Ma visto che il momento è difficile per tutti, sarebbe corretto mettere l’attività al centro ed evitare che le… sistemazioni post elettorali danneggino lo sport. Questo, al netto delle simpatie e di ogni possibile ragionamento, non possiamo proprio permettercelo.
La vittoria di Dagnoni su Martinello è stata netta. Il campione olimpico di Atlanta tenta una prima analisi, ma i conti non gli tornano. Riprovarci? Forse no
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Alto, possente, potente, magari che viene dalla strada: l’identikit del ciclocrossista moderno. Il cittì Daniele Pontonilo ammette chiaramente: «E’ quello il profilo da ricercare».
La discussione entra subito nel vivo. Il tecnico friulano ha capito esattamente dove vogliamo andare a parare e non rinuncia a rilanciare la discussione. La sua passione diventa subito contagiosa.
Il cittì Pontoni ha le idee chiare per il futuro: bisogna aumentare chili e potenza e lavorare con i giovani (se non “giovanissimi“)Il cittì Pontoni ha le idee chiare per il futuro: bisogna aumentare chili e potenza e lavorare con i giovani (se non “giovanissimi“)
Daniele, dicevamo di questo profilo dal quale spiccano potenza e se possibile anche una certa stazza…
Esatto ed è quello che sto cercando. Un corridore potente e se ha anche tecnica è il massimo. Oggi chi riesce a fare più pedalate e a spingere rapporti più duri fa la differenza. E’ il cross moderno. La potenza paga e io sono alla ricerca di un profilo così. E se non lo trovo guardo ai più giovani.
Se non lo trovo…
Sperodi coinvolgere qualche professionista dalla strada con queste caratteristiche e se non lo troviamo, ripeto, dobbiamo essere bravi noi a ricercarli già tra gli esordienti e tra gli allievi. E’ lì che li dobbiamo pescare, ma soprattutto, chiaramente, formare.
Un po’ però viene da pensare: possibile che in Italia non abbiamo più il bestione da un metro e ottanta e 70 chili?
Eh pare proprio di no. Anche qui dobbiamo andare a vedere tra gli allievi. Avremmo Ettore Fabbro, che adesso è 1,78 metri, o Federica Venturelli, tra le ragazze. Comunque anche con profili più piccoli, come potevo essere io, si può lavorare e cercare di mettere su watt. Io a situazioni così non “davo del lei” e spingevo forte lo stesso.
Federica Venturelli (primo anno tra le juniores), agli ultimi campionati europei è arrivata sesta
Ettore Fabbro è addirittura un allievo. Lo scorso anno ha vinto il campionato italiano a Lecce tra gli esordienti
Federica Venturelli (primo anno tra le juniores), agli ultimi campionati europei è arrivata sesta
Ettore Fabbro è addirittura un allievo. Lo scorso anno ha vinto il campionato italiano a Lecce tra gli esordienti
La direzione da prendere è chiara insomma…
Vi dico questa, proprio l’altro giorno abbiamo fatto l’ordine a Castelli per le divise della nazionale. Bene, non abbiamo una L. Il nostro problema è che arriviamo solo alla taglia M! Può sembrare una battuta ma è così.
Prima, Daniele, hai parlato di professionisti della strada. Hai già qualche nome in mente?
Sì, ho mente dei nomi ma non li dico tutti. Però posso dire che uno di questi è Covi e già ne avete parlato! Ma poi penso anche ad altri ragazzi per i quali stravedo e che ricordo in azione: De Pretto,Verre e lo stesso Trentin. Ma anche Lorenzo Masciarelli: ecco lui potrebbe avere queste caratteristiche che dicevamo, ma bisogna dargli tempo per fargliele esprimere. Io spero possa crearsi un piano con la Federazione per lavorare e coinvolgere loro e anche i cronoman.
Esatto: potenza, sforzi di 45 minuti, un’ora “a blocco”. Per me un cronoman si adatterebbe bene al ciclocross, semmai nel fuoristrada ci sono da fare più cambi di ritmo, ma siamo lì.
Trentin e Ballerini, i profili che meglio rispondono alle ricerche di Pontoni. Ballerini aveva chiesto ad Aru info sul cross
Per il cittì si può attingere anche dalle crono. Magari non Ganna che è già impegnato in pista
Trentin e Ballerini, i profili che meglio rispondono alle ricerche di Pontoni. Ballerini aveva chiesto ad Aru info sul cross
Per il cittì si può attingere anche dalle crono. Magari non Ganna che è già impegnato in pista
Prima hai fatto dei nomi importanti, ma non dei super big della strada. Come mai? Sono quelli che non vuoi dire?
Quelli sono dei nomi, dei ragazzi, che piacciono a me. Ma lo dico più da tifoso, da appassionato che da tecnico. E quando li vedo fare certi numeri su strada sono contento. Per gli altri nomi non mi sembra neanche carino farne, diciamo così.
Beh, allora se non fai tu dei nomi, te ne gettiamo noi alcuni sul piatto. Partiamo da Trentin che il cross l’ha anche fatto, ma pensiamo anche ad un Guarnieri, ad un Oss (entrambi nella foto di apertura), ad un Ballerini… Gente appunto di grande potenza e una certa “stazza”…
Come profili sarebbero perfetti, ma forse è un po’ tardi. Faccio fatica, per esempio, ad immaginare un Oss alle prese con la tecnica di guida. Tra loro direi Trentin perché viene da questa specialità. Ohi, poi magari sono interessati e io mi sbaglio sul discorso della tecnica. Me lo auguro! La verità è che dobbiamo confrontarci poi con tanti soggetti: squadre, preparatori e procuratori… Sarebbe bello che scoppiasse la scintilla del cross.
Chiaro, se c’è interesse anche il corridore è motivato e le squadre non ti danno gli atleti perché “devono”, ma perché vogliono…
Che dire, sicuramente ci proveremo. Tanto più di un “no”, non possono dirci! Tutto ciò è nei miei sogni, nei miei pensieri, nella mia volontà. Ma ci penseremo non appena è finita questa stagione, anche se in realtà già abbiamo iniziato a pensare alla prossima, tanto che vorrei essere concentrato molto di più sul presente. Questi 40 giorni sono i più importanti, tra le gare di coppa, il campionato italiano e il mondiale. Si restringono i tempi e anche i tempi delle scelte.
Ed ecco infine un approfondimento sul programma di Fabio Perego, quarto candidato alla Presidenza Fci. Argomenti concreti. Buon senso. Taglio degli sprechi
Ormai lo ripetiamo da tempo, se si è giovani soprattutto se juniores o under 23, trovare una squadra è sempre più difficile. O i ragazzi sono già dei veri campioncini o la situazione si fa nettamente complicata.
Vuoi una certa crisi (dovuta anche al Covid), vuoi il sistema fiscale che non agevola la nascita di nuove società, vuoi la sicurezza sulle strade… il risultato è che le squadre dove potersi tesserare sono sempre di meno. E sono sempre di meno, per non dire quasi del tutto assenti, dalla Toscana, Umbria in giù.
In questo quadro il rischio di perdere dei ragazzi, ancor prima che dei potenziali campioni, diventa sempre maggiore.
Noi ci siamo chiesti cosa può fare la Federazione in soccorso di quei ragazzi che restano “a piedi”. Abbiamo visto che la Federciclismo si è mossa, per esempio, per trovare un team all’iridato di Roubaix,Liam Bertazzo, ma con i ragazzi?
Manuel Oioli (a sinistra) e Alberto Bruttomesso (a destra) al Lunigiana, gara che si corre con i comitati regionaliManuel Oioli (a sinistra) e Alberto Bruttomesso (a destra) al Lunigiana, gara che si corre con i comitati regionali
Parola a Cazzaniga
Non si potrebbe ipotizzare che ogni comitato regionale faccia una sua squadra, così da raccogliere eventuali “senza contratto”?
«Così mi ritirate la volata – parte in tromba e in modo appassionato Ruggero Cazzaniga, vicepresidente della FCI – ho fatto inserire questa proposta nelle norme attuative già l’anno scorso».
«Il tesseramento individuale non si può fare, serve una società. Con questa norma (la 31.0 del regolamento dilettanti 2021, ndr) i presidenti regionali, o chi per essi, potevano creare una società, tra virgolette, fittizia. Fare quindi loro stessi un’affiliazione e consentire così il tesseramento dei vari ragazzi in cerca di una squadra».
«Il problema è che purtroppo gli stessi comitati regionali hanno snobbato questa proposta mettendo come scusanti eventuali problemi che potevano dare i ragazzi, non essendo seguiti in maniera diretta, piuttosto che esaltare le opportunità di questa iniziativa».
L’articolo (31.0) fortemente caldeggiato da Cazzaniga inserito nelle Norme Attuative Dilettanti 2021L’articolo (31.0) fortemente caldeggiato da Cazzaniga inserito nelle Norme Attuative Dilettanti 2021
Obiettivo promozione
Cazzaniga rilancia poi l’argomento. Secondo lui non si tratta solo di trovare squadre ai ragazzi, bensì di fare promozione.
«Il ruolo di una federazione non è solo quello di vincere più medaglie – riprende Cazzaniga – cosa comunque importante chiaramente, ma è quello di poter mettere in condizionei ragazzi di avvicinarsi a questo sport. Faccio un esempio: a maggio c’è il Giro d’Italia, io a giugno devo essere in grado di poter tesserare i ragazzi che si appassionano vedendo la corsa rosa insieme al papà. Ma oggi nessuna società tessera un ragazzo che parte da zero, o quasi, a giugno. E neanche posso biasimarle più di tanto visto che nella maggior parte dei casi non navigano in buone acque economiche e che ci sono comunque dei costi da sostenere.
«E non dobbiamo pensare solo agli juniores o agli under che sono “pochi” e quantificabili, ma dobbiamo pensare anche a esordienti, allievi e ai ragazzi che potrebbero essere tesserati. Ai ragazzi del paese: credo che tra pista, strada, bmx, mtb… qualcosa si possa trovare».
«Per questo l’idea delle squadre dei comitati regionali per me era, ed è, vincente. È una soluzione praticamente a costo zero. Chi non riesce a trovare squadra quasi certamente possiede una sua bicicletta, la Federazione, in questo caso i comitati regionali non hanno problemi a fare un’affiliazione e a tesserare un corridore, si tratta solo di fornire ai ragazzi una maglia. Se poi ci sono problemi per tirare fuori 10 maglie allora c’è qualcosa che non va in quel comitato regionale stesso.
«Fosse per me – aggiunge Cazzaniga – questa “iniziativa” di tesseramento la farei anche a livello centrale, nazionale».
La #inEmiliaRomagna vagamente ricorda questo progetto di aiuto da parte dei CCRR, ma resta un team “normale”La #inEmiliaRomagna vagamente ricorda questo progetto di aiuto da parte dei CCRR, ma resta un team “normale”
Opportunità per tutti
Chiaramente tesserarsi in questo modo è una sorta di ancora di salvataggio, ne siamo consapevoli, però meglio un salvagente che non tentare per nulla. Che non poter inseguire i propri sogni.
«Un ragazzo o una ragazza andrebbero alle corse con i propri genitori – dice Cazzaniga – vestendo la maglia del rispettivo comitato. In questo modo avrebbero comunque la possibilità di giocarsi le loro carte.
«Secondo il regolamento della delibera che presentai potrebbero fare le gare regionali, non quelle nazionali per le quali servono almeno team composti da quattro componenti. Correrebbero in regione chiaramente se c’è una gara nel loro comitato, ma possono anche spostarsi in altre regioni. Penso magari al Sud. In questo modo ragazze e ragazzi hanno comunque l’opportunità, di seguire il loro sogno. E se un team fosse interessato a loro… sarebbero liberi di andare».