Due ottobre, riparte il Giro d’Italia di ciclocross

12.09.2022
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Meno di un mese e sarà di nuovo Giro d’Italia di ciclocross, aprendo di fatto la stagione sui prati. Il circuito più antico del calendario riapre i battenti, proponendo sei tappe. L’ex cittì della nazionale Fausto Scotti già scalpita per rimettersi in moto e girare l’Italia con il suo staff per dare supporto alle varie società che hanno aderito al suo invito, accettando di entrare nella challenge.

A dire il vero però le gare saranno anche di più: ce ne sono infatti due a fine stagione, che pur non facendo parte direttamente del circuito, sono ad esso consociate. A spiegare l’arcano è lo stesso Scotti.

«Noi abbiamo strutturato il circuito sulle modalità dello scorso anno, quindi si parte il 2 ottobre, con 4 tappe nello stesso mese, poi un’altra a novembre e chiusura la domenica prima di Natale. Ci saranno poi due altre gare da noi allestite, il 23 dicembre a San Marco in Lamis (FG) con il Campionato Intersolidale e l’8 gennaio, il tradizionale Memorial dedicato a mio padre a Roma. Non varranno per la classifica, ma saranno comunque gare nazionali».

Fausto Scotti, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Gallipoli
Fausto Scotti, ex cittì azzurro, rilancia il Giro d’Italia di ciclocross e prepara altri due appuntamenti
Fausto Scotti, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Gallipoli
Fausto Scotti, ex cittì azzurro, rilancia il Giro d’Italia di ciclocross e prepara altri due appuntamenti
La prima cosa che salta agli occhi, guardando il calendario italiano, è il gran numero di gare. Si era detto che l’abbondanza dipendeva dalla scelta di venire incontro agli organizzatori in tempo di Covid, ma ora l’emergenza è passata…

E’ vero, ma queste sono scelte della Federazione nelle quali non vogliamo entrare, perché non è compito nostro. Noi abbiamo fatto le richieste per rinnovare il circuito e sono state accettate, anzi dirò di più. Inizialmente avevamo pensato di tirarci indietro e investire maggiormente nell’attività giovanile su strada, convinti che nel ciclocross avessimo ormai fatto il nostro tempo, ma dalla Fci ci è arrivata l’espressa richiesta di andare avanti e non cancellare un patrimonio del movimento. Resta il fatto che per fare una gara nazionale (e internazionale ancor di più) bisogna corrispondere a una serie di criteri, ma non siamo da questo punto di vista molto tranquilli.

Il calendario del GIC 2022

Il Giro d’Italia di Ciclocross si compone di 6 tappe, con l’Asd Romano Scotti a supporto delle società organizzatrici salvo che nell’ultima tappa allestita in proprio. Queste le date.

DataLocalitàOrganizzazione
2 ottobreCorridonia (MC)Bike Italia Tour
9 ottobreOsoppo (UD)Jam’s Bike Buja
16 ottobreS.Elpidio a Mare (FM)O.P.Bike Asd
30 ottobreFollonica (GR)Free Bike Follonichese
13 novembreFerentino (FR)Mtb Ferentino Bikers
18 dicembreGallipoli (LE)Asd Romano Scotti
Il circuito però è concentrato quasi interamente nella parte iniziale della stagione, non è uno svantaggio?

Dipende. Trovare spazi in un calendario così ricco non era facile soprattutto se si vogliono evitare concomitanze. La terza tappa, ad esempio, sarà concomitante con una gara nazionale a Cremona, la quarta con la prova internazionale di Brugherio e questo influirà sulla partecipazione, ma non si poteva fare altrimenti. In alcuni casi abbiamo anche provato a conciliare le nostre esigenze con quelle di altre gare, la prova di Ferentino infatti potrebbe essere anticipata al sabato per consentire ai partecipanti di raggiungere di sera Bisceglie e gareggiare il giorno dopo al Mediterranea Cross.

Le vostre gare hanno sempre avuto grandi numeri di partecipazione: che riscontri state avendo dalle società?

L’attesa è enorme e proprio il fatto che buona parte della challenge sarà a ottobre dovrebbe portare nelle nostre gare tutto il meglio del panorama italiano. Di fatto saremo il cammino introduttivo alla stagione internazionale e agli europei di novembre. Noi abbiamo avuto sempre almeno 400-500 partecipanti con punte di 800 e sarà così anche quest’anno.

Sei gare sono secondo te il numero giusto?

Diciamo che una challenge può avere dalle 6 alle 8 gare. Se avessimo dovuto accettare tutte le richieste che abbiamo avuto, sarebbero state molte di più. Abbiamo avuto proposte da ogni parte d’Italia, anche da Sardegna e Sicilia, ma alla fine abbiamo dovuto privilegiare chi era già stato con noi, chi ha una struttura consolidata e, va sottolineato, ha anche investito negli anni scorsi nella nostra creatura. Qualcuno l’ha presa male, non lo nego, ma con un calendario così ricco non potevamo fare altrimenti.

Quindi vi aspettate al via tutti i migliori…

Io ho mantenuto i contatti con tutti, dopo anni alla guida della nazionale si sono ormai formati legami forti. Molti mi vedono come un fratello maggiore. So che verranno in tanti, anche Luca Braidot (bronzo ai mondiali di Mtb, ndr) mi ha detto che vorrebbe quest’anno fare più ciclocross per preparare il 2023 e conta di esserci. Il problema è vedere chi ci sarà realmente. Temo infatti che come sempre la strada fagociterà molto talenti, soprattutto fra giovani e donne elite, chi riuscirà a resistere alle pressioni dei team e fare attività invernale?

Tornando alle origini del Giro d’Italia, quant’è cambiato da allora il movimento?

Tantissimo, i numeri sono notevolmente aumentati e soprattutto sono coinvolti grandi team al nostro fianco, ma vorrei sottolineare anche l’apporto che da quest’anno avremo con l’Iris, azienda di primissimo piano nel campo del rinnovamento ecologico. D’altronde ci sono i numeri a testimoniare il valore del Giro, come le oltre 417 mila visualizzazioni dei video sulla pagina Facebook, i 331 team accreditati nella scorsa edizione per un totale di 4.044 presenze. Hanno ragione in Fci, è un patrimonio che non si può disperdere.

Gravel 2021

Caos Gravel, sulla normativa c’è molto da chiarire

14.01.2022
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La repentina affermazione del gravel sta creando non pochi movimenti in Federazione. Alla vigilia di quella che dovrebbe essere la prima vera stagione agonistica strutturata attraverso un calendario, ci sono alcuni aspetti ancora nebulosi, sulle attribuzioni delle competenze ma anche, anzi soprattutto, sulla struttura stessa dell’attività, figlie di un regolamento internazionale che l’Uci ha realizzato, probabilmente in fretta, lasciando aperta la porta ad interpretazioni, il che significa che le strade possono essere diverse da Paese a Paese.

Andiamo per ordine e partiamo dalla responsabilità tecnica. Inizialmente (quando ancora era in fase di costruzione tutto il settore federale che ha visto numerosi cambi, in primis quello di Bennati chiamato alla guida della strada) era previsto che l’ex cittì del ciclocross Fausto Scotti assumesse l’incarico di gestore dei settori gravel, endurance ed E-bike. Alla resa dei conti, mentre questi ultimi due sono andati al tecnico romano, il gravel è stato accorpato al ciclocross e affidato a Daniele Pontoni.

Martinelli Serenissima 2021
Davide Martinelli alla Serenissima Gravel: la gara di Pozzato era a invito e aperta agli elite di ogni disciplina
Martinelli Serenissima 2021
Martinelli alla Serenissima Gravel: la gara di Pozzato era a invito e aperta agli elite di ogni disciplina

Una normativa lacunosa

Scotti intanto aveva messo mano alla normativa gravel, provando a sviluppare una serie di punti per la gestione dell’attività; d’altronde senza un documento specifico di base che regolamenti l’organizzazione, ogni disciplina non può esistere. Il suo lavoro e i suoi contatti con la Federazione sono stati rallentati dal Covid, che il tecnico romano ha preso in maniera forte, passando le feste natalizie in ospedale e dal quale solo ora si sta riprendendo.

In Fci però non erano rimasti a guardare e la Commissione Fuoristrada guidata da Massimo Ghirotto aveva già redatto una normativa, mutuata direttamente da quella Uci. Normativa che da una parte specifica in maniera molto dettagliata modalità di partecipazione agli eventi da parte dei corridori, divisione delle categorie e via discorrendo. Dall’altra è ancora piuttosto lacunosa su come un evento di gravel debba essere organizzato.

«E’ proprio questo l’aspetto sul quale ho lavorato – specifica Scotti, che appena ripresosi ha in programma di affrontare il tema con i vertici federali – serve una normativa attuativa che non guardi solamente all’agonismo. Non deve essere solo a uso e consumo dei praticanti. Gli organizzatori devono avere un quadro chiaro di come si organizza un evento. Non basta dire che la distanza deve essere fra 50 e 200 chilometri e che l’asfalto non deve superare il 20 per cento del totale».

Scotti Giro d'Italia CC 2021
Scotti, ex cittì del ciclocross, ora responsabile tecnico per endurance ed E-bike
Scotti Giro d'Italia CC 2021
Scotti, ex cittì del ciclocross, ora responsabile tecnico per endurance ed E-bike

La costruzione dei percorsi

Che cosa manca quindi? «Il gravel – prosegue Scotti – è qualcosa di differente sia dalla strada che dal cross country di Mtb: fare un percorso in linea su quelle distanze è molto complicato, significa che devi transitare per più comuni, su strade spesso private dovendo chiedere permessi; inoltre la normativa vigente impone paletti severi, come l’evitare prati, ridurre al minimo i single track, ecc. Il problema principale è il controllo di un tracciato di gara prevedendo velocità maggiori a quelle della Mtb e una marea di incroci. Per certi versi è più facile allestire un circuito, anche di 40-60 chilometri, più gestibile. Senza dimenticare poi che il gravel non è solo agonismo, dobbiamo pensare alla gestione di un movimento legato molto all’escursionismo. Ne parlerò al più presto in federazione».

Ghirotto perentorio

La normativa però c’è già e non si tocca, su questo Ghirotto è stato perentorio. Era fondamentale sentire anche la sua voce e il responsabile della commissione fuoristrada tiene a specificare come il lavoro di redazione della stessa normativa vada inquadrato in un discorso più ampio che coinvolge tutto l’offroad.

«Noi dobbiamo uniformarci ai regolamenti internazionali – dice – ma questo non vale solamente per il gravel ma per tutte le discipline. E’ un lavoro grande ma necessario perché nel corso degli anni le cose sono cambiate in ogni specialità e spesso siamo rimasti indietro. Sul gravel l’Uci sta procedendo velocemente, prima ad esempio si parlava di bicicletta gravel, ora la filosofia è diversa perché bisogna contemplare il territorio, i percorsi di gara».

Ghirotto Serenissima 2021
La nazionale offroad alla Serenissima 2021: con Ghirotto da sinistra il cittì Celestino, Luca e Daniele Braidot, Luca Cibrario e Jakob Dorigoni
Ghirotto Serenissima 2021
La nazionale offroad alla Serenissima 2021: con Ghirotto da sinistra il cittì Celestino, Luca e Daniele Braidot

L’evoluzione del gravel

«In commissione ne abbiamo parlato – riprende Ghirotto – perché definire una gara gravel non è semplice. Qui ad esempio dobbiamo pensare a percorsi prevalentemente ghiaiosi, ma senza trasformarli in qualcosa tipo Strade Bianche perché allora rientriamo nel ciclismo su strada. Poi c’è l’aspetto della partecipazione, pensare a modulare le gare in maniera diversa in base alle categorie (per i più giovani non si possono prevedere le stesse distanze dei grandi) e considerare anche le disposizioni da dare sul comportamento dei partecipanti. C’è tanto da fare, ci rendiamo conto anche noi che la normativa internazionale va ancora perfezionata».

Torna a galla il problema delle distanze, che a lungo ha caratterizzato anche il mondo delle gran fondo di Mtb, esponendo l’Uci a critiche senza che si trovasse una definizione chiara.

«Il regolamento dice che l’asfalto non deve superare il 20 per cento, il che significa che dovrebbero essere costruiti percorsi fuoristrada per l’80 per cento, ma dove li trovi? Forse si può pensare a superare il 50 per cento… Un altro discorso è legato al cambio ruote che fino al 2021 non era possibile. Noi abbiamo mutuato l’esperienza della Mtb e previsto aree tecniche dove poter provvedere. Come detto, è un discorso in evoluzione legato a una disciplina che si sta affermando a una velocità impressionante».

Gravel escursione
L’affermazione del gravel passa principalmente per l’escursionismo (foto Duncan Philpott/Redbull)
Gravel escursione
Ad ora il gravel passa per l’escursionismo (foto Duncan Philpott/Redbull)

La Serenissima Gravel

Un grande peso, anche per verificare sul campo tutto quel che va fatto, lo ha avuto l’esperienza della Serenissima Gravel allestita da Filippo Pozzato.

«E’ stato indubbiamente un bel test – sottolinea Ghirotto – in quel caso ad esempio tutti hanno parlato di gara professionistica, ma non era così. Era una prova elite a invito, tanto è vero che hanno partecipato anche atleti di Mtb come i fratelli Braidot. Noi abbiamo stabilito delle linee guida alle quali gli organizzatori dovranno attenersi e sulla base delle quali verrà sviluppato il calendario della nuova stagione».

Effettivamente molto c’è da fare per un settore ancora in piena evoluzione. Il gravel, dal punto di vista agonistico, può essere un punto d’incontro fra specialisti della strada e della Mtb, ma molti addetti ai lavori sono convinti che a breve termine diventerà una disciplina a sé stante, con propri protagonisti, senza però dimenticare che il ciclismo moderno è fatto anche da gente come Van Der Poel o Pidcock che svaria indifferentemente da una bici all’altra. Questi però sono fattori successivi alla necessità di una regolamentazione chiara e completa, un traguardo che appare ancora lontano.

Ferentino 2021

Giro d’Italia, per Pavan una vittoria di costanza

01.01.2022
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Contrariamente agli anni scorsi, il Giro d’Italia di ciclocross ha chiuso i battenti senza attendere lo scavallamento dell’anno. A Ferentino (FR) su un percorso completamente nuovo ricavato nel campo di D&D Infissi, la challenge ha chiuso i battenti senza il suo mentore. Fausto Scotti infatti, per la prima volta dopo anni ha dovuto rinunciare alla presenza non magari per una concomitanza internazionale come gli accadeva ai tempi della sua milizia nel settore tecnico azzurro, ma per ragioni ben più gravi.

Dalla sera di Natale infatti il tecnico romano è in ospedale, uno dei tanti alle prese con il Covid in maniera forte. Dal suo letto Fausto non ha mancato di seguire le vicende dell’ultima tappa e di rimanere vicino alla sua creatura. Dall’altra parte il pensiero nei suoi confronti non è mancato, convogliato in un augurio generale di pronta guarigione.

Loconsolo Ferentino 2021
Loconsolo all’arrivo, battendo uno sconsolato Folcarelli che ha visto svanire la maglia rosa
Loconsolo Ferentino 2021
Loconsolo all’arrivo, battendo uno sconsolato Folcarelli che ha visto svanire la maglia rosa

Arriva un vincitore a sorpresa

I campionati italiani si avvicinano e gare come quella di Ferentino servivano ad alcuni per avere un segnale in vista della rassegna tricolore. Almeno per quelli che non seguono l’attività internazionale come accade ad esempio per i team di Guerciotti e Bramati. Ecco quindi che la gara open ha premiato un vincitore completamente inatteso, l’U23 Ettore Loconsolo (Team Fractor) autore di una prova maiuscola che ha fatto andare di traverso la fine dell’anno ad Antonio Folcarelli, che sui prati di casa puntava a ribaltare in extremis la situazione di classifica. Il secondo posto infatti non gli è bastato per superare Cristian Cominelli, che ancora una volta in base alla sua costanza di rendimento ha portato a casa la maglia rosa.

Terzo assoluto a Ferentino è risultato Marco Pavan, il portacolori della DP66 Giant Smp che da questo punto di vista è come Cominelli, un autentico orologio: «Dopo che ho conquistato la maglia bianca nella tappa di Follonica, con il team abbiamo deciso di fare del Giro il mio obiettivo stagionale, rinunciare a qualche trasferta estera non è stato un sacrificio, era qui che dovevo e volevo emergere».

Pavan Ferentino 2021
Marco Pavan, torinese tesserato per la DP66 Giant Smp, 2° ai Tricolori 2021
Pavan Ferentino 2021
Marco Pavan, torinese tesserato per la DP66 Giant Smp, 2° ai Tricolori 2021

All’insegna della multidisciplina

Pavan, torinese di stanza in Friuli, è un esponente di quella nuova generazione che ama la multidisciplina. «Ho iniziato presto ad andare in bici – racconta e da allievo a concentrarmi sul ciclocross. Lì ho avuto una parabola finora sempre in crescita, ma oltre ad esso mi dedico anche a Mtb e strada. Pratico forse più la prima, ma nell’ultimo anno ho aumentato le mie presenze su strada dove, sprint a parte, vedo che riesco a fare bene su molti percorsi, come un classico passista-scalatore. Per me comunque le altre discipline sono sempre propedeutiche per il ciclocross».

La maglia bianca, frutto soprattutto delle presenze sul podio di Follonica, Gallipoli e Ferentino, è il giusto viatico verso i tricolori dove Pavan, secondo lo scorso anno, vorrebbe provare a salire di un gradino, anche se nelle dichiarazioni preferisce volare basso: «Mi piacerebbe riconfermare il podio ma il livello si è alzato, non solo con i nuovi innesti dagli juniores dello scorso anno. So che sarà difficile, ma ce la metterò tutta. Una maglia azzurra in caso di vittoria? Pontoni è stato chiaro, i posti a disposizione per i Mondiali sono pochissimi, non mi faccio grandi illusioni».

Pavan Gallipoli 2021
Pavan in azione a Gallipoli. La strada potrebbe essere però il suo sbocco (foto Luca Carluccio)
Pavan Gallipoli 2021
Pavan in azione a Gallipoli. La strada potrebbe essere però il suo sbocco (foto Luca Carluccio)

Tappa a Bulleri, Casasola in rosa

Loconsolo è solo l’ultimo arrivato di una categoria che già prima dell’inizio della stagione era giudicata molto promettente: «Ho preferito attaccare prima della curva finale per evitare la volata, sapevo che imboccandola in testa avrei potuto vincere. Questa vittoria è dedicata a Paolo Alberati, che mi ha preso sotto la sua ala dalla scorsa estate e i risultati si stanno vedendo».

L’esito della gara femminile può suonare come una sorpresa, con l’elbana Bulleri capace di dare scacco matto a Sara Casasola, contenta comunque per aver messo in bacheca un’altra challenge dopo il Master Cross: «Volevo arrivare alla fine dell’anno nella forma migliore, perché coincide con l’appuntamento tricolore e questa vittoria dice che l’obiettivo è stato raggiunto, posso guardare ai campionati italiani con più fiducia».

Paletti Ferentino 2021
Paletti secondo a Ferentino ma primo nella generale, un trionfo dedicato al padre ex pro’
Paletti Ferentino 2021
Secondo a Ferentino e primo nella generale, Paletti dedica il trionfo al padre

Paletti ci ha preso gusto

E’ tradizione ormai che la categoria più lottata e in grado di catalizzare l’attenzione sia soprattutto quella junior maschile e l’ultima tappa è stata un vero thrilling, con tre atleti (Ivan Carrer, Simone Vari, Luca Paletti) quasi appaiati, il che significava che chi arrivava prima a Ferentino avrebbe vinto.

Carrer ha giocato in difesa contro uno scatenato Paletti, alla fine ne ha approfittato Filippo Borello, vincitore di tappa ma estraneo alla grande sfida che alla fine ha premiato Paletti, capace di collezionare challenge in extremis come aveva fatto pochi giorni prima al Master Cross: «Mio padre si è commosso vedendo che ce l’avevo fatta. Lui per me è allenatore, psicologo, supporter e soprattutto padre, nessuna vittoria può essere condivisa più di così».

Bielli, da Scotti a Pontoni e in mezzo… il ciclismo indoor

04.11.2021
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Billo, al secolo Luigi Bielli da Siena ma di padre abruzzese, che lavorò sul set del film su Bartali e spiegò a Favino cosa sia un ciclista (foto di apertura), è passato dall’essere collaboratore di Fausto Scotti, con cui lavorava dal 2005, allo stesso ruolo con Daniele Pontoni. Eppure, quando l’altro giorno all’annuncio dei nuovi tecnici è stato detto che è anche il tecnico azzurro del ciclismo indoor, più di qualcuno è saltato dalla sedia. Un po’ perché forse non tutti sanno cosa sia il ciclismo indoor e poi perché probabilmente si ignora che l’Italia ha addirittura una nazionale.

«Ma io in realtà il ciclismo indoor ce l’avevo già – ride Billo – solo che questa volta se ne è parlato in pubblico con l’idea di valorizzarlo. Sono discipline molto popolari nel Nord Europa, fra Svizzera, Austria, Germania, Ungheria. Da noi non sono mai decollate, perché le abbiamo sempre considerate di nicchia. Lassù invece, con inverni molto freddi, si fanno solo gli sport al chiuso e allora si ritrovano con tanto pubblico per le esibizioni di ciclismo artistico e le partite di ciclopalla. Domenica scorsa si sono fatti i mondiali a Stoccarda…».

Chi sono gli italiani di queste specialità?

Ragazzi e ragazze nati all’estero, che hanno doppio passaporto e che finalmente possono indossare la maglia azzurra. Il primo si chiama Marco Gaggio, che ha cominciato nel 2012 a Dusseldorf e adesso fa il tecnico. Lui per vestire l’azzurro le prime volte usava una maglia della nazionale di calcio con lo scudetto. Poi ci sono le sorelle Zubner di Berlino, che fanno il doppio con evoluzioni anche pericolose. E poi una ragazza giovane di 19 anni che si chiama Magdalena Yukiko Muller, che ha partecipato ai mondiali. Vengono a fare la visita di idoneità a Bressanone e gareggiano come atleti azzurri.

In cosa consistono le gare?

Il ciclopalla sono delle partite con gironi, l’artistico sono gare singole o con più atleti. In cinque minuti devono fare 30 esercizi con coefficienti di difficoltà dichiarati, con penalità nel caso commettano errori o non completino il programma. Agli europei di Glasgow in cui si disputeranno tutte le discipline del ciclismo, ci saremo anche noi.

Come fai col ciclocross?

Per fortuna Pontoni ha potuto essere sui campi di gara e io sono rientrato appena finiti i mondiali. 

Scotti Bielli
Una foto dai mondiali di cross 2016 a Pont Chateau: a sinistra il cittì Scotti e a destra Bielli
Scotti Bielli
Una foto dai mondiali di cross 2016 a Pont Chateau: a sinistra il cittì Scotti e a destra Bielli
Come è stato il passaggio da Scotti a Pontoni?

Daniele è una cima, è avanti a tutti. Programma ogni cosa. Magari è ancora nella fase in cui prende le misure, ma non gli sfugge niente. Agli atleti parla molto chiaramente delle sue scelte. Da una parte li motiva, dall’altra prima delle gare di osservazione gli spiega chiaramente che cosa si aspetta perché possano essere convocati. Glielo dice in faccia, nessun segreto o sorprese successive. Sta attento ai particolari…

Ad esempio?

Se in gara si scolla il tubolare, forse il corridore non è stato abbastanza attento alla bici. Perché è vero che quella è responsabilità del meccanico, ma un corridore che punta a fare bene a certi livelli deve controllare tutto, baciare la bici, ispezionarla millimetro per millimetro. Un conto è la foratura, altro la gomma che si stacca.

Come avete preparato gli europei?

Siamo andati a Col du Vam per vedere la logistica e per studiare i percorsi. Poi siamo tornati e abbiamo riferito alle squadre e agli atleti quali potrebbero essere le condizioni in caso di freddo e vento laterale e quanto siano dure le salite. Hanno avuto tre settimane di tempo per farsi trovare pronti. E in base ai risultati si è fatta la scelta. La maglia azzurra è per pochi selezionati e vincenti, la nostra nazionale deve tornare in alto.

«Pontoni ha un bellissimo rapporto con gli alteti – dice Bielli – parla molto chiaro con tutti»
«Pontoni ha un bellissimo rapporto con gli alteti – dice Bielli – parla molto chiaro con tutti»
Abbiamo buone chance?

Abbiamo tanti atleti di ottimo livello, su tutte Gaia Realini, che ha la sfortuna di trovarsi davanti un muro come la Vas, che è pure giovanissima.

Vedi continuità tra il lavoro di Scotti e quello di Pontoni?

Direi di sì. A parte gli junior di primo anno che arrivano alla nazionale per la prima volta, il resto del gruppo è composto dalla nazionale di Fausto, da Bertolini a Dorigoni, passando per Lucia Bramati e Filippo Fontana. I due hanno anche collaborato di recente.

Nel fare cosa?

Scotti organizza il Giro d’Italia Ciclocross e Daniele gli ha chiesto di fare qualche modifica ai percorsi per poter valutare meglio gli atleti degli europei e lui l’ha assecondato. Fausto l’hanno attaccato, ma è stato un bravo tecnico. Bravissimo per organizzare le trasferte, poi può aver commesso dei piccoli errori. Ma non è facile. Si lavora per il bene dei ragazzi e nessuno di noi è infallibile.

Giro CC 2021

Giro d’Italia di ciclocross, facciamo un po’ di chiarezza

13.09.2021
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Non avendo più sulle spalle la carica di cittì del ciclocross, Fausto Scotti sta concentrando le sue attenzioni sul Giro d’Italia, il principale circuito di gare nazionali dell’attività sui prati. «Mi sono preso un po’ di riposo – racconta il dirigente romano, rimasto in seno alla Fci per occuparsi di Gravel, Endurance ed E-bike (e tra poco ci saranno grandi novità all’orizzonte) – credo di essermelo meritato dopo tanti anni di militanza, ma il lavoro sulla challenge è tanto e soprattutto le decisioni da prendere».

Nelle scorse settimane erano girate molte voci sulla nuova edizione del circuito. Si parlava di un numero esagerato di gare e di molto malcontento nell’ambiente perché tante date erano così state occupate. Le cose stanno un po’ diversamente e Scotti tiene a precisarlo: «Le nostre richieste sono state fatte il 29 gennaio e già avevamo proceduto a una scrematura. Avevamo chiesto 12 date in base alla pioggia di domande di adesione al circuito arrivateci un po’ da tutta Italia. Poi qualcuno si è tirato indietro, qualcun altro non rispondeva ai requisiti per l’ingresso nel circuito, così siamo arrivati a 7 gare. Mi spiace dirlo, ma prima di lamentarsi e creare polemiche bisognerebbe che gli organizzatori guardassero in faccia la realtà».

Scotti Giro d'Italia CC 2021
Fausto Scotti, ormai ex cittì della nazionale di ciclocross, ora è concentrato sul Giro d’Italia
Scotti Giro d'Italia CC 2021
Fausto Scotti, ormai ex cittì della nazionale di ciclocross, ora è concentrato sul Giro d’Italia
Che cosa intendi dire?

Tutti si lamentano del calendario nazionale troppo ricco, ma perché lo è? Perché tutti hanno fatto richiesta di una gara nazionale in quanto la Fci ha mantenuto in essere la deroga decisa a causa della pandemia, che non impone alle società il versamento della tassa organizzativa. Così nel calendario ci sono tantissime gare, ma quelle che avrebbero i crismi per essere inserite sono poche. Quando le tasse verranno reintrodotte, molte organizzazioni torneranno ad ambiti locali. E c’è di più…

Prego…

Nel calendario ci sono gare che, a causa delle distanze di trasferta, saranno improponibili. Ogni società ha un budget ridotto e potrà fare solo pochi viaggi. Questo significa che le gare nazionali avranno comunque una partecipazione locale. Eppure vengono a contestare le nostre scelte, quando noi siamo l’unico vero circuito nazionale. I team, nel programmare la loro stagione chiaramente devono proporre agli sponsor non solo qualcosa di composito, ma anche la garanzia di un’organizzazione importante.

Giro Osoppo 2021
Il Giro edizione 2021-22 inizierà da Osoppo, tra poco meno di un mese
Giro Osoppo 2021
Il Giro edizione 2021-22 inizierà da Osoppo, tra poco meno di un mese
Qual è la forza del Giro d’Italia?

Potrei dire la tradizione di 13 anni di esistenza, potrei dire i numeri di partecipazione, stabilmente oltre i 600 corridori a tappa. Io credo però che sia la nostra serietà e il fatto che continuiamo a farlo per passione. Non siamo un’organizzazione con un grande sponsor dietro, non è un lavoro. Quando in una tappa restano dei soldi a disposizione, li reinvesto nei premi o nei contributi da dare alle società minori per garantire loro alloggi e rimborsi spese per la trasferta. Quando resta materiale lo giro alle comunità. A noi non resta assolutamente nulla ed è giusto che sia così, proprio perché non è un lavoro.

Seicento corridori è un numero che fa impressione…

Molti in Italia lamentano che non abbiamo corridori d’elite… Io dico che proprio grazie al Giro abbiamo garantito la costituzione di un grande serbatoio giovanile, invidiato in tutto il mondo. Quel che manca è il passaggio successivo, permettere a chi raggiunge la maggiore età di continuare a fare ciclocross in maniera seria, con un team perlomeno Continental, altrimenti finirà che verrà cooptato da strada o Mtb senza possibilità di proseguire a tempo pieno.

Giro Ferentino 2021
Ultimo appuntamento del Giro a Ferentino (FR), subito dopo Capodanno e una settimana prima dei Tricolori di Variano (UD)
Giro Ferentino 2021
Ultimo appuntamento del Giro a Ferentino (FR), subito dopo Capodanno e una settimana prima dei Tricolori di Variano (UD)
Il calendario è definito?

Sì, saranno 7 tappe, proprio all’ultimo si è tirata fuori Jesolo che ha preferito aderire alla futura Coppa Europa (che tra l’altro non ha ancora un calendario). Un paio saranno concomitanti con gare di Coppa del Mondo riservate anche alle categorie giovanili, ma con l’abbondanza di prove del circuito Uci non si poteva fare altrimenti.

Come sono distribuite geograficamente le prove?

La maggior parte delle gare è nel Centro-Sud e anche questa è un’accusa che ci viene fatta: noi richieste dal Nord ne abbiamo avute, ma molti poi si sono tirati indietro, comunque inizieremo da Osoppo, in Friuli.

Giro calendario 2021
Il calendario delle 7 tappe del Giro d’Italia: l’unica novità è Follonica
Giro calendario 2021
Il calendario delle 7 tappe del Giro d’Italia: l’unica novità è Follonica
Ci sono nuove sedi?

Nel Giro entra Follonica, grazie alla grande passione di Aldo Pacini che torna a un suo vecchio amore. Si gareggerà nell’ex ippodromo in una location e su un percorso ideali per le nostre necessità. Vorrei sottolineare un aspetto: chi entra nel Giro d’Italia fornisce un contributo sapendo che poi metteremo noi ogni servizio e ogni struttura a disposizione, dalla segreteria ai palchi, non deve fare altro che dare il giusto supporto alla nostra organizzazione. Questa è un’altra grande forza della nostra formula.

Pontoni Colledani

Pontoni è già al lavoro: «Ho un bel progetto in mente…»

28.06.2021
4 min
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Toccherà al due volte campione del mondo Daniele Pontoni assumersi la responsabilità del ciclocross nazionale, attraverso tre anni che nella sua testa ha già disegnato come fosse un circuito di gara, dove spingere e dove rallentare, dove tirare e dove forzare la mano. C’è un progetto alla base di tutto ed è su questo che andrà avanti nel suo cammino, per dare nuovo impulso al settore.

Quando gli è arrivata la proposta, Daniele si è emozionato, ma poi ha dovuto pensare a che cosa questo comportava, soprattutto agli incarichi da lasciare in funzione del nuovo, a cominciare dal suo team, DP66, colonna dell’attività ciclocrossistica italiana, una creatura che lascia in buone mani: «Se non avessi saputo che persone fidate avrebbero preso in mano la squadra, dal presidente Michele Casasola ad Achille Santin, avrei avuto qualche remora, invece so che il team continuerà a crescere e rimarremo in contatto».

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni insieme a Bryan Olivo, uno dei tanti talenti usciti dal suo team e che punta alla multidisciplina
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Bryan Olivo, uno dei tanti talenti usciti dal suo team e che punta alla multidisciplina
La tua regione, il Friuli Venezia Giulia, è un riferimento assoluto nel mondo dell’offroad…

Ci sono molti team di valore il che significa molti atleti, ma il mio sguardo non è più legato solo al Friuli, io voglio essere il cittì di tutti, avere una visione d’insieme sulla base di un programma condiviso, che porterò avanti con il mio staff.

Che situazione trovi all’atto dell’insediamento?

I numeri sono sotto gli occhi di tutti, abbiamo un’autentica esplosione di attività giovanile che andrà gestita con attenzione, ma credo che i numeri cresceranno ancora. Parlo da genitore: portare un ragazzino a fare ciclocross come Bmx, Mtb, pista è molto più sicuro che farlo pedalare su strada e questo concetto deve essere una stella polare per noi. Certo, le cadute ci sono sempre e quindi i pericoli, ma l’attrattiva è enorme e la maggiore sicurezza è una garanzia.

Daniele Pontoni, Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Nel curriculum di Pontoni ci sono due titoli mondiali, 10 italiani, una Coppa del Mondo e un Superprestige
Daniele Pontoni, Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Nel curriculum di Pontoni ci sono due titoli mondiali, 10 italiani, una Coppa del Mondo e un Superprestige
E dal punto di vista tecnico?

E’ chiaro che non abbiamo i Van Der Poel o i Van Aert, ma quelli sono extraterrestri. Noi abbiamo ragazzi che possono farsi valere, ma anzi dico di più: il Covid ci ha penalizzato, agli ultimi mondiali avremmo avuto una nazionale junior in grado di stupire tutti, quei ragazzi sono stati privati di una grande opportunità, ma so che nell’arco di 2-3 anni, con un’oculata programmazione condivisa con i club, si riprenderanno tutto con gli interessi.

Non possiamo nasconderci però che ti accingi a un compito difficile com’è sempre stato nel ciclocross, dove a differenza dell’estero da noi manca una cultura che consenta di unirlo all’attività su strada. Pensi che anche tu ti troverai a combattere contro i mulini a vento?

No, non voglio crederci, non voglio che questo incarico nasca sotto gli auspici di una battaglia. Dobbiamo avere una visione d’insieme, guardando non al ciclocross in quanto tale ma a un discorso che riguardi tutto il fuoristrada e che non veda l’ambiente della strada come un nemico. Bisogna capire che se un atleta emerge se ne avvantaggia lui stesso ma anche la squadra, nel ciclocross come su strada.

Pontoni Mondiali 1992
Pontoni in gara ai Mondiali di ciclocross 1992 a Leeds (GBR), vinti davanti agli elvetici Runkel e Frischknecht
Pontoni Mondiali 1992
Pontoni in gara ai Mondiali di ciclocross 1992 a Leeds (GBR), vinti davanti agli elvetici Runkel e Frischknecht
Non pensi di trovarti di fronte una cultura ancora un po’ legata a vecchi schemi?

La cultura sta cambiando perché stanno cambiando le persone: ci sono nuovi diesse e preparatori, nuove idee si stanno affermando. Noi dobbiamo sapere che i cambiamenti non si fanno certo in due giorni, ma tre anni è un periodo sufficiente per raggiungere quegli obiettivi strutturali che mi prefiggo. 

Con Fausto Scotti c’è già stato un passaggio di consegne?

No, semplicemente perché con Fausto resteremo in stretto contatto. Ha lavorato molto bene in questi anni e i risultati si vedono, bisogna andare avanti su quella strada. E’ chiaro che devo capire come funziona la macchina, è come quando entri in un nuovo posto di lavoro e prima bisogna prenderci la mano e capire i meccanismi, poi sarà tutto più semplice

Con che spirito inizi quest’avventura?

Appena l’ho saputo ho sentito salire l’adrenalina come se fossi stato in gara: so che non sarà facile, che andrò incontro a lodi e critiche, ma fa parte del gioco. Io sono pronto, mettiamoci al lavoro…

Scotti Lechner

Scotti, addio ciclocross: «Ma mi vedrete ancora…»

26.06.2021
4 min
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Non sono state notti semplici, le ultime per Fausto Scotti. Notti insonni fatte di riflessioni, di dubbi, di confronti con sua moglie, alle porte di un cambio di vita, dopo ben 16 anni alla guida dell’Italia del ciclocross. Nel quadro della ridistribuzione degli incarichi tecnici in seno alla Fci, a Scotti è stato assegnato il ruolo di responsabile del nuovo settore dedicato a Gravel, Enduro e bici elettriche, un terreno vergine tutto da scoprire e sul quale costruire.

Una nuova sfida che non ha spiazzato il tecnico romano: da tempo si parlava di un rimpasto che lo avrebbe coinvolto, pochi però sapevano che di tutto ciò Scotti era protagonista diretto e non vittima inconsapevole: «Sono due mesi che già sapevo di questa possibile novità e ho iniziato a documentarmi, ma è un mondo tutto nuovo, sono tre discipline da costruire, a cominciare da normative e regolamenti e da collegare con altri aspetti. Non parliamo solo di agonismo come molti pensano perché queste sono le bici del futuro che potranno avere un forte impatto sul turismo e dobbiamo tenerne conto».

Che situazione lasci nel ciclocross?

Quando lo presi in mano era un settore praticamente disastrato, che doveva essere ricostruito. Basti pensare che in ogni gara nazionale, considerando tutte le categorie si faticava a raggiungere i 200 corridori. Agli ultimi Campionati Italiani ci sono stati 1.200 partecipanti, come praticanti c’è davvero tanta roba. Il problema è l’alta qualità, ma lì bisogna prima risolvere il dissidio con la strada.

Gravel Bmc 2021
Tra i nuovi compiti di Fausto Scotti c’è quello di dare nuovo impulso alla diffusione delle bici gravel e della loro attività
Gravel Bmc 2021
Tra i nuovi compiti di Fausto Scotti c’è quello di dare nuovo impulso alla diffusione delle bici gravel e della loro attività
In che senso?

Inutile menare il can per l’aia, sfido chiunque a trovare un team manager italiano pronto ad accettare di condividere un suo corridore con un team su strada. Serve un progetto preciso, una collaborazione reale fra i due mondi altrimenti anche Daniele Pontoni rischia di sbattere contro un muro. Con la sua esperienza è la migliore scelta che si potesse fare per l’ambiente, ma temo che non basti. I Van Der Poel o Van Aert da noi sono ancora un sogno…

Fausto Scotti però resta nel ciclocross, se non altro come responsabile del Giro d’Italia

Continuerò a lavorarci perché siamo proprietari del marchio, ma non so con che mansione, perché a questo punto la mia vita è tutta in divenire: se mi assumo un incarico come quello che Dagnoni e il consiglio mi hanno dato, devo portarlo avanti col massimo impegno, per questo prima di accettare ne ho parlato a lungo con mia moglie. Il Giro non è un impegno facile, c’è da trovare uno sponsor di sostegno, da allestire ben 12 gare per la prossima stagione. Vedremo… 

Fausto Scotti
Scotti ha guidato il ciclocross italiano per 16 anni, ottenendo molti successi con i giovani e le donne
Fausto Scotti
Scotti ha guidato il ciclocross italiano per 16 anni, ottenendo molti successi con i giovani e le donne
Il Giro resta però il riferimento del movimento ciclocrossistico…

Bisogna fare tanta attività, questo è certo, con i numeri che il ciclocross italiano ha, mettersi d’accordo con le istituzioni, gli enti locali. In questo periodo post-pandemia è tutto molto difficile, non nascondiamocelo.

Guardandoti indietro sei soddisfatto di quel che hai fatto?

Molto, ho la coscienza pulita perché ho fatto quel che potevo, venivo da oltre vent’anni di attività e 16 da Cittì, credo di aver dato tanto a questo mondo. Spesso ho remato controcorrente, ho avuto tanti che mi hanno messo i bastoni fra le ruote, ma sono andato comunque avanti e mi pare che nel corso di questi 16 anni, di soddisfazioni per il ciclocross italiano ne siano arrivate (nella foto di apertura con Eva Lechner, ndr), anche se i vertici sono ancora lontani. 

Qualche mese fa però ci avevi parlato del tuo sogno di costruire il primo team professionistico italiano. Ce l’hai ancora?

Certo, ma come detto non posso sapere ora se potrò dedicarmici, è mio dovere dare alla Fci la massima disponibilità. La squadra si potrebbe già costruire, ho 4-5 corridori forti da Paesi dell’Est europeo a cui unire i migliori italiani, verrebbe fuori un bel team, ma serve tanto impegno, innanzitutto di tempo prima ancora che di denaro e per ora non posso sapere se avrò l’uno e l’altro…

Pidcock Ebike 2020
Nella foto Uci il trionfo di Tom Pidcock agli ultimi Mondiali di E-bike, corsi quasi a sorpresa
Pidcock Ebike 2020
Nella foto Uci il trionfo di Tom Pidcock agli ultimi Mondiali di E-bike, corsi quasi a sorpresa
Che cosa sai del nuovo mondo nel quale ti stai per immergere?

E’ un bacino d’utenza che fa paura, non posso dimenticare che Pidcock lo scorso anno ha preso 100 mila euro solo per fare i Mondiali di E-bike, che poi ha vinto. Dobbiamo lavorare sul movimento a 360°, pensare anche alla produzione, a incentivare il lavoro industriale in Italia su bici e motori perché possiamo essere anche superiori al Giappone. Soprattutto poi dobbiamo guardare ai giovani perché queste bici possono intercettare nuovi target finora disinteressati al ciclismo.

Ti porti dietro bei ricordi?

Tanti, soprattutto tanti bei rapporti: gente come Aru, Trentin, Fontana mi hanno subito chiamato per informarsi appena trapelata la notizia. Altri per i quali ho dato l’anima non l’hanno fatto, ma non importa…

Giro d'Italia Sant'Elpidio ciclocross

Coppa Europa, per Scotti una buona idea arrivata tardi

16.06.2021
4 min
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La notizia emersa a inizio settimana è passata un po’ inosservata, forse perché questo non è certo periodo di ciclocross, eppure ha una forza dirompente: la Uec ha approvato la costituzione della Coppa Europa, nuovo circuito internazionale riservato alle categorie giovanili, dalla neonata Under 17 fino agli Under 23, tutti in gara alla domenica e ai Master, che invece affronteranno la gara al sabato.

Tra i fautori dell’idea in tempi non sospetti c’è il responsabile tecnico della nazionale Fausto Scotti, che però non appare molto convinto dai primi sviluppi: «Per ora sono solo linee guida, ma ci sono alcuni passaggi che non mi convincono e conto di parlarne direttamente con il presidente dell’Uec Enrico Della Casa, a cominciare dalla tempistica».

Scotti Giro d'Italia CC 2021
Fausto Scotti, Ct della nazionale di ciclocross, era stato fra i primi a lanciare l’idea della Coppa Europa
Scotti Giro d'Italia CC 2021
Fausto Scotti, Ct della nazionale di ciclocross, era stato fra i primi a lanciare l’idea della Coppa Europa
Che cosa non va?

L’annuncio del circuito è arrivato quando tutti i calendari, sia dell’Uci che quelli nazionali, sono stati ufficializzati e si tratta di calendari già molto ricchi di prove. Ora, introducendo anche la Coppa Europa, i ragazzi non avranno praticamente soste per tutto l’anno. Inoltre bisognerà vedere chi si sobbarcherà l’onere organizzativo considerando che solo di diritti ci sono 2.500 euro da versare. A ciò si aggiunga che potrebbe verificarsi la contemporaneità fra gare di Coppa del Mondo e di Coppa Europa, a quel punto che scelte deve fare una Federazione?

L’Uec per ora ha aperto la campagna di sottoscrizione fino al 30 giugno, tempo limite per effettuare le richieste, ti aspetti che ne arriveranno tante?

Non lo so, ma quel che è certo è che andava stabilito un tetto di prove disponibili. Uci e Uec diciamo che non sempre vanno nella stessa direzione. Un’altra cosa che dalle linee guida non si evince è se le gare saranno come quelle di Coppa del Mondo, ossia con la partecipazione esclusivamente di atleti delle nazionali, o aperte a tutti, il che metterebbe i ragazzi a rischio di cadute e incidenti.

Giro d'Italia ciclocross 2021
Calendario davvero ricco per il ciclocross nel 2021-22, con ben 19 gare nazionali
Giro d'Italia ciclocross 2021
Calendario davvero ricco per il ciclocross nel 2021-22, con ben 19 gare nazionali
Hai avuto modo di confrontarti con i tuoi colleghi stranieri?

Ho parlato con i tecnici di Belgio e Francia e sono perplessi come me. D’altronde in Italia abbiamo il calendario più ricco in assoluto, tutti hanno richiesto la gara nazionale per prevenire annullamenti dovuti all’eventuale pandemia. In questo modo ci sono 19 date occupate, senza contare che sono state stabilite ben 16 tappe di Coppa del Mondo. Il problema non è di poco conto: abbiamo a che fare con ragazzi che hanno la scuola, ogni trasferta significa partire al giovedì, quanti giorni di lezione salteranno? Bisogna pensare anche a questo, poi ci sono i costi di trasferta.

A quanto ammontano?

Il calcolo è presto fatto: considerando una decina di corridori in totale fra le varie categorie, bisogna prevedere almeno 6 meccanici e un massaggiatore più due accompagnatori, non bastano 6.000 euro. Noi con quel budget svolgiamo tutta l’attività interna…

Della Casa Europei 2019
A sinistra Enrico Della Casa, appena nominato presidente Uec: la Coppa Europa è la prima novità
Della Casa Europei 2019
Enrico Della Casa, appena nominato presidente Uec: la Coppa Europa è la prima novità
Quindi è un’idea da bocciare…

Non ho detto questo, ma bisogna saperne di più e modularla in base alle reali esigenze delle categorie giovanili. Io sono da sempre fautore di un’attività di qualità, di confronti internazionali per crescere, ma bisogna farlo a ragion veduta. Io avevo anche dato la disponibilità ad organizzare gli Europei Giovanili nell’ultimo inverno, in piena pandemia, poi non se n’è fatto nulla.

Quindi che cosa proponi?

Di rivedere il progetto, magari lanciandolo per questa stagione solo a livello sperimentale e proporlo in una versione più definita il prossimo anno. Noi siamo sempre pronti a dare una mano alla Uec, soprattutto perché dare ai ragazzi occasioni di confronto è sempre un bene, ma senza appesantirli troppo, sono sempre ragazzi…

Azzurri Liberazione 2021

Dal ciclocross alla strada: così nascono i nostri VDP

07.05.2021
4 min
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Alla conclusione della stagione di ciclocross, Fausto Scotti lo aveva promesso: «C’è ancora tanto da fare, anche fuori dall’attività specifica». La nazionale sui prati non si è fermata, anzi. Il Ct ha continuato a controllare, contattare, lavorare e ha portato avanti un progetto ambizioso, difficile ma che promette molto: tenere in attività i suoi ragazzi facendo fare loro altre specialità. E’ nata da quest’idea la partecipazione degli azzurri all’ultimo Gran Premio Liberazione su strada a Roma. E non sarà un episodio isolato.

«Facendo parte dell’organizzazione della classica romana – spiega il tecnico azzurro – ho pensato che fosse l’occasione giusta per far fare esperienza ai miei ragazzi junior. Avrei voluto vedere all’opera anche gli allievi, ma la loro partecipazione era più complicata, così abbiamo lasciato spazio a un altro team. Con i ragazzi ero stato chiaro: per i primi 10 giri avevano libertà assoluta, poi l’impegno era stare nei primi 3 e provare a fare la corsa e hanno tutti risposto bene».

Siffredi ai piedi del podio

Effettivamente, rivedendo a mente fredda l’evoluzione della gara, la partecipazione della nazionale non è stata fine a se stessa e poteva anche essere più fruttuosa, senza gli incidenti a Lorenzo Masciarelli, costretto a un gran lavoro per rientrare privandolo delle energie utili per il finale e a Filippo Agostinacchio (rottura della forcella in una caduta e ritiro anticipato). Nel finale Matteo Siffredi ha provato il colpo a sensazione, alla fine il suo 4° posto è stato comunque un attestato di valore per tutto il gruppo.

Carrer Masciarelli 2021
Il pugliese Carrer aiuta Masciarelli a rientrare in gruppo (foto Bit & Led, anche in apertura)
Carrer Masciarelli 2021
Il pugliese Carrer aiuta Masciarelli a rientrare in gruppo (foto Bit & Led, anche in apertura)

Il progetto di Scotti guarda sempre al ciclocross come fine ultimo, ma serve anche per inculcare nei ragazzi quella cultura alla multidisciplina che sta facendo proseliti nel mondo, dietro i risultati sensazionali dei “tre tenori” Van Der Poel, Van Aert e Pidcock. Siffredi rispecchia fedelmente questi canoni: «Strada l’ho sempre fatta, il problema è riuscire a conciliare le varie attività: adesso per esempio entriamo nella parte clou della stagione di Mtb, con le prove di Coppa del Mondo e le gare titolate e per me sono l’obiettivo principale».

Il genovese classe 2003 riconosce che questi continui salti sono però utili per allargare i suoi orizzonti: «Mi accorgo sempre più che ogni disciplina aiuta a crescere nelle altre: l’attività offroad, ad esempio, si è rivelata utilissima per assimilare i cambi di ritmo su strada ed essere quindi propositivo, non correre passivamente. Per me la Mtb resta la disciplina principale nel mio futuro, ma continuerei a dividermi volentieri se trovassi una squadra che me lo permettesse».

Azzurri ciclocross Liberazione 2021
Da sinistra: Paletti, Masciarelli, Olivo, Agostinacchio, Siffredi e Carrer
Azzurri ciclocross Liberazione 2021
Alcuni degli azzurri in gara. Da sinistra: Paletti, Masciarelli, Olivo e Agostinacchio

Agostinacchio: «Ci voglio riprovare»

Chi invece si proietta direttamente verso il ciclocross è Filippo Agostinacchio: «Anch’io voglio fortemente continuare a praticare tutto, dalla strada alla Mtb ma il ciclocross è la specialità che mi affascina maggiormente. Su strada avevo già corso in questa stagione finendo nella Top 10 a Stevenà di Caneva e vorrei continuare, se Scotti mi chiamerà ancora, ma devo dare spazio preminente alla Mtb dove difendo la posizione di leader di categoria agli Internazionali d’Italia».

Con questi ritmi, quando potranno riposare questi ragazzi? Non c’è il rischio di saturazione? E’ lo stesso Agostinacchio a rispondere: «Basta effettuare riposi più brevi, invece del mese canonico senza bici io stacco un paio di settimane a settembre e riprendo la preparazione per il ciclocross leggermente più avanti”. Un po’ quello che fa Mathieu Van Der Poel: “Lo so, mi ispiro a lui…».

Scotti Bielli
Fausto Scotti e il suo aiutante Luigi Bielli: Presto di nuovo impegnati nel calendario U23
Scotti Bielli
Fausto Scotti e il suo aiutante Luigi Bielli: presto di nuovo impegnati nel calendario U23

E ora si punta all’Eroica…

Già, VDP. L’idea di avere tanti piccoli VDP in squadra illumina gli occhi di Scotti: «Sono ragazzi che sanno guidare e che riescono a cavarsela in ogni situazione. Sono fenomenali, pieni di energie, sanno già leggere la gara ma sono anche pieni di domande e di curiosità com’è giusto per la loro età».

Il progetto non è concluso con il Liberazione, anche perché dopo le loro prove a Roma stanno fioccando gli inviti: «Grazie anche al tecnico di categoria De Candido che mi appoggia in pieno. Probabilmente saremmo all’Eroica junior del 16 maggio, con un gruppo ancora più folto, poi andremo avanti fino a metà agosto quando inizieremo i lavori per il ciclocross. L’importante è che i ragazzi mantengano questa voglia di mettersi sempre alla prova per conoscersi meglio. I campioni nascono così…».